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| psouduupgnoung Rating La gestione del credito: un approccio analitico al rating di Giuseppe R. Grasso'(*) di Oggi le aziende sono chiamate a farsi carico del rischio finanziario associato al portafoglio crediti, rischio che un tempo veniva trasferito sulle assicurazioni credit Cid ha spinto Vazienda a dotarsi di sistemi interni di valutazione e monitoraggio del rischio oltre che di sistemi jestione delle informazioni interne ed esterne sul cliente. Si presentano i risultati di un‘indagine condotta da una societa di consulenza sul rating dell’industria manifatturiera italiana. Premessa La grave crisi finanziaria del 2008-2009 ha avuto un duplice impatto sulla gestione del credito. Da un lato il sistema bancario ha ristretto l'erogazione di finanziamenti alle piccole e medie imprese (sia per il deteriora mento del merito creditizio di queste ultime, sia per la necessiti di contenere gli impieghi in un momento di tensione sulla patrimonia- lizzazione delle banche stesse); dall’altro le societa di assicurazione crediti hanno ridotto ‘Sealer ca DE fa Toro Sees, dia inuen- doi plafond di affidamento a livelli cl dono impossibile per le aziende assicurar proprio giro d’affari. Ta conseguenza di questi due fenomeni di mereato una sola: il principale finanziatore delle PMI diventato il fornitore, che deve internalizzare proprio quelle capacita di va- lutazione del rischio cliente che aveva impli- citamente esternalizzato sulle banche e le as- sicurazioni crediti. Se I'azienda deve dunque farsi carico déll’a- nalisi del-rischio finanziario del proprio por- tafoglio crediti e impostare su questa analisi la propria politica di affidamento commer- ciale, allora é necessario che l'azienda si doti degli strumenti tipici del settore bancario-as- sicurativo. Diventa quindi necessario dotarsi dit ~ sistemi interni di valutazione.¢ monitorag. gid del tischio, (modelli dirating).e. “‘sistemi di gestione e integrazione delle in- 82 Finanza formazioni interne ed esterne sul cliente, uti- li al monitoraggio del rischio. Entrambe questi sistemi devono ispirarsi alla migliore prassi finanziaria, ma non dimenti- carsi di integrare quel prezioso patrimonio di informazioni (a volte formali e a volte in- formal) che l'azienda ha sul proprio cliente. I sistemi di rating Ipunto di partenza’é Vanalisi-dei sistemiedi rating € il modello di riferimento € quello applicato dalle banche per la normativa di Basilea 2. : primario nella Il rating operativo, Yelemento Stima'della probabilita di insolvenza di un‘a- zienda, si basa su una valutazione tecnica dello stato di salute dell'impresa attraverso le grandezze del bilancio, alle quali viene af- fiancata un’analisi di natura qualitativa ‘sul posizionamento del business, la sua gestione ele linee strategiche di sviluppo. Al rating operativo si affiancano, nella valu- tazione tipica delle banche (si veda la Tavola 1), altre.tre fonti informative quali \ ~i dati della Centralé Rischi; =i dati andamentali che descrivéio le even- tuali anomalie intercorse nel rapporto della banca con limpresa; =la peteezione del rischio di setiore, come emerge dalle analisi soggettive che la singola banca ha compiuto. Noter () Presidente K Finanos 8.1, Corporate Finance Adsory 4/2010 Rating Nella valutazione del rischio condotta dalle aziende sui propri clienti, queste tre compo- nenti vengono sostituite da: a) informazioni: sugli eventi pregiudizievoli (protesti, procedure concorsuali; ecc:); b) i dati andamentali provenienti dalle stati- stiche di incasso in possesso dell'azienda, da ogni altra informazione derivante dal sistema di Customer, Relationship \Manage- ment interno, dalla sistematica raccolta delle informazioni provenienti dalla rete commer- ciale 0 richieste periodicamente al- cliente sulla base‘ delle politiche di assegnazione del credito; i: ©) Fevoluzione del rischio di settore, sia su base prospettica (Probability of Default di set- tore o di cluster) che su base consuntiva (evo- Tuzione trimestrale dellincidenza storica dei fallimenti per settore o cluster). La componente quantitativa dell’analisi dei bilanci, degli indici e dei flussi delle aziende clienti-deve offrire elementi per analizzare 1) la capacita. di autofinanziamento; 2) il grado,di copertura degli oneri finanziari; 3) il livello di patrimonializzazione e indebi- tamento; 4) lefficienza nella gestione del capitale in- vestito; 5) la redditivita. Sono infatti questi i principali criteri su cui ‘si basa il cosiddetto rating tecnico, quello che dipende esclusivamente dai dati di bilancio. Tavola 1 - Anal del sistema di rating omen ‘La componente qualitativa dell’analisi del ri- schio deve invece prendere in considerazio- ne almeno i seguenti elementi non finanzia- a a) struttira sociétaria (proprieta, ‘rorporate governance, etd ed esperienza del manage- ment o dell'imprenditore); b) vendite (marchi, concentrazione del fattu- rato, export, créscita, rischi di cambio); 6) organizzazione’ (organigramma, manage- ment, reporting e controllo, certificazioni); d)-acquisti'e investimenti (concentrazione dei fornitori, dipendenza da fornitori strate- gici, rischi di cambio, fabbisogno di capitale circolante, nuovi investimentiprevisti); ©) posizionamento competitivo e. settore (quota di mexcato, concorrenti, analisi delle principali, forze competitive); f) strategia di sviluppo; £) rapporti con il sistema bancario.(numero di affidamenti, % di utilizzo, % di, insoluti, eventi anomali). ‘Queste informazioni qualitative devono.esse- te predisposte dall’azienda sulla base della conoscenza dei propri clienti, da affinare at- traverso un'intervista condotta attraverso, un questionario. opportunamente, strutturato, Questi dati qualitativi dovrebbero essere ag- giornati almeno una volta all’anno su base sistematica e ogni volta che si venga a cono- scenza di tin evento tilevante per la solidita finanziaria dell'azienda. ‘Rating tecnico Blane! “iret “use| dl eaesa “Postaeramenic Management “Business plan Rischio di settore 42010 ictraalone manza 83 | Banca&impresa | osesduipgnoupg Rating La Probabilita di Default e i relativi algoritmi La Probabilita di Default (PD) é la probabili- ta che 'azienda esaminata subisca un evento di default in un detérminato arco temporale. La PD é elemento pit importante all'interno della formula che determina la perdita attésa in relagione ad un determinato credito quindi il rischio implicito in quel, credito. Pertanto: Perdita attesa = Probability of Default (Rating) x Loss Given Default x Exposure at Default x Maturity del Prestito Interpretata’alla luce dell'analisi’ del rischio cliente, i singoli’ termini hanno il seguente significato: ~ Probability Of Default = probabilita che Ya: zienda sia inadempiénte; si determina utiliz~ zando il rating; 5 = Loss Given percentuale del presti- to che statisticamente viene persa, al netto dei recuperi, in caso di inadémpienza dell’a- wienda; = Expostire at Defauilt = importo del crédito effettivo al momento dell'inadempieriza (pud essere pitt alto o meno del fido accordato, in relazione ad eventuali sconfinamenti, insoli- tio interessi di mora); Da Tavola 2 - Modello K Finance: metodotogia logit = Maturity cliente: K Finance ha svilippato (in collaborazione con Universita di Modena ¢ Reggio Emilia) un proprio modello di raring testato su oltre 100.000 bilanci di ‘aziendesane’ e ‘circa 10.000 bilanci di aziende fallite-su ‘un arco temporale di 5 anni. Nel modello K Finarice Yevento di default & definito come Vavvio di una procedura con- corsuale (fallimento, concordato preventivo; concordato fallimentare, ec.) ¢ Varco tem- poraleé-di24 mesi, cioé Vintervallo che ‘tior- malmente passa dalla data di riferimento dell'ultimo bilancio disponibile (ad’ esempio 31/12/2008) e anno per il quale interessa corioscere'la probabilita di default (ad esem- pio 2010); < Tl modello & costruito sulla’ base della meto- dologia «logit che consente di determinare una funzioné di Correlazione tra un insieme di indici di bilsncio opportunamente ponde- rati tra loro’é la probabilita (compresa tra 0 € 1) che Yaziénda fallisca 6 eno 'nell'arco di 24 mesi. La forma della funzione logit @ illu- strata nella Tavola 2. Attravérso i risultati della 'fuinzione logit le aziende vengono raggruppate in sete classi termini medi di incasso del P(Z) Ll 4 “TrexpeZ) Drexpl-(y FM Ft MH] P)=1/ +e) 86 gi ritranone inanza 4/2010 di rischio ela Probabilita di Default viene calcolata come incidenza del numero effetti- vo di aziende fallite rispetto a quelle non fal- lite dopo 24 mesi per ogni classe di rischio. La PD si esprime int termini di «casi per-mil- Je» ¢ quindi va da un massimo del 59%o (cio® 5,9%) nella classe pit rischiosa K1 a un mi- nimo dello 0,6 %o nella classe meno rischiosa KZ7,(si veda la Tavola 3). Per quanto riguarda il rischio di settore, K Finance elabora una serie di analisi sull’inci- denza effettiva dei fallimenti in 240 cluster dell'industria italiana-(20 settori, per 3 classi dimensionali, per 4 macro-aree geografiche), Lanalisi viene aggiornata .trimestralmente, La mappa del,rischio’ di settore che emerge evidenzia i cluster con rischio maggiore 0 minore della media, la dinamica di evolu- zione del rischio. La ricerca KF sul rating dell’indu- stria italiana i La VII Edizione della'ricerca di K Finance (1) sul rating dell'industria manifatturiera italia- na @ stata condotta su un campione di 90.467 bilanci del 2008 estratti dalla Banca Dati «Ai- da» di Bureau van Dijk Electronic Publishing SA. Tavola 3 - Calcolo delta probabilita di defautt Rating I rating medio dell’industria manifatturiera italiana nel 2008 ésceso dopo che si era sta- bilizzato per dué:anni (2006-2007), tornando quindi ai livelli-minimi-toccati- nel’ 2004. 2005. Il peggiorimento del rating & riconducibile ad una riduzione della redditivita aziendale accompagnata da um aumento dellindebita- mento. La distribuzione pér classe di rating’ (Tavola 4) degli oltre 90.000 bilanci 2008: esaminati mostra che: Bt : = oltre il 26% delle aziende’sono in condizio- ni di rischio finanziatio; = il 37% circa sono in condizioni di vulnera- bilita; = il 30% circa sono in condizioni di norma- lita (0 normale vulnerabilita); = il 6% circa sono in condizioni di eccellen- za. La distribuzione indica come oltre un quarto delle aziende esaminate siano in condizioni di rischio, cio? abbiano un rating che non Note: (1) La versione integrale della icerca @ scarlcabile dal sito www Kfinance.com' NORMALITA’ + KR? ‘Azienda che presenta una buona solvibli, ma che pu essere ‘ndebolta da mutamenti congluntral os SOLIDITA« ‘Azienda in grado dl rimborsare il debito, ma ehe in condizion ‘economiche averse pud travarsi con wna capacita di copertura Indebolit 12 ‘Azienda in grado a imborsare il debito, ma che In condizion ‘economiche avverse pub rovarsi a rschio dl insolvenza 23 RISCHIO <— ‘Azienda con elevata vulnerablita, ma al momento in grado di {are front al pagementi ovat 87 4/2010 Finanza | Banca&limpresa | psordwipgpoupg Rating consente'loro di-ottenere un ampliamento dei fidi da parte del sistema bancario: Nel 2008 é stato raggiunto il minimo assolu- to di imprese xeccellenti> (6%) e contempo- raneamente il numero di imprese a rischio:é salito ad oltre il 26%, contro i,20% e il-23% circa dei due anni precedenti, molto vicino.ai massimi del 27-28% degli anni .peggiori 2004-2005. La classifica del rischio per settore (Tayola 5) riconferma a grandi linee la «fotografia» del 2007, ma con alcune significative differenze. In, testa alla classifica compaiono gli.stessi tre settori dell’anno scorso:,utilities, mecca- nica, elettrici ed clettronici, Tuttavia nel 2008 le performance delle utilities hanno staccato di molto quelle degli altri settori. I settori che si collocano sopra la media sono molto allineati tra loro e con minori differen- ze rispetto al 2007: Anche in coda alla classifica compaiono gli stessi tre settori del 2007: mobili, alimentari © bevande, ceramiche e inateriali da costru- zidne. Nel 2008 tuttavia il settore dei mate- riali da costruzione @ stato il peggiore (nel 2007 era stato I'alimentare). Tavola 4 - Distribuzione per classe di rating Singolare é stata 'evoluzione-negli anni del settore edilizia che é passato da essere il peg- giore a posizionarsi quasi a «meta classifica» nel.2008. Questa eccellente’performance da leggere in relazione al ciclo del settore:im- mobiliare, che nel 2008 ha raggiunto - come noto - il suo apice.-Dallfaltro lato, il pessimo risultato del settore dei materiali da costru- zione é la riprova di come il ciclo di apertura di nuovi cantieri avesse gia segnato il passo nella seconda meta del 2008) La-distribuzione del rating per classe dimen- sionale di fatturato indica'in linea generale che ‘il rating migliora all’aumentare delle’di- mensioni aziendali (Tavola 6): Qiiesta’ regola_génerale trova! un'eccezione nel ségmento di aziende tra i 10 e i 20 milioni di Euro di fatttirato, che si trovano in una situazione di criticita simile a ‘quella delle micro-aziende con fatturato inferiore a 1,5 tnilioni. La differenza sostanziale & per che le micro- imprese godono di-un'applicazione,agevolata di Basilea 2, -mentre quelle oltre i.10 milioni di ricavi, non, hanno alouna forma di prote- zione.. DISTRIBUZIONE PER CLASS! DI RATING Frequnza() oss. HTH KB KB ASS ERA KA ON Ke KY Ke Rta FOCELLENZA 1 nonwauire 1 vuueraauiTa RIscHO rnitrasione 86 Finanza. 472019 Tavola 5 - Rating medio per settore RATING MEDIO PER SETTORE, t ‘Stor utes Necsines elerel 0 Eliot hima, Leveson mete Prods n metlo dione Stampa antenuroro ‘let Comma estes sia Irate Esra Leone a cara Test Abbigemerio esi Almera Bino Ccramihe Mat cestuione ra 7 ca Ke es ‘Tavola 6 - Rating medio per classe dimensionale RATING MEDIO PER CLASSE DIMENSIONALE. ‘toes mensional (att) 2280 ke 100250 xe 50-100 wd 250 S10 ka Ka raion | yrisstrasiono 4/2010 Finanza 87 | Banca&impresa | pseidwipgpoupg Rating A partire dai 10 milioni di fatturato, la cre- scitadimensionale porta con sé in modo uni- voco un miglioramento del rating, fino a giungere alle aziende sopra i 100 milioni di fatturato che presentano rating medi assolu- tamente sostenibili- Dall'analisi dei principali indicatori finanzia~ ri per classe dimensionale € nel confronto intertemporale tra 2002 e 2008 emerge che: a) Vincidenza degli oneri finanziari sui ricavi Tavola 7 - Incidenza degli oneri finan: icavi cala all’aumentare delle dimensioni aziendali (Tavola 7); b) la leva finanziaria (misurata dal rapporto tra debiti finanziari e margine operativo lor- do) aumenta fino alla dimensione dei 10-20 milioni di euro di fatturato, per poi calare all’aumentare delle dimensioni, conferman- do che le aziende corporate (sopra i 50 milio- ni di fatturato) sono’ meno indebitate delle PMI (Tavola 8); ' neti finanziari/ Ricavi (%) 185 5410 1020 2080 50-100 100250 >250 Arasnistraione &Finanza. 4/2010 Rating ee ©) pit le aziende sono grandi, pitt sono patri- mionializzate; inoltre nel 2008 il livello di pa trimonializzazione delle imprese fino a 250 milioni 2 aumentato significativamente ri- spetto agli anni precedenti, grazie alla nor- mativa fiscale sulla rivalutazione degli im- mobili (Tavola 9); ¢) la crisi ha livellato ‘la redditivita; infatti fino al 2007 la marginalita operativa sui-rica- vi migliorava in maniera significativa all’au- mentare delle dimensioni, mentre nel 2008 il calo della redditivita & stato pit: ampio per le aziende maggiori (fino a 1,5% in meno) che per le PMI (circa 0,5% in meno) (Tavola 10). Tavola 9 - Incidenza del Patrimonio Netto sul Capitale Investito Patrimonio netto / Capitale investito(%) 7 8 ——— 485 S10 1020 2050 50400 100250 >250 Lo eee —_ ‘| Tavola 10 - Incidenza del Margine Operativo Lordo sui Ricavi MOL Ricavi (%) aoe | 89 4/2010 | Banca&impresa

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