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PERSONA sottopostA a
intervento chirurgico
Nome: Valentina
chi sono
Cognome: Zesi
Professione: Infermiera presso Azienda
Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona
Email: zesi.valentina@gmail.com
Informazioni sul modulo di chirurgia
PROGRAMMA
Tipologie di intervento chirurgico e di anestesia
- Preparazione all’intervento: restrizione alimentare, igiene del corpo, tricotomia, vestizione, preparazione
intestinale, sicurezza e comfort nel trasporto in sala operatoria
- Accoglienza in sala operatoria, posizionamento sul letto operatorio, attività in sala operatoria, asepsi chirurgica,
sala risveglio
- Posizionamento e mobilizzazione precoce nel post operatorio
- Comuni segni e sintomi nel post- operatorio e tecniche di sollievo e comfort dell’assistito
- Procedure per la gestione dei sistemi di raccolta dei drenaggi
- Procedure di medicazione semplice e supporto nelle procedure di medicazioni complesse
lezioni 27/10/2022 Accoglienza in sala operatoria, posizionamento sul letto operatorio, attività in sala
operatoria, asepsi chirurgica, sala risveglio
(10 ore
in 5 incontri 3/11/2022 Posizionamento e mobilizzazione precoce nel post operatorio, comuni segni e
sintomi nel post- operatorio e tecniche di sollievo e comfort dell’assistito, procedure per la
gestione dei sistemi di raccolta dei drenaggi
da 2 ore)
17/11/2022 Procedure di medicazione semplice e supporto nelle procedure di medicazioni
complesse e Esame
Informazioni sul modulo di chirurgia
L’esame
Per arrivare a questa definizione (comprensiva anche di interventi di tipo strumentale) ci sono voluti secoli.
Questa è infatti la definizione moderna di chirurgia ma fino alla metà del 1800 la chirurgia è stata un
terreno insidioso.
È difficile individuare un momento storico in cui la chirurgia sia nata, probabilmente è comparsa
spontaneamente perché fin dall’alba della sua presenza nel mondo l’uomo ha sempre avuto problemi che
bisognava curare «con le mani». In Egitto con la legge di Hammurabi se il chirurgo sbagliava era a lui che
venivano amputate le mani.
Per arrivare però ai grandi successi chirurgici di cui oggi possiamo vantarci siamo dovuti passare attraverso
secoli di insuccessi.
Introduzione alla Chirurgia
I chirurghi di un tempo
Fino alla seconda metà del 1800 il chirurgo più bravo era il chirurgo più veloce ad eseguire gli interventi. Non esisteva
l’anestesia, non esisteva il lavaggio delle mani, non esisteva l’utilizzo dei guanti.
Gli interventi erano sanguinolenti, i pazienti gridavano dal dolore e frequentemente fuggivano dal tavolo operatorio. Gli
strumenti non erano idonei e soprattutto non erano sterili.
La mortalità era altissima, le infezioni erano la regola.
I chirurghi non possedevano una formazione specifica. Nel corso della storia sono stati chirurghi artigiani, dentisti e anche i
barbieri…i salassi erano la panacea di ogni male poiché vi era la convinzione che servissero a far defluire il sangue «corrot to
dall’infezione».
Operavano indossando sempre un camice nero così non si vedeva se era macchiato di sangue e non c’era bisogno di lavarlo
spesso. Alcuni chirurghi si vantavano che il loro camice era talmente inzuppato di sangue secco da poter stare in piedi da so lo.
In tempi di guerra l’olio bollente era il disinfettante delle ferite
Introduzione alla Chirurgia
«…La velocità era il suo marchio di qualità, una necessità assoluta ai tempi in
cui l’anestesia non esisteva. Gli spettatori non riuscivano quasi a seguire il suo
bisturi o la sega. Portava sempre con sé il bisturi nel taschino della giacca, e si
racconta che Liston mentre operava a volte tenesse il bisturi in bocca per averlo
subito a portata di mano per il taglio seguente. Come era consuetudine a quei
tempi, nell’asola del cappotto teneva un mazzetto di fili pronti per legare vasi da
cui il sangue sgorgava copioso. A volte stringeva le legature con i denti per
avere le mani libere, pur di fare in fretta. La precisione evidentemente era
meno importante, tant’è che una volta tagliò via un testicolo di un paziente per
errore mentre lo operava alla gamba. E divenne famoso l’intervento durante il
quale ferì alla mano il suo assistente, e il sangue scorreva talmente copioso
dalla gamba del paziente e dalla mano dell’assistente, che un osservatore morì
letteralmente di spavento. Visto che alla fine paziente e assistente morirono
entrambi di gangrena, probabilmente fu l’unico intervento documentato della
storia della chirurgia con un tasso di mortalità del 300 per cento….»
1847 Robert Liston: il coltello (Sotto i ferri, Arnold van de Laar)
più veloce del west end
Introduzione alla Chirurgia
PREMESSA…
Quando si parla di chirurgia si pensa immediatamente all’atto chirurgico.
In realtà il paziente che si sottopone a intervento chirurgico entra all’interno di un percorso
composto da tre fasi, che inizia con la decisione di sottoporsi all’intervento e termina dopo la
dimissione con la guarigione/ripresa completa.
Tipologie di intervento chirurgico
Fase PRE-OPERATORIA
Fasi del percorso
chirurgico
Fase INTRA-OPERATORIA
Fase POST-OPERATORIA
Tipologie di intervento chirurgico
In emergenza
Tipologie di intervento chirurgico
INTERVENTI IN EMERGENZA
INTERVENTI IN URGENZA Sono interventi che devono
INTERVENTI IN ELEZIONE Sono interventi che devono essere eseguiti nel più breve
essere eseguiti entro poche tempo possibile in quanto
Sono interventi pochi minuti possono fare la
programmati, decisi dal ore per ottenere il miglior
risultato possibile differenza.
medico e condivisi dal
paziente e non hanno il
carattere dell’urgenza
Tipologie di intervento chirurgico
Interventi in elezione
Gli interventi in regime di elezione (o programmati) non hanno la caratteristica dell’urgenza. Il
paziente viene inserito in lista d’attesa, esegue tutti gli esami e le visite pre operatorie in previsione
dell’intervento.
Esempi: intervento per il posizionamento di una protesi d’anca, intervento per il trattamento della
cataratta…
Tipologie di intervento chirurgico
Interventi in urgenza
Gli interventi in regime di urgenza vengono eseguiti quando non vi è immediato pericolo di vita ma
è richiesto comunque in tempi brevi un intervento per evitare che la situazioni peggiori e possa
trasformarsi in emergenza.
Esistono vari gradi di urgenza, a seconda della gravità della situazione. Le 24h rimangono però il
tempo massimo per definirla come tale.
Interventi in emergenza
Gli interventi in regime di emergenza sono quegli interventi che devono essere messi in atto nel più
breve tempo possibile perché sono a rischio le funzioni vitali del paziente. Un ritardo nell’esecuzione
dell’intervento può risultare letale.
Robotica
Tipologie di intervento chirurgico
A cielo aperto
Prevede l’incisione del distretto anatomico sede
dell’intervento e l’esposizione visiva di organi e tessuti.
MINI INVASIVi
Consente di esaminare organi e tessuti eseguendo delle piccole incisioni attraverso
le quali viene introdotto uno specifico strumento, simile a un tubo sottile,
denominato endoscopio.
Esso è costituito normalmente da due camere: la prima contiene una sorgente
luminosa e una fotocamera che proietta le immagini su uno schermo per
permettere al chirurgo di vedere l’interno del corpo; la seconda può contenere uno
strumento chirurgico per prelevare i tessuti da analizzare (biopsia) o per eseguire
un vero e proprio intervento.
Torace--> toracoscopia
Addome--> laparoscopia
Riduce i tempi di recupero e il dolore postoperatorio, limita le complicanze infettive
e non ci sono cicatrici visibili
Tipologie di intervento chirurgico
ROBOTICA
L’intervento è eseguito tramite l’utilizzo di robot.
È una tecnica molto avanzata, che permette al chirurgo di eseguire
interventi in maniera molto precisa. Lo strumento chirurgico è
fissato alle braccia del robot e lo specialista lo manipola attraverso il
controllo remoto, ovvero, non c’è bisogno che il chirurgo si trovi
fisicamente in sala operatoria, poiché tutto può essere controllato da
una postazione informatica. Il robot riproduce i movimenti del
chirurgo.
I vantaggi della chirurgia robotica, rispetto alla chirurgia tradizionale,
sono il fatto di poter praticare incisioni più piccole e precise, il
tempo di recupero più veloce e il dolore meno intenso dopo
l’intervento.
Tipologie di intervento chirurgico
DIAGNOSTICO (biopsia)
PALLIATIVO (colostomia)
Tipologie di intervento chirurgico
ANESTESIA GENERALE
ANESTESIA LOCALE
Tipologie di anestesia
ANESTESIA GENERALE
L’anestesia generale è comunemente prodotta da farmaci iniettati per via endovenosa attraverso accessi
venosi precedentemente posizionati sulle braccia del paziente o da gas inalati attraverso apposite maschere
facciali.
La finalità cardine dell’anestesia è permettere al chirurgo di poter eseguire la procedura chirurgica nelle
condizioni migliori possibili.
È Indicata per interventi in cui non sia possibile altro tipo di anestesia come quelli della parte alta
dell’addome, del torace e del collo e della testa. È preceduta da una visita anestesiologica che attribuisce a
ciascun intervento un grado di rischio derivante dalla somministrazione dell’anestesia (ASA)
Tipologie di anestesia
La rivista scientifica «The Lancet» pubblicò un articolo molto critico e anche il mondo cristiano ne
rimase scandalizzato perché le scritture vogliono che la donna partorisca con dolore.
Ma tra il grande pubblico la notizia colpì come un fulmine a ciel sereno tutta l’Europa.
In Francia l’uso del cloroformio si diffuse con il nome accattivante di «anesthésie à la reine»
I pazienti non volevano più essere operati senza anestesia e i chirurghi furono costretti ad accogliere
le loro richieste.
Tipologie di anestesia
L’anestetico ha un effetto molto rapido, il paziente perde conoscenza in meno di un minuto senza provare alcuna
sensazione sgradevole (come se si addormentasse).
Una volta che il paziente si è addormentato viene inserito un tubo nella bocca e attraverso la trachea per essere sicuri di
garantire abbastanza ossigeno e per proteggere i polmoni da secrezioni.
L’anestesista rimarrà con il paziente durante tutta la procedura, continuando a somministrare l’anestetico per garantire
continuamente uno stato controllato di incoscienza e somministrando eventualmente antidolorifici in grado di garantire
assenza di dolore al risveglio.
Durante tutta l’operazione il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la concentrazione di ossigeno nel sangue saranno
controllati scrupolosamente dall’anestesista attraverso l’aiuto di strumenti dedicati.
Tipologie di anestesia
NAUSEA E VOMITO, che si verificano immediatamente e sono destinante a passare entro qualche
ora, solo raramente possono durare fino a 24 ore.
BRIVIDI E FREDDO, sensazione che può durare alcuni minuti o qualche ora
CONFUSIONE E PERDITA DI MEMORIA, particolarmente comune nelle persone anziane o in
soggetti con problemi di memoria pre-esistenti; si tratta in genere di un disturbo temporaneo, che
POST ANESTESIA tuttavia a volte può durare anche a lungo.
ANESTESIA REGIONALe
Elimina la sensibilità al dolore in determinate parti del corpo
• Anestesia spinale
• Anestesia epidurale
• Blocco nervi periferici
Tipologie di anestesia
Cuore e cervello non vengono influenzati dall’anestesia regionale e si riduce così drasticamente il
rischio di complicazioni gravi
Tipologie di anestesia
Anestesia regionale-
Anestesia spinale e epidurale
Sono particolarmente adatte per interventi chirurgici alle gambe, all’inguine, al perineo e all’addome.
In seguito a iniezione infatti le gambe e l’addome si scaldano, diventano pesanti e insensibili e perdono
per qualche ora la possibilità di movimento. Il paziente rimane sempre vigile se non associate ad anestesia
generale o sedazione.
È possibile anche l’anestesia combinata, ovvero l’associazione delle due tecniche
Nel caso di anestesia spinale l’anestetico viene iniettato nel liquido cerebrospinale della colonna vertebrale
lombare, mentre per l’anestesia peridurale nello spazio peridurale (prima del liquido cerebrospinale) a
livello della colonna vertebrale lombare o toracica o caudale.
L’iniezione non è dolorosa: si utilizza un ago molto sottile in associazione a un’anestesia locale.
Tipologie di anestesia
Anestesia regionale-
Blocco nervi periferici
L’anestetico si inietta con una puntura vicino ai nervi che portano la sensibilità alla zona da operare, in modo da bloccarne il funzionamento.
A seconda della zona da operare si parla quindi di diversi ‘blocchi’. I fondamentali sono: plesso brachiale, che interessa gli arti superiori e che
viene effettuato a livello del collo se si interviene anche sulla spalla, o a livello dell’ascella se interessa la zona dall’ ascella in giù verso la
mano; il blocco del nervo femorale per gli arti inferiori; il blocco del nervo sciatico con iniezione all’altezza dei glutei o più giù dietro il
ginocchio a seconda della necessità; il blocco del nervo tibiale posteriore o peroneale per le operazioni al piede (es. alluce valgo)
A differenza di spinale e peridurale il blocco dei nervi periferici agisce sul sistema nervoso periferico riuscendo ad inibire effettivamente solo
la zona interessata dall’intervento, con effetti più precisi e circoscritti. Esempio: se devo operare la mano posso anestetizzare solo i nervi del
braccio senza inibire alcuna altra funzione corporea. Se, invece, operiamo un’ernia inguinale in anestesia spinale, si blocca di conseguenza
anche la funzione urinaria.
Per tutta la durata degli effetti del trattamento, il paziente sentirà l’estremità intorpidita, con una sensazione di formico lio o di pesantezza. Lo
specialista ha la facoltà di prescrivere ulteriori farmaci per aiutare il paziente a contrastare il dolore nel resto del corp o.
Tipologie di anestesia
Anestesia locale
L'anestesia locale è una forma di anestesia utilizzata per anestetizzare e quindi inibire il dolore su
piccole aree del corpo; richiede l'infiltrazione con un farmaco anestetico nella zona su cui si deve
intervenire.
Il paziente rimane vigile ma non percepisce dolore nell’area dell’intervento.
Esempi di utilizzo: rimozione nevo, estrazione dentale, rimozioni di cisti cutanee…
Tipologie di anestesia
Sedazione
Tecnica di anestesia più blanda, non blocca il dolore ma controlla l’ansia, la paura. Il paziente può
essere sveglio o intorpidito.
Grazie alla sedazione il paziente si trova in uno stato di rilassamento e riesce a tollerare procedure
diagnostiche o terapeutiche che potrebbero altrimenti risultare spiacevoli.
La sedazione viene ottenuta mediante l’uso di farmaci anestetici/sedativi e analgesici. Generalmente
i medicinali che permettono la sedazione vengono iniettati attraverso un piccolo ago cannula
inserito in una vena del braccio, anche se talvolta può essere utilizzato un gas che viene respirato
tramite una maschera appoggiata sul viso del paziente.
Tipologie di anestesia
Il paziente candidato ad intervento chirurgico viene sottoposto ad una serie di misure preventive
finalizzate ad evitare, contrastare, ridurre le complicanze durante l’intervento chirurgico e nel post
operatorio.
Ciascun intervento è solitamente disciplinato da protocolli in cui viene chiaramente specificato il tipo
di preparazione richiesta e le responsabilità attribuite a ciascun professionista sanitario nelle varie
fasi del percorso chirurgico.
La preparazione del paziente è competenza anche dell’OSS
Preparazione all’intervento
Restrizione alimentare/
Igiene del corpo
preparazione Digiuno
all’intervento, A
COSA PRESTARE Vestizione/
Tricotomia
ATTENZIONE prima Rimozione oggetti
dell’ingresso in
Preparazione
sala operatoria: intestinale
Preparazione all’intervento
digiuno pre
operatorio
In tutti gli interventi chirurgici eseguiti in regime
di elezione che prevedono l’utilizzo dell’anestesia
generale, spinale o epidurale
Preparazione all’intervento
DEFINIZIONE
Per DIGIUNO PRE OPERATORIO si intende un intervallo di tempo prima dell’intervento in cui il paziente NON DEVE
assumere cibi solidi e liquidi chiari (come acqua e the leggero).
In particolare devono essere rispettate 6-8 ore di digiuno da cibi solidi mentre l’assunzione di liquidi chiari è
consentita fino a 2 ore antecedenti l’intervento, con esclusione dei pazienti considerati a rischio di aspirazione/
rigurgito (per esempio anziani, diabetici) e dei pazienti con patologie che interessano la motilità gastrointestinale.
Salvo indicazioni diverse, al paziente potrà essere somministrata una cena leggera la sera prima dell’intervento. Nei
pazienti che devono essere operati nel pomeriggio può essere somministrata una colazione leggera la mattina
dell’operazione (a base di liquidi chiari, quali acqua, caffè o the leggero, succo di frutta senza polpa e fette biscottate).
Preparazione all’intervento
Obiettivo del digiuno pre operatorio: abbattere il rischio di INALAZIONE/ASPIRAZIONE di ingesti nelle vie aeree.
A seguito della somministrazione dell'anestesia i riflessi vengono infatti rallentati o inibiti e in caso di cibo
presente all'interno dello stomaco questo potrebbe risalire attraverso l'esofago e, nel peggiore dei casi, imboccare
la strada dei polmoni causando una grave forma di polmonite (polmonite ab ingestis).
Il digiuno pre operatorio, se correttamente eseguito, garantisce la sicurezza del paziente.
Preparazione all’intervento
Restrizione alimentare
In determinati interventi, come quelli che riguardano la parte addominale il digiuno può essere preceduto
da un intervallo di tempo di solito di 3-4 giorni in cui viene introdotta una restrizione alimentare che
consiste nella dieta senza scorie. Si dovranno quindi evitare alimenti integrali, frutta e cibi contenenti
zuccheri semplici che facilmente possono dare origine a sviluppo di gas intestinale.
Anche nel caso in cui il paziente stesse seguendo diete volte al dimagrimento è consigliabile la
sospensione del regime alimentare in atto almeno 5 giorni prima dell’intervento per evitare che le perdite
di peso troppo repentine possano causare un indebolimento di cuore e muscoli.
I pazienti obesi invece, verranno invitati a dimagrire mesi prima dell'operazione, perché essere in
sovrappeso aumenta il rischio di complicazioni nell'anestesia, di infezioni e trombosi venosa profonda.
Preparazione all’intervento
È FONDAMENTALE
SEGNALARE OGNI INTERRUZIONE DEL DIGIUNO COMPLETO
Preparazione all’intervento
Nei pazienti allettati o non autosufficienti, eseguire un lavaggio completo (doccia, bagno o
spugnatura comprensivi di shampoo, compatibilmente con la possibilità di movimentazione del
paziente) con un sapone antisettico il giorno prima dell’intervento mettendo in atto le stesse attività
precedentemente descritte per il paziente parzialmente autonomo.
Preparazione all’intervento
Eritemi ed abrasioni
Preparazione all’intervento
È FONDAMENTALE
GARANTIRE UN’ACCURATA IGIENE DEL PAZIENTE PRIMA CHE ENTRI IN SALA OPERATORIA
(controllare fino all’ultimo momento!)
E SEGNALARE EVENTUALI PROCESSI INFETTIVI ANCHE DISTANTI DAL SITO OPERATORIO
Preparazione all’intervento
tricotomia
Per tricotomia si intende la rimozione di peli/capelli/ciglia/sopracciglia dal sito chirurgico.
Obiettivo: diminuire i rischi di infezione postoperatoria della ferita, evitare che i peli entrino nella ferita stessa,
visualizzare bene il sito d’incisione, facilitare l’applicazione e la rimozione delle medicazioni.
Argomento dibattuto!
Preparazione all’intervento
In linea generale l’assenza di tricotomia diminuisce il rischio infettivo. Se la rimozione dei peli è richiesta o necessaria per
evidenziare il campo operatorio o di medicazione, bisogna tener presente che:
- la tricotomia con rasoio a lama non deve essere mai effettuata visto che, comparato alle altre tecniche di rimozione peli, l’ uso del
rasoio a lama espone ad un rischio infettivo maggiore provocando delle microlesioni cutanee sulle quali possono proliferare
microrganismi che risultano essere i germi più frequentemente isolati nelle infezioni del sito chirurgico. Deve quindi essere
utilizzato preferibilmente il rasoio elettrico o la crema depilatoria.
- più la depilazione è lontana come tempo rispetto all’intervento chirurgico, più aumenta il rischio di infezioni
- deve essere limitata la zona da depilare
Quindi, ove richiesta o necessaria, la tricotomia va eseguita con rasoio elettrico Clipper o in alternativa con la crema depi latoria a
ridosso dell’intervento chirurgico (al massimo entro le due ore precedenti all’intervento). Evitare il rasoio con la lama.
Preparazione all’intervento
Preparazione intestinale
La preparazione intestinale, se richiesta esplicitamente dal chirurgo, può essere effettuata con tecniche
diverse: meccanicamente (clistere, piccoli clismi pronti), farmacologicamente (lassativi per via orale, altri
farmaci) oppure seguendo una dieta adeguata.
Obiettivo (soprattutto nei pazienti sottoposti a interventi chirurgici addominali): diminuire il volume del
colon e migliorare la visibilità del campo operatorio, prevenire la contaminazione dovuta da eventuale
perdita di massa fecale che può fuoriuscire durante l’intervento, ridurre la contaminazione batterica del
tratto gastro intestinale.
Si raccomanda di seguire le indicazioni del medico-chirurgo e attenersi ai protocolli redatti per le diverse
tipologie d’intervento chirurgico.
Preparazione all’intervento
Negli interventi condotti per via laparoscopica, è poi decisamente importante poter maneggiare un
intestino sgonfio, privo di gas: per una buona visualizzazione del campo operatorio è importante è
che le anse intestinali siano detese.
In questi casi, anche se l’intervento è una semplice colecistectomia, ovvero un intervento in cui non
viene asportato alcun tratto intestinale, per una buona visualizzazione del campo operatorio è
importante è che le anse intestinali siano detese.
Quando invece si deve operare sull’intestino si opta per una preparazione intestinale vera e propria,
che inizia con la dieta nei giorni precedenti l’intervento e termina con l’esecuzione di clisteri il
giorno precedente o la mattina stessa dell’intervento.
Preparazione all’intervento
Obiettivo: evitare qualsiasi veicolo di contaminazione, permettere un adeguato accesso al sito chirurgico,
prevenire insorgenza di complicanze nel post operatorio.
Prima del trasferimento in Sala Operatoria procede alla rimozione di:
- lenti a contatto e occhiali
- protesi dentarie o di altro tipo
- apparecchi acustici ( toglierli il più tardi possibile)
La gestione e la custodia di eventuali effetti personali per garantire la restituzione va eseguita secondo
procedura aziendale
Preparazione all’intervento
Qualora le protesi e/o gli ausili correttivi per validi motivi non vengano rimossi, occorre segnalarlo al personale
della Sala Operatoria che accoglierà il paziente.
• Segnalare se il paziente è portatore di ponti o denti instabili
• Far togliere gioielli, catenine, anelli, orologi, piercing, smalto
• Far indossare camice e cuffia monouso (preferibilmente in TNT) forniti dall’ospedale oppure indumenti
personali perfettamente puliti.
• Posizionare calze antitrombo se richiesto
LE CALZE ANTITROMBO
Le calze sanitarie antitrombo sono pensate per favorire il ritorno
venoso verso il cuore. Indossandole, infatti, si esercita una costante
compressione sulle vene delle gambe ed è proprio questa compressione
che garantisce il ritorno venoso del sangue al cuore.
Per esercitare questa spinta verso l'alto, la compressione delle calze ha un
gradiente crescente: molto elevato alla caviglia, dove serve la maggior
pressione e in diminuzione verso la coscia. E' proprio questa spinta
diversificata che permette al nostro sangue di risalire dolcemente verso il
cuore ed evitare di ristagnare nelle vene periferiche e soprattutto
scongiurare i pericolosi coauguli del sangue, responsabili delle trombosi.
La corretta misura si ottiene misurando la circonferenza di caviglia,
polpaccio e coscia.
Possono essere a gamba intera o a gambaletto.
PROFILASSI ANTIBIOTICA check
In alcuni interventi è richiesta l’infusione di antibiotici in prossimità dell’intervento chirurgico.
Prima del trasporto in sala chiedere conferma all’infermiere dell’avvenuta infusione (se prevista) o
della necessità di portare in sala fisicamente l’antibiotico affinchè la somministrazione avvenga nella
fase intraoperatoria, prima dell’inizio dell’intervento.
Preparazione all’intervento
In case of emergency
La tempistica con cui si svolge l’intervento determina il tipo di
preparazione, più o meno meticolosa.
Se l’intervento è programmato la preparazione potrà essere
svolta tenendo conto di quanto finora detto, dalla restrizione
alimentare alla vestizione.
Se l’intervento avviene in urgenza/emergenza la preparazione
necessariamente non potrà essere altrettanto meticolosa.
Rimane fondamentale la rimozione di tutto ciò che può essere
d’ostacolo per l’intubazione/intervento (protesi/monili).
Preparazione all’intervento
FAQ
• Posso tenere lo smalto? No, avere unghie curate e pulite va bene perché riduce il rischio di infezione, ma lo smalto è da
evitare perché può impedire all’anestesista di fare una corretta valutazione dello stato di ossigenazione dei tessuti
durante le varie fasi dell’intervento.
• Posso fumare prima dell’intervento? Meglio di no, prima si sospende questa dannosa abitudine meglio è, ma anche 24
ore possono fare la differenza, con benefici per la respirazione e la circolazione del sangue.
• Perché devo togliere la collana o il piercing? Perché possono essere veicolo di infezioni oltre che di ostacolo durante
l’intervento
• Posso masticare una chewing-gum? No. Evitare il consumo di chewing-gum prima dell'intervento. Masticare “a vuoto”
aumenta la produzione di succhi gastrici
Preparazione all’intervento
RIASSUMENDO… -IGIENE PRE OPERATORIA→ preferibili due docce (sera prima e mattina
dell’intervento) e igiene del cavo orale (mattina intervento)
- TRICOTOMIA→ solo se richiesta o necessaria con rasoio elettrico a
ridosso dell’intervento nel sito di intervento
- PREPARAZIONE INTESTINALE→ farmacologica, meccanica (clistere il
giorno precedente o la mattina stessa) o associata alla dieta
- VESTIZIONE/RIMOZIONE OGGETTI→ camice, cuffia, calze elastiche se
richieste. Rimozione monili e protesi.
Preparazione all’intervento
In ogni caso…
Non perdere mai di vista il paziente e il suo bagaglio psicologico!
Mentre ci prepariamo a fornire indicazioni o a mettere in atto attività per la preparazione
all’intervento ricordiamoci di ASCOLTARE il paziente e le sue preoccupazioni.
Aumentare la consapevolezza del paziente dando risposte ai dubbi può aumentare l’aderenza del
paziente alla preparazione all’intervento diminuendo l’ansia.
Es. perché mi devo fare la doccia anche stamattina se l’ho fatta ieri? Sono nervoso, vorrei fumare…
Preparazione all’intervento
È FONDAMENTALE SEGNALARE QUALSIASI PROBLEMA CHE SI RILEVI SUL PAZIENTE PRIMA DEL
TRASPORTO IN SALA OPERATORIA
ATTIVITA’ IN SALA OPERATORIA
(fase intra-operatoria)
Fase intra operatoria
premessa
Ogni sala operatoria è normata da protocolli e procedure in cui sono specificate le attività da eseguire e le
figure che ne sono responsabili nel momento dell’attuazione.
La figura dell’OSS di sala è discussa e non è uguale in tutte le realtà.
In alcune non è nemmeno prevista la presenza fisica dell’operatore all’interno della sala ma fuori durante
la fase intraoperatoria del paziente (es. intervento di rimozione linfonodo sentinella può prevedere la
presenza dell’OSS all’esterno della sala per l’invio del reperto anatomico in anatomia patologica).
In altre, dove invece è prevista, il ruolo dell’OSS può variare a seconda del turno lavorativo (mattina
piuttosto della notte), della tipologia di sala operatoria, del numero di personale presente.
Fase intra operatoria
La sala operatoria
I requisiti minimi Filtro (adibito all’ingresso dei pazienti che vengono trasferiti su specifica barella)
strutturali di tutte le
sale operatorie sono i Secondo filtro (spazio adibito al personale addetto che prende in carico il paziente, divisa diversa)
seguenti:
Locali operatori
Sala risveglio
Deposito dei presidi e dello strumentario
Deposito del materiale sporco
Fase intra operatoria
Erogazione di informazioni e supporto per ridurre lo stress e favorire la preparazione psicologica all’intervento
Fase intra operatoria
Ferri sterilizzati
Fase intra operatoria
• Supina
• Laterale
• Prona
Posizioni in sala • Trendelemburg
operaroria • Trendelemburg inversa
• Fowler
(più frequenti) • Litotomica o ginecologica
• Posizione per laminectomia
Fase intra operatoria
POSIZIONE SUPINA
Punti di pressione:
•Occipite
•Spalle
•Gomiti
•Polsi
•Sacro
•Anca
•Polpacci
•Talloni
Fase intra operatoria
POSIZIONE PRONA
Punti di pressione:
•Fronte
•Occhi
•Naso, mento
•Collo
•Torace, petto, addome
•Genitali, creste iliache
•Rotula
•Dita e dorso del piede
Fase intra operatoria
POSIZIONE LATERALE
Punti di pressione:
•Capo
•Occhio, orecchio, mandibola
•Spalla, gomito, polso
•Parete toracica e addominale
•Trocantere, arti inferiori
Fase intra operatoria
POSIZIONE LITOTOMICA
Punti di pressione:
•Occipite
•Scapole
•Sacro
•Ginocchia
•Gomiti
•Anche
•Popliti
Fase intra operatoria
L’IMPORTANZA
DELL’UTILIZZO DEI
PRESIDI
Fase intra operatoria
Soltanto quando le condizioni cliniche del paziente vengono stabilizzate dall'équipe medica e infermieristica e
questo risponde correttamente agli stimoli esterni, può essere organizzato il trasferimento nell'Unità Operativa
presso la quale è stato ricoverato in origine o in un centro differente (es. Terapia Intensiva), qualora vi siano state
complicazioni richiedenti una sorveglianza e un trattamento più specifici.
Negli spostamenti, compreso quello dal letto operatorio alla barella, si deve prestare particolare
attenzione evitando lesioni a carico del sistema nervoso e osteo-articolare, rassicurando il paziente e informandolo
di tutto quello che succederà.
L'ok alla dimissione dalla sala operatoria spetta in ultima analisi al medico.
Fase intra operatoria
I trasferimenti devono essere effettuati in sicurezza in modo che anche i sanitari eseguano le manovre
assumendo una corretta postura, sia per salvaguardare sé stessi dai traumi che per tutelare l'incolumità del
paziente.
Il tragitto dal blocco operatorio alla stanza del paziente può richiedere la presenza dell’OSS e la vigilanza
del medico anestesista, di un infermiere di anestesia o di entrambi, in quanto l'insorgenza di aventi
avversi durante il tragitto stesso non dev'essere lasciata al caso.
Il paziente va costantemente controllato e vi deve essere un pronto riconoscimento di eventuali gravi
complicanze
Fase intra operatoria
Fase intra operatoria
Fase intra operatoria
Tipo di intervento
L’assistenza nel
post operatorio è Tipo di anestesia
influenzata da:
Condizioni psico-fisiche del paziente nel
preoperatorio
Complicanze legate all’atto chirurgico
Fase post operatoria
NAUSEA E VOMITO, che si verificano immediatamente e sono destinante a passare entro qualche
ora, solo raramente possono durare fino a 24 ore.
BRIVIDI E FREDDO, sensazione che può durare alcuni minuti o qualche ora.
CONFUSIONE E PERDITA DI MEMORIA, particolarmente comune nelle persone anziane o in
soggetti con problemi di memoria pre-esistenti; si tratta in genere di un disturbo temporaneo, che
POST ANESTESIA tuttavia a volte può durare anche a lungo.
DIFFICOLTA’ AD URINARE
GENERALE VERTIGINI, trattate in genere attraverso la somministrazione di fluidi
Cosa è comune che si verifichi dopo
l’anestesia generale (ed è destinato a LIVIDI e dolore nella zona dell’ago cannula
risolversi nel giro di breve tempo-ore): MAL DI GOLA, a causa del tubo inserito in gola a supporto della respirazione.
Danni alla bocca o ai denti, che attraverso la presenza di piccoli tagli alle labbra, alla lingua o
(raramente) ai denti, causati dal passaggio del tubo.
DOLORI POSTURALI, muscolari
Fase post operatoria
Al rientro in reparto
Il paziente neo-operato, soprattutto se ha subito una anestesia generale, può presentarsi al rientro in
reparto frastornato, infreddolito e “dotato” di presidi medico chirurgici quali, ad esempio, sondino naso
gastrico, supporto di ossigeno mediante occhialini o maschera, drenaggi, cateteri venosi, cateteri
vescicali e stomie.
Tutti questi presidi sono generalmente temporanei e vengono rimossi nelle ore e nei giorni successivi
all’intervento.
È fondamentale conoscere e porre attenzione a ciascuno di essi per garantire una corretta assistenza
del paziente nel post operatorio.
Fase post operatoria
Garantire che il
Collaborare con Fornire supporto
Controllare il corretto paziente abbia il Segnalare la presenza
l’infermiere alla psicologico ed educazione
posizionamento dei presidi di campanello vicino di dolore o qualsiasi
rilevazione dei per la prevenzione delle
cui il paziente è portatore per chiamare in anomalia
PV complicanze
caso di bisogno
Fase post operatoria
SATURIMETRO GLUCOMETRO
SFIGMOMANOMETRO
Fase post operatoria
Sistema di
aspirazione a muro
Fase post operatoria
INSTAGRAM VS REALITY
Fase post operatoria
A seconda dell’intervento subito il paziente si presenterà con più o meno presidi (ossigeno, drenaggi,
sondini, accessi…), potrà lamentare dolore, freddo, difficoltà a trovare una posizione comoda, ansia,
fatica a gestire in autonomia la mobilizzazione…
Conseguenza--->
Le prime persone ad interfacciarsi con il paziente che suona il campanello per chiedere
assistenza/aiuto nel post operatorio, sono solitamente gli OSS.
Conoscere il post operatorio del paziente, i presidi, le possibili complicanze e le strategie da mettere
in atto per ridurle/evitarle permette di intervenire in modo qualificato e idoneo nella gestione del
paziente.
Fase post operatoria
Stomie Istruisca il paziente sulle modalità di corretta gestione del presidio (es.
chiamare se sacca troppo piena, non comprimere la sacca …)
Apertura della parete addominale, creata chirurgicamente, alla quale viene collegato un
tratto di intestino, consentendo così la fuoriuscita di materiale organico intestinale
(colostomia). Se riguarda il tratto urinario si parla di urostomia. Faciliti lo svuotamento della stessa garantendo privacy e supporto psicologico
Possono essere temporanee o definitive
È importante che l’OSS
Presidi per somministrazione ossigeno Segnali eventuali problemi (scarsa compliance del paziente nel
mantenere presidi, presenza o rischio di decubiti ..)
(Occhialini, maschere...)
Fase post operatoria
Fase post operatoria
Ossigeno a muro
Attenzione a collegare umidificatore e presidio
per ossigenazione al
manometro dell’OSSIGENO (BIANCO)
e non a quello dell’ARIA (NERO)
Fase post operatoria
È importante che l’OSS
Controlli che la medicazione a livello del punto di inserzione sia pulita e
in ordine segnalando eventuali problemi (garza sporca o staccata)
Drenaggio a caduta.
Donna, 58anni, k pancreas. Continua manipolazione del drenaggio con
trasmigrazione dei batteri e infezione dello stesso.
In sacca materiale biliare corpuscolato e torbido, suggestivo per liquido infetto.
Sacca di raccolta graduata.
L’OSS rileva la quantità liquido drenato, informa l’infermiere, registra la quantità
nelle grafiche predisposte (cartacee o digitali), collabora allo smaltimento della
sacca.
Il drenaggio deve sempre essere posto al di sotto del punto di inserzione per
favorire la discesa del liquido.
Va manipolato con le mani pulite e va istruita la paziente a toccarlo il meno
possibile.
Attenzione durante l’igiene e la movimentazione: rischio di
trazione/rimozione/dolore elevato.
TIPI DI SISTEMI DI RACCOLTA E Attenzione al corretto smaltimento della sacca secondo le procedure di reparto.
Utilizzare i DPI a disposizione se vi è rischio di esposizione a liquidi biologici
GESTIONE
Fase post operatoria
Attenersi scrupolosamente
alle procedure di smaltimento dei rifiuti
presenti nell’Azienda in cui si opera
Fase post operatoria
PLEUREVAC
Sistema di raccolta frequentemente utilizzato in
chirurgia toracica (soprattutto del polmone) per la
rimozione di liquido e/o aria dal cavo pleurico dopo
l’intervento.
• Può essere collegato al circuito di vuoto
dell’ospedale per mantenere una pressione
negativa (drenaggio in aspirazione) → in grado
di rimuovere l’aria dal cavo pleurico.
TIPI DI SISTEMI DI RACCOLTA E • Oppure può essere lasciato senza aspirazione
(Drenaggi a caduta) per la rimozione dei liquidi.
GESTIONE
Fase post operatoria
Il drenaggio Jackson Pratt è ancorato con un punto di sutura alla cute, è costituito
da un tubo collegato ad un contenitore a palloncino in grado di effettuare una
blanda aspirazione. Al palloncino è collegata una sacca graduata in cui è possibile
far defluire il liquido e misurarlo. Utilizzato soprattutto nella chirurgia del seno.
GESTIONE:
•Stabilire l’orario di rilevazione e mantenerlo costante (una volta al giorno, al
mattino)
•Eseguire un’accurata igiene delle mani
•Il contenitore a palloncino è in aspirazione (compresso, chiuso)
•Aprire il morsetto
•Il contenitore a palloncino è in perdita aspirazione (disteso, aperto)
•Premere a due mani il contenitore a palloncino, favorire fuoriuscita del liquido
all’interno del sacchetto
TIPI DI SISTEMI DI RACCOLTA E •Chiudere il morsetto e ripristinare aspirazione (palloncino compresso, chiuso)
•Leggere ed annotare la quantità di liquido drenata
GESTIONE
•Il drenaggio ha un circuito unidirezionale, è dotato di valvola antireflusso impossibile il
ritorno all’indietro del liquido.
•Posizionare il drenaggio all’interno di una borsetta a tracolla per evitare dimenticanze,
strattonamenti e favorire la ripresa delle attività quotidiane.
Fase post operatoria
L’assistenza al paziente portatore di drenaggio, indipendentemente dal tipo e dalla sua locazione, deve prevedere, da parte d i tutta l’equipe:
1.Il monitoraggio sistematico del punto di inserzione del drenaggio (valutare la presenza di arrossamenti, materiale purulent o, sanguinamento,
decubiti, non saldo ancoraggio del drenaggio alla cute)
2 Il mantenimento dell’asepsi durante le manovre eseguite sul drenaggio, in particolare se deve essere interrotto il sistema chiuso
3 Il monitoraggio del bilancio idrico del paziente
4 La promozione e l’incoraggiamento della mobilità del paziente, sia attiva che passiva, al fine di agevolare la funzione del drenaggio e di
evitare che lo stesso sia di impedimento alla ripresa fisica del paziente
5 Evitare di sraccordare il circuito per svuotare il drenaggio e riutilizzare nuovamente la sacca. Se ciò dovesse essere necessario, condurre le
operazioni rispettando le regole d’asepsi e indossando idonei DPI
6 Mantenere una lunghezza adeguata del raccordo drenaggio/sacca di raccolta
7 Posizionare il drenaggio a valle del punto d'inserzione e in posizione più bassa rispetto al paziente
8 Prestare attenzione affinché il tubo non si pieghi
Fase post operatoria
Nell’immediato post-operatorio è importante monitorare ad intervalli regolari (almeno tre volte nelle otto
ore) la quantità e la qualità del liquido drenato e avvertire subito il medico se si rileva:
• abbondante e repentina fuoriuscita di sangue dal drenaggio;
• presenza di materiale enterico, biliare, fecale, purulento o urine nel drenaggio addominale;
• sangue nel materiale drenato da vie biliari ed urinarie;
• persistente ed abbondante fuoriuscita d'aria in drenaggi posizionati dopo interventi sulla laringe
(possibile invece la presenza di aria nelle ore successive ad interventi eseguiti in laparoscopia in cui è stata
necessaria l’insufflazione di anidride carbonica per distendere l’addome, su appendice ad esempio…)
Fase post operatoria
I drenaggi in linea di massima dovrebbero essere rimossi quando non fuoriesce più il liquido di cui
si teme l’accumulo (sangue, bile, ecc.) e quindi tolti, se possibile, nelle prime giornate dopo
l’intervento.
Fase post operatoria
1.Ferita chirurgica
2.Presenza di dolore
3.Percezione post operatoria
Oltre ai presidi…
4.Ripresa dell’alimentazione
1. La ferita chirurgica
Al rientro in reparto il paziente presenterà un’area coperta da cerotto corrispondente alla ferita
derivante dall’intervento chirurgico.
All’osservazione (che deve essere eseguita al rientro in reparto e poi regolarmente nel corso del post
operatorio) la medicazione deve risultare sempre pulita.
Va segnalata qualsiasi alterazione: presenza di sangue, cerotto intriso di liquido giallastro (pus o altro
liquido corporeo), se viene accidentalmente bagnata, se si presenta parzialmente o totalmente dislocata.
In ciascuno di questi casi va segnalato tempestivamente all’infermiere la necessità di rieseguire la
medicazione.
L’OSS può collaborare alla medicazione.
Fase post operatoria
GRAFFETTE METALLICHE
Punti visibili esternamente, la cui rimozione dipende dalle
caratteristiche della cute, perciò occorre un’attenta
valutazione medica. Possono restare in sede da un
minimo di 7 giorni fino ad un massimo di 30 giorni
Fase post operatoria
COLLA CHIRURGICA
Materiale che si solidifica a contatto con i liquidi della
ferita e si stacca autonomamente dalla pelle al
termine del processo di guarigione, come una crosta.
Fase post operatoria
PRECOCI TARDIVE
INFEZIONE DEISCENZA
DELLA FERITA
Fase post operatoria
Sanguinamento
Una medicazione intrisa di sangue
DEVE SEMPRE ESSERE PRONTAMENTE
SEGNALATA. In attesa della
sostituzione del cerotto o per valutare
la progressione del sanguinamento
può essere utile delineare il bordo
della macchia visibile sulla
medicazione. Se ad una successiva la
macchia oltrepassa i bordi delineati il
sanguinamento è attivo
Fase post operatoria
TUMOR RUMOR
(GONFIORE) (ARROSSAMENTO)
FERITA CHIRURGICA
INFETTA
Fase post operatoria
FERITA CHIRURGICA
INFETTA
Fase post operatoria
FERITA CHIRURGICA
INFETTA e con
deiscenza
Fase post operatoria
L’OSS collabora a:
• Rilevare gli indicatori di dolore (verbalizzazione, mimica facciale, sudorazione, postura di difesa)
• Raccogliere informazioni sulle caratteristiche del dolore
- sede
- entità→ utilizzo scala NRS (Numerical Rating Scale) dove possibile
- irradiazione
- modalità di insorgenza
- concomitanza di altri sintomi quali nausea, ritenzione urinaria, distensione addominale
Fase post operatoria
Un adeguato controllo del dolore aiuta a prevenire le complicazioni post operatorie, favorendo il recupero
ed il ritorno alle normali attività.
Fase post operatoria
DEL SÉ CUTANEA
Fase post operatoria
PERCEZIONE DEL Sé
Alcuni interventi a cui i pazienti si sottopongono sono demolitivi (es. mastectomia nelle donne con
carcinoma, confezionamento di stomie per carcinomi intestinali..).
L’impatto psicologico può essere molto forte tanto da far credere alla persona di aver perso una
parte di sé e di non essere più la stessa.
Il supporto psicologico, l’empatia e l’attenzione rispetto a questa percezione sono necessari per dare
supporto e vicinanza.
Fase post operatoria
PERCEZIONE CUTANEA
Nella sede di intervento chirurgico possono manifestarsi alterazioni della sensibilità cutanea.
Durante l’operazione chirurgica possono essere temporaneamente irritati alcuni fasci nervosi e ciò
può provocare formicolii, prurito, intorpidimento, sensazioni di gonfiore e bruciore.
Tali sintomi non devono creare preoccupazioni né sospensione della riabilitazione post operatoria.
Oltre alla percezione cutanea
Fase post operatoria
Prevenire le polmoniti
La mobilizzazione Prevenire l’atrofia muscolare e preservare la funzione articolare
precoce è in grado Prevenire le lesioni da pressione
Al paziente viene chiesto di tenere un diario (in alcuni casi si può anche scaricare un APP, es. Ospedale
Sacro Cuore Don Calabria di Negrar) che accompagna il paziente sottoposto a chirurgia durante le fasi di
preparazione all’intervento chirurgico e dopo lo stesso nel rientro a domicilio.
Punta a ridurre lo stress perioperatorio del paziente, legato in parte all’ospedalizzazione e in parte alle
alterazioni fisiopatologiche proprie dell’intervento chirurgico.
Il protocollo ERAS è suddiviso in tre fasi:
PRE-CHIRURGICA con indicazioni di come raggiungere un ottimale livello nutrizionale, fisico e motorio
prima dell’intervento
POST INTERVENTO IN OSPEDALE
DIMISSIONI A DOMICILIO
Fase post operatoria
Fase preoperatoria
iColon ricorda e stimola il paziente, anche
attraverso contenuti informativi e video, a
seguire l’ottimizzazione nutrizionale, fisica e
motoria
Fase post operatoria
Come deve •
•
Spiegare al paziente la procedura e far leva sulle capacità residue
Garantire la privacy e lavare le mani
avvenire la • Scegliere il lato del letto da cui far scendere il paziente prestando attenzione ai presidi affichè
non vengano posti in trazione/rimossi/ tocchino a terra
mobilizzazione • Posizionare in collaborazione con infermiere eventuali panciere contenitive, collari se previsti
• Avvicinare la poltrona/carrozzina avendo premura di frenarle
• Evitare prese scorrette
• Utilizzare presidi a disposizione se necessario (telo di scorrimento, sollevatore…)
• Utilizzare le tecniche corrette a seconda dell’intervento subito per il trasferimento del paziente
dal letto alla poltrona e successivamente dalla poltrona alla posizione clinostatica per la
deambulazione
Fase post operatoria
Esempio di raccomandazione da
dare e da mettere in atto nel
paziente operato di protesi d’anca
Fase post operatoria
Nel caso in cui il paziente non sia in grado di mobilizzarsi è opportuno che l’OSS favorisca la mobilizzazione
passiva a letto facendo leva su tutte le abilità residue del paziente, chiedendo di:
• Far ruotare i piedi a destra e sinistra
• Muovere le dita dei piedi
• Piegare i piedi in alto ed in basso
• Piegare e stendere le gambe
La mobilizzazione a letto deve poi essere garantita ad intervalli regolari favorendo i decubiti in cui il
paziente trova maggior sollievo. L’utilizzo di presidi quali cuscini/archetti/materassi ad aria può essere utile
a diminuire il rischio di complicanze derivanti dal protrarsi dell’allettamento.
Rivalutare quotidianamente insieme al resto dell’equipe la possibilità di mobilizzazione attiva.
Segnalare l’insorgenza di lesioni/dolore/processi infettivi.
Fase post operatoria
5. Ripresa dell’alimentazione
E' opportuno attendere un periodo di tempo consono dall'intervento eseguito prima di riprendere ad assumere liquidi e solidi; questo
perchè l'anestesia favorisce nausea e vomito e deve essere adeguatamente smaltita.
Dopo ciascun intervento attenersi alle indicazioni fornite dal medico o dall’infermiere per la ripresa dell’alimentazione che deve
comunque essere sempre graduale e determinata sulla base dell’operazione subita, soprattutto se riguardante il tratto gastro intestinale.
Quando verrà data indicazione alla ripresa dell’alimentazione, inserire la dieta indicata nel sistema cartaceo/digitale della prenotazione
dei pasti.
Nel caso in cui il paziente abbia subito interventi che limitano la mobilità degli arti superiori proporre strategie per mant enere
l’autonomia (es. tentare alimentazione con arto opposto o aiutare il paziente se in difficoltà)
Nel caso di interventi neurochirurgici o maxillo-facciali attenersi strettamente alla indicazioni medico-infermieristiche per quanto
riguarda l’alimentazione (dieta liquida/necessari test di verifica della deglutizione e particolari accorgimenti)
Fase post operatoria
Ogni annotazione deve essere riferita all'infermiere e al medico assegnati allo stesso.
Medicazioni semplici e complesse
L’OSS può eseguire, su attribuzione da parte dell’infermiere, MEDICAZIONI SEMPLICI di ferite il cui
processo di guarigione sta avvenendo per prima intenzione.
Per quanto riguarda le medicazioni complesse può collaborare alla loro medicazione aiutando
l’infermiere nell’esecuzione della procedura.
Medicazioni semplici e complesse
Guarigione per prima intenzione: i margini della ferita sono a stretto contatto, guariscono in modo
rapido lasciando una cicatrice poco visibile. Su queste ferite vengono praticate medicazioni semplici
(OSS su attribuzione)
Guarigione per seconda intenzione: quando i margini non sono vicini, con una marcata perdita di
sostanza, la guarigione è ritardata e lascia una cicatrice di dimensioni variabili. Per favorire la loro
guarigione in alcuni caso possono essere posizionati dei drenaggi. Su queste ferite vengono eseguite
medicazioni complesse (INFERMIERE + collaborazione OSS)
Medicazioni semplici e complesse
Medicazioni semplici e complesse
Obiettivo: prevenire le infezioni delle ferite mantenendo l’asespsi durante il cambio delle medicazioni e
favorire la guarigione delle ferite, sia infette che non infette, utilizzando trattamenti evidence based.
La medicazione di una ferita chirurgica pulita va effettuata dopo 24/48ore dall’intervento, una volta al
giorno o a intervalli più lunghi a seconda dell’andamento della guarigione
Se la medicazione risulta sporca o bagnata va sostituita in quanto l’umidità e le secrezioni favoriscono
la macerazione e la proliferazione di batteri
Se la ferita è infetta può essere richiesta la medicazione anche più volte al giorno
Medicazioni semplici e complesse
Le medicazioni complesse, o avanzate, vengono eseguite ricorrendo a materiali biocompatibili, che interagiscono con la lesion e e stimolano
una specifica reazione biologica.
L’uso di questi materiali consente di gestire meglio carica batterica, natura e volume dell’essudato, nonché mantenere la giu sta idratazione e
temperatura della cute che circonda la lesione. Essendo pensate per assicurare una buona praticità, le medicazioni complesse aiutano il
professionista ad attuare una miglior gestione dei cambi e del tempo.
Le medicazioni complesse aiutano anche a proteggere da eventuali infezioni e a rimuovere il tessuto necrotico e sono divise i n:
• schiume;
• alginati;
• medicazioni non aderenti;
• medicazioni composte;
• garze impregnate;
• idrocolloidi;
• idrofibre;
• idrogeli;
• collagene.
Medicazioni semplici e complesse
SOSTITUZIONE MEDICAZIONI
La frequenza con cui le medicazioni vanno cambiate è quella consigliata dall’infermiere o dal chirurgo;
tuttavia, alle sostituzioni programmate si aggiungono quelle straordinarie, necessarie quando la ferita
risulta sporca.
Per quanto riguarda la rimozione degli eventuali punti di sutura, le tempistiche variano in relazione alla
sede e processo di guarigione della ferita
Inoltre, in base alla sede dell’intervento potrebbe essere necessario l’uso di dispositivi medici quali fasce o
bende elastiche contenitive per un ulteriore periodo di tempo.
Le ferite chirurgiche che in seguito alla rimozione dei punti non presentano una deiscenza o ulteriori
anomalie, sono da definirsi guarite e non necessitano di altre medicazioni.