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Purgatorio

Canto VI
- Quali risposte fornisce Virgilio al dubbio dottrinale di Dante? (vv. 28-33)
- Qual è il senso dell’espressione con la mente sana (v. 36)?
- Quali tratti e quali atteggiamenti caratterizzano la figura di Sordello?
- Chi pronuncia l’apostrofe-invettiva all’Italia? La riassuma
- Nell’Italia attuale ha ancora senso parlare di “patriottismo cittadino”, cioè di forte senso di
appartenenza a una città? [scrivi un articolo di giornale della lunghezza massima di 15 righe]
Canto XI
- Definisca con chiarezza il contrappasso dei superbi.
- Perché gli uomini hanno bisogno della cotidiana manna?
- Che cosa significa il v. 93?
- L’umiltà come valore, centrale nella coscienza cristiana, è del tutto assente nel mondo pagano. Ma
oggi? Quale posizione ha l’umiltà nel mondo borghese contemporaneo? [min 10 max 20 righe]
Canto XXVII
- Riassuma il canto e si soffermi sulle tematiche e i personaggi che secondo la sua opinione sono
maggiormente rilevanti
Canto XXX
- L’azione salvifica di Beatrice si articola in tre momenti; indicare quali sono e illustrarli
- Perché in questo canto la guida di Dante viene sostituita?
- Illustrare il significato dei vari elementi dell’abbigliamento di Beatrice.
- Che valore ha il gesto di Dante di chinare gli occhi verso il fiume e poi ritrarli quando vi si vede
riflesso?
Canto XXXIII
- Quale missione Beatrice affida a Dante?
- Perché Dante non si ricorda di essersi dedicato in vita a studi sbagliati?
- A quale pianta fa riferimento Beatrice? Spiegare il significato e chiarire in che cosa consiste la
doppia razzia che essa ha subito.
– Il viaggio di Dante in Purgatorio si apre e si chiude con celebrazioni rituali; altri riti sono
raccontati nel corso della cantica. Nella nostra epoca in quali forme si manifesta e quale
peso ha la ritualità? [min 10 righe]
L'Art. 52 della Costituzione dice: “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. La Costituzione
elenca numerosi diritti e doveri dei cittadini italiani, ma quello della difesa della patria è l'unico che
definisce “sacro”. Risulta quasi incomprensibile, ad esempio, il fatto che persone lontane dalla propria
terra da trenta o quaranta anni, pur essendosi costruite una vita, spesso più agiata, in un altro paese, vivono
solo nella speranza del ritorno. Non credo, però, che questo sentimento si possa definire patriottismo, ma
legame con le proprie tradizioni, la propria lingua, le proprie radici culturali. Un legame che sento anch'io,
me ne sono accorto quando sono stato per un mese all'estero, lontano da casa. Ricordo che mi arrabbiavo
molto allora se qualcuno parlava male dell'Italia, non per partito preso, ma perché mi sembravano
pregiudizi ed ero comunque sempre disposto a discutere degli aspetti negativi del nostro paese. Ma questo
non è certo patriottismo e non lo è neppure quando sventoliamo le bandiere tricolore per sostenere la
nazionale di calcio italiana. Io intendo per patriottismo un sentimento politico: non è un caso che patrioti
per definizione siano Mazzini, Garibaldi, Cavour e tutti martiri del Risorgimento che lottarono e spesso
morirono per l'unità d'Italia o comunque per una causa politica. Da allora però si è abusato di questo
termine, rendendo così il concetto di patriottismo sempre meno credibile, sempre più superato. È in nome
del patriottismo infatti che nella prima guerra mondiale furono mandati al macello milioni di uomini, che
Mussolini portò l'Italia allo sfacelo, che i nazisti riuscirono a mobilitare milioni di tedeschi. È vero che in
questi casi si è trattato di nazionalismo, di una degenerazione cioè del patriottismo, però forse inevitabile.
Ecco perché oggi, secondo me, il termine è screditato, addirittura ridicolo e in questo senso non ha per me
più significato. D'altra parte sono proprio le condizioni oggettive in cui viviamo che tendono a far
scomparire il patriottismo: la tecnologia tende a rompere sempre più barriere e confini. Aerei, treni, auto
rendono ogni angolo della terra vicino e raggiungibile, il telefono ci permette di parlare in tempo reale con
chiunque e ovunque. Neppure le differenze di lingua sono più un ostacolo, mezzi di comunicazione di
massa e istruzione più diffusa aiutano a superare anche questo ostacolo, l'inglese è diventato lo strumento
di comunicazione più usato. Gli stessi mezzi di comunicazione di massa diffondono idee, modi di vita,
prodotti standardizzati fanno sì che ci si senta ormai dappertutto come a casa.

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