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M. Andaloro, G.M. Borras, E. Carbonell, R. Cassanelli, G. Curatola, J.D. Dodds, M. Guidetti, P. Harbison, M. Jurkovic, P. Périn, J.H. Shaffer, T. Velmans IL MEDITERRANEO E LARTE DA MAOMETTO A CARLOMAGNO Acura di E. Carbonell e R. Cassanelli [_Jica Book Nell ase del loro nsediamento, comcentatoin tm rumero lima dk hell raggrapati per top salle eset catighana sgot canseroarono per un certo periodo le tradiion’ atch del epoca delle ‘mignasion. Le fibula in forma de ula, com placa rileoaacentee, doconat com pata dvr e pier ‘dare, ita wn adel pio ‘elf orficernoxrogrs Madhid, Museo Archeolgico Nexionale L/ARTE VISIGOTA Eduard Carbonell Tisigoti nella Penisola Iberica e le loro relazioni mediterranee Dopo la battaglia di Vouillé del 507 i visigoti si stabiliscono definitivamente nella Penisola Iberica — nella Cartaginense, la Lusitania, la Betica ¢ la Tarraco- nense ~ ma rappresentano una minoranza se confrontati alla popolazione ispa- noromana. In un primo momento, per cause di diverso genere, non si verifica la fusione dei due popoli; una delle ragioni é la differenza delle religioni: i cen- tri urbani sono cristiani ortodossi, le zone rurali sono pagane e i visigoti sono ariani, Sari Leovigildo a unificare il erritorio e a trasterire nel 576 la capitale da Siviglia a Toledo. Lunificazione religiosa verri realizzata con Recaredo nel 587 e sara ratificata nel i Concilio di Toledo (589), che sancisce la conversione della nobilta e della chiesa visigota, La fusione tra germanici e ispanoromani & una realt git a partire dal 1¥ concilio di Toledo nel 633. L'unificazione giuridi- ca verri realizzata mediante le lepgi di Chindaswinto e di Recesvinto, che pro- mulga il Liber iudicune nel 654. Sara poi nel vit secolo che la chiesa cristiana si espandera oltre i centri urbani: il clero regolare ¢ i vescovi nelle citta ¢ i mona- ci nelle campagne. Si sono conservati eremi, come quello di Valdecanales a Jaén, che genereranno in seguito comunita monastiche. Lo stesso accade nel re- sto d'Europa quando i monaci irlandesi sbarcano nel continente, Questo pe- iodo di splendore visigoto nella Penisola Therica durera fino al 711, anno delf'invasione islamica. I visigoti sono uno dei popoli germanici maggiormente romanizzati, prima ancora del loro arrivo in Hispania; nei loro usi essi si adattano ai modelli ro- ‘mani, spesso ricevutiattraverso Pinfluenza di Bisanzio. Ricordiamo che Reca- redo si da il titolo di Flavius e spesso la moda bizantina si impone nel vestiario della corte. Te relazioni con l’Africa del nord che riscontriamo nell’arte paleocristiana della penisola iberica nel 1ve v secolo permangono in epoca visigota e molti dei ‘grandi dignitari ecclesiastici della Tarraconense ¢ della Betica (per esempio Paolo, vescovo di Mérida nel 530-560), provengono dalle regioni della riva sud del Mediterraneo. Tmetcantisirani e nordafricani, i «negotiatores transmarinb», giungono nel- Je citta della penisola iberica, come Mérida o Lisbona Altri fattori verranno a convergere in questa epoca e influiranno sull atte ‘Ad esempio le relazioni politiche e culturali con Bisanzio, in seguito allinsedia- mento bizantino nella Betica a partire dal 554, producono un nucleo forte di cattolicesimo e, al contempo, un potente nucleo economico (ticordiamo lo scontro per il potere tra Ermenegildo, appoggiato dai bizantini, cil re Leovigil do), II re Suimtla li espelle nel 628. Costituisce un fenomeno di ilievo anche il trasporto di reliquie da Oriente verso O. id esempio, nel caso di rusalemme quando viene conquistata dai sasaniai nel 614 ¢ parte delle teliquie delle sue chiese passano a Toledo. Anche la conquista di Alessandria nel 618 e di altre cit fa si che i dignitari ecclesiastci si trasfcriscano nel regno visigoto, stern dete chiea di Sen Pedra (a Nave mostra Particolcione di wna Piantse roe grec con una ripe ‘uae di po bardcl sullato Alinterno di Sn Pedro de a Nave 0 concert la deoracane scultores originale, nella quate risatona ‘quattro capil post sl rerio dei rac dll re. Qi Issn d Ice. Us exempta di ingporte decorat, carattrstico dele decorecone lorchitttonica delle chive vsgot quaato connale rato dai Brac cei nal a tore lantema, aneh esa quadvate. Sulla sins capitella con la rafiguraione di Daniele nella frsa dei leon secondo Faeisione comer, « ago det komo. a Tarragona 0 a Mérida, come indicano le iscrizioni. Lloriente bizantino si ma: nifesta con grande forza. Dalla tradivione tardoromana alla rinascita visigota II primo secolo visigoto in Hispania, il vt, & caratterizzato dalla continuazio- ne dell arte tardoromana cristiana mentre linfluenza visigota si manifesta qua- siesclusivamente nell oreficeria, una tradizione germanica, con radici orientali, che rimarra fortemente presente anche nell’arte visigota. Cid implica che, ri guardo a questi primi tempi, sia pitt adeguato parlare di arte ispanica di epoca visigota’, Continua la tradizione romana nell’architettura, come a San Pedro de Aledntara (Malaga), Aljezares (Murcia) e Cabeza de Griego (Cuenca). Nell'am- dello delle costruzioni romane: migliore del more gallicano diffuso in Europa al ila dei Pirenei,e dell’opusincertum di gran parte del paleocristiano ispanico, Liutilizzo dell'arco a ferro di cavallo, di origine romana, si fa norma, sia in pianta che in alzato, E un arco a ferro di cavallo da non confondersi con quello ispano-arabo poiché il profilo si prolunga fino ad un terzo del raggio ¢ i conci rastremati sono collocati orizzontalmente all linea di imposta. La pianta delle chiese che si sono conservate pud essere basilicale come in San Juan de Bafios (Palencia), o centrale come in Santa Comba de Bande (Orense), 0 a croce lati- na come in San Pedro dela Nave (Zamora); in alti easi persistono modelli pro- venienti direttamente dalla tradizione precedente, come la cript di San Antolin de Palencia o degli edifici martriali come San Fructuoso de Montelios. La testata & rettangolare e presenta a volte vani laterali a guisa di «protesi» ¢ ««diaconicon», a cui si atribuiscono differenti funzioni a seconda dei testi: po- bito della scultura restano attivi i laboratori peninsular di sarcofaghi (ad esem- pio, Feijae Aleaudete) Larte visigota raggiunge la propria pienezza nel vit secolo. Allora ® possibi le parlare di renovatio, di una rinascita in cui ha un ruolo determinante sant’I- sidoto che nelle sue Etirzologie (620) raecoglie un riassunto enciclopedico delle cconoscenze dell'epoca e che rappresenta un ritorno alla cultura antica’. __Ladocumentazione e i resti conservati ci parlano di citta importanti: sono citta romane che, con i visigoti, rinnovano la propria potenza, come Mérida, Disponiamo di un‘abbondante documentazione riguardante chiese e monast 1 di Toledo, dove si sono conservati resti della chiesa del Salvatore. Altre citta importanti dell’cpoca sono Lisbona, Tarragona, Cordova, Siviglia e Sarago7za Molti dei materiali provenienti dalle costruzioni ¢ dalla decorazione monu: mentale degli edifici di queste cita, trasformate nel corso della storia, sono co- nosciuti perché furono poi riutilizzati dai musulmani. Ad esempio le inferriate ¢ i pilastri con decorazioni zoomorfe e vegetal che si trovano nell afibe (cister: nna) di Mérida, 0 i capitelli utilizzati nella moschea di Cordova Le costruzioni visigote vengono edificate secondo la tecnica conosciuta co- me more gothico, pietre squadrate di buon taglio, unite a secco seguendo il mo- In questa dope pagina so%0 raffigeat divers erent della Aeconaione arcivtonice di Outistonla de las Via A snistra. La Verine ole cies onorate da due angel, rafigraa sa bloc deposto nell aside Al centro. Patcoare dot expitello. Ineposta core rele eollocaione originale con oe Cristo in we lipco serrtto dodo angel, secondo Picowografs dele tanks antici A deste, Paicolare dol frog comme stern co a decavasine d ceri intrecat che rcchiudonouecell d verso tipo affronat af elber della ita do stile Ficonografaricbigmano romp sean. Sopra, I Cito trionfont rafigurato sun alto Moco depostonelf bide. ‘due apostol bnedicot ppartengomo lla decorasione delfvco onfale: tevano servire come «preparatorium» dove conservare i testi sacri, come «sa- crariumy, «thesaurum»... A volte, come in Santa Comba o in San Pedro de la Nave, appare un vano posto al di sopra dellaltare, che si pud considerare un antecedente dei vani delle chiese asturiane il cui utilizzo non si conosce con precisione. Basandosi sulle raffigurazioni di miniature ispaniche successive, del x secolo, si ipotizza che possa essere ispirato al vano sovrastante l’altare dedi- ‘cato agli angeli del tempio di Salomone. La copertura di queste chiese & spesso con volta a botte generata da archi a ferro di cavallo; in certi casi appare anche Tavolta a costoloni rafforzati, come in Santa Comba de Bande. In nuumerosi ca si viene utilizzata anche la copertura in legno. Generalmente un portico si ap- poggia alla facciata della chiesa Lo spazio & solitamente suddiviso in comparti, con iconostasi e diversi livel Iidi pavimentazione tra la testata, la navata¢ la crociera. Questa suddivisione si traduce anche nei volumi esterni, La distribuzione dello spazio & il risultato delle necessii della liturgia ispanica, ivurgia che, nella regione poi chiamata Catalogna, duteri fino al X secolo c in Castiglia-Le6n fin ben addentto all'x1 se colo. I funzionamento di queste chiese & stato studiato a fondo’. La decorazione scultorea si @ conservata in misura sufficiente a dimostrare Vimportanza che essa raggiunse nell'arte visigota, sia negli intern, sia all ester no degli edifici, Capitelli, cimase, fregi e balaustre rivelano una ricchezza straordinaria, completata a volte dalla riutilizzazione eli mater . tcllie fusti di colonne romane. Non si @ conservata né la decorazione pittorica, né i mosaici, ma per quanto riguarda la scultura non possiamo parlare di anico hismo in senso assoluto, come vedremo pi avanti Larre visigota, cosi come si & sviluppata a partice dai regni di Leovigildo (568.586) e di Recaredo (586-601), ® un'arte di sintesi con profonde radici nel- Varte tardoromana ispanica® Le chiese pit importanti Le trasformazioni delle cittd e dei loro edifici nel corso della storia hanno permesso la conservazione di chiese rurali solo in due zone principali: il norde- st della penisola, con chiese come San Fructuoso de Montelios, San Pedro de Balscmao o Santa Comba de Bande; e nei cosidetti «Campi Gothorum» nella regione centrale, come Quintanilla de Vitias, San Antolin de Palencia, San Juan de Bafios, San Pedro de la Mata, vicino a Toledo, e San Pedro de la Nave. Seb- bene vestigia di minor rilievo si ritrovino in tutta la penisola iberica. San Juan de Bafios & una fondazione reale di Recesvinto del 661, eretta for- DiSerta Mars di Ouiutanta de les 1a pit ard de tisgote olabide quarata cost da blocch dip imensiont Palleggrts de fre decoratii che conronolungo le paeti lateral clung Fabside Sata Mari di Quintanilla de las Vas 0 he Pes i sradosso divergent ila mamone itigota Un regio com decorecon? vegetal e nti, che richtame gull stern, orn Fors Le de pnd Laren tional del dimpostecopitello nffiguravo asnistra le na cos a desta sole Crist se seguendo i modelli della chiesa della capitale, Toledo, Ha un portico di in gresso, tre navate, transetto ¢ testata rettangolare tripartita La copertura in legno appoggia su sostegni riutilizeati da fusti e capitelli co rinzi. La decorazione scultorea & presente nell'arco trionfale, dove sono rap- ptesentati ruote solari ed clementi zoomortici Di Quintanilla de las Vitias (Burgos) rimane solo la testata rettangolare ¢ il transetto. La decorazione scultorea estema é formata da due fregi continui nel transetto e re nella testata, con due stl ben differenziat; uno pit classico e un altro pitt schematico, con figure zoomorfe che sembrano ispirate a tessuti oriental. Allinterno, sotto l'arco di trionfo, due rilievi raffiguranti il sole ¢ a luna sostenuti da angeli, seguono le indicazioni della patristicac i sant Isidoro che intetpretano il sole come Cristo ¢ la luna come la Chiesa. Altti due rilievi rappresentano Cristo nell’atto della benedizione e ali evangelisti. L'edificio venne restaurato probabilmente nell’ ultimo quarto del 1x secolo, come érileva bile da una iscrizione. San Fructuoso de Montelios (Portogallo) si rif allarchitettura martiriale presente frequentemente in epoche anteriori, come nel mausoleo di Galla Pla. cidia a Ravenna del v secolo. Presenta una pianta a croce coperta da cupole nella crociera e in tre dei bracci, ¢ da volta a botte in quello di entrata, La cu. pola centrale poggia su pennacchi, All'estemo le mura sono scandite da archi ciechi semicircolati e mitral. Sullo stesso modello & edificata Santa Comba de Bande, con pianta a croce quasi greca,testata rettangolare con due vani lateral e portico d'ingresso. Ver ‘ne restaurata nell’872, Da sinisra a desta edall'ato in bass. Divers esem mionte forse eo epitcopale za di cinta dag sat de Peta maya. Burgos, Museo, La decorazione scultorea e il suo modelo importante dell'arte visigota per le decorazioni scultoree che an Pedro de la Nave, Sintesi, nella sua architettura, tra la pianta centrale e quella basiicale, possicde tre brevi navate separate da pilastri, cro- ciera a quattro colonne con capitelli e basi decorate, ¢ testata rettangolare. I programma iconografico & stato studiato da H. Schlunk?. Nelle basi del lone appaiono le figure degli evangelistia corpo intero e con la testa dell'ani- male corrispondente, che costituisce uno degli esempi pitt antichi di questa iconografia. I capitelli bizantineggianti presentano, seguendo il simbolismo ti- pologico, le rappresentazioni del sactificio di Isacco, ‘immagine del sacrificio di Cristo, e del sactificio come eucarestia, nonché immagine di Daniele nella fossa dei leoni, come simbolo dei martii, che si riff ai testi di san Cipriano di Antiochia. Ai lati si trovano gli apostoli Filippo e Tommaso, Pietro ¢ Paolo, ‘Mucosrcholein, apostoli e santi che annunciano il Vangelo. Questi appaiono con la croce ¢ il nimbo a conchiglia come nell’arte paleocristiana; gli apostoli sono rappresenta: ti con tonsura, prescrizione fissata in Hispania dal concilio di Toledo. In altri due capitelli appare il tema cucaristico di uccelli e grappoli d’uva, in personage’ biblici non identficati, Nel presbiterio appare il simbolo solare, che ete neerool dell eset. Cae risce di leggervi un pro- wsione per il fedele, che ud venire identificato con Cristo. J. Fontaine sugg ramma iconografico che descrive un cammino di asee va dal figurativo al simbolico, La scultura di San Pedro de la Nave serve da base a H. Schlunk per propor- rela miniatura quale modello di ispirazione. F una scultura che siallontana sti listicamente dai sarcofaghi di tradizione paleocristiana dei laborator ispanici e dallarte bizantina, ma si ricollega alla miniatura dei Beatus © della Bibbia di Leén del 960. Le disposizioni del 1V concilio di Toledo del 633 stabiliscono la lectura dell’ Apocalisse nel corso dell’anno liturgico ed & di conseguenza proba bile che cid abbia anche determinaro la produzione di codicillustrati di questo libro. Per contro, l’Apocalissi é lontana dalla chiesa orientale. H. Schlunk pre- sume dei modelli occicentali per questa scultura e pertanto per la possibile mi- niatura®, T codici visigoti conservati sono dotati di poche illustrazioni. Citiamo il Fue- 10 Juzgo (Reg. lat. 1024, Biblioteca Apostolica Vaticana), del 700 circa, con de- corazione a tondi e motivi geometrici; ’Oracional (Cod. 89, Biblioteca Capitolare di Verona), proveniente dalla cattedsale visigota di Tarragona, con policromia ¢ un disegno, che fa supporre l'esistenza di uno soriproriure in que- sta cattedrale, ¢ i testi di sant'Isidoro, privi di decorazioni. Loreficeria Loreficeria di questa epoca pone problemi in quanto alla distinzione tra pezzi visigoti ed indigeni, dato che i ritrovamenti nei cortedi funerari sono co- muni. Presto appaiono nei corredi fibbie e spille d'oro germaniche comparabi: Jia pezzi centrocuropei ¢ del nord d'Italia. Le fibbie sono realizzate generalmente in bronzo o in ferro, a volte con lamine d'argento, altre volte in forma di animale; alcune sono d’oro, con vetrie pietre incastonate in cui pre: domina il colore rosso. Notevoli, tra gli altri oggetti, anche le fibbie di cintura policrome, Sono oggetti importa o realizzati in laboratori ispanici che copia 1 forme visigote; pero prendono anche a modello oggett orientali, dellimpe- 10 bizantino, e nei motivi figurativi appaiono modell ripresi dallarte romana provinciale, Rilievo particolare hanno i tesori di Guarrazar (Toledo, con numerosi pezzi conservati al Museo Archcologico Nazionale, Madrid) e di ‘Torredonjimeno (Jaén, pezzi nci musei di Cordova, Madrid e Barcellona). II primo & opera di un laboratorio ufficiale, di corte, ¢ in esso risulta piit evidente Vnfluenza bizanti- na, Le corone votive sono I'elemento essenzialee il loro uso é riscontrabile gia presso la corte di Giustiniano (527-566) dove yengono consacrate corone per Santa Sofia di Costantinopoli. Stando a Gregorio di Tours anche Recaredo de- ico una corona d’oro alla chiesa di San Felice di Gerona; le corone votive di Suintila e Recesvinto fanno parte del tesoro di Guatrazat. E. quanto ritroviamo tappresentato nelle miniature clei Beatus, dove appaiono le corone sullaltare nelle rappresentazioni delle sette chiese d’Asia Il tesoro di Guatrazaré pit ric- co € difateura pit raffinata di quello di Torredonjimeno, che probabilmente fu opera di una bottega provinciale, Nell'ambito della lavorazione dei metal, particolatmente interessanti sono i bronzi, Incensieri come quello di Lled6 (Museo Episcopale di Vie), recipien- ti, anfore, patene liturgiche, sono alcuni degli oggetti opera di laboratoriispa- nici; altri vennero invece importati, ad esempio, dal mondo copto. Da segnalare il complesso dell’arredo liturgico di Bobalé (Lleida). Ls corona votva di Recessinto brobabilente uns replica abbasiaze ‘corres del reno supremo dell reel ingots. Le lasoracone estremarente secrata, ce unice tio di origine clase al utilis dele pete al mado icentino a toonche di orefceravsigots, fonda pote che le covome sano ote predate a Toledo, ‘una botena di corte. Madrid, Masco Avceologio Naziomale: Dl desoro di Corea ors ciOla h0) me | ay a, : Se, Rona province per origin «per ecinione,Eligi fu oro aa carte di Cloterta tei Dagoberto, pot veseovo i Noyon. La su opere contrib in mado decison alle sileppo ell arcicere meroorais,portando & carte le radctonserstcbe cell antchta ancora present in Galle smerdionale. Di ams eroce mwomsmentale fabricate nel secondo (quarto del seolo © clloceta ‘ninoriamente sopra Flare magoione ti Saint Deas 8 conserato questo ‘raoimenta in oro e vet color cloisonne Pari Bibtodstgne Natoma, Cabinet des Médeles IL MONDO MEROVINGIO Patrick Périn I monument e la loro decorazione ‘A partite dal vi secolo e, soprateutto, nel vil, sull'esempio di Clodoveo e di molti dei suoi successor, Patistocrazia merovingia affermé il proprio prestigio at- traverso la fondazione di numerose chiese (in particolare a destinazione funera- tia) e monasteri. Fossero urbani o rurdli, i monument giunti fino a noi in alzato, spesso in parte conservati, restano delle cecezioni Saint-Pierre di Vienne, batti- stero di Saint-Jean e ipogeo delle Dune a Poitiers, cripta di Saint-Paul a Jouarte), Tuttavia, grazie a scavi archeologici sempre pitt frequent (in questo campo la Francia sta colmando poco a poco il ritardo rispetto alle regioni dei paesi vicini che hanno fatto parte anch’essi del regu Francorur), dal sottosuolo di chiese urbane (Saint-Pierre e La Madeleine a Ginevra, Saint Just e Saint-Laurent a Lio- ne, Saint-Laurent a Grenoble) o rurali (Viuz-Faverges nell’ Alta Savoia), attuali o dlistrute, tiemergono le fondazioni degli edifici primitivi, Soprattuto in ambien: te rurale, si vanno moltiplicando le scoperte di santuat' dell’Alto Medioevo fin qui sconosciuti perché non diedero origine a luoghi di culto duraturi (Hlordain nel Nord, Saleux nella Somme, Chassey-les-Montbozon nell’Alta Saona, Saint Julien-en-Genevois nell’Alta Savoia, Montferrand nell’ Aude, ecc:) ‘Da questo punto di vista, 'esempio delle cripte di Jouarre (Seine-et-Marne) € particolarmente significativo perché si tratta delle uniche vestigia consecvate del monastero obbediente alla regola di san Colombano, fondato intorno al 630-640 da Adone, figlio di un ricco proprietario franco, su terre di sua pro: prietd: verso il 610 egli, come suo fratello Dadone (il futuro sant'Quen 0 Au doeuns, vescovo di Rouen), cra stato benedetto dal santo, ospite del loro padre ‘Autario. Mentre le attuali chiese ~ abbaziale di Notre-Dame e parrocchiale di Saint-Pierre ~ indicano Pubicazione di due desl edifici primitivi del complesso monastico, solo le ripte di Saint-Paul e di Saint-Ebrégisile conservano il ricor- do del terzo che, secondo I’uso del tempo, aveva destinazione funeratia, Grazie a scavi recenti, non possiamo pitt considerare la cripta di Saint-Paul come un augnrentunt mediante il quale, alla fine del vit secolo, & stata prolunga- tala prima chiesa, né la cripta di mezzo come opera della badessa Ermentrude (meta del 1x secolo), Infati, Fomogencita delle fondazioni dei due ambienti ipo- gei, che avevano un coro sopraclevato, e delle navate che li precedevano sono la « testimonianza di un progetto architettonico unitario. A differenza di Saint- Ebrégisile,ricostruita in epoca romanica, la cripta di Saint-Paul (una sala di cir- ca m 13x8), la cui copertnra a volta & del x11 secolo, conserva alcuni elementi merovingi ancora én situ. Lo spazio & diviso in tre campate da sei colonne di marmo con eleganti capitelli di marmo bianco dei Pirenei,interpretazioni molto libere dell'ordine corinzio. Questa sala @ chiusa ad ovest da un muro decorato con una cortina ad opus reticwlatum che sosteneva le strutture della navata della seconda chiesa, il cui pavimento si trovava ad un livellosuperiore. Mentre sopra Je sepolture delle prime badesse songono dei cenotafi (il pit importante dei qua- Ji & quello di Teodcchilde) risalenti al periodo carolingio, troviamo qui uno straordinario sarcofago di pietra, la cui ubicazione originaria nella cripta é sco- nosciuta, attribuito al vescovo di Parigi Agilberto, fratello di Teodechilde. Uno dei lati lunghi della cassa, scolpito ad altorlievo, presenta una raffigurazione del Gindizio Finale mentre il pannello di testa, eseguito a schiacciato, mostra il Cré sto in Maesté entro una mandorla, accompagnato dai simboli degli evangelist: a motivo del suo isolamento, questa ieratica scultura @ stata spesso attribuita ad un artista copro, mentre dei confronti pit: probanti portano verso il mondo ita- lo-longobardo, o addiriteura alla stessa Gallia (Ia scarsita di opere conservate in- duce infatti senza dubbio a sottostimare la scultura merowingia) ‘Un monumento merovingio altrettanto famoso &I'ipogeo delle Dune (dal no- me del quartiere nel quale si trova), scoperto a Poitiers nel 1878 dal padre de la Croix. Costruito, come attesta unt iscrizione, dall'abate Mellebaudo (un personag. gio non menzionato dalle fonti scritte) per essere la sua sepolrura, questo monu- ‘mento semi ipogeo lungo m 4,80 largo da m 3,50 am 4,50, in origine coperto a volta, comprende duc sale: alla prima si accede attraverso una scala, alla seconda attraverso una porta i cui montanti si conservano ancora. In quest ‘ultima, illumi nata da un’alta finestra, si trovano la base di un altare ed un arcosoliurn, in otigine certamente destinato al sarcofago del fondatore. In seguito questo ambiente ac- colse altresepolture, in particolare di bambini, raggcuppate attorno alfaltare. Pia che per larchitettura, chiaramente ispirata alla tradizione antica, questo ipogeo é interessante per la decorazione. II monumento, interamente dipinto in stesure piatte di blu e panneli bianchi delimitati da trati ocra e giall erivest. to di iscrizioni religiose dipinte in ocra o incise, ha rivelato una serie impressio- nnante di decorazioni scultotee. Ci riferiamo in particolare a tre dei gradini (certamente pilastrini di una recinzione reimpiegati) che uniscono temi paleo. ctistiani classic (fregio con mostri marini, racemi) ad un intreecio di serpenti, motivo ctonio molto diffuso in epoca merovingia, I montanti della porta e la soglia che divide lo spazio sono ornati di rosonie racemi un tempo impreziosi ti da incrostazioni di paste vitree. Una delle pid interessanti testimonianze di scultura, oltre alla base di una croce con la rappresentazione a schiaceiato dei due ladroni ¢ a quella di una statua identificata da un'iscrizione come san Si ‘meone il Vecchio (assimilato a san Simeone Stilta), & una lastrariutilizzata la vorata in leggero rrilievo ed incisa, coi simboli degli evangelisti Matteo Giovanni e le figure degli arcangeli Raffacle e Raguele. Se la rappresentazione di quest'ultimo, proibita nel 745 dal concilio di Roma, fornisce un terminus an- 4e quem: per la costruzione del monumento, le iscizioni (riesaminate di recente da Michel Banniard) ¢ le decorazioni scultoree consentono di collocare la co- struzione del mausoleo nella prima meta del Vit secolo. Possiamo ancora farci un'idea dellarredo liturgico delle chiese merovinge Del rato ecvesionale ei src collegato al vescuvo di Pargi Ager fratello dll badesse Teodechits, eo degli snd bios pid important del eclo Sull tetta i Cristo lnmberbe in troo, on postione frontale econ il libro aperta maccaso vello. spazio celeste seeondo larson di xecbiele,&crcondat dt simi dei ‘quire evangelist. La sacra ele iraticit dell immagine evocsro ‘chemi iconogaic oriental tess era dnt indie Sian lato de sareofag wn rit ben divers, pi prossin a reffiguresioni della tarda anticb latina, rece le {oll diigure con le mani alate che attomia Grito Signore in trono, rela Resureezione dlls carne del indica nniverae, Cried Sant Ped, Jonare Nella doppia pagina sepvents Ls cvpte di Saint Paul a Jonas, resto ium manasterodellepoc di san Colombano, vit secoo, ee dextnate ad sezngliee fe spl del tamer dia patente famiglia. La vrata architeioncs 0 semplice,rchiemano Vestercoue i cpiel, elant dei quale ctremannente elegant. reinteroretaxione della tradicone ‘anti da prte dled merningh ‘cc d parallelievoriacion in diverse ale delle Francia, Nel quarter delle Dun «Poitiers il cco spac pole del pogen di ‘Mflebundo, del Vt seco, fa diretamentealteradicione antics A fonts Nelfipoge delle Dune deagh decorate d tipo Paleocrstiony si escola a ‘deconicioni meroenge che benno ‘tr fogged reir samth gliangelirfiguntioricrdai nelle ierision dell pope appartengona, lire che alla radaioue locale «quelle due porsonaga ul besoriino he ‘Fungena da base dela eve, figura second i modell antic code rac rege sulla toversa dela roe, sont dae ledvoni crocs con Crista Lest poor ont la rafignreioe desde evagoleti Mateo e Ciosent dei due arcangeliRefete« Raguel srazie all'exempio della recinzione di Saint-Pierre-aux-Nonnains, a Metz, i cui clementi (dodici lastre e ventuno pilastrini), siutlizeati nei pilastri ottoniani dell'antica chiesa del monastero di Saint-Pierre, ricavata dopo gli anni 600 in un edificio del 1v secolo che faceva parte di un complesso di terme monumen- tali, Furano scoperti nel 1897 Queste sculture, realizzate a rilievo molto basso e piatto, presentano un note- vole repertorio iconografico con composizioni geometriche (scacchiere, croci, ar- cate), motivi vegetal (racemi, palmette, Albero della Vita) e animali (intrecci di serpenti), oltre ad una sorprendente raffigurazione di Cristo benedicente che ha in mano il pane della Consacrazione. La datazione di questo straordinario insie ime che, malgrado una certa unit silistica, non & omogeneo né sort il profilo dei ‘moduli compositiviné sotto quello dell'esecuzione, @ tuttora controversa. Aleuni scorici dell'arte (Carol Heitz, Francois Heber Sufirin), basandosi su argomenti di tipo storico pid che stlstco ed archeologico, hanno attribuito questa recinzione allinizio dell’cpoca carolingia: malgrado questo genere di monumento sia stato sempre in uso fin dalla ‘Tarda Antichita, essi hanno voluto vedervi una conse- gquenza della forma liturgica di Crodegango, vescovo di Metz dal 742 al 766. Tutiavia, la compresenza di motivi paleocristiani ancora classii e di motivi z00- morfi molto simili a quelli delle fibbie di cintura a placca di bronzo e di ferro age- minati, fa propendere per un‘attribuzione di questa recinzione al vit secolo e la mmette in rapporto con la fondavione del primo monastero di Saint-Pierre. Per quanto riguarda l'apporto dell’archeologia alla conoscenza dei monu menti scomparsi, possiamo prendere come esempio due recenti campagne di scavi, A partire dal 1991, ad Hamage (Francia del nord) sono stati condotti de- ali scavi sul sito di un monastero merovingio della valle della Scarpe. Fondato rel vit secolo da una famiglia del? aristocrazia locale per impulso di sant’ ‘mand, esso venne distrutto al eempo delle invasioni vichinghe del rx secolo, ma la sua ubicazione non fu dimenticata perché, nel 1133, sulla stessa area s/inse- did un priorato benedettino che sopravvisse fino alla Rivoluzione. Oggi restano due costruzioni a squadra, ormai in rovina, che corrispondono alla chiesa di Sainte-Marie e all’antico alloggio dei religiosi. Una serie di scavi particolarmen: te complessi ha permesso non solo di stabilire che la chiesa priorale era stata ri costruita sulla stessa area di quella primitiva delPvmt secolo (in legno su basamenti di pietra), ma che Pattuale cortle di fattoria corrispondeva agli edi- fici monastici in legno che si susseguirono dal vital 1x secolo: recinto con fos- sato € palizzata con molte costruzioni cireolari su palafitte (sicuramente le prime celle dei monaci); poi, parallelamente all’edificazione di una prima chie- sa larga 8 m e lunga almeno 15, viene costruito un grande edificio di m 8x15 con tre tramezzi interni, al quale succede una costruzione a tre navate di m 11x19, con due o tre ambienti centrali a carattere comunitario attorno ai 4quali si dispongono le celle dei monaci; infine, con la ricostruzione della chiesa, intorno al cortile di uno dei chiostri venne costruita una serie di grandi edifici. Un secondo esempio altrettanto significativo & quello della vasta chiesa alto- medievale (larga m 18,50 e lunga almeno 30), di cui non si sospettava neppure Tesistenza, scoperta a Notre-Dame di Bondeville (Seine-Maritime) in seguito ad aleuni sondaggi nel 1999. La preserva di resti architettonici a volte abbastanza bben conservati (a causa del breve periodo di utilizzo di questo luogo di culto fra 1a fine del vite Vnizio del 1x secolo), unita a metodi di scavo d'avanguardia, ha dungue rivelato un edificio a pianta basilicale con abside a terminazione retili- nea, coro quadrato fiancheggiato da due ambienti secondari, navata tripartita (della quale finora si scavato solo inizio), Inolize,& stato possibile fare alcune osservazioni sulle strutture architetioniche, insolite per questo genere i vestigia ricostruzione parziale dell'alzato grazie ad un muro di gronda erollato nel quale si apriva una finestra; basi di altarinel coro e nei due ambienti annessis presenza intonaco bianco sui muri esterni ¢ interni (questi ultimi presentano una deco. razione dipinta in rosso); pavimento coperto da una malta rossa in cui si notano, qua e la, frammenti di mosaici (con qualche tessera dorata) o le trace in negati vo di una decorazione incrostata a esanghe; molissimi frammenti di vetrate co orate che, in qualche caso, conservano ancora parte del legamento di piombo (sono le pit antiche vetrate conosciute finora in Francia). Infine, frammenti scol Piti (racemi, un volto umano molto simile a quelli dell’ipogeo delle Dune) prove nienti dalla decorazione dell'edificio © dai monumenti funebti che vi si trovavano, Questi due exempi dimostrano, se ce ne fosse stato bisogno, che le no- stre conoscenze sui monumenti dell’Alto Medigevo e sulle loro decorazioni po- tranno evolversi in seguito ad una nuova setie di scavi archeoloxici La scultura funeraria Per evidenti ragioni archeologiche, sono giunti fino a noi pochi segni di rico noscimento sulle superfici delle sepolture merovinge — stele o epitafli (nelle chie- sea destinazione funeraria). Accanto a stele di pietra piuttosto r0zze, incise con motivi geometrici o d'ispirazione cristiana, come quelle del Vexin francese, in- contriamo alcuni esemplati pits elaborati che devono essere annoverati fra le te popolare, come la celebre stele di Kénigswinter-Nieder dollendorf (Bonn, Landesmuseum), considerata un bell’esempio di sincretismo religioso. In quest'esemplare, mentre su una delle facce compare un personagio (certamente il defunto} che ha in una mano il suo sertasax (grossa daga a un so: Jo taglio) ¢ con Patra si acconcia con Vaiuto di un pettine, con una fiasca ai pied sopra la testa un serpente bicefalo (motive popolare che evoca il mondo sotter: taneo dei defunti la rinascita della vita), sullaltra si vede un personaggio nim bato con una lancia, identificato con immagine di Cristo trionfante Ma per tutto il secondo periodo dell'epoca merovingia le testimonianze pitt importanti della scultura funeraria, presente soprattutto nei cimiteri urbani ad sanctos ed in alcuni importanti luoghi venerati delle campagne, sono i sarcofagi di pietra e di gesso, La forma trapezoidale piti o meno evidente delle casse, il profilo dei coperchi (a quattro falde che a volte presentano anche degli acrote ti di tradizione antica, a due spioventi o, ancora, bombati), il materiale e, so- pratturto, le variazioni delle decorazioni incise, ci consentono di individuare diverse grandi famiglie di sarcofagi in pictra le cui aree di diffusione corti dono grosso modo ad un certo numero di luoghi di produzione: gruppi per definire la scultura a intreccio geometrico complesso, quella cioé di impianto sostanzial: mente aniconico in cui Vimpalcatura decorativa @ affidata a intres che si avwolgono secondo una casistica +°sai variata, con limitate incursioni di stilizzatissimi clementi vegetali e animali. Si tratta della sopravvivenza di un atteggiamento critico di matrice ottocen: tesca, tendente a individuare nelle popolazioni germaniche i veicoli di diffusio- ne di tale decoro che, diffuso su un ampio arco cronologico (dal 1Val Xtt secolo almeno, ¢talvolta anche oltre, nelle risorgive dell arte epopolare») c in una al: trettanto vasta dimensione territoriale (dall’Irlanda all’ Italia) caratterizza indif ferentemente i pavimenti a mosaico romani, le oreficerie barbariche, le pagine miniate itlandesi, Ie lastre scolpite dell'arredo liturgico carolingio, le modana ture architettoniche romaniche. Sono fenomeni che non hanno perd partenze sinctone; per la scultura occorre attendere la meta dell'vut secolo. Per limitarsi al territori italiano, un buon esempio del primo apparite & of ferto dallo splendido parapetto di scala di ambone della basilica di San Salva- tore a Brescia, voluta da Desiderio e dalla moglie Ansa (753 ca.). La lastra triangolare & per intero occupata da un grande pavone accampato araldica- mente, citcondato da morbidi girali di memoria classicheggiante, secondo quella 'ripresa di gusto per Pantico che caratterizza la cosiddetta «rinascenza liutprandea>; il limite inferiore @ invece marcato da una fascia che pare tratta da una pagina miniata «insulare» nella quale da un grande nodo si generano due serie di intrecci che corrono parallel costituendo una sorta di cornice. E la prima, timida comparsa di uno schema decorativo che nella seconda met del secolo si alfermera prepotentemente, caratterizzando cosi in chiave aniconica gran parte della produzione plastica carolingia e post-carolingia. de clonne, com cpl leveraged ret di roto: rece, grapple foglia: l pares delle mevata trod frm, ies dele Brescio,Sonte Cialis Museo U pavome rffigat su questa lsira 8 ‘un fenca ieonograio ben nota, obe be ulooristione press del ontchita lesvca, Lescecione del a edi qualita molt elevate e Cisi@ interrogati sulla fortuna tutta particolare di tali motivi in questo pe riodo: @ indubbio che la riforma religiosa di Grodegango abbia reso necessario provvedere all allestimento ex novo di numerose recinzioni presbiteriali che di- stinguessero lo spazio liturgico del celebrante da quello destinato ai fedeli. Le officine lapidarie furono quindi obligate a dat fondo a tutti repertori dispo- ribili di modeli,e soprattutto a ricorrere a schemi che per loro natura fossero suscettibili di iterazioni e variazioni assai ampie. E Roma probabilmente il centro che meglio consente di seguire tale svilup. po, grazie alla testimonianza inerociata dei contestiecclesiastici superstiti ¢ alla foute preziosa del Liber pontificalis, che ancora ai diversi pontificati gli inter: venti di rinnovamento liturgico degli edifici sacri. Se appare senz’altro sugge stiva Tipotesi recentemente avanzata di identificare in questa particolare produzione una sorta di risposta «occidentale» al dibattito iconoclasta, non va dimenticata la complessita dell’assetto originario dell'arredo liturgico, che pre vvedeva completamente integrazioni in materiali differenti (a stessa pietra po- teva ricevere un complemento cromatico) ed essere al contempo «iconico» ¢ «

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