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Storia dell’arte

CROCIFISSIONE DI SAN PIETRO


San Pietro si fa crocifiggere a testa in giù per
umiltà nei confronti di Cristo. Tutte le figure
concorrono a formare una x con le assi della
croce e con i corpi degli aguzzini, dunque anche
questi ultimi sono accomunati col santo dal senso
della fatica.
Lo sfondo cupo contribuisce a far risaltare le
figure mettendo in evidenza la tensione
drammatica dei corpi che balzano verso
l'osservatore. La composizione è estremamente
dinamica e realistica e vi è una solida definizione
dei volumi.
Possiamo notare i punti di illuminazione sul
fondoschiena dell'aguzzino in basso, prono sotto
la croce, sul petto di San Pietro e anche sulle
rughe della fronte dell’aguzzino sulla sinistra.

(olio su tela, 1600-1601)

CANESTRA DI FRUTTA
L’opera venne commissionata dal
Cardinale Borromeo, sarà infatti
ritrovata nella sua personale collezione.
La canestra di frutta è un'opera
rappresentativa del genere della natura
morta, Nel cesto in vimini, rappresentato
con una meticolosa precisione, ci sono
una serie di frutti e di foglie, logorate dal
tempo. I frutti lasciano trasparire del
marciume mentre le foglie sembrano
secche, prossime a cadere. Un dettaglio
fondamentale si può osservare nella
parte bassa del quadro dove notiamo
come la canestra sporga leggermente
dal piano sul quale è appoggiata. Questo
elegante particolare, tocco di un maestro,
come Caravaggio regala tridimensionalità e realismo all’opera. (olio su tela, 1597-1600)
APOLLO E DAFNE

Opera dello scultore Gian Lorenzo Bernini la


scultura rappresenta un attimo di fuga in cui
possiamo notare la ninfa Dafne che tenta di
fuggire e di divincolarsi dal Dio Apollo che si
è innamorato della ninfa.
La storia vuole che per sfuggire alle
attenzioni indesiderate del Dio, Dafne abbia
rivolto una preghiera a Perseo che la
trasformò in un albero di alloro.
La scena è spettacolare e terribile al tempo
stesso. Apollo è colto nell'istante in cui sta
terminando la sua corsa, resa con un
dinamismo.
Il dio è appena riuscito a raggiungere Dafne, e
la sfiora leggermente con la mano sinistra,
forse con l'intento di abbracciarla. Apollo, il
cui corpo è trattato mettendo
anatomicamente in evidenza i muscoli e i
tendini tesi per lo sforzo, incede poggiando
tutto il peso sul piede destro, saldamente
ancorato al suolo, mentre la gamba sinistra è
sollevata in alto. Il mantello gli sta scivolando
via ed è gonfiato dal vento alle sue spalle; i
capelli, organizzati in chiome ondulate e come
annodate, sono mossi all'indietro per via
dell'impeto della corsa e il suo sguardo
presenta una vitalità erompente, suggerita dallo spessore delle palpebre, dall'iride incavato e dalla
pupilla in rilievo. Dafne proseguire la fuga. La parte inferiore del busto di Dafne, tuttavia, non
risponde più alla sua volontà. La metamorfosi, infatti, è appena iniziata: il piede sinistro ha già
perso ogni aspetto umano, divenendo radice, e altrettanto sta avvenendo al destro.

(gruppo scultoreo, 1622-1625)


VOCAZIONE DI SAN MATTEO

Il dipinto è realizzato su due piani


paralleli, quello più alto vuoto,
occupato solo dalla finestra,
mentre quello in basso raffigura il
momento preciso in cui Cristo
indicando San Matteo, lo chiama
all'apostolato. San Matteo è
seduto ad un tavolo con un
gruppo di persone.
La luce inoltre ha la funzione di
dare direzione di lettura alla
scena, che va da destra a sinistra.
Notiamo come San Matteo si
indica col dito come a chiedere
conferma se Gesù si rivolge a lui
o meno.
La gestualità dei personaggi
dipinti dal Caravaggio (già di
sicuro visti dal pittore nell'Ultima
cena di Leonardo da Vinci) danno
un movimento e un coinvolgimento dei personaggi unico nel suo genere e fanno notare come il
Merisi sia stato un frequentatore di locande dei "bassifondi" romani del periodo e sia stato in
grado di riprodurre atteggiamenti, espressioni e azioni di sicuro appresi da esso nella sua vita

(dipinto, 1599-1600)

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