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APPROFONDIMENTI

L’ORGANIZZAZIONE
AZIENDALE PER PROCESSI
Le strutture organizzative tradizionali, articolate su di Stefano RASCIONI
numerosi livelli gerarchici e fortemente burocratizzate,
non sono più in grado di rispondere tempestivamente
ai cambiamenti imposti dal mercato globale.
Molte imprese si sono pertanto orientate verso nuovi
modelli organizzativi, sovrapponendo alle strutture
funzionali e divisionali i modelli organizzativi incentrati
sui processi aziendali (1). ECONOMIA AZIENDALE

A partire dagli ultimi anni del secolo scorso, la mag- ✔ la gestione strategica delle imprese sempre
giore competizione tra le imprese, operanti in mer- più orientata al cliente, posto al centro di ogni at-
cati globali fortemente dinamici, ha costretto le tività, con la necessità di soddisfare completa-
stesse a ridefinire i propri assetti organizzativi. Il fat- mente le sue esigenze in un’ottica di qualità tota-
tore fondamentale di successo per l’impresa mo- le. L’analisi dei processi aziendali permette di evi-
derna è infatti quello di riuscire a conquistare e con- denziare i legami che sussistono tra le varie atti-
servare le preferenze dei consumatori per i propri vità dell’impresa in modo da ottimizzare le presta-
prodotti, in altre parole a conseguire e mantenere zioni;
un vantaggio competitivo sui diretti concorrenti.
Questo risultato può essere ottenuto soltanto se ✔ la globalizzazione della competizione, basata
l’impresa riesce a dotarsi di una struttura organiz- sulla diminuzione dei tempi e dei costi di produzio-
zativa flessibile, in grado di rispondere con pron- ne; la rapidità e la puntualità nel servire i clienti so-
tezza ai diversi stimoli provenienti dal mercato. Le no strettamente connesse ai tempi di attraversa-
strutture organizzative di tipo tradizionale, caratte- mento (lead time) dei processi;
rizzate dall’esistenza di diversi livelli gerarchici,
quindi fortemente burocratizzate, adatte a una eco- ✔ il superamento delle teorie di M. Porter, secon-
nomia della stabilità, non sono più in grado di ri- do le quali un’impresa può essere leader di costo o
spondere con tempestività alle mutevoli situazioni di differenziazione, ma non ha convenienza a perse-
determinate dal mercato globale, tipiche di una guire le due strategie contemporaneamente. Il clien-
economia della flessibilità. Diverse imprese, quindi, te, oggi, richiede un prodotto di elevata qualità a co-
si sono orientate verso nuovi modelli organizzativi, sti accessibili.
superando le vecchie strutture funzionali e divisio- Per poter raggiungere tale obiettivo, le imprese de-
nali, per adottare strutture organizzative basate sui vono eliminare tutte quelle attività che non creano
processi aziendali. valore pur generando costi, focalizzandosi sul core
business; l’organizzazione per processi permette
l’individuazione delle attività da eliminare;
I FATTORI
DEL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO ✔ l’avvento dell’Information Technology (IT), che
ha prodotto un progressivo passaggio dalle attività
L’organizzazione per processi rappresenta la ri- fisiche a quelle intellettuali e ha favorito la riorganiz-
sposta ai numerosi cambiamenti intervenuti nel si- zazione del personale secondo una logica per pro-
stema economico: cessi, migliorando il coordinamento.

(1)
Per la preparazione dell’articolo si è fatto principalmente riferimento al volume di Gianluca Spina, La gestione dell’impresa. Orga-
nizzazione, processi decisionali, marketing, acquisti e supply chain, ETAS, 2006.

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APPROFONDIMENTI

La spinta al cambiamento è stata avvertita in misu- organizzativa della stessa impresa che utilizza il
ra maggiore nelle imprese di media e grande di- “prodotto” del processo considerato. Ad esempio,
mensione, dotate di elevata complessità produtti- in un processo di gestione dei resi su vendite, il
va, mentre nelle piccole imprese, dove prevalgono grossista o il negoziante che restituisce il prodotto
le mansioni di tipo professionale e i processi sono difettoso è un cliente esterno, mentre il Controllo
variabili e poco analizzabili, tale esigenza non ha qualità dell’impresa che verifica le cause del mal-
operato con la stessa intensità. funzionamento del prodotto è un cliente interno. Il
cliente permette di definire le caratteristiche del
prodotto, vale a dire le prestazioni che il processo
I PROCESSI AZIENDALI deve avere affinché il cliente sia soddisfatto.

Le strutture organizzative tradizionali permettono di ✔ I confini a monte sono definiti dagli input, cioè
individuare le mansioni svolte da ciascun dipendente, dagli elementi fisici (materie, semilavorati ecc.) o
in modo da ottimizzare l’utilizzo delle risorse. L’orga- dai flussi informativi che devono essere immessi af-
nizzazione per processi va oltre, in quanto consente finché il processo abbia inizio; gli input permettono
anche di conoscere le interdipendenze esistenti tra di individuare i fornitori, esterni o interni all’impresa,
le varie attività, la cui identificazione è basilare per mi- e le necessarie relazioni con gli stessi.
gliorare l’efficacia e l’efficienza dell’impresa.
Per trasformare gli input in output il processo deve
Un processo aziendale è un insieme organizzato di attività e svilupparsi in una serie di attività tra di loro interdi-
di decisioni, indirizzato alla creazione di un prodotto richiesto pendenti che utilizzano risorse umane e tecnologi-
da un cliente, al quale quest’ultimo conferisce un preciso che. Il ruolo del fattore umano è legato sia alle com-
“valore” in termini di prezzo, qualità e tempo di acquisizione. petenze sia al potere decisionale che gli è stato as-
segnato; tra le risorse tecnologiche è da evidenzia-
re l’importanza assunta in questi anni dall’Informa-
L’impresa che vuole strutturarsi per processi deve tion Technology che, come detto, ha prodotto an-
individuare i propri processi produttivi, definendone che significativi cambiamenti nell’utilizzo delle ri-
con precisione i confini, sia a valle sia a monte. sorse umane e nel modo di lavorare.
Per il corretto funzionamento del processo, inoltre,
✔ I confini a valle sono individuati dall’output deve essere individuata una serie di regole, proce-
del processo, cioè dal prodotto che scaturisce dal dure o informazioni immodificabili che vanno ri-
processo stesso. Il cliente può essere sia un cliente spettate da tutti i partecipanti. Tali regole costitui-
esterno, sia un cliente interno, vale a dire un’unità scono i controlli.

PROCESSO AZIENDALE

Attività Attività

Fornitori INPUT OUTPUT Clienti


(interni/esterni) (interni/esterni)
Attività Attività

Risorse Controllo

Interdipendenze sequenziali. Un’attività precede l’altra, in quanto produce un output che è l’input dell’altra
Interdipendenze reciproche. Le attività producono output che costituiscono input reciproci
Interdipendenze di risorse. Le attività condividono le stesse risorse tecnologiche o competenze

Fonte: rielaborazione da Bartezzaghi, Spina e Verganti, Nuovi modelli d’impresa e tecnologie d’integrazione.

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I processi aziendali possono essere classificati in: basa il suo successo sull’innovazione dei prodotti,
suo processo chiave sarà lo sviluppo nuovi prodot-
✔ processi primari, che creano valore diretta- ti, il cui rendimento, ai fini dei risultati aziendali,
mente per il cliente esterno; sarà determinato da indicatori di prestazioni
✔ processi di supporto, necessari per la realiz- (performance) quali il numero di nuovi prodotti of-
zazione di quelli primari, che creano un output per il ferti ogni anno, il tempo medio di introduzione di
cliente interno e influenzano solo indirettamente la un nuovo prodotto sul mercato ecc. In relazione ai
soddisfazione del cliente esterno. processi chiave individuati, l’impresa deve cercare
di migliorare costantemente i propri indicatori di
Ogni impresa deve individuare i propri processi prestazione.
chiave, vale a dire quei processi che, in base alla Naturalmente ogni impresa, in relazione all’attività
strategia adottata, hanno un impatto determinante svolta, ai mercati serviti, alla strategia prescelta,
sui fattori critici di successo. Processi chiave pos- adotterà una differente classificazione dei propri
sono essere non solo i processi primari ma anche i processi, individuando i processi chiave determi-
processi di supporto. Ad esempio, se un’impresa nanti per il suo successo.

Le prestazioni dei processi aziendali

Le performance dei processi forniscono l’elemento quantitativo per valutare se il prodotto soddisfa le
aspettative del cliente. Dal loro costante miglioramento dipende la possibilità di ottimizzare i risultati del-
l’impresa.
Le prestazioni possono essere:

• prestazioni di costo, misurate dal costo sostenuto per l’ottenimento del prodotto;
• prestazioni di qualità, misurate dalla percentuale dei prodotti fabbricati conformemente al progetto
di produzione sul totale degli output ottenuti e dalla capacità del prodotto di essere affidabile nel tem-
po. La qualità viene anche misurata dal grado di soddisfazione del cliente (customer satisfaction), de-
terminata da vari parametri quali la puntualità nella consegna, le caratteristiche fisiche del prodotto, il
livello dei servizi post-vendita, l’onestà dell’impresa ecc;
• prestazioni di tempo, misurate dal tempo che intercorre tra il momento dell’ordine da parte del clien-
te e il momento della consegna del prodotto e dalla puntualità, vale a dire dal rispetto dei tempi di con-
segna pattuiti. Dal punto di vista interno, la misurazione viene effettuata tramite il lead time, cioè il
tempo che trascorre tra il momento dell’avvio del processo quando sono disponibili gli input e il mo-
mento in cui l’output è ultimato;
• prestazioni di flessibilità, misurate dalla capacità del processo di rispondere ai cambiamenti richiesti
dal cliente, sia di natura quantitativa, sia di natura qualitativa, con costi ridotti e tempi limitati.

L’ORGANIZZAZIONE PER PROCESSI strutture sono infatti complementari, non concor-


renti: le strutture funzionali e divisionali hanno come
I processi aziendali sono trasversali rispetto alle scopo un uso efficace ed efficiente delle risorse
strutture organizzative esistenti, funzionali o divi- nelle varie unità organizzative, mentre l’organizza-
sionali, nel senso che un processo attiva varie zione per processi è orientata alla completa soddi-
unità organizzative aziendali. Ad esempio, nella sfazione del cliente.
gestione di un reso, vengono attivati non solo l’Uf-
ficio resi, ma anche la Logistica e l’Ufficio control- La contemporanea gestione dei processi e della
lo qualità. struttura organizzativa richiede però, affinché siano
L’organizzazione per processi, di solito, si so- evitati ordini discordanti, una revisione e redistribu-
vrappone alla struttura organizzativa già esistente, zione dei compiti e delle responsabilità e organi di
senza sostituirla. Gli obiettivi che si pongono le due coordinamento tra i due livelli.

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L’organizzazione per processi necessita: cessi, orientata alla completa soddisfazione del
cliente esterno, le attività di supporto sono incor-
✔ della nomina di un responsabile di processo porate nei processi primari, in modo da poter es-
(process owner ), che opera trasversalmente alle sere eseguite con la stessa produttività. Ad
unità organizzative interessate. Il process owner esempio, il Controllo qualità e la Manutenzione
definisce gli obiettivi del processo, individua le pre- degli impianti potrebbero essere effettuati dallo
stazioni, controlla lo sviluppo del processo nell’otti- stesso gruppo di lavoro responsabile della fabbri-
ca di un miglioramento continuo, garantendo, allo cazione del prodotto finale o di una parte di esso.
stesso tempo, il coordinamento tra tutte le attività. Nel caso in cui ciò non sia possibile o convenien-
Il ruolo del process owner non è semplice perché si te, l’impresa organizzata per processi tende a
trova a operare in corresponsabilità e a volte anche esternalizzare le attività di supporto.
in conflitto con i vari responsabili di funzione; per
questo motivo il process owner deve essere una
persona altamente competente e dotata di autore-
volezza e capacità di leadership; IL CASO TOYOTA
✔ di una riprogettazione dei compiti e del- La fabbrica moderna torna ad assumere un
le mansioni del personale ( job redesign ), con ruolo centrale nella strategia di sviluppo delle
l’obiettivo di ridurre la specializzazione orizzontale imprese: il controllo della tecnologia e del pro-
esistente nelle strutture funzionali e divisionali, non cesso produttivo sono fattori fondamentali di
adatta in un’organizzazione per progetti in quanto successo nell’economia globalizzata. Tuttavia
può causare problemi di coordinamento e d’inte- la centralità della fabbrica non va intesa in
grazione. L’obiettivo è quello di affidare a singole senso tradizionale, con i reparti produttivi che
posizioni fasi del processo o anche, qualora sia sfornano prodotti di massa, in una logica di
possibile, l’intero processo (specializzazione verti- fordismo. L’impresa deve invece lavorare
cale, vedi caso Toyota). Anche in questo caso, tut- sempre di più “su misura”, in modo da realiz-
tavia, possono crearsi problemi di coordinamento zare i prodotti ordinati dai clienti.
dovuti al fatto che chi opera nel processo svolge Significativo a questo proposito l’esempio
compiti esecutivi, mentre il controllo e le decisioni della Toyota, impresa giapponese leader
vengono presi da soggetti diversi, allungando i mondiale nella produzione di automobili. Do-
tempi di attraversamento. È necessario quindi che po aver eliminato il magazzino, riducendo i
la specializzazione verticale sia accompagnata dal- tempi morti, da qualche anno la Toyota sta
l’empowerment, vale a dire da un percorso di for- sperimentando la “produzione a celle”. In pra-
mazione del personale finalizzato a un allargamento tica, a ogni operaio viene consegnato un kit di
delle mansioni e a un aumento delle competenze montaggio contenente tutti i componenti per
che comporti una delega a vari livelli del potere de- assemblare un determinato prodotto, che co-
cisionale, anche in un’ottica di controllo dei risulta- stituisce il suo output. I vantaggi sono molte-
ti. Quando le diverse attività del processo sono plici. L’impresa riesce a tenere sotto controllo
molto diversificate e difficilmente un singolo indivi- la qualità in tempo reale: ogni kit, infatti, con-
duo può acquisire tutte le competenze necessarie, tiene solo ed esclusivamente i pezzi necessa-
alcune fasi del processo, o anche l’intero processo, ri per realizzare quel determinato prodotto e
possono essere affidati a un gruppo di lavoro alla fine del processo non deve rimanere
(teamwork ); neanche una vite inutilizzata. Non è più ne-
cessario armonizzare i tempi di produzione
✔ di una riorganizzazione delle attività di come nelle catene di montaggio, in quanto
supporto, che vengono incorporate nei processi ciascun addetto lavora con il proprio ritmo. La
primari o esternalizzate. Le attività di supporto, in flessibilità è massima, in quanto ogni lavora-
una struttura organizzativa tradizionale, sono tore è in grado di assemblare vari modelli.
quelle meno efficienti in quanto, avendo una Ogni operatore, infine, svolgendo l’intero pro-
clientela esclusivamente interna, vengono svolte cesso produttivo risulta molto più soddisfatto
senza la valutazione diretta data dalla preferenza rispetto al lavoro ripetitivo della catena di
del cliente esterno. Tuttavia queste attività, se ge- montaggio.
neratrici di sprechi e d’inefficienze, incidono in
maniera determinante sul prezzo e sulla qualità Fonte: rielaborazione da Il Sole-24 Ore.
del prodotto finale. In un’organizzazione per pro-

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APPROFONDIMENTI

STRUTTURA PER PROCESSI

TOP MANAGEMENT TEAM

PROCESS TEAM 1 TEAM 2


OWNER
sviluppo Pianificazione CLIENTE
nuovi prodotti prodotti

Ricerca
Testing,
analisi
Produzione vendite
di mercato
PROCESS
OWNER
acquisti, Acquisti CLIENTE
produzione 0
e commercia-
lizzazione TEAM 1 TEAM 2

La figura, fonte di una rielaborazione personale da R. Daft, Organization Theory and Design, evidenzia come l’organizzazione
per processi si innesti nella struttura funzionale preesistente, intersecando le varie funzioni. La funzione logistica non è presen-
te in quanto si è ipotizzato che l’impresa operi secondo le tecniche del just in time.

LA LEAN ORGANIZATION manager è in grado di coordinare e controllare un


E LE STRUTTURE numero maggiore di dipendenti. Un’impresa
ORGANIZZATIVE ORIZZONTALI orientata per processi può quindi semplificare e
snellire la burocrazia aziendale per adottare una
L’ampliamento delle mansioni e personale più re- struttura organizzativa piatta (lean organiza-
sponsabilizzato riducono la necessità di coordi- tion), dotata di elevata flessibilità produttiva in
namento e di controllo da parte degli organi dire- quanto il vertice aziendale si avvicina ai processi
zionali. Per effetto dell’empowerment ciascun primari.

ORGANIZZAZIONE ELIMINAZIONE ORGANIZZAZIONE


GERARCHICA LIVELLI INTERMEDI SNELLA

In una lean organization i flussi informativi sono pre- Per alcune imprese, tuttavia, i processi assumono
valentemente orizzontali, finalizzati al coordina- una tale importanza che vengono fatti coincidere
mento tra le varie unità organizzative che operano con le funzioni e l’organizzazione per processi di-
per processi. viene l’unica forma organizzativa aziendale.

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APPROFONDIMENTI

Questa organizzazione prende il nome di struttura ✔ l’obiettivo fondamentale è quello della crea-
orizzontale. In tale organizzazione: zione di valore per il cliente, sia esterno, sia interno.
La completa soddisfazione del cliente interno per-
✔ la struttura viene formata aggregando le varie mette la creazione di maggiore valore per il cliente
attività in processi chiave, tenendo tuttavia conto esterno.
che un’attività può far parte di più processi e quindi
i confini organizzativi tra le varie attività non sono NAVIGANDO IN INTERNET
più nettamente delineati come in un’organizzazione
per funzioni; Un’approfondita descrizione dell’organizza-
zione per processi può essere reperita nei
✔ il process owner si trasforma in process ma- siti:
nager, unico responsabile della gestione dell’intero • www.aicq.it/vision2000/Approccio.pdf, gui-
processo. Il process manager, dotato di elevata au- da sui concetti e sull’uso dell’approccio per
tonomia decisionale, dirige tutti i team incaricati processi nei sistemi gestionali;
dello sviluppo del processo;
• www.cremona.polimi.it/dispense/SistemiIn-
✔ i team sono formati da persone altamente formativiAloisi/Organizzazione%20processi.p
qualificate, dotate di competenze trasversali. Ogni df, documento della Shell Chemicals Italy sul-
team è relativamente autonomo nelle decisioni, l’organizzazione per processi.
tranne in quelle interdipendenti con gli altri team;

STRUTTURA ORIZZONTALE

TOP MANAGEMENT TEAM

PROCESS TEAM 1 TEAM 2


OWNER
sviluppo Attività CLIENTE
nuovi prodotti Attività
Attività
Attività

PROCESS TEAM 1 TEAM 2


OWNER
acquisti, Attività
CLIENTE
produzione Attività Attività
e commercia-
Attività
lizzazione

Nella struttura orizzontale scompare la suddivisione per funzioni e le varie attività vengono raggruppate per processi chiave,
evidenziando le interconnessioni esistenti. Il process owner diventa process manager, unico responsabile del processo azien-
dale. Tutta la struttura organizzativa è finalizzata alla soddisfazione del cliente esterno ma le attività svolte e l’allocazione delle
risorse variano al mutare dei suoi gusti e delle sue preferenze.

In un’economia della flessibilità, tuttavia, le esigen- le risorse. Questa situazione, in una struttura or-
ze dei clienti mutano nel tempo e l’impresa che ganizzata soltanto per processi, crea una co-
vuole ottenere la customer satisfaction deve cam- stante instabilità, che porta la maggior parte
biare continuamente le sue attività. delle imprese a sovrapporre un’organizzazione
L’impresa, per adattarsi a tali cambiamenti, si per processi a una struttura organizzativa già
trova costretta a una riallocazione continua del- esistente.

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APPROFONDIMENTI

PAROLE CHIAVE
Vantaggio competitivo Preferenza per i suoi prodotti che un’impresa riesce a “inculcare” nei consumatori.
Un vantaggio competitivo, secondo le teorie di Michael Porter (1947, professore di
strategia manageriale alla William Lawrence University), può essere acquisito perché
l’impresa vende prodotti della stessa qualità di quelli dei concorrenti ma a prezzi in-
feriori, oppure perché fabbrica prodotti con determinate caratteristiche che li diffe-
renziano nettamente dagli altri.
Struttura (organizzazione) Struttura organizzativa caratterizzata da una divisione del lavoro per funzioni aziendali
funzionale (finanza, logistica, acquisti, produzione, vendite, marketing, personale ecc.) a capo di
ciascuna delle quali viene posto un direttore. La struttura funzionale si caratterizza
per un’accentuata linea intermedia e un’elevata specializzazione produttiva. Viene
adottata nelle imprese di media e grande dimensione.
Struttura (organizzazione) Struttura organizzativa caratterizzata da una prima articolazione per divisioni, che
divisionale possono corrispondere a linee di prodotti, a differenti aree geografiche di vendita o
anche a diversi segmenti di clientela, e da una seconda articolazione, all’interno del-
le divisioni, per funzioni aziendali. Questa organizzazione presenta quindi una dupli-
cazione delle funzioni, anche se possono essere presenti funzioni comuni a tutta
l’impresa. Viene adottata nelle imprese di grandi dimensioni.
Qualità totale Insieme di operazioni attuate da un’impresa con lo scopo di assicurare la massima
qualità possibile ai propri prodotti. Le operazioni poste in essere possono riguardare
sia il prodotto, eliminando tutte le imperfezioni e migliorandone la presentazione, sia
i servizi accessori forniti alla clientela (assistenza tecnica, consulenza, concessione
di finanziamenti ecc.).
Fordismo Tecnica produttiva basata sulla parcellizzazione e specializzazione del lavoro, che
consente di fabbricare moltissimi prodotti uguali a basso costo. Il termine deriva da
Henry Ford che per primo, durante gli anni 1920, introdusse tale tecnica produttiva,
basata sulla catena di montaggio, nella fabbricazione di automobili.

PER SAPERNE DI PIÙ


Per una conoscenza dettagliata di alcuni dei temi sviluppati nell’articolo invitiamo a leg-
gere il volume di Gianluca Spina, La gestione dell’impresa. Organizzazione, processi de-
cisionali, marketing, acquisti e supply chain, ETAS, 2006.

Il management non è un sapere che si possa imparare solo sui libri. L’esperienza pratica
è insostituibile. E, tuttavia, la conoscenza teorica certamente aiuta.
L’impostazione del volume è quella della Scuola di Ingegneria gestionale del Politecnico
di Milano. L’attenzione è al saper fare (e non solo al sapere), al “progetto di impresa”, al-
l’innovazione dei sistemi organizzativi e tecnologici, alla gestione dell’impresa-rete inse-
rita nei network di relazioni collaborative. In questo senso il management è molto più
della semplice buona amministrazione, pur necessaria. È essenzialmente capacità di organizzare e mobilitare le
risorse verso gli obiettivi di innovazione.
Delle quattro parti in cui si articola il volume, le prime due – organizzazione e processi decisionali – ne rappresen-
tano il cuore concettuale e sono intimamente legate tra loro: in chiave manageriale organizzare e decidere sono
due facce della stessa medaglia. Le due parti successive sono dedicate alla gestione delle interfacce nella cate-
na del valore, e in particolare ai rapporti con i mercati di sbocco per i prodotti e i servizi (marketing) e a quelli con
i fornitori e in generale i partner della filiera (acquisti e supply chain).
L’analisi di casi reali e un ricco apparato di tabelle e grafici esemplificano costantemente le considerazioni e i con-
cetti contenuti nel libro.
Gianluca Spina è ordinario di Gestione aziendale al Politecnico di Milano e Direttore del MIP, la business school del Politecnico
di Milano. Con il contributo di Raffaella Cagliano, Stefano Ronchi, Matteo Kalchschmidt, Federico Caniato, Evelyn Micelotta e
Francesca Bodini.

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