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I Preistoria e protostoria nel territorio di Castelsardo di Paolo Melis nat Leta prenuragica che tracce relative all’insediamento umano, nel territorio di Ca- . tisalgono al Neolitico recente, intorno al 1V millennio a.C.; Pas- senza di attestazioni precedenti 2, tuttavia, da imputare sicuramente a ca- renza di indagini Infati,cralasciando lepisodica frequentazione di caccia- toti del Paleolticoinferiore nel bacino del Rio Altana-Rio Anzos, fra Perfu- juts ¢ Laerrut, per PAnglona settentrionale disponiamo ora dell’eccezionale sequenza stratigrafica cella grotta Su Coloru, sempre a Laerru, che fornisce le prove di un popolamento ininterrotto gii a partire dal Mesolitico® é proprio di un monumento neolitico, la domus de janas della Roc- cia dell’ Elefante, la prima probabile segnalazione (seppur involontaria), esistente in ura, di testimonianze archeologiche presenti in quest rea. La singolare formazione roeciosa verrebbe menzionata, con il suo an- ‘ico nome di Petra Pertusa’, in un documento del 1153, in cui il giudice onnario di Laccon conferma a Monte Cassino le donazioni precedente- mente fatte al monastero di Santa Maria di Tergu+. La Petra Pertusa viene infatti utilizzata come riferimento per la delimitazione dei confini delle ter- ‘oggetto della donazione; V'ipotesi dellidentificazione con la Roccia del- "Elelante, da noi avanzata tempo addietro*, @ ora confermata anche da Mauro Maxia® 1 Marat 00) 2. Flaw, MAKIN, PHEZALIS (2000), 4 Atestato in Liste 0887, p. 95: TARAMIELL (1927), 3 fi, to (sa Pera Prtunta: autor, tutavi,cta anche i “nute” nome dielefent). Nella seconda eizione del volume Meonreguo arcculogic on Sarda, Ginga 1926, eta nel 939, la figura 89.9 ap. 16 di sexno, opera dG. Spadolin, er i stato presetaro da Antonio Taramell nel i914, nella Gui- “Ad det meee mazionate di Cala, feito cuttavia a una tomba senza nome di Sedini (TARA MULL, gt ta. Eig 9 44 SA 929, pp. SMEs om 6 Mats 997, ph. 72 Va detto, a onor del vero, che il primo documento contenente una pos- sibile citazione della Roccia dell’ Elefante potrebbe essere assai pitt antico e risalice addivittura al 1 secolo d.C.; nell'Itinerarium Antonini, redatto du ante Vimpero «li Caracalla, tcoviamo infatti la stazione di Elefantari, lo lizzata lunge la strada fra Tibadla (Castelsardo?) e Olbias dell identifiewzione fra Elefonturia e Vattuale Roccia dell siren e autorevole so nitore Massimo Pittau”, Tralasciando la controversa questione sull'ubica- zione di Tibula*, per la quale René Rebuffat sembra ora aver suggerito una soluzione abbastanza socklisfacente?, vi é da dite che Pipot va, in ogni caso non sembra trovare conforto nella documentazione esi tee pertanto non vi insisteremo™ La Roccia dellElefante ospita, al suo interno, i ‘mus de janas", scavate in un blacco erratico di trachite, mezza costa del pendio che dalle alture del Monte Lu Castellaceiu digrada verso la valle del Rio Cuggiani. Le tombe, quasi certamente, vennero scavate in due momen i antica (tomb 1) si apriva ad una eerta altezza dal piano di campagna, doveva avere ingressc udovest ed uno svi luppo phinimettico dlifficilmente ticastrti dlellestremo stato di rovina, Residuano i tre ambienti pit interni disposti hungo lasse trasversale nord-ovest/suchest. Lat cella maggione & quella di sinistra, «i forma rettangor lare (m 1,80 x 0,90 x 0,90 «i altezza) disposta trasversalmente rispetto al va- no centrale, quaclrangolare (m 120 x 1,20 X 0,90), che fungeva da disimpe no anche peril terzo ambiente di lestre: una sorta di piecola nicchia trian- zolare di m 0,67 X 0,75 x 0,80. Tutte le celle sono completamente prive lel Ja parete meridionale, scomparsa a seguito della totale rovina del masso er ratico su quel lato, Contigue alls piccola nicchia, sono le tracce appena per ceuibili di un altro vano meridionale: forse i esti di una gra sversale, oppure tn ampio padiglione aperto sulla ronte, c origine il gruppo dei tre piccoli ambient Fu probabilmente proprio lo scavo di questa tomba, nel registro supe: tore del masso, la causa che determind il completo cedimento della roccia nel fronte meridionale, cel quale rimase ancora integto soltanto un sottile lembo superiore, proteso verso il vuoro; ed che, nell immaginario popolare, divenne la “proboscicle” del grande elefante di pietra, che epar che esea dal didu > PUrTAU gtr 54 S.20e6 4 igo) AVL go) pp sz. 9, Reawrar tay to Ina anche u ia, cortiapondent o Til © Tibulas a Castesaedl, some con cite 4 chilomety fra questo cents lea amp rnumentosoltanto ls ibtogratia esse ppubblicarione di mauaior respi. su slo eu aban i aia be | REISLOWIAE PROTESTOOMA NEL TERMLOWO DE CASTEESARDO ” Ja jungla e sincammini verso la montagna». Ad esprimersi in questi termini fu Edoardo Benetti, nel 1914", che gid pochi anni prima aveva descritto il asso come un «colossale elefante”: una testimonianza importante, poiché per la prima volta compare ulficialmente il nome di “Elefante” ad indicare ‘questo masso traforato dalle due tombe ipogeiche. one, alla base del masso, della seconda tomba (tomba 1), la pit fu forse determinata dalla necessita di soppiantare il preceden- ipogeo ormai andato in rovina. La domus de janas"* ha lingresso precedu- to da un breve dramos 0 invito a cielo aperto, notevolmente rovinato. Il pri- mo vano che si incontra, l'anticella, @ un ambiente quadrangolare (m 1,37 X 1,40 X 0,83) riceamente ornato da rlievi scolpiti alle paret. Ai lati sono pre- senti due protomi taurine con ampie coma faleate testa schematica trape- le; quella dl sinistea leggermente pit grande di quella di destra, Alla ba se delle pareti corre un basso zoccolo in rilievo, mentre una sotile fascia, sempre in rilievo, & presente nella parte superiore delle stesse pareti poco sotto la linea del solfitco. Olere alViconografia dellelemento maschile (a 2 Beer ep p. 5 15, BenErt (491). Nel 195 lo stesso Benet, ispettore alle anichitd pee Anglona fece vi sitar le vombe a Taramali ileal ne ifr in una breve nota su «Nostale degli Seavin sb iando tutta toponim ele tombe scavate nea caraterstica rape del! Orso, press la via Castelsardo e Sedinio (TakaMteitt 196, p. 104. nota 1. Taramelli, nella medesima nota, ri ferisce di aver fat ce iio rissuntivo presencato al uegli Ati; purtroppo,nelloster inate rep ‘di questa comunicazione. Anal samente olellatomba che Lovisato avevs premesso di publica ‘in una delle sue memoe sulla palctnologia sur a ui si devono, comungue, la prima de Serizione scientific dll ipoel elo schizao (estremamente schematic) i uno dei mot ‘ile della tombs 1, sebbene la stdioso non ne percepisca ancors Vassaciavlone con dalla peotonne on, 14, Benet riporta un toponime che gi ai suol tempi doveva essere ben consolidato ne! 4a tradizone popolare, seblsene pochi decenni prima Domenico Lovisato seguitava ancora ad ualizzare eselusivamente el Touring cub it PE torio Angits, soltamente attento meticoloso nel desrivre le anti agnalare la presenza dl wstarze delle faten in un massa isoato a pocs distanza dal nuraghe Pad- ‘loggiu (ANGHS, 837, p-29)- Questo i porta aitenereche i definisone di Roceis dellEle- 1 (nelle sue variant di Sasso dell’ Elefante o Crasn des Elefante debba aver comineiato a edersinon pron della secencla met cel XB secolo, con ogni probabil [Nellarticolo di Benet, una foro ei testimonia come nel 1g V'agpetto del mass, 30 pratturto per quel che riguarda la unghezza dela “proboscie”, fos del tutto analogo a quel lo odienno; perde guindlconsistenca la tadlzione orale che pala di un dannegelamento ev venuto nell mediate dopoguerra da parte dun autocarro in teansto lungolastrada state 194, sul cui chi &ubicato il asso, 15 Utlizeiamo il termine enon “, senza nome alle coordinate 40°55 35" Lat. Nord e s°41'ss" Long. Ovest da Monte Mario ealla quota di sgt tutti dati che coin loro on ls posizione del Pada, ‘AKAMEL gt, tv. XV, fig. 22-Foro Anais la seconds edizione del 1929 stampata a Sassi la foe se nucaphhe Pada now & sata inserita; Ms i967], po, nraghe sepea heme SPOUT Goh, poo. mH MILLIS yt pp 9 3 ig |. PRFISTORIAE PROTOSTORIA NE TERRITORO DI CASTELSARDO 3 La torre principale conserva ancora intatta Ia éholos della camera inter- na; misura m 11 di diametro e m 8,50 di altezza residua; vi si accede da un in- gresso piuttosto interrato, valto a sud-est, che introduce in un andito co- perto alastre crasversali A destra del cortidoio abbiamo la consueta nicchia andito, mentre a sinistra si diparte il vano della scala percorribile ancora ‘oggi sino alla sommita cel rudere. La camera, cizcolare, ha un diametro di ‘m 4,30 ¢ un’altezza sull'atuale piano di interramento di m s,to su 14 filari di pietre; vi si aprono tre nicchie disposte nel classico schema cruciforme. A una certa altezza dal suolo si aprivano alcuni interstzirisparmiati fra le pie- tre, che potevano anche essere stati utlizzat per alloggiamento di travi de- stinate asorreggere un ballatoio di legno, in modo da sfrutare anche la par- te superiore dellalta camera a thofos™, Dalla nicchia di destra si dipartiva una scaletta sussidiaria (oggi obliterata dai crolli) che conduceva ad un am- pio vano reniforme (m s x 2 x 2,40) ubicato al di sopra del cortidoio di in- gresso; era illuminato da due feritoie e da un finestrino rettangolare; comu- niicava con landito e con il primo tatto del vano della scala rispetcivamente con un canale risparmiato nelle murature (impropriamente definito «piom- batoio»} ¢ con una stretta botola. II piccolo villaggio di capanne circolari (se ne osserva chiaramente una dim 6 di diametro), a nord del nuraghe, si estendeva con ogni probabiliti anche oltre attuale trincea della vecchia strada provinciale per Santa Tere- sa di Gallura; ebbe un'importante fase di occupazione in epoca romana, co- me testimoniato dalle abbondanti ceramiche che vi si rinvengono, coprenti ico che va dal tt secolo a.C. ad almeno iltv secolo d.C.", ma anche dalla evidente sovrapposizione di edificia pianta quadrangolare sulle precedenti capanne circolari ‘Ad appena 600 metri di distanza in direzione nord-est, ben protetto dal- lealture di Rocca Li Cacciatori, troviamo un nuraghe attualmente in cattivo stato di conservazione, che ruttavia sembra presentare le caratteristiche di tuna fortezza di una certa rilevanza, forse la principale di tutto il piccolo “can: tone” nuragico: il nuraghe Li Colt, Si trata di un nuraghe complesso, for se un quadrilobato, con planimetria dal profilo sostanzialmente retto-curvi- lineo, sebbene unica cortina ancora conservata, quella del retraprospetio, presenti un andamento convesso. La torre principale & purtroppo intera- ‘mente crollata all'interno; aveva un diametro di m tre si conserva per un'al- tezza residua dim 6. Vi si osserva unicamente un breve tratto del vano del- Ja scala, interrotto dalle macerie. Per quel che riguarda il bastione, delle 40. Sull'potesi che aleuni nuraghi potesseroavere la camera a tholor riparia in due wm bient sovrappesti, separati da soppalea ligneo lotr al nuraghi con rsega del tipo Ocs-Gi ve), fe NUVI F986; MEI (2009) Bt, MEAS (92) p25. i 3. nella vecein cata topo ‘eal soon, cel sea qh io, 1.5.0, Castro) won compare Tce roca 36 se ‘quattro torti d’angolo residua soltanto quella di nordl-est, mentre delle altre si possono osservare niente altro che i cumli informi di macerie agli alti tre angoli. La cortina nord, la meglio conservata, ha uno spessore di my 1,70 e< uun'altezza residua di m 3,30 su 9 filari di pietre, ‘Ad una distanza di 200 metti a nord-est, su un ripiano elevato Ingo il pendio che digradu a valle da Rocca Li Cacciatori, troviamo un altro picco- Jo nuraghe, in relazione con la sottostante fortezza di Li Colt si tratta del fnuraghe Tinter, un monotorre dalla tessitura muraria piuttostoirregolare, costituita da laste trachitiche piattea spigoli molto accentuat, Il nuraghe ha pianta circolare, dim 12 di diametro, e si conserva per un'altezza massima di m 3.10 su 8 fila di piete; 'ingresso, ancora ben conservato, immette in un lungo corridoio di m 4,50, a sviluppo lievemente curvilineo, interrotto dal crollo della camera interna™, Sulla sinistea dell’ancito, a m 2,60 dall'ingres- 0, i apreil vano della scala anch'esso obliterato dai cralli Proseguendo verso est, su un crinale ai piedi del versante orientale del ‘Monti Ossoni troviamo un piccolo nuraghe ubicato in una posizione part colarmente significativa, can ampio dominio sia sulla sottostante costa di Lat CGiaecia (in relazione con il nuraghe Prima Guardia) sia, nel lato opposto, sul- la valle del Rio Cuggiani, in relazione diretta con il vicina nuraghe Cuncal il sito & denominato Punta di Lu Baroné®, Si tratta di un monotorre sempl ce, in pietea trachitica, purtroppo interamente crollato; a planimetria& cir- colare e si registra un considerevole diametro di m 12,80, con un’altezza mas- sima residua dim 2 su 3-4 filari di pietre. Si pud ancora osservare qualche traccia dell'ingresso, rivolto a sud-sud-est,e del corridoio retrostante lungo almeno m 4,50 ¢ in origine coperto a lastre trasversali. ‘A sud, circa 300 metr pitt a valle, sorge il nuraghe Cuncali%, un edificio di una certa imponenza purtroppo notevolmente distrutto, soprattutto nei lati meridional. Si conservano i resti di una torre circolare poderoso rifascio, La torre aveva un diametro valutabile in circa m 12 la sta altezza attuale é di m 7,30; llinterno non siosserva alcuna traccia degli am- bienti, ad eecezione di'un breve tratto del vano della scala, interroteo in en- trambi i sensi dalle macerie di erollo, Il rifascio, dello syessore di m 3,60, si conserva per la ragguardevole altezza di m s,20 nel ato nord, e sicarattei 2a pet essere realizzato al di sopra di.una platea costituita da grossi macigni eda affioramenti naturali di roccia trachitica; sulla parte superiore dello stes- s0 tfascio, sempre nel lato nord, sinota un piccolo ‘ambiente (forse una sca- £84. MELIS ig90, p36, foto ap. 37. Anch‘esso, al puri del nuraghe Li Coli compare per 1a prima vole nella vecchia carta topogeaica dell in sala 125.000, del 196t feo Tho 8.0. Castelsindo) e non compace alfato nelle carte topografiche precede 44g La notevok: hunghezza del! andito, in verita aon certo inusitata, hy iadotto Maia parlae di enuraghe a corridoion (MARIA, 1951, p. 28, m S38); cuttavia, Fanalist degli element struturali i porta, pia prudentemente, al annoveraco fea imaraghi a oles, Bj MELIS (991), B36 6. ASS C909) HE (923), p86; BOScOLO, Prog, La Puno po 1. OREISTORLA F PROTOSTORIA NEE. TERRITORIO DI CASTELSARDO 7 1a) che pare in comunicazione con la torte principale forse attraverso un ori- ginario finestrone. Difficile dire se il muro di rifascio non sia in realtail resi- duo lun bastione dall'articolazione pits complessa, in quanto il diffuso crol- lo deisettori meridionale, orientale e occidentale impedisce di avanzare ipo- tesi di sorta, Nei pressi del nuraghe sono ben evidenti le tracce di un abit to-con una fase di frequentazione anche in epoca romana. Llultimo dei nuraghi che siincontra prima della piana del Coghinas, po- co meno di un chilometro a est del Cuncali, é il nuraghe Paltuso™. E un edi- ficio quasi del tutto crollato e completamente interrato, ubicato sul pendio meridionale di una collina in cui notevole deve essere stato il riporto eolico durante i secol, Impossibile allo stato attuale, definire con precisione la pla- nimetria di base del monument, che sembrerebbe essere un semplice mo- notorre, malo stato di rovina suggerisce comunque prudenza nel giudizio. Del tutto illeggibil le strutture esterne;residua parte di una notevole camera a‘bo- os, del diametro valutabile in m 4,80 circa, che nel lato settentrionale (quello pi interrato) si conserva per un’altezza di m 4,00 su 1 filari di pietre ben squadrate di piccole dimensioni, mentre in quello opposto (dove si intuisce Tingresso e parte dell'andito di accesso) & crollata quasi completamente. La camera presenta, ad una certa altezza dal suolo, dei piccali interstizirispar- imiati fra le pietre, usati forse come stipetti o Forse per Valloggiamento di tra- vilignee destinate a sorreggere un soppalco, come nel nuraghe Paddaggiu®. Dallaltra parte dell’attuale strada provinciale per Santa Teresa di Gal- lura, circa oom a sud del nuraghe Cuncali, 2 presente il muraghe Monti Car- raggiu®, sull’omonima collina che domina a sud il corso del Rio Cuggian. interamente crollato, sia allintemo che all'esterno; del paramento murario esterno non si apprezza alcun dettaglio, mentre della camera, sebbene ricol- di macerie, si pud osservarella stesura planimetica. E circolare, di m 4,50 di diametro e m 2,50 di altezza residua su 6 filari di pietre e presenta ancora cevidenti, appena affioranti da livello di crollo, gli ingressi per tre nicchie di- sposte nel canonico schema cruciforme; Pestrema rovina impedisce invece di osservare l'ingresso, che sicuramente doveva essere ubicato a sud-est. E attualmente impossibile accedere allinterno delle tre nicchie, che tuttavia sono ancora integre. Procedendo verso sud-ovest, a 600 metti dal nuraghe Monti Carraggiu west del nuraghe Paddaggiu, su un breve rialzo trachitico che sovrasta il corso di un torrentello tributario del Rio Cuggiani, sorgono i resti del nura- 47. Ash (905, Prkusul GEM (192), p. 86, Pausu. La dizione «Paltuso» & quella uci dell iG de notare,curiosamente, che nella vecchia tavoleta dell Gain scala 25.000 del ge ‘oglio io 1,8. 0.) la localt cl Paltuso & compresa nel comune di Valledoria, mentre nella ‘nuova sezionein scala 25.000 del 1995 Uoglio 442, 1¥) € auovamenteinserita nel teritorio di Casteleerdo, 88. Ce supra nota Bo. 4p, AS (ag03h; FM (932), p. 86, Monti Carragiu: Boscoto, Panor, Lot Punou (54), 3s, Monti Cowra a ghe LEni, E un nuraghe monotorre in trachite, di pianta circolare del dia ‘metro dim 12 ¢ un'altezza residua delle muravure esteme lim 2,80 su 5 fila. ti di pietre. II nuraghe presenta delle condizioni di rovina piuttosto singola- ri, Lintemno & praticamente scomparso ¢ si individua a fatica wn tratto ap- pena affiorante della camera circolare di m 4,00 cirea di diametro ipotetico; stupisce, tuttavia, la scarsa presenza di material di crollo, tanto da far sup. orre che il nuraghe sia stato uno di quelli che maggiormente devono aver subito una spoliazione di pietre durante la realizzazione della vicina strada Provinciale. L'unico elemento apprezzabile é l'andito di ingresso, dim 4,30 cli lunghezza, che si presenta pressoché integro, con 4 lastroni di copertura (compreso l'architrave d'ingresso) ancora in situ: Sullaltro versante della vallata, ai piedi del Monte Lu Castellacciu, tun‘altra serie di nuraghi si dispone a mezza costa, a completare lo schiera mento di torti che serrano, come una tenaglia, Ia fertile piana del Rio Cug, giani. Si incontra pet primo il nuraghe Campo Mora”, circa un chilometro a est della Roccia dell’Elefante. I! monumento é di certo quello maggiormen- te distrutto di tutto il territorio comunale; resta soltanto un modesto cum Todi pietre, molte delle quali non originarie ma aggiunte nel corso delle bo- nifiche del fondo agricolo. Rileviamo la posizione grazie alle indicazioni di anziani agricoltori del luogo. Una sorte non migliore & toceata al vicino nuraghe di Piana Muddeggiu, distante poco pitt di m soo a est di Campo Moro, In questo caso, fortunata mente, la localizzazione é certa grazie alla presenza di pochi conci del para- ‘mento murario estemo, rimasti ancora ii situ, ¢ forse anche di alcune trae- ce di un possibile muro di rifascio; peril resto, anche qui ci troviamo dinan- ziad un cumulo di pietrame, in parte pertinente al crollo del nuraghe e in arte accumulato da mezzi meccanici a seguito delle bonifiche del fondo agricolo. Entrambi i due ultimi nuraghi, infact, si situano a breve distanza dalla frazione di San Giovanni di Salargiu (o Salascia), in un'area interessa tada numerose coltivazioni. Procedendo ancora verso est si incontrano, ad una quota leggetmente piitelevata, i resti del nuraghe Lorenzoni,ridotto ad un cumulo informe di 90. Mu (1967), po: LEni. Il nuraghe compare pet Ia prima vola nelle carte topo: stale della prima meth del xX secolo sia lla sala 150.000 tfonte da cui attinge Emanuce ‘Melis che alla scala 100.000 (eizone del 1946, agyiornata al 931) enon & eompreso nell foico manuscrita dei monument di Castelsndo, ove potrebhe comunque compare frat ‘uraehi citat con i nome di «Aube En & ln Fcorciamey il rae che ern stato atribuito da pit partial nraghe Pada, 91. Dim srk quota. A dispetto del nome, che parrebbe tstimoniat la presen di ant che foriicazion, in yenere riferibil a nuraghi, sil Monte Lu Castllaciu non abbismo saver fo aleuna tracea di strate o camungue dl frequentazione in epoeu prestoriea ¢protestonicn, 19081, Campui Moro: EEA (h922, p86, Campa Moro. Ladizione “Campo Mare” la ficial dal a. i922), p87, Piana Muddeggi 1903 EEM (tga), p96. Un pastore det log, che mi ha gentilmente indicate izzwva come la dizione estta del toponitio forse al arenzonie; preferam co A.) PROSHARIA NEL, TERRITORIO DI CASTELSARDO 2» macerie; in questo caso, tuttavia, non vi é traccia di bonifiche, e tutte le pie- tre sono sicuramente pertinenti al crollo del nuraghe, Dalla forma e dalle di- mensioni della congerie, si potrebbe arguire che il nuraghe Lorenzoni fosse in origine un semplice monotorte. Anord-est di Salangin, a meno di un chilometro di distanza dal nuraghe Lorenzoni, notiamo una singolare disposizione di tre nuraghi, sistemati sulla stessa linea longitudinale di difesa, a ue different livell. Alla quota pit bas- satroviamo i resti del nuraghe Mont Arignu”, sulla cima di una collinetta che si protende sulla sottostante vallara del Rio Cuggiani. E un nuraghe mono- torre circolare ridotto a pochi filari ci base; il diametro, di m 1, & da ritener- si eccezionale, soprartutto se paragonato alla media territoriale di m 1,36, cal- colata su 12 nuraghisilevabili®, peraltro leggermente superiore a quella re- gionale di m 10,75”. I] paramento esterno residua generalmente per un solo filare e soltanto nel lato sud si registra un'altezza di m 1,80 su tre filati di pie- tte, I crollo ¢ Vinterramento impediscono di valutare la posizione dell gresso edi apprezzare alcun particolare architettonico della strattura interna. Ti nuraghe intermedio & quello di Conca d’Azzona’®, situato 300 metri a sud di Monti Arignu su una breve terrazza a mezza costa, E un nuraghe no- tevolmente distrutto ¢ crollato, tuttavia pud considerarsi quello meglio con- servato fra i nuraghi del gruppo del lato sud della vallata, Si tratta di un mo- notorre circolare, in pietra trachitica, del diametro di 10 m; Je murature ester- ne si conservano pet un'altezza dim 2,30 su 4-5 filari di pietre. Lingresso, a sud, immerte in un corridoio di m 330 di lunghezza, ingombro di macerie ‘ma con ancora in stv trelastroni dell originaria copestura tabulate; non sem- bra avesse scala 0 nicchia d'andito, All'interno sono ben evidenti i resti di una camera circolare, piuttosto piccola (diametro m 3,50), su cui si apre una sola nicchia, a norcl-ovest, di pianta subquadrangolare, Al livello pits alto, presso la cima pitt elevata di tutto il territorio circo- stante (m 422 5m), troviamo il nuraghe Punta Spinosa”, o Punta di Lu Ca- steddu, peril quale é piit opportuno parlare di muraglia nuragica. La strut- tura sicaratterizza, infatti, per essere una muragliadall'andamento disconti- uo, con tratti rettilin ir “he protegge il versante meridionale di uno stretto saliente roeciaso ben difeso, negli alti lat, da pareti vertical. Si possono asservare due ordini murari postia differenti liveli, come sea strut- manu mantener ant le fot bowie, ance perch “Laenzoni(¢ ‘on *Larenaoni”) € efi un tipico cognome di Castesardo, It nurage & quasi sicuramen teil Salargi di cui Maxi sostiene di aver rovato novia ella Carta dei muraghi della Sarde- ‘gra (MARIA, 1991p. an. Cys: si eata certo di un refuso petché Emanuele Melis, nella sua Gara de menagbi della Sardegna, socto la voce Castebardo non merziona alcun nuraghe Selar- ju (MELAS, 1967, p. 0. 95, MELE (1990), p36 96 MCLs (987-48), p. ss. 97. Const (981), p. 1 98 #84 1903) EAN Cig), p86, 59. Mrs C990), p36 tura, dal profilo gradonato, fosse stata rifasciata'™; l'altezza massima resi stimoniano i numerosi materiali ceramici che vi si rinvengono™. Dallo stesso muraghe Punta Spinosa si irradia un'altea direttrice di dife sa, verso nord-est, alla quale si connettono altri duc nuraghi posti a quote come i nuraghi Conea d’Azzona e Monti Arignu, Al iamo il nuraghe Schina di San Giorgio, di tipo com- plesso seppure di ben modesta articolazione. Il muraghe versa in uno stato di ‘conservazione pessimo; # interessato da estesi crolli ¢ da un notevole inter. ramento. Si compone di una torre principale, circolare, di m rr di diametro ce dim 2 di altezza residua su 4 faci di pietre; della struttura interna non si osserva assolutamente nulla, Le si addossa, sui lati settentrionali, un corpo aggiunto trasversale, provvisto sicuramente di una torre laterale mentre & dubbia loriginaria esistenza di una seconda torre all'estremita opposta, Nei pressi della fortezza doveva estendersi un abitato di capanne, testimoniato da cumuli di piette ¢ dalla copiosa ceramica che si rinviene in superficie, I nuraghe posto al livello piti basso delPallineamento & il Rocca Bian- «a, un semplice monororre notevolmente distrutto ed interrato, che 501 a breve distanza dall'omonima domus de janas. Del monumento, di pianta ircolare (diametro valutabile in m 1150 circa), residua il paramento mura- rio esterno leggibile soltanto nei lati nord ed est, dove si registra l'altezza massima delle muratue di m 1,50 su 3 filari di pierre, Non restano tracce dle Ia camera interna e dellingresso. Per let nuragica nel territario di Castelsarco non & purtrappo hen do- cumentato l'aspetto funerario; in questo non ei si discosta molto dalla situa- zione registrata negli altri comuni dell’ Anglona settentrionale™. Lesperto religioso, ugualmente, non &testimoniato da edifici specific o da rinvenimenti di deposizioni o ripostigli cultuali, ma va sottolineato come Parea di Castelsardo dovesse gravitare attorno al santuario nuragico che songeva nel- "area di Santa Maria di Tergu, sulla cui esatta natura e consistenza, in assenza anche di una localizzazione certa, si possono fare solo congetture', Vie da te sistrare che in una recentissima carta turstica, ad opera di Franco Carta", vie 100. Chr. Fesempio dll fortiicazione dl uraghe Antigo a Sarroch (A). tor. MELB fy93) p23 fg ton. MELIS 990), p36 105. MELIS (990), P38 104, Nel comune di Sein non sono note tombe di gigant vere e propre, ma soi osto dubbis in localita Lar Ruaguiu (MEL, 1998, p. 3) ¢ forse ta Caleing *W(MELIS, 1994-95, 7 105, Sulla localzziione del santuaro di Nostra Signor li Ferg, indiziato dla scoperta ‘un ripostiglio di bronainuragici in eu eran present anche arta taric, cle: MELIS Coos). 108. CAKTA (2000 1. PMLISTORIN I PROTOSTORLA NEL TERRITORO DI CASTELSARDO 4 ne menzionato un «Pozzo nuragico Pedra Sciolta» del quale tuttavia non si hanno assolutamente notizie™”. Del rinvenimento di un bronzetto vorivo, proveniente dal tertitorio di Castelsardo,riferi Giovanni Spano in una nota pubblicata nel «Bullertno ar- cheolopico sarco» del 5 La statuetta raffigura un individuo vestiro una sorta di corsaletto ¢ di un gonnellino provvisto di cintura decorata da globetti; con la mano destra regge una sorta di bastoncello («uno scettro», dice Spano) mentze la sinistra & portata sopra il capo, «quasi in atto di fenderlo da qualche colpo»", Spano non pare avere dubbi nel sostenere Vappartenenza della statuetta alla classe dei bronzett nuragici"®;tuttavia, al termine dello stesso articolo sembra adombrare uninfluenza orientale Liidoletto, in seguito donato da Spano al museo di Cagliari", nel 1914 cra gii stato collocato nella vetrina dei «bronzi figurati di et’ romana». Non si trata, infati di un bronzetto nuragico, ma probebilmente la rap- presentazione di un Lare in una scena di danza, forse di etd imperiale: una elle tre stauine dli Lari danzanti attualmente presenti nel museo archeolo- gico di Cagliari". In conclusione, possiamo affermare che in epoca preistoriea V'insedia- ‘mento tumano nel territorio di Castelsardo dovette avere uno sviluppo abba- stanza limitato, soprattutto in rapporto alle aree delV’interno"; questo forse in relazione a due fatto ben precisi: la probabile insalubric della piana del Coghinas e lasperiea del pacsaggio. La presenza di quattro domus de janas sostanzialmente isolate, peraltro dalle planimetrie poco articolatee dalle vo- Tumettie complessive piuttosto limitate, lascerebbe intendere che ne! Neoli- tico recente (WV millennio a.C.) Vintera fascia costiera, da Punta Tramontana al limitare del Campo del Coghinas, dovesse essere popolata solamente da tre © quattro gruppi familia, resident in altrettante fattorie, con un centro prin- to, rferisce di aver riportao una segnalazo ne fatagli clan pastone dl iuogo olre yo anni or 3000 e di non ticordare epi stesso qual fos- sero le eatattcrisice struturali del ‘bbio, abbiamo preferito sospendere il Bo no in nella nostra carta archeologcaallegta al pre lato da un Fonte, che disse genesicamen- de R. Museo di Cagliari non ven tuna quale posss pongere splegazione,o schiarimento a questo nostro, pute possiamo asseri- red'appartener lla classe deg idole sued» (SPANO, 85, B. Last forma, ka foggta del vest araterl annunziano dappartenerea qual: che colonia primitiva orientale che sisi stabilta in Sardegoas (SPANO, 1855, p. 13). 1.76; ma nello stesso testo, pubblicato da Tararell sadn, x, 14a veteina & lan. 75. i 10 (989), P= ‘alla norevole concent was (Nila, Bab. 2 proto meas , 1, pp. 165-87. LILLU G. (1957), Reigione della Sardegua prenaragica, , XLV, pp. 3158. 1b. (1998), Carta arcberogica del conse di Sedini (5), in Studi storie in memsoria di Giancarlo Sorgia, numero speciale di «Archivio siorico sardom, XXXIK, BP. 35-76, 1, (20020), Un approdo della costa di Castelsando, fra ta muragica e romana, in M. Kisanduisst,P. RoGGERr, C. VISMARA (a cua dil, LAfrice romana. Atti del xIv convegne di studio, Sessari 2000, Roms, PP. 131-43. 1b, (oonb), Laren muragica di Santa Maria di Tergu Sassari), in AA. Etruria e Sar- , Xt (2004 2009), pp. 95-108 (tala originale: Nw ‘ mesbir nll Anglona, wouliticato dalla relszione contro il yolere dell atone) 1. (oo), Nuri dat all architetiura det nuraghi a tholos, i AANW., Cielté aragi- su: moe acquiscions. Att del eunvegno: Senurb 1416 dicenre 2000, Caia, Pp.27-48 -MORAVETTL A. 1979), Notion Sardegna, «Rivista di Scienze preistoriche>, XXXIV, pp. 33358. 1b. (1988), La Cultura di Monte Claro nella Sardegna settentrionale, «Rassegna di Ar- cheologia», Vt pp. 28-9. 1b. (2002), I! complesso megalitico di Monte Baranta ela cultura di Monte Claro, «Nuovo Balletino archeologico sardm, V, pp. 1-202. Ip. (2005), Monte Baranta¢ la cultura di Monte Claro, Sassati. Nuvout M. P. (6986), Hzraghe della Giorba (Alghero), Seual suri», XXVt, pp. Abs. Dertatt M, (1987), Casteardo-Tibula, ela Grota dells Vipera», XI, 3839, pp. 395, Reportar R i996), Tibulas, in De Otbia ad Olbia, 2500 anni di sora di una etd me diterranca. Ati del comvegno internacionae di studi: Olbia, 1214 maggio 1994, 0. |, aeuradi 8. Masrino, P. RUGGER!, Sassari, pp. 317-28 (la traduzicne dal rancese, acura di P. 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(1980), Cornelia Tibullesia ela lacaliccasione di Fibula, «Suadi sain, XSW, pp. ava nf Convegno archeoegica in Sante: sit prenuragicie nuragic del tervitorio di Castelsardo 46 soto sets Domus de janas dell Elefante: veda del masso da Est HIGURN G3 Domus de janas dll" Elefante, Tomba tt: protome taurina TiGURA ba mais cle janas dell Elefante. Tombs t:antiella con prot 48 pone metas FGURAGs Domus de janas del'Elefante, Tombs i: planimetsia e seioni 1. PREESTORIA E PROTOSTOREA SE. TERAITORIO DI CASTELSARDO st URN 18 Nuraphe Beanzest: menie inserto nelle musature del bastione Monti Ossoni: muraglia meyaiica [Nuraghe Spishia FGURA ae Nuraghe Prima Guardia 1. PREISTORLA PROTOSTORIA NEL TERKETORIO DI GASTEISARDO 3 Nuraphe Prim Guardia: vista da Sud 56 TrGURA ra6 Nuraghe LEni [Nuraghe Franzesu: mastio da Nord: Est 1. PREISTORIAF PROTOSTORIA NEL TERRITORIO DI CASTELSARDO. 7 sation =——— 1 PHEISTORUA E PROFOSTORIA NFL TERRETORIO BF CASTELSARDO 6

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