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accento elevazione della voce su una vocale. L’accen- anticlimax —> climax.

to può cadere sull’ultima sillaba (parola tronca), sulla antifrasi figura logica che consiste nell’usare espressioni
penultima (piana), sulla terzultima (sdrucciola) o sulla o frasi in senso opposto a quello normale, spesso con
quartultima sillaba (bisdrucciola), valore ironico.
aferesi soppressione di una vocale o di una sillaba all’ini- Es e mpio : Bella scoperta! per dire “che ovvietà!”,
zio di una parola. antitesi figura retorica del significato che consiste nell’ac-
Es e mpio : S’io dico 7 ver (Dante), costamento di due immagini di significato opposto. Da
aforisma breve considerazione incisiva e arguta, spesso non confondere con 1’-» ossimoro, che consiste invece
incentrata su temi morali. nell’unione di due termini di significato opposto nella
Es e mpio : Viviamo in un’epoca in cui il superfluo è la nostra stessa immagine.
unica necessità (O. Wilde) Es e mpio : del ritornar ti vanti / e procedere il chiami (Leo-
agnizione o riconoscimento il momento in cui viene rico- pardi).
nosciuta la vera identità di un personaggio; già presente antonomasia figura del significato che consiste nell’indi-
nella letteratura antica, caratterizza in particolare il ro- care un luogo o una persona, anziché col nome proprio,
manzo d’appendice ottocentesco. con un altro nome al primo strettamente collegato. Da
Es e mpio : Pirandello, Sei personaggi in cerca d ’autore: la non confondere con la perifrasi, che consiste invece nel
scena in cui la figliastra riconosce il padre nel cliente al sostituire il nome proprio con una intera frase.
quale sta per prostituirsi è un tipico caso di agnizione, Es empi: l’Assisiate (= san Francesco d’Assisi); il Poeta ( =
allegoria figura retorica del significato che consiste nel Dante).
creare una serie di metafore tra loro collegate. L’allego- apocope caduta della vocale o della sillaba finale di una
ria affida cioè a un elemento del testo, accanto al senso parola, ad esempio vuo’ per “vuoi”,
letterale, un valore simbolico (simbolo), che rinvia a un apologo breve racconto (allegoria), che ha lo scopo di im-
senso nascosto e più profondo. Il più semplice esempio di partire un insegnamento morale (come la parabola o la
allegoria è la parabola o la favola. fiaba).
Es empi: Poe, La maschera della Morte Rossa; Kafka, La me- Es e mpio : apologhi del Vangelo o delle fiabe antiche,
tamorfosi. apostrofe figura retorica che consiste nel rivolgere il di-
allitterazione figura retorica che consiste nell’usare a di- scorso a una persona o a una cosa inanimata, general-
stanza ravvicinata parole che contengono gli stessi suoni. mente assente dalla scena. Da non confondere con “apo-
Es e mpio : dai solchi bagnati di servo sudor (Manzoni), strofo”, segno grafico dell’elisione o del troncamento.
anacoluto costrutto sintattico irregolare che si ha quando Es e mpio : te beata, gridai, per le felici / aure... (il poeta si
un elemento della frase dovrebbe svolgere la funzione di rivolge a Firenze) (Foscolo),
soggetto, ma resta in sospeso, non essendo seguito dal arcaismo parola o espressione di uso non più corrente nel
verbo corrispondente. momento in cui viene utilizzata dallo scrittore. Si distin-
Es e mpio : E io. quando mi svegliai, loro non c’erano più guono:
(Collodi). a) arcaismi grafici (quando l’autore ricorre a un’ortogra-
anafora figura retorica che consiste nella ripetizione di fia antiquata);
parole o gruppi di parole all’inizio di versi, strofe o frasi b) arcaismi semantici (quando l’autore ricorre a una paro-
successive, allo scopo di insistere sull’idea. la che ha cambiato significato nel tempo);
Es empio : Per me si va nella città dolente, / per me si va nell’et- c) arcaismi morfologici, lessicali e sintattici (quando l’au-
temo dolore, / per me si va tra la perduta gente (Dante). tore ricorre a desinenze, parole intere o costruzioni sin-
anastrofe —» inversione. tattiche ormai scomparse dall’uso).
anglismo termine o costrutto della lingua inglese inseri- Es e mpio : hauendo auuto notitia (arcaism i grafici) di fatti
to con parziale o senza alcuna modificazione in un’altra memorabili, se ben capitomo (arcaism o morfologico) a
lingua. gente meccaniche, e di piccol affare (arcaism i sem anti-

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ci), mi accingo di lasciarne memoria a’ Posteri, con far le) e cantati o declamati nelle piazze, i cantari si diffondo-
di tutto schietta e genuina mente (arcaismo sintattico: no nei secoli XIV-XV e forniscono materiali e forme nar-
= schiettamente e genuinamente) il Racconto, ouuero rative ad autori come Luigi Pulci e Matteo Maria Boiardo,
sia Relatione (Manzoni), canzone forma metrica basata su strofe di endecasillabi e
asindeto figura sintattica che consiste nel giustapporre settenari variamente alternati e rimati tra loro. Si distin-
due o più frasi o elementi della frase, tra loro coordinati, guono:
senza ricorrere a congiunzioni. a) canzone petrarchesca: forma classica della canzone, uti-
Vedi anche —> coordinazione o paratassi e polisindeto. lizzata dal Duecento all’Ottocento; ciascuna strofa è di-
Esempio: corre via, corre, anela, / varca torrenti e stagni, / visa in due parti (fronte e sirma), a loro volta articolate
cade, risorge, e più e più s’affretta... (Leopardi), in diverse sezioni più brevi; l’ultima strofa, più breve, è
assonanza è una rima imperfetta ottenuta tra due parole detta congedo perché in essa il poeta si rivolge diretta-
nelle quali coincidano le vocali accentate e quelle finali, mente al proprio componimento inviandolo ai lettori;
mentre le consonanti sono diverse. b) canzone libera o leopardiana: forma analoga alla can-
Esempi: rupi-nubi, buca-fuga, profondo-mondo. zone petrarchesca per il tipo di versi a cui ricorre (en-
atto una delle parti in cui è tradizionalmente suddivisa decasillabi e settenari), ma distinta da questa per il
un’opera teatrale; è a sua volta suddiviso in scene (sce- fatto che le strofe sono di lunghezza variabile e non
na). presentano tutte lo stesso schema metrico.
autobiografia genere letterario narrativo in cui l’autore ri- canzonetta forma metrica costituita da versi di misura as-
costruisce la storia della propria vita. Si distingue da tutti sai varia e perlopiù breve, e da strofe pure molto brevi.
gli altri generi narrativi perché autore, narratore e prota- Ha solitamente un ritmo mosso e cantabile e tratta temi
gonista coincidono e perché i fatti narrati vengono propo- leggeri, amorosi o conviviali. Introdotta nella letteratura
sti al lettore come veri e non come frutto di invenzione italiana da Chiabrera, ha grande fortuna nel Seicento e
fantastica. Analogo alla memorialistica, che riguarda però nel Settecento.
solo un periodo della vita, e non l’intera esistenza. captatio benevolentiae procedimento retorico attraverso
Esempi: Goldoni, Mémoires; Alfieri, Vita. cui, di solito all’inizio di un componimento, si cerca di
attirare l’attenzione e la benevolenza dell’interlocutore,
chiasmo figura sintattica che consiste nella disposizione
ballata forma poetica basata su una serie di strofe o stanze incrociata di due o più parole o membri della frase, se-
precedute, intercalate e concluse da un ritornello o ripre- condo lo schema A B B A (o anche A B C C B A). Si
sa sempre uguale; i versi utilizzati sono prevalentemente distinguono:
gli endecasillabi, i settenari e gli ottonari; se il ritornello è a) chiasmo grammaticale (se riguarda l’aspetto gramma-
di un verso, si parla di ballata minima; se è di due versi, ticale delle parole).
di ballata minore; se è di tre versi, di ballata media; se è Es e mpio : Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti (sostanti-
di quattro versi, di ballata grande. I più celebri esempi di vo aggettivo - aggettivo sostantivo) (Manzoni).
ballata risalgono ai primi secoli della letteratura italiana, b) chiasmo semantico (se riguarda il significato delle pa-
fino al Cinquecento, ma la forma è stata ripresa da Pascoli role) .
e da altri poeti del Novecento, Es e mpio : la fuga e la vittoria, / la reggia e il tristo esiglio
barbarismo forma lessicale o locuzione introdotta in una («fuga» si collega logicamente a «tristo esiglio», «vitto-
lingua da un’altra lingua. Il termine “barbarismo” ha per- ria» a «reggia») (Manzoni).
duto via via la sua originaria connotazione dispregiativa. climax in greco, “gradazione”; figura retorica che consi-
Bildungsroman —> romanzo di formazione, ste nella disposizione di una serie di termini in ordine di
bisillabo verso caratterizzato dalla presenza di un solo ac- intensità crescente o decrescente (in quest’ultimo caso si
cento sulla prima sillaba metrica. Di uso molto raro, se ne parla anche di anticlimax).
trovano esempi soprattutto nella poesia del Novecento, Es e mpio : rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo (Pascoli),
bozzetto breve componimento di carattere realistico in cui commedia genere teatrale caratterizzato dalla narrazione
si descrivono, spesso in modo superficiale, scene o figure di una vicenda a lieto fine, spesso ricca di elementi co-
tratte dalla vita quotidiana. mici e di personaggi popolari. Una tradizione particolare
è rappresentata dalla cosiddetta commedia dell’arte, svi-
luppatasi in Italia tra il Cinquecento e il Settecento e ca-
cacofonia effetto fonico sgradevole, determinato dall’ac- ratterizzata daH’improvvisazione e dall’uso di maschere e
costamento di suoni uguali o contrastanti. Talora viene situazioni stereotipate.
ricercata per effetti espressivi e stilistici particolari. Esempio: Goldoni, La locandiera.
Es e mpio : Huisc... Huiusc... / Sciu sciu sciu / koku koku consonanza figura retorica del suono che consiste in una
koku (Palazzeschi), coincidenza delle consonanti nelle sillabe finali a partire
cantare poema narrativo di argomento cavalleresco solita- da quella accentata. Vedi anche —> rima e assonanza.
mente in lasse (lassa) assonanzate. Composti da giullari Esempio: piante - acanti; ragazzi - ricchezza-, anguilla -
itineranti (anche sulla scorta di una vivace tradizione ora- uccelli; azzurro - terra (Montale).

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coordinazione costruzione sintattica basata sull’accosta- narrativa che si ha quando il narratore tralascia di rac-
mento di frasi indipendenti l’una dall’altra; tali frasi pos- contare una parte degli avvenimenti e provoca quindi un
sono essere collegate per —>asindeto, cioè semplicemente salto temporale. Vedi anche reticenza.
accostate, oppure mediante una congiunzione coordinan- Es e mpio : A livello sintattico: Amaro e noia / la vita, altro
te (e, o, ma, ecc.), nel qual caso si parla di —> polisinde- mai nulla (Leopardi). A livello narratologico: nei Promes-
to. È il contrario di —»subordinazione. La prevalenza di si sposi, concludendo la vicenda della monaca di Monza
coordinazione o di subordinazione è un tratto stilistico con le parole La sventurata rispose, Manzoni non raccon-
particolarmente importante. ta le conseguenze della relazione di Gertrude con il fuori-
legge Egidio.
enclitica parola che, non possedendo accento proprio, si
decasillabo verso parisillabo caratterizzato dalla presenza appoggia sulla parola accentata precedente; tali sono le
di accenti metrici sulla terza, sesta e nona sillaba, particelle «ci» e «si» e le forme pronominali atone «mi»,
diacronico che segue l’andamento cronologico, ossia l’as- «lo», ecc.
se temporale. Una lingua può essere oggetto di uno stu- Es e mpio : esserci, vende si, védiìo.
dio diacronico, ossia relativamente alla sua evoluzione endecasillabo verso im parisillabo caratterizzato dalla
storica, oppure sincronico, ossia relativamente a un suo p resen za d ell’ultim o accento sulla decim a sillaba m e-
stadio particolare, trica.
dieresi figura metrica che si ha quando due vocali vici- Esempi: Parini, Il giorno; Foscolo, Alla Sera, In morte del
ne, pur formando un dittongo, costituiscono due diverse fratello Giovanni, A Zacinto, Dei sepolcri. Le Grazie; Leo-
sillabe metriche. Solitamente la dieresi si indica con due pardi, L’infinito, La sera del dì di festa.
puntini posti sulla semivocale del dittongo. È il contrario enfasi artificio espressivo mediante il quale si mette in
della sineresi. rilievo un elemento della frase rispetto agli altri; l’enfa-
Es e mpio : Forse perché della fatai quiete (Foscolo). si può ricorrere alla punteggiatura, isolando il termine,
digressione o excursus sequenza in cui l’autore abbando- oppure alla sintassi, invertendo l’ordine delle parole, o
na il filo della narrazione o del discorso e approfondisce ancora alle varie forme di ripetizione.
un argomento secondario. Es e mpio : L’armi, qua l’armi: io solo / combatterò, procom-
Es e mpio : nei Promessi sposi di Manzoni, la biografia del berò sol io (Leopardi).
cardinale Federigo Borromeo è una digressione, enjambement Venjambement («scavalcamento» o «marca-
distico strofa di due versi, spesso rimati tra loro. tura») è il fenomeno per cui l’unità logica e sintattica tra
Es e mpio : Nella Torre il silenzio era già alto. / Sussurravano due parole o gruppi di parole, come nome e aggettivo,
i pioppi del Rio Salto. //1 cavalli normanni alle lor poste / soggetto e verbo, predicato e complemento, viene spezza-
frangean la biada con rumor di croste (Pascoli), ta dalla fine del verso in modo che le componenti risulti-
dittongo gruppo fonetico che si ha quando una vocale (A, no distribuite tra un verso e l’incipit di quello successivo.
E o 0) e una semivocale (I o U) si trovano vicine all’in- Es e mpio : da cui vergine nacque / Venere (Foscolo) (enjam-
terno di una stessa parola e vengono a costituire un’unica bement fra un predicato e il suo soggetto),
sillaba. Se il dittongo è accentato, l’accento cade sempre epigramma breve componimento poetico di contenuto va-
sulla vocale, che può precedere o seguire la semivocale. È rio (morale, politico, satirico, giocoso e anche amoroso)
il contrario dello iato. fiorito soprattutto in Grecia e a Roma, ma testimoniato
Esempi: contengono dittonghi: fiato, ieri, piove, mai, po- anche nella poesia italiana, specialmente dal Cinquecen-
tei, poi, puerile, cuore, aura; non con- tengono dittonghi: to al Settecento. Vario anche nella forma metrica, adotta
mia, mie, mio, faìna, gioì, tua, tue, tuo. spesso quella del distico di endecasillabi,
epistola lettera (dal latino epistula); nella letteratura mo-
derna, il termine indica soprattutto le lettere in versi,
elegia componimento letterario improntato, di regola, alla esemplate su quelle del poeta latino Orazio, che vi af-
materia autobiografica e sentimentale; la forma metrica frontava in chiave dimessa e colloquiale impegnativi ar-
è generalmente quella del distico elegiaco (esametro + gomenti filosofici e letterari,
pentametro). Nella retorica medievale l’espressione «stile eufemismo figura retorica del significato che consiste nel
elegiaco» equivale a «stile medio», sostituire un’espressione troppo cruda o spiacevole con
elisione scomparsa della vocale finale di una parola da- un’altra di significato attenuato. Da non confondere con
vanti alla vocale iniziale della parola successiva. Il segno la reticenza, che consiste invece nel tacere del tutto qual-
che indica l’elisione è l’apostrofo. cosa.
Esempio: s ì ch’io rilevi / le lor figure com’io l’ho concede. Es e mpio : don Leopoldo fece segno che il vecchio se n ’era
(Dante). andato ( = era m orto) (Verga).
ellissi dal punto di vista sintattico l’ellissi consiste nel tra- excursus —» digressione.
lasciare una o più parole (per es. il verbo «essere») che exemplum termine latino che significa «esempio» e che
possono facilmente essere desunte dal contesto della fra- designa una breve narrazione che vuole esemplificare un
se. Dal punto di vista narratologico, l’ellissi è la tecnica insegnamento morale o religioso.

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fabula o storia in un testo narrativo, la successione logica come vengono presentati dal narratore. Da non confonde-
e cronologica degli avvenimenti narrati. Da non confon- re con la fabula, che indica l’ordine logico e cronologico
dere con intreccio, che indica l’ordine di esposizione scel- degli avvenimenti narrati,
to dal narratore, inversione qualsiasi figura sintattica che si ha quando l’or-
farsa genere di origine latina, di carattere popolareggian- dine delle parole non coincide con quello normale del
te, nato a margine delle feste religiose. Nel Medioevo co- discorso. Sono casi particolari di inversione:
stituisce l’altra faccia, giocosa e buffonesca, del dramma a) l'anastrofe: figura sintattica che consiste nell’inversio-
sacro. Ne esiste una forma popolare, violenta e dissa- ne dell’ordine normale delle parole; si ha anastrofe per
cratoria nei confronti di personaggi eminenti e di valori esempio quando l’aggettivo precede il sostantivo a cui
costituiti, e una forma letteraria, più moderata, spesso si riferisce, quando il verbo precede il proprio sogget-
rappresentata dopo tragedie o drammi, to, ecc.
figure retoriche l’insieme degli artifici stilistici che gli Es e mpio : Sempre caro mi fu quest’ermo colle ( = Questur-
scrittori e i poeti utilizzano per ottenere particolari effetti ino colle mi fu sempre caro) (Leopardi).
espressivi. All’interno delle figure retoriche si distinguono: b) l'iperbato: figura sintattica che consiste nel separare
a) le figure del suono, basate sui rapporti fonetici che è due elementi della frase strettamente legati tra loro
possibile instaurare tra le parole; (aggettivo e sostantivo o sostantivo e complemento di
b) le figure del significato o tropi, basate sul significato specificazione) inserendo tra di essi un terzo elemento.
delle parole; Es e mpio : Dolce e chiara è la notte e senza vento (le tre
c) le figure sintattiche, basate sulla disposizione delle pa- qualità della notte, dolce e chiara e senza vento, sono
role all’interno della frase e del testo. «separate» dall’inserimento di è la notte) (Leopardi).
filologia disciplina che studia i testi, specialmente antichi, io narrante o voce narrante —» narratore,
per riportarli alla loro lezione originaria e darne un’inter- iperbato —» inversione.
pretazione corretta, in particolare dal punto di vista lin- iperbole o esagerazione figura retorica del significato che
guistico. Le questioni oggetto degli studi filologici acqui- consiste nell’esprimere un concetto in maniera esagerata
stano consistenza solo se inquadrate nel più vasto ambito e inverosimile, spesso in funzione ironica.
degli studi storici, di cui sono parte integrante, Es e mpio : le coperte gli parvero una montagna (Manzoni),
focalizzazione —» punto di vista. ironia figura retorica del significato che consiste nell’affer-
fonosimbolismo figura retorica che consiste nello sfruttare mare il contrario di quanto si intende dire.
il suono delle parole per evocare sentimenti e sensazioni Esempio: O natura cortese. / son questi i doni tuoi...
particolari. Casi particolari di fonosimbolismo sono alcu- (Leopardi).
ne esclamazioni e la onomatopea. iterazione —> ripetizione.
francesismo termine o costrutto della lingua francese che,
con parziale o senza alcuna modificazione, viene inserito
in un’altra lingua. latinismo termine o costrutto latino introdotto nella lingua
italiana con lieve o senza alcuna alterazione.
Esempio: E la lucciola errava appo le siepi (Leopardi), dal
iato gruppo fonetico formato da due vocali vicine all’in- latino apud, “presso”,
terno della stessa parola, che però non formano dittongo lauda componimento poetico in origine musicato, di tema
e quindi costituiscono due sillabe diverse. Spesso, però, religioso, proprio della letteratura medievale latina e vol-
gli iati all’interno del verso costituiscono una sola sillaba gare. Inizialmente costituita di lasse monorime o di strofe
metrica per il fenomeno della sineresi. di sei versi, la lauda adottò in seguito la struttura della
Es e mpio : contengono iati: mia, mie, mio, faìna, gioì, tua, ballata, non senza influssi dalla poesia profana. Oltre alle
tue, tuo; non contengono iati, bensì dittonghi: fiato, ieri, molte laudi giunte anonime, importanti furono nel secolo
piove, mai, potei, poi, puerile, cuore, aura, XIII quelle di Guittone e Jacopone, nel secolo XV quelle di
incipit prima parola (o prime parole) di un testo. In latino, Lorenzo e Savonarola. Alla forma più semplice si affiancò
«inizia». nel secolo XIII la lauda drammatica o dialogata.
inno forma poetica (e musicale) strofica, di origine medie- Leitmotiv in un testo letterario, il motivo dominante e ri-
vale e di argomento religioso. In epoca moderna è stata corrente che torna periodicamente a scandire e a impron-
recuperata all’inizio dell’Ottocento da Manzoni nei suoi tare di sé l’intera narrazione. Il termine, tedesco, proviene
Inni sacri. dall’ambito musicale, specie riguardo all’opera di Wagner,
interrogazione retorica proposizione interrogativa di cui si lessico l’insieme dei vocaboli di una lingua; l’analisi lessi-
prevede già la risposta. Viene formulata, quindi, non per cale di un’opera consiste nel riconoscere le scelte operate
sapere ciò che non si conosce, ma per sottolineare ciò che dall’autore aH’interno delle possibilità offertegli dalla lin-
già si sa. È insomma una affermazione posta in forma gua: è possibile perciò utilizzare un lessico ricco o pove-
interrogativa. ro, colto o popolare, arcaico o moderno, ecc.
Es e mpio : Sei arrivato solo adesso? lirica genere poetico, originariamente destinato all’accom-
intreccio in una narrazione, la successione dei fatti così pagnamento musicale (da «lira»). In epoca moderna, il

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termine indica la poesia che affronta temi psicologici, c) metrica barbara: la metrica «reinventata» nella seconda
amorosi, autobiografici, e si contrappone a poesia narra- metà dell’Ottocento da Carducci e altri poeti, che tenta-
tiva, celebrativa, satirica satira. vano di riprodurre in lingua italiana i versi della metrica
locus amoenus espressione latina che significa «luogo pia- classica, con un effetto che sarebbe suonato «barbaro»,
cevole». Si tratta di un topos letterario che indica uno cioè strano, esotico, alle orecchie degli antichi,
scenario ameno e idillico dove la serenità della natura monologo
allontana i problemi della società e della storia, a) genere teatrale, caratterizzato dal fatto che l’intero te-
luogo comune —>topos. sto è affidato a un unico attore-personaggio;
b) in un’opera teatrale, il discorso che un personaggio
pronuncia mentre è solo in scena;
maccheronico il linguaggio maccheronico è in origine una c) in un testo narrativo, sequenza in cui un personaggio
parodia del latino: la grammatica e la metrica latine ven- riflette tra sé e sé (monologo interiore).
gono applicate a linguaggi volgari dalle tinte dialettali, Es e mpio : Goldoni, La locandiera (Mirandolina pronun-
con un effetto di deformazione linguistica, di comica iro- cia numerosi monologhi, soprattutto nella prima parte
nia e di straniamento espressionistico. Il linguaggio mac- dell’opera).
cheronico ha origine dalla poesia goliardica medievale e monologo interiore tecnica narrativa che consiste nel ri-
dai Carmina burana e trova la sua espressione più com- portare sulla pagina i pensieri del personaggio, sotto for-
piuta nell’opera di Teofilo Folengo. In seguito il termine è ma di discorso diretto, discorso indiretto o discorso indi-
passato a designare ogni lingua letteraria fortemente me- retto libero.
scidata e deformante, con scarti assai vistosi fra registri
alti e bassi, come talvolta avviene nell’opera di Gadda,
madrigale forma metrica medievale e rinascimentale in narratore o voce narrante o io narrante in un testo narra-
endecasillabi, basata su una o più terzine, seguite da uno tivo, il personaggio che racconta la storia, in prima o in
o due distici. Di argomento spesso amoroso, è stato ri- terza persona; da non confondersi con l’autore, del quale
preso in epoca moderna da Pascoli e D’Annunzio. Due spesso interpreta il punto di vista,
esempi di madrigali pascoliani sono Arano e Lavandare, neologismo termine nuovo, che arricchisce il lessico di
da Myricae. una lingua; in alcuni casi il neologismo è coniato dallo
Meta- prefisso di origine greca che indica “auto-referen- scrittore per ragioni espressive, in altri si afferma per in-
zialità”: per esempio, un meta-linguaggio è un linguaggio dicare una nuova realtà.
che ha lo scopo di descrivere e analizzare il linguaggio Es e mpio : il termine scimiotigri, coniato da Vittorio Alfieri
stesso (come quello della grammatica) ; un metaromanzo (e inserito nella Vita) indica i rivoluzionari francesi, stu-
è un romanzo in cui l’autore riflette sul valore del roman- pidi come scimmie e feroci come tigri,
zo e sui modi per realizzarne uno; un testo metateatrale novenario verso imparisillabo, caratterizzato nella mag-
è un testo teatrale in cui si discute di teatro; e così via. gior parte dei casi dalla presenza di accenti metrici sulla
Esempi: Pirandello, Sei personaggi in cerca d ’autore (testo seconda, quinta e ottava sillaba metrica.
metateatrale, di teatro nel teatro); Montale, I limoni (te-
sto metapoetico, di riflessione sulla poesia); Calvino, Se
una notte d ’inverno un viaggiatore (metaromanzo, fatto ode forma metrica classica, basata su schemi molto vari.
di frammenti di altri romanzi), L’ode moderna, nata nel Rinascimento su modelli clas-
metafora figura retorica del significato che consiste nel sici, si basa su strofe di sei o sette versi endecasillabi e
trasferimento di significato da una realtà a un’altra che settenari. Nell’Ottocento, si ricordano le Odi barbare di
abbia con la prima un rapporto di somiglianza. Da non Carducci, basate su una metrica barbara.
confondere con la similitudine: la metafora nasce da un Es empi: Parini, La salubrità dell’aria. La caduta; Foscolo,
procedimento logico di sintesi, mentre la similitudine Alla amica risanata; Manzoni, Il cinque maggio; Carduc-
nasce da un procedimento logico di analisi. Nell’ambito ci, Sulla piazza di san Petronio.
della metafora rientra anche l’allegoria, onomatopea la principale delle figure cosiddette fonosim-
Es e mpio : cotesta età fiorita ( = la giovinezza) (Leopardi). boliche, in quanto consiste nell’impiegare parole che imi-
metrica l’insieme delle regole che presiedono alla scrittura tano un suono o un rumore naturale, come din don per il
in versi. Si distinguono: suono delle campane. Accanto a queste voci puramente
a) metrica quantitativa: la metrica greca e latina, che si ba- mimetiche (onomatopea propria), l’onomatopea può es-
sava sull’alternanza di sillabe lunghe e brevi; le sillabe, sere semantizzata (cioè contribuire a esprimere un signi-
combinandosi, venivano a formare i cosiddetti “piedi”, ficato) in parole che contengono suoni che richiamano
i quali, combinandosi a loro volta, formavano i versi; suggestivamente il significato (come tintinnio, sciaborda-
b) metrica accentuatila: la metrica italiana (e delle altre re, sciacquio, sussurro, ululato, scroscio, ecc.). In quest’ul-
lingue europee moderne), che si basa sugli accenti del- timo caso si parla di onomatopea impropria.
le parole e sulla collocazione di tali accenti all’interno Vedi anche fonosimbolismo,
del verso; ossimoro figura retorica del significato basata sull’acco-

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stamento di due parole di significato contraddittorio. Si pleonasmo elemento linguistico o stilistico sovrabbondan-
distingue dall’antitesi perché l’ossimoro fonde i due ele- te, grammaticalmente non necessario, a cui si ricorre per
menti contrastanti in un’unica espressione o immagine, ottenere particolari effetti espressivi.
mentre l’antitesi li contrappone esplicitamente. Es e mpio : La c’è, la c’è (Manzoni),
Es e mpio : O viva morte, o dilettoso male (Petrarca). poemetto opera in versi di carattere narrativo, didascalico,
ottava strofa di otto endecasillabi di cui i primi sei a rima satirico, a volte lirico, in genere suddivisa in più parti;
alternata e gli ultimi due a rima baciata (ABABABCC). Fu simile al poema per impostazione e temi, se ne distingue
probabilmente usata per la prima volta da Boccaccio e per la minore ampiezza e complessità.
portata poi a perfezione da Ariosto con YOrlando furioso. Es e mpio : Parini, Il giorno; Eliot, La terra desolata.
Detta anche «ottava rima», l’ottava è infatti la strofa per poesia civile qualsiasi opera in versi che si proponga di
eccellenza del poema cavalleresco, trasmettere al lettore un messaggio di tipo politico e ideo-
ottonario verso parisillabo, caratterizzato da accenti me- logico legato all’attualità; è caratterizzata dalla trattazio-
trici sulla terza, quinta e settima sillaba metrica. ne di argomenti storici, politici, sociali.
Es empi: Carducci, Il comune rustico; Quasimodo, Alle fron-
de dei salici.
palinodia ritrattazione di un comportamento o di un’opi- poesia lirica —>lirica,
nione precedentemente espressa, poesia satirica —>satira.
paradosso figura retorica che consiste in una formulazio- poetica concezione delle peculiarità, degli strumenti e dei
ne apparentemente assurda e in contraddizione con la fini del produrre poesia o, in genere, letteratura, elaborata
logica e il buon senso, ma che ha una sua sostanziale da un autore, da una scuola o da un movimento,
validità; si usa per colpire o sorprendere il lettore o l’a- polisemia proprietà di una parola, di una frase o anche di
scoltatore. Si può presentare sotto forma di ossimoro. un testo letterario di aver più significati divergenti,
Es e mpio : Sono solo i superficiali a non giudicare dalle ap- polisindeto figura sintattica che consiste nel collegare due
parenze. frasi o elementi della frase tra loro coordinati mediante
parafrasi riscrittura semplificata di un testo, con raggiun- congiunzioni. È il contrario di asindeto.
ta di eventuali spiegazioni e chiarimenti, Es e mpio : E ripensò le mobili / tende, e i percossi valli, / e il
parallelismo figura sintattica basata sulla disposizione pa- lampo de’ manipoli, / e l’onda dei cavalli, / e il concitato
rallela di due o più elementi della frase, del periodo o del imperio, / e il celere ubbidir (Manzoni),
testo. È il contrario del -> chiasmo. prosopopea tecnica espositiva che consiste nell’intro-
Es e mpio : Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti... (Manzoni), durre un personaggio (spesso una personificazione o
parodia imitazione di uno stile, una lingua, un testo, un una allegoria) a esporre le proprie idee. Serve a vivaciz-
autore, fatta a scopo ironico, di presa in giro. Un classico zare il discorso in testi saggistici e filosofici, ma si trova
esempio di parodia è YIntroduzione ai Promessi sposi in anche in testi narrativi laddove l’autore finge di dialo-
cui Manzoni imita lo stile retorico e artificioso degli scrit- gare con il lettore. Da non confondere con l’apostrofe,
tori seicenteschi, in cui invece è l’autore a rivolgersi a un’entità astratta
parola-chiave termine che, all’interno di un determinato personificata.
contesto, ha un’importanza fondamentale ed è quindi es- Es e mpio : ... A te la speme/ nego, mi disse, anche la speme;
senziale alla comprensione del testo, e d ’altro / non brillin gli occhi tuoi se non di pianto (a
perifrasi o circonlocuzione figura retorica del significato che parlare è la Natura, che si rivolge direttamente al poeta)
consiste nel designare un oggetto, un luogo o una persona (Leopardi).
mediante un giro di parole anziché col semplice nome. In punto di vista o focalizzazione in una narrazione, il rap-
alcuni casi è utilizzata in funzione analoga aH’eufemismo. porto tra il narratore e la vicenda narrata. Tale rapporto
Es e mpio : di Faon la fanciulla (= Saffo) (Foscolo), può variare nel corso della narrazione. Si danno tre casi:
peripezia in un testo narrativo, ciascuna delle avventu- a) focalizzazione interna: il narratore assume il punto di
re (o disavventure) che capitano ai personaggi tra il mo- vista di un personaggio, cioè rappresenta la realtà dal
mento in cui avviene la rottura dell’equilibrio iniziale e punto di vista di quel personaggio;
il momento in cui la vicenda giunge al suo scioglimento, Es e mpio : Svevo, La coscienza di Zeno (e in generale tutte
personaggio in un testo narrativo, chiunque contribuisce le narrazioni in prima persona);
con la sua presenza o con le sue azioni allo sviluppo della b) focalizzazione esterna: il narratore assume il punto di
trama. La funzione di personaggio può essere svolta, oltre vista di un osservatore esterno e si finge ignaro dei
che da uomini e donne, anche da animali, piante, oggetti pensieri e delle motivazioni profonde dei personaggi;
e perfino entità astratte, Es e mpio : Verga, I Malavoglia (e in generale la narrativa
personificazione figura retorica che consiste nell’attribuire naturalista e verista);
carattere di personaggio a entità astratte (sentimenti, sen- c) focalizzazione zero: il narratore assume un punto di
sazioni, idee, ecc.). È molto spesso all’origine di allegorie vista onnisciente (di chi sa tutto);
e prosopopee. Es e mpio : Manzoni, 7promessi sposi (e in generale la narra-
Es e mpio : a te d’intorno volano/ invidiate l’Ore (Foscolo). tiva realistica classica).

I 710 I Glossario
quadrisillabo verso parisillabo, caratterizzato dalla pre- riconoscimento —» agnizione.
senza di accenti sulla prima e sulla terza sillaba metrica, ridondanza tutti gli elementi presenti in un messaggio e
quartina strofa di quattro versi; a seconda dello schema su non strettamente indispensabili alla sua comprensione.
cui si basa, può essere: Vedi anche pleonasmo,
a) a rima baciata (AABB, di uso molto raro); rima figura retorica del suono che si ha quando due o più
b) a rima alternata (ABAB); parole terminano in maniera identica a partire dalla voca-
c) a rima incrociata (ABBA). le accentata. Le rime si indicano con le lettere dell’alfabe-
quinario verso imparisillabo, caratterizzato dalla presenza to (a lettera uguale corrisponde rima uguale), minuscole
di accenti sulla prima o sulla seconda e sulla quarta sil- per i versi dal bisillabo al settenario, maiuscole per i versi
laba metrica. dall’ottonario all’endecasillabo. Vedi anche assonanza,
consonanza.
ripetizione o iterazione figura sintattica basata sulla ripeti-
racconto o novella genere narrativo in prosa o in versi, di zione di una o più parole a distanza ravvicinata. Si distin-
brevi dimensioni. Nato in epoca medievale, si è affermato guono vari casi, tra i quali —> anafora,
nell’Ottocento e nel Novecento. Tra i più celebri autori ripresa o ritornello parte iniziale della ballata che viene
di racconti: Poe, Verga, Maupassant, Cêchov, Pirandello, ripetuta alla fine di ogni strofa,
Moravia, Calvino, romanzo di formazione o Bildungsroman genere narrativo
referente nella teoria linguistica, l’oggetto designato da sviluppatosi alla fine del Settecento e caratterizzato dalla
una parola o da un’espressione. Vedi anche significante, presenza di un protagonista giovane che, attraverso una
registro il tono linguistico e stilistico di un’opera: si parla serie di prove e di peripezie, raggiunge la conoscenza di
di “registro basso” se l’autore ricorre a un lessico popo- sé e conquista il proprio posto nella società.
lare e a espressioni plebee e volgari, “registro medio” se Es e mpio : Dickens, David Copperfield.
ricorre a una lingua simile a quella parlata dalle persone
più colte, “registro alto o sublime” se ricorre a un lin-
guaggio ricercato, raffinato, arcaizzante, difficile o retori- sacra rappresentazione genere teatrale sviluppatosi nel
camente molto elaborato, tardo Medioevo. Derivata dalla lauda dialogata umbro-
reticenza figura retorica che consiste nel tacere qualcosa, toscana (Jacopone da Todi), la sacra rappresentazione
lasciando intendere al lettore che si potrebbe parlarne, assume forma letteraria nel Quattrocento (Feo Beicari,
ma si preferisce non farlo. Lorenzo il Magnifico),
Es e mpio : Garzoncello scherzoso, / . . . / Altro dirti non vo’; saggio genere nato in epoca rinascimentale, col filosofo
ma la tua festa / eh’anco tardi a venir non ti sia grave francese Michel de Montaigne; di carattere più libero, cre-
(Leopardi). ativo e divagante rispetto al -» trattato, ne condivide però
retorica in senso lato, l’arte del parlare e dello scrivere. il carattere argomentativo e di indagine teorica intorno a
Intesa come arte del parlare al fine di persuadere un udi- un problema.
torio, ossia come oratoria, la retorica classica è suddivisa satira genere letterario, in versi o in prosa, caratterizzato
solitamente in cinque parti essenziali: inventio (ricerca dal fatto di criticare costumi, atteggiamenti, idee con tono
preliminare degli argomenti, dei contenuti da affrontare), ironico e umoristico. Di origine antica, ha avuto grande
dispositio (sistemazione delle varie parti, a partire dalla sviluppo a partire dal Settecento ed è spesso utilizzata
captatio benevolentiae), elocutio (scelta dei modi dell’e- all’interno di romanzi e pamphlet,
spressione, delle figure con cui ornare il discorso), me- scena in un testo teatrale, una delle parti in cui è tradi-
moria (memorizzazione del discorso), actio (recitazione zionalmente suddiviso un atto, in corrispondenza dell’in-
del discorso). La retorica così come la intendiamo oggi gresso o dell’uscita di un personaggio; in un testo narra-
coincide grosso modo con Yelocntio, ossia con l’insieme tivo, sequenza in cui il tempo della storia coincide con
degli artifici linguistici e stilistici definiti «figure retoriche» il tempo del racconto (cioè il tempo necessario perché
(o «traslati» o «tropi»). si svolgano gli avvenimenti narrati coincide con il tem-
La retorica fu fondamentale nell’educazione letteraria e po necessario per raccontarli, per esempio du-rante un
culturale dall’antichità al Medioevo, fino all’inizio dell’e- dialogo).
tà moderna. Nelle varie epoche della letteratura italiana semantica parte della linguistica che si occupa del signifi-
essa ha esercitato una funzione e un’influenza determi- cato delle parole,
nante, fino a quando, nell’età illuministica e soprattutto senario verso parisillabo caratterizzato dalla presenza di
in quella romantica, non ha cominciato a decadere. Al accenti sulla seconda e sulla quinta sillaba metrica.
fervore delle ricerche storico-linguistiche e delle nuove senhal termine provenzale che indica lo pseudonimo con
metodologie formalistico-stilistiche si deve, con quella dei cui il poeta si riferisce a un personaggio (specialmente la
generi letterari e della stilistica, una ripresa della retorica, donna amata).
ma ovviamente in una ben diversa ottica, di tipo più de- sequenza in un testo narrativo, ciascuna delle parti che lo
scrittivo che normativo, costituiscono. Si distinguono:
riassunto —» sommario. a) sequenze narrative

Glossario I 711 I
b) sequenze descrittive di maggiore o minore estensione (la parte per il tutto o
c) sequenze dialogiche viceversa, il genere per la specie, ecc.).
d) sequenze riflessive. Esempio: i tetti per indicare «la casa» (Foscolo); le piume
Le sequenze possono a loro volta essere suddivise in mi- per indicare «il letto» (Leopardi),
cro-sequenze e raggruppate in macro-sequenze, sineresi figura metrica che si ha quando due vocali vicine,
sestina strofe di sei endecasillabi di cui i primi quattro a pur non formando un dittongo, costituiscono una sola
rima alternata e gli altri due a rima baciata (ABABCC). sillaba metrica. È il contrario della dieresi.
Usata nella poesia religiosa antica (laudi sacre), fu adot- Es e mpio : il Dio che atterra e suscita (Manzoni).
tata poi come schema della poesia satirica, sinestesia figura retorica del significato che si basa sulla
settenario verso imparisillabo caratterizzato dalla pre- commistione di ambiti sensoriali diversi. Nota fin dall’an-
senza di un accento sulla sesta sillaba metrica. Un altro tichità, ha acquisito importanza particolare nell’Ottocen-
accento può cadere su una qualsiasi delle prime quattro to grazie a Baudelaire e ai poeti simbolisti.
sillabe metriche. È, insieme all’endecasillabo, il verso più Es empi: Profumi freschi come la carne d ’un bambino, dolci
frequente della poesia italiana. come l’oboe, verdi come i prati (il profumo viene definito
Esempi: Manzoni, La Pentecoste. mediante termini che fanno riferimento al tatto, al gusto
significante nella teoria linguistica, il suono di una parola, e alla vista) (Baudelaire),
che ne veicola il significato, ma è da esso indipendente (e sintagma gruppo di due o più parole che costituisce una
infatti lo stesso significato può essere veicolato da signifi- parte della frase. Ad esempio articolo + sostantivo (il ca-
canti diversi in lingue diverse: tre, trois, très, three, drei, vallo), sostantivo + aggettivo (cavallo selvaggio), verbo
ecc.). Vedi anche referente, + complemento (bruca l’erba), ecc.
significato nella teoria linguistica, il concetto indicato da sintassi il modo in cui sono strutturate le frasi e i periodi
una parola. In base a questa definizione, esistono paro- all’interno di un testo. L’analisi delle scelte sintattiche di
le prive di significato (per esempio le congiunzioni o le un autore è fondamentale per capire il suo stile.
preposizioni). Vedi anche subordinazione e coordinazione,
Vedi anche significante e referente, soliloquio —>monologo.
sillogismo forma di ragionamento costituita da una propo- sommario o riassunto tecnica narrativa che permette di
sizione da dimostrare («Socrate è mortale»), da una pre- sintetizzare brevemente una serie di fatti che si svolgono
messa maggiore («Tutti gli uomini sono mortali»), da una in un lungo arco di tempo. Da non confondere con l’ellis-
premessa minore («Socrate è un uomo») e da una con- si, che consiste invece nel tacere del tutto un fatto o nel
clusione, coincidente con la proposizione da dimostrare saltare un periodo della vicenda.
(«Socrate è mortale»). Esempio: Venne la dispensa, venne l’assolutoria, venne
simbolo un oggetto o un personaggio che incarna alcu- quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicu-
ne qualità o alcune entità astratte. Il simbolo si distin- rezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per
gue dall’allegoria perché la sua interpretazione non è bocca di don Abbondio, furono sposi (Manzoni),
univoca, bensì ambigua e polivalente; si distingue dalla sonetto forma metrica basata su quattordici versi endeca-
metafora perché non nasce sulla base di un rapporto di sillabi suddivisi in due quartine e due terzine. È il più
somiglianza. Sull’uso di simboli si basa gran parte della importante degli schemi metrici della poesia italiana.
poesia moderna, e in particolare l’opera dei poeti della Esempi: Alfieri, Sublime specchio di veraci detti; Foscolo,
corrente detta simbolista. A Zacinto.
Es e mpio : Pascoli, L’assiuolo (l’uccello rapace è simbolo del- stanza -» strofa,
la morte). stereotipo —> topos.
similitudine figura retorica del significato basata sul con- stilema elemento stilistico caratteristico di un autore, di
fronto fra due realtà, due immagini, due personaggi. La un movimento o di un’epoca,
similitudine classica è facilmente riconoscibile per la pre- storia -> fabula.
senza dei correlativi che la intro-ducono (come... così; strambotto breve componimento di origine popolare e
quale... tale; ecc.). Essa può avere di-verse funzioni (eroi- d’argomento perlopiù amoroso. Nella sua forma primi-
cizzante, dida-scalica, ironica, ecc.). Vedi anche metafora. tiva consiste in otto (o sei) endecasillabi, con schema
Esempio: T u sei come una giovane, / una bianca pollastra metrico che presenta tre forme principali, ABABABAB,
(Saba). ABABCCDD, ABABABCC. Lo strambotto incontra una ra-
sincronico su uno stesso piano temporale. Una lingua pida fortuna fra Quattro e Cinquecento, poi rapidamente
può essere oggetto di uno studio sincronico, ossia relati- decade, sopraffatto dal madrigale cinquecentesco,
vamente a un suo stadio particolare, oppure diacronico, straniamento tecnica narrativa che consiste nel descrivere
ossia relativamente alla sua evoluzione storica. Una lin- fatti e avvenimenti da un punto di vista diverso dal solito,
gua può essere studiata sincronicamente, ossia in un suo in modo da mostrarli in una luce nuova e inaspettata.
stadio particolare, Esempio: Montesquieu, Lettere persiane (l’autore descrive
sineddoche figura retorica del significato che sostituisce l’Europa del suo tempo dal punto di vista di due stranieri
un termine con un altro che ha con il primo un rapporto provenienti dalla Persia).

I 712 I Glossario
strofa o stanza gruppo di versi che costituiscono un’unità trisillabo verso imparisillabo caratterizzato da un unico
metrica; l’unione di più strofe è alla base di numerose accento sulla seconda sillaba metrica.
forme metriche, come il —» sonetto, la canzone, l’ode, la
ballata, il madrigale, ecc. Le strofe più importanti della
poesia italiana sono il distico, la terzina, la —> quartina e umorismo in generale, filone letterario che rappresenta gli
l’ottava. aspetti comici, ridicoli o buffi della realtà e della natu-
strofe variante del singolare di strofa, ra umana; in Pirandello il termine assume un significato
subordinazione rapporto di dipendenza di una frase da particolare e indica l’atteggiamento di chi sa cogliere l’e-
un’altra; l’uso di una sintassi ricca o povera di subordina- lemento patetico che si nasconde sotto l’apparenza ridi-
zioni è un tratto stilistico particolarmente importante. È il cola.
contrario di coordinazione. unità aristoteliche regole desunte dalle opere di Aristotele
e seguite dagli scrittori classicisti nella composizione del-
le opere teatrali. Le unità aristoteliche sono:
tecnicismo parola o costrutto tratto da un ambito speciale - unità di tempo [la vicenda doveva svolgersi nell’ambito
o specialistico. di ventiquattro ore) ;
terzina strofa di tre versi. La terzina dantesca a rime (rima) - unità di luogo [la vicenda doveva svolgersi tutta nello
incatenate (ABA BCB CDC, ecc.) è uno degli schemi me- stesso luogo) ;
trici più importanti della poesia narrativa, ripreso da Pa- - unità di azione [la vicenda non doveva presentare episodi
scoli e da altri poeti del Novecento. Con schemi ritmici secondari e divaganti).
diversi, è usata anche all’interno di forme liriche come Contro le unità aristoteliche polemizzarono i romantici, che
il sonetto. nelle loro opere non le rispettarono e difesero le loro scel-
Es empi: Pascoli, Digitale purpurea-, Pasolini, Il pianto della te in base al criterio della verosimiglianza.
scavatri-ce. Es e mpio : Alfieri, Saul.
Tmesi divisione, tramite l’interposizione di altri termini, di
una parola composta o di un’espressione normalmente
unita. Nella metrica italiana la rima in tmesi è quel fe- verso unità metrica e ritmica che distingue il testo po-
nomeno per cui una parola risulta divisa fra la fine di un etico rispetto a quello prosastico. I versi italiani sono
verso e l’inizio di quello successivo. caratterizzati dal numero di sillabe metriche e dalla col-
Esempio: C o s ì quelle carole differente- / mente danzando locazione degli accenti (metrica). Essi sono il bisillabo,
(Dante). il trisillabo, il quadrisillabo, il quinario, il —> senario, il
topos o stereotipo termine greco (plurale topoi) che significa settenario, l’ottonario, il novenario, il decasillabo e l’en-
«luogo comune» e indica un’immagine o un concetto con- decasillabo.
venzionali e frequentemente usati; i topoi sono spesso usati verso doppio verso formato dall’unione di due versi brevi
anche in chiave ironica (ironia) o metaletteraria (meta-), (tra il quadrisillabo e il novenario).
tragedia genere teatrale caratterizzato dal fatto che la vi- verso sciolto verso che non rima con nessun altro verso
cenda si conclude con la morte del protagonista o con la della stessa strofa o della stessa poesia. Quando si parla
sanzione del suo destino di dolore e di sofferenza. Nata di «versi sciolti» al plurale, o semplicemente di «sciolti», si
nell’antichità, la tragedia moderna si afferma tra il Cin- intendono gli endecasillabi sciolti, utilizzati a partire dal
quecento e l’Ottocento. Cinquecento nelle traduzioni dal latino e dal greco e nella
Es empi: Alfieri, Saul, Mirra; Manzoni, Adelchi. poesia settecentesca e ottocentesca.
trattato genere letterario in prosa, caratterizzato dall’argo- Es empi: Parini, Il giorno; Foscolo, Dei sepolcri; Saba, Ulisse.
mento filosofico, politico o scientifico. È affine al saggio, verso sdrucciolo verso che termina con parola sdrucciola,
ma ha un carattere più accademico e ambisce a una mag- cioè accentata sulla terzultima sillaba.
giore sistematicità. verso tronco verso che termina con una parola tronca,
Es empi: Alberi, Della tirannide; Beccaria, Dei delitti e delle cioè priva di sillaba dopo l’ultima tonica.
pene. voce narrante o io narrante —» narratore.

Glossario I 713 I

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