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i ano i vari linguagei, ere che separ eee) paar per affermare la superior x re costruisce il reale, ma lo sostituisce; nducendoli verso una dimensi 193 Abbattere Depero, @ la conc’ dell'artista, che non % oe llega i fenoment dive cn questa prospettiva, Soffici non Sine il proprio della pia e i ; s ‘rodalita espressive. Mira a pee adical rappresenta: one iconica, a deco’ Es care i confil ione concepi ‘a com vero. Sostituisce sé Ja vita; Ja inva un evento leggero, i nale», che consente al creatore € all’amatore de nicare tra loro con facilita, di identificarsi, Non ci sara pid spazio per intermediari, per cri Non potendo «essere capita ¢ gustata che d: futuro — allarghera sempre pitt la propria sfera la sensibilita generale. 7 Solo dopo aver assolto a questa cru diesistere, ed essere definitivamente tanno violati, la cornice infranta, aura t zioni estetiche diverranno - fatalmente = Tn consonanza con Bergson, il quale avev momento in cui si stringe una «com i cose € con noi stessi, [...] ’arte sareb ee tutti ua giacché la nostra | ontinuamente all’unisono con la nat vitabile destino dell’arte. Pittura at annientarsi. Solo cos} i potra concn Te 01 sottile, tenue, S! aveva definito go, Seti. in tal mod do ay avrebbe ancora potuto perec eeaano anticipare quella del arte che sara posta al centro delle ba PAVANGUARDIA yyERSO De ee dell nell’ambito delle opere d’arte, di elementi exten mazione lirica o razionale» degli oggetti — = APittorici: la lui ~ non va metodo prendesse piede ¢ si spinge ryerrebbe che il miglior quadro di concerto l’insieme dei rumor eo del contadino che vanga o del fabbro che moatiella asto con questa tesi, e in sintonia con quanto aveva so- Boccioni ne I/ cerchio non si chiude,® Soffici afferma con 1 ssita di mettere in discussione le regole proprie della razione iconica, promuovendo una diversa «riappropria- reale. Il linguaggio artistico del passato va decostruito; ito uno stile audace; le possibilita creative devono essere e. Gli strumenti espressivi oramai logori vanno sostituiti offerti dalle nuove condizioni di vita. ieri teorici originali, Soffici, nei Primi principi, - conclusioni cui erano pervenuti i dadaisti, i | 1916, avevano ridefinito, su inesplorati registri porti tra realta e rappresentazione ¢ le questioni 272. Sulla querelle che contrappone, nel 1914, Pa- Ti frammenti di reat entro i confni dell opera modema cit., PP. 49-43- “Boccioni scrive: «Quando nella piteurss ‘ trovi corculeall tlermagon or F non vuol dire che il cerchio seo enc in cal ercnuy inevitabilmente nelle pit lo- ‘entra afar parte della ma~ izione, le sue "incamminano a di 1, 4, 194: in a iva di tipo idealistico, | ; ni prospettit® “ano di afferrare la Duchamp ¢; lotto estetico; ¢ ma a es! af significa costruire 0 della vita: con il gesto d stessa di pro rare liricamente le cose, Fare arte - pet Joro - non delle «barriere» della pit i i dadaisti, perd, Soffici non o "t differenza dei dadaisti, perd, ¢ me un universo disomogeneo, dal quale biso; enti da valorizzare. Il compito dell’artista elem ; el rit Sformare liricamente l'oggettivitd, ma n , lore di cui la vita @ solo il risultato». Tl mondo poetica: non va contemplato, ma guardato este Jezza é dovungue, in ogni luogo: nelle figure del nidel sogno, nella banalita e nell’eroismo della Nel ricollegarsi al progetto del Gesamtku alle convinzioni care a larga parte della lett (a Wilde ea D’Annunzio, in primo luogo), Soffi definisce una sorta di estetizzazione del mondo a una disseminazione della poesia nello g un'esplosione di pittura e scultura fuori dai co Immagina un’opera che, venuto meno il limit ta ou ma un luogo di scorrimento, Pp a ) nese J ne ibe forza e consuma le conven Diversa i sti . oe €sposte iiau fa futurist e dai dadaisti ai ‘Si dai primi articoli a isu «La ione di opera d’arte total ee € come un’ unit PAVANGUARDIA ¢. La scrittura dell’arte ¢ quella del mond i eccio difficile, indissolubile: sono compre: ‘coappartengono. La vita entra nella pittura nfluisce nei fenomeni. L’ ‘Opera non é pid compiuta o chiusa: § alle proprie leggi e alle proprie peculiarita i pre Pe rita: priva di costri- ilvalore di una temporalita sensibile all’impetuosa irruzione 195 0 Convergono, ‘nsive l’una del- enella scultura; G Soffici non pensa affatto a una Sparizione dell’opera. la di un «tutto-arte». Non é la vita ad inguinare Varte, ma -concepita come valore assoluto - a confondersi con il rit- . Da astratta attivita dello spirito, essa diviene azione attiva, decisa. La cornice dell’opera si dissolve nello spa- do a compimento il programma del realismo inte- baldiano,*” Soffici progetta una societa da realizzare poe- = opposta, dunque, all’universo borghese, che relega il nella condizione dell’emarginato isolato ¢ incompreso. mondo fatto ad arte, concepito come invenzione infini- jadri e sculture non hanno pit ragione d’esistere, perché e «é passata, dalle opere particolari, negli atti comuni i artisti non sono pitt un’élite: gli uomini sono desti- on il trascorrere del tempo, tutti artisti. e il linguaggio di tutti; tutti devono parlare la poesia potra, cos}, conquistare la societa marsi in una funzione vitale, simile al all’amare o al respirare, rivolta a cogliere ‘Soffici, il quale, in una lette- ‘ai giudizi can ese: casos zie el ; poeta d'cccezione ‘mediocri 196 Tessenza de recirata della pro io eee Steen per osservare una in ogni ges In idx consueto => é a di estetico. Si ‘oro degli operai, esil profezia diuna societ ‘eva far meglio i attraversano la strada, salutano, guidano Vi fant’ rf tina donna: {loro movimenti non hanno nulla iF he P Ff dibile, ma seguono una misteriosa danza; do j lh nd ziosa musicalita. Tl mondo é visto come una sorta di me le 4 J 3 oj seriame! ognuno fa la sua parte secondo un p accompagnano l'esistenza degli uomini no és nato o di arbitrario; vanno interpretate « : rad d'abisso ae solo. da un complesso gio onadi compiute e perfette. r a di edifi sente il mondo nella eae bine. 4 Soffici intuisce tematiche qu aoa Tautonor ‘ai movimenti d’avanguardia del ogni delirio nichilista, da erede perso L'AVANGUARDIA simili, € una personalita privilegiata, cletta bar . 197 meances supremes, guida dell’umanita, capace di ra décret des jn un fenomeno estetico, pronta a rielaborare acchiudere la iensione fabulatoria e trasfigurativa, le forme del in virtt della Gyll’orlo di un pericoloso abisso, Soffici cerca dis, aed wristocratica € sublime del poeta, depositario e Sane a natu- ndibili valori umani. Rimane fedele al mito dj Orf oe giunto sul precipizio dell’ Ade, €0 ~ leroe si era salvato in virti . i ws prie facolta, ed era divenuto consolatore e redentore ee io e nostalgico. re Ancorato ai valori di una filosofia sostanzialmente classica poco o all’idea della distruzione e della catastrofe, nell’ Apologia turismo, tracciando un bilancio della propria stagione avan- ‘ica, osserva: fatto esperienze anche pitt ardimentose di altri; e gli altri hanno do- , imitarci. L’Europa, la Francia, hanno preso a modello il futati- ¢ si son vestite secondo i nostri figurini. Sempre da quel punto itico e morale, é un trionfo. siamo occuparci seriamente di cose serie ¢ grandi, senza distra- 10 sgombro da preoccupazioni meschine. E lasciare gli altri per la strada d’abisso dove gli abbiamo attirati al nostro se- i vediamo rotolare sui loro dadas; mentre noi ci siamo fer- volonta di edificare una solida casa, e sempre at- re ’autonomia ¢ I’«individualita» dell’opera aggio 1933, infine, scriverd: riene ad essere una casa, un organismo vivente, € degli ela logica vitale. Migrateord ilf ne. Se l’opera ciergenesl erogenea, stonata, se oo ell’ambiente naturale che pel caso contrario é un falso ; nel gzsTO att cats) mbito intellettuale, pittorico ¢ lettera _ Nell’ be nitrasti fecondi d’idee fra la gioy, eto“ 0! . it io, il futurismo hy, e1 0 . dj entusiasmi freschi allegri cae ae anes gciolti modi di creazione», svelato un «senso meas nos Psiacce3 «la passione eroica per la vita e per la Helle, ole impulso alle innovazioni linguistiche, dischiuso onti alla «forza creativa della gioventi; italiana» 13 perd, morto; ha esaurito il proprio progetto. «Eda ig che doveva accadere sia accaduto». Ora bisogna inter- ‘cosa prendera il suo posto. «Ci si mostri[...] quali sono jeazioni, le opere che debbono sostituire quei falsi e radi- tie buttati, meritamente, nella spazzatura», , tuttavia, resta un patrimonio cui attingere di conti- misurarsi. Non pu essere dimenticato, né rinne- perato con equilibrio. Tutto cid che si fara nelle arti del- ira della «rinfrescatura di quel gran lavacro», di no. «Gli stessi argomenti di ordine, di costruzione, tel ale artistica e morale che oggi giustamente gli non sono forse una prova dell’efficacia dell’azione del utur un frutto indiretto o diretto - come volete - y 19q 5 c seicento e del Settecento, la Fiorentina aad evirb ib CAPITOL QuINTo. 326 ot ot thadttaes, i imi a dove, nei primi anni ar possibile individuare i primi segnalj qj un rinnovato clima Cel 1920, si inaugurano in contempo. Nel corso della privitvcitano accesi dibattiti nelle giovani ge. ranea molte mostte, C1 “7 ejsti e di critici. Tra le rassegne pit nerazioni di intellertuat, © © jone dedicata alla pittura italiana rilevanti, emerge Tampia a organizzata nelle sale di Palazzo Pi. del Seicento ¢ del Settee igi Dami e Nello Tarchiani, con la ti, Concepita da Ugo Mr, “diosi (da Matteo Marangoni a Pietro consulenza di rr tur), di soprintendenti e di direttori di Toesca, a Lionello enturi dP orore «di peor i, e l’appoggio = ne! comitato prc TF On ae cite come Antonio Maraini, Mario Tinti, Libero aaa Baccio Maria Bacci, Aldo Carpi ed Edoardo Rubino, la mostra si propone di ee cultura del 5 ili analogie con la modernita. 1 GES ee e esate = da «Valori Plastici» a «L’Arte», da «Emporium» a «Dedalo», da «Pegaso» a Palllustrazione Toscana» - dedicano ampi servizi all’evento. Sul quarto fascicolo della neonata rivista «L’Esame» diretta da Enrico Somareé, esce un articolo di Sof- fici, il quale cerca di rendere chiare «da un punto di vista prevalen- temente tecnico le qualita essenziali pittoriche di alcune opere» presentate, soffermandosi, in particolare, sull’ Atalanta e Ippomene di Guido Reni. Questa tela colpisce per la maestria con la quale Reni collega, in un insieme di piani vasti e stabili, figure sfuggenti, evitando accuratamente ogni tipo di deriva «triviale». La pennellata ~ larga e fluida — segue l’andamento delle forme; produce «quella superficie levigata e quello smalto onde s’appaga a un tempo l’occhio cil senso del tatto». Senza ricorrere alle variazioni tonalidei colori, Reni bagna con una luce intensa alcune parti; crea un ri i. *Mostea tiduce al minimo il gioco dei chiaroscuri. Il disegno at mae priv di durezze e di asperitd; non é affatto lasticita i _ 5 tita - eee : in aie, a Spied alee ero - definisce le forme; non le limit: ae if ae oe ritratti si distendono con pat aonen iente; assorbono le lucie le oml » Che creano aria e spazio intorno ai corpi.® “ent, toscano ¢ ® oe A Sofi, Tecnica pittorica, Note in «L’Esame», 1, 4-5, 1922. LIZZKTO ousth pave Chirico mage la mostra 1 Se: yen id epid formidabile fiasco artistico ch, icento ¢ " jdel ventesimo secolo», ¢ sj dice addi € Si noy, is i inluj Mitt aravagsiO, che ata in lui «la tristezza deft , jni di 1 a" ig Pllakibsons 1 Sofficis entusiasta Bat compare Fee aetcbberg en ahi igual, oO i esposti, avrebbero dovuto tealizzare ung figment jdies raz Pittoricg, e'*#2ione Carra, di Morandi e sculture di Martini); vi sono -eccentriche come Wildt, Rambelli, ini e Socrate. Vi sono, inoltre, stanze che » a Signorini e a Lega, e sale in cui sono quadri ini, di Antonio ¢ Angiolo Tomassi e di altri pi erenrocinavsnia artisti, che trasformano Ruggeri, sorta di pendant della mostra sul Seicento e CAPTTOLO QUINT 328 II desiderio dir: jnnovamento che percorre gli ambienti colti to, ella fine della guetra sembra isctiversi entro |e sea ate tracciate da «La Voce» da «Lacerba». Quasi tutte e Hina rive Hermet su «Il Frontespizio» nel 1930 = évivong ‘a sul capitale realizzato» nei primi anni delisecolo 2 ateca Filosofica, fondata da Papini nelPgy. feritasi da piazza Donatello in piazza del letterati, artisti, intellettuali fiorentini 9 jn transito per Firenze; il caffe delle Giubbe Rosse a diventato iltitro. vo della vita artistica e letteraria cittadina; viene realizzato il perio. dico satirico, in formato tascabile, chiamato «L’Enci ay ‘foglietto minuscolo e svagato, di mordace umorismo, cui c tra gli altri, Conti, Agnoletti, Bastianelli, Papini e Pavolini, dal 1919, dirige un’altra rivista, chiamata «Il Centone». Nata nel febbraio 1924 ¢ morta nel maggio 1925, sile «Rivista di Firenze», ¢ impegnata a descrivere vanti della ricerca artistica contemporanea. Di Mix, riunisce collaboratori di cultura € prove: Colacicchi a Castelfranco, da Bramanti a De Chi un sodalizio che si basa sull’interdisciplinarieta, sul s tra filosofia, letteratura e arti visive. veo Dagli inizi del secolo, a Firenze, — secondo Soffi agitarsi, quasi per uno scherzo del caso, «il pit gra: blemi di carattere [...] talvolta europeo e magari uni significative «manifestazioni creative di portata ite avere ripercussioni in ogni parte del lo». __ Su questo terreno, segnato dall’intrecciarsi ae si apre, nell’autunno del 1925, la rivist etto Carocci e Giovanni Cola chi, € an fae e a neodirettore del Gabinetto Viess ecchi, con l’intento di individuare prec letteratura, aD er ee «Solariay nasce senza un progra «sazio e invero della rivista c scani all’indomani rivist gia solo di rendita sul La sede della Bibli tunno del 1908, tras! Duomo, torna a ospitare , dpa ) y ieahel 2A Hemet, Gane ee Termet, Giormale delle ? Soffici, Firenze cit, ‘edt formali. disor inaugurale | ui, organizzat “Seat «Da questo id dite che bins CCtitica, | istALLIZzZATO a , per attuare il progetto di un’, ‘umana».* Un’affermazio ive Franchi, il quale, memo; a del futurismo come di u: 329) Tte «singol, a ~ “Singolarmen che Dud essereea = ais 2 nen alcune dichiarazion{ di Uazione ora, a Otamai lonta, aver chiuso «j] cerchio, Tea . ef aes Per aver posta «durame; j di fronte al problema di un’arte He tily me > Poetica m’é voluto dalla Fe erable tt ddliziongwaiee ct sisi impone come attivo intermediario tra artisti e scrittori jrenze. Pur coltivando il sogno di aie cori ‘ ic x entare un uomo di , sin da giovane, dimostra interesse Per il mondo al istico fiorentino emer : ge Belle Arti ad allestire, in n » Scultura e arti applicate, la Mario Tinti. Dopo un anno, l’iniziativa 8 tiproposta lla Reale Accademia in piazza San Marco: accanto ai Ja «saletta d’anteguerra» ~ Ferroni, Cecchi, Dani, dini—, appaiono lo scultore Romanelli (quale ospite ovani artisti, che, grazie agli incoraggiamenti gono un gruppo ben determinato nei propositi ses" ral tenuto alla Mostra dei Pittori © Scultori ata nelle sale delle Giubbe Rosse, il pittore mento, senza costituzione ufficiale enze é stabilito un nucleo giovanile , organizzatori di mostre comin- iono i pittori Caligiani, ‘ada, Vagnetti, Peyron, Bra Sono, questi, alcuni tra i pro- . ento toscano, coor che rifletta arte sibil le stravaganza modern, 330 AMOLO QUT Per spiegare i propri obiettivi, Franchi, nel tichiamarsi alle idee espresse da Soffici in alcuni articoli scritti nell immediato dopo. guerra, in diverse lettere inviate nel 1922 a Bacci, enuncia il pro. prio progetto di costituire una corporazione sindacale, lecui finality siano la «rinascita delle arti decorative» ela « formazione Spontaneg di un nuovo gusto nazionale», salvaguardando il temperamento dei poral aeteriia ea an Giubbe Rosse € lo studio del pittore Vagnetti (situato in pj, Donatello) diventano i luoghi di incontro del gruppo, che, nel 1998, prende in fitto una piccola galleria - la Bottega d ‘Arte =; collocata nella centralissima via Roma, in un delizioso mezzanino della casa editrice musicale Forlivesi. Lo scopo é quello di «inaugurare a Fj. renze lo stile di intelligente modernita che a Milano costituisce jl maggior titolo di gloria della Galleria Pesaro»,?8 afferma Franchi, alludendo all’esperienza promossa da Margherita Sarfatti nella capitale lombarda con il gruppo del Novecento, cui Soffici si accosta in occasione della prima e della seconda mostra di Mil esposizioni organizzate a Ginevra (nel 1927) a Buen 2s 1930), condividendone molte delle ragioni poetiche. {eerie Al 1920 risale la prima definizione teorico-ideol ji mento sarfattiano, che yuole rompere Pequilibs tradizione posto all’origine delle scelte pittoriche «Valori Plastici», promuovendo uno svilup; oa decisamente reazionario». Alla fine del 1922, si torno alla Galleria Pesaro, il citcolo dei Sette Pittor Posto da Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marus ni). Da questo nucleo nascera i! gruppo del Novec nel 1923 presso la stessa galleria, con l’intes pura italiana, sottraendola agli ismi di imy zionale, che sara se nel 1926 ¢ a fc ‘ L a oR Crispolti, Storia e re dl fst ae ‘aun classicism feuniti in un grupp txeno di coniugar *oitorico ottocen “denon pity i \ mete mo Mea Xt, 10 dell hig cata, tos, “atlata eqs TALLIZZATO erivelano il carattere eclettico del Nove, tre le forze attive su diun comune d, os ar ralism™0 postimpressionistay% _ q,., i gid ampi |. U Protagonist; maesttl gid ampiamente Consacrati quali 'BONisti co. ad artisti di notevole qualita come. au Catt, Casora. , Morandi, Guidi, De Pisis altti, Sironi, erta» quali Prampolini, Depero e Soffigi wy, ftutist tivo € quello di valorizzare a livello aire desk emma e di semplicita, Promuovendo annuali ata ad la Sarfatti invita, «per disinteressate finalita di lane i.) tutti gli/artisti, giovani ancora alle prime armio bit ovetti, che portano nelle loro opere un’impronta di ie soso travaglio spirituales” ~ tutti j pittori di qualita, ne fosse l’orientamento espressivoy.32 ; tta di artisti di estrazione diversa, accomunati dal bisogno Ja nobilta della tradizione, di «restituire - potremmo ndoci delle parole di Bontempelli - il Tempo ¢ lo Spazio, ita e infinita immodificabili, matrici di tutte le leggi i l’'uomo deve foggiare la propria vita», indulgendo, allo Perce eit & la sua legge, € on & «ancora un mezzo) CAPMOLy = uralismo astratto, i novecentisti adottang ri d ogni tipo di ironia o di inquietw dine, ie ismo putista, basato sul predominio incontrastatg, : ; aun ie resentazione di ambienti ridotti ai datj el a gura, sul eee pacati, sul riferimento costante a modelli ie su sea es un arcaismo che si fonda sul ricorso a sintesi oe toed een elaborate alla maniera dei Primitivi tre me La figura umana, ne loro tele, sembra scomparire, assorbitg asi irreale. wate: tele ae in sintonia con molte delle soluzioni a eo P dai protagonisti del movimento della Sarfatti. Si dice favorey di ritorno a una pittura che, nel solco della lezione dei macel promuova il recupero di una figurazione narrata, eg aa. 1 f f tentica dei sentimenti, dello studio del vero e dei «valor poetic § valid “sila dell’intimismo».* 332 Legati a un nat! austero, estraneo a' L italianita dello stile uttva, ium della fant abi i Soffici € vicino ai novecentisti, di cui condivide i riaffermare uno stile che sia assolutamente italiano, In ut aidicolore, non inviata a Carra nel novembre 192Iy/scrivertegiiene: tama. Il goffo La pittura francese ha avuto su me influenza ‘soprattutto - ‘Gurmonico e lo cesi (Cézanne, Renoir, Degas) mi hanno insegnato cid ¢ | Settvelano «sco insegnarmi gli italiani moderni - se ci fossero stati ‘odiun ¢ erni. Del resto in quei francesi io ho sempre somata ONtatto ¢ ¢jitallano, Ho ritrovato in loro cid che la buona s ‘afb mez Pittorica del passato. Non mi sono mai impegnato, Atastieg @ dell la tradi: c essere sempre stato toscano. Toscanamente 1 Uhisgg = 9 “tdione nostra del -4-500. Oggi pitiche mais. | Sahar pi _ ys - Oran, fs ba Hostrali, invece, seguono in mani es eta ea diorigine Straniera (francese, in part x ttedeal 'Sc¢ eras Pere degli artisti di altri paesi 8 sop x i de > it , scandaloso, mostruoso, disumano», N Ne a bay vedano R. Bossaglia,11N, nell Ossaglia, lovece if in "Nocti 252: Bios Mase Mt ge Seat Us Tascang pang) 1 Solicia Canad go 32 TO cgusTALLIZZN 1 pity menzognere, adottando artifj i) razionalisti, ermetici, primordial ecaltare un originalita fine a se stess_ e, da essi intesa come «imitazion Z te». Inseguono la novita a tutti un banale accademismo.°? nica con questo atteggiamento, Soffici — apparso su «Il Selvaggion del 15 Puno emerge da ificita dello stile italiano, posto in paral ~ wuole a che i nostri artisti devono saper si con quello ae ark si difen ordiche, che sono in evidente contrasto con i a aie ella Mentre il popolo tedesco € quello inglese - scrive yme negati da un pezzo alla poesia», il popolo italiano, a | esi € in grado di dar vita a forme artistica- inella linea interpretativa disegnata da Worringer e da titiene che l’arte gotica rappresenti il polo rovescia ica, € si fondi sulla spontaneita, sulla liberta immagi. disordinata energia espressiva, la quale unita all’esu- ntasia, tende agli effetti violenti sia di chiaroscuro “rafforzati da alcuna considerazione di superiore ido e il mostruoso - ma anche il parle. oporzionato — entrano nelle opere dei tedese! i, Lf a ita e sensualitd barbariche», frut- on Ja natura, che non é né dominata né sj superiorip. Sedotti dal fascino del gotici si fanno interpreti rono il sacto furore dei sen- 333, 1, di volt, orfi dico, 4 10 volta, » Sotretti dal J copies di detestare icosti, » Tpetizione di » Sconfinando ne} CAPITOLO QuiNty 334 4 a F id F ‘le italiano, invece, - scrive Soffici - é distante da ogni tipo Boystileata a Arie difformita, da cid che & disordinato. Ama I, di ciarlataner: lilibrio, la discrezione, la sobrieta, la grazia, la asa. chiareeaell oe d'effettin Su questi valori gli artisti dj Oggi e i Juazione . : a ee $i ani devono basare le loro opere. Ne € convinta anche la quell A ae nel 1928, rileva: «Semplicita, concii ons e chiarezza Sartete mak espressione sono grandi parole d ordine per lo stile dip ae un nuovo regime, di una nazione rinnovellata». Il che tic 2 : ‘ . wile soprattutto, per le arti plastiche ~ pittura, scultura e architet- oe le quali «cominciano ad avere in Italia, in questo scorcio ae 5 fisionomia propria».” disecolo, un’impronta e una jedi Sofie I medesimo tono accompagna le parole di S dane i necessit di ricostruire la sintassi del linguaggio dell’arte. i i ibi i elemen- bellezza é incompatibile assolutamente con tali ele f ci coal fonda in modo pec ula oro eae ar is naturalmente, come naturalmente allotana dus conceit di bratezm d 1 et cui esi fanno parte, c che € il suo contratio, Parte bensl anche Part elasica jpnto di vist defo eal sping di ementi natural pr adr in forme ebresive br eieaed est! potenti per virth d’istinto e di stile; ma per stile, appunto si deve intendere a volont di selerione, di sels e di coordinazione in vista di un’ aemonia supe Pe iava tiore che denoti gentilezza, eleganza, senso della convenienza, della misura Psat} cot ¢ sana perfezione.! d eee Hscuro, dell'illogic "ay negrismo), 49 ‘olgp ‘ibys Gli clementi naturali, nelle opere d’atte mediterranea, no Ti condotti in forme che sono il risultato di una selezione e di un coordinamento, in vista del raggiungimento di un’armonia supe- tiore, che denota gentilezza, eleganza, senso della perfezione e della misura. La materia va controllata, sottoposta all’«imperio del ge- nio», allo stesso modo che «nel tigore e non nel libito ell'individuo allo stato di natura si fonda la civilta della vitay.2 © NRE A La semplicita - caratteristica propria della grande arte: ¢ stata corrotta dal romanticismo. Aprendo la strada a « bitri, deformazioni ed incoerenze», il romanticis Soffici - principio e causa di tutti quei movimenti smo al futurismo — che hanno ricercato l’incompiut Pillogico, screditato in modo grave «il concetto di °M. Sarfatti, L'ante il fascismo, in G, L. Pomba_ lotirina e nelle opere, Uset, ‘Posing 1928, pp. 211-19, : «2 poli, Sempiciomi (IV, 5, x99) cee i ‘a cura di), qustallt ja vita individuale ¢ sociale come la cn artistic considerato cid che & regolate ¢ ag demi di «mediocrita € trivialita intellety ef to un drammatico Spostamento nei valo che sociali, infrangendo quel concetto j secoli passati."” veeentismi, i surrealismi, i magismi, i razionalismi mgono infatti che degenetaziont calseusesaie architetto. tismi, tipici prodotti del xix secolo Sf Toman, Ottocento daudetiano: prodotti che I’Europa rae irancese, jnostri metlotti provinciali ammirano a bocca secede ‘come corroboranti a una nazione che si é imposta al ASE i tivendicato ¢ fatto trionfare in tutti i campi della sua attivita contrari ed opposti.* 335 cazione filoso. cettato da tutti ale © morale» rt non solo este. di totalita tipico una cultura di derivazione protestante, i romantici so- oluta liberta dell’artista, a favore della pura fantasia, sno «materia della creazione»; corrompono, cosl, - an- di vista ‘etico — la nozione del bello, fino a dissolvere tica ed estetica. Soffici scrive: di deformazioni, di indiscipline, di morbositi, .e dell’informe, del disarmo- ico, del vizioso e persino del mostruoso (cubismo, ; CAPITOLO QUINT 33 smo, che porta l’artista a trascurare i dati a a avo diun ia aziocinante, antistintivo € tutto cerebrale», eset a su questi stessi temi, Soffici, in una taccolta gj eS acelape 1922, ribadisce con chiara le difference che separano i pittori meridionali da quelli 5 a Mentre i Primi esaltano le «qualita propriamente plastiche» el sper if second; le negano, ove si ricordi che, per virtt plastica, si integ le modo a base al quale sono uniti, quasi musicalmente, volumi, piani, linee, colori. Dalla felice coordinazione di tali elementi risulta la convenienza teciproca delle differenti parti della composizione figurativa, il loro equlibtio, e gene ralmente quella comoditaspaziale nella quale coesistono i corpi, le figure e ai oggetti rappresentati, ciascuno al loro posto; gl’immobili assisi ¢ stabiliti nella giusta atmosfera del quadro, i Personaggi aggruppati o attcegiadl in maniera da far sentire la possibilita ¢ felicita del loro moto virtuale.8 Molti artisti italiani - osserva Soffici - non sono -consapevoli delle loro radici. Sostituiscono alla disciplina e alle virt vizi e2 attuano sovvertimenti, che rivelano la loro sudditanza nei con! delle estetiche straniere. Si tratta di sovvertimenti sterili, di buffonerie. sbasal Tutta la storia delle lettere e delle arti la che Prova come a tutt’ si siano ispirati i creatori autentici, gli eroi immortali dell'ums ma sono anzi essi che di epoca in epoca hanno dato forma e luce che in quel modo si vorrebbe tramutare 0 abolire; mentre sor fisse per necesita vitale eterna. ci invita a ristabilire i principi intimamente connatu profonda del nostro Popolo, troppo a lungo barattati SL€ opposti», con un americanismo Pericoloso, «Una co esiste tra tutti gli atti della mia vita, che in ogni caso I Sempre stata in me presente e giudicatricey, Per « un'epoca in cui ogni credo viene messo i Vesciato, vanno ripristinat di corpo» -, timedio su * Sim, Bartolini, Introdui in ici, iG, Tati Solfanel, Chieti 1994, nn, ae ein Pensieri. sul arte, in «L’Esamep, In po' di semplici ie A. Soffici, Tomareal gee, ean ee a Estetica politica, acura’ 1, 1922, in all Selvaggioy, Ty 51,1927, cqustALLizZATO ra arte dovra tornare a ess, jane. Solo cosi potra es cre il frutto gj a ; for i sere di nuovo anni o p agli “ga questo che ill sepuire, per esemnig oi tances ci tedeschi, deg ingles ts Bh ander inter jnostti principi ele nostre forme, « a ca cell ameticani nis dai francesi, tedeschi,inglesi, russig nya P&t*12a di piacere s di pit ridicolo e idiota; mentee Pat eper di far figura tra gli altri popoli ¢ dj ottenerne Tat ossibilitg francamente, a fondo; nel portare la snetne il pats, conse ca) nell’universale armonia,>! "nota (che & poi Iq dell’arte» inioni sono al centro degli articoli pubblicati sulla «Gaz- olo»’? e, nel 1928, nel Periplo dell'arte, dove Softici, costellazione dei caratteri spirituali propri di quel spirituale che si chiama fascismo», invita gli arti- a ritrovare il senso profondo dell’ italianita, che ase stessa, dall’antichita ai giorni nostri. del saggio, Soffici scrive: a 46 né gli estetismi europeiz- teat néi surteali- smi ed altri decadentismi ed accademismi spiriti forestieri, nordici, luterani, CAPITOL QUIN 338 Distanti dalle chiusure proprie del gruppo sarfattiano, plianima. tori del Novecento toscano, in linea con quanto sostengono i lette. rati vicini a «Solaria», ricercano nell’arte «una aang € calda vo. : lonta d’espressioni umane significanti, cone ‘ea es di sub h mazione della figura umana».™' Muovendosi nel so a ella pittura ottocentesca, elaborano una pittura di racconto; vogliono esprimere i sentimenti, studiare le trasformazioni del vero, evocare la carica lirica dell’ intimismo. In nome di questi valori, si distinguono dal «nucleo» milanese, con il quale intrattengono un confronto serrato sin dalla prima esposizione che si tiene nel 1926. Nel 1927, Fran. go chi chiedera ad Alberto Salietti e alla Sarfatti un riconoscimento ufficiale, presentandosi come rappresentante del «Gruppo toscano novecentesco, proveniente dal Gruppo Solaria», in occasione della mostra allestita presso la Galleria Pesaro. Nonostante l’invito ufficiale ottenuto, il dialogo tra le due «alin, ben presto, @ intorbidito da malintesi e da equivoei, in. saranno coinvolti, da una parte, Andreotti, Franchi, Maraini e lo stesso Soffici e, dall’altra parte, la Sarfati, che, in diverse circo- stanze, parlera del Gruppo toscano come di «una palla ede del- Je ambizioni del movimento».* 0 0oee eae Sono profondi i contrasti tra le scelte poetiche dei florentin quelle dei ilanesi. Questi ultimi promuovono un rit tradizione, accolta, ma non assimilata. Soffici guarda cond a tale atteggiamento. Sulla stessa linea si muove Franchi recensendo, nel 1926, sull’«Illustrazione Toscana», prim del Novecento milanese, manifesta il proprio sospetto nei con he Lane Sotto le di «certe apparizioni rettoriche, vestite di ri n he fo: Nell Sironi gli appare un «cartellonista drammatico M apprezzato solo «per quanto affiora in lui di buon 1 La Sarfatti traccia la strada per un’atte che vuol ‘me del reale. I] che determinera il dei pittori a lei vicini, i cui quadri cu squadrate ¢ grevi, staticamente monumentali, solennita, un’ipocrita severit, oh nist? s ontemporant uhvita, svelare 1 wabile, che, invece, aun ritmo inte! tuditezione si er iit 4 tecey HR. Franchi, Itasca del Novecento ; 4, lacitazione in P. Maresealchi, jaellosetion Tox 53: arescalchi i ee te qqustALLIzZZato jgenza poetica degli artis); Bo ces Sofficie Eee comPongong jp gto” je a flessibilita nell’ approccig Bice Bono jgti toseani, i quali = anche i minor} s Pre em gon’aura di vita legittima, figliola della vita a nelle \Otidianay 37 sublime al vero @ sottolineato in 7 afferma che-gli artisti non deve, agit del Pela det morbosita psichiche, infantili immaginasignn i Onanisticamente distillai da cervelh ens aderire alla realta, glorificare le magnificenze del arte non fascista sara il contrario di questa, cio’ ido Ja sintesi naturale [...] di oggetto e soggetto, jenite nell’abisso di cerebralismi e delle metafisi- aneo deve saper sviscerare i segreti ingra- 2 i movimenti di un universo all’apparenza , cela dentro di sé una segreta logica e ob- ‘che non puod definirsi con le parole». ) orientati i maestri del passato - da oe CMS GO, |": Giotto a Michelangelo, a Tiziano -, i quali avevano lavorato oon artigiani, senza nevrosi né distorsioni, né incertezze, Forti dell, «calma del loro spirito», essi si erano posti in sin os con il conte. sto della loro epoca. «E cost opereveng tranquillamente, come Ja terra produce i suoi frutti nel giro dell’anno, senza impazienze ng dubbi, né malintesi».” i eal Analogamente a quanto avevano ritenuto questi pittori, Sofficj pensa I’arte come il solo modo efficace per conoscere la «verita dell’universo», per sfuggire a quel muila che ci perseguita e ci an. goscia. Solo questa rappresentazione sara vivente come la realtA e pertanto -eminen- temente filosofiea, inquantoché prima di adattarsi a una teoria, o di dimo. strarla ¢ legittimarla, essa rappresentazione conterra in sé tutte le filosofie, tutte le teorie, tutti i contrari, i quali si risolveranno in lei come, appunto, fanno nella vita. 10 L’artista deve riuscire a raffigurare genuinamente il mondo cosi _ (ell se” come appare alla propria fantasia commossa, assecondando le oscil. (ompito de! lazioni del sentimento e dell’intuito. Posto di fronte a un éanchiusa anch sio, ciascun individuo cogliera alcuni dettagli — santa Hin della,vita splendori di diamanti infiammati, che si imprimetanno n eee y anima, Nella seconda versione (del 1951) del Giorm le di “lsafemio IDEKE Soffici scrive: «Nessuno, mai, in eterno, assistera agli ‘nei pittori che si sono svolti sotto i miei occhi in questa porzione el gusto dej de assegnato alla mia vita».*! oe Axindagli In questo consiste la solitudine di ogni poeta, che, nei Miter Bate |p €voca panorami e situazioni. Ma ogni lettore ha la Ye Sem trasformare quelle Suggestioni, appropriandosene, i i universi ulteriori. Vc ei La realtd afferma Soffici ancora nel Giomale ya accet Su0! aspetti, per buoni o cattivi che siano. Tutto, saa sot penne va accolta indiffer «enciclopedia»: Perché Teena che anche una bagattella & ie is Go OPV, pp. 44ers, 2% P 472. i Whi, p. 484, yuzzAT0 cust! aan ublimi. Ebbene 10 donnaiolo che andi architetture, le costru; y un medesimo piano [...] ele ‘prutte.” zioni serie e g Sono il vecch; sia il bello che il brutto, Vartista dey © avere una by ona iqismM0- fo con occhio eguale, non far distinzio aler indifferentemente e senza giudizio le bel : del proprio essere non é un dar prova di elle © gli orrori, j wit profondsa, libera, amorosa conoseenza del wens magnificenza totali?® tel mondo e della ne fra bene ¢ male, tra : quella del cinico & la «posizione definitiva davanti al- Jo della vita». Negli occhi del cinico, entrano i rapporti no i criteri acquisiti. La realta ~ che agli astrattisti ap- an infinito caleidoscopio in cui smarrirsi con piacere. a concettosita e della metafisica, Soffici contrappone ibilita, dell’empirismo, della naturalita, della con- spito dell’artista @ quello di saper riconoscete la carica anche in cose:non poetiche, dischiudere il ritmo che viene; spesso, occultato ~ e represso - i, privi di anima. yono ritrovare un’armonia perduta, ricon- infinitesimali, svelare la spiritualita del- finato piano su cui sono disposte le cose. ) «i pitt preziosi attributi del genere oe delle qualita e dei limiti a tc Ja medesima inge- situazioni inedite, ]sensibile che miso” j] mio corpo”: Soffici annota: «Non che voglio st: CAPITOL RG unto Contro lastrazione Nel Novecento, l’arte - scrive Waldemar George —éstata, Spes- so, ridotta a un vano divertimento; éstata assimilata uN atticolg di lusso». Molti pittori di questo secolo — in particolare, gli astrat. tisti -, dopo lunghe ricerche, hanno creduto di essere approdati al. Ia terra promessa: «la pittura in sé, forma superiore della diletta. zione». Hanno geometrizzato o violentato le forme della natura, iniziando una pericolosa discesa verso il nulla. ni Da giocatori di prestigio, hanno manipolato le «carte» del reale, Si sono sbarazzati di ogni convenzione; hanno proceduto per sot- trazione, pronti a distruggere «gli organi essenziali della propria lingua»; hanno sancito il divorzio tra arte e pubblico, dipingendo tele in cui gli spettatori non possono riconoscersi. L’arte: essere trasformata in «un cadavere esposto in un aml Essa é, innanzitutto, «azione, passione, slancio vitale»; u: per registrare la storia e reinventare la vita. serge In consonanza con George ~ di cui, nel 1933, curera, | della Vallecchi, la traduzione di Profitti e perdite dell ranea -, Soffici si dice contrario alla vuota astrazione. lo, gli artisti - scrive - si sono, spesso, smarriti n ricerche figurative-letterarie», nella trappola dell’int hanno estrapolato le loro immagini dal volto ticonoseil le, pronti a trasgredire ogni tipo di riscontro. Delus investigazioni sulle origini della natura, si sono ab seduzioni del proprio spirito; hanno interrotto il dia chio con il mondo, dipingendo tele simili a uno s a distanziare i fenomeni. a ; risen gsjacombinazion jouolibera dalla n ainmondo al tutto © Chr. W. George, “La lettura del divide la dura requisitoria conteo i viti del war li i sitoria con inguardia prot sce una perfetta sintonia di intenti e di opinioni, divenem aisotileidenificazione, Al punto che Gene ee cnendone © perdite dell arte contemporay gst Tn x poatisl dalla purezza del sentimento pr a, hanno isterilito le loro opere attra ven & contatto ut jone fredda © vuota di valorie di fenn. U2 specie ina cessato il trambusto degli entusia, ee tanei».** I loro quadri si basano sul m2 lade deal an- ento delle figure e dei volti, sulla ae seg, sl gualita delle composizioni, su arabes Be delle tons. oa elementi dotati di intensita eae saat scostano varie figure, dando vita aun Tin aad oa esprimere, grazie a schemi cerebrali ¢ ee _ i ¢ motivi indipendenti dagli aspetti cane ry mimesi; non vogliono rendere partecipi lei gli altri individui, la cui esistenza ~ scrive Soffici 2 i ndo comunemente visibile, fra oggetti, cose ¢ per- entano sagome arbitrarie, prive di rapporti con 343 ata libert’a disegnativa, che li conduce, in di- azioni prive di logica. «Press’a poco come 'uomo nozione della realta circostante e realizza nel nuovo, indipendente e pieno di meraviglie Give iv ‘maghi indifferenti al «significato dell cose +: ali astrattisti sono affetti da quel «feno- om che a fenesia del ogni. iva potenza evocatrice, , catturati dall’amore Pes 344 ChrTOLD cur vantarsi di aver imitato perfettamente questo o quel modello, e Paddurne prove in note, lettere e discorsi, affine di convincere per dubitarne,” insistere ng lungue fosse Di tale consapevolezza sono privi molti artisti contemporanej, i quali mirano, spesso, a sublimare, inseguendo Ptovocazioni fini , Sn Allorigine della loro ricerca, vi é un pericoloso equivoco, Lano. zione di originalita deve coincidere perfettamente con quella di sincerita, perché «basta che uno sia sincero per essere originale, : cioé diverso da tutti gli altri». Le forme del vero non Possono maj ‘ essere dimenticate: esse costituiscono, per l’espressione artistica, cid che la lingua di un popolo é per l’espressione letterari «Le une e ’altra sono gli elementi indispensabili, evidenti, di cui ci 5} serve per farsi intendere e per suscitare impressioni, emozioni e idee»; per manifestare i nostri sentimenti, il nostro pensiero, Liartista di genio deve essere umano. Le sue opere devono essere a tal punto ricche di accenni e di rinvii alla dimensione della vita che ognuno potra trovarvi un’adeguata soddisfazione al Propric desiderio di bellezza. Per riprendere vigore ed energia, pittura e ‘scultura do- vranno di nuovo attingere a quegli elementi di «mimi espressivay € di «coerenza drammatica» che sono stati sporeati da; ttisti. bac Bolscevismo e arcaismo ee) ( 2 oprieamlaghs 2 I creatori di oggi - scrive Soffici — devono dar vit aac rivelino larghezza intellettuale, onesta di intenti, sincerita, saggezza e serenita, evitando di ind scandalistici, in vacui trucchi. La loro pittura not clasta, né reazionaria, vantaggio del culto acritico di «primitivismi e | che». E necessario che gli artisti non r ae seguano né auspichino tegressioni altrettanto imposs: ” A, Soffici, Pensierisull'arte, in «L’Esame>, | 42 Sollic, Semplicismi (IV, 2, 1939) cg nt 2192: Opere, V, p. 544. ZZATO cuistalt resente anne attenuate wwicinate, collegate in una contin te diverse te F nel panorama dell’arte cure genz; omo, Mporalita nj. © si corte verso Vavvenire, «,° iis i A e, sipiega sull’apprezzamento dj aoa + i 4 jnnovare. A questi due «morbiy Se sedi arcaismo. nom; : ichi ni i bolscevichi combattono contro a a della tradizione ese “formidaite unita spi. ee as aff sicita: ie ee i ti della classicit’; non vogliono Fiagganciasi al peony tipo di Sato. Inge. E ‘Bano la com i ne; trasgrediscono la continuita della ata ae 5 ittono dea di stirpe e di patria». E: iti smi esasperati, gli Reatemanniecetss en lezza, di grandezza e di perfezione, cui cations, fb del de formes lel Basso, del malato; del perce, parola, del mostruoso». Privi di ogni cee no tele antinazionali, antiumane, convenzionali 345 er no due ae la memori i Mo? Senza speri ick dag sont SPeti- e, invece, - osserva Soffici - salvaguardano la a una determinata civilta; evocano «lo spirit continuita, che si chiama tradizione».” cadono, spesso, i pittori quello dell’arca Yeleganza stilistica, Ja grandezza ts i tese a «superare vittoriosamente ao artisti = ia in particolare - je intellettualistiche o dal! ane es ‘uni tastonamenti, scoprono che + sono stati risolti «infinite volte in git 3 A jenti, ey CAPITOLO Quito profondo della realta senza alcuna enfasi, approdando a un Supre. mo lirismo, abili nel raccogliere i dettagli del mondo sotto iJ velo — dell’eternita. . - Queste meraviglie possono essere ammirate; ma non vanno accep. tate, né ripetute acriticamente. Molti artisti, invece, non compiong _ sforzi personali; preferiscono, per pigrizia, attingere alle scoperte -—— fatte da altri pittori. Ciascun artista deve impegnarsi per maturare con autonomia e indipendenza il proprio stile, rinunciare alla defini. zione di una «normativa generale». Dai grandi del Passato bisogna -apprendere la loro liberta, la loro mancanza di arcaismo e di pro- ressismo. 2 g ‘Sofficl sembra inserirsi, in questo modo, nell’ambito del dibatti- to sul classicismo nelle arti, su cui, a partire dai primi anni venti e per oltre un decennio, intervengono critici autorevoli come Tho- vez e Ojetti, i quali sostengono la necessita di dar vita a una pittura strettamente legata alla tradizione; artisti come De Chirico e Savi- nio, che propongono la rinascita della cultura latina; e altri ancora come Oppo, Carra, la Sarfatti, Cardarelli e Roberto Papini, che claborano il concetto di moderna classicita. = Soffici, dal canto suo, auspica la conciliazione tr: memoria e contemporaneita. L’esperienza futurista avrebbe dovuto essere su- Perata da una visione pid ampia, tesa a coniugare antico e moderno, tradizione e innovazione. ue ollonoppezeg lal E naturale che gli artisti si ribellino al passato durante la gio- venti; ma non per questo devono sognare di distruggere i musei, che possono essere trasformati in veri «campi di studio ta la maturita, devono saper mettere a frutto «l’es vita spirituali» che hanno acquisito nel periodo della f rando uno stile classico, arricchito «di puro genio, di significati»,% ‘ Occorre valorizzar tradizi ‘ATO costal yidea viene ripresa in yn articol ronovembre 1925, in cuj sore tPA sul pelle loro opere, sovrapponygr Polemizra oy fici di matrice concettuale. nia a di teotie 0 per moda ci siallont, ecanito [..-] del vero eterno ¢ sempn lla si wualistici, sotto la cui vana ota 'E NUOVO, per jeaccademismi, arte viene coma 2 i a0 sri si trincerano dietro un classicism, . 10 di mani _forse presa a disprezzare — nientemeno la maniera, anno cteduto di poter reagire al disordine rire M8 pittori con l'iniziare un movimento di titorne she nt attstico pippassatis ma quel fatto stesso di non reorder rn ot & mod ainostri occhi moderni, & stata cagionecl gt Pewiaei dal classicismo e dala tradizione Sole it som ao wione potente sempre nuova del mondo reales percid, a diffidare di quanti, equivocando sul si- parole come antico e classicita, promuovono la tinascita sristinare [...] in onore alcuni «valori» obliterati o aboliti letteraria [...] vano perché [...] un tale tentativo non esercitazione oziosa dell’ intelligenza e della fantasia ¢ di riflesso 0 modi espressivi non adeguati alle alistiche». Non riescono a costruite s ostenere ‘I confronto con capolavor! del loro tempo; non sono in grado 348 { 2 ie anti ‘uturo. Ni ili ntiche e sguardi verso f ti i conciliare memorie antic gual : 4 Be gare il mondo; sono incapaci diaffermare, in chiave San, eee della storia; non seguono la «meravigliosa bellezaa Z ‘ideale di liberta e di perfezionamento, secondo il genio aj a uni ine ath i deve servire>. s ‘ si ser hanno inseguito un futuro lontano, improbab; ‘er neoclassicisti hanno intrattenuto un rapporto non equilibrar, Sten i grandi del passato, collocandosi, spesso, in una Posizione di inte riorita e di subordinazione. Essi non hanno compreso che cid che dovevano apprendere anzitutto dai grand del paste mente la loro totale mancanza di arcaismo, non solo, ma, cerca e la successiva manifestazione di cid che li diffe cessori lontani ¢ vicini; di cid che era ad essi particolare mersi; in una parola della loro personalita, intimamente nel luogo nei quali quelli vivevano.*! Preraffaellismo, Metafisica, « Valori Plastici» Nella trappola dell’arcaismo sono caduti mol; preraffaelliti, la cui concezione si basa sull’imita propri dell’arte antica, a Rossetti, Millais e Hunt evadono dal pre

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