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ANALISI DEL TESTO “OIME IL BEL VISO, OIME IL SOAVE SGUARDO”

Questa poesia fa parte dei 366 componimenti del Canzoniere, l’opera più celebre
scritta in lingua volgare di Francesco Petrarca, un poeta molto importante che ha
introdotto il periodo rinascimentale del 400 e che ha posto le basi della letteratura
italiana. Il Canzoniere è un’opera che si incentra sulla figura di Laura e questo è il
primo componimento dedicato a lei dopo la sua morte avvenuta nel 1348 e
successivamente il poeta riorganizza l’opera. Dal punto di vista strutturale ha la
forma di un sonetto, un componimento breve di 14 versi endecasillabi con 2
quartine e 2 terzine in cui troviamo la rima incrociata nelle quartine (ABBA ABBA) e
la rima varia nelle terzine (CDE CDE). Il lessico adottato è semplice e comune con
periodi brevi e con la presenza di figure retoriche come l’anafora, cioè la ripetizione
di una o più parole all’inizio dei versi, che è utilizzata nei primi 3 versi dalla parola
“Oimè”. Con questo termine Petrarca descrive la sua amata Laura come se le sue
caratteristiche brillanti fossero una condanna per lui, in quanto soffre ancora di più
per la sua mancanza. Invece nel quinto verso viene utilizzata una metafora con la
quale Petrarca definisce l’Amore come un dardo, che dal momento in cui ella gli ha
sorriso questo Amore gli si è conficcato dentro dritto al cuore come una freccia. Il
poeta definisce l’amata come “un anima regale” per cui la interpreta sotto le vesti di
una regina e qui notiamo la differenza con Dante, il quale invece definisce la sua
amata Beatrice “un anima divina”, ciò dimostra che Petrarca coltivava un amore
puramente passionale e terreno. Purtroppo con questa scomparsa precoce della sua
donna amata, il poeta sarà costretto a contemplare la sua esistenza solamente con il
pensiero, in quanto non potrà più ammirarla con i propri occhi. Petrarca era un
poeta pieno di conflitti interni che gli procuravano dolore, e una di queste cause era
l’Amore per Laura, in quanto tale sentimento non poteva essere controllato e
nonostante egli si rifiutasse di fronte a esso sfortunatamente egli non riusciva a
sottrarsi a tale Amore, infatti in questa poesia la parola “Oimè” assume una grande
importanza perché racchiude questo concetto contradditorio di Petrarca. Egli vede
questa perdita come un'altra sventura nella propria vita, anche se in molte altre
poesie petrarchesche dedicate a Laura il poeta ha sempre definito questo Amore
uno sbaglio che gli procurava sofferenze, come ad esempio nella poesia “Pace non
trovo, et non ò da far guerra”. L’ultima volta che la vide era sopraffatto dal desiderio
e dalla speranza per una vita insieme, ma senza rendersene conto la vita lo ha
privato della sua amata prima del previsto. Una somiglianza con le altre poesie di
Petrarca dedicate a Laura è la descrizione di questa idea di Amore che non permette
al poeta di vivere serenamente, sia nel caso in cui l’amata è in vita sia dopo la sua
morte. In tutti i suoi testi riesce perfettamente a trasmettere la sua condizione
emotiva e mentale, condividendo i suoi dubbi e i suoi tormenti e ciò è una
caratteristica molto importante secondo me perché è attraverso i testi poetici che
riusciamo realmente a capire e studiare un poeta o qualsiasi personaggio storico.

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