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L’energia

Le fonti di energia
Le fonti di energia sono tutte le sorgenti di energia che sono presenti sulla Terra. Le fonti di
energia si suddividono in due categorie:
- fonti rinnovabili ovvero le fonti energetiche che non sono destinate ad esaurirsi nel futuro
vicino, ma si rinnovano in tempi molto veloci.
- fonti non rinnovabili ovvero tutte quelle che fonti che sono destinate ad esaurirsi nel
futuro vicino. Queste fonti impiegano milioni di anni a formarsi.

Le fonti rinnovabili
L’ENERGIA EOLICA
L’energia eolica è quella che viene prodotto dal vento in movimento. Quest’ultimo è
generato dal Sole che riscalda diversamente alcuni punti della Terra, dunque si creano
di erenze di pressione tra le varie zone della Terra. Di conseguenza le masse d’aria calde,
essendo più leggere tendono a salire verso l’alto lasciando in basso “uno spazio” che viene
riempito da masse di aria fredda.
Ci sono diversi modi per sfruttare l’energia del vento:
- wind farm: un grande territorio ricoperto da molteplici pale eoliche;
- parco eolico o shore: una serie di pale eoliche disposte sul mare per poter sfruttare al
meglio l’energia del vento;
- minieolico: si tratta di un piccolo aerogeneratore utilizzato per produrre energia
direttamente nel luogo in cui verrà usata (rifugio in montagna, luoghi scarsamente
popolati in cui la rete nazionale non arriva, ecc…). Il minieolico produce una potenza di
qualche decina di kilowatt;
- microeolico: si tratta di piccoli impianti in grado di fornire meno di un kilowatt di
potenza. Il microeolico è usato ad esempio nelle barche a vela.

Efficienza delle turbine eoliche


L’e cienza delle turbine eoliche può essere calcolata usando la legge di Betz. Secondo
questa legge, l’e cienza massima a livello teorico di una turbina non può superare il 59,3%.
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L’ENERGIA SOLARE
All’interno del Sole avviene la fusione nucleare, ovvero atomi di idrogeno si fondo per
formare atomi di elio, questo fenomeno chimico sprigiona ingenti quantità energetiche, una
frazione delle quali giunge alla Terra. Quest’energia giunge alla Terra sotto forma di
radiazioni elettromagnetiche, che forniscono luce (solare fotovoltaico) e calore (solare
termico).

Solare termico
Il solare termico funziona con pannelli solari che scaldano l'acqua per usi domestici. Dentro
il pannello c'è una piastra nera assorbente con alcuni tubi in cui circola un uido (per
esempio miscela di acqua e antigelo). Essa assorbe il calore e lo porta in circuito chiuso al
serbatoio che contiene l'acqua da riscaldare. Esistono due tipi principali di collettori:
- pannello vetrato: una scatola piana che all’interno contiene l’assorbitore (una lastra
metallica costituita da tubi di rami tra loro saldati, verniciati di nero, dove circola il
uido). Il pannello ha un coperchio di vetro trasparente che permette l’entrata della luce.
Quindi la luce colpisce l’assorbitore e l’assorbitore riscalda il uido, che trasferisce
l’energia termica a un serbatoio.
- pannello a tubi sottovuoto: il pannello è formato da diversi tubi di vetro posti uno accanto
all’altro. Ognuno ha al suo interno un tubicino di rame verniciato di nero dove circola il
uido. Tra tubo e tubicino è stato creato il vuoto, cosi il raggio di Sole colpisce le alette
del tubicino di rame dove il calore resta imprigionato (il calore non si propaga nel vuoto).
I liquido circolante si scalda rapidamente e può trasferire il calore a un serbatoio o
integrare l'impianto di riscaldamento invernale.

Solare termodinamico a concentrazione


Una centrale di questo tipo comprende una grande campo ricoperto da migliaia di specchi
parabolici disposti in le parallele su strutture sse. I raggi parabolici ri ettono i raggi solari
su un lungo tubo ricevitore, situato sul fuoco della parabola. Il tubo ricevitore contiene un
uido che assorbe il calore dei raggi. Alcuni uidi a sali fusi riescono a trattenere l’energia
termica per molte ore, quindi possono essere stoccati in accumulatori. Tutti gli specchi
parabolici sono collegati a un edi cio centrale, che utilizza il calore proveniente dal liquido
per scaldare l’acqua e azionare la turbina, l’alternatore e dunque produrre elettricità. Queste
centrali hanno relativamente un rendimento abbastanza alto se paragonate allo specchio
piano o al fotovoltaico.
Uno degli svantaggi di questa centrale è il fatto che il sole è presente solamente nelle ore
diurne, questo problema è stato risolto da Carlo Rubbia che ha inventato un uido a sali fusi
che permette di accumulare l’energia termica in appositi serbatoi durante il giorno e
rilasciarla durante la notte.

N.B. Uno specchio parabolico ha appunto il pro lo di una


parabola, con il tubo ricevitore posto sul fuoco. Lo specchio è
montato su una struttura metallica ssa. I vari specchi sono
disposti a le; ogni la ha un tubo di uscita che porta il calore
all’edi cio centrale.
- Uno specchio parabolico
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Centrale solare a specchi piani
Questa centrale è caratterizzata da un campo ricoperto da centinaia di eliostati, grandi
pannelli ricoperti da specchi piani. Gli eliostati generalmente sono montati su un “gambo
cilindrico” ovvero un meccanismo che permette di muovere gli
eliostati orientandoli nel miglior modo possibile a seconda
della posizione del Sole nel corso della giornata. Tutti gli
specchi ri ettono la luce su una grande caldaia dove il calore
permette la formazione di vapore, che aziona la turbina, ecc…

- Una centrale solare a specchi piani

I sistemi dish-Stirling
I sistemi dish-stirling sono degli impianti costruiti su una parabola ri ettente, in grado di
inseguire il movimento del sole, concentrando le radiazioni su un ricevitore, costituito da un
motore, detto “stirling”, a combustione esterna, collocato sul punto focale.
Vantaggi:
- lo stirling funziona con tutte le fonti di calore perché sfrutta le potenzialità di un gas a
ciclo chiuso;
- si può usare per alimentare utenze isolate dalla rete elettrica nazionale.

Solare fotovoltaico
Il fotovoltaico permette di produrre energia direttamente dal Sole. La cella fotovoltaica, una
lastrina di vetro blu scuro, produce corrente continua quando viene colpita da raggi di luce.
Collegando diverse celle in serie di possono ottenere potenze energetiche più grandi. Il
pannello costituito da un insieme di celle è detto modulo fotovoltaico.

Centrale fotovoltaica
Questa centrale è costituita da un grande campo ricoperto da grandi pannelli disposti per
le parallele, orientati nella stessa direzione. Ogni pannello è costituito da una struttura
metallica molto grande che è ricoperta da migliaia di celle fotovoltaiche. Il pannello è
sostenuto da un gambo meccanico che permette di seguire il Sole nel corso della giornata.

ENERGIA GEOTERMICA
L'energia geotermica proviene dal calore contenuto all'interno della Terra che risale in
super cie sotto forma di vapore caldissimo. Essa ha origine dal mantello di rocce fuse
(magma) che si trova sotto la crosta terrestre e che trasmette un intenso calore alle rocce
soprastanti. In alcune zone di origine vulcanica le rocce caldissime sono abbastanza vicine
alla super cie terrestre e formano un'area geotermica. L'acqua piovana che ltra nel terreno
si riscalda, evapora e diventa vapore in pressione che spesso esce dalle crepe del terreno
sotto forma di so oni.
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L'energia geotermica è al tempo stesso calore e forza meccanica e può alimentare una
centrale termoelettrica per muovere le turbine.

Centrale geotermica
La centrale geotermica è un impianto simile alla centrale termoelettrica convenzionale (a
carbone), con la di erenza che il vapore in pressione è un prodotto naturale prelevato dal
sottosuolo. Dopo l'utilizzo, il vapore viene ricondensato in acqua (in una torre di
ra reddamento) e reiniettato nel sottosuolo per mantenere la giusta pressione nel
«serbatoio». In Italia la geotermia è sfruttata da molti anni in Toscana nella zona di
Larderello.

BIOMASSE
La parola biomassa indica tutti i tipi di materiale organico, come piante coltivate e alberi ma
anche scarti dell'agricoltura e dell'allevamento. Essi possiedono il carbonio che è energia
stabilizzata nella loro massa. I principali tipi di biomassa sono:
- coltivazioni energetiche per la produzione di carburanti per autotrazione, come il
bioetanolo e il biodiesel, che sono in fase di espansione come sostituti dei combustibili
fossili;
- legname e scarti forestali per riscaldamento domestico e produzione di energia elettrica;
- frazione organica degli RSU (Ri uti Solidi Urbani), cioè scarti alimentari, di giardinaggio
ecc.

Bioetanolo e diesel
Il bioetanolo è un alcol ricavato da coltivazioni zuccherine come canna da zucchero e
barbabietola, e dai cereali come mais, grano e orzo. Può essere miscelato no al 30% alla
benzina senza fare modi che al motore. Il Brasile lo usa quasi puro come sostituto della
benzina e lo ricava dalle piantagioni di canna da zucchero. Il bioetanolo può essere estratto
anche da scarti agricoli, ma con un costo di produzione maggiore e pertanto nessuno usa
questa tecnica.
Il biodiesel è un olio combustibile ricavato da piante oleose come girasole, soia e colza. Può
essere miscelato no al 30% con il gasolio ricavato dal petrolio senza fare modi che al
motore.

Elettricità dalle biomasse


La centrale termoelettrica a biomasse funziona come un impianto tradizionale: la materia
prima (piante energetiche, scarti della lavorazione del legno, scarti agricoli ecc.) viene
bruciata per creare vapore che alimenta un gruppo turbina-alternatore. Questo processo è
abbastanza inquinante (molto meno però di una centrale a petrolio o di un inceneritore):
produce ceneri pesanti e ceneri leggere da smaltire come ri uti speciali o nei cementi ci.
La produzione di biometano avviene inserendo la materia prima (scarti agricoli, liquame
degli allevamenti ecc.) in un digestore, ovvero un grosso contenitore che, in assenza di
ossigeno, produce biometano e fanghi di scarto. Questi ultimi, se fatti fermentare in
presenza di ossigeno, producono compost di qualità. Il biometano può essere poi bruciato in
un impianto di cogenerazione per produrre elettricità e calore.
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Vantaggi e svantaggi dell’energia da biomasse
La produzione di elettricità da biometano è da preferirsi alla combustione diretta delle
biomasse solide, infatti produce meno gas inquinanti e polveri
I biocombustibili (bioetanolo e biodiesel) hanno un minore impatto ambientale rispetto ai
combustibili fossili perché producono meno CO2 e CO. Il biodiesel produce poche polveri
sottili, il principale inquinante del diesel. Il Brasile è stato il primo paese al mondo a
produrre e usare un combustibile di origine biologica (etanolo) al posto della benzina per
ridurre la dipendenza energetica dal petrolio.
L'ONU ha però lanciato l'allarme perché molte terre coltivabili, se destinate ai
biocombustibili, sono sottratte alle coltivazioni alimentari.

E-FUELS
Gli e-fuels sono combustibili liquidi o gassosi, di origine sintetica, prodotti tramite processi
energivori alimentati da energia elettrica rinnovabile che viene dunque trasformata in
energia chimica. Il vantaggio degli e-fuels è che probabilmente possono assicurare un futuro
ai motori termici.

Produzione
L’acqua viene scomposta in idrogeno e ossigeno usando l’elettrolisi (alimentata da energia
ricavata da fonti rinnovabili). L’idrogeno viene mescolato con l’anidride carbonica e permette
la nascita dell’e-fuel. Sono de niti green perché si usa elettricità proveniente da fonti
energetiche rinnovabili, e si riemette la stessa quantità di anidride carbonica che era stata
precedentemente assorbita.

Differenza tra e-fuel e biocarburanti


I biocarburanti nascondo da lavorazione di sostanze organiche. Il principale svantaggio dei
biocarburanti è il fatto che per la loro produzione sono necessarie grande aree di suolo, dunque si ha
inevitabilmente deforestazione.

Come usare gli e-fuels


Gli e-fuels possono essere mescolati con gasolio e benzina per rendere questi carburanti più
ecologici. Inoltre gli e-fuels possono essere stoccati a pressione e temperatura ambiente. Comunque
gli e-fuels avranno un ruolo marginale, perché potranno soddisfare una bassa percentuale di utenze.

Perché le aziende stanno optando per gli e-fuels?


L’Europa ha detto che i produttori di auto dovranno ridurre le emissioni dei nuovi veicoli del 55%
no al 2030. Per questo motivo i veicoli che funzionano con i motori termici risultano in pericolo,
dunque gli e-fuels sembrerebbero l’unica soluzioni per salvare i motori termici.
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L’energia nucle e
L'energia nucleare si libera nelle reazioni che coinvolgono le particelle del nucleo dell'atomo.
Per ricavare questa energia si può usare la ssione (divisione) di un nucleo pesante come
l'uranio, o la fusione (unione) di nuclei leggeri come l'idrogeno.

Uranio
L’uranio è un metallo di colore bianco argenteo che pesa più del doppio del ferro e può
essere sfruttato come combustibile. L'uranio si ricava dall'uranite, un minerale che contiene
due tipi di elementi: 238U (uranio 238) che è uranio comune, non ssile, cioè che non si
«rompe», e 235U (uranio 235) che è uranio radioattivo, ssile. Il rapporto è di circa 99% di
238U e 1% di 235U, Con un procedimento di arricchimento si può aumentare la percentuale
di uranio ssile per due diversi impieghi:
- reattore nucleare (nelle centrali termonucleari viene utilizzato uranio arricchito al 3%
per produrre energia elettrica);
- bomba all'uranio (detta comunemente bomba atomica, contiene uranio arricchito al 90%
che viene usato per liberare un'enorme quantità di energia con un terribile potere
distruttivo).

Fissione nucleare

-Un neutrone (pallino rosso) è stato «sparato» contro un


nucleo di uranio 235 che si spacca in due frammenti e lascia
liberi anche altri tre neutroni.
-La somma delle masse dei due frammenti e dei tre
neutroni è leggermente minore della massa del nucleo di
uranio: la materia che è «sparita» si è trasformata in energia.

Se accanto al nostro atomo di uranio 235 ve ne sono molti altri, si ottiene una certa quantità
di materiale ssile.
- Reazione a catena: inizia dalla rottura del primo nucleo dove si libera energia, ma escono
anche tre neutroni (pallini rossi); essi rompono a loro volta altri tre nuclei vicini, che
liberano energia, e ciascuno di questi fa uscire altri tre neutroni, e così proseguendo.
- Controllo della reazione: avviene inserendo o estraendo dal reattore le barre di controllo,
capaci di catturare parte dei neutroni liberi e di limitare il numero delle nuove «rotture» e
della relativa cessione di energia

SPIEGARE LA FISSIONE NUCLEARE


Nel 1905 Einstein enunciò la sua teoria dell'equivalenza tra materia ed energia, espressa
nella formula: E = mc2. Questa formula permette di calcolare quanta energia (E) si ottiene
facendo «sparire» una certa quantità di materia (m): la costante c2 corrisponde alla velocità

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della luce (300000 km/s) elevata al quadrato. Poiché la costante è grandissima,
l'eliminazione di una piccola quantità di materia genera una grande quantità di energia.

Centrale nucleare
È una centrale termoelettrica che ha come «caldaia» un reattore nucleare per la produzione
del vapore. La centrale nucleare ad alta pressione funziona tramite tre circuiti principali.
Il circuito primario ad alta pressione fa circolare nel reattore acqua che, attraversando
l'uranio, viene scaldata dalla reazione nucleare. Viene così creato vapore ad alta pressione ma
radioattivo. Il circuito secondario fa girare il gruppo turbina-alternatore con acqua non
radioattiva. Questa infatti nello scambiatore acquista il calore ceduto dal vapore del circuito
primario diventando vapore surriscaldato. Il circuito di ra reddamento contiene acqua presa
da un ume o dal mare che entrando nel condensatore serve a ra reddare il vapore in uscita
dalla turbina.

Le generazioni di centrale nucleare


Le centrali nucleari possono essere suddivise in quattro categorie a seconda del uido
refrigerante usato e del moderatore (una sostanza capace di rallentare la velocità dei
neutroni, favorendo le ssioni nucleari):
- la prima generazione di reattori è costituita da centrali poco e cienti e con una breve vita
operativa. Il primo reattore critico (ovvero un reattore che è in grado di sviluppare una
reazione che può autosostenersi) fu progettato da Enrico Fermi per ni puramente
militari (progetto Manhattan) nel 1942.
- la seconda generazione di reattori comprende centrali costruite dalla seconda metà degli
anni 60 no alla metà degli anni 80. Sono reattori progettati per funzionare per 40 anni,
ma molti sono ancora in fase attiva, in seguito ad eventuali lavori di riparazione. Questi
reattori sono a:
- acqua pressurizzata: nel circuito primario l’acqua è mantenuta liquida grazie ad alte
pressioni, e nel circuito secondario l’acqua si trasforma in vapore e fa girare la turbina;
- acqua bollente: l’acqua nel circuito primario va in ebollizione e il vapore prodotto va
direttamente nella turbina;
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- verso gli anni 70 e 80 si sviluppano anche
- i CANDU (reattori ra reddati e moderati ad acqua pesante, molto usati anche oggi
in Canada)
- gli AGR (reattori con ra reddamento a gas)
- RBMK sovietici (nacquero negli anni 60) erano molto e cienti ma avevano
problemi da un punto di vista della sicurezza (un esempio è il disastro di Chernobyl
nel 1986)
- la terza generazione di reattori nucleari si sviluppa tra la seconda metà degli anni 80 e i
primi anni del 2000. I reattori appartenenti a questa generazione presentano molte
similarità con quelli della generazione precedente, ma hanno in più dei sistemi di
sicurezza all’avanguardia. Si introduce il concetto di sicurezza passiva, ovvero le misure di
emergenza che si attivano senza la necessità di un intervento umano, ma si attivano
automaticamente se vengono rilevate anomalie durante il funzionamento del reattore. I
reattori di questa generazione sono stati progettati per avere un fase attiva minima di 60
anni (però si presuppone che questi funzioneranno per oltre un secolo).
- la quarta generazione di reattori si impegna a rendere il nucleare più essibile e adatto a
esigenze diverse e complementari alla generazione di elettricità. In generale si punta a
sostituire l’acqua come refrigerante con uidi in grado di operare a temperature più alte
(dunque rendimenti più alti) e a pressioni più basse, con combustibile riciclato e con
composizioni chimiche del combustibile più e cienti (nitruri o carburi di uranio e
plutonio piuttosto che gli ossidi tradizionali). Si stanno facendo ricerche per:
- ottenere reattori ad altissime temperature per produrre idrogeno sfruttando solo il
calore di scarto;
- riciclare le scorie nucleari (ad esempio usando reattori refrigerati con metalli liquidi
come sodio o piombo);
- reattori a sali fusi che possono fungere da reattori veloci (quindi bruciare le scorie
nucleari) o come reattori a temperature elevate (quindi in grado di generare calore di
scarto che può essere impiegato in processi industriali).
N.B. Contemporaneamente alla ricerca sulla terza e sulla quarta generazione, sono stati
sviluppati anche i reattori nucleari di piccola taglia, che possono essere impiegati per la
produzione di elettricità. Un vantaggio dei reattori di piccola taglia è la modularità: possono
essere fabbricati in serie e poi installati dove serve. Alcuni reattori di piccola taglia sono già
stati approvati mentre la maggior parte è nello stadio di prototipo.

La sicurezza intrinseca dei reattori nucleari


In molti reattori l’acqua funge sia da moderatore sia da refrigerante del combustibile. Se
accidentalmente venisse a mancare l’alimentazione dell’acqua, il combustibile si
surriscalderebbe troppo, provocando nel caso peggiore la fusione del reattore. Ma in questi
reattori l’acqua funge anche da moderatore, quindi se venisse a mancare, si interromperebbe
anche la reazione a catena. Questo è ciò che si intende per “sicurezza intrinseca” dei
reattori, detti “a coe ciente di vuoto negativo”.

Idrogeno
L'idrogeno è l'elemento più leggero esistente in natura e per questo è stato utilizzato no
agli anni Quaranta del secolo scorso per gon are i dirigibili. Anche nella fusione nucleare si
utilizza l'idrogeno: facendo fondere, cioè unire, due suoi isotopi (atomi con lo stesso numero
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di elettroni ma diverso numero di neutroni) si ottiene l'elio. Nel contempo sparisce una
parte di materia che si trasforma in energia.
Per fare la fusione servono condizioni eccezionali: i nuclei devono essere sottoposti a una
fortissima pressione ed essere scaldati a una temperatura superiore a 100 milioni di gradi
centigradi. Queste condizioni si veri cano in natura solo nel Sole e nelle stelle. Infatti
l'energia che irradiano nello spazio deriva da una reazione termonucleare che porta alla
«fusione» dell'idrogeno.
Nel 1954 fu esplosa la prima bomba H, ovvero una fusione «incontrollata» dell'idrogeno, che
polverizzò l'atollo di Bikini in pieno Oceano Paci co.

Reattore a fusione
Fino a oggi sono stati costruiti alcuni reattori sperimentali per la fusione nucleare, come
l'inglese macchina ZETA, il russo Tokamak, il JET europeo. Il problema è come realizzare
un contenitore capace di mantenere «con nato» l'idrogeno alle temperature estreme che lo
trasformano in plasma. Il plasma è formato dalla fusione dei nuclei di deuterio e di trizio.

Schema per la fusione nucleare

Dall'idrogeno si ricava il deuterio, che si


trova nell'acqua in quantità minime, e il
trizio, che è invece un prodotto arti ciale.
Facendo fondere (unire) i due nuclei si
ottiene un nucleo di elio, il cui peso è
leggermente inferiore alla somma degli altri
due; la piccola parte di materia che
scompare si trasforma in energia.
Se immaginiamo altri nuclei vicini al
nostro, possiamo capire come dalla fusione
simultanea di essi si liberi una quantità
enorme di energia.
La reazione deuterio-trizio non produce scorie radio-attive; ma bisogna assolutamente
evitare fuoriuscite di trizio perché è un isotopo radioattivo.

Reattore per la fusione nucleare


Reattore per la fusione nucleare ha la forma di una ciambella, al cui interno deve essere
trattenuto (con nato) il plasma formato dai nuclei di deuterio e trizio. Il plasma deve essere
riscaldato per mezzo di una corrente estremamente intensa no alle temperature di decine
di milioni di gradi necessarie per iniziare una reazione che si autosostenga. Nessun materiale
resiste a temperature cosi alte, per cui si utilizza un campo magnetico di grande intensità per
con nare il plasma.

Novità
Gli scienziati sono riusciti a produrre 59 MJ di energia in soli 5 secondi usando il reattore
dell’European Fusion Experiment JET e stabilendo il nuovo record di generazione e
mantenimento della fusione nucleare.
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