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MASTER

NEGA TIVE
NO. 91-80322
MCROFILMED 1 99

COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARES/NEW YORK

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AUTHOR:
RAPINI, GIOVANNI

TITLE:

...PRAGMATISMO
(1903-1911)
PLACE:

FIRENZE
DA TE :

[1 920]
Master Negative #
^

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COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES
PRESERVATION DEPARTMENT

BIBLIOGRAPHIC MICROFORM TARGET

Originai Material as Filmed - Existing Bibliographic Record

149.9
P1983
rapini, Giovanni, 1881-1956
Pragmtismo (1903-1911) 2. ed. Firenze,
..•
Vallecchi il920,
175 p., 11.

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A ^
PRAGMATISMO
(1903-1911)

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Opere di GIOVANNI RAPINI GIOVANNI PAPINI
I

nNZIONE
TRAGICO QUOTIDIANO 1906; 1913; 1918.
PILOTA CIECO 1907; I9I3; 1916.
PAROLE E SANGUE 1912; 1919.
VITA DI NESSUNO 1912; 1918.
MEMORIE D'IDDIO 1911; 1918; 1919.
UN UOMO FINITO 1912; 1915; 1917; 1918; 1919.
PRAGMATISMO
BUFFONATE 1914; 1918; 1919.
(1903-1911)
LIRICA
CENTO PAGINE DI POESIA 1915; 1918.
OPERA PRIMA 1917; 1918.
GIORNI DI FESTA 1918.

SECONDA EDIZIONE
TEORIA
CREPUSCOLO DEIHLOSOFI 1906; 1914; 1919.
ALTRA METÀ 1912; 1916; 1918.
PRAGMATISMO 1913; 1920.

POLEMICA
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24 CERVELLI
1912; 1915; 1917; 1918.
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STRONCATURE 1916; 1917*; 1917»; 1918; 1920.


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MASCHILITÀ 1915; 1918. • •


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ESPERIENZA FUTURISTA 1919. > I > , '•

POLEMICHE RELIGIOSE 1918. •j •>

LA PAGA DEL SABATO 1915. >»i'n >• «e • i

L'UOMO CARDUCCI 1918; 1918».


TESTIMONIANZE 1918; 1919.
EUROPA OCCIDENTALE 1918.

VALLECCHI EDITORE FIRENZE


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Avvertimento
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I.

Sulla fine del 1906, trovandomi a Parigi, mentre


già da un paio d'anni la mia rivista — il Leonardo —
era diventata la fucina italiana del Pragmatismo, mi
venne in mente di fare un'esposizione rapida, chiara
PROPRIETÀ RISERVATA dall'America anda-
e completa delle nuove teorie che
vano diffondendosi in tutta Europa. Il volume avrebbe
dovuto esser pubblicato in francese Felix Alcan, il
:

famoso editore filosofico dalle copertine verdi, aveva


promesso di pubblicarlo e il Bergson avrebbe scritta la
prefazione. Mi posi al lavoro, ma dopo qualche tempo
• • • • • dovetti lasciarlo per altre faccende e quando mi av-
venne di ripensarci già molti mutamenti erano avvenuti
• * • • • • • • • •

» «
• • •
• •


«

• a»
« • • in me né avrei potuto scriverlo come l'avevo disegnato
• • • • • • •
• • • • • • • •
sul primo. La mente, rilavorando su quelle teorie trop-

po velocemente accettate, era più disposta a un'opera


«

di revisione critica che di volgarizzamento apologetico


o per lo meno simpatico. Alcune esperienze personali
avevano un po' agghiacciato i miei bollori per alcune
parti più spinte della nuova dottrina; molte discus-

FiNBu 1920 - Subfl. Tip. A. Vftlkccki. Via RicMofi. 6 5


PRAGMATISMO \
PRAGMATISMO
sioni,con amici ed avversari, avevano piuttosto oscu- soprattutto quella fortuna. Anche la maggior parte
rato che chiarito quelle premesse che m'eran
parse dé^li scritti qui raccolti fu pubblicata nel Leonardo
inespugnabili. E finì che non ne feci di nulla. il <^ale fu ed è citato anche fuori come il rappre-
Ma quando Odoardo Campa mi chiese un volume sentante di quella corrente d' idee nel nostro paese.

per una sua Biblioteca di Filosofia


Contemporanea, In quegli anni tutti vollero sapere cosa fosse il Prag-
pensai che gli scritti miei di quei tempi intorno al matisn\o ; tutti cercarono di appropriarselo o di
dispersi, se non dimenticati, in riviste servirsene, dai socialisti ai modernisti, dagli scien-
Pragmatismo,
mano, avrebbero potuto giovare, raccolti ziati ai preti. I miei articoli e quelli di Vailati ve-
fuori di
insieme, a quelli che si occupano, per dovere di
sto- nivan tradotti in riviste straniere ; nei congressi di

rici o per amore di convertiti, a quella dottrina ch'-ebbe — da quello di Ginevra del 1904 a quello
filosofia fino

dal Peirce il nome e dal James la fama (i). di Bologna 1912 — delPragmatismo fu tra
ilteo- le

Spero di non sbagliare. rie più dibattute ; nei Ubri di filosofia questo nuovo
nome apparve, esaltato o combattuto, come ban-
diera di battaglia. La morte del Leonardo (1907) ; la
morte di James (1908) quella di Vailati (1909) ; la
;
2.
conversione di PrezzoUni all'idealismo crociano la poca ;

fecondità di Calderoni (i) hanno a poco a poco ral-


lentato la forza e l'espansione delle nuove idee ma i
n Pragmatismo ebbe in Italia momenti di grande
libririmangono e ogni filosofo onesto deve fare i conti
popolarità e se ne discusse moltissimo dappertutto,
con Pragmatismo nella teoria della conoscenza della
il
ne' quotidiani e nei settimanali, nelle riviste e nei
morale. F. C. S. Schiller è rimasto sulla breccia ed
circoli filosofici, nei' caffè e nelle scuole.
è notevole, fra gli altri, il suo grosso volume sulla
Il centro di questo movimento di reazione contro
riforma della logica, tutto penetrato di spirito prag-
il vecchio razionalismo fu il Leonardo e nel Leonardo
matista (2).
pubblicarono molti scritti intorno alla nuova dottrina,
proprio in quegli anni fra il 1904 e il 1907, gli amici ( I ) Mario Calderoni, dopo aver continuato l'opera già di-
miei Calderoni, Prezzolini e Vailati ai quali si dovette segnata e iniziata con Vailati, morì, ancor giovine, nel 1914.
m I suoi scritti saranno presto raccolti in volume a cura degli

(i) Difatti li vedo citati quasi tutti nel recente voi. di W. I. amici.
Grzybowski, Pvugmatyzm Dreisiejszy. Warszawa, 191 2 e — in (2) ^ veda r importantissima Formai Logic. London, Mac-
molti altri libri e saggi sullo stesso argomento. millan, 1912.
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Pragmatismo dove non siano citati i nostri nomi. Per-
ciò questi miei scritti, per quanto non rappresentino
\ una trattazione organica e completa quale intendevo
fare nel 1907, pure hanno una certa importanza, sia
come testimonianza del lavorìo filosofico indipendente
Non bisogna poi credere che i pragmatisti ^aliani di quegh anni, sia come prova della parte avuta dal-
l'Italia in quel fortunoso movimento d'idee (i).
non facessero altro che riesporre e propagare le idee
,

Chi stu-
che venivano dall'America e dall'Inghilterra.
diasse i diversi scritti nostri e stranieri baiando alle

date vedrebbe che il nostro piccolo gruppo ha portato

non pochi contributi suoi propri sia sot/o forma di 4-

chiarimento e svolgimento che sotto forma di aggiunta


divise
e di proposta. Presso di noi il Pragmatismo si
quella che si po- Io, in particolar modo, ero predisposto al Pragma-
quasi nettamente in due sezioni :

tismo. Fin dal 1902 lessi alla Società Italiana d'An-


trebbe dire del Pragmatismo logico e quella del Pra-
tropologia una mia memoria sulla Teoria psicologica
gmatismo psicologico o magico. Alla prima apparte-
della previsione (2) nella quale uno de' principi più im-
nevano Vailati e Calderoni ai quali moltissimo deve
— per quanto i loro scritti siano letti da pochi e
da portanti della teoria pragmatista (il valore della pre-

pochissimi intesi — la teoria della scienza e la logica


vedibilità) era, sia pure con ingenuo e contorto fra-

studio del significato delle proposi- sario, illustrato e difeso. Sulla fine del 1903 esposi nel
considerata come
zioni e delle teorie. La seconda era composta da me Leonardo —
nello scritto che apre questo volume —
più avventurosi, più una mia veduta di pretto spirito pragmatista sulla tra-
e da PrezzoUni. Noialtri, spiriti
sformazione della filosofia. Nel 1904, al congresso di
paradossah e più mistici svolgenmio soprattutto quelle
sul
teorie che ci facevano sperare un'efficacia diretta
(i) Il James consacrò alle mie idee un intero saggio G. Pa*
:

nostro spirito e sulle cose (i).


pini and the Pragmatist Movement in Italy (in Journal ofPhilo-
Gli stranieri, del resto, furono i primi a riconoscere
sophy, vo. Ili, n. 13. 21 giugno 1906) e più volte miricorda nel suo
questo contributo italiano e non v* è libro o scritto sul
;vji

-f: Pragmatism (New- York, Longmans, Green, 1907) pp. 54, 79,
159, 257-
Luma- Poi pubblicata in Archivio per l'Antropologia, voi XXXII
di Prezzolini, Varie di persuadete. Fiienz^
(2)
(i) Cfr.
fase. 20 (1902).
chi, I907.

8
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
parola lo spirito pragmatista. Io non posso offrire ai
Ginevra, nella mia comunicazione sugli
filosofia di
Extrémes de VAdivité théorique, parlai, fra i primi in
lettori di questi saggi —
che abbracciano un periodo
abbastanza lungo di anni il primo è del 1903 e l'ul-
:

Italia, del Pragmatismo, del quale io stesso, fino a poco

tempo prima, non avevo sentito parlare. Nel mio pen-


timo del 1911 —
né una trattazione ordinata del Prag-
matismo, né un insieme ben coerente di teorie, ma
siero, dal 1903 a oggi, sono stati sempre fermi alcuni
^:ii' che vien data dall'ostinata orien-
e' è, ripeto, l'unità
punti che sono poi il succo del Pragmatismo sbandi- :

— tazione della mia mente attraverso cambiamenti e pen-


mento dei problemi senza senso e delle frasi vaghe stu-
dio e riforma degli strumenti del pensiero tendenza — timenti di tutti i generi.

al particolare e al pluralismo piuttosto che all'univer-

sale e al monismo —
aspirazione a una maggiore po-
tenza della volontà e ad un'efficacia diretta dello
5.
spirito sulle cose. Queste idee si ritrovano nei primi
articoli del Leonardo, in tutti quelli compresi in questo
libro, nella conclusione teorica del mio Crepuscolo dei
mie Avrei voluto —
se non mi seccasse far dediche —
filosofi e perfino, sotto forma più artistica, nelle
consacrare questo libro alla memoria del mio carissimo
novelle e neìVUomo finito (i).
— qualunque loro sia
Giovanni Vailati che mi fu amico, fratello e maestro
Queste tendenze teoriche il

— appunto che e al quale debbo di certo quel tanto di buono che vi


valore e la loro legittimità son quelle
può essere nelle pagine che seguono (i).
fanno l'unità del presente libro. Chi lo legga ci sco-
prirà, forse, ondeggiamenti di pensiero, contraddizioni,
1913.
lacime, accenni non abbastanza svolti, sogni troppo
troppo minuziose, ma ritro-
Giovanni Papini.
arditi accanto ad analisi

verà dappertutto quello spirito che consiste nel badare


più alla chiarezza che all'enfasi, al fatto che all'a-
strazione, alla pratica che alla speculazione — in una Raccomando più che posso la lettura del voi. di Scritti
(i)
(Firenze, Seeber, 191 1) che contiene tutta l'opera del Vailati.
(i) Ho tralasciato, raccogliendo questi miei saggi, un articolo
Del V. ho ripubblicato alcuni degli studi più significativi col
francese sul Pragmatismo comparso nella Revtie du Nord (Roma, Cultura dell'A-
tìtolo Oli strumenti del Pensiero nella coUez.
gennaio 1906) e varie conferenze sullo stesso argomento da me
nima (Lanciano, Carabba) E non vanno dimentìcatì i saggi di
.

teauteaFirenze, Genova, Roma e Milano, perchè di carattere


M. Calderoni comparsi nella Riinsta di Psicologia (1907-1911).
puramente informativo.
II
IO
I.

Morte e resurrezione della filosofia

Intenzioni.

Finora le critiche che si son fatte alla filosofìa sono


state parziaU, limitate a una teoria, a un sistema, a
una scuola, a un indirizzo. Quanto alla parte costrut-
tiva si è pensato piuttosto a dare un nuovo
sistema

che a tramutare da' fondamenti ogni filosofia ; a fare


qualcosa di definitivo piuttosto che d' iniziale.
Diversi sono i miei propositi :

i) ricercare il valore della filosofia e non di al-


cune filosofie ;

rinnovarne completamente il compito e il con-


2)
tenuto, conservando il nome di filosofia solo per como-
dità di tradizione verbale.
Per raggiungere questi scopi è necessario :

i) riconoscere quali sono le aspirazioni, i carat-

teri essenziali della filosofia ;

esaminare i dati, i mezzi, gli strumenti della


2)
filosofia per vedere se le sue aspirazioni son raggiun-

gibili ;

studiarne i prodotti per scoprire se fossero


3)

13

/
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
state raggiunte (ricerche critiche sui tre maggiori pro-
b) \a,razionalità (cioè l'asentiment alita, l'imperso-
nalità, l'anazionaUtà, l'indipendenza, la fissità ecc.ecc);
blemi filosofici : il cosmologico, lo gnoseologico e l'e-

tico).
e) la realtà (il filosofo crede di poter cogliere ed

m esprimere la reale realtà, quella di cui la conoscenza


comune, volgare, disordinata, mutevole, non è che
parenza ingannatrice).
l'ap-

Le volontà filosofiche. Un esame dei dati della filosofia permetterà di ve-


dere se queste voglie sono state o possono essere
soddisfatte.

Da un'analisi dei principali tipi di definizione


della filosofia, resultano due fatti di grande impor-
tanza :
Dati sentimentali.
i) che la filosofia manca di un carattere suo pro-
prio, di un quid speciale che la contraddistingua dalle
altre forme di attività umana. Anche i filosofi, come gU altri uomini, son mossi
Quanto all'oggetto, (la conoscenza del tutto), V ha da sentimenti e da istinti. La filosofia non è che una
reazione sentimentale, vitale, che assume esteriormente ma-
comune con la somma di tutte le scienze; l'aspirazione
nifestazioni razionali (es. classico : giustificazioni teori-
all'unità, alla sintesi, s' incontra pure nelle scienze e
nell'arte. Quanto ai mezzi, ai metodi, vediamo che l'uso che degli istinti). C è sempre, in ogni filosofo, una pre-
dell'analisi e delle ipotesi è più* propria delle scienze
filosofia, eh' è fatta di elementi vitah ed effettivi.
;

r impiego della fantasia e delle immagini dell'arte ;


Ne accennerò, per ora, alcuni :

i) istinto di conservazione individuale e sociale


la tendenza a dar norme èx;omune alle arti pratiche,
(che provoca le varie formule morali che a loro volta
alla tecnologia. In generale prende dalla vita lo scopo
(postulati morali) e dalle scienze e dall'arti le forme
danno origine a costruzioni metafisiche) ;

e i metodi 2) sentimento estetico (amore della simmetria,


;

che attraverso tutte le definizioni appaiono


mania trinitaria, uso delle metafore ecc.) ;
2)
costane tre volontà della filosofia, tre caratteri ch'essa 3) bisogno di dominare (col razionalismo par
di tenere in pugno le cose particolari) ;
crede possedere, cioè :

piacere della lotta (discussione, cohfutazione,


a) V universalità (occuparsi di tutte le cose, del 4)

tutto)
sentimento di superiorità) ;
;

14 15
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
del nuovo, deirinusato, del raro, del la tendenza alla cristallizzazione (abitudini
5) piacere 2)
^
segreto ;
mentali) ;

amore delle idee pure (che indica sensibilità 3) la ristrettezza (non è ancora abbastanza am-
6)
poco intensa) pia, aperta, capace; non l'abbiamo scavata a dovere) ;

7) amore
;

della dimostrazione (es. Spinoza — pia- 4) il suo radicale contrasto colle cose (le cose

cere di genere architettonico e musicale) ; sono mutevoli, varie, mobili, molteplici, ricche il pen- ;

8) amore delle separazioni (la filosofia, come tutte siero tende alla fissità, all'unicità, all'immobilità, alla

le attività aristocratiche, divide dagli altri) ; semplificazione)


pigrizia (che genera due aspirazioni) : Quanto ai concetti son di due sorta :
9) ^
(per aver meno sforzo di attenzione generali (uomo, astro ecc.) e allora non sono
a) alla unità i)

nella conoscenza delle cose, per riunirle in fasci


sem- che segni verbali che richiamano un individuo solo,

plici) ;
tipo, modello della classe, schematizzato e impoverito ;

'
ai quah si attri-
h) alla definitività (per non dover cambiare troppo 2) universali (termini generaU
buisce l'universalità : forza, spirito ecc.) i quali per-
spesso).
Siccome i sentimenti sono personali, variabili, moU dono ogni significato e divengono inconce pibiU, poi-
teplici, scompare il primo carattere della filosofia, ^
ché ogni concetto è comprensibile solo in quanto
si distingue da altri, mentre nei casi
di concetto uni-
la razionalità.
versale termine, essendo dichiarato il solo veramente
il

esistente, quello al quale ogni manifestazione


appar-
conseguenza, pos-
tiene, assume ogni carattere e per
Dati razionali. non può trovare altro termine al
sedendoH tutti, si

quale contrapporlo e dal quale distinguerlo per po-


terlo intendere.

Sono : la mente, (l'attività intellettuale in genere) ;


i Trasformare un gruppo d' intuizioni in un concetto
trasfor-
concetti e l'arte di aggruppare e organizzare i concetti :
generale significa deformarle e impoverirle ;
la logica. mare un concetto generale in universale significa ot-
Nella mente e' è da notare : tenere un segno vuoto, un inconcepibile assoluto.
i) r immobilità, (non s' è pensato ancora a tra- La logica, malgrado le sue apparenze di assolu-
del
sformarla, a renderla più atta all'opera sua, a susci- tezza, nasconde due pericoli che insidiano l'opera

tare lati nuovi ecc.) ;


filosofo.

i6 17
2. — Pafìmi, FraimulintM.
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
Essa è :

e di segni, cioè di espressioni. La filosofia, in quanto


i) relativa (ogni individuo ha una logica sua,
è comunicazione di pensieri, è linguaggio. Ora tutti i
in ogni età della sua vita, e ciò che per A è conse-
filosofi (da Platone a Vailati) son lamentati delle
si
guenza inevitabile di una data proposizione non sem-
imperfezioni del linguaggio, il quale essendosi formato
bra tale a B (Newman). Ed è relativa alla razza (con-
in epoche prefilosofiche e fra genti primitive, non è
fronti tra la logica aristotelica e quella nyàya) e al
adatto a esprimere le nuove scoperte del mondo e
linguaggio (differenze tra la logica greca e quella in-
dello spirito. Le principali critiche che gli si posson
glese fondata sulle diversità delle lingue, cfr. Tan-
muover sono :
nery e Peirce). Logica del sentimento e logica dell' im-
i) d'essere incompleto (non permette la comu-
maginazione (Bergson) ;
nicazione dei caratteri singolari, speciali, personali, non
2) contraddittoria (ogni
ragionamento include una
dà i passaggi, le sfiunature, il nuovo. Strumento li-
petizione di principio, perchè abbiamo bisogno di sup-
vellatore e democratico : Bergson) ;
porre (esistente o caratterizzato o risolto quello che
2) di far credere all'esistenza di un corrispon-
e' è da dimostrare, da caratterizzare o da risolvere
dente di ciascun segno (c'è la parola, di dev* essere
cfr. Agrippa, Hegel, Nietzsche). Questa necessità
anche la cosa. Termini negativi, inconcepibili ecc.) ;
del pensiero porta a porre problemi inconcepibili
quali sono la maggior parte di quelli filosofici (es. ori- 3) di far credere all'inesistenza di ciò che non
ha segno ;
gine e causa del mondo, noumeno e inconoscibile,
4) di far ritenere rapporti fra le cose quelli che
conoscibilità reale o illusoria del mondo ecc.).
son semplici rapporti fra le parole (separazione fusione) ,
;
I dati razionali non
permettono dunque di rag-
ci
5) di far credere alla molteplicità delle cose quan-
giungere né l'universalità (inconcepibile) né la raziona-
do e' è la molteplicità dei segni ;
lità (relativa, mcompleta) né la realtà (impoverimento,
6) di far supporre unico ciò eh' è espresso da
insufficienza della mente).
un segno unico ecc. ecc. ecc.
Per colpa dell'imperfezione del linguaggio non si
Dah espressivi. esprime tutto quel che si pensa e non si pensa tutto
quel che si dice.
La critica del linguaggio ci porta a negale alla
Oltre che essere una germinazione interiore (vitale
filosofia il raggiungimento della realtà in quanto essa
e sentimentale) e una costruzione esteriore (logica e
vorrebbe essere espressione e comimicazione del reale.
razionale) la filosofia é pure un complesso di parole
Riassumendo abbiamo veduto come i dati di cui
18
19
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
centi riportano a stadi prefilosofici o della prima filo-
la filosofia si giova non permettano in nessun modo la
sofia animismo in metafisica
:
; indimostrabilità della
soddisfazione della sua triplice volontà di essere ra- legge morale in etica ; realismo ingenuo in gnoseo-
zipnale, universale e rhclakice di realtà. La filosofia logia ecc.).
s' è illusa ed è rimasta sconfitta.

Tentativi di salvataggio.

La morte della filosofia.

Ci sarebbe il modo di risollevare la vita della filo-


cercando di modificare e accomodare quegli stru-
sofia,
Poiché lafilosofia non può in nessim modo rag-
menti che si son visti inadatti e contrari ?
giungere ciò che vuole è costretta a ritirarsi, a rinun-
Vediamo :

ziare, a morire. E ci sono infatti cause e segni di pros-


i) Dati sentimentali. Bisognerebbe disumaniz-
sima morte :
zare filosofo, togliergli le
il sue tendenze, i suoi senti-
i) la sterilità (la fecondità filosofica è una leg-
menti personali —- cioè, in fondo, ucciderlo, poiché un
genda motivi filosofici si riducono a tre o quattro,
: i
uomo esiste in quanto possiede una personalità sua,
ma oggi sono esaurite tutte le formule, le combina- in quanto è diverso dagli altri. E d'altra parte la filo-
zioni, i rifacimenti. Si vive sul passato, facendo della sofiadovrebbe pur sempre corrispondere a sentimenti,
storia o delle variazioni di nomenclatura) ;
anche se generali, i quali potrebbero essere, come qual-
rassimzione di forme artistiche (passionalità,
2) cuno ha pensato o tentato, quelli più diffusi tra gH
metafore ecc. che mostrano la tendenza a confondersi uomini. Ma anche in questo caso non s'avrebbe la
e perdersi in altra forma d'attività) ; razionalità universale, poiché
i sentimenti seguitereb-

3) le preoccupazioni
pratiche che vanno crescendo
bero a modificare profondamente l'attività logica, senza
e ingenerano uno spregio sempre maggiore per le ri-
contare che i sentimenti comuni alla maggioranza in
flessioni e meditazioni che non offrano immediata uti- una data epoca possono scomparire o trasformarsi in
htà ;
un'altra.
4) r interiorità crescente (misticismo, vita intima,
Dati razionali. Occorrerebbe trasformare la
2)
diffidenza dell'espressione, moto antirazionalista) ;
mente, ma
per trasformarla bisognerebbe che s'avesse
5) il ritorno a posizioni primitive che indica la
già in noi il punto a cui si vorrebbe giungere, la nuova
fine della parabola filosofica (le conclusioni più re-

21
20
PRAGM'\TISMO PRAGMATISMO
forma d'attività che si vorrebbe far nascere e allora 2) in altra forma, mutandone radicalmente gli
vorrebbe dire che la meQte è già trasformata. Quanto spiriti e i fini (sorpassarne nto della filosofia).
ai concetti universali si potrebbe tentare di ridursi n
al minimo di comprensione col massimo di genera-
lità, cioè al dualismo. Ma anche i sistemi dualisti son
monistici, dal momento che la spiegazione del mondo Filosofia come documento.
non vien data da essi separatamente, ma consiste
nel loro rapporto, néìVaito che intercede fra loro. Inol-
tre : tratta di due principi o modi assolutamente
o si I filosofi vogliono spiegare tutto, ma in generale
diversied eterogenei e allora non si capisce come pos- non curano di spiegare loro stessi e la loro filosofia.
si

sono agire Tuno su l'altro (cfr. il grande rompicapo S' è dimenticato che i sistemi son pure parti dell'uni-
cartesiano) o si tratta di cose che abbiano profonde verso, oggetti su cui si può speculare, rivelazioni ed
relazioni fra loro, che abbiano una tal quale omoge- espressioni di uomini. La filosofia resterà dunque, come
neità (ad es. materia e forza) e allora siam forzati fatto, in due maniere :

a ridurle sotto un unico concetto, a tornare all'univer- i) come documento cosmico (essendo la parte più

sale, all' incomprensibile. alta, più elevata del mondo, quasi la sintesi dell'uni-
3) Dati espressivi. Bisognerebbe modificare il verso, il essa si può forse scoprire
fiore delle cose, in

linguaggio, ma : il può prenderla come quintessenza


segreto di tutto, si

a) o si tratta di tradimenti che son propri del lin- rappresentatrice, come forma suprema in cui appari-
guaggio in quanto è linguaggio, cioè segno, es- scono più chiare le aspirazioni e le forme dell'inferiore) ;

pressione ; 2) come documento psicologico (poiché ogni filosofia

6) o si tratta di tradimenti apparentemente tran- è l'espressione di ima vita, di im temperamento, di


sitori. Ma ad ovviarli è necessariopur sempre ado- un insieme d* istinti, di sentimenti e di voglie, noi pos-
prare il linguaggio, e se questo non è ancora sicuro, siamo ritradurre i simboli logici in simboli vitali, rico-
come saranno.sicuri i resultati ? struire personalità, completare vite non conosciute per
Parrebbe che non ci fosse via di scampo, ma in- altre vie, tentare rievocazioni d' individui e interpreta-
vece ve ne son due. La filosofia non deve morire e zioni di tempi. Qualcosa di simile ho fatto per i filo-
continuerà a vivere in due modi : sofi ultimi, da Kant in giù, nel mio Crepuscolo dei
i) com' è ora, in forma di tre sopravvivenze (do- Filosofi),
cumento, giuoco, scudo) ; Vista la vanità dell'opera filosofica quale fu sempre

22 23
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
fatta, noi non possiamo prendere più sul serio la filo-
vedendola scintillare, che sia di saldo acciaio e in molti
sofia, pensare con fede, costruire con gravità. L' ar- casi ci salverà. Socialmente saremo coperti ; intellet-
rivo alla coscienza del valore puramente verbale e tuabnente, per noi, saremo nudi.
personale della filosofia ci toglie ogni ragione di rispetto,
di dovere, ecc. Ma ci saranno ancora degli spiriti ari-

stocratici, i quali, pur sapendo che le loro meditazioni


non hanno né un valore razionale né un
La resurpezione filosofica.
e costruzioni
valore universale, si diletteranno di comporre nuove
metafisiche, nuove teorie della conoscenza, nuove for- Si tratta, fin qui, di sopravvivenze. Occorre per
mule morali o di adottare e trasformare variamente il nostro amor proprio di pensatori, che sotto la ban-
quelle già esistenti. Faranno, cioè, dei giuochi filosofici.
diera della filosofia ci sia qualcosa di più vivo e di
Per questi occorrerà un manuale che insegni le re- più nuovo. Se la filosofia non può andare verso le
gole del giuoco speculativo la varietà, la complica- Una sola am-
:
vecchie méte, troviamone delle nuove.
zione, la contraddizione. E avremo il giuoco della bat- bizione conserveremo : il possesso intero della realtà.
% taglia (sofistica) il giuoco della cavalcata (fantasie me- Bisogna cominciare col fornire alla filosofia un ca-
tafisiche) ecc. ecc.
rattere suo particolare, un quid suo proprio. Bisogna
che sia qualcosa di non comune alle altre attività, qual-
cosa che nessuno fa o tenta. Ciò non accade colla ricerca
del genere e dell'imita perché tutte le attività mnane,
Filosofia come scudo. nessuna eccettuata, ci tendono.
La grande preoccupazione degli uomini é quella
di gittare delle corde, delle funi, dei ganci tra le cose
Per molto tempo ci saranno ancora di quelli che Unire, legare, stringere, avvicinare. E d'altra parte
crederanno alla solidarietà, all'efficacia, al valore delle togliere, impoverire, decapitare. Non vogliamo spaziar
teorie razionali. Allora ci serviremo di questa credenza
troppo coU'occhio, non vogliamo fare dei salti. Noi
ritardataria per giustificare 4 nostri atti. La filosofia
preghiamo la logica che stenda dappertutto le sue
rimarrà come scudo teorico delle nostre azioni. Sarà maglie, che prenda queste diversità ribelli per schiac-
una corazza della quale noi conosceremo la fragilità, ciarle e farne una poltiglia digeribile. Abbiamo il bi-
r inconsistenza, la vanità. Sapremo che un solo colpo sogno dell'unico che toglie fatica e dà meno noia.
la dissolverebbe, ma gli altri, i fedeli, crederanno. Riportare il nuovo al vecchio che dolcezza: 1

24 25
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Lo spirito non vuole arricchirsi troppo, non vuole Senofane, ma risale al pensiero vedico, coU'unificazione
aumentare i suoi scaffali, non apre la porta che alla dei politeismo indiano in Aditi e in Agni avanti di
gente di casa. Non vuol disturbi di nuove conoscenze. giungere dlVAtman delle Upanishads, viene ad essere
Ha la malattia dei legami, dei richiami, delle comu- spezzata. Sembrerà un ritorno, un passo indietro ? Può
nicazioni e delle catene. Cosi l'umanità soddisfatta nella darsi che lo dicano, ma non è. È un' illusione che l'imi-
sua pigrizia, nella sua mania imitaria ha fatto del tarismo rappresenti luio stadio intellettuale superiore
paragone e dell' immagine uno dei segni del genio e recente. Il contrario piuttosto è vero si pensi ai :

(Aristotele, Schopenhauer, Bain, James, Hòffding). vocaboH dal larghissimo senso dei primitivi (Leibniz,
Questa abitudine ostinata di volere unire e semplifi- Max MùUer, Hòffding) alla impotenza di distinzione
care la ritroviamo nelle varie classi di attività : dei selvaggi, dei' fanciulli e degli uomini volgari che
i) nella tecnologia, nelle arti pratiche che hanno vedono tutto molto più simile di quello che sia per
bisogno di ridurre, di schematizzare, di semplificare per osservatori più sottili, e si dovrà concludere che lo
i bisogni dalla pratica (cfr. uomini d'azione unila- sviluppo intellettuale va dall'indefinito al definito, dal
terali) ; generale al particolare, dal confuso al distinto, dal fuso
2) nell'arte la quale tende all'esclusione di una al dissociato. Gran parte del progresso intellettuale è
parte degli elementi della realtà colla scelta (Taine) fatto con dissociazioni d' idee (Remy de Gourmont), e
e tende o all'unità di gruppo (teoria dei tipi di Her- il rafi&namento dei sensi consiste nel cogliere quelle
ckenrath e di Helwig) o all'imita imiversale per mezzo differenze che ai sensi rozzi e non esercitati sfuggono.
dell' immagine (Blese, Arrèat) ; Mi piace dare anche, en passant, una teoria meta-
3) nelle scienze, le quali tendono, come ognun fisica a sostegno della necessità della ricerca del par-
sa, alle formule semplificatrici, alle definizioni che ten- ticolare.
gon conto dei caratteri generali e aspirano all'unità Tutte le metafisiche sono animiste, consistono, cioè,
completa e definitiva (grandi generalizzazioni scientifi- inuna animazione delle cose (sensazioni) fatta con ele-
che, monismo latente delle scienze fisiche e natiu:ali)ecc. menti affettivi o volitivi (volontà ecc.). Ora il fatto
Tutti temono il particolare, il completo, l'isolato, più profondo della psiche diviene il fatto più profondo
il singolare (odio degU Nessuno lo vuole o lo
eroi). dell'universo. Questo fatto più profondo è, per me, la
cerca. La filosofia farà quel che nessuno fa o vuol tendenza all' inerzia, all'ozio, al riposo, all'annienta-
fare, ha trovato la sua missione originale : sarà la ri- mento. Eccone alcune prove :

cerca e la scoperta del particolare. La tradizione uni- i) tutte le cose e tutte le attività tendono, come
versalista che rimonta, nella filosofia occidentale, a abbiamo visto, verso l'unità, verso l' identità universale

26 27
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
e suprema. Ma noi sappiamo che l'universale, 1' unico,
deve solo conoscere e accettare il mondo, ma deve
è inconcepibile e T inconcepibile, tradotto da logico in
salvarlo, trasformarlo, ed accrescerlo.
concreto, equivale all' inesistente ;
Salvarlo con la ricerca del particolare e dell'at-
2) tutte le cose tendono alla cessazione di sé stesse
tività, trasformarlo con la ricerca di nuovi modi di
(legge del finalismo suicida). Si agisce per non agire.
conoscenza, e accrescerlo con creazione di altri mondi.
Ogni azione tende a fare cessare lo stato attuale, cioè
(C'è il mondo ? No. Ci sono i mondi, più mondi, pa-
la tendenza a sé stessa (Regàlia). Ogni desiderio de-
recchi mondi per ciascun uomo. Bisogna crearli, molti-
sidera la propria negazione (Cresson). La tendenza a
Dio (immobilità deiretemo-infinito) la volontà dell'an-
plicarli. Sforzo supremo : mondo trascendentale, com-
pletamente diverso dall'empirico sensibile). Molti pro-
nientamento (buddismo) ecc. ecc. Il mondo, somma di
blemi metafisici non sono risolvibih che con l'azione.
tutte le cose, tende dunque a far cessare sé stesso ;
Ad esempio il massimo problema metafisico, il prin-
3) il mondo è forza, movimento, volontà. Ma può
cipi* del mondo, è consistito o in un tentativo di ri-
essere volontà di vivere (Schopenhauer) ? No, perché
durre r interno, lo spirito (elemento interno, attivo,
vive di già. Sarebbe ridicolo volere e desiderare ciò
idea, volontà) all'esterno, alla materia (intuizione sen-
che s* ha di già. Allora poiché vive e vuole non può
sibile), il che, tradotto in termini psicologici, si dimo-
volere che il contrario dell'esistenza, il nulla. Il mondo
stra assurdo oppure di ridurre l'esterno all' interno,
;
tende a sopprimersi, a suicidarsi.
egualmente assurdo quando fatto razionalmente (omo-
Ma dobbiamo essere semplici spettatori del mondo ?
geneità verbale) ed inutile quando fatto effettivamente
Perché, dopo che abbiamo scoperto la tendenza del
(estasi mistica, incoscienza). Il ponte tra cose e spirito,
mondo, non cerchiamo di contrastarla, di impedirla,
cioè tra sensazione e sentimenti, non può essere dato
non ci facciamo attori ed autori ?
Il rimedio consiste nell'andare in senso contrario
che dall'azione. E allora si rovescia la tradizione me-
tafisica e dall'animazione si trascende alla creazione..
aJle direzioni che fanno prevedere il finale annulla-
Mentre lo sforzo dei maggiori metafisici è di mettere
mento : l'universale e il riposo. Così, movendo verso
la volontà nel concreto (volontarismo : Schelling, Scho-
il particolare e l'azione, la filosofia tenta di salvare il
penhauer, Wundt, Paulsen ecc.) ci dobbiamo proporre
mondo, di teoria diviene azione.
di render concreta la volontà, cioè di rendere reali esterna-
Ecco l'altro gran mutamento d' indirizzo nella filo-
mente i nostri desideri (sogno magico che passa in
sofia. Mentre finora il pensatore assumeva rispetto alle
filosofia). Così l'uomo non solo colla creazione della
cose un'attitudine quasi passiva, conoscitiva, teorica,
verità, dell'infinito e della legge si fa Dio (Goethe,
ora deve assrmiere un'attitudine attiva, pratica. Non
Fichte, Feuerbach, Stirner, Comte, Hazard, Maeter-
28
29

PRAGMATISMO PRAGM.^TISMO
!
adatta al nostro io, bisogna cominciare col conoscerlo,
linck), ma anche coU'oggettivazione concreta del suo
sopratutto in quanto è singolare, in quanto si distin-
desiderio, colla creazione della realtà.
gue e si separa dagli altri. Ecco cosi là teoria dell'io,
Così con la trasformazione dell'attività filosofica di
VEgologia, che conterrà necessari avviamenti per-
i
teorica in pratica, noi sfuggiamo a tutti gli inganni
chè ognuno possa fare, in sé stesso, un'autoscopia che
e a tutti i tradimenti del reazionalismo e dell'espres-
gli serva quasi di misura per procacciarsi l'attività
sione, delle formule, delle parole, delle forme, delle
e la filosofia che gli conviene di più.
regole, che, pur essendo necessarie come strumenti
Cosi non parleremo più di filosofia ma di filosofi,
di vita,sono tanti intermediari tra noi e la piena realtà,
e non faremo la storia delle dottrine ma la storia dei
sono tante lenti che falsano, tante forbici che tagliano.
dottrinari.
E cosi rientriamo in possesso di tutta la ric-

chezza del mondo (particolare), creiamo collo spirito


(nuovi mondi) e coli 'azione che vivifica le cose, per

mezzo dello spirito, tendiamo a ima più intensa psichiz- Conclusioni.


zazione del mondo.
Ma un carattere che la filosofia futura,
resta ancora
a differenza deUa passata, deve possedere la persona-
:

Visto che una filosofia universale, per tutti, è per Ecco dunque capovolta la vecchia filosofia. Oggi
lità.
la filosofia tende all'unico, alla teoria, alla conoscenza
più ragioni un vano sogno, bisogna rassegnarci a fare
una filosofia per ciascuno. della realtà, all'animazione del concreto — domani
dovrà dirigersi al particolare, alla pratica, alla creazione
Ognuno che sarà degno avrà la sua filosofia, adatta
della realtà, alla concfetazione dell'anima. Si poteva
ai suoi bisogni, ai suoi interessi, ai suoi sentimenti.
Non cercherà d' imporre a tutti una medesima
più si
definirla : una conoscenza unificatrice e universale della

uniforme d'una medesima misura. Il filosofo potrà fare


realtà — si potrà definirla: una ricerca e creazione pratica
del particolare e del personale.
due cose :

i) un bazar di filosofie, un deposito di sistemi, Avremo così importanti conseguenze metafisiche,


secondo i tempera- gnoseologiche, morali e metodologiche
un magazzino di teorie, divise :

menti, i sentimenti e i fini principali ove ciascuno:


1) CONSEGUENZE METAFISICHE. — La soluzione
passa dal piano teorico all'attivo. Si tratta di fare e
che non abbia tempo di farsi da sé la filosofia possa
trovare da provvedersene con poca spesa.
non di dire, di creare più che di spiegare. Si fa il mondo
Ma poiché per farsi una filosofia è bene farla invece di accettarlo.
2)

30 31
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
2) CONSEGUENZE GNOSEOLOGICHE. — Distinzione pò compimento, l'ultimo anello di ritorno della filo-
il

di due ordini di sapere il programma, il principio di qualche altra cosa.


sofia e
;

a) sapere pratico scientifico —


il quale è teorico
Mentre in genere i filosofi aspirarono a fare qualcosa
ma è fatto in vista della pratica e tende all'unità, alla di stabile, di ultimo, di definitivo (Hegel, Comte,ecc.),

semplificazione ecc. ;
iotengo soprattutto a fare qualcosa d' iniziale, ad aprire
h) sapere reale, filosofico — il quale è attivo ed una strada nuova ove altri, forse, camminerà.
è fatto in vista del possesso integrale della realtà, e
tende al particolare, all'azione, alla personalità ecc. ; 1903.

3) CONSEGUENZE MORALI. -— Questa nuova con-


cezione della filosofia in generale e della metafisica in
'particolare porta alla necessità della distinzione, della
separazione, della non fusione, della lotta ecc. cioè ad
una morale individualista. La morale dell'altruismo (amo-
re, fusione, annientamento) è contraria a tutto lo spi-
rito di questa filosofia ;

4) CONSEGUENZE METODOLOGICHE. — Non avrà


solo mutazioni nel contenuto ma anche nello spirito.
Non esporrà più dei risultati ma consiglierà dei mezzi.
Non dirà ciò che si vede per le strade, ma dirà quali
sono i viottoli per arrivarci e veder da sé. Avremo
cosi la guida pel particolare (tàumasiologia), quella pel
rifacimento del mondo (Magica) e quella pel ritrova-
mento e rifacimento di sé (Egologia).
compie così il ciclo perfetto della filosofia la
Si
quale, partita da imo stato di non espressione e di
pura azione, attraverso la riflessione sugli atti sociali
(morale), sul mondo (cosmologia) e sulla conoscenza
(gnoseologia) ritorna, per mezzo di conseguenze gno-
seologiche, alla non espressione, alla pratica, alla vita.
La mia proposta di futura filosofia é nello stesso tem^

3^ 33*
3. — Papini, Pfétsmi^mo,
^
II.

Unico e diverso

La concezione pontificale della filosofia.

Quando i pongono in cammino per i loro


filosofi si

pellegrinaggi alla ricerca del San Graal dell'Assoluto


provano il desiderio di muovere da qualcosa nella
'^ quale ogni uomo possa convenire. Ma questa unità
iniziale non può trovarsi nel conoscere, perchè le pa-
role confondono e nascondono la secreta e reale con-
cordia, e avviene, soprattutto in filosofia, che teorie
le quali sembrano opposte fra loro conducano a conse-
guenze quasi identiche.
Così, nell'azione, tanto V idealista berkeleyano che ^

nega a parole la materia e il materialismo buchne-


riano che nega a parole lo spirito, si comportano, nella
1?
pratica, dinanzi a quello che si usa chiamare « mondo
esterno », nella stessa maniera.
Chi vogUa dunque trovar qualcosa in cui tutti sian
veramente d'accordo, deve ricorrere, non come gli altri
filosofi, al Conoscere, ma al Fare, e siccome il filosofo

è, per quanto sembri qualche volta il contrario, un


uomo vivo, che pensa e scrive per uomini vivi, esso

35^
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
può partire soltanto dal fatto fondamentale e primor-
concezione pontificale, che riguaidala filosofiacome
diale della vita stessa.
una delle strade per arrivare a comandare alle cose
Ma
vivere è agire, e agire è accrescere sé stessi.
per mezzo del pensiero. Rispetto a questo fine tanto
Cioè vivere tìgnifica tendenza ad arricchire sé stessi,
1 rendono Tuomo forte, tanto i prin-
tonici morali che
[endenza al possesso. Se ciò è vero, ogni prodotto del-
tendono a darci in mano le redini del
cipi universali che
l'attività degli uomini deve essere stato originato dalla
mondo, come pure la descrizione delle cose, che ci
tendenza al possesso e poiché la filosofia è uno di que- permette la previsione, cioè il potere di modificare gli
sti prodotti, possiamo definirla : uno degli strumenti
avvenimenti, non sono che mezzi subordinati, viot-
creati dall'uomo per l'appropriazione del mondo,
toli per salire alla strada maestra.
I modi coi quali ci si raffigura di solito la filosofia,
Ma qualcuno cfciede : questa concezione pontificale
e soprattutto la sua funzione, sono tre, ma tutti e tre della filosofia è giustificata dagli effetti ? In altre pa-
si possono ridiure a un quarto che li accomuna nel
role : QuaT è la capacità conquistatrice della filosofia ?
fine al quale convengono per diverse foci.
L'unico modo per rispondere è quello di vedere in
Queste concezioni, infatti, sono :
cosa consiste o cosa ci offre quella parte della filosofia
la concezione terapeutica, che considera la filosofia
che si riferisce all'universo. Bisogna cercare quel che
come farmaco, medicinale, specifico, elixir di calma e' è dicomune, di basale in tutte le metafisiche. Bisogna
vita, preservativo ecc. (morali consolazioni, consigli di
prudenza, massime ecc. Stoici, Boezio, Larochefoucauld,
fare, una metafisica ponendosi dinanzi alle me-
cioè,
tafisiche come i metafisici si pongono dinanzi alle
m
Gracian ecc.) ;
cose : una metafisica delle metafisiche.
la concezione poliziesca, che destina la filosofia alla
Ed è questo, forse, il solo mezzo per ottenere ve-
ricerca del fondo, del segreto, dell'arcano, della sor-
ramente la così ardentemente bramata unità.
gente, dei veri connotati, della molla occulta del mon-
Chiedersi : Cos' è il mondò ? è da stupidi. Ognuno
do. (Metafisici a tendenze moniste. Cosmogonie apo- di noi ha il suo mondo e lo vive, lo crea, lo conosce,
calittiche) ;
lo modifica, ne serve. L'uomo che ha buona sa-
se
la concezione notarile, che assegna alla filosofia
lute non prova il bisogno in tanta certa concreta e
il compito di far la descrizione, l' inventario, cata-
il
vissuta esistenza del mondo di chiedersi cos' è il
logo, esatto, la lista precisa di tutte le cose. (I positi-
mondo. Le metafisiche, infatti, e potrei addurne pa-
visti ed empiristi, almeno nelle intenzioni).
recchie prove, sono una delle vie di scarico, di sfogo,
Ma queste concezioni si possono facilmente ripor- una delle diversioni e manifestazioni innocue di certe
tare a una quarta, cioè alla
malattie mentali (mania del dubbio ecc.). Ma questj

i%. 36
37
.J'^IF

PRAGMATISMO PRAG^L\TISMO .

malati sono stati molti e noi possiamo, per o è radicale,


ragioni di Il pluralismo appare di due sorta :

salute, chiederci Qual' è stato il pensiero degli uomini


:
cioè ammette ima moltitudine indefinita di fatti ir-
sul mondo ? cosa ci dicono le metafisiche ?
riducibilmente diversi e allora è al di fuori della fi-
Quando avremo esplorata la strada potremo dire losofia perchè esclude a prìon la possibilità di qual-
se conduce davvero a quella città meravigliosa in mondo o è unitario,
cui siasi concezione generale del ;

tutti vogliamo alloggiare. una moltitudine di esseri o cose (atomi,


cioè suppone
monadi, ecc.) sostanzialmente identiche e solo diverse

nelle loro posizioni nello spazio, e allora non essen-


doci fra gli elementi del mondo nessuna diversità qua-
Le metafisiche non possono ES3f re che dualiste. siamo dinanzi a una forma d'imita fondamen-
litativa
tale, dinanzi ad una forma molto comune di monismo.
Ma neppure il monismo assoluto, d'altra parte, può
La metafisica è la sistemazione dal
delle cose com.e esistere. Non esiste a priori perchè inconcepibile,
la politica è la sistemazione degli uomini. È la po- perde ogni signi-
momento che un elemento particolare
litica cosmica, la vera Welipolitik. Mentre la
piccola ficato quando, viene adibito a una funzione universale,
politica, la politica umana, si chiede da cui possa distin-
Chi deve co- :
quando non esiste più nulla, cioè,
mandare ? la grande politica, la politica mondiale, Non a posteriori perchè tutti coloro che
esiste
si guersi.
domanda Quar è la cosa prima, la cosa che tutto quando s' è
si son detti monisti hanno avuto bisogno,
:

regge
trattato di spiegare il mondo, di ricorrere a im altro
?

Finora i metafisici — questi Soloni dell'universo — principio oltre quello che avevano ammesso dapprima
hanno assoggettato, in apparenza, mondo
il a tre come unico.
regimi quello àeWtinico, della coppia, della folla, che principi coe-
:
Empedocle ha dovuto ammettere due
corrispondono alFincu-ca alle tre forme aristoteliche neo-platonici son
terni nel seno del suo assoluto ; i

della monarchia, dell'aristocrazia e della


democrazia. Le giunti, ad onta del emanatismo unitario, a un
loro
metafisiche, cioè, hanno detto di essere moniste, dua- Spinoza ha dovuto ammettere
dualismo primitivo;
liste e pluraliste.
nella sua sostanza due attributi irriducibili (l'esten-
Ma i metafisici, come i politici, si sono ingannati. sione e il Fichte ha riconosciuto che il
pensiero) ;

Come non è possibile in realtà né governo di un un'ostacolo insormontabile per la ragione ;


il non-me è
solo né U governo di tutti, così non esiste, di fatto, Hegel ha dovuto confessare, ad onta del suo panlo-
né il monismo né il pluralismo. un elemento illogico i
gismo, che nella natura e' è ;

38 39
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
materialisti non hanno potuto fare a meno della forza
Ma basterebbe questa qualsiasi comunanza perchè il
teda Tmon-
tena. .Tr' """"^
I monisti tutti, quando
" ^°PP^^^- '^ -a-'
hanno voluto dare la
filosofo, colla sua foia unitarista, si potesse permet-
? tere di identificarli e di tornare al monismo, cioè al
vuoto e air incomprensibile.
Infatti U dualismo è Non restano allora che due vie o i due elementi :
quello che soddisfa
meglio stanno separati, ciascuno per conto proprio, senza
^' ^"''''°' P^^^^^ °«^^ " massimo
Ì^S^
generalità accompagnato
col minimo di
comprensibi-
S rapporti e allora non servono a spiegar nulla oppure ;

hta cioè nducendo al hanno non potendo essere


fra loro relazioni e queste,
minor numero di termini, a
due amiche voH, sotto pena di monismo, cioè di morte,
^"^^^^^">a P^^ ottenere la dist
n- ET^K^rf M Perciò tutte nzionc sono guerresche. Le metafisiche, allora, non differi-
mtelhgibdi a).
le metafisiche
J sono dei scono che in questo
dualismi, confessati o : nel giudicare quale sia il vinci-
simulati.
tore fra due elementi che si combattono.
i

Ogni filosofo ha il suo campione preferito e per


esso canta vittoria. Tutte le dispute filosofiche si ri-
Le metafisiche non possono ducono così a competizioni di giudici di campo.
essere che nUELLISTICHE.
Ci son filosofi così innamorati del loro prediletto
che immaginano che l'avversario, a un certo punto,
Non basta che le
muoia e scompaia sotto i suoi colpi, e questa amo-
metafisiche contengano due
mini. Bisogna che ter- rosa illusione è una delle tante vie per le quaU passa
non vadano d'accordo. Per
giu- ristinto monistico per tornare di soppiatto. Ma il
stificare la loro presenza,
cioè la loro distinzione
bono battersi fra loro. deb- giuoco non gli riesce perchè soppresso uno dei duel-
E questo accade verl^;nte
ogni metafisica lanti finisce il duello, cioè, in metafisica, finisce il
è la narrazione del
di due elementi che
duelirm™^ mondo, eh' è soltanto un duello o una serie di duelli.
si disputano il
primato. Non vale
J dire che questi due Tanto coloro che vogliano fare un corpo solo dei
elementi vanno sempre insie-
n^, come la materia e la due rivali, quanto coloro che ne vogliono ucciso uno a
forza. Per combattersi deb-
maggior gloria dell'altro, insidiano l'esistenza del
CIO violento di due
corpi
mondo, o, meglio, l'esistenza del mondo in quanto co-
?

P"''.^^^^^ obbligatori delle metafisiche


struzione filosofica. Perchè una metafisica abbia senso
non
non^fnlc?'"'
fossero nemici a^Tebbero bisogna che sia la storia di una guerra o, più mode-
qualcosa in comune. stamente, il verbale di uno scontro.
40
41
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
di origine psichica (Attività, Forza, Energia, Evolu-
zione, Dissoluzione) ;

Le metafisiche non possono essere che psico- o fondate su concetti francamente tolti dal mondo
morfiche." dello spirito (Idea, Intelligenza, Amore e Odio, Mo-
nadi, Io, Volontà, Atman, Gemuti?, Inconscio, Imma-
ginazione ecc.).
Comprendere significa assimilare, assimilare signi- Cioè le metafisiche o non dicon nulla o sono psi-
fica far proprio. Cioè noi comprendiamo quello che comor fiche. Anzi è da osservare che vie più ci si av-
facciamo nostro, quello che riduciamo a qualcosa di vicina ai tempi nostri si fanno più frequenti le me-

nostro (Vico), Ma quello per cui ci sentiamo noi, per tafisiche non ipocritamente animiste e coloro che non

cui siamo qualcosa di diverso e di opposto è il nostro vogliono saper di animismo rinunziano addirittura
spirito e soprattutto le manifestazioni attive del nostro alla metafisica e si contentano dell'empirismo neutrale
spirito (sentimento e volontà) più personali e perciò di Mach.
più interne. L'unico metodo che abbiamo dunque per Da questa condizione necessaria di tutte le me-
comprendere il mondo a qualcosa
è quello di ridurlo tafisiche noi possiamo anche prevedere quale sarà la
di simile allo spirito nostro, d'immaginarlo animato loro silhouette generale. Nello spirito noi ritroviamo
da qualcosa che l'assomigli a un lo più grande, a due lati nettamente distinti : il lato rappresentativo
qualche forma universale di attività psichica. Questo (conoscenza, ragione, ecc.) e il lato emotivo e motivo
metodo si chiama animismo e finora gli uomini, anche (sentimenti, volontà, ecc.) e perciò siamo portati a
quando fanno non hanno trovato nulla
gli scienziati, credere che anche nelle metafisiche, le quali son proie-
di più chiaro e di più comprensibile. Le scienze sono zioni dello spirito del mondo, si debba ritrovare que-
ancora impregnate di animismo e le metafisiche non sta opposizione eh' è nello spirito dell'uomo.

sono altro che sistemi di animismo su grande scala.


I Infatti tutte le metafisiche — eccettuate alcune po-
che, come quelle dei primi jonici — sono di razze
tre :
Le metafisiche dicono tutte la stessa cosa.
o fondate su parole astratte (Essere, Sostanza,
Fatto, Apeiron, Assoluto, Noumeno) e allora, siccome

codeste son simboli logici universali e vuoti, non di- Da tutto quello che ho detto fin qui mi pare ri-

con nulla sulti chiaro che le metafisiche o non dicon nulla


;

o fondate su concetti apparentemente astratti ma o dicon tutte la stessa cosa. E questa cosa è che il

42 43
V'S^Es^

PRAGMATISMO pragmatism;o
mondo si spiega e si comprende immaginandolo re- queste differenze tutti i metafisici ci raccontano la
sultante dalla lotta di due principi di origine psichica. stessa storia.
Due elementi spirituali si combattono : ecco il leii

motiv, visibile o invisibile, di tutte le teorie gene-


rali dell'imiverso. Vale a dire che mentre l'universo
reale e concreto che noi viviamo e possediamo ci pre-
L'UNICA METAFISICA.
senta una perpetua diversità, le trascrizioni e tra-
duzioni verbali del mondo si riducono a un testo
solo, e ogni metafìsica è la traduzione in linguaggio
più o meno diverso di una sola idea sul mondo. E inutile dunque continuare a parlare di tante
Il che significa che tutte le metafìsiche sono tradu- metafisiche. La metafisica è ima e la sua formula è
cibili fra loro giacché cambia soltanto l'espressio- questa L'universo rappresenta il prodolio dell'opposi-
:

ne di un'unica teoria. Tant' è vero che si possono zione costante e universale del principio classico e del prin-
tradurre in linguaggio dualista le espressioni moni- cipio romantico, dell'unico e del diverso.
stiche, e in linguaggio ideaUsta le affermazioni ma- Io chiamo classico tutto ciò eh' è universale, unita-
teriaUste. Si cambiano
non il senso, quan-
le parole ma rio, passivo — - romantico tutto ciò eh' è personale, par-
do, naturalmente, il senso ci sia. Le ragioni per cui ticolare, attivo. Ciò che tende all' immobilità e all'uni-
viene scelto un Hnguaggio piuttosto che un altro son versahtà è classico ; ciò che tende al cangiamento, al
varie : c'entra il desiderio della novità, la maggiore moto e alla personalità è romantico.
brevità e comodità, maggiore potere di suggestio-
il Questa opposizione si trova in tutto
-
il dominio
ne, su certi sentimenti Hnguaggio spiritualista, ad (il intellettuale, dalla metafisica più astratta alla sociolo-
esempio, ha im colorito più morale di quello mate- gia più realistica ; e perciò possiamo facilmente opporre
rialista, ecc.). le due serie dei termini classici e dei termini romantici.
Le differenze tra le metafìsiche si riducono dunque I termini di ciascuna serie sono traducibili fra loro
a due : ma nessuno dei termini della serie classica è traduci-
a) la gerarchia tra i due principi, cioè la desi- bile in un termine della serie romantica e viceversa.
Il
gnazione di quello che \ien ritenuto più importante che significa che ogni serie è riducibile a un solo termine
e desiderabile ; (classico o unico, romantico o diverso) il quale può rap-
6) e il linguaggio (o meglio il dialetto) che serve presentarla tutta, qualunque sia. Io ho scelto i termini
ad esprimere il luogo comime delle metafìsiche. Tolte di classico o di romantico perchè sono, per la loro

44 45
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
stessa indeterminatezza, i più adatti a suggerire la com-
plessità delle due serie rispettive. OppositioM psichiche.
Per dare un' idea più chiara di questa metafisica
unica, o metafisica delle metafisiche, darò qui un quadro corpo anima
delle due serie, avvertendo che i termini a sinistra espressione, parole vita, azioni
son quelli che suggeriscono idee d' immutabilità, di ragione sentimento
quiete, di unità, cioè termini classici e che i termini conoscenza volontà
a destra son quelli che riflettono le idee di mutabilità, automatismo, abitudine riflessione, iniziativa
di moto, di particolare e diversità, sono cioè i ter- imitazione invenzione
mini romantici. esperienza sogno
impersonalità originahtà
sedentarietà vagabondaggio
calma mobilità
Classico e Romantico. serietà ironìa
misura, euritmia sproporzione, esagerazione
dovere passione
Opposuioni universali. usuale caratteristico
vita esteriore vita interiore
universale particolare ottimismo pessimismo
essere divenire, evoluzione
passività attività Opposizioni conoscitive.
eterno fuggevole
materia forza, spirito ordine mescolanza
spazio tempo logica metafisica
continuo discontinuo astrazione intuizione
determinismo Ubertà regola, legge natura, fatto
fissità mobilità non-io io

quantità qualità oggettivismo soggettivismo


omogeneo eterogeneo prevedibilità imprevedibilità
positivismo idealismo
w.
fl^
46 47
'?

*i
'Wi^^^9''

PRAGMATISMO PRAGMATISMO

Opposizioni religiosa. Opposizioni sociali.

panteismo Dio personale civili selvaggi e barbari


deismo teismo greci orientali
teologia misticismo latini germanici, slavi
Dio Demonio democrazia aristocrazia
collettivismo anarchia
nazionalismo cosmopolitismo
opposizioni esddche. morale amoralismo
socialità individuo, eroe
arti dello spazio arti del tempo, tradizione rivoluzione, reazione
(pittura, (danza,
scultura, poesia,
architettura) musica)
Origini e fini di « unico » e « diverso ».
oratoria, rettorica esprit, humour
melodia sinfonia
dialettica lirica mondo, quale
Il lo immaginiamo, è dunque il pro-
dotto di questa unica opposizione dalle molteplici
forme. O l'unico cerca d'incarcerare e ridurre il di-
Opposizioni biologiche,
verso, o il diverso cerca di scacciare e sopprimere
runico. Il dramma universale sta nelle vicende di que-
eredità variabilità sta guerra.
specie fisse trasformismo Per chi debbono essere i nostri voti e i nostri aiuti ?
Il
omocromia divergenze Per raccapezzarci non e' è di meglio che vedere quali
salute malattia sieno cause e
le gli effetti dei due avversari.
'^ normalità genio e follia
L'unico, o il principio classico, vien dato :

uomo fanciullo a) dalla ragione, cioè dalla nostra mente, e non


dalle cose ;

48 49
4- — Papimi, Ptagmatismo.
PMGMATISMÒ
PRAGMATISMO
b) dai bisogni di comunicazione sociale (il linguag-
a) l'aumento qualitativo del mondo ;
gio è fondato sulle somiglianze ed è sempre generale) ;
6) la liberazione del mondo da tutti gli schemati-
e) fondo dell'uomo. (Infatti
dalla pigrizia, eh* è il
smi e verbalismi che la ragione gli ha messo addosso
è assai più facile e comodo aver che fare con poche ;

e) l'acquisto di una più diretta potenza, perchè


generalità che dover tener presenti tutte le differenze
soltanto escludendo l' intermediarlo del concetto e vol-
di una moltitudine di cose. Il monismo è un prodotto
gendo l'attenzione alla produzione del particolare, cioè
della debolezza e vigHaccheria mentale).
del vero concreto, possiamo giungere a una più vasta
d) da un errore di origine magica, che consiste
e più rajnda appropriazione del mondo.
nel credere che per agire sulle cose bisogna che ci
L'unico ci conduce dunque alla morte, il diverso
sia fra tutte quante una specie di omogeneità.
alla potenza. A noi sta scegliere. Noi abbiamo, in que-
Gli effetti dello spirito di unità, finché si limita al
sto momento, nelle nostre mani, le sorti del mondo.
generale, sono :
^ In nostro arbitrio sta il morire per sempre o il farsi
a) ravvicinamento
somiglianza ecc.)
di cose lontane (l'associazione per
dei — annientare il mondo od accrescerlo. Mai come
;
in questo momento l'uomo può sentire la grandezza
b) la formazione delle leggi scientifiche.
paurosa della sua volontà. Io sono, dinanzi a questo
Ma quando si trattasse del raggiungimento vero e
terribilebivio, in una specie d'estasi di sublimità.
proprio deirunico, avremmo per resultato l'immobilità,
Se noi riusciamo a render reale l'unità alla quale ten-
l'omogeneità assoluta, cioè la negazione dei due segni
dono le nostre menti, il mondo è perduto ; se invece
dell'esistenza (attività, cangiamento) l'annicntamnto,
ci ribelliamo e Uberiamo il mondo, tornando noi stessi
la morte. // trionfo deW unico significherebbe la morte del
alla vita attiva, particolare, varia, il mondo è ingi-
mondo.
gantito e arricchito. Dalla nostra decisione dipende il
Il diverso, invece, è dato :

destmo dell'universo. Che gli diremo dunque ? Vivi?


a) dalla realtà medesima, la quale ci dà, non quan-
Perirci ?
do è conosciuta ma quando è vissuta, una successione
di differenze nello spazio e nel tempo. Cioè diverso è
i dato dair intuizione e non dalla ragione ;
il

Avventure di classico e romantico.


b) dal desiderio di aimientare e arricchire il mondo,
*

dal desiderio di possedere di più.


Vediamo come l'uomo ha risposto.
Gli effetti del diverso, sono com' è da figurarsi, gli
Il primo momento è sempre romantico; nella spr
opposti di quelli dell'unico >
eie e neir individuo. I selvaggi e i fanciulli sono ro
50
51
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
mantici, e i selvaggi sono i fanciulli dell'umanità, dersi completamente, ad assimilare la cultura greca e
come la fanciullezza è l'età selvaggia dell'uomo. l'organizzazione romana, e la Chiesa rappresentò in
Insof-
ferenza di regole e di leggi, volubilità,
instabilità, fan-
tutto il Medio Evo lo spirito classico.
tasia,amore del vagabondaggio e dell'avventura, curio- Solo il misticismo, fanciullesco e solare come quello
sità ed emozionalità sono i loro caratteri. di S. Francesco o superdivino e tenebroso come quello
A loro succede Jo spirito classico, legislatore,
or-
di Meister Eckheart, insieme alla cavalleria errabonda
dinatore o tranquillizzatore, rappresentato
dalle prime
e inmiaginosa, rappresentarono nel medio evo lo spi-
costituzioni e dai civilizzatori per i selvaggi, rito romantico.
dai ge-
nitori e dalla scuola per i fanciulli. Il Rinascimento e la Riforma, che vengon presi
Nella civiltà occidentale il primo tentativo
di pre-
come tentativi di ribellioni e che gli storici mettono
dominio dello spirito classico si ha in Grecia. Omero a precorrere le rivoluzioni dei nostri tempi, non furo-
è già vecchio e rappresenta la saggezza di una viri- no, come potrebbe sembrare, insurrezioni di carattere
lità che succede a una lunga età barbara, infantile, romantico. Sono invece un ritorno a qualcosa di tra-
capricciosa, fattrice di miti e di sogni, che dizionale, anzi un rincrudimento di tradizioni. Il Medio
non è stata
rivelata letterariamente che tardi e
imperfettamente. Evo era stato sopratutto romano e cattolico il Rina- :

Colla Grecia geometrica e loica comincia scimento volle esser greco, la Riforma cristiana. Il
il domi-
nio della regola, della misura, della legge,
della ragione,
Medio Evo, per quanto con scarsa cultura, aveva sentito
comincia il disprezzo o l'odio per le temerità e vissuto la tradizione pagana e romana, aveva visto il
adolescenti,'
per le «apparenze fuggevoli e mutevoli
La mate-
i>.
Papa di Roma erede dell' Impero. La Rinascita conti-
matica e la logica comandano, l'arte si fa nuò, ed esagerò, ma verbalmente, la tradizione medioe-
tradizionale
e stilizzata, la vita esterna, fìssa nella
sua pompa, ha vale sostituì il culto della parola e della forma alla
;

il sopravvento suUa libera


vita interiore. Le forze' ro- pratica della vita e dello spirito. Invece di fare un
mantiche non scompaiono (tragedie, miti, peripH impero o una nazione si scrissero elogi di Cesare ; in-
ecc.)
ma finiscono coll'esser sopraffatte. Tutta la storia spi-
vece di andare alla ventura si scrissero romanzi di
rituale della Grecia si riduce alla
"guerra tra la lirica cavalleria ; invece di esser reUgiosi si composero trattati
e la dialettica, la tragedia e la
commedia, la poesia
sulla fede. La Rinascita fu il trionfo delle parole sulle
e la filosofia. cose, della regola e dell' imitazione sulla libertà e V in-
IlCristianesimo, tentativo del romantico venzione ; del letterato e dello scienziato sull'uomo in-
Oriente
per ristabilire i diritti della vita dello tuitivo e sentimentale.
spirito nella dis-
seccata civiltà classica, fu costretto,
se non volle per- La Riforma non si distingue molto dal Rinasci-

52 33
PRAGMATISMO
mento
PRAGMATISMO
: anch'essa è classica. È classica perchè non fa senta l'esplosione dell'anima europea contro il regime
'"•'"*°"'' ' "' '''^' ^^"^ Chiesa
Sa SJbr dTp" classico che aveva avuto l'egemonia fin dalla Grecia ;

rappresenta la liberazione dell'uomo, dell'individuo par-


" ^"'*' P^^'°^
Tr^
a Roma per
'

non mandar più denari,


' P"-o*^^tanti si
cioè,
rivoltano ticolare e passionale, fantastico e mobile, contro l'ar-
per goder- matura
se I per sé. e loro capi di tradizioni, di regole, di norme, di leggi,
i
vino e le amano (Lu- il
dLe
tero) e fanno condannare e ardere di uniformità che fasciavano e asfissiavano la libera
tefici e imperatori (Cah-ino).
i ribelli come
pon- ^ vita. Nel suo cerchio d' influenza si muovono e si suc-
cedono i grandi liberatori Rousseau che ci libera dalle
:
^^^'"'^''^o ebbe assicurato il culto
^..^^^V^
degh antichi e l'ammirazione convenzioni dell'uomo civile; Kant che libera il pensiero
dei modelli e il oro e dalla cosa Napoleone che risuscita il miracolo del
stantismo si fu adagiato nelle tradizioni,
nelle Sj ;

fantastico avventuriero mondiale e fa nascere entusia-


smi, ambizioni, leggende nuove Herder che ci Hbera ;

dalla letteratura e dalla nazionalità, e torna alla


IoIT
logica penetrò A t
P'-'n^Pale
anche nell'arte e
la
i
Francia,
matematici e
in cui Ja
poesia spontanea di tutti i popoli Fichte che libera ;

ci stabilirono il loro imnpm


impero. TL •r.r.r^- •
i fisi
r io dal mondo Schopenhauer che ci vuol Uberare
;
opposizione romantica
T^rf, oo. „ . dall'ossessione della volontà ; Carlyle dall'uomo terre-
stre ; Stirner dall'uomo-idea, Nietzsche dall'uomo lo-
uscire dal classico gico e moralista ; Bergson dall'uomo sociale e parziale....
esagerandolo; la
musica, gaia o
patetica, offre un bel Tutti i caratteri romantici esprimono questo biso-
rifugio a queUa vita ingenua e
profonda, che non poteva gno di liberarsi da qualcosa, di liberarsi da tutte le
manifestarsi colle'pa'e
forme e le fascie dell'età classica, h' individualismo ci
dnrf J^
""""^ ' ^'"""^ insurrezione romantica - cho mostra l'uomo contro il gruppo, l'orgoglio della per-
sonalità, lo sprezzo delle regole, il culto del genio,

^'^uen^eLnirrufc;? ZlrTTT. cioè dell' io profondo, il predominio del lirismo, il senso


Lbera de selvaggio, anteriore alla dell'originalità e diversità personale ; l' ironia, il capric-
polis classica ed è
insieme ,1 padre della cio, l'humour sono delle armi per disgregare le opinioni
rivoluzione politica eTeSa
l^one intellettuale, e porta rivo cristallizzate, i costumi imposti il cosmopolitismo, ac-
;

Robespierre e Chateaubriand.
con sé nello stesso teZ
^ compagnato dal senso storico e dal dilettantismo, segna
Il Rcmnnticismo giunge e il desiderio di liberarsi dalle patrie ristrette, il deside-
s' impone. Esso rappre-
rio del nuovo, del diverso, del mutevole ; la sensibilità

54
55
"

PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
il rispetto della passione,
presenta megUo del maschio
il

il prevalere
culto della donna (che rap- lità, deir istinto, dell'azione —
èia rivincita del diverso
deU' istin o'e sulV unico. Ma
V insurrezione non può essere che un
del sentimento) indicano
la reazione al
predominio^! momento. Sorge dietro ad essa il
ragionamento e del calcolo,
il bisogno di
„n riLno
alla vita e alla natura
; immaginazione che
va in cerca
""'-'^^
''"°'°^°' ^'' --terioso. den'
Sto'Sr
culto, fa sfuggire
romantici all'abitualità, al
i
buon senso Problema post-romantico.
alle cose note e perciò non
più desiderabili I
^rso-'

rXZ""" ^"^^-'^-«^ V
•-'"-gini di movin^ento

tlT ^^''°"' *'°^^*°"'


A-^^''''^^'-
^^°t°" erranti
^^^P^"-^"- ^"'^'^'' "'^1-^-ici ecc)
ecc.) o Il romanticismo ha condotto a due risultati :

TZfw
I luoghi cambiano spesso, si rievocano
a) alla nudità dell'uomo, spogliato di tutto ciò
i tempi an- che s'era formato attorno a lui per impedirne la vita
^"""^ ^" ^"^^^ ^^^^-^-
: la VrSaS^"' ' senyjre rinnovante si ;

"''^^'
h) alla condanna dell'intellettualismo puro, uni-
"^ ''""*° '^'^'^ ^"°""e di liberazione
e dfnSf
di d struzione fosse tario e legislatore, cioè alla morte della filosofia. Il
accompagnato da una certa ma!
problema post -romantico è dunque doppio : Cosa deve
dev'o-
SaT iTfr.''' P^"™'^"^°
pera, la febbre della
*^«-
battaglia,
U rimpianto
••
'^
incosciente
fare l'uomo ? Come si può far cessare il dissidio del-
l'unico e del diverso che riempie di sé la metafìsica ?
propositi e le forze ne Quanto al primo ci sono varie risposte o l'uomo
furono le cause maggiori :

J''''^"^^ romantica non


ritorna al passato umano (neo-classicismo, tradizio-
secolf^YTV^T"? è finita. Il ne ecc.) o al passato animale (alle bestie, come propone
Remy deGourmont) o si fabbrica nuove vesti, cioè altre
regole e altre costruzioni, oppure risolve di restarsene
nudo e di agire più potentemente senza bisogno
^'^^^"^ ^ ^"^^^ ^^ anzi
aDDenrorf
appena r .
ora è giunto '
"''''
a penetrare in certi
d' impacci.
domini della Quanto al secondo la risposta è unica finché si
'' "'^"^"^ ^'^ ^^ '^^-i -na nuova
;

ctnt?;:^
civiltà f •

non transitoria, il nostro


compito più grave è
continua a fare della metafisica, il dissidio tra unico e
diverso non può scomparire. Finché facciamo della
^' "' ?"" "^^^^^"^^ " romanticismo La
in^fz^e romantica porta
msurrezione
al trionfo della
filosofia, cioè della generalità, il particolare è qual-
sensibi- cosa di di nemico,
ostile, che il pensiero non riesce
56
57
't^i

PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
a padroneggiare. È un dato, che smentisce volentieri ogni uomo. Invece di fingere, bisogna essere
la teoria, e rovescia, come una ; invece
terravulcanica, le di ottenere poco con molto, ottenere
fragili costruzioni che molto con nulla.
gli si affollano sopra. Perciò il
contrasto non può essere risolto È questo, oggi, il compito di chi sente che
qual-
finché si resta neUa che grande cosa
teoria, finché il generale
si va compiendo, di tutti quelli che
^ien considerato come uno
voglion esser Dei non soltanto a parole.
strumento. Si tratta di cacciarlo
dal suo impiego d'in-
terniediario, e bisogna perciò
criticarlo pratìcamente,
cioè sostituirlo. Fare a meno 1904.
dell'unico, per mezzo della
taumasiologia, significa sopprimere
uno dei termini
La realtà è indicibile, ma è modificabile.
Passando dalla
metafisica all'azione si fa
m. cessare il contrasto e neUo
stesso tempo si dà un ideale
nuovo all'uomo liberato
m grazia del romanticismo. Poiché
anche dopo mi-
nata la civiltà classica
desiderio del possedere resta
il
sempre il primo e maggiore e se
il classicismo, allon-
tanandosi dal reale, non ci
permette di soddisfario ab-

bastanza abbiamo però un letto
in cui incanalare le
forze che si manifestano via
L- -S'
via nelle liberazioni ro-
(15 mantiche.
Il problema posto-romantico dunque
ha nella sua
duplicità una soluzione imica aumentare
:
la potenza
La filosofia scompare il razionalismo
;
svanisce sponta-
neamente nel- formuMsmo automatico
(ricordate il cai-
culemusài Leibniz) e d'altra parte
si rivelano faticosa-
mente delle forze nascoste e
spregiate, le forze nuove
e mute che giacciono nel
subliminal sol/.
Aumentare la
potenza significa diminuire il suo
costo, cioè sopprimere
gli inUrmediarii, e
questo si
potrà tare soltanto cercando
di impadronirsi di quella
potenza personale, segreta,
meravigliosa, rapida, eh' è ip

58
59
III.

Dall' Uomo a Dio

Cosa significa uomo-Dio.

Uomo-Dio ha tre significati :


'

cri sitano

fnisHco
magico

cristiano : V idea dell' Incarnazione ; Dio che si fa


uomo per redimere (Cristo) o addottrinare (Buddha)
gli uomini ;

misfico : l'idea di fusione ; l'anima personale che si


confonde con l'essere universale e diventa divina, fa-
cendosi e sentendosi parte d' Iddio ;

magico : V idea d' imitazione ; l'anima cerca di ac-


quistare i poteri attribuiti a Dio, diventa divina in
quanto le cose sono parti obbedienti di essa.
Io adopro l'espressione uomo-Dio nel senso ma-
gico, che inverte i rapporti tradizionali fra l'uomo e
la divinità. Finora gli Ddì s'erano fatti uomini (se-

condo i credenti) o gli uomini avevano foggiato gli


Dei simili a loro (secondo gli psicologi). Ora è l'uomo

6i
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
che vuol farsi Dio e gli uomini vogliono
foggiare
^^^""^ cercano di soddisfare il massimo numero di
loro stessi simili desi-
ma l'uomo che
agU Dei Non è nirt Dio rh
s' india.
^ "'"""'' ^" "
.
deri —o cercano di estirparli tutti. O si sforzano
di
ottenere una parte delle cose desiderate o
di persua-
dersi che le cose desiderate ma irraggiungibili
quale,
non
del resto, si possono ridurre hanno nessun
Lrh? r "'L' valore. La prima via è quella dei conqui-

^rXnni^^T
per ^Ttr
1 onnipotenza). V''"--^--'
Volere
un mezzo
diventare uomo-Dio signi-
^h' è statori, dei potenti, dei ricchi, degli
epicurei — la se-
fica dunque cercar
conda è queUa degli asceti, degli stoici, dei santi cri-
di ottenere la
massima quantita^di stiani e degh yoghi indiani. Ma nessuno di
potere diretto sopra questi due
gli uomini e le cose. modi di hberazione riesce. Soddisfacendo parte dei desi-
deri non si fa altro che accrescerne il numero
perchè il
possesso delle cose desiderate fa sorgere nuovi desi-
deri oppure rinforza quelli che non sono stati
Perche t'uoMo vuol diventare
*
soddisfatti.
Dio. Cercando di sopprimere i desideri si finisce col soppri-
mere solo più comuni e volgari (dell'amore della ric-
i
i

chezza, ecc.), sostituendone altri anche più forti


(della

venfa'r d£T ''' '"'' ^^'^ ^"^'^ ''"^^ ^-I ^ vita eterna, dei poteri occulti, ecc).
Alcuni forse son riusciti ad estirpare del tutto i

il bisogno della pace


desideri ma
pochissimi, in moltissmii secoH, malgrado
definitiva.
la predicazione insistente delle più
grandi religioni
Gli uomini non sono soddisfatti del presente
der mondo (il Cristianesimo e il Buddhismo). Per ciò
In
metodo
cfrcarfrornettueTcr"' '"h
"^^^^ il della rinunzia si può considerare
camente, per la quasi totalità degli uomini, fallito e
prati-

crLn"
nul Ta
nua Ì
e desideri
r? ^"^.^^<=""^^^^^^^^
"^' '""Potenza, -
agitazione conti-
tuto ?uet
appare necessario trovarne un altro. Quest'altro, che io
propongo, è quello deìV onnipotenza.
L' unico modo per non desiderare
eternamente rinascenti le cose, per di-
ecco la sorte
degl«.. Per uscire da questo
.

sgustarsene è quello di possederle. Chi tutto ha non


tormento^ssi Lg^n^
può desiderar nulla. Appunto per questo Dio è pensato
come perfetto e beato. Finché non abbiamo ottenuto le
la via del possesso
cose desiderate noi le immaginiamo grandi, dolci,
pia-
la via della rinunzia
cevoH. Ha brama eccita T immaginazione ed esagera
62
63
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
lepromesse di felicità. Ma U possesso ha,
dopo un certo il regno della Calma, della non azione, della pace ; è
tempo, per risultato la nausea e
chi molto possiede il sogno del mistico che cerca la unione con Dio, è
molto disprezza (Salomone). Perciò
se il soddisfare solo il sogno'' di tutte le attività che cercano il riposo.
alcuni desideri non riesce che ad accrescere i rima- Il mondo diventerà, attraverso l'uomo Dio, una
nenti e se l'estirparli tutti è
altra soluzione che questa
quasi impossibile, non c'è sola cosa, immobile, omogenea — non esistente. Sarà
: soddisfarli tutti. Giacché il vero nirvana a cui aspirano tutte le anime. Ogni
noi desideriamo solo le cose
far si che non esistano
che non abbiamo, bisogna cosa cerca il suo contrario — il mondo del diverso tende
più cose che non si possono all'unico, l'attività tende all'immobilità, la vita tende
avere cioè bisogna che noi
possediamo o possiamo alla morte. La grande opera, il resutato ultimo del-
possedere tutte le cose.
l'uomo Dio sarà la fine del mondo per mezzo della
Per far ciò è necessaria l'onnipotenza.
L'uomo deve sua perfezione.
diventar Dio -
da schiavo agitato e tormentato
delle
sue voghe padrone calmo e
beatodi tutte le cose
Quando l'uomo otterrà tutto, o sarà certo
che potrà"
ottenere nell' istante qualunque Ciò CHE VUOL F.^RE L'UOMO-DIO.
cosa egli desideri, tutto
li mondo cambiorà
di valore ai suoi occhi.
Le cose subiranno un deprezzamento
infinito. I de- Ma a questa quiete assoluta, a questa pace eterna,
siden moriranno nel suo
cuore senza bisogno di e- a questa divina morte non può arrivare che dopo
si
sercizi spirituali, di cilici
o flagelli : quale uomo sa- un periodo d'intensa Per giungere a non agire
attività.
no desidera l'aria se continuamente n' è circondato ' piti, bisogna riuscire ad agire immensamente più che non
11 mondo sarà come un corpo più grande di cui l'uo- ora : per poter fare a meno di qualunque azione, biso-
mo saxà l'anima e le cose gli obbediranno
come ora gna poter compiere un numero enorme di azioni che
obbediscono all'anima le membra
L'uomo sarà an- oggi non si sanno compiere. Per giungere all' immo-
cheli mondo e il mondo sarà parte dell'uomo.
Morendo bilità, bisogna esser più mobili che oggi, per giungere
i! desiderio muore l'azione,
poiché non c'è più bi- all'unità, ancor più creatori del diverso, per giungere
sogno di agire per ottenere ciò
che non si ha, dal mo- alla soppressione del desiderio, bramosi di più grandi
mento che si ha tutto. Non essendoci
a saranno più cambiamenti. Il regno più azione non cose. Oggi sappiamo far poco : —
soltanto quando^ sapre-
del diverso sarà mo far non avremo più bisogno dì far nulla.
tutto
chiuso: l unico concreto (non
Vunico verbale dei mc- Da quale parte ci verrà questa potenza ? Questa
tatisici monisti) gli
succederà. Il regno dell'unico volontà di onnipotenza è un delirio poetico o una possi-
è

64 6s
5. — VhriHi, Prafmaiismo*
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
sa della loro relativa rarità, costituiscono nel loro in-
sieme, quando fossero riuniti in un solo uomo, un
grado di potenza molto superiore a quello dell'uomo
Irà giungere
.Uo staL ^? ^'*»- Si Po- ^""^ comime, ridotto all'uso delle sue membra e dei suoi
»lt.«o!vvici "ars "7'>"«'"«ee „pp^
'olir strumenti. So bene che questi fatti da molti non son
f, con facilità ..^^°^:'°''''""'^!'*''""'t^'<'^n-
creduti e vengono attribuiti alla frode o alla fantasia,
ma le testimonianze son tante e cosi diverse e indi-
pendenti fra loro che, pur facendo la parte dell' in-
ganno — che del resto si riduce il più delle volte a
imitazione di fatti reali — siamo costretti ad ammet-
terne la possibilità e la realtà. Ma questi poteri, per^
quanto incredibili e grandi sembrino, non bastano a
pe, n»^ di Poieri^teti Uomo Non sono
l)/«r ««ow^ corèi sen^a fJ t-T
t^rS<a*:r*'
^"* ^°°°
chi vuol farsi Dio.
Sono una più grande potenza ma non
che un principio.
l'onnipotenza.
^^^'^'^"^ *=^^)-
/«. s^«„v, ,^
2)
smi, scomparse
T;rs fri • L'opera del cercatore della divinità non deve dunque
di oggeni "^^ ^"^P^""''' '^"t^" fermarsi a ottenere quei fatti che altri già hanno ot-
ece )
3) ^m/.m«.. ,•
,,,^,- , tenuto saltuariamente e spesso senza volerlo, ma deve
,^„,j
4; allontanare o Provocare «Z^«».
bromm*, v / x fenomeni naturali(ttm. esser volta ad aumentarne il numero e a renderli ri-
peste ecc.)
petibili a volontà. I miracoli passati sono il più delle
5) vedere e conoscere V inviiihn. /m volte piccoli e sporadici. L'Uomo Dio deve ottenerne
le cose lontane, ^"^'^'^ ^^^'"^
le future ecrlt ^
^^"^zione, sempre più grandi, più abbondanti e far si che non
genza ecc.).
'
chiaroveg-
dipendano da un'ispirazione improvvisa o da una spe-
6) trasmettere direttam/>t,f, n i cie di grazia misteriosa ma soltanto dal suo volere.
Patia ecc.) a distanzi " ^"'''''° ^^l^"

7) conservare e òrolun^fn^^ u •/

gioni istantanee ' "'"""" (S""»" L'arte del miracolo.


dei mal coTl """"^ ^^"" ^*^ i°
condizioni anormal
Sn'za ^1
- risuscitare i morti e^c
)
^^'^'' ''"^^
^^^^^e L' impresa dell'Uomo-Dio è resa più lunga e difi&-
Tutti questi fatti, chiamati meravigliosi cile dalla tnancanza di un insieme di regole e di nor-
solo a cau-
me sicure per ottenere i poteri meravigliosi di cui ha
66
6;
Si

:/ PRAGJiATlSMO
bisogno. Alcuni
dei fiolenii stìritu^U i u- PRAGMATISMO
^nti, i maghi, i
mistici
7* '^j.'^'^'"^' (chiamo cosi i

ti
hanno studiato
o ab 11
indicato e ^scrit^:^:::^
,7 ''''^ ° '^°^°^°'=hc
hanno
^ti uomini hanno fatto
e come l'hanno fatto e cer-
cando di essere come loro e di vivere
come hanno
denti dei miracoli ^^^^f
_ hannol^-JT^ *^'' ^"t"*""
vissuto potremo riuscire a fare ciò
che hanno fatto.
n loro massimo segreto è stato la concentrazione
.ono e
iSf.fro'^i^rrT"- dello spirito — raccogliere
l'anima in un punto, tutte
,„ sono le potenze interiori verso
Che h fanno avvenire
OuestP ìnHi
*
P.«^^^ coloro un' idea per ottenere il mas-
più delle volte simo grado di forza. Per giungere a
il
con o?S.Tl^^^^^^^ questa concentra-
lavoro interno dei ^,/l^^^^^^^ ^^^ e il * zione è lunga e terribile la via.
Bisogna isolarsi, sop-
colle stesse primere i sentimenti, ricacciare la sensualità,
P^roL^SL^^^^ le sensazioni particolari,
aboHre
r. e dai ri.„a,i morire, come dicono i cri-
™gici ST^S'J^'^'. t.T* r' stiani, al mondo. « Nessuno ha mondo in suo
— dice Meister Eckehart — come colui che a domi-
il
nio
tutto
il mondo ha rinunziato ».
J'interpretazione di tutte '^^"^^"^ ^ La solitudine, il silenzio,
la castità, il digiuno sono
le can^ H fZ-
^^""^ straordinari, le preparazioni necessarie dei poteri straordinari.
ordinate in modo
da pot '^^^^^^^ E
che per chi muova '^^^'^ P-^i- anche certi atti esterni, come il fissare oggetti, lo stare
J.£e^^^^^^ '"}
immobili,
Eppure un'Arte il trattenere respiro,
det^Zl tomMoT'""' ciahnente dolori che avvezzino all'
il
il procurarsi artifi-

sarebbe difficile, ora che ^1^?


^ ^^'^' ^^^
?
insensibilità, favo-
gioni, sui
medianifa accennano
meaianità
grani
L mistici sulle
'"^suci, l^T ì
scuole occulte e
^' ^"^^^ ^^«-
sulb
riscono la formazione del fascio delle
I semplici di spirito, quelli che
potenze sphituali.
non sono distratti dalle
a rifiorire ^ r^r,r.; •

nuovi documenti e ^^^""^ complicazioni dialettiche e dalle curiosità


nuove te^L.ì?'^,^"'''^ molteplici
^.
degU intellettuaH, i miserabili, i poveri, che non son
per queUW^W^^^^^^^ ^ ^^^ everso preoccupati daUa cura delle ricchezze, daUa
bramosia
di accrescerle o dal timore di
parlato. Noi
cano
abbiamo d LTÌ ^ n" T"^ '^' ^^^ '
'""^ ^^
mati fra quaU
perderle, sono i chia-
scelgono
mini che
di essere svegliate
e St^ ? ''"' "^-
"'""''

^^«'^
i si

eletti al potere spirituale. E


più facilmente
non basta questa prepa-
i pochi
V. si sono s!r^ti \tScun^ S
J^o ottenuto cose The ali. *.^"''^" ^^^^ « razione remota e costante. Occorrono gli
stati di esal-
gli ignari son PciTse
parSTncrediS
mcredibili.
1

T"'^ *' ''™^^ ^ ^- tazione speciale di queste forze inteme


gli stati di —
Osserviamo ciò che que- preghiera, di estasi, di trance, di rapimento,
di co-
68 •
mando in cui la fede crea la realtà, in cui l'amore

69
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
d fa unir
coUe cose, in cui
la volontà concentrata
'°''"''^*^ ^ L'Uomo Dio prima di giungere al nirvana, alla quie-
potente plasma
direttamente l'universo. tude, deve sconvolgere l'universo, rifarlo a suo modo,
'^'^ ™^"'°''^ °''° P°t^à d^re a produrre improvvisamente cambiamenti di grandezza
poss?SàT tutti la
e importanza non mai vedute. Ed ecco che sorge per
questo Tultimo problema dell'uomo-Dio quello dei :

^nodelli dei cambiamenti. Per far cambiare qualcosa bi-

sogna avere un' idea, un disegno, im programma di


gl'Uomo Dio^ il
Vaì:T:';;io7n: rp^s:-^^ quello che si vuol vedere apparire in luogo di ciò che

^'^^r '^"" P"' ^-- °S^' fo'^data'Mf q^e e' è. Per trasformare questo mondo in un altro mondo

e questo secondo mondo in un terzo e così via biso-

stne a Ko ^ ''""' -^-Presa praticamente


l'ascen- gna avere nella mente un' hnmagine di questi mondi
diversi che ci guidi per comandare alle cose. Chi non
vede e non sa cosa vuol fare non potrà mai cambiare
neppure il colore di una foglia.
I serbatoi di modelli per trasformazioni che ope*
COSA CREERÀ L'UOMO.DlO.
rerà l'uomo Dìo sono quattro :

Varte
le religioni
^" ''''P° ^"^'^ dell'uomo Dio
narf H fi*^T^° sia la le fnetafisiche
'" --''--ti e
IZ t^n: tm" m
Pi^e e
CI sarà un tempo
cui esso dovrà
delle a^foj-
le scienze immaginarie.
agire a«a
L'arte, eh' è la scelta e il rifacimento fantastico delle
cose — le religioni che sono le più ricche collezioni
di ideali, d'utopie, di sogni, di vite beate, di mondi
ud perietta inutilità di adoperarlo
più oltre ^"^^
P^^r diversi dal mondo attuale — le metafisiche, ch'espri*
che luomo Do ffiuntra rpnlm««f^ j-
'.^""^^ ^ disprezzare tutte mono i desideri di certi uomini singolari intorno alla
le cose bisogna r^
Disogna che passi
attraverso un'eoora Hi costituzione dell'universo, possono servire magnifica-
rifacmiento, di
trasformazione e creazinn. h
tale da procurargli
T^ ^ mente l'Uomo Dio, il quale potrà esercitare la sua
non potrà mai più
la certezza
cLXrhe t^^ai '''r potenza rendendo reali i demoni dell' inferno dantesco,
desiderare alcuna cosa o la vita paradisiaca, o il monadismo leibniziano. Ma

70 71
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
rrr„r>rr
^i«o»a
"r- "-- '"-^^ dalle scienze immaginarie
che vuol vedere realizzate in
il creatore sceglierà quelle
modo che la sua ca-
non
01 CIÒ ch'esiste e di
hlr^^Kccm-e^lL' scienze pacità di rifare il mondo possa avere un numero inde-
ciò chV<;i«fArò
^^'^tera u-
bisogna creare le
scienze di ciò
riA che
^», finito di prove possibili.
sogna inventare tutte
non esiste, ma potrebbe esistere - bi
le scienze
ZntaginJìe
i^a scienza, com'è 1905.
fatta finora, poteva
uomim che non bastare ad
si proponevano diVgrandi a^
c^nSon T^"' P'"""*° ^ adattL^ e cte
^ circrdev^Lie '"*"° '^ ^^^^^"^
' cT^-
^' ^"PP°"^ =^^"""e a quel
eh' è accadnfTfi

£ auel ^,?
di quel ",? '^' ^ ^''^^''"' '' '^ base
che accadrà a somiglianza
a questo
di questo.
'^^^^g'^ono preparare una nuova
età^lr d"f
*
sfonJ^f ilr mondo,
sfonnare r°"^°
-
'^'^^ ^'°S«o"° rifare
e trl-
codeste scienze non
bastano più
"^"^ '°'° ^' ^"^1 ^'^^
li
quel ct"° T"''
che accadrà, ma di quello
--ade e' di
che accadrebbe se certe
^^^^ P^*' <^^«- -alta clm!
bLstr'p"^' 'f''
biassero. Per cambiare,
e cambiare coscientemente

'^' '' '"""""^*^"*^ fi^'^''^ tante hìj-


lode t.nr'"'
P'''^'^^" ^"-"ti sono i cambiamenti
IT;-/
siamo fare nei corpi, negU organismi, nelle
anime
*"^^--trie non%uclidee bis^rac:
st':;i:e"7n
'''^^ non-newtoniane, delle biologie
non d!
non-darwmiane, ecc. Fra queste varie prospettive
offeSe

72
73
IV,

Introduzione al Pragmatismo

Il Pragmatismo non si può definire.

Chi desse in poche parole una definizione del Prag-,


matismo farebbe la cosa più antipragmatista che si
possa immaginare. Chi tentasse, infatti, di accerchiare

in una breve frase tutte le tendenze e le teorie che


lo formano otterrebbe per forza qualcosa di generico e
d' incompleto mentre non e* è niente che i Pragmatisti
disprezzino tanto come l' indeterminato e il vago.
Io, per esempio, avrei qui pronte due o tre defini-
zioni delPragmatismo che riducono tutti i suoi carat-
teri e i un solo ma non mi sento di
suoi elementi a
venderle come buone.
Vi potrei dire, per esempio, che il Pragmatismo non
è che una collezione di metodi per aumentare la potenza
dell'uomo, ma potreste rispondermi che allora anche
un manuale per fabbricare le perforatrici fa parte
del Pragmatismo. Un altro pragmatista potrebbe in-
vece assicurarvi che la sua dottrina ha per fondamento
la preoccupazione del futuro (conseguenze, previsioni)
tanto che si potrebbe chiamarlo anche Prometeisnw e

75
PRAGMATISMO
voi gli domanderestp
PRAGMATISMO
<5iih;+« ^ - ii. . ,.
o i manuali "'°^'^ bri, e che, ridotte a una sola frase che pretende rias-
di orotnzi
ole ut'o^Ll""^ sumer tutto e spiegar tutto,
fanno parte del
PragmatLo ^ *' "'"™'*'^" finiscono, nella miglior
ipotesi, col non far capire bene di che si tratta, o fanno
nascere, il più delle volte, equivoci imbarazzanti e con-

cezioni false. Per mostrare la novità e «specificità » di


utilità per la T
scchr^ n ^ ''*"*^ «^"«"o
'^"""'- ^" "^'^''^ ^^-^^
* una dottrina qualunque bisogna decidersi a scendere
dall'imiversale al particolare e a riempire le grandi
^ione c'idei v^ó*K-
"tenue t'
s'intende per fn .
'
'"^"^ ^"*^^ *^ ^""^ cosa parole astratte (potenza, azione, futuro ecc.) con la ric-
«pratica» e dpf An+n.fA * t x
chezza delle teorie speciali e dei fatti concreti. Senza
accorgermene vi ho già data una prima ed elementare
lezione di Pragmatismo.

Cosa dobbiamo aspettarci dai Pragmatisti.

sere in contrasto ™ « « > « »n altra che pu« es-


Giacché abbiamo cominciato diamone subito un'al-
<^ chec q«a
questa sia d^l^,
'™ *"' '<^'' ""* «1 tra.Una delle massime più care ai pragmatisti è que-
del tutto
assurda
i-e definizioni sta che il senso delle teorie consiste unicamente nelle
:

potrebbero continuare
""™"are ma ,,«; •

vereste probabilmente voi arri- conseguenze che ne aspettano quelli che le credono
alla rr.„
'^' '' ^''^'• Qualunque affermazione significa in fondo que-
tismo, invece
rSre^ualco T' ''"^""^
vere.

un'infinità di cose
J estende IT".'
sto : prevedo che succederanno tali cose o che farò
e praticato.
che pensano.
coscienSm S «1'
ttutfl r'""'*'
*""' «'' «omini
le tali cose.

Applicate questa massima alla definizione del Prag-


In questo, però, matismo stesso e chiedetemi QuaU azioni o credenze
:

avreste torto uerchè il iv,


dobbiamo aspettarci da un pensatore che si confessi
Pragmatista ?

È presto detto
queste aspettative si riferiranno
:

quasi esclusivamente alle sua scelte nel mondo del pen-


siero. Potremo prevedere, cioè, quali cose amerà e quali

76
77
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
cose odierà quali problemi crederà
;
importanti e quali D Pragmatista, cioè, ha un eguale disprezzo per
rigetterà come inutili quaU saranno le sue simpatie e
;
quelle dottrine che pretendono spiegare tutto mondo
le sue antipatie fra le idee e gU uomini.
il
con tre o quattro frasi misteriose in nome di qualche
Egli cercherà, in ogni modo, di non occuparsi di
una principio unico e per quelle che attaccano umil-
gran parte dei problemi si
classici della metafisica (in
mente ai fatti bruti come ce U dà l'esperienza senza
particolare della spiegazione universale
del tutto) che sono,
per lui, problemi
e razionale cercare di cambiarli —
né in teoria (empirismo utilita-
inesistenti e rismo ristretto del buon senso) né in pratica (morale
prm di senso - e invece si occuperà moltissimo dei della rassegnazione alle leggi di
metodt. degh strumenti della conoscenza e " natura). Invece lo
deU'azione vedremo animato da un certo spirito entusiasta per
perchè sarà persuaso che è
molto più importante mi- tutto quello che dimostra la complessità, e molteplicità
ghorare o creare dei metodi
per ottenere previsioni delle cose
esatte o per cambiare noi
per quello che accresce il nostro potere di
;

stessi o gh altri che gioche-


reUare con parole vuote
modificare il mondo ; per tutto ciò eh' è unito più stret-
intorno a problemi incom. tamente colla pratica, l'azione, la vita.
prensibih.
Tutti questi caratteri, se non definiscono abbastanza
Le sue simpatie saraimo per la ricerca del partico-
lare
compiutamente ed esattamente cos' è il Pragmatismo,
;
per lo sviluppo della previsione
; per le teorie possono dare però un'idea delle direzioni della dottrina.
precise e ben determinate
per quelle che sembrano i
mighori strumenti per i fini più
;
Ma posso fare anche qualcosa di più per precisare
importanti deUa vita •
idee
per la concisione, per l'economia
le ; dire, in che cosa il Pragmatismo non somi-
del pensiero ecc. glia alle filosofie che lo
Le sue antipatie, naturalmente, hanno preceduto.
andranno a tutte
le forme di monismo
; a tutte le frasi universali
senza
significato con troppi significati;
alle chiacchiere oscure
su questioni assurde e
inconcepibili ; alla pretesa evi-
denza e intuitività dei principi; Il Pragmatismo non è una filosofia.
alla fede neUa verità
unica e immutabile ; a ogni teoria
agnostica che scambia
Il non senso per
inconoscibile a tutto ciò che
;
noncam- Il Pragmatismo differisce soprattutto dalle altre filo-
^."°" "' ^*^^**^' <=he vuol regnare in
,f^' , nome del sofie per il semplice fatto che non è.... una filosofia, se
diritto divino dell'Assoluto
; al rispetto e all'obbedienza
per filosofia s' intende una metafisica, un sistema
del
dinanzi aUa famosa «realtà»
dell'uomo comune e del- mondo, una Weltanschauung e simili robe. H Pragma-
1 empirista terre à terre.
tista — in quanto è pragmatista — non si professa idea- -

78
79
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
lista piuttostoche materialista, non crede alla dottrina
della creazione piuttosto che a quella
Da quello che ho detto, apparirà forse chiaro che il
dell'emanazione.
Per esso le teorie metafìsiche comprensibili Pragmatismo, piuttosto che una filosofia, è un metodo
(e non sono
molte) non possono dar luogo che a diverse
per fare a meno della filosofia. Da una parte, colla lotta
conseguenze
morali perchè le aspettative pratiche e
contro i problemi privi di senso, la metafisica, il moni-
sperimentah che
corrispondono a ciascuna di esse, quando sia
smo ecc., esso diminuisce il campo d'azione di ciò che si
operato chiama, storicamente parlando, filosofia e dall'altra parte
la loro trascrizione in Unguaggio esatto, sono iden-
coll'eccitare gli uomini a fare più che a dire, a trasfor-
tiche per tutte. che significa che tanto un soUpsi-
Il

sta arrabbiato quanto un timido materialista


mare più che a contemplare, a forzare le cose ad essere
scanseran-
no davvero in im certo modo invece di affermare che sono
allo stesso modo
un'automobile che stia per gettarli
in terra,
di già in quel modo, allarga il campo dell'azione a sca-
mentre
credenza del primo sarà più adatta a
la
favorire certi ideali morali (orgogUo,
pito della speculazione pura. Il Pragmatismo appare
nobiltà, sogni
demiurgici ecc.) che non quella dell'altro.
dunque non solo come qualcosa di diverso dalla filoso-
fia, ma anche come nemico della metafisica intesa nel
Per Pragmatista, dimque, non e' è un' ipotesi me-
il
tradizionale senso cosmologico.
tafìsicache sia più vera di un'altra. Chi ha bisogno
di averne una, può scegliere a seconda
E le differenze non finiscon qui. Un* altra, e parec-
dei suoi fini
e dei suoi gusti ideaU ma non deve troppo chio importante, è il carattere pluralistico delle teorie
illudersi
che la sua possa esser riconosciuta la più sohda, pragmatiste rispetto all'unità ed organicità dei siste-
la più mi creati o elaborati da una sola mente. Moltissimi
sicura, la più provata e dimostrabile.
U Pragmatismo non non si sono ancora accorti che non esiste il Pragmati-
contiene, perciò, nessuna meta-
I
v4ik fisica né palese né impHcita. Per esso smo ma che ci sono soltanto delle teorie pragmatiste e
le varie conce-
dei pensatori piÌ4 ìneno pragmatisti. Si capisce che
zioni del mondo, quando cerca di capirle, non sono
si
fra le teorie di questi pensatori ci sono aifìnità di
che modi diversi per affermare le medesime
molto sempHci e hanno valore soltanto per
banalità
tendenze e punti di contatto — altrimenti non si
più o meno suggestiva, più o meno
la forma
favorevole a
giustificherebbe il comune aggettivo ma — ciò non
certi
scopi e a certe preferenze della nostra toglie che il Pragmatismo sia una coalizione di teorie
anima. Per il
di varia provenienza e di varia indole piuttosto che
Pragmatista le teorie metafisiche .sono fatti in
mezzo un
ad altri fatti e per
bel sistema uscito dal cervello di un solo filosofo
lui ciò che importa è il poter pre-
vedere la rispettiva diversità di condotta o da una scuola omogenea e bene organizzata. Quando
di quegli
si paragona la sua formazione, avvenuta un po' all'av-
uomini che vi credono.
ventura e per opera di tanta gente di tanti paesi di-
80
81
01 — pAPiNi, PfagmalismQ,

ì^^
PRAGMATISMO
versi, agU
PRAGMATISMO
edifici razionali ben costrutti, quali U deter-
muusmo nei libri di Spinoza,
l'idealismo
concezione del positivismo » pure afferma « V identità
assoluto in
quelli di Hegel, l'evoluzionismo
in quelli di
fondamentale % delle due dottrine e non vede nella lot-
Spencer
la diversità appare ta del Peirce contro le questioni prive di senso che
evidentissima.
Quest'ordine sparso delle idee
che vengono rag-
una semplice continuazione della lotta dei positivisti
gruppate sotto il nome di contro la metafisica. Su questo punto io non penso
Pragmatismo fa si che non
è possibile trovare un pensatore che
sia pragmatista
come il Calderoni e mi stupisco che un amante appas-
da capo ai piedi. Alcuni sono, sionato delle distinzioni come lui non veda quali dif-
anche senza saperlo
pragmatisti su certi punti o da ferenze ci siano tra le due dottrine.
certi lati e non prag-
matBti e perfino antiprag-matisti I pimti sui quali sembrano accordarsi son due
da certi altri. OueUo :

spirito di libertà e di non l'importanza della previsione e il rigetto delle que-


rigidità che i pragiStisti
hanno scoperto nelle scienze è stioni futili e assurde. Ma proprio anche su questi due
anche neUa loro dot-
trina. punti — senza contare gli altri che vedremo poi —
esistono le differenze.

Infatti il Pragmatismo non considera la previsior^c


soltanto come possibilità di applicazioni pratiche o
Il Pragmatismo è diverso dal come aiuto per la verifica delle teorie, ma anche come
Positivismo.
mezzo di definizione e di inierpreiazione delle teorie me-
desime. In questo caso, perciò, essa rappresenta un'ag-
Facendo questa rapida rassegna giunta del tutto nuova al metodo positivista.
delle differenze fra
II Pragmatismo, come il Positivismo, condanna e
parte Positivismo perchè la
II scarta le questioni assurde e vuote che compongono
questione dei loro rap-
porti è assai più in grande parte le metafisiche, ma non le scarta col pre-
complicata.
Infatti ci sono certuni che sostengono - o per ti-
testo della loro insolubilità. I positivisti, cioè, sono qua-

'^"'"'^ - ^'^ si tutti agnostici e dicono che la mente umana non


TÌrL^r
èche una forma o una
leggera
" ^-g-atism^non
ritoccatura del Positi-
può arrivare a risolverle, — i Pragmatisti, invece, sono
v^-o. Naturahnente e' è chi dice tutti antiagnostici e sostengono che non è vero che
che si tratta d7 in
perfezionamento e chi di un quei problemi sono troppo alti per la nostra intelli-
peggioranfento. Maiio Cai-
J-rom, per quanto affermi che il nome
di Pramia^
genza ma troppo vuoti di senso (o stupidi) e che il non
tismo esprmie realmente volersene occupare non è prova d' impotenza ma di po-
* un progresso compiuto sulla
tenza della nostra mente. I positivisti respingevano la

83
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
metafisica ma siccome non spiegavano
abbastanza èer- dimostrazione dell' influenza del potere e della possibi-
che bisognava respingerla,
lasciavano aperte le vie del
lità di potere sulle credenze e sulle teorie —e final-
ritorno ai problemi esiUati. E mente l'emancipazione del pensiero dai fatti imm^ediati e
accadde anche qualcosa
di più grave, cioè che la
mancanza, nelle loro teorie dalla razionalità pura, che si manifesta nel Pragma-
di un analisi
abbastanza profonda dei metodi tismo colle teorìe sopra la creazione dei fatti e delle
della
scienza e della filosofia fece si da parte dello scienziato e con quelle sopra
che in loro stessi, nel loro ipotesi
stesso pensiero, potesse di r indipendenza
nuovo tessere le sue tele della deduzione dalla ragionevolezza
J ragno metafisico. Si videro cosi dei presupposti, cioè sulla facoltà di partire da ipo-
i maggiori rappre-
sentanti del metodo positivo assurde o fantastiche per costruire nuove ipo-
i quaU vociferavano ad tesi
\
ogni occasione contro la vana tesi enuove scienze. Mi pare dunque che ce ne sia
e vuota metafisica e
poi non SI accorgevano delle abbastanza per giustificare la separazione e il nome
cattive e puerili metafi-
siche eh erano nei loro Ubri
e nei loro discorsi. L'agno- diverso, tanto più che si potrebbe dimostrare storica-
sticismo. monismo, il materiaUsmo,
il mente come le differenze tra Positivismo e Pragma-
l'evoluzionLsmo
che quasi sempre sono tismo sono ben maggiori di quelle che c'erano fra
associati o mescolati
nelle
menti dei positivisti, sono Positivismo e la cosidetta « filosofia inglese » an-
dottrine metafisiche che il
suppongono a loro volta tacite tecedente. Pragmatismo può continuare, su certi
premesse metafisiche Il
L agnosticismo implica la credenza punti, l'opera di alcuni fra migliori positivisti, ma si
a un mondo *»«' i

reale del nostro mondo - il monismo fa appeUo ai


può quasi dire ch'esso è costituito, a guardar bene,
concetti universaU impensabili - l'evoluzionismo sup- dalle sue differenze dal Positivismo. Sarebbe diffìcile
pone una specie di piano esser più diversi di così
provvidenziale dell'universo !

e cosi di seguito. Il Positivismo


è dunque solo verbal-
menle anhmetafisico mentre il
Pragmatismo è antimcta-
jisico sostanzialmente,

E le differenze non
fìniscon qui. Ci sono nel Per quali ragioni è bene esser Pragmatisti.
Prag-
matismo almeno tendenze che nel Positivismo
tre
non
esistono aifatto o solo aUo stato
germinale
Prima di tutto U principio diseconomia Dopo questi discorsi non mi stupirei che qualcuno
'del pensiero
<h CUI SI trova traccia piuttosto in mi dicesse giacché, a quanto pare, i pragmatisti han-
Occam e in Leibniz
:

che nei positivisti — in secondo luogo il rovescia-


no delle preferenze per le teorie che servono a qualche
mento dell'assioma baconiano cosa, diteci a cosa serve esser pragmatisti.
(sapere è potere) cioè la

84 85
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
La risposta, dopo quello che ho detto, non è diffi- estetico o morale delle metafisiche esistenti o pos-
cile. I guadagni spirituali di chi è o diventa pragma- sibili.

tempo, perchè U pragmatista mette definitivamente


a
"' *''"'''^°'^ insolubili,,
e^/'/,r
«enigmi deU universo » che non sono
i pretesi
altro che prò-
blemi inesistenti oppure Chi sarà Pragmatista ?
problemi mal posti che diven-
tano solubili quando sono
enunciati in modo pragma-
tistico. Il tempo che
risparmia a questo modo può
si
Un'ultima domanda possiamo fare quali saranno :

essere usato o nello


studio di altri problemi o uomini che più facilmente diventeranno pragma-
nell'ap- gli
phcazione pratica di teorie
già verificate deU'espe- Possiamo prevedere quali classi di spiriti sa-
tisti ?
nenza. *^
ranno più disposti a ricevere gli insegnamenti del
, 7
\^^^!"^° guadagnoconsiste nell'eccilamento men- Pragmatismo ?
ofc che dà la coscienza
deUa nostra padronanza sopra Per rispondere sarebbe forse necessario costruire
,

concetti scientifici e sopra


la nostra mente U la psicologia del pragmatista tipo, perchè le teorie, an-
sen-
tire la plasticità
deUa conoscenza e l'aprirsi che più astratte e pure, hanno in fondo le loro ragioni
di sfere
sempre più larghe di possibilità
offerte dalla immagi- e le loro fonti in bisogni biologici e nei sentimenti più
n^ione deduttiva e dal potere
deU'anima umana so- profondi della specie imiana in generale o di certi in-
pra 1 universo.
dividui eccezionali in particolare.
Questa economia di tempi e
mento
di sforzi e questo au- Questa concezione nietzschiana —
che il Pragma-
di soddisfazione e di
pongo. a contentare coloro
entusiamo basteraCsup- tismo ha ripresa e svolta dei —
fondamenti vitali e
che hamio qualche intenzione morali del cosiddetto « pensiero puro quando sia ap-
$>,
di farsi pragmatisti.
Se non bastano accennerò Pragmatismo medesimo, ci fa scoprire i tre
ad altri plicata al
à gruppi di sentimenti che si trovano, implicati e nascosti,
*^'^*'' "°" ^''^^^ primo gruppo è quello dei
ir^r « cristallizzata e che nell'anima dei pragmatisti. Il

ImtT"' rT^' ^ '^"'"' '^ ^ ^' consacrano, la possi- sentimenti vitali, vale a dire il desiderio istintivo di

L
non solo Z"*''^"
'"^'"PP"^ ' trasformare, di essere doè
dei seguaci ma nello
tempo dei creatori
stesso -
una vita più larga e più ricca, di
l'amore del concreto, delle cose
una potenza piùestesa
reali e particolari
;

comodttà che il pragmatismo


^
per sé una metafisica
offr* di non essere di dei sogni che divengono realtà, contrapposto all'odio
ma di permettere il godimento delle parole inutili e dei sogni che si sovrappongono

86 87
I

PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
f:^ZV'
*°^^°"°
* ^*^'^ -- 1-^^ -.ciré tismo la giustificazione dei loro disprezzi per le que-
n secondo gruppo stioni prive di senso e di portata pratica e delle loro

Pess^n^^sti;
cambiare e mutare ciò
-a certa diffidenza verso
può chiamare dei setUinunii
quali si rivelano colla
i
si

tendlLlt
che esiste, fatti e teorie
con
X simpatie per tutto ciò che è chiaro, efi&cace, svelto. I
secondi perchè trovano nel Pragmatismo alcime vedute
soggettive che incoraggiano a immaginare e a sperare
tutto ciò che e venda'torià
cose straordinarie. Le idee pragmatiste sulle ipotesi
assurde, sulle scienze immaginarie, sull' influenza della
° feggi della natura
n ttr
*Ji
'
^'f*^^'^^ volontà sulla credenza e della credenza sulla realtà,
è aZ!^7.rT '•'"^''^' ™ ^"^"«^^«
è quello dei senttmenh «Nimistà ed
orgogliosi
quali i
paion latte apposta per eccitare i poeti e i réveurs del
si manifestano pensiero. Così ilPragmatismo, simile soltanto in questo
invece di farle da se alla dialettica hegehana, riesce perfino a conciliare gli
e a ricevere eredità
intellettuali opposti.
senza beneficio d'inventario;
con il dispetto
ddover
iTbiri'e^
mutabile,
'' --ini chiamano l' ine^tabii:
1 etemo e con la
superba speranza di poter
'^ 1906.

cambiare con le sole forze spirituali


dò ch'eStf
Scendendo da questa
psicologia ipotetica a pie-
"''' '^^ "^^ " Pragmatismo potranno
Tver s m^rr •

aZ cTo? h; IT''^'^'
'"*" '^"^"' '''' Pen-noper
^^"tà provvisorie
a ?!ht
raiS' ali
ranti, P^^tT°"° ma op-
ebbrezza delle parole
iperastratte
bono esclusi perciò, a
priori, tutti i ocdanti iff«

il mondo come l'autocrazia di un simbolo ; gli amanti


delle venta immobili, delle ragioni pure,
deVconc^t

razionalista. Ma ci sono specialmente due classi


che, per quanto diverse, dimenti
mi sembrano destinate a
mare for
grosso dell'armata
,1
pragmatista. Sono gì uomii^i
pratici e gh utopisti. I
primi perchè trovano
ne^Pra^
SS
89
V.

Il Pragmatismo messo in ordine

Le origini del Pragmatismo.

È impossibUe, come s'è detto, dare una definizione


unica e precìsa del Pragmatismo ma, si può, tanto per
intendersi sul principio, indicare il carattere domi-
nante che forma l'unità interna di tutti i vari elemen-
ti che vanno riuniti sotto il mantello del suo nome.

Questo carattere si può dire, con brutta parola, il

disirrigidimento delle teorie e delle credenze, cioè il rico-

noscere il puro loro valore strumentale ; il dire che esse

valgono, cioè, soltanto relativamente a un fine o a un


ordine di fini e che perciò sono suscettibili di essere
cambiate, mutate e trasformate ove occorra.
È naturale che il Pragmatismo racchiuda elementi
già esistenti innanzi a lui e infatti, per quanto sia
nuovo e recente lo spirito che ha combinato questi ele-
menti, esso non manca davvero di antenati.
Ecco qua i più indiziati :

i) il nominalismo, cioè l'appello ai fatti particolari

per dar significato alle parole. H Pragmatismo non è,


per una certa sua parte, che il nominalismo elevato

91
PRAGMATISMO
dalla^parola alla frase,
dal solo termine
PRAGMATISMO
generale alla
che riguardano la scelta delle convenzioni rappresen-
tative e dei mezzi di espressione la terza quelle che —
formano la pisticà o scienza della cultura delle fedi.

I. — ^Relazioni tra generale e particolare ;

3) il positivismo, nel quale senso delle proposizioni


si trova l'opoosizion^ a) per le definizioni : il

generali si determina coli' indicare le conseguenze par-

7fdf
^ ' " *'°^" ^"^^<^ '' Presentimento ticolari che si aspetterebbero se le credessimo vere
SrcaraU di provvisorietà
delle teorie •
scientifiche (Peirce).
^"^f
*"^ -^'-^^'«-: i The effective meaning of any philosophical prò*
cioè dt
loro rhl
vXntT
^°"'*- È
^ r:TT°
' ''"ica
fonte conosciuta da co- position can always be brought down to some parti-
cular consequences in our future practical experience
Si^;rn;r^"^'^^^^^^^«-°'-non.,a
whether active as passive, the point l5àng rather in
the fact that the experience must be particular than
sistito^L'n'Tnr"'"'"'.''^"**"*^""^^^^ " *1"^^ ha in-
2 sen o"'' r ' ' ^°'°"*^ (includendovi an-
"""'' sull'intelligenza, cioè anche
in the fact that it must be active » (Peirce, James)
b) per la prova : le proposizioni generali (teorie)
;

sut s^i^lrr''^
si provano colla verifica delle loro conseguenze. In
6) il fideismo, e
anche l'apologetica reliriosa quanto queste possono derivare anche da diverse teo-
origine pascaliana. Hi
la quale è nasce il bisogno di determinare quali altri
Interessata a sSirt rie (ipotesi)
1 importanza della fede e a
cercare i modi migS^ri tr possono essere per preferire un' ipotesi a
S^ ^
criteri vi
creare sviluppare e restituire
le credenze re un'altra quando ambedue portino alle medesime con-

sianltlt^ir
''''''' -''''-' "- ^^ --vif'^che seguenze.
\ II. — Scelta delle questioni, delle teorie e dei modi di
Varietà del Pragmatismo. rappresentarle.

In questa zona e' è una serie di scelte in vista di


II Pragmatismo si può dividere da
in tre regioni •
una serie di scopi. Ci sono le scelte delle questioni

trattare dati certi scopi e le scelte dei modi di trat-


rapporti tra particolare
e generale -^ la
seconda quelle tarle dati certi altri scopi. È la regione degli scarti
successivi : si scartano prima di tutto le questioni che
92
93

]f>T'
./
w
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
non hanno senso poi. fra quelle che
;
hanno senso si h) sull'azione (influenza della credenza sulla con-
scartano quelle che
c'interessano meno e fra dotta).
che e mteressano di più qudle
si scartano quelle
tazione si presenta meno
la cui tra ! Questa regione è molto importante perchè insegna
remunerativa. Tutto dipeni il modo di procurarsi delle convinzioni {Will io Believe
da. M. e
I firn
son posti dal sentimento
. fini

prmcpah che si propongono nelle


e dalla voSl — razione come creatrice di credenze) e il modo di
scien^sono trasformare per tal mezzo la realtà (la fede che contri-
a) le applicazioni
pratiche ; buisce a render vero e reale ciò che crede). Perciò
*) l'economia del pensiero
(Mach) •

essa è stata considerata da qualcuno come l'unica teo-

della ^olrS;;)
™^*"^ (P-ere 'architettonico ria pragmatistica.
;

rf) il riposo
È facile vedere la relazione fra queste tre sezioni :

(il tranquiUizzamento dei fatti )



lo scopo comime è quello di agire, cioè di aumentare
"'""^^^^"«^ d^ll° stupore e della me;a- il nostro potere di modificare le cose, ma per agire bi-
vigliai
'
sogna anche prevedere e per prevedere con sicurezza
/) l'emancipazione dai timori ecc
bisogna avere delle scienze ben atte, cioè comode e
Per raggiungere questi
fini noi possiamo sceeUere verificabili. Dall' induzione al Will to Believe e* è una
continuità eh* è data dallo scopo unico Taspùrazione a
:
punti d, rifermiento. unità
di misura ecc.) e in
scelta entra l'arbiMo questa
^ poter agire (Wille zur Macht).
e il convenzionale
Noi scegliamo, cioè, i
mezzi di rappresentazione
più comodi in vista '
dei fini più gradili

III. — La cultura della credenza, o


pistica.
'Le conseguenze del Pr^^gmatismo.
Possiamo considerare :

A) le cause del credere


e in particolare Al Pragmatismo non son mancati, accanto agli
l'agire
'"'"" <'*"^^'' J^'"- -" entusiasti, nemici e non gU son mancate accuse.
c"Tl^
credere, n compromettersi)
il
«desiderio' i le
;
Queste si ritrovano anche nei vari epiteti e appella-
B) gli effetti del credere:
tivi che gli sono stati applicati, come quelli di irra-
a) sulla verità di
quello che crede
si (fn^fk n. 4 zionalismo, di romanticismo, di scetticismo masche-
may create its o.n Jficatior. di
della credenza sulla
jZtJ^l^^^
mnuenza rato, di filosofia della reazione, dell'autorità, del ca-
realtà ecc.) ; pricció.

94 95
--^

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Per certuni il Pragmatismo conduce neutralità armata. Esso, cioè, non decide su nessuna
al misticismo
e alla devozione, per altri trascina
all'immoralismo questione», ma dice soltanto : dati certi fini vi consi-
:

per tutti, allo scetticismo. Ma costoro glio di adoperare certi mezzi piuttosto che certi altri.
dimostrano
conoscere ben poco il Pragmatismo,
U quale, nella
di
Esso dunque, una teoria corridoio
è, —
un corridoio
sua qualità di coUezione di metodi, di un grande albergo, ove sono cento porte che si apro-
può condurre anche
al misticismo e ali 'immoralismo,
ma può condurre anche no su cento camere. In una e' è un inginocchiatoio e un
se SI vuole, nelle direzioni
opposte. In fatti se il metodo uomo che vuol riconquistare la fede — in un'altra
di acquistare le credenze cogli
atti è stato finora rac- uno scrittoio e im uomo che vuol uccidere ogni metafi-
comandato dagli apologisti della religione,
niente im-
sica — in una terza un laboratorio e un uomo che
pedisce che domani non sia usato per acquistare delle vuol trovare dei nuovi «punti di presa» sul futuro....
credenze materialistiche o lunanitarie,
quando anch'es- Ma il corridoio è di tutti e tutti ci passano e se :

se avranno sviluppato il loro qualche volta accadono delle conversazioni fra i vari
culto e il loro rituale E
se i cosidetti immoralisti
son giovati delle idee sulla
si ospiti nessun cameriere è così villano da impedirle.
mutabilità del vero, ciò non toglie
che queste stesse
idee non possano servire a stabilire I905.
una morale nuova.
Quanto poi allo scetticismo bisogna
distinguere
per lo meno, due significati della
parola. Se per scet-
ticismo si vuol significare l' instabilità delle
dottrine
la mutabilità dei fini, l' intervento delle comodità indi-
viduali per scegliere i mezzi di
rappresentare le teorie
allora, certo,confesseremo che il Pragmatismo è anche
scettico ; ma se per scetticismo
s' intende l' impossi-
bilità di raggiungere
l'adequazione fra la mente e le
cose, cioè l'incapacità di ottenere
anticipazioni e aspet-
tative che si verifichino, allora il
Pragmatismo è addi-
rittura un antidoto dello scetticismo.
Il Pragmatismo è un insieme di metodi è anzi
;
per una certa parte, il perfezionamento,
'
il raffina-
mento e ilcompletamento del metodo positivo e per-
ciò uno dei suoi tratti caratteristici è
quello della

96 97
y. — Pahiu, PraimatismQ,
VI.

Non bisogna esser monisti

I.

Ci sono tre modi abbastanza diversi d*intendere il

monismo ed io rigetto uno solo di questi modi. Quando


si monismo sì crede generalmente eh esso in-
parla di
dichi una idea sola, cadendo nell'errore comunissimo di
credere che ad una sola parola corrisponda sempre un
solo oggetto. Nel nostro caso, ad esempio, noi troviamo
(f-
sotto una stessa parola almeno tre significati.
O noi possiamo interpretare il monismo come
reazione a distinzioni antiquate e troppo sempliciste
che ci vengono in eredità da vecchie metafisiche aper-
tamente discordanti dai resultati delle scienze fisiche e
naturali contemporanee (Es Mondo inorganico e orga-
:

nico Fisico e psichico ecce, ecc.); o possiamo intenderlo


;

come l'affermazione della connessione di tutte le cose fra


loro e dell' impossibilità di conoscere o di concepire de-
gli oggetti assolutamente isolati e separati da tutti gli
i altri; oppure possiamo considerarlo come la teoria che
pone come certo o fortemente probabile che le dif-
ferenze fra le cose sono apparenti e che tutto quanto

99
PRAGMATISMO
vediamo e sentiamo è il prodotto
d' imiumerevoli ag-
PRAGMATISMO
gregazioni di elementi omogenei
di una sostanza unica larle. Ma siamo autorizzati per questo a dire che qualun-
Nel primo caso il monismo rappresenta una reazione que differenza è illusoria e che tutto quello che vediamo
utilissima perchè, distruggendo distinzioni si riduce a un solo principio ? Io credo, ad esempio, che
tradizio-
nali e vecchi dualismi, produce una confusione eh' è
ne- la vecchia separazione tra mondo organico e inorganico
cessarla per giungere e nuove
distinzioni e classificazioni si possa, da un certo punto di vista, criticare e che si
più esatte o comode delle antiche.
possa pure distruggere quella tra corpo e anima, tra fatti
Anche nel secondo caso il monismo e fatti psichici (i). Ma non trovo giusto che da
non fa che ri- fisici
conoscere una grande verità, cioè
che noi non conoscia- queste negazioni parziali di opposizioni di concetti astratti
mo cose isolate e neppure sole
relazioni ma «relazioni i monisti si credano autorizzati alla negazione completa

tra le cose * e che perciò il mondo forma


un tutto nel di ogni radicale diversità di cose reali. Per fuggire dal
senso che i fenomeni sono tutti dualismo non
quanti coUegati' nel e' è bisogno di correre al monismo : si
nostro pensiero. può benissimo accettare il pluralismo che ci offre l'e-
L'errore dei monisti comincia sperienza immediata accettare tutte le differenze che
quando essi, dopo que- ;

ste affermazioni abbastanza modeste e indubbiamente vediamo ed esperimentiamo tutti i giorni e fare poi con
gmstc, vogliono continuare sulle questi fatti eterogenei tutti quegli aggruppamenti e
stesse strade credendo
di poter trovare qualcosa di
più importante. quelle distinzioni provvisorie e convenzionali di cui
DaUa negazione di alcune distinzioni abbiamo bisogno per costruire le scienze.
essi passano
alla negazione di ogni
distinzione -
dal riconoscimen- Posso ammettere che lo spirito non differisce
to di una connessione universale
passano alla credenza in dalla materia, ma non posso rassegnarmi a credere che
una tdentità universale. Nel primo una sensazione non è differente da un'altra e che il
caso esagerano, nel
secondo confondono, in tutti e colore azziurro e la nota di un organo differiscono soltanto
due i casi arrivano
ali inconcepibile. per il numero e la posizione degli atomi di protyl che li
Noi ritroviamo qui uno degli producono.
errori più comuni
della mente umana, specie
filosofica, che consiste nel-
1 nnmagmarsi che quando alcuni
individui di una classe (i) Quest'ultima distinzione non la nego col metodo solito
non valgono nulla, qualunque altro degli psicofisiologi quali ammettono l'equivalenza dell'energia
individuo di questa i

classe non debba valer niente. nervosa e della coscienza, ma colla teoria di E. Mach il quale con-
Ci sono, per esempio,
deUe differenze illusorie o superficiali o incomode
sidera la differenza tra fatti psichici e fatti fisici come una diffe-
per renza tra possiamo mettere questi fatti, in
le relazioni in cui
certi nostri fini e noi facciamo bene a negarle e cancel-
modo che uno stesso fatto può essere psichico o fisico secondo il
punto di vista da cui lo consideriamo.
100
lOI
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Dal momento che le diversità ci sono bisogna accet- rapporti tra esseri e specie che si ritenevano separati
tarle come tali, cioè come diversità, e se c^illudiamo di (e specialmente dei rapporti di derivazione, cioè, in ulti-
spiegarle dicendo che sono apparenti e che
sotto di ma analisi, di successione) e quando costoro hanno visto
esse c'è la realtà unica, non facciamo più né scienza né che gli animali superiori discendevano da quelli inferio-
filosofia, ma delle chiacchiere senza significato. La lotta ri e questi da una monera primitiva e che questa era
contro le distinzioni tradizionali dovrebbe portare anzi simile a quella delle piante, si son creduti autorizzati
verso distinzioni più frequenti e meglio determinate ad affermare l'unità del mondo organico.
e
non verso lo stupido eccidio di ogni distinzione. Evidentemente la deduzione è illecita. Se intendia-
Quanto alla confusione che i monisti hanno fatto mo per unità il fatto che noi possiamo riconoscere in
e fanno continuamente tra rapporto ed un mondo di cose diverse un certo ritmo comune (es :
equivalenza la
cosa è ancora più grave. Dire che io conosco un passaggio dal semplice al complesso), allora i monisti
certo
signore non significa ch'io sia quel signore
dire — possono aver ragione o torto ma dicono una cosa che
che quando accendo un lume in una stanza ha senso, però quando dall'esistenza di una legge, cioè
oscura
vedo degli oggetti che prrnia non vedevo, non vuol da un certo rapporto costante di successione tra varie
dire che la luce sia questi oggetti. Questi classi di fatti, vogliono dedurre l'identità di queste classi,
discorsi fa-
rebbero ridere un monista come chiunque altro, allora essi dicono delle semplici parole.
ep-
pure i monisti, quando parlano di certi argomenti, Torniamo, per spiegar meglio la cosa, all'esempio
fanno spesso dei ragionamenti di questo genere. dell'equivalente meccanico del calore. «Con questa
Essi
parlano sempre come se il fatto che una cosa
succede teoria —
scrive giustamente Mario Calderoni non —
ad un'altra fosse ima prova che queste due cose intendesi, come sembra che alcuni ammettano, che
sono
una cosa sola. Il moto, dicono essi, si trasforma in calore e movimento siano la stessa cosa. Si allude con
calore, cioè : a certi effetti meccanici succedono feno- essa al fatto che ogni qualvolta si produce in noi la
meni calorifici — dunque il calore è moto. sensazione del calore, altre osservazioni ed esperimenti
A questo modo tutte le cose diventano una cosa ci fanno accorti della presenza concomitante di certe
sola perchè non che non sia preceduto o se-
c'è fatto vibrazioni nei corpi che diciamo caldi. Questa celebre
guito da altri fatti, e siccome tutte le cose hanno rap- scoperta ha immenso valore sia perchè serve a spiegarci
porti tra loro cosi tutte le cose sarebbero
effettiva- numerosi fenomeni, sia perchè ci permette, ad esempio,
mente una cosa sola. '
di provocare il calore col riprodurre artificialmente le
Per questi motivi la teoria dell'evoluzione ha fatto condizioni in cui esso si manifesta. Ma, in ultima ana-
tanto piacere ai monisti. Infatti essa stabilisce lisi, che cosa sono tanto il movimento che il calore, se
nuovi

102 103
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
non due fatti percepiti con organi
e con mezzi diversi con altre cose diverse da essa. Se tentiamo di pensare
due sensazioni insomma, fra le
quali noi stabiliamo a una sola cosa omogenea che sia il tutto ci accorgiamo
quel vmcolo costante che
chiamasi legge ? (i) d. subito dell' impossibilità di pensare che in essa possa
Infatti legge significa soltanto
questo che quando : apparire ad un tratto qualcosa di diverso. Per ottenere
accade un fenomeno che fa
parte di una certa classe qualcosa di nuovo ci vogliono almeno due cose diffe-
(A) gh succede immediatamente
un altro fenomeno renti e il monismo non ammette l'esistenza ah
radicale
» '
che fa parte di un'altra classe
(B). Cioè un fatto che aeterno didue sostanze dissimili.
somigha a certi altri (individui
della classe B) sue Malgrado tutto ciò gli uomini ricercano ansiosa-
cede a uno che somiglia pure
a certi altri (individui mente e da moltissimo tempo una veduta unitaria del
deUa classe A). Queste abitudini
di successioni che a mondo e qualunque forma di monismo trova banditori
noi sembrano, per ora,
costanti non ci dicono niente eloquenti e fedeli entusiasti. Quali sono le cause di
di più.Scambiare una relazione qualsiasi con
l' identità questa fame e sete dell'unità ? Bisogna cercarle in
rivela quanto siano
grossolani i metodi mentali dei alcuni istinti primitivi dell'uomo e questi son tali da
monisti.
farci apparire sospetta ogni dottrina monistica.
Se anche
potesse immaginare di risalire col
si
pen-
siero la catena causale fino
ad incontrare qualcosa di
semplice e di primitivo al quale
a poco a poco fossero II.
succedute le cose particolari,
saremmo costretti a
fermarci alla prrnia differenziazione
perchè, risalendo Una delle giustificazioni implicite che si usano
ancora, giungeremmo nell'omogeneo
assoluto, nell'in- fare del monismo è ch'esso risponde ad un bisogno
distinto », cioè nel non senso.
Cose simili succedono e ad una tendenza naturale e invincibile della mente
abituahnente a cose simili, ma le
diversità fra le prime umana. Questo genere di giustificazioni si adopera an-
e le seconde non si distruggono
con una semplice pa- che per molte altre opinioni ed è fondato sulla credenza
roletta greca messa sopra.
comune che bisogna obbedire alle proprie tendenze e
Com' è uscito il primo diverso dal
primitivo unico ? che bisogna accettare senz'altro ciò che esiste, senza
Questo è per noi impensabUe. Vediamo
bensì uscire cose reagire. Vi sono molti casi, certamente, in cui non pos-
eterogenee da una cosa apparentemente
omogenea, ma siamo fare diversamente ma ve ne sono altri, in minor
;
CIÒ avviene quando questa
cosa si trova in contatto numero, ma reali, in cui possiamo far qualcosa di meglio
che rassegnarci a seguir la corrente.
(i) Rivista di Scienze biologiche, fase.
70 (luglio 1899). Il fatto che noi siamo inclinati a fare certi atti non

104 105
\

-4^,. "vid^it^ni^ . i' :


PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
significa che questi atti siano i migliori
possibili e
infatti gran parte del Che l'uoino tenda a far meno che può e ad ottenere
nostro sviluppo spirituale consiste
in un accrescimento continuo d' ilmassimo effetto coi minimi mezzi si sa e si approva.
inibizioni ben riuscite
Jo non posso comportarmi Ma che questo amore del « minimo sforzo » conduca a ...^

come se la legge di gra-


vita non esistesse, ma fare sciocchezze e mauvais cakuls, non si vede ab-
posso, sottomettendomi a una
certa disciplina mentale, bastanza e tutti ne soffrono. Nel mondo del pensiero la
cambiare alcune mie idee e
acquistarne delle nuove. Noi pigrizia è una colpevole sempre recidiva e uno dei suoi
abbiamo, cioè, una certa
padronanza sopra i nostri processi delitti maggiori è la teoria deirunità del mondo. La
mentali e perciò ridurre, di
'"^^^^^^ ^^^^^^
mente cerca naturalmente di avvicinare, di
iT kTÌ"
luttabili n
dello spirito umano
P^^^^^"^^ ^' bisogni ine-
unificare e si capisce il perchè. È assai più facile strin-
e di simili affari.
Anzi idee alle quali siamo
le gere insieme più cose sotto una sola parola che do-
naturalmente portati
CI dovrebbero essere più sospette verle tener presenti tutte ad una ad una, cor tutte
delle altre, perchè
essendo più le loro differenze, singolarità e caratteristiche. Il pensie-
e più gradite sfuggono di
facili
più al
nostro esame e siamo ro è una fabbrica di relazioni (cioè di cuciture) e l' idea
sulla loro solidità in
disposti a chiudere un occhio
grazia della loro comodità e pia«
generale, il concetto — questo mignon di tutti i filo-

ceyolezza. mentre le altre,


quelle che abbiamo accet-
sofi —è la deliberazione dalla faticosa varietà e muta-
tate quasi per forza, blità dei particolari. La mente filosofica, invece di aver
debbono attraversare deUe prove
tanto più severe quanto innanzi a sé tre o quattro principi che costituissero
meno ci sentiamo portati a
riconoscerle come coi loro vari rapporti un mondo abbastanza complesso,
vere. Il bisogno d'unità, appunto
perchè caro alla mente, è ha sempre preferito, a scanso di fatiche, di ridurre,
terribilmente sospetto
Ma non è sospetto solo per questo. per amore o per forza, tutte le cose a poche idee t;

^ U monismo, megho, a una sola


scientifico o filosofico queste idee a un solo principio o,
che sia, ha molte e strette ve^
laziom con Vozio, Un
negoziante di paradossi io ~ parola.
voglio negare con questo V importanza e
non voglio esserlo sempre
ti monismo
- direbbe senz'altro che
Io non
So bene che senza di
la necessità delle idee generali.
^ una delle forme delVozio mentale. Ma questo
sarebbe troppo ed io sarei, esse la conoscenza sarebbe impossibile e che manche-
se non il primo, ahneno
1 secondo a protestare. Ma i rebbe per ciò il migliore strumento di dominio del
rapporti ci sono l'ozio è
che finora possediamo. Aggiungo perfino, per
:

U padre di tutti i vizi e il mondo


monismo è figlio di alcuni
VIZI. Tra questi almeno due sono esser giusto, che la formazione dei concetti prova
manifestazioni deU'o-
zio la pigrizia e piuttosto la pigrizia collettiva che la pigrizia mdivi-
:
Vesagerazione,
duale, perchè se il tener presente moltissimi oggetti
io6
107
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
con loro differenze è non
le cetti e dalle definizioni cheandava fabbricando e in-
piccola fatica, anche il ri-
cercare ciò che questi segnando suo maestro che s' immaginò che codeste
oggetti hanno di comune rap- il

presenta pure un lavoro e non


sempre facile. Quelli idee o meglio codeste definizioni —
le quali erano di
che trovano le idee già fatte una così grande utilità per discorrere delle cose reali
risparmiano l'energia men-
tale, ma non quelli
che le fabbricano. — fossero le vere ed imiche realtà e che le cose par-
Ciò ch'io nego è la necessità ticolari, in servigio delle
di spingere fino al- quali furono dapprima co-
limita completa le generalizzazioni struite, non fossero che loro pallide imitazioni. Ciò
parziali così utili
malgrado le inevitabili deficienze che fu fabbricato dalla mente umana per capire meglio
e i forzati tradì'
menti, nelle scienze particolari.
Certi metodi che im- la realtà diventò, nella mente di Platone, la sola reale
piegati inun certo campo, fino a un certo realtà (i).
punto, sono
preziosi e danno eccellenti Quello che Platone fece allora, fra uomini non an-
resultati, divengono fonte
di errori e di confusioni cora troppo avvezzi alle analisi del pensiero e perciò
quando si vogliono scingere
^
oltre 1 loro limiti,
facilmente disposti a proiettare e adorare le loro stesse
Anche qui i monisti mostrano vittime di un
si creazioni, i metafisici l'hanno, più o meno, fatto sempre.
errore molto comune eh* La
io vorrei chiamare il
sofisma
ammirazione per i concetti generali degli
loro
della Panacea universale e che consiste
nel credere che scienziatili condusse a cercare il concetto unico e
una cosa utile in molti casi sia partendo da quelli, ch'eran già un impoverimento delle
utile in tutti ì casi
Essi hanno creduto ciò del cose particolari, fabbricarono il vuoto concetto univer-
processo di generaliz-
zazione. I filosofi, vedendo
;f- come le idee generali ser- sale, spoglio completamente di ogni contenuto concreto
vivano bene gli scienziati, s' immaginarono e di ogni significato. Il monismo è nato dunque da
ingenua-
mente che continuando a generalizzare ciò che potrebbe chiamare V errore della continua-
e ad unificare si <i

fino al punto d'ott enere


una generalizzazione univer-
zione », che consiste nel seguitare fino all'assurdo, per
sale, vale a du-e che rendesse unpossibile
ogni altra inerzia mentale e mancanza d' inibizione, xm proce-
otterrerebbero dei benefici tanto dimento eh' è utile o necessario solo fino a un dato
più grandi di quelli
degh scienziati e giungerebbero punto,
al fondo dell'uni-
verso.
I monisti non si son ricordati che il rendimento
L'entusiasmo fa molte volte di di un processo qualsiasi non cresce sempre in ragione
questi scherzi Ri-
cordate Platone e le sue Idee.
Tutta la metafisica
platonica è uscita daU'esegerazione
di un entusiasmo (i) Debbo questa interpretazione delle idee platoniche al
11 discepolo di Socrate era
cosi meravigliato dai con^ mio carissimo e indimenticabile amico Giovanni Vailati.

io8 109
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
diretta del campo di applicazione. Volendo ottenere L' ipotesi monistica, nata dal desiderio di lavorar
di più barino finito coU'ottenere il nulla. poco e di possedere molto, appare troppo « interessata »
Ma la ricerca delle origini equivoche del monismo per esser vera.
non è finita. C è ancora un terzo
vizio Y avidità. Gli : Disgraziatamente non può essere neppur falsa per
uomini vogliono godersi il mondo e perciò desiderano la buonissima ragione che non ha senso.
Il- impadronirsene più e meglio che possono. Ma sanno,
o meglio credono, che soltanto il simile può agire sul
simile, vale a dire che per produrre un qualsiasi effetto
su qualche cosa bisogna usare uno strumento che sia
in qualche modo omogeneo con la cosa stessa. III.
Su questo principio è fondata la magia simpatica,
conosciuta da tutti gli etnografi come una delle più
comimi forme della mentahtà primitiva. Ma gli uomini
civili, dotti e filosofi, credono all'incirca la stessa cosa. Ci sono vari metodi per ottenere delle frasi senza
E perciò tentano im fondamento comune alle
di trovare significato e i monisti li hanno impiegati quasi tutti.

cose, in modo da esser sicuri cbfe, influendo sopranna Il primo consiste nel vuotare alcune delle parole, o an-
di esse, anche le altre vengano ad essere influenzate. che una sola, che compongono le frasi, di ogni contenuto
Il desiderio di potenza ha dunque come postulato, verificabile e sperimentale. Una parola significa qual-
o almeno come desideratum, l'unità del mondo. Cosa cosa quando si può distinguere il suo senso da quello
avviene allora ? di altre — una quando e* inse-
frase significa qualcosa
La filosofia, come tuttinon sanno, è una terribile gna cosa dobbiamo aspettarci o non aspettarci nel caso
adulatrice degli istinti umani e molto spesso non fa ch'essa dica la verità. Ora le parole che adoperano i
altro che creare dellemaschere decenti di razionahtà monisti sono, per necessità, senza significato per la
per mettere sul viso, spesso poco nobile, delle nostre ragione evidente ch'esse racchiudono in sé ogni si-
passioni. gnificato possibile. Chiamate Sostanza, Materia primi-
Anche in questo caso i filosofi hanno fatto il loro tiva. Energia, Volontà, Acqua, Fuoco, Fantasia o come
mestiere. Gh uomini, per agire con fiducia, avevan diavolo volete, quell'elemento unico di cui tutte quante
bisogno di credere all'unità fondamentale delle cose le cose sono composte. Esso avrà per forza tutte le
ed essi, per contentarh, hanno inventato monismi di qualità e i caratteri possibili perchè esso è tutto ; al di
tutti i generi. là del tutto non e' è, per definizione, niente altro col

no III
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
quale si possa confrontare e dal quale si possa distin-
ratteri della natura, cioè indistinzione completa, caos
guere. Se tutte le diversità del mondo non sono che primordiale, inteUigibilità definitiva» (i).
apparenze, dipendenti, ad esempio, dal numero o dalla
Ma codeste, diranno i nostri bravi « monisti scienti-
posizione degli atomi primitivi, ciò significa che questa è d'un nostro monismo
fici >,sono metafisicherie il :

sostanza primordiale ha in sé tutti caratteri possibili


altro genere. È d'im apparentemente,
i
altro genere solo
e immaginabili. Il concetto, unico, di questa sostanza
rispondo, perché sembra derivare da teorie sperimen-
non si può distinguere da nessun altro e per conse-
tali, le quali potraimo essere anche esatte, ma solo in
guenza non ha senso. non quando vogUon forzare
quello che afEèrmano e si
Prendiamo una delle forme più perfette di monismo, che noi pos-
a dire qualcosa di più. Sarà verissimo
quella hegeliana. L' Idea e tutto, ma non l' idea intesa
siamo tramutare un corpo in un altro, ma questo non
in senso empirico, come, ad esempio, l' idea di legge o •
vuol dire che tutti i corpi si potranno tramutare in
r idea d'albero, ma presa in senso di realtà unica, di
uno solo.
cui tutto il mondo non è che manifestazione mol-
Le teorie parziali delle scienze fisiche non possono
pm^
teplice.
compiere miracolo di dare un significato a una pa-
<j Ora se V Idea è tutto —
scrivevo poco fa se — il

rola che abbracci il tutto e se v' è un uomo che crede


tutto è Idea, dove mai dovrò ricorrere per ricavare
di non essere metafisico perchè adopra i segni che
un termine di confronto, di divisione, per intendere
compongono la parola energia invece di quelli che
cos' è r idea ? Se Tessere diverso da qualche cosa è parola idea io non posso fare a meno
compongono la
la condizione necessaria per l'inteUigibilità, come po- di sorridere perché è indifferente dare un nome piut-
trò intendere V idea la quale non può essere da nulla
tosto che un altro all' inconcepibile.
diversa poiché essa è tutto e tutto è lei ? Io distin-
Prendiamo una delle frasi che scrivono i moni-
guevo l'idea per mezzo di quello che non era idea,
sti e vediamo se e' insegnano qualcosa di verificabile
colla natura supponevo che i loro caratteri fossero
e se ci suggeriscono qualche aspettativa. Prendiamo
;

opposti e irriducibih. Trovavo, per esempio, nella Altenburg (1892) di Ernesto


il famoso discorso di
natura la varietà e la mobiUtà mentre nella ragione
Haeckel < Sempre più ci appare chiaro
:
egli disse —
notavo la tendenza all'unitario e all'uniforme. Ma
Hegel mi afferma ch'io m' inganno, che quei caratteri (i) Crepuscolo dei Filosofi, Milano, libreria Editrice Lom-
eh' io attribuisco alla natura son dell'Idea, cioè che l'I- barda, 1906, pagg. 68-69. Vedi nello stesso libro, a pagg. 112-114
dea è natura e pensiero nello stesso tempo, che la na- la critica deUa volontà schopenhaueriana. Cfr. pure una critica^
del concetto unico nel mio articolo sopra la Logica di B. Croce
tura ha i caratteri del pensiero e il pensiero ha i ca-
(in Leonardo, a. Ili, 2» Serie, 1905, pagg. 115-120).

112 113
?.. — Tapi HI, Fragmaiìtmo.
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
— che tutti fenomeni meravigKosi deUa natura che
i
fondo sia Tunità, ma essi non si accorgono di pensare
CI circonda, sia organica, sia inorganica,
non sono che l'impensabile e che il loro unico, con qualunque
prodotti diversi della stessa forza
primitiva, combina-
ziom diverse deUa stessa materia nome venga chiamato, non è che un guscio senza
primitiva! (i). Sicco-
frutto, un abito senza corpo, un sacco senza nemmeno
me poco avanti aveva parlato del i nesso indistruttibUe
di forza e materia • una noce.
(2) si può prendere la frase come
un'affermazione prettamente monistica.
Eppure i monisti pretendono, con questo unico privo
di senso, spiegare il tutto e non si accorgono come
Ma quali previsioni possiamo fare nel caso che
Haeckel dica U vero ? Nessuna, perchè, se questa loro stessa frase sia priva di senso. Spiegare e
supponiamo tutto sono due parole che hanno ciascuna un senso prese
che il mondo continui ad esistere
presentando sempre Quando mettono insieme senso spa-
isolatamente. si il
nuove diversità, la pretesa unità resta sempre
un' ipo- una classe
tesi metafisica — se invece immaginiamo che tutto U
risce. Infatti spiegare significa riportare

fenomeni a un'altra classe più vasta, ma quando


di
si
mondo a poco a poco torni alla primitiva unità anche
tratta di una classe che abbraccia tutte le classi pos-
noi stessi e i nostri pensieri spariranno a poco a
poco sibili e al di là della quale non e* è niente di più vasto,
per ritornare ad essere atomi omogenei
e non esisten-
do più uomini non ci saranno né scienze, com* è il caso del tutto, non si può più parlare di spie-
né verifica- gazione. I monisti riducono tutte le classi di cose a
zioni possibiH. L'universo
ridiventerebbe una massa
infinita di corpuscoli omogenei,
una sola ; ma una cosa che non significa niente per
mdivisibih ed eguali
conto suo difiìcilmente potrà dar luce a tutte le altre.
e perciò non sarebbe presente nessuno per riconoscere
Un'altra delle frasi che spesso s' incontrano nei libri
che Emesto Haeckel aveva detto una grande verità.
dei monisti è che le apparenze sole son diverse ma
L'esperienza presente ci dice che da
cose omogenee Ora la distinzione tra apparente
vengono cose eterogenee e che da fusioni che la realtà é unica.
di eteroge- Mach, una sempUce
nee vengono cose omogenee, ma non e reale è, come ha dimostrato il (i)
ci suggerisce in
distinzione pratica. In realtà tutto è reale, anche il
nessuna maniera che cosa sia fondamentale
e primitiva, esistono
nostro sogno più bizzarro, e se le differenze
se l'omogeneità o reterogeneità,
se l'unità o la plu-
da\'vero, come di fatti ognuno è obbligato a riconosce-
ralità. Per molti uomini é più
comodo credere che il
3 re, bisogna spiegare per lo meno le cause che ci fanno
apparire una cosa unica come un insieme di cose diverse.
(i) Il monismo quale vincolo tra
religione e scienza. Torino
Unione Tipogr. Editrice Torinese,
1895, pag. 662.
(i) Analisi delle Sensazioni, Torino, Fratelli Bocca, 1903,
(2) Ibid., pag. 659.
pagg, 12-13.

114
115
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Anche le cosiddette dissomiglianze illusorie sono reali Lo stato d'animo monistico, che tende a supporre
e bisogna ammettere che sono diverse almeno in tutto un fondo comune, è favorevole alle scoperte
le cause
delle illusioni. di nuovi legami e quando non si voglia trasformare
Rifacendo i conti mi sembra di aver messo in chia- in dogma può essere comodissimo ai ricercatori. Ma
ro questi tre punti : bisogna ricordare che non sempre gli scienziati hanno
IO che il monismo è prodotto da una
confusione bisogno di trovare delle somiglianze ma anche delle
tra rapporto e identità e da un illecito differenze. I ad esempio, servono per
prolungamento reattivi, la
del generale fino all'universale fabbricazione volontaria delle differenze e lo scienziato
;

2° eh' è ispirato da tendenze poco nobih e disinte- ha interesse in moltissimi casi, a far sì che due cose
ressate (pigrizia, abitudine, avidità ecc.) apparentemente eguaU rivelino la loro diversità met-
;

30 che non ha senso perchè fa uso di concetti che tendole in contatto con ima terza alla quale non
non è possibile distinguere dagli altri e perchè si espri- reagiscono nella stessa maniera. Tutti e due i pro-
me in frasi che non danno luogo a nessuna aspettativa cessi sono necessari per costruire la scienza e noi non
e a nessuna previsione verificabile. dobbiamo scegliere una metafisica monistica per la
Resta il problema di sapere per quali ragioni molti sola ragione ch'essa è favorevole ad uno dei metodi
uomini anche colti e intelligenti tengono tanto al mo- scientifici.
nismo. Le ragioni ci sono e in parte ho già accennate.
le Sarebbe desiderabile, dunque, che i monisti detti, non
Prima di tutto la funzione utile che i monisti hanno si sa perchè, scientifici si accorgersero che
il contrap-

esercitata distruggendo certe distinzioni antiquate che posto del monismo non è necessariamente il duahsmo
ingombravano inutihnente il pensiero. Poi quel senso e che la posizione più naturale per un naturalista, l'at-
di voluttà quasi mistica, quella specie di esaltazione titudine più antimetafisica possibile, è quella di rico-
religiosa che dà la credenza all'unità del mondo: noscere ingenuamente il pluralismo del mondo, e di
i

monisti, anche quelU irrehgiosi, sono sempre un po' servirsi delle somiglianze e differenze delle cose per
mistici e in fondo alla loro tendenza all'unità e' è costruire i concetti generali più adatti a ricordare
la
stessa bramosia di sentirsi stretti e fusi col tutto che e trasmettere i loro rapporti, cioè le leggi e le pre-
si trova nell'estasi dei mistici cristiani e non cristiani. visioni che ne derivano, senza far la sciocchezza di
E oltre tutto e' è anche una ragione di metodo che voler arrivare al concetto unico, all' impensabile e vuo-
fa preferire il monismo ai sistemi dualisti, to universale dei visionari panteisti, hegeliani o hae-
ed è la
spinta ch'esso dà alla ricerca di rapporti e di affinità ckeliani che siano.
tra cose generalmente credute lontane ed
eterogenee. 1906.

116 117
I\

VII.

Volontà e Conoscenza

Gli psicologi hanno identificata la Volontà o {a)


con i sentimenti (desideri, emozioni, passioni ecc.) come
Schopenhauer, o (6) con una specie d' impulsività spe-
cifica di rappresentazioni (Herbart, Mach
-- Idées forces
di Fouillée) oppure (e) coWaitività intesa genericamente
e senza precise determinazioni (tendenze, impulsi ecc.).
In tutti e tre i casi non ne abbiamo un' idea suffi-
ciente perchè tanto il concetto di sentimento quanto
quello d' impulso e di attività son troppo vaghi e si
prestano a far vedere nella volontà una specie di entità.
È
molto megUo, prciò, parlare addirittura di quelle
azioni che si posson chiamare volontarie. Azione, in
generale, è tutto ciò che cambia qualche cosa a- —
zione volontaria è quel cambiamento di cose fra le cui
cause si trovano anche delle nostre credenze (Calde-
roni).
Perciò io mi occupo dell' influenza che certi cam-
biamenti prodotti da credenze hanno su altre nostre
credenze.
La prima forma di questa influenza è quella di
ciò che si sa di poter fare su ciò che si sa, cioè V in-
fluenza delle nostre credenze relative alla nostra ca-

fi ^ , "9
ip^^'sr

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
pacità di agire sopra altre credenze, o, per dirlo con fluisce pure sulla scelta dei fatti da osservare e da
precisione maggiore, le modificazioni che le previsioni studiare quando si siano scelti i problemi. Si scelgono
di certe nostre capacità di modificare le cose appor- cioè le questioni la cui soluzione si riferisce a cose
tano ad altre previsioni sottintendendo che idi previstone
; cfe noi sappiamo di poter modificare, e, studiando
è il contenuto tipico e fondamentale di ogni cono- le questioni, si scelgono i fatti che più facilmente sap-
scenza. piamo di poter modificare. La sociologia del materia-
Questa influenza si manifesta sopratutto nei se- lismo storico, ad esempio, si occupa dei fatti econo-
guenti modi :
mici perchè è molto più facile e rapido cambiare la
i) la credenza di poter agire sulle cose è una delle distribuzione delle ricchezze che cambiare gli ideaU
cause della nostra credenza nella esistenza delle cose. umani.
Questo principio, intravisto da Berkeley, è stato Ma la forma più visibile di questa influenza è quella
svolto molto profondamente da G. Pikler (i). che si può chiamare, con brevissima formula, V in-
2) La credenza nel nostro potere di agire più fluenza di ciò che si fa su ciò che si sa. Nel « ciò che
facilmente su certe classi di cose che su certe altre, si fa » bisogna però intendere anche quello che si chia-
ci porta a stabilire la fondamentalità e V importanza ma comunemente « non-agire » perchè anche V inibi-
di queste cose. Cosi la classificazione lockiana delle zione è modificazione di qualche cosa, anzi di noi
qualità prime e seconde deriva dal fatto che noi ab- stessi, euna modificazione di ciò che si prevede av-
biamo molta maggior padronanza sui nostri movi- verrebbe se non ci si astenesse dal fare certe azioni.
menti muscolari che sulle nostre sensazioni di colori Così pure nel « ciò che si sa » bisogna comprendere
e di odori — e la concezione prevalentemente legi- pure quello che «non si vuol più sapere » cioè le cre-
slativa e giuridica della maggior parte dei politici di- denze che si rigettano perchè ritenute non vere, e «ciò
pende dal fatto che si posson cambiare più facilmente che si saprà o si presentisce che si saprà cioè quelle i>,

le leggi che i caratteri degli uomini. credenze nuove che sorgono in noi in seguito a date
3) La credenza nella nostra capacità di servirci azioni,
praticamente delle soluzioni di certi problemi in- Di\ questa influenza si posson riconoscere quattro
fluisce sulla scelta dei problemi verso i quali diri- casi :
j

giamo la nostra attenzione e il nostro lavcM-o ; e in- là Influenza di ciò che facciamo delle cose sulla
nostra conoscenza delle cose, cioè l'importanza che ha
(i) The Psychology of the Belief in objective existence. London, il campare a volontà certi fatti per acquistare nuove
Williams a. Norgate, 1890. conoscàize su di essi (esperimento).

120 121
PRAGMATISMO
PRi\GMATISMO
Influenza di ciò che facciamo delle cose
2)
sulla vedere le cose passate in nuova luce, influire diretta-
conoscenza di noi stessi, che l'agire ci
fa sapere quel mente sulla nostra conoscenza. Mutando la mente, cioè
che faremo o potremo fare dato che
condizioni simili trasformando noi
SIripresentino, ed aumenta perciò il
stessi, muta anche l'insieme delle
campo di previsioni nostre credenze. Cioè il modo per arricchire
miglior
intorno a noi stessi. Inoltre il fare
dà ilsenso della la conoscenza di noi è quello di arricchire noi stessi.
nostra limitazione, deUa nostra
personalità ecc.
E ci può essere anche ima forma più indiretta di
3) Influenza di ciò che sappiamo di noi
stessi questa influenza. Noi possiamo, con ceiii metodi, giun-
sulla conoscenza di noi
medesimi. Questa forma d' in-
gere a cambiare certe credenze (Will to Believe) e vi
fluenza non è stata ancora abbastanza studiata ma è sono alcune credenze che, per il solo fatto di esser
delle più importanti. Ad essa si riferiscono tutti gli
possedute da qualcuno, creano da sé stesse la loro
esperimenti personali ad es., il fare come se si credesse verificazione, cioè cambiano la realtà. Il cambiamento
per vedere se la fede viene
realmente o per ricono- della realtà, a sua volta, fa
scere i suoi reaU resultati. Questi
cambiare altre credenze
esperimenti involgono in modo che la modificazione di noi stessi, passando
quasi sempre l'idea del rischio,
dell'avventura ed
esigono una cultura particolare
attraverso la modificazione delle cose, finisce col mo-
dei sentimenti perico-
dificare la nostra conoscenza.
losi (Nietzsche).

Infatti ci sono degli esperimenti


Non soltanto, dunque, quel che si fa dipende da
unici, cioè che coin-
volgono tutta la vita e non si posson
quel che si sa, ma anche quel che si sa dipende da
ripetere ; gh espe- quel che Non
si fa. è vero soltanto il vecchio detto
rimenti a lunga scadenza, nei
quaU s'impiega 'un intero
penodo deUa vita ; gU esperimenti
baconiano che il sapere dà il potere ma anche quello
incompatibili, cioè che potere dà sapere.
il il
queUi la cui scelta importa il non
poter mai più fare
altri esperimenti sullo stesso
problema.
i905i
4) L' influenza di ciò che facciamo di noi stessi
sulla nostra conoscenza deUe
cose. Siccome la nostra co-
noscenza dipende dalla scelta deUe
questioni e dei fatti
da osservare, dalle nostre abitudini
mentali, dilla di-
rezione deUa nostra attenzione,
noi possiamo, cambiando
noi stessi, cioè cambiando il
nostro carattere ia modo
da fare altre scelte, cambiando le nostre abitudini e la
nostra attenzione in modo da vedere cose nuore o da

12Z 1
123
vili.

Agire senza sentire

e sentire senza agire

Il famoso àbèUsseZ'Vous di Pascal ha tenuto sveglia


l'attenzione degli psicologi sopra una delle più singo-
lari relazioni che intercedono tra i nostri atti e i nostri
sentimenti, tra il modo di essere (o di fare) al
nostro
di fuori, e il nostro modo di essere (o di sentire) den-

tro di noi. Il fatto che l'agire come se si credesse vera

una certa cosa finisce, in certi casi, coli' ispirare real-


mente la credenza alla verità di questa cosa reso —
popolare dalle Pensées —
non è che un caso partico-
lare di una serie molto importante di rapporti tra
la nostra condotta e le nostre credenze, tra le nostre

azioni e i nostri sentimenti, che non è stata ancora,


eh' io sappia, considerata e analizzata nel suo insieme.

V
Questa serie — facendo astrazione dai casi consi-
derati come normali, cioè in cui a certi fatti intemi
corrispondono certi determinati fatti estemi, simili a
quelliche hanno l'abitudine di succedere a simili fatti
intemi —
racchiude quattro casi fondamentaU :

i) L'agire senza sentire per giungere a sentire (il

caso dell' abétisseZ'Vous) ;

2) L'agire senza sentire per altri scopi (la finzione,

il caso del comédien di Diderot) ;

125
'^«?^;

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
3) Il sentire senza agire per non sentire più Vesercizio (allenamento alla fede, apprentissage),
{il il 2^ e
caso dello stoico) ; il40 dall' idea della finzione (i).
4) Il sentire senza agire per altri scopi (il caso Dirò qualcosa di ciascuno di questi casi, conten-
del dis$imtUaioré). tandomi di accennare in fretta quello che si dovrebbe
Una classificazione crociale farà meglio compren- dire volendo studiarli con tutte le regole e tutto il
dere i rapporti che sono tra questi quattro casi. comodo.
I. La forma più elementare dell' influenza del fuori

(I) sul dentro è quelladata dall'uso di abiti o acconciature


(2)
Per giungere a sentire Per
speciali, che inspirano involontariamente i sentimenti
aliti scopi
associati al loro uso e aUa loro destinazione. Non ri-
Influenza della condotta L'agire in una certa ma-
per provocare i sentimenti o niera per far credere agli al- corderò Machiavelli che si vestiva con «abiti reali

le credenze corrispondenti triche si hanno certi senti- e curiali» per disporre l'animo a trattare dei grandi
(l'andare alla messa e l' in- menti o certe credenze, sia fatti dei Romani, né Buffon che lavorava nel suo
>
ginocchiarsi per divenir cri- per divertirli (attori), sia per
gabinetto col suo costume di gala, in grande par-
stiani, ecc.)> sfruttarli (ipocriti espansivi).
rucca e con l'abito ricamato. Ma ricorderò come i
plebei addetti al servizio dei nobili e dei signori (por-
(3) (4) tieri, lacchè, camerieri ecc.) e obbligati cioè a indos-
Per 7ion sentite più Per altri scopi sare abiti simili a quelli detti di società, sono noti per
s u Influenza dell'inibizione di L'inibirsi gli atti esterni la loro alterigia e per la loro burbanza verso la gente
certi atti per far scomparire che corrispondono a certi
N comime ; e che la ragione per cui i preti , i magistrati
i sentimenti o le credenze atti interni che possediamo
* corrispondenti
e i soldati debbono avere delie vesti differenti non è
(lo sforzarsi per non fare scoprire agli al-
• soltanto quella di distinguersi dagU o di colpire
di non piangere per far ces- tri ciò che proviamo, per fini altri
sare il dolore ecc.). di protezione, di frode (ipo- r immaginazione del popolo (come voleva Pascal) ma
OD criti inibitivi), di ufl&cio (es. anche quella di associare certe uniformi o costumi con
il caso di Tabarin). certe idee e certi doveri, in modo da rendere più age-
vole l'allenamento spirituale dei principianti futuri. E
Esaminando questa classificazione è facile scoprire
le relazioni orizzontali e verticali i® e 2® sono (i) Volendo indicare questi due ultimi rapporti con parole a
: il il
doppio senso si può ricorrere al greco &ax7jaic che significa eser-
uniti dal fatto di agire senza sentire, il 3® e il 4^ dal :

cizio è divenuto ascesi (stoicismo) e óiio>tpiaj^ significa ipocrita e


sentire senza agire ; il 1^ e il 3«> dalla necessità del- attore.

126 127

.i:^^ÀSt^i-
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
certe volte none necessario neppure l'abito intero ma dal Bain (i), dal Fechner (2), da W. James (3), dal
bastano alcuni oggetti per ispirare naturalmente certi Payot (4), e forma la base di ima delle digressioni
sentimenti « Un mio amico
: scrive G. Prezzolini — — più graziose di ima celebre novella di E. A. Poe :

mi confessava che quando metteva i guanti si sen- The Purloined Letter (5). Il Kant la conosceva e ne
tiva più gentiluomo del solito e che un frustino gli ; parla nella sua Anthropologie (6), ma attribuendo il me-

metteva addosso im certo sentimento di fierezza co- rito della scoperta ad Archenholtz. Quei grandi edu-
me se avesse potuto batter con quello il volto di catori di anime che sono stati i fondatori di ordini
^ un nemico » (i). religiosi non hanno aspettato però le ricerche degli psi-

La seconda forma colla quale si manifesta questa cologi moderni negli Esercizi spirituali di Ignazio
:

curiosa influenza è quella dei miUamerUi della fisonomia DI LoYOLA, uno dei capolavori della psicologia cattolica,
e in generale dell'attitudine e del moto di tutto il cor- si trovano delle indicazioni molto precise sul modo di

po. L'imitare la fisonomja dell' iroso — ad esempio — tenere gli occhi (7) e sulle varie posizioni del corpo
produce 1* ira ; V imitare
moti e le attitudini del me-
i da adottarsi nelle meditazioni (8), e S. Francesco di
lanconico produce la melanconia, e così via di seguito. Sales insegnava in questo modo a vincere la vanità :

Ciò dà modo d' indovinarci sentimenti altrui imitando « Faites des oeuvres d'abjection et d'humilité, le plus
l'espressione della fisonomia, i gesti, le posizioni di que vous le pourrez, bien qu'il vous semble que vous
coloro che ci preme Campanella è ri-
di penetrare. les fassiez avec repugnance. Car pour ce moyen vous
masto celebre per questa sua abilità: im suo biografo vous accoustumerez à l'humilité » (9).

racconta che un giorno uno straniero enti*ando presso


di lui lo trovò a scrivere ima lettera, coli 'espressione (i) Emotions and the Will ~ London, Longmans, Green,
della faccia eguale a queUa ch'era abituale al suo cor- 1865, pp. 361-5.
rispondente (2) Vorschule der asihetik, I, 156 segg.

Lo stesso narra
(2).

del Campanella il Burke e (3) Principi di Psicologia (trauiuzione di G. C. Ferrari). —


(3)
Milano, X901, pp. 761-62.
questo fatto è conosciuto dal Dugald Stewart (4),
(4) VEducaHon de la volontà.
— Paris, Alcan, 1897, PP- 61-62,

(5) La passo che si riferisce a questa que-


lettera rubata. (Il
^^1 (i) Vita intima. — Firenze, 1903, pag. 11 (n. L della Biblio- stione è a pag. 316 dei Tales ed. Tauchnitz. Leipzig 1884).—
teca del Leonardo). (6) Parte II (1798), pag. 285 della traduz. di J. Tissot.

(2) Cypriano : Vita Campanella^. Amstelod, 1722 pa- Paris, Ladrange, 1863.

^
gina 48. (7) Exercices spirituels — Paris, Poussielgue, 1891, pp. 82-262.

(3) On Sublime and Beautiful. Part. IV, sect. 4.


the (8) Ibid. pp. 81, 257.
(4) Elements of the philosophy of human mind. Ili, 140. (9) Introduction à la Vie Devote, Part. IV, eh. X.

128 129
9, — PArim, Pragméttismo.
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
Gli psicologi moderni non hanno fatto che utiliz-
zare e prolungare queste osservazioni: « È certo — scri- tempo: Se volete guarire fate come quelli che già
ve THòFFDiNG —
che si è in altre disposizioni quando son risanati. « Suivez la manière par où ils ont commen-
t si chiudono le mani o quando le si congiimgono, quando
cé: c'est en faisant toutcomme s'ils croyaient, en pre-
si stendon le braccia e quando si stringono al petto.
nant de Teau benite, en faisant dire des messes etc.
Specialmente e' è tm 'opposizione caratteristica tra Naturellement cela vous fera croire et vous abétira » (i).
la disposizione che si prova quando i muscoli si ten- E altrove: «Il faut que Textérieur soit joint à l'in-
dono e quella che si prova quando si disten- terieur pour obtenir de Dieu, c'est à dire que Ton se
dono » (i). mette en genoux, prie des lèvres etc. » (2). E im altro
L' influenza della fisonomia e delle attitudini del cor- gran convertito, il cardinale Newmann, comprendendo
po è strettamente legata con quella dell* insieme di gesti la grande efficacia del cerimoniale cattolico esclamava:
e di atti, fissi e stabiliti, jeratici e abituali, che si può Forms are the food of faith ! E colui che cita questa frase,
chiamare cerimoniale, sia sacro (rituale quell 'Oscar Wilde che il cani inglese non è riuscito a
il : genuflessioni,
preghiere, metodi mistici, ecc.) sia profano (galateo far dimenticare, applicò inimo dei più deliziosi dialoghi
:

saluti, inchini, ecc.). L'inginocchiarsi, lo delle sue Intentions la stessa osservazione


ad altre emo-
stender le brac-
cia verso il cielo (come facevano i primi cristiani) (2), zioni « Find expression for a sorrow and it will beco-
:

lo scoprirsi il capo, Timir le mani, il battersi il petto me dear to you. Find expression for a joy, and you
sono stati originariamente
espressioni spontanee di intensify its ecstasy. Do you wish to love ? Use Lo-

sentimenti, ma
dopo, fissate e rese abituali e obbli- ve 's Litany, and the words will create the yeaming
gatorie, son divenute suscettibili, per la via dell' imi- from which the world fancies that they spring» (3).
tazione, di far sorgere o risorgere i sentimenti che E im fortimato psicologo, il Payot, scrive: «Est
esprimono, anche in coloro che non li hanno mai avuti ce que les chiens, les enfants et mème les grandes

o li hanno perduti. Il Pascal era guidato da questo personnes qui luttent en jouant, ne finissent pas géné-
pensiero quando diceva rivolto ai lihertins dd suo ralement pour ne fàcher tout de bon ? Est ce que le
rire, les larmes ne sont pas contagieux ? Est ce que

(1) Esquisse d'une psychol fondée sur Vexperience. Paris, — les pompes catholiques avec leur cérémonial d'une
Alcan, 1900, p. 433. X' influenza della posizione delle membra è
ben conosciuta neir ipnotismo (v. Braid Neurypnology - Car-: (i) Pensées et Opiiscules (edit. Brunschwig). — Paris, Ha-
PENTER Mental Physiology, 602-605
.•
: Preyer Die : Ertideckung chette, 1900, p. 441 (Sect. III. pens. 233).
des HypnotismuSt 36-41, 85). (2) ibid, p. 449 (sect IV, pens. 250).
(2) Tertulliano : De Orai, XI, XIII e apol. XXX. (3) The critic as artist in Intentions. — Leipzig, Heinemann
a. Balestier, 1891, p. 163.
1^0
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
Aristotele, sul principio del secondo Ubro del-
psychologie si profonde, ne sont pas singnlièrement
Y Etica Nicomachea, insiste sull' importanza che l'eser-
propres à faire sur les àmes, méme peu croyantes, une
cizio (il ripetere gli atti) ha per l'acquisto delle qua-
grande. impression ? » (i).
lità o virtù corrispondenti « operando le cose giuste,
:

È inutile insistere, credo, suD'efficacia educativa di


diventiamo giusti, operando le saggie diventiamo sag-
certe abitudini sociali esteme. Il saluto e V inchino ser-
gi, e operando le forti ci facciamo forti ».
vono non solo a manifestare ma a produrre il rispetto (2)
All'esattezza di questa teoria si son fatte però al-
e tutti sanno come le rozze e sgraziate reclute che ven-
cime obiezioni : il Bain crede che possono intervenire
gono dalle campagne son modificate profondamente,
altre preoccupazioni mentre si imitano i gesti e gU
anche nel carattere, dall'istruzione miUtare, per quanto
atti, in modo da impedire che si formino i sentimenti
questa sia sopratutto estema. Già S. Ignazio aveva
intemi corrispondenti (i), e il Payot sostiene che in
detto che a cangiare noi stessi significa cambiare il
questo modo non si provocano che i sentimenti già
J nostro modo di agire» (3) e prima del Pascal aveva
esistenti nello spirito (2). Ma pure con tutte le neces-
considerato i fatti estemi come causa degli intemi
sarie limitazioni, la relazione resta vera e aspetta sol-
quando metteva fra le cause della tepidezza il fare le
azioni che ne sono i segni (4).
,>

M Queste idee non erano ignote neppure ai greci. yuxxà o&[ìjx xal (ftovàg xal xaxà t^ óidcvoiav » (ediz. Hermann,
Platone, trattando dell'educazione dei suoi guerrieri pag. 77)-
non vuole che essi si diano alle arti imitative, perche (i) « The appearances put on fot the sake of display, in tbe
55
«l'imitazione non dia loro una parte della realtà». presence of other persons, are not precisely coincident with the

« Ncm hai notato -^ chiede Socrate che le imi- — genuine diffusive manifestation ; they are rather adaptations to
suit the eye of the spectator. In short, they are a sort of volun-
tazioni, quando ci si abitua fin da giovani, entrano nei tary construction on the model of the naturai display, with addi-
costumi, diventano ima seconda natura e cambiano tions and suppressions in order to make a work of art. The mind
l'esteriore, il tono e il pensiero ? (5).
of the actor is properly occupied with this end ; and not with
the assumption of the inward feeling in his own person ». Emo-'
tions and Will, ed. cit. p. 365.
(i) L'education de la volonié —
Paris. Alcan, 1897,(3.62.
(2) « On
the
les réveille ainsi, on les ravive, on ne les crée point,
(2) Il complicato cerimoniale cinese fu istituito da Confucio
Les sentiments ainsi renouvelés demeurent assez faibles ; le prò*
con questa idea, secondo J. Payot L'education de la volonU.: — cède qui agit du dehors sur le dedans ne peut guère étre considerò
Paris, Alcan, 1897, P^^g- 62.
que comme une aide précieuse. Il sert plutót à mainlenir le senti-
(3) Exercices spirituels. Ed. cit., p. 308-9. ment dans la pleine lumière de la conscience ». L'education de
(4) ibid. p. 124. la volontà , ediz. cit., p. 62.
(5) Repubblica, lib. Ili, 8 : « 1^ oùx yz^ypax, oit aX ^\i.ifiV4,

133
132
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
tanto di essere più ampiamente studiata e più larga-
sigliava Epitteto (i). Un consiglio impregnato dello
mente usata nella educazione dell'uomo.
stesso stoicismo si trova nel gesuita S arasa (2), il
II. U secondo caso consiste nel compiere certe azio-
quale, del resto, seguiva senza saperlo la tradizione
ni o nell'assumere certe attitudini, non coli' intenzione
mistica che insiste sulla necessità che l'anima resti
di acquistare i sentimenti o le credenze corrispon-
indifferente anche quando il corpo manifesta esterior-
denti, ma per altri scopi e fra gli altri precisamente
mente certi sentimenti (3).
anche per quello di conservare i sentimenti e le cre-
Ma e' è tutta una uomini che hanno pre-
classe di
denze diverse da quelle simulate. Si tratta, insomma,
cisamente per che non sentono,
ufficio di fingere ciò
di ciò che i moralisti chiamano finzione, ipocrisia, si-
cioè gli attori. Che non sentano e che non debbano
mulazione, e che ha servito di tema a tante diatribe,
sentire è per lo meno la tesi famosa del Diderot nel
da Teofrasto a Nietzsche, e a tante creazioni ar-
suo scintillante dialogo intitolato il Paradoxe sur le
tistiche, da Pietro Aretino a Stendhal.
comedien e ch'è stato confermato dalle ricerche recenti
Anche la finzione può manifestarsi colla scelta di
del Binet (4).
vesti e di atteggiamenti atti a far credere agli altri
I tipi rappresentativi della finzione sfruttarice sono
di essere ciò che in realtà non siamo.
i seduttori (Don Juan), i politici (demagoghi, diploma-
La figura dell'ipocrita religioso (Tartuffe, Don Ba- tici) e i commercianti {reclame ecc.).
silio)colle vesti nere e dimesse, cogli occhi inclinati
Non sempre però la finzione è facile o possibile :

a terra, e il « collo torto » è cosi popolare ch'è inutile


insistervi,
(i) Manuale, mass. 22. « Tu non devi esser ritroso ad unifor-
L' ipocrita di questo tipo si distingue però da quello
marti con lui (l'uomo piangente) almeno in parole e, se bisogna,
prevalentemente inihitivo che appartiene al quarto ca-
ancor a piangere insieme ma guarda bene di non piangere inte-
;

so,giacché oltre al nascondere quello che sente, di- riormente ».


mostra di avere ciò che non sente. (2) Ars semper gaudendi. Anversa, Meursio, 1664. Tratt,
Ma la finzione non è sempre da condannarsi, come XIV.
son disposti a credere, nel loro semplicismo psico- (3) Scriveva, ad esempio, Meister
Eckehart « L' uomo :

estemo può esercitare qualche attività, e pure l'uomo intemo eS"


logico, i moralisti. Essa può essere fatta con due scopi :
seme completamente libero e non commosso ».
quello di servire gli altri e quello di far servire gli (in « Année Psychol».
(4) Reflexions sur le Paradoxe de Diderot
altri a noi stessi. 1897, pp. 279-295). Avanti il Binet un altro studioso, W. Archer
Si può, per esempio, fingere di avere un senti- The Anatomy ofacting in Lagmann's Magazine, Voi. XI. pp. 266-
mento per consolare 367-498 (1888) era giunto invece a conclusitMii opposte a quelle
il dolore di un amico, come con- di Diderot.

134 135
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Nemo potest personam diuferre — ha scritto Seneca (i) fatta dalle vittime con scopi diversi (per sfuggire a delle
— fida cito in naturam suam reciderunt, E il La Roche- pene, al servizio militare ecc.) (i).

FOUCAULD, colla Solita sua acutezza, è tornato a varie Unesempio tragico di questo passaggio dalla follia
riprese sulla difficoltà di fingere (o di nascondere) le finta alla foUia vera è rappresentato con grande efficacia
passioni e sopra tutto l'amore (2). nella celebre novella di Leonida Andrej ew Il Pensiero. :

Il La Rochei^oucauld è stato anche fra i primi IH. Le altre due varietà di rapporti fra il sentire
a segnalare imo dei pericoli della simulazione di senti- e l'agire sono, come vedenmio, l'opposto delle prime.
menti e di credenze che non si hanno, cioè quella Esse consistono nel cercare di non manifestare con atti
duperie de sai méme che consiste precisamente nel ve- esteriori quello che interiormente ci sentiamo disposti
rificarsi del rapporto stabilito nel primo caso. 11 si- a sentire. Questo sforzo può avere due ragioni : o quella
mulatore, cioè, a forza di ripetere gU atti, le parole,. di far cessare o almeno d' indeboHre i sentimenti col-
i sentimenti che non possiede per provocarli r impedirne la esteriorizzazione, oppure quella di nascon-
negli altri,
finisce col provocarli in sé stesso e così finisce coU'es- dere agli altri certi sentimenti che ci son cari e che
sere imbrogKato dai suoi imbrogli medesimi « Nous : vogliamo conservare, ma la cui espressione ci danneg-
sommes si accoutumés à nous deguiser aux autres, qu'à gerebbe presso gli altri in certe occasioni o in certi
la fiji nous nous deguisons à nous mémes» ambienti.
(3).
Un effetto simile, e più terribile per le sue conse- La prima di queste varietà ha interessato molto
guenze, pare che eserciti la simulazione della pazzia. gli educatori e anche gli psicologi in generale ed è
Gli psichiatri narrano di non pochi casi in cui la pazzia stata trattata abbastanza ampiamente da tutti coloro
simulata è stata seguita a breve distanza della pazzia
reale, e per quanto alcuni —
come il Penta tendano —
a credere che la simulazione della foUia non sia che (i) Si veda su questo argomento il libro di P. Penta: La simu»
lazione della pazzia. Napoli, Perrella, 190.5, PP- 169-264, in cui
la manifestazione della pazzia che già esiste latente e
riporta i casi osservati da lui e da Koster, Allison, Magnan,
che comincia a farsi distinta, pur nondimeno non si KiRSTEiN, Campagne, Morel, P. Lucas ecc.
può negare che una causa del manifestarsi della pazzia Il SiKORSKYin un suo lavoro sulla mimica dei pazzi (Neurolo-

vera deve ritrovarsi nell' imitazione dei segni estemi. gisches Centralblait, 1887) nega che 1* imitazione produca qualco-
sa di simile alla follia, ma le sue esperienze personali, fatte con
troppa lucidità scientifica, non sono probanti.
(i) D$ Cìem, 1. I. Montaigne {Essais, i. II, eh. XXV) cita da Marziale e da
(2) Maximes, 12, 70, ect. Appiano dei casi di simulazione di malattie, seguite dalle ma«
(3) La Rqchbpoucald Maximes,
: 119. Vedi anche 395 e 517. lattie vere

136 137
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
che si sono anche occupati dell' inibizione (i). SuU' ini- sentirà paura in grado più elevato ; e cJii resta inattivo,
bizione sono anche fondati due dei più celebri sistemi quando viene sopraffatto dal dolore, perde la migliore
morali dell'antichità il pitagorismo (colle sue regole
: occasione per riacquistare la elasticità dello spirito » (i).
di astinenza e di silenzio) e lo stoicismo, colle sue Il Bain trasportò dalla fisonomia nella psicologia
predicazioni di pazienza e di moderazione (abstine et propriamente detta questa osservazione per stabilire
susiine) e colle esortazioni a non ridere, a non par- il potere della volontà, e fu seguito in questo dal Payot
lare ecc.). e dal toLOZZA (2). « La colere à besoin pour s'ex-
Il cattolicismo s' impadronì di questa come di altre primer — scrive il Payot —
des poings fermés,
dottrine degli anticlii e l'adottò per la cultura della des màchoires serrées, de la contraction des muscles
fede, giungendo con Alfonso De' Liguori perfino ad de la face, de la respiration haletante quos ego! je puis ;

esaltare la cecità come mezzo per conservare V inno- ordonner à mes muscles de se détendre, à ma bouche
cenza. S. Ignazio, almeno, si contentava di consigliare e de sourire je puis modérer les spnsmes resjnratoi-
;

di tener bassi gli occhi ! res» (3).


Gli scienziati moderni, come accade spesso, non han- Questa opinione ha ricevuto un nuovo rinforzo dalla
no fatto che scrivere la teoria generale di queste anti- famosa teoria delle emozioni James -Lange, secondo la
che osservazioni, e primo di tutti il Darwin: «La quale, come tutti sanno, le emozioni sarebbero l'effetto
libera espressione di un sentimento — egli scrive — e non la causa delle manifestazioni esteme. Il James,
col mezzo dei segni estemi rende più intensa. Dal-
la sopratutto, ne ha tratte le conseguenze pratiche. « Ri-
l'altro lato, la eliminazione di ogni segno estemo, per fiutatevi di esprimere una passione ed essa cesserà —
quanto è possibile, rende i nostri sentimenti più mi- scrive egli. — Contate fino a dieci prima di sfogare
ti (2). Chi lascia hbero sfogo al proprio furore con la vostra im e la causa di essa vi apparirà ridicola.
gesti violenti non farà che rinforzarlo : chi non sottopo- Cantare per prender coraggio non è una semplice
ne i segni esterni della paura al controllo della volontà, '
figura del linguaggio » (4). Volete far scomparire la de-
pressione ? « Spianate le sopracciglia, aprite gli occhi,
(i) Oltre i Binet (U inhibition dans les phénomènis
lavori di
de la consciencé) e di Lourie (Faits et théories de Vinhibition) vedi (i) Darwds', L'espressione dei sentimenti, pag. 245.
ìdue lavori italiani, uno più fisiologico, l'altro più psicologico (2) Bain, Emotions and the Will, pag. 36 e seg. Payot,
Oddi, V
inibizione, Torino, 1898 ; G. A. Colozza, Del potere
;

Vedvication de la volontà, pag. 63 e seg ; Colozza. Il potere d'ini*


d* inibizione. Torino, Paravia, 1898. bilione, pag. 16 e seg.
(2) Questo fatto è confermato da Gratiolet, De la Physio- (3) L'ediication de la volontà, pag. 64.
nomie, 1857, pag- 66. Principi di Psicologia (trad. G. C. Ferrari), pag. 702.
'^:. (4)

138 139
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
contraete muscoli del dorso anziché quelli anteriori,
i

parlate in o maggiore », scambiate il complimento gen- Ogmmo di questi casi, come abbiamo visto, è pieno

tile, e il vostro cuore sarà ben di interesse per lo psicologo e per l'educatore e queste
rigido se non si am-
mollisce gradatamente relazioni fra l'agire e il sentire potrebbero essere le pri-
(i) ».
In una scienza che tratti non di quello eh' è lo spi- me basi per la creazione definitiva di un'arte di dominare
rito, ma del modo di trasformario e utilizzario, que- e modificare lo spirito a nostra volontà.
ste osservazioni acquisteranno certo la più graiide 1905.
im-
portanza.
IV. Sopra r ultimo dei casi che ho rapidamente ac-
cennato e' è assai meno da dire. Come la simulazione
espansiva anche la simulazione inihitiva può esser dettata
o dal desiderio di servire agli altri o da quello, assai
più comune naturalmente, di far servire gli altri
ai
nostri interessi. L' ipocrita della prima specie,ad esem-
pio, è colui che cerca di rattenere le lacrime per non
impressionare un malato che ignora di essere stato
dichiarato in pericolo dal medico o il povero
buffone
commediante (il Tabarin di Gautier o il
protagonista
dei Pagliacci) che deve nascondere i propri
dolori per
tenere allegra la gente. V
ipocrita della seconda specie
è più comune e alcimi tratti del suo carattere sono
meravigliosamente descritti in alcuni dei personaggi
di Stendhal e soprattutto nel Julien Sorel di Rouge
'

et Noir. Cè poi una terza specie di nasconditori di sé,


che celano il proprio io per timidezza, per pudore,
per
orgogUo e per disgusto degli uomini e a questa : specie
di nobiU spiriti appartennero De Vigny
il e Amiel.

(1) Ibid. pag. 791.

I4Ò
141
IX.

La volontà di credere

I.

Tutti quelli che hanno praticato il pragmatismo


o la psicologia americana o la nuova apologetica o
sempUcemente la filosofia contemporanea, conoscono,
almeno di nome la Will io Believe. Questa fortunata
espressione jamesiana appartiene a quella classe di
formule simpatiche e suggestive destinate a una gran-
de popolarità in ragione stessa dell'indeterminatezza
del loro significato. Struggle for li/e ; JVille zur mackt ;

CuUe du mot sono dello stesso tipo : W. James non


è stato meno Darwin, di Nietzsche e di Bar-
abile di
RÉs. Avanti del James aveva adoprata una espres-
sione simile (The Wtsh io Believe) il noto cattolico
inglese Wilfrid Ward, come titolo ad im saggio
che si legge nella Witness io the Unseen (i). Ma
il James dando q\iel titolo di Will io Believe a quella
sua celebre lettura fatta nel 1896 davanti ai cluhs fìlo-

(i) London, Macmillan, 1893,


PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
sofìci delle Università di
Yale e di Brown (i) ebbe
cause della sua effettiva verità. La sua tesi principale,
una inspirazione felicissima ed una intuizione precor-
detta colle stesse parole, eccola « La nostra natura :

ritrice di certe correnti, allora sotterranee, dell'ani-


passionale non solo legittimamente può, ma deve
ma moderna.
scegliere fra proposizioni, ogni qualvolta si tratti
dunque, ha incontrato grande for-
L'espressione,
di ima scelta che non può esser decisa per ragioni in-
tuna nei paesi anglosassoni ed ora anche da noi. Ma
in Italia —
forse per la mancanza di una traduzione
tellettuali ;

ma
perchè il dire, in simili circostanze : Non

-^
del libro del James (2) — questa popolarità non indica decidete,
una decisione passionale
lasciate aperta la questione, è essa stessa

precisamente come il dire
affatto conoscenza e comprensione.
persone le quali
Come ci sono molte
parlano di selezione naturale e poi
si o no —
ed è accompagnata dallo stesso rischio di
perdere la verità» (i).
credono che tutta la teoria del Darwin consista nel-
Il che si corre è reale, ma in determinati
rischio
Taver provato che il primo uomo era figlio di ima
casi vien compensato da uno degli effetti della fede
scimmia, così ci sono di quelli che parlano della vo-
lontà di credere e s' immaginano che consista in una
— cioè dalla creazione della sua propria verità. Vi
sono, cioè, dei casi where a fact cannot come at ali
«
teoria che insegna a credere tutto quello che si vuole.
unless a preliminary faith exists in its coming » (2), in
La James è, invece, abbastanza diversa.
teoria del
cui « the faith in a fact can help create the fact » (la fede
Il saggio potrebbe chiamare, più esattamente, VE-
si
in un fatto contribuisce a creare il fatto).
logio del rischio o anche, sotto certi rispetti, VUtUità
Questa idea non era nuova nel James. Già nel 1880,
Volendola stringere in venti parole V idea
del credere.
in im discorso fatto al club filosofico di Harvard che
è questa Vi sono delle scelte di opinioni che noi dob-
:
ora fa parte del saggio The Sentiment of Rationality (3),
biamo fare per forza e che non possiamo fare razio-
egli aveva già parlato di quelle « verità che non pos-
nalmente. In questi casi conviene farsi guidare dai
sono diventar vere finché la nostra fede non le fa
nostri sentimenti e avere il coraggio di credere ciò
tali » (the truths cannot become true till our faith
che non si può dimostrare. Il fatto stesso di credere
a una certa cosa, può, in certi casi, essere una deUe
(i) The Will to Believe. — London, Longmans Green a. Co.,
1899, p. II.
Questa lettura, com'è noto, forma il 1. capit. del libro
(i)
(2) a Un fatto non può accadere del tutto se non esiste in-
di saggi di Filosofia popolare, pubblicati, sotto quel titolo, nel
nanzi una fede nella sua venuta » (W, to B., p. 25),
febbraio 1897. (Longmans, Green and Co.).
(3) La prima parte di questo saggio fu pubblicata nel Mind
(2) Ora la traduzione e' è. Fu pubblicata nel 1912 dalla Li-
(july, 1879) la seconda nella Princeton Rejiew (july, 1882). Ora
breria Editrice Milanese.
è uno dei saggi del Will io Believe (pp. 63-uo).

144
145
IO, — PAP4M1, Pra^mutismo^
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
has made them so) (i) e portava ad esempio quel fa- tivo. Il resto è dato dalla natura la quale in certi casi
moso caso che poi è diventato d'obbligo
dell'alpinista fa reali gli oggetti a cui pensiamo in questo modo,
in ogni discussione sul pragmatismo. Fin d'allora mentre in altri casi non lo fa » (i).
(1880) egli insisteva sulla grande importanza che ha Il credersi coraggiosi ci fa acquistare veramente il
la fede come fattore della sua verità. Fra due uomini coraggio ; il credere che noi potremo compiere un certo
i quali debbono superare ima certa prova (im 'ascensione lavoro è una delle cause per cui riusciamo davvero a
difl&cile, pp. 59-96 —
una difesa improvvisa, p. 24 ecc.), compierlo. Il pessimista che crede cattiva la vita con-
e che sono in condizioni esterne eguali, colui che cre- tribuisce col suo dolore e i suoi lamenti a renderla cat-
derà di esserne capace riuscirà realmente mentre quello tiva davvero — l'ottimista che crede nella bontà della
che non avrà questa fede effettivamente falhrà. vita è uno dei fattori di questa bontà colla gioia e la
« In questi casi — scrive il James — il partito più forza che gli dà questa credenza (2).
saggio, evidentemente, è di credere ciò che si desidera Tutto ciò si riduce in fondo a due affermazioni :

perchè la fede è una delle indispensabili condizioni preli- i) che è preferibile il rischio di una scelta attiva
minari della realizzazione del suo oggetto. Vi sono dun- alla scelta passiva e implicita dell' inazione scettica o
que dei casi in cui la fede crea la sua propria verifica- agnostica ;

zione. Credete e avrete ragione perchè vi salverete dubi- che in casi incerti la fede « è la sola cosa che
; 2)
tate e avrete ancora ragione perchè perirete. La sola possa render vero il risultato » vale a dire che «la
(3),
differenza è questa: che per voi è molto più vantaggioso fede crea la sua verificazione. Il pensiero diventa lette-
il credere d (2). raltnenie il padre del fatto come il desiderio era padre
Queste teorie del James trovano un appoggio nelle del pensiero {4).
sue vedute sulla credenza, che egli identifica addirittura
colla volontà. Ciò che fa la mente nei due casi — scrive
egli nella parlando dei rapporti tra Be-
Psicologia
LIEF e WiLL —
è la stessa cosa essa considera l'og- :
(i) Principi di Psicologia (traduz. ital. del dott. G. C. Fer-
getto e consente alla sua esistenza, lo abbraccia, e
rari), Milano, Soc. Edit. Libraria. 1901, p. 661.
dice « deve essere la mia realtà %. Essa, in altre pa-
:
(2) W. to B., pp. 100-103 — Il Vailati nella sua recensione
role, si volge a lui nel modo emotivo, interessato, at- (li W. to B,, ha mostrato come un simile ragionamento si possa
estendere alla questione fra deterministi e indeterministi. (V.
« Rivista Filosofica », gennaio-febbraio 1900).
(1) W, to B., p. 96. W, to B., p. 59. {Is lift worth Living ?).
(3)
(2) W. io B., p. 97. W, to B.; p. 103 {The Sentiment of Rafionaliy),
(4)

146 147
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
2) Influenza della credenza sull'azione. (Si agisce
soltanto guidati da credenze, da previsioni ecc. Si agi-
II. sce tanto di più o più sicuramente quanto più grande
è la credenza).

3) Influenza della realtà suWazione. (La nostra


Possiamo accettare senz'altro queste due tesi ? Per azione è limitata dalle cose. Non si può fare tutto ciò
conto mio accetto o pratico la prima ed ho creduto fino-
che si vorrebbe fare. Influenza limitatrice del mondo
ra alla seconda, appunto per praticare la prima, vale
esterno rispetto agli ideali intemi).
a dire arrischiando di credere nel potere creativo della
4) Influenza dell'azione sulla realtà. (L'uomo, per
credenza per ottenere che questo potere realmente ope- mezzo di strumenti e di sforzi suoi, guidati da cre-
rasse (i).
denze, modifica le cose e cambia a poco a poco l'aspetto
Ma ripensandoci su il demone della razionalità mi del mondo).
ha ripreso e ho cominciato a dubitare se veramente ci
5) Influenza dell'azione sulla credenza. (Facendo,
sia, secondo le stesse teorie jamesiane, questa influenza compiendo atti, come se già si credesse, si finisce col-
diretta della credenza sulla realtà.
Tacquistare la fede corrispondente. Abctissez-vous di
Prendiamo, per maggior chiarezza, le tre cose di Pascal ecc.) (i)
cui si tratta —
la Credenza, V Azione e la Realtà e — 6) Influenza della credenza sulla realtà. (Questa è
vediamone i rapporti e le reciproche influenze (2). la tesi di James. La fede in una cosa la fa diventar
Questi rapporti non possono essere questi : reale, e la rende effettivamente tale come noi la cre-
i) Influenza della realtà sulla credenza, (Si crede
diamo).
a seconda di quello che si vede, s' è visto o ci s'aspetta
I primi quattro rapporti non hanno niente di nuovo
di vedere). ,
e di singolare, e soltanto i due ultimi, per la loro ma-
schera paradossale, hanno attirato di più, in questi
(i) Si vedano le conseguenze che ne traevo nel m o art co'o tempi, l'attenzione degli psicologi e dei filosofi. Am-
sul Pragmatismo (Revue du Nord, janvier 1906). bedue questi rapporti costituiscono anzi, la seconda re-
(2) So benissimo che questa classificazione è apparentemente
gione del Pragmatismo, quella eh' io propongo di chia-
contraddittoria perchè la realtà, in senso largo, comprende
tutto
e per conseguenza anche le altre due cose, ma i lettori
mare la Pistica o arte di coltivare e utilizzare le fedi (2).
capiranno
la necessità pratica di questa distinzione tra ciò che noi crediamo
della realtà, ciò che noi facciamo della realtà e la realtà (1) Vedi : Agire senza sentire e sentire senza agire, in questo
stessa in volume.
generale, esclusa la nostra niente e nostro corpo
il
(2) La teoria della potenza del credere non è sorta, natural-

148
149
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Hire tutto il mondo cosidetto « esterno i>. «I futuri
L' influenza dell'azione sulla tormazione deUa cre-
denza non è dubbia, e si può dire soltanto che non bi-
movimenti delle stelle — scrive James
lo stesso o —
sogna attribuire agli atti la parte di veri e propri crea- i fatti della storia passata sono determinati una volta
J.

tori ex nihilo di credenze. Perchè un uomo si decida per sempre, che piacciano o no. Essi son dati senza
mi
ad agire come se credesse di già bisogna ch'egli de- tener conto dei miei desideri e per tutto quel che ri-
Sideri di possedere questa tal fede e che guarda verità di questo genere le preferenze sogget-
ne abbia sti-
non c'entrano e possono soltanto oscurare il giu-
ma e la creda degna di fare degli sforzi per acqui-
tive
dizio» (i). E ripete nella Psicologia: «La natura non
starla, vale a dire che egli possiede di già, prima di
agù-e, la fede nei buoni effetti della fede. può mutare il passato in favore del nostro pensiero.
Ma questa influenza diretta della credenza sulla realtà Essa non può mutare il corso delle stelle o dei venti,
— che insomma, V idea più originale del
costituisce, ma essa muta i nostri corpi in conformità del nostro

James — non riesco proprio a vederla. Prima di tutto pensare e servendosi dell* istrumento che essi così of-
bisogna tagliare un bel pezzo di realtà su cui fronomuta molte altre cose > (2).
questo potere creativo della fede non riesce, Nel James, dunque, non e' è nessuna traccia di
vale a
credenza ai poteri magici, vale a dire alla possibilità,
mente, col James, ma se ne trovano tracce negli autori più di-
per certi uomini, di poter cambiare, a loro volontà,
sparati. In Rabelais si trova un monaco il quale, incoraggiando anche le cose esterne e i fenomeni naturali. Per lui
i suoi amici alla battaglia,
dice « je sgay quelque oraison
: questi poteri della fede si riferiscono solo alla realtà
que m' ha soubs secretain de notre abbaye, laquelle
baillé le
psichica, alla realtà interna.
guarentist la personne de toutes bouches a feu. Mais elle ne me
La fede, cioè, non può modificare, senza V interme-
prouffictera de rien, car te rCy adiouste pctint
defoy », (Gargantua, 1.
XLII).
eh. —Il poeta mistico Novalis ha scritto
diario di azioni muscolari e di strumenti, le cose che
I, « Il mondo :

dipende dalla fede. —


Una cosa per me è quale io la presuppongo. sono intorno a noi, ma può modificare soltanto il no-
— Quando un uomo credesse sinceramente all' improvviso di stro spirito, il nostro carattere, distruggere o creare
esser morale, egli lo sarebbe. —
Dio esiste nel momento in cui certe nostre qualità. Vale a dire che la fede non
cam-
credo a lui. Per mezzo della fede noi possiamo in ogni momento com-
bia le cose ma può cambiare il nostro modo di
fare miracoli per noi, e spesso per gli altri, purché essi abbian
portarci dinanzi alle cose. La fede crea la sua veri-
fede in noi, ecc. » (traduz. di G. Prezzo lini). —
Il noto occultista
la no-
Eliphas Levi (A. L. Constant) afferma « Pour pouvoir il faut
: ficazione nel senso che noi possiamo cambiare
croire qu'on peut, et cette foi doit se traduire inmiédiatement
par des actes ». (Dogtne et Rituel de la Haute Magie, Paris,
io B., p. 97 (The sentiment of Raiionality).
Germer BaiUière, 1856, voi. II. 6). —
Questi esempi si potreb-
(i) W.
Principi di Psicologia (trad. »G. C. Ferrari), pag.
61.
bero moltiplicare. (2)

150
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
stra anima o quella
di altri uomini e cambiare
perciò curezza crescente che ci dà la loro riuscita contribui-
le nostre azioni e la riuscita
delle nostre azioni. sce a render proprio vera la cosa che noi abbiamo
Avviene realmente qualcosa di simile
? Accade dav- cominciato col credere a nostro rischio e perìcolo (i).
vero che la credenza basti a
creare qualcosa che man- La fede dunque non agisce direttamente ; essa non
cava aUa nostra anima ? A me
pare di no. La fede fa altro che provocare l'azione ed è veramente l'azione
sola non basta. lì credere
soltanto che noi saremo che modifica la realtà, cioè il rapporto che noi ave-
capaci di un certo sforzo per
compierlo non è suffi- vamo stabilito tra la fede e la realtà — e che forma
*

ciente. Prima di tutto il fatto


una forma di manifestazione di
stesso di credere è già r idea più popolare della Will to Believe — non è in
quella forza che ab- fin dei conti se non un caso speciale delV influenza del-
biamo fede di possedere, è una prova,
cioè, che la pos- razione sulla realtà, un' influenza che tutti conoscono
sediamo almeno in parte anche prima
della fede Ma e che non ha niente di paradossale. Vale a dire che
sopratutto, e' è questo : che la fede sola, non accom- la fede — a meno di ricorrere ai 'poteri miracolosi
pagnata da azioni corrispondenti
a questa fede attribuiti ai santi, agli occultisti ecc. — direttamente
non riesce a nulla Cè
un'ascensione pericolosa da non crea. La fede può sorgere dall'azione e può pro-
compiere — tanto per riprendere l'esempio
caro al durre dell'azione ed è l'azione che, formando delle abitu-
James — e noi abbiamo fede di potere
salire feli- dini, ne crea delle nuove e modifica le antiche. Il potere
cemente alla cima. Va benissimo. Ma questa fede, se della credenza sull'anima si riduce al potere degli atti ri-
resta li, non ci dà nessuno aiuto per la vittoria. L'im- petuti sulla formazione delle abitudini delle attitudini.
poitante è di agire come farebbe uno il
quale real- Nonostante tutto questo, le teorie centrali della
mente possedesse tutta l'energia e l'abilità necessaria Will to Believe sono fra le più eccitanti e fecondanti
per arrivare alla cima. Bisogna
cioè che alla fede ten- del pensiero contemporaneo e questo senso della ne-
gano dietro gli atti, occorre che il
credente alpinista cessità dell'avventura e della plasticità delle conoscenze
faccia tutti suoi
movimenti con quella sicurezza e
i
e delle cose, che rinfrescano ora la pietrosa e spinosa
queU'agUità che usa il vero alpinista
che non ha biso- filosofia tradizionale, è dovuto alle suggestive idee
gno di ricorrere aUa credenza nella
propria capacità di William James.
per mandare a buon fine l'
impresa. Vale a dire che U 1906.
meccanismo di questa influenza della
fede suUa realtà
è questo Noi crediamo una certa cosa
:

a questa credenza noi


in seguito — (i) Tutto questo è d'accordo con le teorie che fanno della cre-

denza stessa una forma di azione « croire à la possibilité d'un


:


facciamo gli atti corrispondenti mouvement — scrive C. Bois — c'est déjà le commencer »,
l abitudine di questi atti, la loro ripetizione e la si- (Psychologie de la Croyance. — Paris, Alcan, 1902, p. 95).

152 133
X.

Il Pragmatismo e i partiti politici


:-^-

Una questione che potrebbe offrire un saggio di


applicazione del pragmatismo è quella deUo. classifica-
zione dei partiti politici.
Molti lamentano, da noi, la confusione dei partiti,
— altri, all'opposto, si lagnano che son troppo divisi.
n vero è che le distinzioni ci sono,ma che non sono
quelle credute e ammesse da quasi tutti. I partiti po-
litici italiani che hanno uno stato civile sono otto :

Cattolici, Conservatori, Liberali, Radicali, Repubbli-


cani, Socialisti, Democratici e Anarchici. Ognuno di
questi partiti crede di avere un programma suo e un
carattere suo. Ognuno vorrebbe, naturalmente, pro-

durre dei cambiamenti negli affari pubblici (anche i

conservatori) e ognuno crede, non meno naturalmente,


che il cambiamento proprio sarebbe diverso da quello
di tutti gli altri.
Cominciamo Topera del disinganno. Osserviamo,
prima di tutto, due fatti che tutti o quasi tutti questi
:

partiti hanno nei loro programmi alcune parole co-


muni mentre nella pratica si comportano differente-
mente —e che vi sono partiti i quali hanno teorie
diverse ma agiscono in modo simile in casi pratici simili.

155
PRAGMATISMO
•PRAGMATISMO
È facile trovare esempi del primo caso. Chi oggi
meno alcuni cattolici vieux jeu e alcuni n secondo caso è pure molto frequente : ci sono par-
legittimkti ki-
vaUdi, non afferma la sua soddisfazione per titi i quali fanno dei discorsi che sono il rovescio gli
l'Unità del- Quando però uomini di questi par-
i; Italia ?
Chi non dice, oggi, che la cosa uni degli altri. gli
più necessa-
ria e desiderabUe e titi diversi sono posti in condizioni identiche si scopre
piacevole è la libertà ? Chi non af-
ferma di voler ottenere la che agiscono identicamente. I radicali, ad esempio, dico-
prosperità del paese ? Ma
guardate dopo aU'opera tutti no di differire dai conservatori nell'affermare che tutti i
questi uomini che pro-
nunciano con identica enfasi cittadini sono liberi di associarsi e di manifestare in
identiche parole Vede-
teh in pratica. Per certuni tutti i modi le loro opinioni. Però, quando scoppiano
l'unità non è che un fatto
tumulti e le folle rumoreggiano, tanto ministri
compiuto che si accetta per timore
altri èun gradino sorpassato, che deve
di peggio — per i

conservatori che i ministri radicali e repubblicani


i

man-
preparare l'a- fanno sparare quando occorre.
dano dei soldati e
scensione all'unità di tutti i
popoli -
per altri an-
li

conservatori differiscono teoricamente dai sociaUsti in


I

cora è sempre un ideale


presente e definitivo e non
ancora mteramente soddisfatto quanto danno una grande importanza alla polizia e al
giacché l'unità non è pro-
prio completa. Perciò alcuni mantenimento dell'ordine pubbUco. I socialisti, infatti,
cercano di deviare il senti-
mento patriottico verso l' internazionalismo, maledicono le guardie e protestano contro le misure
e altri cer-
cano mvece di eccitarlo per di sicurezza del governo, ma però appena si son tro-
mezzo dell' irredentismo.
Fer la libertà vati, come nello sciopero generale del 1904, con qual-
caso è ancora più chiaro. Per
il
i con-
servatori e i cosa di simile alla responsabilità del potere, hanno su-
Uberali libertà significa
sopratutto liber-
ta di lavoro, cioè libertà bito organizzato le cosiddette « squadre di vigilanza &,
di difesa contro gli orga-
nizzatori di sciopero, libertà munite di distintivi speciali e autorizzate a usare
di krumiraggio •
per i
socialisti invece Ubertà modi energici, le quali non erano altro che T incarna-
significa soprattutto libertà
di zione proletaria delle pattuglie e delle ronde.
non-lavoro, o libertà di lavorare
meno, cioè libertà di
organizzazione e Ubertà di I conservatori e i liberali differiscono, sempre teo-
propaganda anche a mano
armata. Per i primi libertà ricamente, dai socialisti negli ideali che si formano per
significa chiamare i soldati
i destini d' Italia. Gli uni vorrebbero un* Italia grande,
per proteggere quelli che
voglion lavorare
^confi Ubertà significa mandar via

per i forte, temuta, ecc. ecc., gli altri un* Italia modesta, eco-
i soldati e hnpe-
dire che . knimiri lavorino. noma, casalinga, ecc. Quando però si tratti di fare
Le parole sono le ste^e
ma le conseguenze pratiche che se qualcosa per preparare questa «più grande Italia^,
ne traggono e se'
ne aspettano sono opposte. tutti sono d*accordo nell'opporsi con tutti i mezzi. La
nostra espansione africana è così malvista e osteg-
156
157
PRAGMATISMO PRAGMATISM©
giata dai borghesi moderati lombardi come
dai socia- una rif<3rma o una rivoluzione, vogliono procedere per
listi romani e napoletani.
A
parole diverse, cioè, cor- gradi, con prudenza, cum iudicio, a piccole dosi — gli
rispondono azioni eguali (i).
altri invece sperano tutto dalla rapidità, dalla pron-
Tutto questo è semplicemente una pregiudiziale mano.
per tezza, dal colpo di I riformisti e i rivoluzionari
far vedere come la classificazione comune e ufficiale sison manifestati ora nel partito socialista perchè que-
dei partiti non corrisponda niente affatto alle tendenze sto è più vivo ed ancora in via di formazione, ma sono
reali e pratiche degli uomini che li compongono. Bi- apparsi ed esistono in qualsiasi altro partito : esiste-
sogna trovare, dunque, qualche nuova
distinzione più vano, ad esempio, nel partito unitario intorno al 60,
realista e pragmatistica deU altra
e qui sta il difficile. sotto i nomi di partito cavouriano e di partito d'azione.
Occorre forse, come direbbe un Nietzsche politico, Quanto alle differenze di teorie — differenze, in-
una transvalutazione dei valori politici. Ci sono mutino anche in dif-
infatti tendo, vere e proprie, cioè che si

'A
dei partiti che son divisi da altri sulla
carta ma che ferenze di pratica — non ne vedo che una quella tra :

agiscono, in quasi tutto, come se


fossero identici coloro che vogliono che lo Stato faccia quasi tutto e
-— d'altra parte, in uno stesso partito, Tra
ci sono
gruppi quelli che vogliono che non faccia quasi nulla. i
di uomini che vanno sotto uno stesso nome
e che primi vanno insieme, per esempio, i clericali e i socia-
spesso sono fra loro in contrasto
inconciliabile. An- listi — fra gli altri i liberali e gli anarchici.
che qui, come dappertutto, occorre
fare nuove as- Ma questi due grandi partiti, che si potrebbero
sociazioni e nuove Mi contenterò
dissociazioni. di chiamare coi vecchi nomi di socialismo e di libera-
accennare, per ora, alla cosa più
urgente, cioè aUe lismo, si suddividono a loro volta rispetto a due que-
dissociazioni.
stioni che possono produrre immediati mutamenti
Una prima differenza, non riconosciuta ufficial- pratici.
mente ma sostanziale, è queUa tra lenti e fretto- I primi, cioè quelli che vogliono estendere razione
losi, tra quelli che vanno adagio e una questione di persone.
quelli che vo- dello Stato, si dividono sopra
gUon far presto.
Ogni partito racchiude quasi sem- Tutti affermano verbalmente che lo Stato deve fare il

pre in sé due partiti quello dei sedentari e queUo


:
vantaggio di tutti ma in realtà ci sono alcuni, chia-
dei corridori. I primi, si tratti di fare una reazione mati conservatori, i quali cercano che lo Stato serva
piuttosto alle classi ricche e possidenti, e ci sono altri,
(i) Queste
parole furono scritte nel 1905. Durante V che si chiamano socialisti, i quali tendono invece a
impresa
della TripoUtania (1911-X2)
l'attitudine dei partiti fu alquanto metter la Stato in balìa di coalizioni delle classi po-
diversa.
vere e lavoratrici.

158 159
XI.
PRAGMATISMO
I secondi, cioè quelli che vogliono dimifcire il
dominio dello Stato,
Le verità per la Verità
dividono invece sopra una que-
si
stione di misura. Tutti dicono che
l'individuo dev'essere
libero più che sia possibile, ma alcuni,
detti liberali,
credono che per raggiunger questo è necessario
lasciare
al governo le funzioni elementari
della società, co-
me la giustizia e la difesa, e altri, detti
anarchici,' cre-
dono invece che ogni governo è perfettamente
inutUe
e chegli uomini debbono abolire ogni
forma di potere motivo più comune del disprezzo di tanti per la
11

collettivo se voglion viver felici. filosofia è lasua gran varietà di opinioni e di sistemi.
Abbiamo già delineato in questo modo — nel mo- Guardate invece, dicono, le scienze. Li e* è continuità
do più rapido possibile — uno schema* di di sviluppo con scarti definitivi delle teorie riconosciu-
cazioni fondato su reali differenze di
azioni e
classifi-

non su te false o imperfette —


lì e* è concordia, armonia e
apparenti diversità di frasi e abbiamo mostrato tranquilla unità. In filosofia, invece, son sempre da
come il
Pragmatismo^ può contribuire a smascherare risolvere i problemi nati tremila anni fa, son ancora
certe false
diversità politiche
come sopprime delle pseudo anti- sostenute le soluzioni proposte accanto a quelle tentate
tesi filosofiche. dopo e tutta la storia della filosofia è un dialogo infi-

nito, a continua botta e risposta, che a momenti ha


il frastuono e Taccanimento di una rissa.
1905.
Ma questo confronto tra le scienze e la filosofia non

è fatto come deve e non è giusto. La storia della


si

filosofia, dandoci notizia di questioni che più dawicino


toccano le nostre sorti non passeggere, è più studiata
e meglio conosciuta della storia delle scienze. Se anche
questa si studiasse a fondo la stessa varietà di opinio-
ne, di sistemi si ritroverebbe tra gli scienziati come tra
i filosofi. Ma nella scienza, rispondono, a un momen-
to dato e' è un accordo quasi completo —
e la diversità
è nella storia presa tutta insieme e non già, come in
filosofia, nella perpetua attuaUtà.

160 \ 161
li. — PArAMii Pragmatismo,
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Anche a questo ci sarebbe da rispondere — cioè ni di un popolo eppoi si disprezzasse e canzonasse
che in uno stesso tempo, e anche oggi, vi sono
tra quella città per il suo troppo alcoolismo. Quando ima
gli scienziati disaccordi e opposizioni non solo circa questione pareva oscura e non terminabile col calcolo
la scelta delle ipotesi e delle formule più appropriate
o l'esperienza si diceva : è una questione filosofica !

a spiegare o a rappresentare dati gruppi di fatti,


ma Dopo ciò lamentare la discordia dei lìlosofi, capri
anche circa l'esistenza o il carattere dei fatti stessi.
espiatori delle difficoltà di tutti gli uomini, è la più
Ma il più grave è questo ogni scienza o serie di scien-
:
perversa ingratitudine che sia nata dal più vizioso de'
ze fa sorgere, ricercandone principi o le
i spiegazioni circoli.
più gererali, problemi astratti, sottoposti più di tutti
Con ciò abbiamo giustificato ma, nello stesso tem-
gli altri aUa moltepHcità delle soluzioni per la loro po anche ammesso, senza discussione, la perpetua
stessa generalità e per l'enorme difficoltà di
applicare discordia dei filosofi e la irriducibile varietà dei siste-
ad essi il controllo delle esperienze particolari. Finché
mi. Ma può negare la discordia
se nessuno pur —
le scienze formavano un tutto indiscriminato assieme
rinonoscendola spesso prodotta da illusioni e miscon-
alla filosofia questi
ziati e da
problemi erano tormentati da scien-
ma
cezioni —
si può bensì dimostrare come quella fami-
filosofi, coll'andar dei tempi ogni scienza
gerata varietà sia minore di quel che sembra e non
ha fatto parte da sé stessa e ha cercato di ehminare
i
cosi irriducibile come ci s' immagina.
problemi cosidetti ultimi, anche quelli stessi che sorge-
Per chi non si lascia frastornare dalle parole la
vano da ciò che formava la materia sua, per svolgere
cosa è chiara. Entrando nel vivo del pensiero, coll'in-
e assicurare quella parte più particolare e positiva
che tenzione decisa di vedere quel che e' é veramente di
si prestava meglio al lavoro associato
ed alle applica- pieno e di significante, traducendp le parole, analiz-
zioni pratiche. A questa maniera è accaduto che i
zando le formule, sfrondando le amplificazioni, scom-
problemi generali, scacciati dalle scienze e talvolta
da pigliando le simmetrie smascherando finte
artificiali,
tutte le scienze che insieme v'erano mteressate,
sono profondità e simboli misteriosi, si giunge a scoprire
stati detti filosofici per
antonomasia e lasciati unicamen-
che il numero delle soluzioni è assai minore di quel
te, o quasi, alla riflessione dei filosofi. È avvenuta
che può parere all' ingenuo lettore di una storia della
perciò, attorno alla filosofia, la concentrazione di
tutti filosofia. Per avere il conto giusto bisogna eliminare :

quei problemi per natura loro soggetti al dubbio


e i) le teorie che non significano assolutamente
all'opinione personale, perchè più difficilmente sciogU-
nulla (e ce ne sono !)
bili, col resultato che ogntmo vede.
Sarebbe lo stesso 2) le teorie che ripetono con parole diverse (e a
che si deportasssero m una sola città tutti gli ubriaco-
volte con più lungaggini e meno precisione) altre teo-

162
163
PRAGMATISMO
PRAGMATISMO
rie :
-— alcune delle famose rivoluzioni e riforme filo-
diversi concetti che per ogni filosofo sono via via i
sofiche si riducono, in fin dei conti, a cambiamenti di primari invece di escludersi a vicenda vengono tutti
terminologia !

insieme ad occupare il loro posto per fornirci una rap-


che non son altro che pezzi separati di
3) le teorie
presentazione più giusta, integrale e precisa della realtà.
una teoria pie vasta e matura.
Ogni sistema è una frase vera, ma insufficiente da
Per le due prime operazioni ci soccorre il pragma-
sistemi messi l'un insieme all'altro formano
tismo — per la terza l'hegelianismo quando sia inteso
sola ; tutti i

di tante ^rasi vere quel discorso completo eh' è l' intera


in modo
più ragionevole del soUto.
verità. Immaginiamoci che molti uomini costretti a
Ma fatta questa ripulitura rimangono pure teorie
descrivere una stessa cosa, abbian fatto descrizioni simili
f che non s'accordano e sono o paiono diverse. In che
cosa son davvero diverse ?
ma che ognuno di loro abbia scritto in stampatello e
con lettere più grandi e chiare il nome di quella parte
Prendiamo uno de' problemi più generali quello o aspetto dalla cosa che più lo ha colpito e che meglio
:

della costituzione dell'universo, il cosidetto problema


ha veduto. Se noi formiamo im testo unico di tutte
ontologico. Se noi esaminiamo le teorie che haimo volu-
queste descrizioni diverse avendo cura di prendere da
to risolverio ci accorgiamo che ogni sistema ammette
ciascuna le parole in stampatello, otterremo ima descri-
in le stesse cose ma esprimendole in modo diver-
fondo
zione tutta in lettere grandi e chiare, che sarà proba-
so. Ciascuno mette al primo piano, in piena luce, a
bilmente più completa e più esatta di ogmma di quelle
chiave e fondamento, una certa parola o un gruppo di
che hanno contribuito a formarla. È lo stesso caso
parole che anche gU altri sistemi adoperano ma infinita-
del testo critico di un'opera letteraria che si dovesse
mente meno e tengono più nell'ombra. Insomma la dif-
ricostituire di su parecchi codici con varianti e lacune.
ferenza principale tra sistema e sistema, tra metafisica
Accettando di qua una variante migliore e di là un'altra;
e metafisica, consiste specialmente nella maggiore
ac-
seguendo la versione di un manoscritto dove l'altro è
centuazione (belonung, emphasis) di una parola o di una
guasto o mancante indovinando là una parola e qua
;
formula che dagli altri sistemi vien piuttosto negletta
la fine di un periodo, un abile erudito riesce a costruire
che negata.
un testo assai più perfetto, conpiuto e leggibile di
La dicordia tra i metafisici si ridurrebbe a questo :
tutti quelli sui quali ha lavorato.
nel decidere quale elemento dell'universo debba fare Un lavoro similedovrebbe fare colle filosofie.
si
la prima parte, e quale parola o formula
metafisica Non è sempre vero che una filosofia escluda a priori
dev'esser la più espressiva nel dramma del mondo, ma
le altre. Ogni grande sistema esprime ima faccia della
noi possiamo pensare a un corpus filosofico in
cui i verità e se la verità è un prisma bisogna riunire tutte

164
165

L-
!3^p**»

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
le faccie esistenti e le possibili per farla passare e inventori questa parzialità
dallo che non sono scopritori
stato di superficie a quello di solido. Ogni grande ve- è dannosa. L'unicismo, utile
non è necessaria ed anzi
rità, vissuta e pensata, ogni grande non porta nulla
intuizione filo- in passato e scusabile, è ridicolo in chi
sofica non è né può non devono
esser falsa e le verità di nuovo.
né possono reciprocamente annullarsi. Se un filosofo Ormai r« epoca delle scoperte» è finita anche in
ha visto con più acume e rappresentato con maggiore filosofìa : quasi tutte le soluzioni possibili sono state
energia un lato della realtà non é detto ch'egli ab- messe innanzi. Si tratta ora di fame l' inventario com-
bia negato l'esistenza degli altri; se per rappresen- di riconoscere quali sono identiche
pleto e preciso ;

tarsi meglio il mondo s' un certo sistema


é servito di o compatibili fra loro a dispetto delle diversità del
di simboli e di analogie non per questo sarà impossi- linguaggio e di studiare se le rimanenti (poche) sono
bile l'uso simultaneo di altri simboli e di altre analo- davvero irriducibiH.
gie per ottenere una rappresentazione più in filosofia bisogna ormai passare dallo sta-
ricca e molte- Anche
plice e persuadente della realtà.
dio individualistico a quello collettivo, dal semplicismo
Le diversità riferiscono soprattutto alla gerar-
si al pluraUsmo.
chia dei principi e dei termini e ogni filosofo tiene,
per Nei fatti d'esperienza, anche in cerchi ristrettì di
naturale impulso, a quelli ch'egli ha messo in luce primo, fatti semphci, non sempre a un solo effetto risponde
di ogni altro. Ma un filosofo spassionato
che venga una causa sola e non sempre ima data spiegazione è
dopo può benissimo fare a meno di questioni ostinate preferibile, per ogni verso, a tutte le altre spiegazioni
di precedenza e metter democraticamente,
quasi sullo possibili. Come potrebbe dunque esserci una spiega-
stesso piano, i principi via via illuminati
dai suoi zione sola del tutto —
tanto più vasto e complesso ?
predecessori. Prendiamo ad esempio, come abbiam detto, le me-
L'unilateralità cocciuta, la credenza nell'unicità del tafisiche, cioè le teorie generaU sull'essere.
principio onnispiegatore, era giustificata negli scopritori Ilmetafisico, come ogni altro uomo, ha dinanzi a
primi, negli accentuatori parziali, i quah dovevan rivela- sé, quando riflette, un ammasso di esperienze, di ricor-
re, lumeggiare e applicare quel principio. Le dottrine di, d' immagini e di concetti ch'egli* deve e vuole
or-
monistiche hanno dimque avuto la loro parte benefica dinare. Mentre lo scienziato si contenta di volerne or-
perchè senza l'eccitazione iperbolica della creduta unità dinare una parte, il metafisico vuole ordinare il tutto.
alcune faccie dell'essere non sarebbero state messe in Per arrivare a ciò egli comincia collo scegliere ima
piena luce così potentemente. Per agire con frutto biso- parte del tutto e col fare di questa ima specie di mo-
gna aver un fine solo —
un' idea fissa. Ma per quelli dello, di causa e di chiave del rimanente.

i66 167
è

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
Ogni metafisica infatti, per chi guardi in fondo mensamente più comprensibile e — idealisticamente
consiste in questo : neUa scelta diuna porzione o di parlando — più vero. I filosofi sono stati di questa
un aspetto deUa realtà per servirsene come metafisiche più diffuse ed ama-
unità di opinione perchè oggi le
spiegazione rispetto al tutto.
te sono appunto quelle che hanno preso a fondamento
La scelta di questa unità di spiegazione è dovuta
una qualche parte dell'anima.
a varie cause che qui sarebbe inutile
enumerare (desi- Ma perchè, domando io, prendere un elemento solo ?
derio di dominio che fa scegUere la
parte più facil- Lo spirito non è forse qualcosa di straordinariamente
mente cangiabile — comodità e fehcità d'espressione Se noi vogliamo rappresentarci il
ricco e complesso ?

1 — desiderio di no\ità —
bisogno di non contradire mondo come ima grande anima e se facciamo della
ad altre credenze ecc. ecc.) e le scelte successive
hanno metafisicaima gigantesca proiezione della psicologia
ormai coperto quasi interamente il campo
degli ele- nessuna attività va trascurata, nessun aspetto deve
menti possibih. Noi abbiamo avuto le
metafisiche fisiche restare nell' ombra. E come nello spirito dell'uomo
(acqua, fuoco, caldo, freddo, atomi,
energia ecc.) ; queUe v' è la rappresentazione, e il concetto e la volontà e
biologiche (l'universo grande animale ; panteismo ; ilo- r incosciente così in una metafisica integrale e Locke
zoismo) ; queUe antropologiche (il mondo
creato e signo- ed Hegel e Schopenhauer debbon trovarsi insieme e
reggiato da esseri simiH agli uomini
Dei) e psicokh
: ognuno ha visto ed espresso meglio de-
dire ciò che
giche (sensazione, intuizione pura,
idea, volontà, inco- gli altri.
sciente, fantasia ecc.).
Solo a questo patto otterremo una metafisica che
Le metafisiche che hanno in apparenza un princi- abbia senso e che segua, per quanto è possibile con
pio puramente concettuale (sostanza,
monadi ecc. )si parole, l' inesauribile varietà e fecondità delle cose esi-
riducono anch'esse a fattori interni — oppure non stenti. Tutte dottrine che riducono a uno solo Tele-
le
voglion dir nulla.
mento costituente del mondo sono identiche ogni mo- :

Ora se le analogie più chiare e convincenti


son nismo, in quanto resta rigorosamente monistico, si
quelle che ci riportano a oggetti a
noi ben noti e s' equivale. Invece mettendo quasi alla pari gli elementi
ottima norma spiegare l'inferiore col
superiore è divisi noi creiamo una teoria più comprensiva e più
certo che le metafisiche di tipo
psicologico son da duttile per spiegarci via via tutti i problemi partico-
preferirsi a tutte le altre perchè
ci rappresentano il lari che la realtà senza posa ci presenta. Ben di rado
mondo più simUe a quel che e' è di più
prossimo e due principi diversi si negano mentre ben sovente si
conosciuto per noi —
cioè lo spirito. E tmducendo il integrano. ,
mondo in linguaggio intemo esse ce lo rendono
im- Perchè volere che una sola chiave apra tutte le

i68 169
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
porte e che una sola parola operi tutti parla di «filosofia perenne» egli
i miracoli ? Quando Leibniz
Perchè aspirare al despotismo di un solo principio ha in mente un dato indirizzo metafisico, un certo
signor delle cose ? Non è già molto dominare la ster- gruppo ristretto di concetti e di tesi che, a quanto
minata e variopinta e variosonante moltitudine delle egli crede, si trova ne' maggiori sistemi costruiti pri-
cose con una piccola oligarchia di principi ? Si dunque, un monista rispetto
appli- ma di lui. Egli è, alle
chi, anche nell'organizzazione del pensiero,
quel prin- filosofie — uno che vuol ritrovare attraverso le teorie
cipio della divisione del lavoro tanto raccomandato
da anteriori sua la una teoria
teoria, — una preferita teo-
Platone nel viver civile —
che ogni principio faccia
:
ria spiritualista che non contrasti col cristianesimo
lavor suo. Quando si vuol per forza lo strumento né con la scienza. EgU non vuol dunque accettare
il

fa -tutto si cade ben presto in una specie di orgogliosa pluraUstica mente le multiple verità per avvicinarsi alla
immobilità.
verità completa ma vuol ritrovare la sua verità attra-
Chi arriva fin qui potrà dire: Si sapeva!
Storie verso la molteplicità delle verità altrui.
vecchie Codeste idee, o meglio codesti propositi di Il tentativo di Hegel per incorporare in im gran
!

sistema le verità via via intraviste dal pensiero umano


rispettare le idee degli altri, richiamano aUa memoria
altri propositi, altri programmi. Ci fanno ricordare, per è senza paragone più profondo. EgU non vuol scegliere
non dir altro, la filosofia perenne di Leibniz, le sintesi come i sempHci sincretisti e come faceva, in fondo, lo
di Hegel, l'eclettismo di Cousin.
stesso Leibniz —
egU vuol superare, cioè integrare via
-

Questi ricordi non son fuori di posto tanto è vero :


via con veri particolari concetti sempre più generali.
che son venuti anche a me. Ma se anche questo pro- tentativo grandioso dell'Hegel è stato vizia-
]^a il
gramma di coordinazione filosofica fosse tolto di peso to dal fine monistico. Egli accettava strada facendo le
ad altri programmi e non facesse che ripetere vecchi teorie e le intuizioni speciali ma per chiuderìe ne' suoi
tentantivi non si potrebbe sentenziare senz'altro che schemi aveva bisogno di fabbricarsi concetti cosi com-
r idea è sbagUata e che il tentativo non può riuscire. prensivi che il contributo concreto di quelle teorie e
Non tutte le imprese che furon cominciate e che non intuizioni speciali veniva a perdersi e a fondersi nel
riuscirono son destinate eternamente a fallire; dell'astrazione. Egli accettava le varie teo-
non mar bianco
tutti i pensieri che si credette di confutare son morti rie finché era in cammino, ma per potersele condurre
per sempre senza speranza di resurrezione. tutte dietro le pigiava, le soffocava ed i suoi occhi
Ma le differenze tra le intenzioni su esposte e quel-
erano accecati dal miraggio deWunica realtà da rileva-
le de' tre filosofi rammentati ci sono e non sarà diffi- re,da seguire, da raggiungere —
da quell' Idea proteo
cile farle vedere.
che doveva esser tutto, ingoiar tutto, spiegar tutto.

170 171
PRAGMATISMO PRAGMATISMO
esser tutto — e che perciò, come sempre, alla stretta non tanto diverso da rivelarci aspetti, lati ed elemehti
dei conti, non dette tutt'al più che la spinta verso al- della realtà che prima non fossero considerati abbastan-
cune parti del tutto. za. Cacciar via le buccie vuote, le semplici repliche
Cousin è più ragionevole e meno grande.
Prima di — e nient 'altro. Tutto il resto è materiale buono e da
Il
tutto nel suo eclettismo è impUcito
il proposito di sce- non esser rifiutato se non in caso di patente disaccor-
gliere, cioè di rigettare
assolutamente come false alcune do non già con altre teorie ma colla realtà me-
teorie passate. Anche Cousin mirava, come il Leibniz,
il desima.
a una filosofia spiritualista la quale,
pur tenendo fermi Da questa veduta sulla preparazione di una filosofia
alcuni degli acquisti più sicuri fatti il pluralismo delle verità per strin-
dal pensiero, difen- integrale che accetti
desse e sostenesse un numero ristretto
di principi non gere più da presso tutta la verità, provengono due
4
troppo in contrasto con la religione
dominante. Quello conseguenze.
di Cousin è dunque un pluralismo limitato, rabougri Prima grande importanza della storia della filo-
: la
m quattro sisteimi,(sensualismo, idealismo, scetticismo, sofia stessa. Non che la storia della filosofia sia iden-
misticismo) da' quali egU succhia,
come timida ape! tica, come vogliono Cousin e Gentile, alla filosofia,
quel che più conviene per farne
gli il dolce miele dello ma essa n' è certo, oggi, la preparatrice e collaboratrice
spiritualismo cristiano. pensieri altrui
indispensabile. Altra cosa è narrare i

Bisogna invece, secondo me, accettare ma per pensa-


tutta la ric- e altra cosa è pensare per conto proprio,
ca pluralità della vita filosofica, compiutamente è necessario, a
senza fermarsi davan- re più perfettamente e
ti a nessun verboten,
e senza prendere sempre come questo punto della civiltà in cui il pensiero ha già
base di scelta sistemi formati ma
i
anche le soluzioni una storia abbastanza lunga, conoscere e ricordare
particolari di problemi particolari. ipotesi e magari le
Bisogna compilare tutti i pensieri, le intuizioni, le
una specie d'inventario delle questioni
e vedere quante fantasie di quelli che vennero prima. La nostra attivi-
soluzioni vi siano per ciascuna I
di esse, e quaU signifi- tà personale deve ordinare, esaminare, correggere, e-
chmo veramente qualcosa, e fino a che sprimere meglio, saldare insieme, riempire i vuoti
punto le rima-
nenti si escludano. ma non può improvvisare e rifare
rifinire e ripulire
Non debbono scacciare quelle teorie che non si
si
da sé venti secoli di travaglio concettuale. La storia
accordano perfettamente a una corrente gran magazzino e gran labo-
di pensiero della filosofia è oggi il il

scelta prima e prediletta in fondo


al cuore, ma elimi- ratorio in cui si fa la filosofia —e si continua, perciò,
nare soltanto quelle che non voglion La quale però non deve
dar nuUa e quelle la stessa storia della filosofia.
che ripetono cose da altre dette
con un linguaggio studiare solo i maggiori, ma anche i men noti — e

172 173

»«*!
'm^ -

PRAGMATISMO PRAGMATISMO
non solo in ordine di ma in ordine di problemi e
tempo verrebbero a esser coperti dai fili delle altre, le maglie
non solo in astratto ma
comparativamente. sparirebbero o diverrebbero senza confronto più fitte
Altra conseguenza che si può intravedere
per ana- — e allora, forse, assai meno realtà sfuggirebbe al
logia come in chimica la teoria delle serie de' corpi
; nostro millenario e bramoso inseguimento.
ha condotto alla scoperta dei corpi nuovi come in
;
biologia r ipotesi evoluzionista ha portato 1911.
alla scoperta
e ricostruzione di specie intermediare, così
in filosofia
l'ordinamento in serie delle metafisiche passate
potrà
forse condurre a scoprir
lacune e a costruire altre
le
metafisiche possibili e immaginabili ma che non
furon
fatte per la minore comodità che
presentavano rispetto
ad interessi morali, religiosi o pratici.
Se le metafisiche non son altro, come abbiamo
vi-
sto,che estensioni analogiche di una parte al
tutto,
può esser ben avvenuto che alcune parti non siano
state ancora inalzate alla gloria di unità
espUcative e
che con ciò noi abbiamo perduto alcune
illuminazioni
di pensiero e alcune latebre di realtà.
La proposta contenuta in questo scritto non è eroica
ma è forse giusta.
Nella filosofia non si tratta sol di scoprire o di an-
nunziare — ma di accostare più dawicino la realtà e
di esprimerla col linguaggio più
ricco e più preciso.
A me pare che le teorie parziali de' filosofi sian
come
reti a larga maglia colle quali vogliano stringere
il
mondo e tantisshne cose scappano traverso i
buchi !
i
OH
— or runa ed or l'altra, secondo la fabbrica e la
struttura della rete.
E se qualcuno mettesse insieme le reti, una sopra
l'altra, intrecciando filo con filo ? Gli spazi di ciascuna

174 175
INDICE i

Avvertimento Pag. 5
I. - Morte e resurrezione della Filosofia 13

II. - Unico e Diverso 35


II. - Dall'uomo a Dio 6i

IV. - Introduzione al Pragmatismo 75

V. - Il Pragmatismo messo in ordine 91

VI. - Non bisogna esser Monisti 99 in

VII. - Volontà e Conoscenza 119


'hi
Vili. - Agire senza sentire e sentire senza agire. . . . 125

IX. - La volontà di credere i43

X. - Il Pragmatismo e i partiti politici 155

XI. - Le verità per la Verità i6j

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