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Costituzione e sviluppo dell’ethnos beotico* Albert Schachter 1. Introduzione 1 Beoti odierni ~ serisse Tucidide ~ nel sessantesimo anno dalla ppresa di Troia furono cacciati da Ame ad opera dei Tessali, ¢ si stabili- ono nella zona oggi chiamata Beozia, ma anticamente denominata Cadmea: qui gid precedentemente viveva un loro gruppo, e una parte di questi and® a combaitere contro Troia!. Liaffermazione di Tucidide ha influito eccessivamente sugli storici sulla loro considerazione della Beozia e dei Beoti. Si 8 accettato, pit ‘© meno consapevolmente, che la storia beotica sie iniziata solo con Parrivo dei Beoti, avvenuto, si dice, intorno al 1150 0 1100 a.C.?. Le popolazioni dell"Eta del Bronzo vengono comodamente liquidate suppo- rnendo, spesso in maniera implicita, che siano state cacciate 0 uccise 0 costreite ad un progressive declino fino alla scomparsa dalla facia della terra Tucidide nel considerare la guerra di Troia come Vinizio della storia della Grecia stava facendo saltanto quello che altsi avevano fatto * Questo contibuo& stato presenta al Xe Congres de la Fération intermatio= nale des associations des études classiques, Université Laval, Quebec, nel mese di ‘Agosto del 1994, Ringrazio la Prof P- Angeli Bernardini e a Dotan 5, Mezzlc ‘er aver tradot il teats in italiano. "1,12: Bowrcot te yée ol viv €Syxoond tet nex iy “Moy dow 2 "AoE fivaordvees {2d eooahiy viv viv jv Boule, xpbregov BE KuduntOa iv suadouséemy, Gato (fy 8¢ abv wal &xoBaoyde weseepoy Eve vl Laity, dg veal &g“Thiov éorodeevaan). 2 Peresempio: J L. Garcia-Ramon, Les origine postmyotniennes du groupe dish lecaléolien, Salamanca 1975, p. 109 ("ea. 1125: Naisance de la elturesubmye6- nienne en Béctie: séparation de protechénten et fin de la communauté. proor Galienne"); R. J. Buck, A History of Bocatia, Famonton 1979, p. B1 (a process beginning 1150-1100, completed by 950°). 8 A. Schachter prima di lui, ¢ altri avrebbero fatto in seguito. Non ci si deve sentire prigionieri delle medesime limitazioni, anzi si deve tentare di oppor- visi. Per quanto conceme la Beozia, per esempio, si pud accettare che gli stati palaziali a Tebe e Oreomeno siano collassati e con loro si siano dissolti il governo centralizzato € tutte le ordinarie istiturioni che gli facevano da supporto, D’altra parte & chiaro dalle testimonianze dell'ar- cheologia, del dialetto € del culto che la regione non fu completamente spopolata, ma che, al contrario, rimase in situ un considerevole numero di abitanti i cui diseendenti, con Papporto di sangue nuovo dall’ester- no, poterono raggrupparsi e rimergere dal loro Medioevo, come i Beati che noi conosciamo ¢ che tanti dei loro vicini oltraggiavano voleni Le comunita, come altsi oxganismi viventi, nascono, crescono, maturano, invecchiano, languono ¢ muoiono, Soltanto Atena balz’ fuo- ri dalla testa del padre gia pienamente sviluppata: il resto di not muta col passare del tempo. Nel corso di questo contributo prenderd in con- siderazione, in sezioni separate, le teslimonianze relative alla prima fase storica e allo sviluppo dei Beoti cost come ci sono fornite dall'ar- cheologia, dai documenti scritti coevi, dal dialetio, dai culti ¢ dalle istituzioni sociali e politiche. L'indagine inizia con 'Eta del Bronzo e procede fino alla fine del sesto secolo a.C. In questo modo spero di poter ricostruire le tappe altraverso le quali l'ethnos ellenico dei Beoti si costitut sulle rovine ancora esistenti dei suoi predecessori. Searso & Timpiego da parte mia di tradizioni leggendarie, e soltanto nel caso che queste abbiano trovato il sostegno di dati di altro genere. Esse non costituiscono una fonte di prim'ordine, dal momento che ciascuna fu compilata con uno scopo ben preciso: quello di spiegure o giustificare uno stato di cose gia esistente. L’attivita cultuale, ad esempio, @ molto piitattendibile, perché riguarda cid che gli individui facevano piuttosto che quello che dicevano di se stessi, nella speranza che potesse essere vero. 2. ba documentazione archeologica Due erano i principali centri nella Beoria micenea: Tebe Orcomeno®, A Tebe, nella Cadmea, ¢'erano uno o due palazzi insieme 8 I materiale di quosta sezione & tratto in gran parte da R. Hope Simpson, ‘Mycenavan Greece, Park Ridge 1981, e J. M. Fossey, Topography and Population of Ancient Boiotia, Chicago 1988. Gos zione e sviluppo dell'ethnas beotico 9 ad un certo numero ici dipendenti. Ci sono tracce di mura di fortificazione nei punti vulnerabili di accesso alla collina. A nord vi & un tummulo sepolerale preistorico, la cosiddetta Tomba di Anfione Zeto, mentre verso est, sulla riva occidentale del fiume Ismeno, vi sono due vasti tumuli sepolerali dell'Eta del Bronzo. Altre tombe micenee ‘sono state trovate sul colle Ismenio e nella zona sud e sud-orientale della Cadmea, a sud del suo ingresso principale attraverso la porta di Elettra. Un riflesso del contatto con regioni lontane si trova nella colleziow ne di sigilli cilindrici orientali, in un contest che suggerisce come il wanax locale, o uno dei suoi rappresentanti, svolgesse un'attivith se- condaria producendo copie di prodotti stranieri importati. Ceramiche e frammenti murali ritrovati a Tebe non rivelano alcuna differenza artisti- ca rispetto agli altri siti micenei: non ne consegue che ci fosse un’iden- tita culturale assoluta, dal momento che ci si potrehbe naturalmente aspettare che sia i wanakes loeali sia quelli pitt a sud ingaggiassero i rmedesimi artisti Cli abitanti micenei di Tebe, o almeno i loro scribi, parlavano greco. I documenti in Lineare B presenti a Tebe rivelano le consuete attivita legate a materiali e a manodopera inviati allinterno e allester- no del centro paluziale, e si dovrebbe supporre una sostanziale somi- glianza nella struttura sociale, economica e militare. Non c’é finora alcuna traceia, come a Pilo, di disposizioni militari particolari create per far fronte ad una possibile crisi'. Una vasta collezione di anfore a staffa, molte delle quali portano iscritt in Lineare B il nome ¢ lo status del loro possessore o dell’autore di ciascuna, sfugge ad una soddisfa- cente spiegazione®. Alfrotehi: $. A. Immerwahr, Aegean Painting in the Bronze Age, University Puck, Ps. - London 1990, pp. 195-196 (Orehomenos), 200-201 (Thebes), 216 m. 26 (Gla). A’ paste questi, In pid significativateaimoniansa atstica del periodo micenco in Beosia®rapprescntta dalla serie di amakes dipinte del Tardo Micence provenien- tidal cimiteo miceneo vicina a Tanagra: fmmervake, pp- 154-158. * fe, per esempio, J. Chadwick, The Mycenaean World, Cambridge 1976, pp wa8. * fr lo studio panticolaregiato, soetio ein definitive pessimistic, di J. Rai- son, Les vases & inscriptions eines de age mycénen e leur contetearchéolgique, Rom 1968. Le anfore a stata: H. W. Caling ~ A. Millet, Archacomery 8, 1968, pp. 3-8. Provengono tutte da Tebe, a parte una che fu rnvenuta a Orcomeno;&incerto i logo 10 A. Schachter ‘Tebe rappresenta un'eccezione tra i siti urbani greci in quanto era un centro di notevole importanza sia nell'Eta del Bronzo che nel perio- do ellenico, Questo offre quindi linsolita opportunita di valutare il gra- do di continuita tra Eta del Bronzo e Rinascenz ellenica. Orcomeno, all’estremita nord-occidentale della Copaide, domina- ‘va questintera zona della Beozia. Il suo pid notevole monumento so- pravvissuto ¢ Ia tomba a tholos chiamata Tesoro di Minias. Ritrovamen- {i isolati di ceramiche e di frammenti di affreschi sono avvenuti nella parte inferiore del pendio della colina, dove era posta la tomba a tho- los. Dall'area della cella orientale della tomba sono venuti alla Ince numerosi frammenti murali che rappresentano una citt& cinta di mura sotto assedio. EF stato suggerito che il palazzo miceneo fosse stato co- struito in questo luogo. Cid pud essere vero, ma la vicinanza della tomba a tholos ¢ l'analogia con altti siti palaziali micenei— per esempio Tebe, Pilo, Micene, Tirinto — cos! come Massenza di un archivio in Lineare B utile per la datazione, avvalorano 'ipotesi che questo fosse tun luogo sepolerale 0 un edificio sussidiario e che gli archeologi po- trebbero con profitto dare il via a un'indagine intensiva nelle zone cir- costanti, scegliendo di preferenza il terreno elevato € quello pio meno riparato, Sembra che economia dell'Orcomene micenea~ 0 Minia co- me é stata convenzionalmente chiamata fin da Omero ~ dipendesse dalle messi cresciute nel bacino della Copaide. I Micenei - come i loro ‘successori inglesi del diciannovesime secole d. costruirone un si- stema di opere idrauliche per controllare le acque che scorrevano den- tro il bacino allo scope di sfruttare la maggior parte di quest'ultimo per Ja coltivazione. I canali erano diretti ad un certo numero di inghiottitoi ~— katavothrai — posti sulla costa orientale ¢ nell’estremita nord-est della Copaide, protetta da quella parte dall'isola fortezza di Gla, la quale costituiva nello stesso tempo un punto di controllo — dal momento che Vinsenatura nord-orientale della Copaide ¢ unica parte del bacino non visibile da Orcomeno ~ e un rifugio per uomini ¢ bestiame qualora si trovassero esposti a calamita naturali o umane. Inoltre Gla controllava — come fa ancora oggi — il principale itinerario nord-sud per via di terra dal golfo Maliaco fino all'intemno della Grecia centrale, Si pud ipotizza- re che i grano prodotto in eccedenza fosse esportato in cambio di altri heni, aleuni dei quali pervenivano in anfore a staffa, simili a quelle trovate a Tebe: una di queste porta anche un’iserizione. ccsatto di ritrovamento: Raison, op. cit. pp. 118-120; P. A. Mountjoy, Orchomenos 5, ‘Munich 1983, 32.230. Costituzione sviluppo dell'ethnas beotico a Vi erano due grandi insediamenti fortificati vieino all’estremita sud-orientale della Copaide: a Davlosi sullo sperone nord-occidentale del Monte Sfinge, proprio a nord del passo di Onchesto, ¢ a sud-ovest di questo ad Aliarto, che si trova su una bassa collina protesa nella Copaide, all’estremita settentrionale di un valico che conduce allestre- rita orientale della Valle delle Muse ad Ascra, e da li a sud e ad est. Aliarto ® anche ben piazzata a protezione della strada lungo l'estremita meridionale della Copaide. La rete formata dai siti forificati di Cla, Davlosi ¢ Aliarto, se la si estende verso est fino a Eutresi, costituisce luna catena di fortificazioni che proteggono itinerari via terra che non sarebbero difendibili con tempestivita né direttamente da Orcomeno, né da Tebe. Queste fortificazioni, chiaramente, non erano destinate alla difesa di Oreomeno da parte di Tebe e viceversa. Gla, per esem- pio, & posta all’estremita occidentale di una rete di fortficazioni sulle colline sovrastanti Pinsenatura nord-orientale della Copaide. L’acoesso al luogo @ da sud o da sud-est, inusuale se si fosse previsto un altacco proveniente dalla direzione di Tebe. Nessuna minaccia sarebbe venuta per mare, né da est e nord-est e neppure da sud Tebe, Orcomeno, Gla ed Eutresi furono abbandonate per periodi pid o meno Lunghi alla fine del Tardo Elladico IIIB. Almeno in aleuni casi ci sono tracce di distruzione violenta sulle cui cause esito a pro- nunciarmi. La conseguenza conereta che immediatamente ne deriva & simile a quanto rinvenuto in tutto il mondo miceneo: una drastica ridu- ione nel numero degli insediamenti a nucleo, un insediamento chiara- mente tardo di rifugiati di durata relativamente breve nella zona di Tanagra, come s¢ le popolazioni fossero state spinte dall'entroterra sul- la costa. Ci fu senza dubbio una concomitante contrazione demografi- ca, ma pud essere poco prudente mettere in diretta relazione la diminu- ione nel numero dei siti insediativi che si possono individuare archeo- logicamente e il calo nella popolazione reale. Pud essere istruttivo paragonare le fluttuazioni nel numero di inse- diamenti in Beozia con quelli in Tessaglia e nella regione Argivo- Corinsia. Espressi in percentuali, e considerando il Tardo Elladico I come il 100%, i valori sono: per la Beozia, insediamenti Sub-Micenei 8,5, Protogeometrici 21,2, Geometrici 59,5, Arcaici 80,8. Ne! Pelo- ponneso nord-orientale i valori sono: insediamenti Sub-Micenei 8. Protogeametrici 15,7, Geometrici 31,4, Arcaici 35,9. In Tessaglia vece sono: Sub-Micenei 0, Protogeometrici 41,1, Geometriei 31,3, Ar- 7,4. La Beozia mostra un incremento costante non esatiamente egua- W A. Schachter liato altrove, che pud indicare la presenza di un senso di sicurezea abbastanza generalizzato, ¢ la sopravvivenza di na base di ne relativamente forte che si combind probabilmente con un’ zione piuttosto considerevole, specialmente tra Geometri : Taso della Tessaglia é interessante: la drastica diminuzione tra Proto- Geometrico e Geometrico, che si protrasse nell’Arcaico, suggerisce che una volta raggiunto un ritmo di recupero superiore a quello delle altre due regioni, gli abitanti della pianura tessala possono essere stati inca- paci o non disposti a coabitare pacificamente, e che alcuni element della popolazione si sentirono costretti ad andarsene. Allla fine del periodo Geometrico Vinsediamento in Beozia, come altrove, inizid ad assumere l'aspetto che mantenne per il resto dell’an chit, con la comparsa della polis. La configurazione di insediamento, dove quest'ultimo pud essere verificato, rivela indubbie differenze ri- spetto all'Eta del Bronzo. In aperta pianura, per esempio, all’estremi orientale del massiccio dell'Elicona apparve un nuovo ampio insedia- mento, Tespie. La fondazione di questa polis comportd la regressione di Tisbe e la lemporanea fine dell'insediamento a Eutresi. Nella regio- ne della Copaide orientale Davlosi fu abbandonata, ¢ a nord di questa sorse Acrefia, Ancora pitt a nord Cope subentrd a Gla come sito inse- diativo. L'abbandono di Gla e di Davlosi suggerisce che le opere di canalizzazione di Orcomeno minia non erano pit funzionanti, poiché la burocrazia che ne curava la manutenzione si era disgregata. La genera- le frammentazione dell’area della Copaide, infatti, si rispecchia nel numero relativamente grande di poleis indipendenti ~ otto — che sorse- ro lungo € presso le sue coste, un grande numero per una zona di dimensioni tanto ridotte. Si tratta di una situazione molto diversa i- spetto al resto della Beozia, dove c"erano solo cinque poleis, ciascuna con polismata dipendenti, in un'area due volte pitt grande il settore nord-oecidentale della Beozia. I ricchi cimiteri arcaici di Acrefia, Tebe, Tanagra e Ritsona sono indici di una crescente prosperita della Beozia orientale ¢ centrale, come lo sono i santuari di Cabiri ad ovest di Tebe, ¢ quello di Apollo Proio a est di Acrefia. Tebe rappresenta un interessante esempio del mutato modello di insediamento. La Cadmea pud aver continuato a essere importante come fortezza, ma il nucleo della comunita era ora a sud-est di essa, nella regione dell'Ismenio del tempio di Eracle. 1 principali cimiteri del periodo Geometrico e Arcaico a Tee si trovava- no il pit lontano possibile dalle nuove aree, a nord-ovest della Cad- Costituzione ¢ sviluppo dellethnos beotieo 13 mea. I nuovi Tebani erano completamente indifferenti ai monumenti funerari del periodo miceneo. 3. La documentazione seritta La documentazione scritta inizia nell'Eta del Bronzo con le anfore a staffa provenienti da Orcomeno e da Tebe, e con tavolette di argilla e sigilli o cretule con iscrizioni in Lineare B rinvenute a Tebe. Ho gia accennato alle anfore a staffa e al probabile significato che esse rive- stono, La maggior parte delle tavolette tebane, come molte di quelle tro- vate altrove, registrano la spedizione o il pagamento di materiale e di persone che da un centro amministrativo venivano indirizeati a singoli cittadini ¢ ad altri luoghi. Le cretule sono state interpretate come con- trasseyni per identificare capi di bestiame inviati a Tebe da alts Tuoghi®. ‘Tre nomi di localita possono essere identificati sulle tavolette co- me le destinazioni di spedizioni: sono Amaruto, Ramo, Akiharija o Aikiarija, [I primo Amarinto in Eubea, il secondo @ probabilmente Lamo, conosciuto come il nome di un fiume sul Monte Elicona. John Chadwick ha interpretato il terzo come / Aigihalia /, e ha suggerito che si atti di un luogo sulla costa. Amaruto/Amarinto e Vaggettivale Rami- jolLamios appaiono anche sulle cretule, come anche Karuto, che deve essere Caristo. La presenza di due siti euboici nei document suggeri- see che /Aigihalial, che figura sulle tavolette, possi riferirsi ad un’altra localita, quella che pitt tardi divenne un demo di Eretria, ricordata anche da Erodoto col nome di Egilie, e abbreviata sulle iscrizioni con Aigal-. Una cretula si riferisce ad una persona identificata come Teqajo, un‘altra ad un tale Autoeqajo, cioé Thebaios e Autothebaios; tre di esse indicano Tebe come loro destinazione mediante il nome. Tl nome di Tebe & attestato anche in una tavoletta in Lineare B rinvenuta a Mice- ne, cosi come Paggeltivo Thebaia su tavolette di Cnosso e Pilo; un’altra delle cretule tebane di Hapaha, cio? /Hapha/ o /Haphai/ come la pro- © Mi sono oevupato di questo argomento in un contributo inttolao “Evidence for Cult and Continuity from Linear B Documents at Thebes’, presentato a Napel Ottobre del 1991 ¢ che sari pubblicato in Incunabula Graeca. 4 A. Schachter pria destinazione. $i pud ipotizzare che /Hapha-i/ si trovasse nei din- tori di Tebe. La distribuzione geografica dei nomi di luogo sulle tavolette sug- geti'a John Chadwick che il tervitorio controllato dalla Tebe micenea si estendesse persino fino ad Amarinto. Questo sembra trovare conferma nelle testimonianze offerte dalle cretule e, con l'aggiunta di Lamo ad occidente, si pud sostenere che il territorio tebano andasse dal Monte Elicona fino all'Eubea: si trattava quindi di una zona di dimensioni notevolmente pitt vaste rispetto a quella della pitt tarda polis di Tebe. Le tavolette registrano spedizioni di stock di lana alle schiave di tun *Marinew — se si tratti di una divinita o di um uomo non @ chiaro~ a /Aigihalia/: alle schiave di Komaweteja ~ probabilmente una dea ~; al woikos di Potinija, per Era, e per Emaha. Una delle cretule registra il rivevimento di una eapra diretta ad /Hapha-i/. Al momento presente tuttavia /Marineus! 0 /Malineus! e /Koma- 0 a fruttuose supposizioni. /Potnial & nome ‘comune anche altrove nei documenti in Lineare B, ma citea la Potnia tebana ei si chiede se si tratti di una dea o di una regina. Quel che fa propendere verso Potnia divinita @ Vesistenza in epoca ellenica di un sobborgo tebano denominato Potniai, dove crano venerate Demetra ¢ Kore. /Hera/ ¢ /Hermeias/, cio® Ermes sono attestati in Lineare Bin altre localita Se, come & stato ipotizzato, la localita di Hapha-i @ connessa con una dea Haphaia, quest ultima dovrebbe essere una dea simile all’ Ap- haia egineta. Uno studio sulle offerte votive rinvenute nel santuario ad Egina ha dimostrato come Aphaia fosse una kourotraphas: alcune sta- lwelte ~ micenee come anche elleniche ~ raffigurano una donna con un bambino in braccio. La kourotrophos che si dilegua allo sguardo umano @ ben conosciuta nella Beozia ellenica con diversi nomi, in particolare Ino-Leukoten, ma altrettanto note erano le dee in vari siti oracolari intorno al bacino della Copaide come anche la dea madre che e: deva un santuario con leroe Ptoios fuori Acrefia. La sua presenza pud anche essere spiegata con la tendenza heotica ad ambientare la naseita degli dei pit: importanti in Beozia: Zeus a Cheronea, Tebe Platea, Atena vicino al santuario di Alalcomene, Dioniso a Tebe, Apollo Tegira, Ermes a Tanagra, Eracle a Tebe. Le altre divinita identificabili te nelle tavolette — Era ed Ermes ~ non erano le figure di culto pid important nella polis greca di Tebe. Tuttavia, dal momento che la Tebe ellenica controllava un terri- toric molto pitt angusto rispetto alla sua antenata micenea, @ lecito Costituzione e sviluppo dell'ethnos beotico 1s svolgere indagini sui centri di culto posteriori di Era ed Ermes micenei dovungue all'intemo della zona controllata da Tebe micenea. Si da il caso che Era ed Ermes fossero rispettivamente le pitt importanti divini- 12 delle pit tarde poleis di Platea ¢ di Tanagra. Infatt il culto di Era era diffuso in quasi tutta la Beozia meridionale. Suggerisco pertanto che Era e I’Ermes delle tavolette tebane fossero venerati nelle region me- ridionali e orientali all'intemo del territorio di Tebe micenea, in zone che finirono pi tardi sotto il controllo di Platea e di Tanagra. Il caso di Tebe rivela, in generale, una situazione comune. Aleu- no delle divinith micenee furono dimenticate, altre continuarono ad essere venerate e altre ancora vennero intrudotte pid tardi. Quel che & particolare di Tebe, in ogni caso, & che @ possibile idemtificare alcune divinita i cui culti non vennero meno durante il Medioevo, e porle in connessione con figure cultuali del periodo ellenico. La sopravvivenza di questi dei indiea che anche i loro eulti sopravvissero sul posto. Un altro sorprendente esempio di continuiti & i nome stesso di Tebe, che, come ora sappiamo, fu usato nell’Eta del Bronzo. 11 pitt antico documento greco ellenico ® il Catalogo omerico delle navi. La preminenza dei Beoti in questo testo @ gencralmente attribuita al fatto che gli Achei salparono da un porto beotico. In questa sede interessa cid che il testo ci dice sulla reale situazione in Beoria nell'e- poca della Rinascenza greca o intorno ad essa. Una delle importanti caratteristiche della sezione beotica del Ca- talogo ® la densita di insediamenti che essa rivela. Un'altra & alto ‘grado di unitd politica. Vi sono nominate 29 localita, 31 se vi dono i siti mini. Anche se si ammette che molli di questi luoghi siano piecoli o forse inesistemt, il numero delle poleis reali eleneate 2 alto ~ Tespie, Tisbe, Coronea, Aliarto, Platea, Ipotcbe, Orcomeno ¢, se si accetta Videntificazione, Graia per Tanagra. Non risulterebbero elen- cate soltanto le pil tarde poleis di Cheronea, Lebadea, letto ¢ Acrefia: queste si trovavano originariamente, eome Cope, entro la zona di in- fluenza di Orcomeno. Probabilmente etto © Acrefia non diventarono indipendenti fino al sesto secolo, Lebadea fino al quinto. Soltanto Che- ronea non @ annaverata, ma la sua posizione tra Orcomeno ¢ Lebadea la pone all’interno del territorio di Orcomeno o forse minio. Il eontingente minio ricopre un’area molto pitt ampia di quanto generalmente si rico- nosca. Nel Catalogo é elencato tra i Beoti ¢ i Focesi. Sebbene vi siano nominati soltanto due insediamenti, questo contingente ha due coman- danti — contro cinque per tutti i Beoti ~ ¢ fomisce trenta navi, in con- fronto alle cinquanta dei Beoti. Panopeo e lampoli sono le citta focesi 16 A. Schachter pid orientali, Cope, Coronea ¢ Tisbe sono quelle beotiche piit occiden- taliz il regno dei Minii di Orcomeno potrebbe aver occupato V'intero tertitorio che si trova in mezzo. Il contingente minio, capeggiato dai fratelli Ascalafo e lalmeno, figli di Ares, & di preponderante grandezza i altri due contingenti, i Focesi e gli abitanti di Tricca, di quelli gui strofo,figli di lfto, prove no da otto insediamenti e fornirono qt ranta navi; gli abitanti di Tricca, ltome ed Ecalia eruno capeggiati dai due figli di Asclepio, i mediei Podalirio Macaone, © giunsero con trenta navi. Il territorio occupato dalle Focide corrisponde appross tivamente a tre volte l'estensione della zona assegnata ai Minii, ma ha nel mezzo il monte Parnaso; i figli di Asclepio regnavano su di un’area che, semmai, era pit piccola. Laltre dato importante riguardo al Catalogo delle Naui & che in e880 per la prima volta i Beoti appaiono come tali, ¢ inoltre dimostrano di essere gid stati raggruppati in una coalizione libera. Non vi 2 aleun indizio del predominio di un singolo stato, e persino le citta di Tebe e pitt tardi divennero le pit importanti, sono messe in sor- ‘che i loro stessi nomi sono stati alterati e sminuiti. Di nessuno dei cinque comandanti dei Beoti ci viene detta la provenienza: né vi @ esplicito accenno ad un santuario comune ai Beoti come tali, Questo non @ imputabile ad ignoranza da parte del poeta, il quale era a conoscenza di molte divinita importanti nella Beoria a lui contempo- ranea. Esiodo nella Teogonia © ne Le opere e i giorni mostra scarso inte- resse per tutto cid che é al di Id dei confini della sua comunit&. Che ei fosse un'amministrazione di un certo tipo anche a livello locale risulta abbastanza evidente dai suoi riferimenti agli avidi basileis, ma questo & tutto, Le altre opere che gli vengono attribuite, i Cataloghi ¢ T'Aspis, sono creazioni del sesto secolo, e forse i loro autori non provenivano neppure dalla Beozia’ Iscrizioni di un certo rilievo non appaiono prima del sesto secola, ‘ma forniseono importanti informazioni. Una copa di bronzo provenien- 7 LBoodete: Hes. Erga 98-39, eM. L. West, ad lc. 1 Cataloghis M. L. West, The Hesiodie Catalogue of Women, Oxford 1985, pp. 136-187 (data), 168-171 (logo: viene privilegiata Attica) Liss: West, op cit p. 136 ¢ n. 28; A. Schachter, in H. Beister- J. Buckler, edd., Bottika, Munich 1989, p. 74 ma. 7-9. Costituzione e sviluppa dell'ethnos beotica uv te da Tanagra porta un’iscrizione, datata 610-550 (2), che fu dedicata da una truppa di soldati tebani insieme al loro comandante, ad un dio con Pepiteto di Karykeios®. Si potrebbe trattare tanto di Apollo ~ al quale ® applicato il medesimo epiteto in un‘altra iscrizione attribuita a Tebe — quanto di Ermes; ® impossibile una sicura identificazione, spe- cialmente dal momento che Ermes era il poliouchas di Tanagra, e il suo culto nella regione risale probabilmente all'Eta del Bronzo. Il contesto @ militare, dato che Gxagyos @ un comandante. La presenza di questo gruppo di Tebani a Tanagra implica, in primo Iuogo, che 1a essi fossero stati accolti henevolmente e, secondariamente, che le due poleis fosse+ 10 in rapporti amichevoli durante la prima meta del sesto secolo 9.C. La natura militare del gruppo suggerisce che la loro visita a Tanagra po- trebhe essere messa in relazione con una fase del loro addestramento 0 con la partecipazione ad una competizione. E possibile che una qual- che forma di confederazione eotica esistesse gia nella prima meta del sesto secolo, poiché non potrebbero esserci operazioni militari com nate senza un corpo interstatale per organizearle. Questo implichereb- be lesistenza di una confederazione beotica ben prima di qualsiasi data tra quelle generalmente accettate per Vorganizzazione della lega beoti- ca arcaica, all'inizio dell ultimo quarto del sesto secolo. Non e ragi ne di sorpresa: il Catalogo delle navi omerico mostra che i Beoti com- battono gia insieme come una forza unitaria. Un certo numero di iscrizioni della seconda mota del sesto secolo rifleite condizioni instabili. Un elmo in bronzo fu mandato da Orcome- no ad Olimpia nel terzo quarto del secolo per celebrare una vittoria a Coronea, © contro di essa. Pitt vicino alla fine del secolo i Coronei celebrarono uma loro vittoria con Ia dedica di un altro elmo ad Olimpia. Un gambale in bronzo, datato all’incirca alla fine del secolo, anch’esso proveniente da Olimpia, ricorda una vittoria di Tebe su Tetto. Intorno allo stesso periodo un cippo di confine fu eretto tra Cope Acrefia. Due scudi in bronzo ad Olimpia documentano una vittoria di Tanagra nel- Pultimo quarto del secolo, ¢ una vittoria su Tanagra della fine del socolo®, ° LSAC 94.1: inagdv 1 KagwnsFo Od4faPos Axdqxorins MeProis Oxiaons dvébea ° SEG 28, 427 = LSAG 95,11: "Egroutvion évéteray we Ai tO. “Ohvaior Poooveial der). . BSA 67, 1992, 261-201 (testo a p. 288; [Folgovies} dveOnuaw wi Ai sBifutol) 18 A. Schachter 4. Dialetto Il beotico é fondamentalmente eolico con aleune forme del greco nord-occidentale, Degli altri due dialetti eoliei, anche il tessalico pre- senta qualche forma del greco nord-oceidentale, mentre il leshico @ lievemente contaminato con lo ionico, fenomeno questo comprensibile, data la vicinanza di comunita parlanti ionico ed eolico lingo la costa dell’Asia Minore: gli Joni giunsero a usare Poseidone, un dio eolico, ‘come loro dio etnico panionico”. Lesbico ¢ tessalico hanno in comune alcuni elementi che non si trovano nel beotico. Questo ha portato a rilevare che i Beoti che parla- vano eolico furono separati dai Tessali che parlavano eolieo prima del- T'emigrazione nell’Eolide. D'altra parte, alcuni elementi sono in comu- ne tra lesbico e beotieo, ma non sono presenti in tessalico. Queste forme si spiegano come sopravvivenze di un oscuro ¢ lontano passato, ma vi @ unaltra possibilita: che esse riflettano un ritormo dei parlanti Eolico dall’Eolide in Beozia. Vi @ un‘altra prova a conferma di questo: si sa, per esempio, ehe il padre di Esiodo si spostd in Beozia da Cuma, in Eolide, presumibilmente perché vi era disponibilita di tera ~ ci si chiede con che cosa possa averla comprata — ¢ perché gia vi erano genti cche parlavano la sua lingua. Egli non era nemmeno da solo: il culto dei Cabiri fu portato in Beoria — nella regione occidentale di Tebe — dall'A- sia Minore. I suoi importatori potrebbero essere stati un gruppo di Gre- ci ~ anche se piccolo, forse di una o due famiglie ~ che parlavano Eolico; probabilmente si tratta di alcuni dei cosiddetti “Fenici”, che J. Boardman identified come “Grecks who had no doubt lived awhile in the Near East and had returned to teach what they had learned there, SEG 27, 118: ©xBaioe 150 huey. SEG 30, 440 (Hoos Axor uE0y | xa Korfaiov] Larzarini 958: Tavayoaioe 0 Larzarini 96 | -KJpoviu une --]e-- | --| -- I Tavergatloyhjehbveeg 1° Tl materiale di questa sezione é tratto principalmente da Garcia-Ramén, op. cit. fr. anche W. Blame, Die ailschen Dialelte, Gitingen 1982; W. Blame,’ ‘alversierung des boiotischen Dialects, in La Beatie antique, Pate 1985, pp. 385- 393, A. Bastonéh “evolimione dei dialeti preci ela ditmensione peografcn delle eth cscine’s nba transcone dal miceneo allan arcasno, Roma 1991, pp. 281-250; C. Baishe. ‘Da myoenien aur dialects du ler milémire, Quelques aspects de la problématique’, ibid. pp. 251-272; A. Thumb ~ A. Scherer, Handbuch der griechi {chen Diatekte I, Heidelberg 1959; C.D, Buck, The Greek Diatecs, Chicago - London 1955. Cir anche D. Knoepller, Gnomon 93, 1981 pp. 143-184 Costituzione e sviluppo dellethnos beotico 19 including the alphabet. Pud essere che aleuni fossero perfino negri. Un traffico oceasionale, meno stabile, tra Eolide ¢ Beozia é testimonia- toda Alceo, il quale scrisse di almeno una, se non di due o tre localita heotiche, che egli avrebbe visitato durante il suo esilio da Lesbo. Ora c'? la tendenza a spiegare che gli elementi del greco nord- occidentale nel tessalico ¢ nel beotico siano tarde intrusioni di forme isolate, importate sotto influenza dell’egemonia etolica del terzo seco- Jo a.C. In ogni caso ci sono sufficienti esempi nelle iscrizioni beotiche dei periodi areaico e classico per ipotizzare qualche intrusione di genti che parlavano greco nord-occidentale in epoca anti isogna trovare una spiegazione anche per il piccolo numero di colici in comune tra tessalico e beotico, ma non con il lesbico, con qualche elemento di greco nord-occidentale; e ci sono anche aleune caratteristiche puramente beotiche, che devono essersi sviluppate indipendentemente in situ. Si pd proporre la seguente sequenza di eventi: 1) un dialetto parlato dagli abitanti delle pitt tarde Beozia e Tessa- glia; 2) la separazione di Beozia e Tessaglia Puna dall'altra a eausa dell infiltrazione tra di esse, ¢ particolarmente allinterno della distesa territoriale che si trova in mezzo, di genti che parlavano greco nord- occidentale; 3) lo sviluppo indipendente di heotico ¢ tessalico; 4) lo spostamento di genti che parlavano colico dalla Tessaglia all’Eolide; 5) lo spostamento di alcune genti che parlavano eolico dalla Tes- ia alla Beozia; (6) lo spostamento di alcune genti che parlavano eolico dall'Eolide alla Beozia. E impossibile datare la maggior parte di questi eventi che sono frutto di supposizione, sebbene la tappa finale possa essere stabilita con sicurezea nellottavo secolo a.C., quella iniziale probabilmente nell'Eta del Bronzo, la seconda in qualche periodo dopo i collasso del sistema politico, a seconda che si ereda che esso sia caduto o sia stata abbattuto, Ia quarta ¢ la quinta dopo ill Protogeometrico tessalo. Le genti che parlavano greco nord-occidentale lasciarono anche altre trae- ce, come pure le genti che ho ipotizzato nella quinta tappa, di cui \ Brit, Schoo! Ath, 52, 1987, p. 26. 20 A. Schachter tratierd nella prossima sezione, che riguarda la testimonianza offerta dal culto, Incidentalmente pud valer la pena di sottolineare che le pro- va fornita dal dialetto, come & stata riassunta in questa sede, @ la pit antica fonte degna di fede per Vesistenza —e la relativa datazione ~ della migrazione eolica. Le tradizioni letterarie cono tutte tarde. Pub essere utile ricordare un'altra avventura dialettale, la sorte delle genti che parlavano ionico nella Beozia sud-orientale, in partico- fare 'Oropia. E generalmente aceettato che il dialetto degli abitanti di Oropo provenisse da Eretria: si tratta di una varieta di ionico che si distingue per il rotacismo. Un'alternativa potrebbe essere di considera- re Eretria come una fondazione da parte di genti che abbandonarono il continente, Le pressioni che spingevano popoli fuori dalle loro terre natie erano centrilughe, ¢ ei dovremmo aspettare che gli abitanti di Oropo siano stati guidati verso il largo piuttosto che altri popoli si siano introdottiall'interno: la parteeipazione alla colonizzazione da parte di abitanti della zona di Tanagra @ un ulteriore esempio di questo movi- mento centrifugo di allontanamento dal continente. 5. Culti Le divinita che i popoli venerano sono un altro importante fattore di distinzione degli uni dagli altri. Sebbene sia impossibile parlare di una religione beotica distinta dalla religione degli altri Eleni, si posso- no identificare culti beotici intesi come sistema unico per i Beoti, an- che se singole divinita o elementi che sono componenti di un particola- re culto possono essere stati comuni a tutti gli Elleni, £ il modo in cui essi furono combinati che da loro un completo sapore locale. Gli ingre- dienti sono comuni, ma V'insieme é unico. Identificando e iselando i primi, e rintracciandone la presenza in altre parti del mondo greco, si @ in grado di individuare le genti, che nel corso del tempo e da differenti Inoghi contribuirono alla costituzione definitiva dell'ethnos beotico. Una caratteristica di molti culti beotici 2 che essi, 0 una loro par- te, vengono scoperti anche in regioni che sono relativamente lontane tanto dalla Beozia quanto Puna dalt‘altra. Due sono le cause possibili: che in questi luoghi i culti risalgano a un tempo in cui vi era una cultura comune, 0 che siano stati importati o esportati dalla Beozia ad ‘opera di emigranti!?, 2 Questo materiale & tratto dal mio Cults of Bo‘otia |, London 1981; 111986; IIL 1994, V {in eorso di stampa). Costituzione ¢ sriluppe dellethnos beotico 21 Un sorprendente numero di divinita della Beozia ellenica erano sopravvivenze dell'Fta del Bronzo. Gia ho trattato degli dei menzionati nei documenti tebani in Lineare B; ma & possibile che altri dei, la cui venerazione nella Beozia dell’Eta del Bronzo non @ direttamente atte- stata, fossero conosciuti a quell'epoca. Mi riferisco a Poseidone, allo Zeus che era venerato sulle cime delle montagne come dio sia del cielo che della terra, a Dioniso, alla Demetra biforme, alla dea guerriera Atena Alaleomenia, a varie copie di Dioscuri, maschio e femmin: tutti questi lasciarono antiche tracce tanto in Beozia quanto nelle region ni della Grecia dove si trovavano i maggiori centri della civiltd micenea ~ Cnosso, Pilo, Toleo ~ e altxi — come Acaia, Arcadia, Tonia ~ che costituirono luoghi di rifugio dopo il crollo di quella societa. Tutto qu sto suggerisce che almeno una parte della popolazione della Beozia dell'Eta del Bronzo rimase sul posto dopo la caduta dei palazzi e del loro struttura amministrativa. E singolare che i Beoti, tra tutte le gen non abbiano rivendicato Vautoctonia. Forse non ne sentivano la neces- sit. Un’altra serie di connessioni cultuali, apparentemente indipen- dente, collega la Beoria con la Grecia nord-occidentale. Sembra che il carattere greco nord-occidentsle abbia un'autentica passione per la ri- cerca di prescrizioni divine in un sito oracolare formalmente destinato a ‘questo, piuttosto che nel riporre fiducia in presagi casuali o in oniro- manti girovaghi. I tre maggiori santuari oracolari degli Elleni si trova- -vano tut a nord del Golfo di Corinto, in aree abitate durante i periodi storici dell'antichita da popolazioni parlanti dialetti greci_nord- ‘occidentalis Delfi in Focide, Dodona e il Nekyomanteion di Efira in Epiro. Ognuno di questi santuari si sviluppa in modo differente a se- conda della natura del terreno nel quale si trovava. L’accesso alla vo- lonta divina si otteneva attraverso i mezzi pitt diretti disponibili sul Tuogo. A Dodona questo avveniva per mezzo dellaria, attraverso la sa- era quercia, © per mezzo della terra. Dal momento che una quercia impiega qualche tempo a erescere, si pud immaginare che il pid antico veicolo di divinazione fosse il diretto contatto con la terra stabilito dai Selli, i cui piedi non erano mai lavati, e che dormivano in terra, un‘al- lusione quanto pid chiara possibile alla divinazione mediante ineubazione!®. Alloracolo dei monti, vieino ad Efira, il eonsultante 1 1, 16, 234-235: angi d¢ ZAR | ooi vaiovaw éxopita dwewinodes aqastven, 2 A. Schachter andava effettivamente nel sottosuolo a chiedere consiglio. A Delfi il ‘medium poteva essere una donna seduta sopra 0 accanto ad un tripode, ma Ta fonte del sto entusiasmo era Tacqua della sorgente Cassoti, che sgorgava dalla terra in posizione elevata sulle pendici del monte. In Beozia, che sembra aver avuto pid oracoli per plethron di ogni altra regione delantica Grecia, V'influenza di ciascuno dei tre oracoli settentrionali ® chiaramente ravvisabile. L’oracolo sotterraneo, nel quale la divinita @ avvicinata direltamente dal consultante, che discen- de per incontrarla, @ esemplifieato da Trofonio a Lebadea, vicino ad Orcomeno, ¢ da Anfiarao, vicino ad Oropo, dove T'incubazione, che prevedeva il coricarsi su una pelle di montone posta sul terreno, ricor- da il rituale dei Selli a Dodona. La sorgente dell'ispirazione che sgorga dai fianchi di una montagna si trova negli oracoli del Ptoion, di Tilfus- sa, probabilmente di Tegira, € dell'antro di Trofonio. Nella maggior parte di questo gruppo di santuari, la divinita oracolare considerata come il trophos o il figlio della ninfa della sorgente, un particolare adattamento del gia esistente e diffuso gruppo rurale della dea madre e del poppante, che sopravviveva dall’Eta del Bronzo. Il medium in que- sto gruppo di oracoli & maschio. Questo deve risalire ai primi stadi del loro sviluppo, ¢ potrebbe spiegare perché a Dodona i Beoti continuas- sero a ricorrere a profeti maschi, perfino dopo che Poracolo soccombet- te al prestigio di quello delfico e si convert all’impiego In Beoria, dove ciascun oracole appartoneva ad una spec non fu necessario, come invece a Delfi, garantire l'imparzialit del me- dium assegnando ad una donna, cioé ad una non-persona, il compito di pronunciare le parole del dio, preferendola ad un uomo, un cittadino, Ci sono legami di tipo rituale che uniscono la Beozia a Dodona, che trovano spiegazione soltanto nella presenza, un tempo, di una stret- ta connessione tra le due aree: il rituale annuo della dedica di un tripo- de a Dodona; la stretta connessione di Dodona con i iti agricoli di Demetra e Kore beotiche a Potniai — che forse comportava una proces sione annuale ~; ¢ la richiesta di aiuto a Dodona, piutiosto che a Delfi, nella riorganizzazione dei riti decaduti dal Cabirion tebano. Questi legami cultuali uniscono ogni parte della Beozia con la Grecia nord-occidentale, La concentrazione di oracoli nelle colline cir- costanti la Copaide e di oracoli delle sorgenti & un po’ illusoria, in questo & pesantemente influenzata dalla topografia locale. La divinita che fornisce le risposte in tutti questi casi é maschile. I dio & comunque passive, dal momento che aspetta in situ di essere avvicinato dal suo consultante. Accade il contrario con i vari gruppi di Costituzione ¢ sviluppo dellethnos beotico 2B divinita femminili che prendono possesso di qualsiasi essere umano che le incontri: cosi le Muse dell’Elicona, presumi vente le Cariti di Orcomeno, forse le Ninfe Sfraghitidi del Citerone ¢ le Ninfe Libetrie del Monte Libetro, uno sperone settentrionale del massiccio del!E na, Queste ultime, insieme alle Muse dellElicona, tradiscono, per quanto riguarda la tipologia, un’origine nell'Ellade settentrionale, al di 1a del Monte Olimpo. IL loro culto pud essere stato portato gid in Beozia da pastori transumanti che seguivano gli itinerari alpini sulle monta- gne, e non va associato a spostamenti di popolazione in larga scala, ‘Uno spostamento di tal fatta avrebbe portato adoratori di Zeus Omoloio ¢ di divinita imparentate provenienti dalla regione vicino alla valle di Tempe. Tn quella zona sembra esistere un indipendente anello di congiun- zione che tiene unito il santuario federale beotico di Atena Itonia, a Coronea, con il santuario federale tessalo della medesima dea. Sebbe- ne 'epiteto denoti un'origine da tone, a ovest di Alo nella Tessaglia orientale, il santuario federale tessalo si trovava nella Tessaglia centra- le, a sud-est della moderna Karditsa. Si pud immaginare che gli adora- tori di questa dea, lasciando Itone, si siano diretti o verso ovest nella Tessaliotide & nel contempo verso sue a Coronea, 0 dapprims verso la Tessaliotide e poi di la a Coronea. Tl culto di Eracle, il pid popolare a Tebe, dove egli divenne il ‘campione simbolo della polis, fu probabilmente portato da Tirinto ad ‘opera di popolazioni che fuggivano in seguito alla conquista argiva del- Ja loro terra patria, mentre il santuario dei Cabiri ad ovest di Tebe deve essere stato fondato da genti che migravano da est. 6. Istituzioni I Beoti, insieme ai loro compagni che parlavano Folico, portarono in Tessaglia ea Lesho T'stituzione del federalismo. Uno stato federale si pone a meta strada tra un cthnos impostato liberamente ¢ le compatte super-poleis di Atene © Sparta, che conteollavano ampi tratti di territo- rio con mezzi coercitivi ~ come nel caso di Sparta ~ 0 tramite Passorbi- mento ~ come per Atene. Si trattava di una associazione pitt stretta € intima rispetto ad una anfizionia di poleis o ethne realmente o almeno nominalmente indipendenti. I suoi fondamenti erano un’etnicita assun- ta come comune ¢ un dialetto comune; tale confederazione si poneva sotto la protezione di un dio 0 di pid: di comuni: i Tessali sotto la 2 A. Schachter protezione Tonia, i Beoti sotto la protezione della stessa dea, alla quale unirono pitt tardi Zeus Minio, i Lesbi sotto la protezione di una triade divina nel loro santuario federale a Messon, che consisteva in una “dea eolia” senza nome, assistita da Zeus e Dioniso. Una federazione & nel mighiore dei casi un compromesso €, come tutti i compromessi, presenta un'incapacita nascondere divergenze particolari nell'interesse di una piit alta unita. Si potrebbe spiegare, per esempio, Fimprovviso calo nel numero di insediamenti in Tessaglia tra Protogeometrico e Geometrico con un'estrema forma di disaccordo, in conseguenza del quale la parte pid forte sfrattava la pitt debole: aleuni erano spinti a trovare la via del ritorno verso un’altra parte della loro patria avita, Ia Beoria, altri a passare in Eolide attraverso il mare. Per quanto riguarda le federazioni, esse tendono ad essere instabili, ¢ i loro membri si dimostrano incostanti. Disaceordo. disarmonia e risenti- mento sono le caratteristiche normali di una federazione, € non com- prometiono necessariamente il suo buon funzionamento, dal momento che non potrebbe essere diversamente. Con tutti questi inconvenienti, ci si chiede quali vantaggi possano derivare dal costituire uno stato federale. La risposta @ che @ sempre meglio di nulla, specialmente quando esiste un pericolo esterno che pud essere eontrastato cesso sollanto per mezzo di un’azione congiunta, o quando si tratti della proiezione dei suoi stessi membri dalla sopraffazione da parte di un singolo membro delVunione. I Beoti oscillavano tra ill mantenere un delicato equilibrio ¢ lessere tenuti in pugno dai Tebani, che mai rinun- ciarono alle loro mie di egemonia, perseguendole fino alla definitiva cessazione della versione ellenistica del ainon beotico: le fluttuazioni nell'equilibrio del potere possono essere misurate sulla base della col- ocaziono delamministrazione federale nella Cadmea a Tebe 0 invece in qualche altro luego neutro. La lega beotica funziond nel modo mi gliore come un'istituzione civile allorché Tehe risultd essere la pitt de- bole; fu, al contrario, nelle migliori eondizioni dal punto di vista milita~ re quando Tehe ne ebbe il predominio. Non giovava alla situazione il fatto che i Greci che parlavano eoli- 0, a differenza di coloro che parlavano ionico e greco nord- occidentale, non sembrano in possesso di un sistema tribale che potes- se tenerli uniti pid strettamente, sebbene in Beozia ne esistano due tracce: la prima ad Orcomeno, dove si dice che Eteocle, figlio di An- dreo, avesse costituito due trib di cui Puna prese il suo nome, P'altra fu chiamata Cefisia; questo pus essere il risultato della fusione di due gruppi di popolazioni, come a Tebe con i einque Spart e i loro discen- Costituzione e sviluppo dell'ethnos beotico 25 dentis la seconda traceia si trova in unviscrizione (in koiné) proveniente da Lebadea, dove larconte locale & un cetto Filarco, ma questo nome potrebbe essere derivato da un contesto militaro™*, I Beoti, d’altra parte, presentavano fratrie — di cui si sa molto poco ~e potenti famiglie, di eui si sa un po’ di pil, per esempio i Gefirei e gli Egidi®, ‘Tendenze separatiste in qualche caso venivano mitigate, in qual- che altro venivano inasprite da lotte di classe all'intemno delle singole poleis. La classe aristocratica di ogni polis, in ultima analisi, preferiva il ceto equivalente al proprio di qualsiasi altra polis — persino di Tebe ~ ai propri concittadini, nel timore che questi ultimi riuscissero a minae- ciare il suo controllo del potere. Questo spiega parzialmente alcuni tradimenti altrimenti inspiegabili con Jo spirito di fedelta che doveva esserci allinterno della federazione. Un’altra istituzione che i Beoti non avevano era la tirannia. B stato sostenuto' che la tirannia fa un fenomeno caratteristico della polis — in opposizione alle societA basate sull’ethnos. I Beoti, che si considerava- ‘no come un ethnos, ma di fatto crano orientati politicamente per quanto era loro possibile, riuscirone nondimeno ad evitare la tirannia, e, per quanto io ne sappia, Ia monarchia. Questo & probabilmente dovuto al potere della loro aristocrazia terriera, i discendenti degli avidi basileis di Esiodo, che erano generalmente in grado di tenere il demos sotto ceontrollo, ‘Lasso nella manica della Beozia era Tebe, che di tutte le poleis in Beozia era la meno beotica. Oggi la si chiamerebbe comopolita. La sua popolazione al momento della fondazione era una mescolanza di genti che provenivano non solo dalle regioni loeali, ma anche dalla Grecia settentrionale ¢ dall’Argolide, ¢ dall’Asia Minore'?. F stato notato che ‘Tebe 8 Tunica polis di terraferma in possesso di una leggenda di \ Oreomenc: Paus. 9, 34, 10; Lebadea: 16 Vil 3059. 18 Bratre: eft, per ors, D. Knoepfler, Gnomon 53, 1981, pp. 148-149, Altre famiglie: *Peripoltidai, discendenti di Peripotas a Cheronea (Plut. Cim. 1); Chairondai a Tebe!Acrefia (Cus of Beiotia I, p. 138); Myllichidat Mycalosos L, p. 180); Podiadai a Lebadea (1, p. 101) ‘Sa questo argomento c'8 ancors molto da indagare. © A.M. Snodgrass, Archaic Greece, Berkeley ~ Los Angeles 1980, p- 46, fr. per ora, i miei anticoli in La Béotie antique, Paris 1985, pp. 143-153, in Le sanctuaire grec, Entr. Hardt XXXVI, Vandoeuvies-Genéve 1992, pp. 26:30. 26 A, Schachter fondazione'®, ¢ infatti Tebe ¢ meglio conosciuta come una apoikia, una colonia fondata nel cuore della Beovia. I Tebani, di conseguenza, si comportavano come spesso fanno i coloni, in maniera aggressiva, e non si fermavano mai nel tentativo di espandere il loro terzitorio e la loro influensa a spese dei loro vicini. Il portavoce tebano, in Tucidide 3, 61, 2, stravolse davvero la verita quando sostenne che le divergenze con i Plateesi potevano essere ricondotte al fatto che essi avevano colo- nizzato Platea e la sua regione dopo aver colonizzato il resto della Beo- zia, e avevano preso possess del territorio dopo averne seacciato la precedente popolazione, un insieme “misto” di genti. 7. Sintesi ¢ conelusioni Dopo aver esaminato i dati di tipo diverso a mio parere significati- vi~ resti concreti, documenti contemporanei, dialetto, culto, istituzio- ni sociali e politiche — posso ora tentare di stabilire una possibile suc~ cessione di event, iniziando dall'Eta del Bronzo e terminando nell ulti- mo quarto del sesto secolo a.C. E allora che si trova la pit antica testimonianza del riferimento dei Beoti a se stessi attraverso i allora che si pud dire che 'ethnos si fosse completamente formato venisse riconosciuto come tale dai propri membri e dal mondo esterno”, Durante Eta del Bronzo, la terra denominata Beozia faceva parte di una piit o meno identificata entita culturale. I documenti in Lineare B rivelano contatti tra Tebe e gli altri pia importanti regni micenei, € tra Orcomeno ¢ Creta. I culti suggeriscono che ci fossero legami piutto- sto stretti da una parte fra Tebe ¢ il Peloponneso nord-orientale, dall’al- tra fra Orcomeno ¢ Iolco e Pilo; ma non c’é aleun indizio di ostilita reciproca. Tebe micenea e Orcomeno si possono immaginare, ritengo, come due stati in stretta relarione, che vivevano in pace uno con altro. Le loro famiglie reali possono persino essere stale imparentate, come suggeriscono alcune leggende. nome. E, "= M. P. Nilsson, The Mycenaean Origin of Greek Mythology, Beskcley-Los An- slex-London 1952, pp. 129-127, eft. F. Vian, Ls origines de Thebes, Paris 1963, p23 2 Peri iferimento dei Beoti ase cts ef, per or, la mia nota in Bout 81, 8 4. ‘Altri: MLL 15 = CEG 1 179 (Bvea Bowortn Costituzione ¢ sviluppo dellethnos beotico ar Questo tipo di societa collassd, nel senso che il sistema a palazzo centrale si disgregd e i wanakes non ne ebbero pit il controllo. Le cause della disgregarione sono sconosciute. Fu un fenomeno, come si sa, di carattere generale in tutto il mondo miceneo; i motivi non sono in realta rilevanti. Quel che importa @ che accadde, e il risultato fu una evidente riduzione del numero di insediamenti. Per quanto riguarda la Beozia si pud essere certi che un considerevole numero dei suoi abitan- ti dell'Eta del Bronzo deve essere rimasto in situ, quanto basta per {ar nascere una solida discendenza che venerava i medesimi di ancestra- li. Sappiamo che questo fenomeno si verific® entro il territorio di Tebe micenea, ¢ si pud supporre con ragionevole certezza che la stessa cosa sia accaduta nellarea controllata da Oreomeno minia. Si potrebbe obiettare che la sopravvivenza di un culto dall'Eta del Bronzo non im- plica necessariamente la sopravvivenza di coloro che lo praticavano. E questa sarebbe un'obiezione accettabile se si trattasse di un caso isola- to, ma evidentemente quel che si trova in Beozia @ la sopravvivenza di elfettive parti di un intero sistema, e eid deve significare che vi fu una base sotterranea di popolazione che sopravvisse al collasso politico, Durante il cosiddetto Medioevo ellenico, quando non esisteva un’autorita centrale che fosse in grado, tra le altre cose, di mantenere fuori dai confini gli stranieri, si verificd un’affluenza di genti dal nord- ovest. Esse portarono con loro un dialetto parlato e culti praticati nella regione che pili tardi fu chiamata Epiro. Esse portarono anche, con ‘ogni probabilita, ill nome di Boustot, che @ in relazione con il nome del ‘Monte Boio nell'Epiro settentrionale*. Genti che parlavano dialetti af- fini si spostarono verso le terre che divennero Locride e Malide, sepa- rando cos! effettivamente Puno dall'atro i regni dell'Eta del Bronzo in Beozia ¢ in Tessaglia. Il dialetto parlato in Beozia e in Tessaglia — pit tardi chiamato eolico ~ continud a svilupparsi indipendentemente in ciascuna delle due zone. Mentre le popolazioni che vivevano in queste regioni col passare degli anni si ricostituivano, mantenevano non solo i medesimi culti, ma anche il medesimo tipo di amministrazione centra- lizaata, molto pi libera rispetto al regime miceneo a palazzo centrale, ® Laderivazione da Boiov fu proposta per la prima volta da W. S. Schultze, Zur Geschichte lateinscher Eigennamen, Bern 1904, p. 30; eft. anche Krahe, Indogerm. Forsch. 57, 1940, p. 121; H. Frisk, Griechisches etymologisches Worterbuch I, Heidel- berg 1960, p. 249, s.v. Bouotds: P. Chantraine, Dict. é. lang. gr. 1, Paris 1968, ».. Bowotés: N. G. L. Hammond, Epirus, Onford 1967, p. 375 en. 6, ¢ Brit. School Ath. 82, 1981/1932, pp. 161-162. 28 A. Schachter ‘ma basata sulla devozione a una o pitt diviniti comuni — Atena e Zeus in Tessaglia e Beozia, Ia dea eolia con Zeus ¢ Dioniso a Lesho. Questo fu il primo nucleo, in Beozia, di quel che alla fine si trasformd nella federazione beotic In Beoria la ricostruzione fu abbastanza uniforme. Due erano an- cora le maggiori sfere di influenza, 'una, sotto il eontrollo di Oreome- no, occupava la meta occidentale della Copaide, Valtra copriva il resto del territorio ed era unita in maniera pid libera, senza aleuno stato chiaramente dominante. Questo é il quadro presentato dal Catalogo omerico delle Navi: esso ci fornisee una sorta di foto istantanea della Beozia cosi com’era subito dopo la costituzione della polis di Tebe, prima dello acoppio delle ostilita tra questa nuova polis ¢ la sua piit forte vicina ad occidente, Oreomeno. Prima che questo accadesse un nuovo elemento si era introdotto nella Beozia occidentale impersonato da eolora che adoravano Atena Itonia; essi scesero dalla Tessaglia centrale, ¢ si insediarono nell’estre- mita sud-orientale della regione di Oreomeno, a Coronea. Aleeo, che mentiona il santuario di Atena Itonia a cavalo tra il settimo e il sesto secolo, si riferisce soltanto a questa dea guerriera®'. Intorno al terz0 quarto del sesto secolo ella, comunque, era stata affiancata nel suo stesso santuario dallo Zeus dei Minii, Careo © Acreo, rappresentato sotto le sembianze di un serpente: lo si pud dedurre dalla scena presen- te su di un vaso beotico a figure nere conservato al British Museum, che mostra immagini di culto relative all’Atena guertiera di Coronea ¢ un dio serpente che viene avvicinato da una processione sacrificale”. Ne ho dedotto che tra Aleeo ¢ il terzo quarto del sesto secolo Orcomeno aveva acquistato il controllo del santuario di Atena Itonia e vi aveva installato il proprio dio tradizionale a fianco di Atena. La dedica del- Pelmo ad Olimpia nel corso del terzo quarto del sesto secolo, a ricordo di una vittoria di Orcomeno a 0 su Coronea, pud riflettere questa circo- stanza. Alla fine Orcomeno, non appena tentd di estendere il proprio con- trollo verso est, ¢ Tebe, che si spostd verso ovest, si scontrarono luna con Valtra, ¢ il risultato fu la conferma della supremazia tebana sul resto dei Beoti. Questa si stabili intone all'ultimo quarto del sesto secolo. Precedentemente, nello stesso secolo, era stata organizzata 3 Aleco, fr. 325 Voigt » British Museum B £0. Costituzione ¢ sviluppo dell ethnos beotico 20 un’alleanza militare per respingere le invasioni sulle rotte montane ~ evitando cost Orcomeno ~ da parte dei Tessali, che avanarono nella conquista fino a Cheresso, nel territorio di Tespie. Dall'ultimo quarto del sesto secolo fino alla dissoluzione del koinon ellenistico, nonostante ali avvicendamenti di alleanza e di potere all’interno della federazione, i Beoti rimasero uniti da un comune dialetto ¢ dal comune culta di due divinita etniche, Atena e Zeus, la cui venerazione risaliva in maniera separata all'Eta del Bronzo. 1 Beoti hanno una reputazione di conservatorismo e di ottusitd ingegno. Questa convinzione & probahilmente ben fondata: la popola- zione rimase fondamentalmente immutata per molti secoli, legata feli- cemente alla terra e con la volonta di obbedire ai propri capi aristocra- tici purché non facessero troppe richieste. Essi assimilarono elementi ‘che venivano da altre parti della Grecia e dall’esterno, e alla fine emer- ‘sero come quel che potrebhe essere detto un ethnos. Vorrei concludere suggerendo che, al contrario di quel che po- trebbe essere stato il caso di altri ethne greci, i Beoti non iniziarono a svilupparsi come un ethnos che nel periodo arcaico, dopo che tutte le varie componenti della popolazione si erano riunite ed erano state as- sorbite nelle loro comunita. Essi furono aiutati dal fatto di avere un dialetto comune — che si sviluppd in maniera indipendente rispetto ai suoi caratteri originali comuni -, divinita comuni ¢ istituzioni comuni. Essi furono anche aiutati dalla presenza di concrete barriere per un'ul- teriore espansione. Non vi era altro luogo per loro dove andare e in ogni caso la loro terra era buona c le condirioni favorevoli alla prosperita. Tl padre di Esiodo non pud essere stato Punico imprenditore disilluso ad essere attirato in Beozia. Universith MeGill

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