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PRIMO SEMINARIO SULLE RICERCHE ARCHEOASTRONOMICHE IN ITALIA (Brugine, marzo 1985) G. ROMANO; Istituto di Astronomia dell" Universita di E, PROVERBIO e L. FADDA; Osservatorio Astronomico di Cagliari ALF. AVED G.B. LANFRANCHI; Universita di Padova. M. TONON, M. BACCICHET e M. E. GERHARDINGE radova ; Colgate University - Hamilton, N.Y. ; Museo Civico di Scienze Naturali, Pordenone Estratto dal GIORNALE DI ASTRONOMIA Vol. 12° - 1986 - Fase. 3 Vol. 12° - 1986 - Fasc. 4 Vol. 13° - 1987 - Fase. 1-2 Vol. 13° - 1987 - Fase. 3 Motte e castellieri in ricerche d’archivio' M. TONON, M. BACCICHET, M.E. GERHARDINGER Museo Civico di Scienze Natueall, Porienot Uno degli Autori (Tonon) sta conducendo da al- cunt anni una ricerca di motte ¢ castellieri dell’area veneto-friulana, sviluppata soprattutto per Finteres- se archeoastronomico di tali strutture evidenziato dagli studi di G. Romano. Tn una prima fase questa ricerca si basata essen- ialmente sullesame analitico della cartografia IGM. (nelle varie edizioni) integrate da sicognizio~ ni sul terreno e dalla raccolta di informazioni presso. gli abitanti del luogo. In.un caso (Mutera di Colfrancui, presso Oderzo- TV) é stato effettuato uno scavo stratigrafico in con- cessione, ¢ solo saltuariamente si é petvenuti a dati archivio relativia strutture tumuliformi o ad agge- re ingran parte non identificate o attualmente scom- parse, Ad esempio I. Sartor segnal6 che la localiti *Palude del Castelli” o“Palude Castello” a Sperceni- 0 di S. Biagio di Callalta (TV), da cui provengono sporadic reperti dellet& del ferro (1), non poteva ¢s- sere identificata con la sede del Castello medioevale, localizzato in altro logo (2). P, Cagnin comunicd invece la presenza di una struttura presumibilmente ad aggere presso le sor gent del fiume Melma fia Lancenigoe Vascon (TV), Gtata in carteggi del 1207 (‘ad Castelare Lancanigi", “castrum”, “in castellasio®, “in castellaro”), in atti di compravendita del 1300 (‘castelic’); in documenti del 1334 nella stessa zona viene effettuato un muli- no “cum una mota” (3). ‘Analoghi toponimi sono utilizzati per identifica- re altre localiti, sempre segnalate da Cagnin, a Fras- solongo di S, Maria di Pero (TV) nel 1316:... “in qua, pecia terre est quoddam eastellare cum cerchiset fos- sis et una clausura” ... (4) e a Quinto (TV) nel 1347: “mansus de la Mota... iacentem prope quoddam ca- stellare appellatum le Mote” (5). ‘Questi elementi gid suggerivano che le strutture ad aggere 0 i tumuli oggi visibili sono solo una mini- ‘ma parte di quelli gi esistenti c indicavano Vimpor- tanza di proseguite sistematicamente la ricerca dPar- chivio Un lavoro in tal senso @ stato pertanto iniziato nelfambito delle attivita del Museo di Scienze Na- turali di Pordenone (Baccichet) e ne vengono qui proposte, a titolo esemplificativo, alcune schede. ‘Alla ricerca archivistica si ¢ affacciato il riscontro dei reperti archeologici, in parte giacenti presso il ‘Museo, ed in parte gia segnatati ed edna, dhe sisulta- + Presentata al Seminario di Brugine (fi. 3/86), 8 ey no provenire da alcune strutture, ¢ dalla tipologia delle stesse (Gethardinger) (6), Nonostante la qualita della documentazione archeologica relativa a tali surutture sia molto eterogenea e spesso insufficiente, esistono gid abbastanza dati per supporre che sitratt delle emergenze di un intricato palinsesto sia crono- logico che di utilizzo (7) in cui i casi pit diffusi sem- ‘brano: ~ dossi naturali non antropizzatis = dossi naturali rinforzati artifidalmente; ~ dossi di spietatura 0 confinaris sepolture tumuliformi, prevalentemente delle fasi pitt antiche delfeti del bronzo; ~ abitati con aggere, ed eventualmente anche con vallo protettivo, dele fasi avanzate dell’ctd del bron- 20 ¢ della iniziale et del ferro (spesso rioccupati in epoca romana); in questo caso lorientamento inten- zionale pud essere dovute oltre che a scopi di calen- dario anche alle pratiche magico rituali connesse con la localizzazione e la fondazione del villaggio; = abitati romani (nel senso proprio di “castra”); ~ abitati medioevali (nel senso proprio di “castelli”); ~ recinzioni per bestiame; ~ clementi pacsaggistic di giardino. In molti casi nella stessa struttura possibile che si sovrappongano pit wsi in epoche diverse con ristrut- turazioni e modificazioni degli impianti origina. Passiamo ora alle schede. Aviano Una donazione del 964 cita un confine “alli Coli selli di campagna” (€Aviano) (8). ‘Questo dato fomisce un importante termine post quem; infatti nella zona @ ancora presente il toponi- ‘mo ed una serie di strutture pitt volte citate anche in successivi document, Le strutture oma esistenti non sono tutte ascrivibili alla precedente citazione; tutta- via bisognera verificare una mappa del 1606 fra Ro- veredo, Aviano e Polcenigo che riporta un confine segnato da rilievi di nome “coleselo” equidistanti fia loro ¢ indica un altro appezzamento di beni comu- nali di Vigonovo detto “colesit” (9). Questi dati sti- molano la ripresa dellindagine su strutture che nella ‘precedente ricerca furono ritenth accammuli di spice tramento di campic in parte dossi naturali (Romane Tonon 1985, nn. 12 ¢ 13). Lutilizzo di queste strutture a scopo di segnali d Giornale di Astronomia, 197, 3 confine non esclude Ia loro edificazione in tempi precedenti per finalita diverse $i pud ancora ricordare ne! XVII secolo, al confi- ne orientale della “campagna” di Aviano presso S. Foo una “Vomugna dett2 Coli di sotto quali non sono in dessegno” (10) ¢ piesso S. Quirino “il colle” (1). Brugnera Un ato del 1694 cita “una campo arado detto le Motte... in pertinenza del borgo di sopra di questo loco (Brugnera)... (12) Campomolino Nella struttura di questa localitt (Romano, To- non 1985, n, 51) sembra identificabile un “loco detto Casteller” di un Atto del 1464 (13) e “un loco vocato il Castelier” di un inventario del 1533, mentre non sarebbe citata la struttura in oggeto in successivi do- cumenti della stessa zona (14), Ricordiamo che que~ sto terrapieno risulta otientato con ilsolstizio estivo, puntando dalla struttura di Vallonto. Dalfarea attualmente in tlievo provengono frammenti di tegola rettangolare a margini rialzati di augilla depurata gialla (romana?), un frammento di piede ad anello pertinente una coppa di argilla depu- rata gialla eseguita a tornio e alcuni frammenti di pa- rete 2 tomio di impasto bruno con degrassante sab- bioso ¢ superfici “pettinate”, di epoca presumibi mente medioevale. Casacorba In.un seicentesco processo, Marcantonio Mocevi- ni accusato dal comune di Casaconba di aver usur- pato “un pezzo di palude dito il staolo della Motta”, posto nelle vicinanze del molino e localizzabile at- traverso una mappa conservata all’Archivio di Stato di Venezia (15). Colfrancsi A Colfrancui é sita una struttura git censita (Ro- thnano, Tonon 1985, n, 27) e oggetto di indagine stra- tigrafica. Un, documento del 21 Maggio 1646, relati- vo ad alcuni diviti di compascuo delle comunita di Colfrancui e Saccon, ita “il Comunal... hora deto motta...” (16) Per i ritrovamenti archeologici cfr. Mmermana, Bonardi, Tonon 1982. Finne Veneto Un inventario di alcune proprieta di Biume Vene- to certifica la presenza di “una possessione in Tom- ba con suo cortivo, lavorada da Menego Betel..” a7), Giomate di Astronomia, 187, 3 (25) Gaiarine La struttura censita col n. 48 (Romano, Tonon 1985) fu ultimamente usata dopo secoli di mano- missioni, quale ghiacciai belvedere di Villa Porcia- Cavarzerani. Nel’600 aveva caratterizzato il toponi- mo della adiacente strada Ongaresca, tanto che un inventario dei beni della parzocchiale cita “altro pes- so di terra DPV. loco detto alla Cal di Castelli, o sia Levador..” (18). La prima notizia della struttura che G indica la sua destinazione come huogo di difesa é del 1295, dove compare “una mota cum dome ar- chis jacente in territorio de Gajarinis cum omnibus fortilicio, & jugeribus ipsius mote..”. Di seguito lo stesso documento cita la “mota, &e Castelare cum ar- chis” ¢ ancora “motam castellayj” (19). In seguito le terre edi “fortilitis” passano ai Porcia; nel 1693 que- sti si dichiarano possessori dei “campi de Casteliz” (20) Lo stesso fece la famiglia Pera presentando ai giv- risdicenti di Gaiarine un inventatio di proprieti nel quale rintracciamo una “terra A,PV. loco detto Ca- stelir, confina a mat. a V. da Chiesa di S. Tomaso di Gaiatine & mezodi segue a sera prato di questa ragio- ne” (21). In questo caso la ricerca archivistica ha appurato che strutture apparentemente recenti sono talora impostate in pitt antichi manufatti Gemona Ancora_un “Comunal d, tomba de Baselijs’ (1666) a Gemona, che non sembra peré essere un elemento sporadico, tanto che Pano seguente si procedera alla vendita una “Comunetta dita le tombe pascoliva..” (22), Mansié La conferma del toponimo presente nelle tavolet- te LGM. civiene da un inventario del 1585 dei beni della partocchiale di S. Martin di Novolé che rintrac- cia una strada che va al “Castelir” del Pia dei Gai (23) (Romano, Tonon 1985, n. 54). Palse Le tavolette LG.M. riportano un “Castelit” a Pal- se, ora spianato (Romano, Tonon 1985, n. 26) Nonostante A. Fomiz, abbia pit di dieci anni f formulato ipotest di due castellieri affiancati (24) individuando il secondo con Pabitato preistorico di S.Ruffina (25), specifiche ricerche di archivio hanno rivelato solo la presenza del “castelliere (che) confi- nna a matt, a acqua dita del Gandin..” (26). Questo tomente @ Fattuale rio Sentirone, che i} catasto au- striaco (1847-56) riporta come rio Castellana, con un’ toponimo che sembra specehiarsi in *C. Castellet” segnalato dallo stesso LGM. poco dlistante ‘Altsi documenti citano nel 1752 “due pezzetti di Valle a fieno poco distanti una dalfaltca poste in Ca- 19 stellirs..” (27); un’altra “pezza di terra annessa, sive Valle, con pochetta di Riva® nonché la vendita nello stess0 anno di un “Prado posto in loco detto Castel- lirs..” (28). Pochi anni prinsa (1739) il Cameraro del- 1a Chiesa di Pieve affittava “un pezzo di riva lodo detto in Castellirs”, mentre la contemporanea stima precisava che quel "pezzo di Riva... era) detto delli Collesei..” (29). Tutta la zona tra Pieve ¢ Tamai, caratterizzata da abbondanti acque di risorgiva e da profonde erosio- ni, presenta ampi terrazzi delimitati da rapide e pro- fonde scarpate, Il castelliere di Palse sorgeva al limite di uno di questi tecrazzi che si affaccia sul torrente Giuzza ultedormente delimitato da due solchi di erosione minori che ne rendevano pitt sicuri i fian- chi, In base alle indicazioni di G. di Ragogna (che fu testimone dello spianamento) e dell’antica cartagra- fia (comprovata da trace evidenti in recenti Ievate aerce) doveva trattarsi di un aggere a mezzaluna, ele- vato di 3-4 metri sul piano di campagna, posto a chiudere il lato nord-est del terrazzo, quello cio® non difeso dalle scarpate naturali Circa a met’ era interrotto da un fossato, forse se- condatio rispetto all’impianto originario, che fu col- mato con la terra di risulta dello spianamento. Ii tipo di struttura @ avvicinabile a quella di Rive d’Areano (Quarina 1947): “un terrazzo naturale pro- tetto ulteriormente su un solo lato da un argine arti- ficiale affiancato da un vallo, con una interruzione conispondente allingresso”. Il eastelliere, coltivato a prato stabile, si conservd senza sostanziali manomissioni_ fino’ allinvemo 1953, quando fu spianato. I lavori, documentati dal Conte G. di Ragogna con molta cura, iniziarono in novembre con Ja demolizione della porzione di ele- vyato posta a sinistca (“guardando verso la monta- gna’, cice da sud) e si conclusero con Pabbattimen- to della porzione superstite solo quattro giorni pri- ina del programmato intervento di scavo della So- printendenza, sollecitata dal Ragogna. Liattuale documentazione archeologica (materia- le steutture) sul gia Castelir di Palse & quindi limitata alla testimonianza manoscritta di G. di Ragogna identificabile nel suo archivio (30), La conferma della fotografia aerca sul generale as- setto della struttura consente di dare credibilita an- cche alla descrizione degli clementi “inglobati" nel Pargine: buche di palo delimitanti strati antropizzati, Si tratta di un modello a palizzate di contenimento per pitt falde in accumulo artificiale, che trova 1i- scontso in recenti scavi stratigraficieffettuati sui resti di alte strutture ad argine della pianura frtulana, r conosciuti come pertinenti ad abitati della delleti del bronzo e dellinizio dell’eta del ferro (31) Gli unie material, ateualmente non reperibili, de- seritti da Ragogna (Arch. cit. a nota, 1 Gennaio 1954), sembrano genericamente attribuibili alla ett del bronzo: si tratterebbe infatti di cocci d'impasto seuro depurato e di fiammenti di parete dimpasto rossiccio con inelusi grossolani ¢ decorazione a cor done plastica taccheggiato. 20 (26] Degli altri cocci rinvenuti insieme a qualche fram mento di scoria metallica non esistono descrizioni. J reperti attrbuibili allora all’epoca romana ¢ rin- venuti sul piano compreso tra Margine artificiale e la scarpata del terrazzo fluviale possono far presumere una frequentazione secondaria del sito, fenomeno non estraneo in altri insediamenti protostorici del Friuli (fe, nota 7). Romans Un’altra Mappa dei Provveditori sopra Beni Comu- nali interessa un “Castelie”, fino ad oggi inedito, si- tuato nei pressi di Romans (32) di Cordenons. Il si- to & caratterizzato da un’abbondante presenza d’ac- que di resorgiva che, come precisa il disegno, muo- vyevano il vicino “Molino” ¢ lambivano Pormai di- strutta chiesetta di $. Michele. Sactle NelPampia piana di Camoia sud est di Sacile & ci- tato nel 1617 un “Prado al Colisit” (33). Nella nota di Romano, Tonon 1985 sono stati considerati perla statistica generale, comprensiva anche di strutture modeme, pur rilievi di recente costruzione posti in vicinanza di Ville come elementi di paesiggio rico- struito. Vogliamo qui ricordare ehe talvolta, pur non frequentemente, si possono trovare dei rilievi artifi- ciall in pianura costruiti in tempi recenti come tom- bbe comuni di caduti in battaglia. B il caso dei “tre Muteroni del Camo! di Tamai” costruiti dopo la battaglia napoleonica dei Camolli nel 1809 (33 bis) S. Giovanni di Livenza Una strada di S. Giovanni di Livenza, che tendeva versoil fume, viene segnalata nel catasto napoleoni- co con il taponimo di “Castelir” (34). Manca, allo stato attuale delle ricerche, ogni altra indicazione su questa eventuale struttura. Sedegtiano Anche in questo conosciuto castelliere siamo riu- sciti a reperire una pur approssimata Mappa datata “MDCVI ADI V MARZO 1606” che, similmente a quella di Pozzuole, precisa come gli aggeri fossero posseduti dal Comune di Sedegliano mentre il terre- no cinto era in propriet’ di privatiInfattinel censito il perito pubblico lo eitava quale “pezo di riva detta cesar ¢ castelir® (35). Sequals Cid che il Miotti (1980) riconosce nella cortina della chiesa di Sequals sernbrerebbe corrispondere ad un castelliere solo in un secondo tempo cintato con muratura, e comungue relativo al “castelari uno, ubi est Ecclesia S. Daniclis” che Urbano III cedeva al Vescovo di Concordia “cum montibus et planitie- bus” nell'anno 1187 (36). Lo stesso autore pur rico- Giomale di Astronomia 1987, 3 noscendo i due fossati che circondano il colle di S, Daniele propende pera individuazione a Sequals di un castelliere in on sito noto come colle Tistillir, che, a parte Vincent toponimo, non ¢ stato sottopo- sto ad alcuna verifica Villa di Vigonovo (Villanova presso Motta di Livenza?) Abbiamo fintsacciato un riferimento del 1600 esplicito ad un terreno “parte boschivo et parte pa- scolivo nominate i Castelan..” immediatamente confermato da “un pezzo di tera prativa contigua al bosco del Castelar (37), localizzato dalla rispettiva ({) Si trai di ons fibula Ceatosa raccola econservata da conta- ‘ini del Huogo, ¢€ fommvce fies di paceti impasco e di lun toll, empre fammentarto, consetvati pressa i Museo Ai Scienze Natura di Crocetts del Montell (TV), L localith & peraltto noes locslmente come “Motta di Terio”e vi & per cepibile un dscreca evo, (2) L. Santor sitiene che Pantico toponimo della Palude dei Cx Sill sia “Contrada dei Castelli, in base a dati desuati UallArchisio di Stao di Treviso, Ach. St Com, Condizio 1 estimo 1450, buste 1038-1048, (0) Archivio Bibl Cspicolare di Treviso, Pergamenc, seat 1 (128, 129, 130, 156) e scat 2 290, 292, 30), (Archivio di Stao di Treviso, Arch Noc, B, 14, Not Pietro di Campo, ¢, 1315-16, 18 Dicernbre 1316. (6) ibider, B56, Not Ranieco di Corona, q. 134547, 3 Feb halo 1387 (© Sirota di materi di recupero superficial o secondario che pettanto non tempre ona con certez2a associa lle strut Eure im ctr all prima fae costrutiva:assocazioni sicure sono nosibilsoloatraverso sea sratigafiel edi questo fenso song svelte le campagne ei ccetea e recupero sosten~ fein quest sem su castellate cummulisia pel Veneto che nel Friuli, in pertcolare dalle Dottoresse Rigoni, Bianchin e Viti eda alts sudioss ©) Cf fa ls vasssima bibliografia. Rowan G. e Taxon M, 985: Per we catalgo di moti ecaselliet walla pasa trail td ol Laghamrento ¢ di eleunt loro alineamenti. Ati neg di Trevis (nuova serie) aL ‘leant dtl engl itedivient protosorick del sg planers jritlana In Aut ci. Muset di St e Arte di Toest, Quademe XII, 1, p. 105 e seg Cassors Grins Ps; Vins S. 1983: Lead del bromzo finale del fava in: Fra, i Preistoria Caput Adrine, p, 189 © ser ‘em, Lede romani Gish ibider, 2 Scg (in particolare ss.“ tunvul del FUL 2 pp. 64, 85, es Pp. Serna A.A, 1982: Motte «Castel a morta welefowt sritte ‘el ealia sctentionale Dati problemi, in Melanges dace cheolosie «d'histoire eedievales en Phonneur de M. de Bowed, pp. 371-383. (8) Mateus G, 1957: nal per ta storia de Sacile, Sacile (©) Acchivio di Stato oi Venecia: Provoeditoré sopra bend cont nui, B. 222, Mappa di Vigorove, (10) ibiders, 8.221, Mappa 4 = S. Foca (21) ibider, B 272, Mappa 5, (2) Archivio di Seto di Pordenoae, B, 1751, Fase. 1620, Carta (03) Side, Fonde Alan, Ach. etcio,B.LXRIV, Fas D 1463, (14) Archivio Partocchiale di Campomalino, Busta Mise. Inv, atke Decne dela Chiesa di'$ Lorene, 32 Glornale di Astronomia, 1987, 3 Note mappa In definitiva riteniamo che questa campagna di r- cerea @archivio offre git abbastanza dati per valuta- re la quantita di strutture in terra (cumuliformi o ad. aggere) di cui non esistono oggi tracce sul terreno, né in cartografia, 0 che hanno subito profonde trastor- mazioni dell’impianto originario. Si potri in tal modo incrementare il Catalogo (Romano, Tonon, 1985) ¢ sari anche in parte possi- bile, grazie alle antiche mappe, offtire delle indica- zioni precise sulla localizzazione di strutture di cui s¢persa la memoria oltre che la traccia visibile, estu- diame quindi le caratteristiche tipologiche e gli eventual allineamenti (15) Acchivio i Sto di Venerin: Prove. sopra Beni Comural, 8 229, Fase 3,47, (16) ibidem, B. 273, 3 (U7) Pass Dz Ui conoritdcontadina of i xo Bosco, PN, 1972. (18) Archivio Partocchiale di Gaiarine, Mise. docomenti, Un altro iventaro datato 8 sett 1642 e tatto dalla stessa miscellanca ita "una pezza di cera, pe vid. loco dett alla Cal del Ca niclr alte volt, hora detail Lavador (19) Vane: GB: Storis dela Marts Trevigiana ¢ Veronese Verona, i787 (20) Archivio di Sito ei Posdenone, Arch. N 1620, C. 65, 21) Archivio privato “Pera” di Gaiarine, Foglio non aumerato. (22) Archivio di Stato di Venezia: Prove, sopra Bent Comal, B 304, Fase. “Borghi di Gemoua’, CC. Le 13, (23) Archivio Patrocchiale di Navolé: Libro de Disegut dalla Ve reranade Laminaria di 5. Martin di Navolé, C4 (24) Fong As Vestigia oi antcbe ea della era di Porc in Note Jado del Comime di Porcia, 1, 1973, p13, (23) Da questa sto che le fontiaichivistiche non citano express mente come esitellier provengoso mol cepert itil acu Dui. ad un sbitao dala fnizale ec de feto. Cl. Cason Gurion Ba Lares orientale dalla evita peleoveneta, pp. 111, 12, p. 120'n. 10, Tav. 2, figs, bod, ‘ltt materials ineditt couservati press jl Museo di Scienze Natueali di Pordenone sono riferil lla stessa epoca (26 Archivio i Staw di Pordonone, Arch. Not, B. 531, Fase 4055; C. 47, 27) ibidem. (23) ibidem, C. 50. (23) Archivio Paerocchiale di Palse,B. 1", "Afito del 7 sett 17397, (60) Archivio di Seto di Pordenone: Ragogna, Misc Seu Fas, “Zona di Palse -Pieve": note archeolosiche (G1) Vira2 5, 1983: Alcan dati... op. cit, ia paricolare pp. 110-111 ep. L12, £5 dats relat’ aluabitato di Castions di Strada (2) Archivio ei Stato ci Venezia: Provss repre Beri Comuni B. 220, (03) Archivio Partoccile di Pale, Busta 18, (33 bis) Puss G, ade piewe di S. Vigito di Pale, (9) Bscorn RC, 1984: Osservanfoni sulle oponomasticnsacilese, in Sacile: storia, uomsini, ambiente. (G5) Atchivio di Stato di Venezia: Provy. sopra Beni Comunal,B. 221, (96) Che, Decans B, 1860: Le diaeesi df Concordia, S. Vito al Taglia Datta Pozza G, 1934: Sequali: note storicbe, Udine. 4 Moar T, 1980: Castell del Friuli, LV, Bologna. Go) Auchhivio di Stato di Venezia: Proves sopra Beri ComunaiB. 230, Fae. VIll “Oderzo, Mora e Postobuffale®, C. 14. B. 75/1, Fase. 27) a

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