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Etica Generale

La scuola di Atene di Raffaelo:


Platone porta libro di Timeo – rappresenta la sua visione del mondo e del cielo, cioè filosofia
Speculativa
Aristotele ha libro di Etica – rappresenta filosofia pratica alla azione

Capitolo 1
Che cosa è Etica?
Comune intesa di etica è: “scienza che indica ciò che l’uomo deve fare per essere buono”
Etica è: “La scienza di ciò che l’uomo deve essere”, “Come dobbiamo diventare degni di umanità che è
in noi”

Non basta la fede?


- Gesù Cristo non ci ha dato risposta necessaria?

Filosofia serve per capire meglio la rivelazione, filosofia prepara il terreno per accogliere il vangelo.
Philosophia ancilla theologiae – filosofia è al servizio in casa della teologia ma è padrona in casa sua.
Filosofia non usa la verità rivelata!
- indaga con la ragione sull’uomo, sul mondo, sul Dio cercando di conoscere la verità
- prepara la strada per la fede = preambula fidei
- ogni verità conosciuta apre la strada alla conoscenza ulteriore
- la fede non distrugge la ragione, ma la suppone
- la fede non sostituisce la ragione, ma la completa e eleva
Filosoficamente non posso capire che Dio è Trino!
- Serve la rivelazione
- Dio è uno nella sostanza e trino come persona

Chi è il filosofo?
- Filosofo è un pensatore che cerca di fondare razionalmente i propri giudizi, senza fare appello ai
miti, fedi o opinioni della maggioranza
- Giudizi di filosofi devono essere fondati su argomenti razionali = discorso di filosofo è
scientifico
- Filosofo non tragga argomenti da verità di fede, fa senza usare la teologia

Ogni attività sapienziale è rivolta al ordine:


a) Ordine che è da contemplare
Contemplare = osservare divino, rispecchiare divino nella nostra vita
Considerare = sidera = astri
b) A fare ordine: considerando facit ordinem = questo è etica
- ordine che viene costruito dalla ragione
- la ragione mette in ordine vita umana
La ragione retta non basta che aderisca alla verità è necessaria ma non sufficiente.
Serve: La ragione sia vera e volontà buona

Metodi filosofici

Attitudini fondamentali della filosofia: stupore, rispetto, desiderio

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Stupore:
- la ricerca inizia dal stupore, non è possibile stupirsi senza essere spiazzati = “non capisco il mondo” è una
cosa stupenda
- spesso riduciamo stupore in Ideologia, quando non sappiamo e diciamo: “non è altro che”
(Questo è una espressione tipicamente ideologica)
- Riduciamo la realtà in qualche cosa che già conosciamo e lo mettiamo in un schema

Rispetto:
- i fatti non possono essere violentati e protagonisti dei fatti cioè persone vano rispettate
- non costruirti una immagine della realtà che la costituisca
- non fare una immagine di persona umana, dire: “tu sei così e così”
- ogni cosa va rispettata per quello che è
- rispettare la verità che mi sta davanti, devo accogliere la verità e non dominarla
- rispetto sempre per la persone altrove!

Desiderio:
- desiderio del bene: Bonum est quod omnia appetunt = Bene è quello che tutti desiderano
Quale bene ricerchiamo? La sophia / sapienza = la verità!
C’è bisogno di avere grande desiderio della verità (come c’è desiderio della aria per respirare)
Desiderio è l’attività della volontà!

Partire dalla esperienza:


- Da dove comincia la etica? La filosofia non comincia dai libri, quelli sono prodotto di attività filosofica.
Filosofia si costruisce attraverso il dialogo e parte dalla esperienza morale
= punto di partenza è esperienza! È un dato immediato.

Ciascuno di noi ha cominciato a riflettere sulle proprie esperienze e ha cominciato formare idee circa ciò che
è giusto e sbagliato, bello e brutto… tutto questo costituisce minimo di filosofia.

Consapevolezza dei condizionamenti:


- Nel formarsi “minimo di filosofia” ciascuno è condizionato. O dalla propria formazione culturale,
educazione, o tradizione, situazioni economiche … etc.
- Tutto questo ci condiziona e noi dobbiamo essere consapevoli dei condizionamenti.
- chi è consapevole del condizionamento è libero
- devo avere atteggiamento critico e verificare la consistenza delle ragioni

Ovvietà ed Evidenza:
Ovvietà:
- è quello che si trova per la strada
- non è una conoscenza, può essere anche sbagliata (per antichi era ovvio che sole gira intorno a terra)
Evidenza:
- mi è “evidente” ciò che è presente al mio conoscere, ciò che io conosco in quanto mi è presente
Abbiamo evidenza:
1) sensibile – è presente al suo conoscere, è presente ai nostri sensi
2) Intellegibile – non ha bisogno dato sensibile, ma appare al intelletto
Evidenza immediata: 7+5=12, Evidenza mediata: c2=a2 + b2
Formazione culturale:
- c’è rischio di ridurre filosofia al modello matematico
- per la matematica il metodo è sufficiente
- per la filosofia metodo è necessario, ma non sufficiente

Compito delle scienze matematico-sperimentali è ricondurre singoli fenomeni ad una generalità e


regolarità, ma non è così per la filosofia.
- il caso particolare rimane nella sua irriducibile singolarità
- quando un giudice giudica, applica la legge al caso concreto e non applica solo i principi alle circostanze.

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Sintesi:
- dobbiamo aprirci al stupore davanti all’essere, di rispettare la realtà e di desiderare con amore la verità
- il pinto di partenza della nostra indagine deve essere l’esperienza e “minimo di filosofia”
- per fare lavoro scientifico c’è bisogno che prendiamo coscienza dei condizionamenti quali vengono dalla
nostra cultura e educazione
- compito della filosofia sarà distruggere ovvietà per accedere alle evidenze
- evidenza filosofica non coincide con evidenza matematica e dobbiamo coltivare nostro gusto spirituale per
orientarci nelle situazioni concrete ed essere in grado co cogliere i valori autentici nella loro infinità varietà

17/10/2018
Caratteristiche specifiche dell’etica filosofica

La differenza tra etica e morale - sono la stessa cosa, sono i sinonimi


gr. ETHOS = uso comune
gr. ETHOS = lat. MOS ; Ethikos = Moralis

Per Hegel: Morale è comportamento privato e individuale


Etica è comportamento pubblico e collettivo

Habermas: rovescia impostazione di Hegel

Etica si occupa dell’esperienza morale:


Etica filosofica nasce dalla esperienza morale
Oggetto materiale: esperienza morale (è più ampia di atti umani)
Oggetto formale: che tipo di sapere cerchiamo?

Secondo certi autori la etica dovrebbe essere la scienza descrittiva = cioè dovrebbe descrivere come la
gente valuta in modo non valutativo (se. Descrivo modo in cui tu giudichi)
Descrittiva = non prescrittiva
Prescrittiva - indica le norme, le regole

Positivismo:
- oggi si chiama neo-positivismo o neo-empirismo
- nasce alla metà di 19. Sec di fronte a grandi scoperte e progressi scientifici
- le scienze sperimentali sono descrittive e non prescrivono nulla
- il metodo delle scienze sperimentali deve essere esteso a tutte le altre scienze (compreso etica)
- in filosofia progresso non c’è, filosofia ritorna continuamente
- positivisti dicono che la filosofia deve avere il progresso come le scienze sperimentali
= Etica diventa etnologia umana
Etnologia - è lo studio dello comportamento di animali
Per positivisti valore supremo è il progresso

Pensiero debole:
- nostro pensiero non è in grado raggiungere la realtà delle cose
- pensiero debole descrive altri modelli di pensare per vedere come altri pensano o come si comportano
- nasce al interno di Ermeneutica
Ermeneutica - è arte dell’interpretazione
- si limita a descrivere interpretivamente ed è una opinione provvisoria (non si può avere una convinzione,
pensiero deve essere fluido, come la società)
- esigenza di questo pensiero è essere democratici = “political correct” in tempo di post-modernismo
Dire che uno ha ragione e uno ha torto sarebbe discriminativo
- etica è liberticide = uccide libertà
Valore supremo è la libertà!

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Positivismo e anche pensiero debole negano di costruire una etica normativa.

Critica del positivismo:


a) Le scienze sperimentali sono descrittive e non normative
b) ogni scienza (anche etica) deve uniformarsi al modello delle scienze sperimentali
c) Dunque anche l’etica deve essere descrittiva e non normativa
Critica:
- b) è una promessa arbitraria (osobuje si pravo rozhodovat)
- per quale motivo etica dovrebbe uniformarsi al modelo delle scienze sperimentali? Questa
affermazione non può essere giustificata con i metodi di scienze sperimentali - non esiste procedimento
scientifico sperimentale il quale dimostri che ogni scienza deve uniformarsi al modello delle scienze
sperimentali.
- c) è auto-contradditoria, perché afferma e nega la stessa cosa. Afferma che la scienza sperimentale deve
essere non normativa, ma impone una norma, la norma di non imporre norme.

Critica di pensiero debole:


a) Tu ed Io abbiamo lo stesso valore
b) Ora, tu ed Io abbiamo opinioni diversi
c) Quindi le tue opinioni e le mie opinioni hanno stesso valore
- Sillogismo non è valido, per farlo valido bisogna inserire una dimostrazione intermedia di b1) che le
opinioni valgono quanto vale l’uomo che le esprime = non è possibile
- La opinione vale se corrisponde alla realtà!
- a) tu ed Io abbiamo stesso valore? Io e Hitler?
Libertari si fanno promotori di questi discorsi in nome delle spirito democratico!
- Argomenti di positivismo e di pensiero debole che vogliono affermare che etica deve essere scienza
descrittiva e non normativa sono fallaci!

Etica è una scienza normativo-categorica:

Etica è fondamentalmente una scienza normativa = prescrive obblighi e pone divieti


Ma ci sono altre scienze normative “tecnologie” (ingegneria, medicina, chimica)
Non tutte le scienze sperimentali sono descrittive, sono nello stesso momento anche prescrittive.

Norme tecniche: ci dicono come dobbiamo comportarci per essere buoni tecnici, sono norme settoriali
Norme etiche: ci dicono come comportarsi per essere buoni uomini/persone umane, sono norme globali

Tecnologie esprimono una normativa ipotetica: se vuoi x, allora devi!


(es. se voglio che la casa regga, allora devo …)

La morale esprime una normativa categorica! “Tu devi comportarti in questa maniera” per realizzare lo
scopo della esistenza umana

Scienze speculative possono arrivare a una certezza altissima.


Etica a che fare con il comportamento umano che è contingente, non c’è una certezza matematica è una
certezza pratica.

Etica è scienza di vita buona o arte della felicità:

- le norme morali sono delle indicazioni e seguendoli riusciamo a guidare la nostra vita a governare la nostra
esistenza in modo da sviluppare la nostra personalità in relazione con gli uomini, con Dio e con il mondo.
- fine di vita umana non è essere allegri!
- nel 14. Sec si sposta nel ambito di francescani la prospettiva della vita e si sviluppa morale dal punto
di vista di giudice e non dal punto di vista del soggetto (Giovanni Duns Scotto - quanto è grave il tuo
peccato) = bene consiste nella obbedienza
Prima era: va bene la mia vita, la nostra vita? Dal punto di vista del soggetto agente (Io e Noi)
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- così la etica è sviluppata dal punto di vista di giudice e le regole diventano il fine (fino a 19.sec.)

Etica classica: l’uomo virtuoso vive bene e per questo è felice!

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Capitolo 2
Fenomenologia della moralità
Fenomenologia: - dal gr. Phainomai = manifestazione, ciò che mi appare
- fenomenologia consiste nel lasciare parlare l’oggetto di cui si occupa, per scoprire che cosa è.

Esperienza morale:
- vediamo che cosa si mostra come (oggetto materiale di etica) esperienza morale
- alcuni ideologi tentavano di negare esperienza morale, sono maestri di sospetto: K. Marx, F. Nietsche e S.
Freud
- loro non potevano dimostrare che esperienza morale non si può dimostrare che non esista.

Karl Marx (1818-1883)


- ciò che è reale è la struttura sociale = economia
- unica struttura reale sono i rapporti di produzione e di lavoro
- questa struttura genera necessariamente un insieme di sovrastrutture quali servono per garantire la
struttura stessa = leggi, religione, diritto, morale (è tutto ciò che non è economia)
- Morale non è altro che prodotto di sovrastruttura che ha come scopo proibire ciò che turba ordine
economico!

Fridrich Nietsche (1844-1900)


- non è un filosofo di formazione ma un letterato di letteratura greca (poesia greca)
- vede nel cristianesimo nemico della cultura greca, la morale cristiana è “morale da schiavi”
- morale non è altro che una arma creata da deboli per non farsi dominare dai forti: chiamano “male” ciò che
è bene (forza, piacere, attaccamento alla terra) e “bene” ciò che è male (umiltà, temperanza, rinuncia)
- Morale non è altro che un prodotto di risentimento (nelibost) dei deboli nei confronto dei forti!

Sigmund Freud (1856-1939)


- è un medico di psichiatria
- scopre inconscio
- inconscio è una parte della nostra personalità di quale non siamo coscienti e condizione il nostro
comportamento.
- L’esperienza morale non è altro che il prodotto della repressione sessuale (di desiderio sessuale)!
- Nostro Io sarebbe determinato dal conflitto tra Es e Super Io. Es è una parte istintiva regolata da
principio di piacere. Super Io è comportamento razionale e considera che tutti piaceri non sono possibili.
- Il bambino è puro Es e acquista principio di realtà (vuole possedere la madre e uccidere il padre) dopo tre
anni il libido viene rimossa e si affida e identifica con la figura paterna = nasce la morale (super Io), che è un
sistema di regole, norme e proibizioni

24/10/2018

Esiste nella esperienza umana la esperienza morale? Alcuni autori negano esperienza morale.
Marx – è una sovrastruttura
Nietzsche – è un risentimento dei deboli nei confronto dei forti
Freud – è una repressione sessuale
= c’è una lotta contro la morale
Questi moralisti erano miletanti, che dietro la loro critica morale è la morale = è moralmente sbagliato fare
morale, quindi morale deve essere spazzata via.
- Quando morale si nega, allora si afferma!
Non è possibile avere una essenza di morale, si trova subito un’altra. È possibile sostituire morale con
altra.

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Freud:
- oggi il sesso è tabu in confessionale, in tutti ambiti il sesso è discorso normale
- ma ci sono altri tabu: sofferenza fisica, morte, dolore, sacrificio sono moralmente in-toreabili
- nostra civiltà nasconde la morte, oggi il lutto non c’è più

Nietzsche:
- i forti non sopportano esistenza dei deboli (sterminazione dei deboli = aborti, eutanasia)
- ogni malato deve essere curato, ma ci sono malattie incurabili, eutanasia è risentimento dei forti nel
confronto dei deboli

Marx: strutture economiche producono sempre altre strutture

Prendiamo questi atteggiamenti per mostrare esperienza morale.


Morale è esperienza di fronte ai comportamenti umani
- sentiamo nascere un giudizio che valuta comportamenti buoni e cattivi quando giudichiamo noi stesi e altri.

Esperienze morali

Giudizio sul comportamento di altri:

Scandalo:
- dal gr, Scandalon = ostacolo che fa inciampare
- è reazione di profonda indignazione di fronte a certi comportamenti
- suscita in me rabbia
- è qualcosa che non deve essere tollerato
- sono comportamenti incompatibili con dignità umana
- oggi scandalizza intolleranza, una volta era libertinismo

Ammirazione:
- dal lat. Ad-mirari= guardare-a
- esprime sentimento di stima e meraviglia che si prova nel vedere cose insieme belle e straordinarie
Si può provare ammirazione di fronte a oggetti molto diversi (ammirare il tramonto, crescita di una pianta,
bellezza di un fiore, un’opera umana)
1) Ammirazione di fatti naturali
- esclusivamente considero la bellezza
- si può risalire al creatore
2) Ammirazione di un’opera umana
- ai ammira opera d’arte ma anche l’artista = stima per una persona come artista
- l’uomo può essere grande pittore pur essendo un ladro e violento
3) Ammirazione davanti al comportamento di un uomo
- è una ammirazione morale
- ammirazione di uno che è degno di umanità in sé
- ammiro qualcuno come persona umana
Non è possibile scandalizzarsi o ammirare se non ci fosse in noi qualche regola, idea di come l’uomo
dovrebbe comportarsi, cioè qualche criterio morale.

Giudizio sul comportamento proprio:

Rimorso:
- dal lat. Remordere = frequentemente mordere
Ted. Gewissensbiss = morso della coscienza
- rimorso è il tormento interiore conseguente alla consapevolezza del male operato

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- è un vivo rimprovero della coscienza per aver violato l’ordine che essa ha pronunciato.
- rimorso non è un sentimento, ma porta molteplici sentimenti come: angoscia, tristezza, paura, timore,
disperazione, ansia
- rimorso è una esperienza tragica, cioè il soggetto è scisso (rozdělen) in due, è accusato e accusatore
- me stesso mi infligge la sofferenza
- in cui il passato colpevole si erge contro il presente creando frattura nell’animo del soggetto
- in rimorso giudico me stesso in base a un criterio che è in me, ma non dipende da me. Non posso
adattare questo criterio e non posso manipolarlo.

Rimpianto: è quando ho fatto una cosa inutile (ho perso soldi nella borsa)

Gratificazione:
- è quando ci rendiamo conto di aver agito rettamente
- sono sodisfatto di me stesso, quando una azione mi è costato fatica, dolore
- quando mi dico “ne valsa la pena”

C’è un denominatore comune in queste esperienze quale coinvolge nostra volontà.


- Avere occhi belli non è merito mio
Merito: - è quando mi impegno volontariamente
- è aumento del valore morale di un uomo dovuto ai suoi atti
- Quando ammirò qualcuno come persona, questa persona impegna sua volontà, coltiva le sue
dotti
(es. Socrate risulta ammirevole, Maximiliano Kolbe è ammirevole quando con la sua volontà si è scambiato con un altro prigioniero
ad Aushwitz)

25/10/2018
Caratteristiche essenziali delle esperienze morali

Giudizi sono orientati da comportamento volontario, cioè sono mossi dalla volontà che è coinvolta.
a) esperienze umane che non coinvolgono volontà (matematica, una volta ho capito la volontà non è mossa)
b) esperienze umane di carattere morale dove è coinvolta la volontà
- volontà può muoversi perché è attratta dal piacere
- quando vedi qualcosa di bello ti fermi a godere la bellezza = la bellezza colpisce i sensi e attiva la
volontà
= volontà è attratta dal piacere!

Esperienza estetica è diversa dalla esperienza etica - nella esperienza etica la volontà è obbligata dal
dovere!

Ma c’è falsa opinione in linguaggio comune tra dovere è libertà, si pensa se c’è dovere non c’è libertà!
- Nessuno può avere un dovere se non è libero.
(es. ti obbligo che tu sia nato in Cina – non sono libero, non ho dovere)
- Io sono libero e per questo ho dovere, soltanto l’uomo libero ha gli obblighi.
- Non è vero che libertà c’è o non c’è, libertà non è ON/OFF, ma ci sono gradi di libertà.
- Dovere implica (zahrnuje) la libertà!

Responsabilità:
- dal lat. Respondere, res = la cosa; pondus – ponderare = peso, pesare la situazione
- è una capacità di portare peso delle proprie scelte
- è proprietà del essere libero in virtù della quale deve rendere conto dei suoi atti dinanzi a colui dal quale
dipende
Dovere + Libertà = Responsabilità

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Perché qualcosa si presenta come dovere? Certe azioni si presentano come doverose
- Si presenta come doveroso quello che ci appare come bene? – Che cosa è Bene?
Bene può essere usato come: sostantivo (pod.jmeno) Un bene
avverbio (příslovce) Hai fatto bene
aggettivo (přídavné jméno) è buono

Come appare Bene nella nostra esistenza?


- Ci sono tante persone che bene è ciò che mi attrae, ciò che mi piace. Ma è insoddisfacente!
Perché la nostra facoltà di “aspirare” è aperta ad infinito.
Ogni piacere sensitivo che mi sodisfa è limitato! Non può sodisfare pienamente.
Perché nell’uomo c’è una sette infinita che non può essere saziata da prodotti finiti!
Siamo sempre in sodisfati nei piaceri.
- Il piacere proviene dai sensi, ma i sensi sono determinati al concreto (sensibili propri = un aspetto del
senso)
- Desiderio dell’uomo è aperto al infinito insaziabile, si situa non al livello sensibile ma sulla
razionalità quale è aperta al infinito. Piaceri sono particolari, ma finiti. Non è possibile arrivare
al infinito.

Mozart: “Don Giovanni” è libertino che è sempre a caccia di donne, è un seduttore, ma neanche 1003 donne
di spagna non lo soddisfa, è un infinito irraggiungibile. Don Giovanni è costretto a essere insoddisfatto.
Don Giovanni cerca una relazione con donna per soddisfare il piacere, ma non lo soddisfa.
Canto di servo del Don Giovanni

Rolling stones: canto “I can’t get no satisfaction” – cerchi la soddisfazione, cerchi il piacere, ma non lo
trovi.
Canto di Rolling Stones

Il Piacere non può essere Bene in quanto tale!


- Le cose piacevoli sono desiderabili, noi non desideriamo piacere, ma qualcosa che ci procura
piacere!
- Buon gustaio vuole mangiare bene e prova piacere.
- Fine non è il piacere, ma la cosa piacevole.
- L’amante non desidera semplicemente l’estasi erotica, ma il gioco erotico che gli procura estasi
- Vogliamo “qualcosa” e con esso accogliamo il piacere che ciò comporta.
Questo “qualcosa” piacevole è Bene.
Desideriamo:
1) Desideriamo cose piacevoli, attività piacevole, non il piacere
- se è vero che desideriamo cose piacevoli è anche vero che non desideriamo cose non piacevoli
(cavarsi un dente)
2) Desideriamo Bene che è utile, ma non deve essere piacevole
(es. cavarsi un dente, il fine è che dente non mi fa male o sopporti un viaggio sgradevole per
abbracciare persona amata)
3) Si può desiderare una attività priva di piacere e priva di utilità
- non è il piacere, non è utile = è un dovere che mi spinge, è un Bene in sé.

“Bene” significa come concetto analogo:


1) Bene piacevole, dilettevole – il godimento che risulta dal conseguimento d’un bene.
2) Bene utile – è in relazione con altro bene, è cercato come mezzo in vista di un altro bene.
3) Bene onesto – che è Bene in sé, va ricercato per sé. Quello che è ricercato per se stesso, per la sua
convenienza con la ragione.

Valore e disvalori:
- valore è ciò che risulta importante per noi, rappresenta il Fine di qualche nostra tendenza
Chi agisce, agisca in vista di un fine c’è intenzionalità in agire umano.

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“Bene” è il fine di ciò che è desiderabile
“bene” è ciò che viene desiderato e si pone come il fine di agire, il “male” è il suo contrario

Il bene morale:

Il bene si presenta come oggetto di desiderio


- verso questo oggetto attraiamo la nostra volontà e ci spingiamo verso una scelta per conseguire oggetto.
Da questo viene intenzionalità dell’agire umano:
- Chi agisce, agisca in vista di un fine.
- Questo fine deve essere conosciuto dalla ragione e desiderato dalla volontà!
- Tutto ciò che noi vogliamo lo vogliamo perché abbiamo desiderio della felicità.
- Il desiderio della felicità non può funzionare come criterio per il discernimento sul
comportamento.

Che bene c’è?

Da domanda: Che male c’è fare rapporti prematrimoniali?


- La domanda è sbagliata. Che cosa è il male? Male è una privazione del bene. (ciò che è vero è bene)
Domanda giusta: Che bene c’è nei rapporti prematrimoniali? Vediamo se questo bene è ordinato nel
insieme della tua vita.
S. Tommaso: La etica mete in ordine i vari desideri.

Che bene c’è nella mia vita?


- quando la mia vita è buona, quando realizza in modo ordinato il bene.

Bene indica ciò che corrisponde al desiderio:


1) Bene utile – è un mezzo che consente raggiungere un fine ulteriore
2) Bene dilettevole – è ciò che procura il piacere
3) Bene onesto – è ciò che è fine in se stesso

Ma c’è un rapporto gerarchico di dipendenza:


- ci si diletta di qualcosa = ciò che procura piacere è più importante
- qualcosa è utile per qualcosa altro
- bene onesto viene desiderato per se stesso e non in rapporto a qualcosa altro

E il male?
Non si può desiderare un male (come sostantivo, pod.jmeno), ma si può usare come avverbio (prislovce)
male in modo sbagliato. Male è quando privilegio bene utile e dilettevole prima del bene onesto.

Capitolo 3
Il comportamento volontario
Che cosa significa volontario? (come aggettivo, přidavné jméno)

Atti dell’uomo e atti umani:


Dobbiamo distinguere tra:
1) Atti dell’uomo: è qualunque cosa che l’uomo faccia, non si possono giudicare dal punto di vista morale
2) Atti umani:
- sono una parte dei atti dell’uomo
- sono atti che l’uomo compie in quanto l’uomo
- sono atti compiuti con intelligenza è volontà
- sono moralmente giudicabili

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Chi agisce, agisce per un fine = PER significa due cose:
1) volontà = desiderio (teso verso proprio fine)
2) Intelligenza conosce il oggetto
- C’è bisogno di conoscere il oggetto, perché intelligenza deve conoscere qualcosa come bene

Fenomenologia del agire umano:


Se riflettiamo sul nostro agire, ci rendiamo conto di alcune caratteristiche costanti:

Intelligenza Volontà
1) Intelligenza conosca il bene o oggetto 2) Oggetto è presentato alla volontà
3) Giudizio sulla possibilità del bene 4) Volontà esprime intenzione = decido (Si/No)
5) Deliberazione = pianificazione 6) Consenso della volontà, il fine si vuole
Intelligenza pianifica se bene è possibile
7) Intelligenza riflette sul primo mezzo opportuno 8) Volontà sceglie il mezzo
9) Commando della ragione 10) Io uso mezzi necessari per conseguire il mio
fine
11) Godimento del bene

1-4 sono passi che riguardano il fine


5-10 sono ciò che riguarda i mezzi
11 è il godimento del fine
- Questa struttura si ripete sempre in atti umani

First In Lost Out = ciò che è primo nel intenzione è ultimo nell’esecuzione!
- Si parte dal fine/esigenze/lo scopo e poi si trovano i mezzi

L’intelligenza nell’atto umano/morale:

- nulla può esser voluto se prima non è conosciuto!


- la conoscenza mette in moto la ragione
Soggetto deve conoscere atto e la qualità morale dell’atto = soggetto ha piena responsabilità

1) Scienza - è conoscenza dell’atto nella sua struttura e nel suo fine


- è conoscenza della qualità morale dell’atto
Ignoranza (dubbio) – è non avere la scienza

2) Avvertenza - è consapevolezza di fare qualcosa, mi rendo conto che atto si sta facendo
Inavvertenza - non mi rendo conto di fare una azione, toglie di tutto la responsabilità

Agire per ignoranza:


- significa compiere un’azione che non si sarebbe mai compiuta se ne fosse conosciuta la consistenza
fisica o la qualità morale dell’atto. (es. Agamennone uccide la sua figli come sacrificio agli dei)
- ignoranza toglie la responsabilità
- ignoranza è la “ragione per cui”

Può essere anche:


1) Qualcosa che il soggetto avrebbe dovuto conoscere (es. dovere nel ufficio dove lavora)
2) Qualcosa che avrebbe potuto conoscere = agire per negligenza
3) Qualcosa che non avrebbe potuto conoscere, se invece tali conoscenze erano per me
irraggiungibili sono esonerato dalla responsabilità

Agire ignorando:
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- significa compiere un’azione “senza” conoscere i particolari, ma non “a motivo” dell’ignoranza,
ma per altre ragioni.
(es. Ubriaco che provoca un incidente inconsapelvolmente, incidente non lo provoca “a motivo” del
ignoranza, ma a motivo della ubriachezza)
- è fare una cosa senza sapere

Rapporto tra intelligenza è volontà:


- questo rapporto non è unidirezionale (prima conosco e poi voglio) ma è bidirezionale:
conosco perché voglio conoscere e in qualche caso, potrei ignorare perché voglio ignorare.

a) Ignoranza affectata:
- non voglio conoscere perché la mia intenzione è già formata e non intendo metterla in
discussione
- io voglia rimanere ignorante per non dovermi conformare ad una verità che mi disturberebbe
b) Ignoranza crassa: - quando non conosci le cose che sono sotto occhi di tutti
c) Ignoranza supina: - è ignoranza per la pigrizia, uno non si dà da fare per conoscere la verità

La volontà nell’intelletto umano:

Intelligenza è facoltà conoscitiva, non vuole niente


Volontà, desidera e non conosce niente, è appetito razionale
- il Bene viene conosciuto da Intelligenza e desiderato dalla volontà (es. è bene studiare, ma non mi va)

Volontà caratterizza libertà del l’uomo! = siamo protagonisti del nostro comportamento, mio
comportamento dipende da me.
- Atto volontario è atto libero!
- Azione volontaria nasce dalla mia scelta, mia approvazione, da un principio interno che sono Io, ed è
un azione spontanea.
- contrario al atto volontario è violento

1) Atto volontario ed involontario:


- siamo protagonisti di ciò che causiamo volontariamente

Atto volontario: è spontaneo, è causato dalla mia volontà (es. tirare a porta e fare il gol)
Atto involontario/violento: ciò che è contrario alla volontà (difensore dà auto-gol)
Atto voluto: è desiderato, approvato dalla volontà (es. volevo fare il cross, ma ho fatto gol)
Atto non-voluto: è un atto disapprovato dalla volontà

2) Atto volontario semplice e volontario relativo:

Volontario semplice: è un atto che costituisce in se stesso l’oggetto di tendenza della volontà del soggetto
Volontario relativo/limitato: è un atto a cui la volontà del soggetto tende suo malgrado, per fa fronte ad una
determinata circostanza

3) Atto volontario voluto e volontario tollerato:


Volontario voluto: è approvato dalla volontà = volontario diretto, cioè effetto cattivo è voluto
(es. uccisione di un bambino in grembo di sua madre per salvare il cuore della madre)

Volontario tollerato: - è atto volontario indiretto, si vuole il bene, ma si tollera male sopportato
- è riconosciuto come male disapprovato dalla volontà e sopportato
(es. uccisione del bambino nel grembo della madre a causa di un cancro nell’utero della madre, è un male tollerato, non voluto;
effetto collaterale è inevitabile)
- importante è che effetto buono non è attraverso il effetto cattivo
8.11.2018
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Emozioni e sentimenti nell’agire umano:

Intelligenza e volontà manifestano la natura razionale specifica dell’uomo.


- la nostra razionalità è volontà sono incarnate dentro di noi.
Quando siamo davanti un bene o male non è in gioco solo la intelligenza e volontà, ma è anche la nostra
sensibilità.
Anima = Razionalità; Corpo = sensibilità
- atti di razionalità e sensibilità sono connesso tra di loro = Psichismo

Elementi fondamentali del psichismo:


sono chiamate “Passioni” ma oggi sono: sentimenti, emozioni e modi di sensibilità o sensazioni
- c’è una differenza tra di loro e sta nel coinvolgimento della volontà

Sensibilità o sensazioni: la volontà non partecipa, dura secondi/minuti


Emozioni: razionalità e volontà partecipano, dura ore (es. hai paura e non riesci ragionare bene)
Sentimenti: - la volontà assume emozioni e sensazioni
- volontà si lascia a coinvolgere, dura molto di più che ore (giorni, settimane)
- sentimenti si nutrono, alimentano (sentimento c’è perché lo stai nutrendo)

Tutte le nostre passioni hanno una base corporea.


- questi sentimenti influenzano la vita morale
- hanno fondamentalmente due radici

1) amore, attrazione - porta a stare vicino, è qualcosa che partecipiamo come bene
se bene è assente = c’è desiderio
se bene e presente = c’è la gioia

2) odio, repulsione
- si rivolge verso ciò che si presenta come “male”
se male è previsto = timore
se male è presente = tristezza o collera
tristezza – non c’è niente da fare
collera – quando possiamo a combattere
Le passioni sono risposte “spontanee” di fronte a certi stimoli davanti determinati oggetti
- in se stesse non sono volontarie
- possono diventare volontarie: a) perché volontà si gli procura = sono comandate dalla volontà
- eccitazione sessuale non è volontaria, ma la volontà può procurarsi
emozione sessuale (materiale pornografico)
- passione per lo zelo evangelico (la volontà comanda)

b) perché la volontà non resiste alle passioni – sorgono spontaneamente


Io posso: 1) approvare con la volontà (ho la collera “adesso mi arrabbio”)
2) respingerli – cerco di distrarmi

- Quando le passioni insorgono senza la volontà o contro di essa, possono rendere atto semi-volontario
o addirittura involontario.

- Quando le passioni sono comandate dalla volontà rendo atto volontario più pieno, aumento
volontarietà

Le passioni sono moralmente neutre!


C’è bisogno fare il discernimento ed il controllo delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, ma non
certo la repressione indiscriminata delle passioni.

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La libertà nel agire umano:

Perché siamo liberi? In forza di che cosa?


- Siamo liberi perché siamo capaci di riflessione!
- possiamo riflettere sul proprio tendere, il lupo vede il cibo e tende di mangiarlo, l’uomo riflette e può
tornare indietro con atto di volontà sugli atti precedentemente posti dalla volontà stessa.

Possiamo riflettere sui atti:


1) mi piace e lo voglio (un dolce)
2) posso respingere il mio volere: non voglio volerlo
- solo la nostra spiritualità e razionalità può riflettere!

L’atto umano è sempre libero (atto compiuto con intelligenza e volontà), o può essere più o meno libero
- il grado di libertà è direttamente proporzionale alla lucidità dell’intelligenza ed al dominio della volontà
- la libertà implica responsabilità, il soggetto può essere chiamato a “rispondere” dei propri atti
- la responsabilità di una determinata azione può essere in atto o in causa (ho tendenza al ira)

Noi impariamo a riflettere e ci educhiamo a riflettere!


L’uomo nasce libero? Nasce potenzialmente libero. Libero si diventa!

Libertà è capacità di controllarsi =autocontrollo


- ci controlliamo con la volontà basata all’intelligenza
- più intelligenza è lucida, più soggetto è libero = ci sono gradi di libertà
- il soggetto è responsabile sui atti di cui è libero

Responsabilità in atto: (es. posso deliberarmi di arrabbiare)


Responsabilità in causa: (es. ubriaco che fa un incidente)
- è possibile di perdere la pazienza, vorresti mantenere la calma, ma passione ti sovrasta ed sei autore di
comportamento colerico. (sei responsabile in causa)

Ager sequitur esse = Agire segue essere


agire è conseguenza come vivo e come ho vissuto

Gli Habitus

Habitus:
- è una attitudine (schopnost), (una capacità di…) verso un determinato stabile delle facoltà del soggetto
verso un determinato tipo di atti
- è una capacità acquistata (es. scrivere, suonare violino, guidare machina, etc.)
- Habitus si acquistano mediante la ripetizione di atti di un determinato tipo
- con Habitus si modifica anche la mia volontà, la volontà acquisisce un habitus
- c’è bisogno costringersi con la volontà
- Habitus è orientamento stabile verso in tipo di comportamento

Habitus moralmente qualificabili hanno sempre a fare con la volontà, comportamento volontario buono o
cattivo.
Habitus che non sono moralmente qualificabili: scrivere, guidare macchina, suonare strumento musicale,
ect.

Habitus moralmente buoni = virtù, perfezionano la personalità del soggetto, lo rendono più umano
Habitus moralmente cattivi = vizio, ci lasciamo guidare da motivi irrazionali e non esercitiamo controllo
delle nostre azioni, siamo sempre meno liberi e ottusi di riconoscere il bene e pigri a tendervi

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Habitus sviluppa la nostra umanità in modo degno.
Virtù è habitus di comportamento libero.

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Capitolo 4
Le virtù in generale
Come dobbiamo essere per realizzare pienamente la nostra personalità? Dobbiamo essere virtuosi!

Virtù nel discorso etico:

In antichità in etica si rifletteva sulla virtù, moderni riflettevano sulla legge.


L’uomo virtuoso è che non: si arrabbia, non fuma, non beve,…etc.
- questo è un modo valso di virtù!

Virtus viene dal latino “vis, roboris” = forza, virtù è “motore” della vita morale!
- virtù è un elemento dinamico, è un modo di essere
- virtù non è possedere

Virtù è una modalità di vivere, essere.

- virtù non è la legge. Legge per applicarla bisogna conoscerla con la educazione. Legge deve essere saggia
e giusta ed deve essere fatta da uomini virtuosi.

Definizione nominale della virtù:

La virtù è una buona qualità della mente, grazie alle quale si vive rettamente e della quale nessuna usa male
(S. Agostino)

Definizione sostanziale della virtù:

La virtù è una disposizione che riguarda la scelta, consiste in una medietà in rapporto in noi, determinata
secondo ragione, così come la determinerebbe un uomo saggio.
(Aristotele)

La Medietà:
medietà ≠ mediocrità
medietà = giusto medio
- criterio della scelta è la ragione
- “come la determinerebbe l’uomo saggio” = l’uomo virtuoso, da cui virtù determina al tra virtù (circolo
vizioso)

Virtù è armonica, le virtù sono in armonia una con altra


- virtù costituisce una vita equilibrata
Vizio è disarmonia – è problema essere adulteri e avari

Classificazione delle virtù:

- c’è una differenza tra virtù intellettuali a virtù morali


Socrate: per fare il bene è sufficiente conoscerlo; chi conosce il bene non può fare il male
Ovidio: “Vedo le cose migliori e le approvo, ma poi seguo peggiori” = non basta conoscere il bene,
bisogna anche volerlo!
Nell’uomo una cosa è conoscere a altra è desiderare!
- sono due cose connesse, ma distinte: conoscere = ragione; appetito = desiderio
a) Ragione domina corpo con violenza (es. mente comanda: “Alza la mano”)
b) Ragione sui desideri non può esercitare dominio
- ragione deve dominare desideri con persuasione e convincimento, se no, desideri andrebbero per
conto
loro, ma così la ragione gli educa per essere docili
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- è necessario formare i desideri, appetiti

Virtù cardinali:

Cardine è ciò che regge (základ, stěžej, veřej, panty)

Virtù cardinali: Saggezza, Giustizia, Fortezza, Temperanza

Perché virtù cardinali sono? Perché 4 sono le facoltà umane coinvolte nel agire umano: intelletto, volontà,
irascibile, concupiscibile.

Saggezza:
- ci dà la misura di medietà in rapporto a noi
- dà criteri a tutte le virtù
- è anima/forma delle virtù
- fa che l’uomo si comporti bene nella scelta di quei mezzi che seguono la fine

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Giustizia:
- è dare a ciascuno il suo
- ad ogni l’uomo bene che gli spetta
Ingiustizia: è vizio per eccellenza, è la perversione della volontà stessa

Temperanza:
- mantiene ordine nel desiderare

Fortezza:
- comporta perseveranza e pazienza ed è caratterizzata dalla serenità
- è necessaria per essere giusti

Le virtù sono un organismo e sono connesse tra di loro, se una si promuove, si promuovono anche altre,
se una si trascura si trascurano anche le altre.

Virtù annesse:

- alle virtù cardinali si riconducono altre virtù morali come parti:


a) soggettive:
- sono un aspetto di quella virtù cardinali
- sono come le facciate dell’edificio (es. sobrietà e castità = temperanza)
b) integrali:
- fanno parte della virtù cardinale
- sono parti integrali dell’edificio (es. umiltà = saggezza, pazienza = fortezza)
c) potenziali:
- hanno vicinanza con le virtù cardinali
- sono come garage vicino all’edificio
- hanno un rapporto con la virtù (es. religione = giustizia, pietà = giustizia)

La connessione tra virtù:

- le virtù sono ordine dell’amore


- La virtù come amore ordinato di sé stesso e di prossimo, rende capaci e degni di vivere in armonia
con le persone e con Dio.

Capitolo 5
Saggezza

Saggezza: “è habitus che orienta stabilmente la ragione al vero bene”

- la saggezza fa sì che l’uomo si comporti bene nella scelta di quei mezzi che servono al fine
- saggezza è habitus della ragione pratica

Saggezza: gr. Phronesis – lat. Prudentia

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Primato della saggezza:
- saggezza è la virtù più importante
- c’è un fine nella nostra vita, che dà senso a tutti altri fini = vivere umanamente, cioè essere uomini
secondo verità

S. Tommaso: “il bene dell’uomo in quanto l’uomo è: che la ragione sia perfetta nella conoscenza della
verità, e i desideri inferiori siano regolati secondo la regola della ragione “

1) la ragione deve perfezionarsi nella conoscenza della verità:


- saggezza come virtù conoscitiva deve conoscere la giusta misura

2) La ragione che si perfeziona nella conoscenza della verità deve farsi forma (guidare) e regola dei
desideri:
- desiderare in modo umano
- desideri devono essere giustamente proporzionati in rapporto a noi

Ogni virtù raggiunge perfezione solo se è guidata dalla saggezza!

Saggezza ci fa conoscere i mezzi e indica i fini.


Saggezza non ha propria materia, ma è alla base di tutte le virtù
- dà forma alle altre virtù, conferisce loro quella “misura” (la medietà in rapporto a noi) senza la quale la
virtù non è nemmeno pensabile.

Prudentia auriga virtutum = Saggezza è auriga delle virtù!

Operazioni della saggezza:

Saggezza deve trovare il giusto medio nelle virtù morali


Non è possibile volere qualcosa se prima non si conosce:
- saggezza cerca i mezzi per raggiungere il fine
- chi giudica rettamente deve anche fare ciò che è retto, solo così è saggio = Agire!
- saggio è colui che fa bene.

Saggezza come virtù conoscitiva:


- riguarda il passato
- per raggiungere fini virtuosi serve riflessione, interrogazione paziente della realtà

Riflessione - per raggiungere fini virtuosi serve riflessione, interrogazione paziente della realtà
Mancanza: Impulsività (prudkost)
Dissennatezza (zbrklost)
Eccesso: inconcludenza
Solertia – è capacità di riflettere rapidamente, è una eccellenza della riflessione

Esperienza – saggezza ha bisogno di un sapere che si accumula nel tempo


– saggio sa come agire, perché ha accumulato esperienza e la tiene in memoria
– il giovane non può essere l’uomo saggio

Memoria – c’è bisogno vigilare sui propri ricordi, riflettere sulle esperienze vissute

Docilità è umiltà – chi vuole diventare saggio deve lasciarsi istruire, deve rinunciare alla presunzione di
sapere già tutto, deve essere umile e docile

Saggezza come virtù imperativa:

- è rivolta al futuro

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Previdenza – l’uomo pre-vede le necessità future, vede prima ciò che può accadere
Providenza – l’uomo pro-vede a ciò di cui ci sarà bisogno (proccurò ciò che mi sarà utile

Mancanza: Imprevidenza, Indecisione


Eccesso: Pseudo-Saggezza – fa illudere di ottenere un fine buono con mezzi cattivi o fine cattivo
con mezzi buoni

Saggio non si illude di false certezze. Nella morale non c’è certezza matematica, non c’è universalità
Saggezza richiede certezza morale = ciò che sappiamo di dover fare: non uccidere, non rubare
- in altri casi saggio deve accontentarsi di una probabilità solo relativa, cioè in questi casi saggio agisce
in modo sicuro traendo le conferme da esperienza della vita passata, dalla rettitudine della propria
ricerca del vero bene.

- per coltivare la saggezza è necessaria castità (per giovani) e per i vecchi che non sono avari (assicurarsi i
beni)

Per la saggezza si richiede l’esperienza, la memoria e la castità, rinunciare alle riserve di autoconservazione e
richiede anche coraggio.

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Capitolo 6
Giustizia
Il concetto giustizia:
Equilibrio: Aequor = mare quando è calmo, Lybra = bilancia

S. Tommaso:
- ricorre dal latino alla lingua volgare
- le cose rote devono essere “aggiustate” = le cose sono giuste come dovrebbero essere

Platone:
- l’uomo “giusto” è colui che ha realizzato umanità in sé
- Giustizia consiste nel equilibrio tra saggezza, coraggio e temperanza nell’anima dell’uomo
Giustizia è armonia tra le virtù!
Città divisa in tre classi: governanti = saggezza, guerrieri = coraggio (irascibile), popolo = temperanza
(concupiscibile)

Giustizia: è una attitudine in forza della quale, con volontà costante e duratura,
si riconosce a ciascuno il suo diritto.

Sap 8,7
Giustizia generale: equilibrio di tutte le virtù
Giustizia particolare: consiste fondamentalmente nel riconoscere bene nel altro = dare a ciascuno suo!

Diritto:

Diritto è un rapporto tra un bene e persona (tra soggetto è oggetto


Iustitia: Ius, iuris = diritto, giustizia è azione con quale si pone il diritto

Persona (comunità) Cosa (il pane), Prestazione (cure mediche)


- soggetto del diritto - oggetto del diritto
- diritto attivo - diritto passivo

Diritto consiste nella facoltà morale di pretendere come propria


(es. ho lavorato per un messe e pretendo la soldi)

Titolari del diritto possono essere solo le persone, perché solo loro hanno facoltà morale!
- animali non hanno diritti, noi abbiamo determinati doveri
- terra non ha diritto, abbiamo doveri verso ambiente

Persona (comunità) Persona (comunità)


- titolare del diritto - titolare del debito (del dovere)

Diritto è spazio necessario allo sviluppo della persona

Bene comune: è come la rete di condizioni in forza delle quali ognuno, se vuole, può raggiungere il suo fine
- il singolo potrebbe non volere non raggiungere il propria bene, ma non può e non deve in modo dannoso
danneggiare il bene di altri o i loro diritti

Giustizia generale e giustizia particolare:

L’uomo giusto è colui che ha un dovere e lo adempie


Giustizia rende ordinato rapporto dell’uomo con altri, altre virtù perfezionano l’uomo solo nelle cose
che riguardano se stesso.
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Giustizia verso singolo: (dimensione individuale)
- consiste nel dare a ciascuno ciò che gli è dovuto

Giustizia verso comunità: (dimensione generale)


- io stesso sono parte del tutto verso il quale ho doveri
- il mio bene è ordinabile al bene comune
- non posso fare quello che voglio, perché danneggio me stesso e anche la comunità = mi comporto in
modo ingiusto
- ognuno cerca essere virtuoso, se no, danneggia comunità

La giustizia generale assume tutte le virtù morali: saggezza, coraggio, temperanza, giustizia particolare e le
dirige al bene comune.
La giustizia particolare dà all’altro ciò che gli spetta tendendo in considerazione bene comune

Dovere morale non è dovere giuridico:


A) un amico mi ha trattato male, poi si è pentito e mi chiede perdono, so di doverlo perdonare
B) ho ricevuto il prestito da un amico, ho superato la crisi finanziari e so di dover restituire soldi
Dovere morale è nel: A e B

Dovere giuridico:
A) non può pretendere il perdono, può solo chiedere il perdono, perdono non gli è dovuto
Perdono = per dono – gratuità
- io ho dovere morale di perdonare, ma lui non ha diritto di essere perdonato
- se non perdono commetto colpa contro ordine dell’amicizia ma non contro la giustizia
B) io devo restituire i soldi al amico, se no, infrango ordine contro giustizia e amicizia
- soldi sono suoi e gli spettano

Materia e forma del diritto:


Diritto ha sempre dimensione quantificata, materiale, misurata. Riguarda visibilità = chiede sempre
materia
(Es. se uno studente pensa male dell’professore ma non lo dimostra al esterno, non posso chiedere diritto, non è ingiustizia)

Materia della giustizia sono sempre azioni esteriori che costituiscono l’oggetto del diritto e del debito.
Forma della giustizia è il rispetto per persona di altro.
- se non ho rispetto per la persona, posso compiere atti giusti, ma non sarei giusto Io. Equità (slušnost)
(es. quando do soldi a qualcuno e gli sbatto soldi in faccia)

Le parti della giustizia:

Per poter parlare di giustizia particolare, è necessario che si realizzino tre condizioni:
1. Servono almeno due soggetti: primo è titolare del diritto e secondo titolare del dovere
2. L’oggetto deve essere un diritto autentico: sempre la materia che configura diritto autentico
3. Deve esserci la possibilità di dare il dovuto: che il diritto venga sodisfatto, se non c’è diritto è
sospeso

Dove si verificano:
a) tutte tre condizioni abbiamo parti soggettive della giustizia: giustizia commutativa e distributiva
b) se manca una condizione abbiamo parti potenziali della giustizia: (es. è giusto prendersi cura dei genitori = pietà,
ma manca in primo punto. Tra noi e genitori non c’è estraneità, c’è il legame che non rende possibile alterità), (es. virtù della
religione “dare a Dio ciò che gli e dovuto” – è parte potenziale della giustizia, gli manca 3 condizione)

Parti soggettive della giustizia:


a) Giustizia commutativa: è giustizia nello scambio

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- c’è una relazione: dare – avere, dare esattamente quanto si riceve
- c’è una uguaglianza aritmetica
- baratto – io do le cose in scambio delle cose
- scambio con compravendita
- retribuzioni: denaro è dato in scambio di lavoro
- risarcimento: restituire esattamente quello che ho tolto

b) Giustizia distributiva: regola il rapporto tra la comunità ed i suoi membri


Soggetto è il governante o amministratore del bene comune. Ciò che viene distribuito è la porzione di bene
comune che tocca al singolo

Distribuzione giusta deve obbedire ad alcuni principi.

a) Principio formale (Aritotelico):


gli uguali devono essere trattati in modo uguale, i disuguali devono essere trattati in modo disuguale
- problema sta nel determinare chi e uguale e chi e disuguale

b) Principio materiale:
1. A ciascuno un’uguale quota – si aplica dove soggetti sono uguali
2. A ciascuno secondo il suo bisogno – se ci sono le differenze
3. A ciascuno secondo il suo impegno – chi si è impegnato di più
4. A ciascuno secondo il suo contributo – contributo oggettivo al bene comune
5. A ciascuno secondo il suo merito - secondo ciò che ho fatto per poter stare in quella condizione
6. A ciascuno secondo gli scambi di libero mercato

Doveri Prima Facie – principi vengono affrontati uno per uno ognuno di questi principi esprime la giustizia.
Quando ci sono situazioni differenti ci si ricorre a equilibrio riflessivo

Questi principi hanno senso solo se e nella misura in cui colgono l’essenziale di questo tipo di giustizia, che
è l’attenzione alla persona ed alla sua dignità

L’ingiustizia:
- è il vizio per eccellenza
- è la perversione della volontà, che è legata alla ragione e volontà può condizionare la ragione
- l’ingiusto è incline a considerare “buono” ciò che è ingiusto
- subire l’ingiustizia è sempre un male, chi commette l’ingiustizia fa male peggiore: se hai i mezzi devi
usargli tutti per impedire l’ingiustizia

Da dove nasce l’ingiustizia:


- nasce da una mancanza di temperanza, cioè intemperanza = ricerca egoistica di proprio bene e non
riconosco bene per altro, mancanza di coraggio = intimidazione - mancanza di saggezza = giustizia
presuppone verità (dare a ciascuno il suo), verità del diritto, verità del dovere, verità della restituzione;
nella saggezza la verità delle cose si traduce in decisione
Capitolo 7
Fortezza o Coraggio

Gr. Andreia dal aner, andros = (essere maschio) virilità

- è la virtù con la quale si agisce da “uomo”, il cui vertice è segnato dalla fermezza d’animo di fronte alla
morte in battaglia (ma non esprime la essenza di questa virtù)

Platone: fa passo avanti nella determinazione della virtù di Andreia


- “Fortezza è la scienza di ciò che si deve o non si deve temere”
- errore di Platone sta nella parola scienza, Platone intende coraggio come una virtù intellettuale (è una virtù

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morale)
- errore è intellettualismo, coraggio come una virtù etica non deve essere ridotto a una virtù inteletuale

Coraggio non consiste di non temere mai, perché c’è una distinzione di mali che vano fuggiti e mali che
vanno sopportati. Si deve temete il disonore e non si deve temere il sacrificio
- la virtù di coraggio deve stare sotto la virtù della saggezza!

Coraggio:
- è capacità di correre il rischio
- è capacità di dominare il proprio appetito irascibile (passioni, timore, paura) e sta sotto comando della saggezza

Parti integranti della fortezza:

Tenacia (houževnatost) = una persona dura, che ha resistenza, forza, durezza


- Difetto: è la mancanza di tenacia = Mollezza (měkost), Fragilità, Inconsistenza, Debolezza, Fiacchezza
(skleslost)
+ Eccesso: Pertinacia (tvrdošíjnost), caparbietà (tvrdohlavost), ostinazione (umíněnost)

Pazienza: (vytrvalost)
- è la capacità di patire (snášet, vytrpět), sopportare una sofferenza, perseverare, non molare e di sopportare
- fa parte della tenacia
- chi è forte è sempre paziente, chi è paziente non sempre è forte!

Magnanimità: (velkomyslonost)
- è la capacità di pensare in grande
- è una tendenza dell’animo verso grandi cose, verso il bene difficile contro male facile
- è un desiderio di non accontentarsi con le cose mediocre
- è un desiderio di eccellenza che si misura con l’intraprendere le cose migliori

- Difetto: Pusillanimità (ustrašenost), Meschinità (ubohost), Grettezza (hamižnost)


- è sottovalutarsi e a rifiutare a tendere ciò che pur essendo difficile è tuttavia proporzionato alla proprie
forze
- (aquila che pretende di essere un pollo)
+ Eccesso: Presunzione (domýšlivost), Vanagloria (chlubivost)- è idea di valere di più che si è normalmente,
- (aquila che si crede di essere un jet)

Aspetti culturali della virtù di coraggio:

- coraggio era una virtù poetica per eccellenza, dal Omero fino a Romanticismo arte, musica, poesia
esaltavano gli eroi, ma le cose cambiano con Decadentismo di un apparato culturale
- vengono messi in luce uomini senza qualità, quali sono pusilanimi e diventano il modello

Josef Piper:
- la ragione è tecnologica, l’uomo borghese è circondato da comfort e non deve più combattere, l’uomo è
schiavo dei propri piaceri = diventa incapace di soffrire
- cosi inizia una società molle, che è schiava di confort, è una società impaziente, non sopporta aspettare,
vogliamo tutto e dubito: “Paradise Now”
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- unica guerra che combattiamo è contro la sofferenza, se hai male subito si fugge (aspirina, antidepresivi,
eutanasia)
- non siamo capaci di essere pazienti, di sopportare, perché siamo circondati di comfort
- Carpem diem = goditi il tuo momento (Orazio)
Questo mondo di comfort grazie alla tecnologia diventa sempre meno vivibile ed siamo sul orlo del abisso,
molti settori cercano di recuperare pensare in grande, altrimenti non ci sarà il futuro
virtù di fortezza, pazienza, magnanimità

Fortezza e vulnerabilità:

- fortezza implica vulnerabilità (zranitelnost)


- coraggioso è solo chi può ricevere il danno e corre il rischio, cioè è vulnerabile
- Dio non ha bisogno di essere coraggioso

Vulnerabilità:
- debolezza sul piano ontico (l’uomo che si può ammalare, può essere ferito)
- forte è colui che ha la capacità di acetare una ferita, sia in senso fisico, sia in senso morale
- fortezza assume la debolezza e la supera sul piano morale

Persona forte non desidera soffrire, ma se non è possibile fuggire accetta di soffrire.
- non disprezza la vita, ma ama la vita profondamente, ama i beni (gioia, salute, secesso) ed è disposto di
perdere questi beni per avere i beni più alti!

Coraggio barbaro: non temi pericolo, perché non lo conosci


Mancanza di paura: ha chi non ama sufficientemente i beni di questa vita = non amo la vita – suicidio
- non ama la vita e per questo non ha paura di perdere la vita (queste persone non sono
coraggiose)

Aggressività e sopportazione:

- coraggio ci consente di aggredire il male e non solo sopportarlo (es. se ci troviamo di fronte a
ingiustizia)
- ci serve una giusta dose di collera = ira
(ira non è il vizio, es. ira di Dio, in Dio non ci sono i vizi)
Ira è una passione è diventa il vizio se assume controllo delle passioni
- non arrabbiarsi di fronte a una ingiustizia è un vizio
- importante è non perdere la pace, calma, lucidità e incanalare la propria rabbia in giusta direzione,
aggredire male con tutta la energia necessaria

Capitolo 8
Temperanza

Terminologia:

Clima temperato, Colori a temprea, vino temperato, vetro e aciaio temperato, acordatura temperata

Temperanza:
gr. Sophrosyne

Temperanza consiste in una moderazione razionale delle azioni e delle passioni umane

- toglie ciò che è eccesivo e lo riduce in modo funzionale


- regola il desiderio del bene e mette ordine nella nostra vita, che i desideri stano al giusto posto nella

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nostra vita
- tempera i desideri sensibili quali tendo spontaneamente ai piaceri
- virtù della temperanza sta sotto la virtù della saggezza, misura della temperanza viene dalla sagezza
- risiede nel appetito concupiscibile

Essenza della temperanza:

- Piaceri sensibili sono le forme del bene


- Piacere è un bene, non è un male e serve per la vita. (Mangiare, Bere, Accoppiarsi)

C’è un fatto: vita dell’uomo non si risolve sul piacere e dolore, ma ci sono i beni più grandi, beni
spirituali
Compito della temperanza è regolare (temperare) questi desideri del bene sensibile che possono stare
insieme nella vita umana
- desideri del bene sono: mangiare, bere, accoppiarsi moderazione nel mangiare
moderazione nel bere
castità sessuale – cioè avere una vita
sessuale ordinata secondo ordine della vita
che si persegue

Il fine della temperanza è armonia!

- animo che non soffre eccessi o difetti, ma gusta i piaceri in modo pieno
- se lasciamo a sfogare questi desideri ci portano ad autodistruzione, perché piaceri sensibili sono piaceri
finiti che portano al disperamento (1003 di Don giovanni) e non è possibile appagare un desiderio infinito
con la soddisfazione finita!

- volontà umana è fatta non per restare centrata su se stessa, ma per auto-trascendersi e aderire al bene in
quanto tale: è dotata di una apertura all’infinito

Senso della temperanza è mettere d’accordo desideri umani e spirituali di vita dell’uomo, perché l’uomo non
è fatto per essere dominato dai piaceri concupiscibili.
La temperanza consente di conservare se stessi, per potersi donare in modo libero e altruistico
(nesobecký)

Virtù dell’integrazione personale:

Materialismo-monismo:
- afferma che l´uomo esiste solo come corpo materiale
- L’uomo è ridotto alla bestia, la sua vita segue solo i piaceri
- questa posizione non è accettabile, perché essere umano è capace di ragionare, abbiamo concetti astratti
come infinità, giustizia, bellezza che sono di carattere spirituale nostra mente è capace di
andare oltre la materia, svolgiamo attività spirituale.

Dualismo-spiritualista:
- pensiero Platonico il quale considera l’unione tra anima e corpo come tutto accidentale, il corpo è una
prigione.
- Per Cartesio l’uomo è costituito da due cose: la res cogitans e la res exstensa, corpo è organizzato come
una macchina
- pensiero di platonico ha prodotto una visione distorta della sessualità, considerata come una realtà
peccaminosa
- Il cartesianesimo ha portato una visione “disincarnata” del cristianesimo

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Scissioni tra corpo e persona:

Quando viene la divisione tra corpo e persona, tra fisicità è spiritualità, si cade in errori.
a) vita corporea come una realtà inferiore ed il sesso come qualcosa di sporco che si tollera solo per la
procreazione (errore gnostico e puritano)
b) si ridice lo spirito a una manifestazione più o meno accidentale della realtà fisica = una vera e propria
idolatria del piacere del corporeo, che è sradicata dalla realtà della persona umana, amore è ridotto a
sex appeal

Dualismo odierno:
- oggi siamo profondamente spiritualisti, si tende che è il corpo è una realtà manipolabile
tatuaggio, auto-lessionismo, transessualismo (cambio del sesso, io mi sento = io penso e cambio il
mio copro, c’è bisogno di correggere il pensiero e non correggere il corpo. La mente si distacca dal corpo che
gli impone le leggi, ma serve che la mente detta le leggi al corpo

Totalità unificata:

- l’uomo è materia (corpo) e una forma razionale (anima razionale), nostra vita corporea è organizata da
forma razionale che è anima
-Temperanza è:
“sottomissione stabile e crescente della sfera dei sensi e degli istinti all’influenza della volontà”
cioè Temperanza mantiene unità tra corpo e persona spirituale!

Ci sono due vie:


a) via della legge: pretende di sottomettere alla regola quello che è istintivo (che è molto difficile)
b) via della virtù: c’ bisogna allenare certi comportamenti nella disciplina e questo consente ad appetiti a
orientarsi e integrare la vita istintiva nella vita ordinata

Capitolo 9
Il Fondamento della moralità
“Come dobbiamo essere per realizzare pienamente la nostra personalità umana?”
Dobbiamo essere virtuosi. Comportamento virtuoso è comportamento libero!
- Siamo padroni di se stessi, siamo causa delle nostre azioni
- solo chi è libero è padrone delle sue azioni;
Enkrateia = potere in se stessi, cioè dominio di sé = Libertà
- Io sono padrone del mio comportamento.

Chi è Io?
Io è la mia mente, libertà è dominio della mente sul mio comportamento (corpo, pensiero)
- la ragione mi dà il criterio del comportamento ed è controllato dalla volontà
- volontà è cieca, ma può eseguire, Intelletto conosce, ma non può muovere
(es. Io e come una persona cieca guida la sedia rotelle e il endicapato gli dice dove deve andare)

Virtù è guidata dalla retta ragione.


Quale è il criterio della retta ragione? Criterio è la vita buona.
In che consiste la vita buona? La felicità non può essere un criterio sul quale basiamo le nostre scelte,
perché ogni nostro desiderio porta dentro di sé la felicità non si può partire dalla ricerca
della felicità.

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Vita felice è fare il bene, ma bene deve essere onesto. (e non bene utile o bene piacevole)
Quale criterio è di bene onesto per distinguerlo da tutti altri beni?

La vita onesta è caratterizzata dal ripetersi di atti moralmente buoni, guidati dalla retta ragione, i
quali esprimono, generano e rafforzano la virtù del soggetto agente.
Non sappiamo ancora in che consiste l’onestà o la moralità, la rettitudine, la virtuosità della vita.

Oggettività o soggettività del bene:


- le teorie morali si possono dividere in tue blocchi:

Teorie universaliste:
- quelli che sostengono che il bene e il male sono categorie valide per tutti gli uomini di tutti i tempi

Teorie relativiste:
- quelli che sostengono che il bene e il male sono categorie dipendenti dal contesto storico, sociale e culturale

Universalismi:
Platone è universalista
Tutto pensiero di filosofia moderna è universalista, è un pensiero razionalista (parte da Cartesio)

Veri minifesti di Iluminismo:


1776 Rivoluzione Americana – dichiarazione dei diritti “Bill of Rights”
1789 Rivoluzione Francese – declerazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino
- in essi si afferma che tutti gli uomini hanno stessi diritti
- tutti esseri umani sono stati creati uguali = universalismo

Dove è il problema?
- è un universalismo privo di fondamento
- i fatti non corrispondono alla teoria! Persone non vivono questi diritti.
- noi vediamo che non a tutti gli uomini tali diritti vengono riconosciuti: alcuni sono in schiavitù, altri sono
profughi, senza tetto, senza cibi …
- illuminista hanno rinunciato alla metafisica

A1) Stato di natura:


J. Russo:
- questi diritti si fondano sulla natura quale non è corrotta dalla società
- bene si fonda sulla natura, cioè lo stadio dell’uomo precedente prima delle costituzione di società
- si cerca il “buon selvaggio”, (in africa, America, Oceania) ma buon selvaggio non c’è.

A2) Ragione e passioni:


D. Diderot:
- fondazione della morale va ricercata nella ragione che porta ordine nei nostri desideri
- la ragione è il criterio universale, seleziona e porta a termine i desideri che portano al ordine
Quale è il criterio del discernimento del ordine? Quale è modo di vita sociale ordinato? Quello di Luigi XIV,
di Robespiere o quello di Napoleone?
- ci sono ordinamenti diversi. Si sceglie l’ordine che promette di realizzare meglio i nostri desideri.
- C’è un circolo vizioso! Ragione mette ordine nei desideri, i desideri dettano ordine alla ragione.
- i desideri non possono essere un criterio.

A3) Il “Puro dovere”:


I. Kant:
Questa strada esclude del tutto i desideri e le passioni nella fondazione morale.
Concetti chiave del suo pensiero morale sono: il disinteresse, l’autonomia, il dovere e l’universalità della
legge
1) Il disinteresse: non parte dall’uomo, ma dal soggetto morale quale deve essere in grado di
volere
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Soggetto agisce in modo disinteressato, perché bisogna agire

2) La autonnomia: - il soggetto è legge a se stesso, non riceve leggi dal di fuori


- per Kant modo reale è sottomesso alle leggi della fisica di Newton è il mondo
deterministico dove non c’è libertà (in fisica non c’è libertà)
- morale è il regno della libertà, è un mondo autonomo, l’uomo è la legge a se
steso
- l’uomo esclude Dio come legislatore, esclude amore

3) Il dovere: - dovere è fondato su se stesso = devi perché devi! (Imperativo categorico)


(non dice se vuoi questo risultato devi…, ma dice: Tu devi e basta)
- “il dovere è la necessità di un’azione per rispetto alla legge”
- vita morale non è fondata sul bene, ma sulla forma pura del dovere!
- volontà si sottomette alla legge che si ha dato se stessa

4) Universalità della legge: - Agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi
volere che
divenga una legge universale
- (es. non bisogna mai restituire i prestiti, perché se fosse così, non esisterebbero più
prestiti )
- massime sono i criteri generali

Questo criterio di morale di Kant è inacetabile, perché è disumano, non si occupa dell’uomo!
È un iper-disinteresse! Il bene in sé viene rifiutato dal morale di Kant.
- questo conduce al idealismo moderno, dove non si occupa del singolo. Ogni singolo ha suoi interessi,
bisogni, scoppi.

A4) Lo stato:
- si separa totalmente il mondo della moralità e il mondo della natura. Il filosofo non ha più bisogno
esperienza morale. Il soggetto individuale (il singolo) è considerato irrilevante. Si deve superare
individualità ed accedere alla universalità, che si realizza nella eticità dello Stato
- L’individuo scompare: suo unico compito è adeguarsi alla volontà dello stato
- Dio è in tutto (Spinosa) in mondo, in natura e natura è Dio Lo stato è Dio

Lo stato stabilisce le leggi: nazismo, marxismo, consenso di maggioranza, interesse di lobbies…


- importante che le leggi sono promulgate in modo formalmente corretto
- si cade nel relativismo, ogni stato ha i suoi criteri Criterio è relativo!
- lo stato può comandarmi di sterminare altri uomini in campi di concentramento
- Se si chiede se eutanasia è un bene o male. In stato X è un bene è in stato Y è un male, domani cambia
legislatore e tutto potrebbe cambiare.
= questo è distruzione dell’universalismo stesso

A5) L’utilità e le conseguenze:


- in utilitarismo bene è ciò che produce conseguenze desiderabili
- il bene sarebbe ciò che vantaggioso per maggiore numero di persone creando minimo svantaggio
- bisogna regolarsi sul bene maggiore per il maggiore numero delle persone
- dovere di massimizzare il bene

- è un circolo vizioso: bene consiste nel ricercare maggiore bene


- Maggiore bene: come misuro la felicità? Felicità non si può misurare! Felicità per noi non è
commesurabile, ciò che è bene per uno, non è bene per altro. (Es., Uno cittadino ha commesso un delitto in altro
villaggio le prove portano in nostro villaggio, ma non si sa chi è stato, per la pace sacrifichiamo uno cittadino innocente per fermare
la guerra civile tra due villaggi)
= non si può praticare

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