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‘Canto XI Beatrice) Intelligenze motrici Potest’ Dante incontra Tommaso d’Aquino Sequenze narrati VANITA DELLE COSE TERRENE E.FELICITA. CELESTE. entre viene gloriosamente accolto.nel cielo del Sole dalla danza e dal canto dei beat ‘Dante commisera, per contrasto, la miseria delle cose terrene e la ceciti degli-uomini-che ‘sszamente le inseguono, S157] DUE DUBBLDLDANTE Depo che la corona di spiriti luminosi ha compiuto un giro completo su se stessa, san Tom- ==0F, leggendo nel pensiero di Dante i due dubbi che assillano il poeta, dichiara di esse = pronto a scioglierli. Questi riguardano due ffasi_espresse-in_precedenza: una_relativa ZOndine domenicano™ (1" ben simpingua se non si vaneggia, Par. X, 96) © una alla frase = [WIENS] SAN TOMMASO BIASIMA LA CORRUZIONE ATTUALE DEI DOMENICANI ‘Terminato l’clogio, Tommaso esalta anche la grandezza dell’altro campione, fondatore del- V'Ordine cui egli appartiene, di cui biasima Pattuale degenerazione, dovuta ai stoi seguaci, ormai sempre pit attrati dai fasi beni mondani: e cid chiarisce il senso della frase w” ben simpingua se non si vanegia Memi emo Francesco e Domenico, i due «campioni» della Chiesa Nel cielo degli spititi sapienti, i canti XI e XII sono stati concepiti dall’autore in stretta correlazione, in una sequenza che intende celebrare due massimi principi (v. 35) della Chie~ sa, san Francesco ¢ san Domenico. La presentazione della loro vita esemplare si svolge secondo una procedura giustificata dallo spirito di umilti e concordia dominante tra i eati, che disdegna la forma autocelebrativa: infatti, come I'elogio di Francesco, nel canto XI, & tessuto dal grande teologo domenicano Tommaso d’Aquino*, che mette in eviden- 2a lo spirito di carita del santo di Assisi (tutto serfic in ardove,v. 37), cosi quello di Dome- nico, incentrato sulla sapienza (di cherubica luce uno splendore, v. 39), sari affidato nel canto successivo al mistico Bonaventura*, francescano. Francesco ¢ Domenico vengono indicati come figure complementari di un unico disegno_ provvidenziale, come le due ruote della stessa biga (Par. XII, 106-108), in_cui la Chiesa poté trovare un formidabile sostegno (vv. 28-42). L'azione simultanea e benefica dei due campio- ‘ni (Par. XU, 44) era sentita gia all'interno degli Ordini francescano* ¢ domenicano* come la realizzazione della profezia gioachimita (Gioacchino da Fiore, il calavrese abate... di spi to profetio dotato, verra nominato quale ultima hice della seconda corona, alla fine del canto XII, w.. 140-141), che annunciava, nell’ultima et’ del mondo, il rinnovamento della Chie- sa ad opera di muomini spirituali», Si legge inoltre nella Legenda maior (IIL, 10), la biografia “ufficiale” di san Francesco scritta da san Bonaventura (lo spirito che prendera la parola nel canto XII), che papa Innocenzo III* vide in sogno Francesco nell’atto di sostenere sulle spalle la basilica del Laterano, impedendo che crollasse (la scena é raffigurata da Giotto* negli affieschi della basilica superiore di Assisi), ma ben presto si diffuse la leggenda secon- do cui nella visione, accanto a Francesco, vi era anche Domenico. Tale complementariti dei due santi e degli Ordini da essi quasi contemporaneamente fondati all'inizio del XIII seco- Jo viene evidenziata dalla struttura dei canti XI e XII, costruiti secondo evidenti paralleli- smi, sia per quanto riguarda Torganizzazione degli argomenti che l'equilibrio delle parti corrispondenti (spesso anche con un numero uguale di versi): la descrizione del luogo di nascita, l'elogio del santo, il biasimo per l’attuale corruzione degli Ordini, Je nozze misti- che di Francesco con la Poverti ¢ di Domenico con la Fede. Del resto, i due principi ven- gono presentati insieme (vv. 28-36) ¢ ripetutamente sottolineato @ il fatto che lelogio del- Tuno implica necessariamente quello dell’altro (XI, 40-42, 118-120; XII, 34-36, 106-111). La vita esemplare di Francesco ‘Ad apertura di canto, Dante sente il bisogno di sospendere il flusso della narrazione agio- «gtafica con una esclamazione (vv. 1-12) contro 'insensata cura de’ mortal, attraverso Ia quale si evidenzia il contrasto tra le meschine e vane attrazioni terrene in cui egli vede ancora immersi gli uomini, e 'appagante, gloriosa esperienza spirituale che egli sta vivendo in Paradiso. Lo stacco narrativo cade nel mezzo del discorso di Tommaso, che poi lo ripren= der’ per precisare il significato di due espressioni usate in precedenza (Par. X, 96 ¢ 114): ‘ube s'impingua [se non si vaneggia]’ e ‘a veder tanto nom surse (ma in Par. XI, 26 & macque] il secondo’, a proposito della sapienza richiesta da Salomone; glossa* alla prima sara ill canto Canto XT XI, alla seconda il canto XIII. I versi iniziali, con cui Dante si trova equiparato ai beati nel distacco dalle cose tetrene, costituiscono pertanto il preludio sia al tema della poverti, che ha_in_san_Francesco_l_proprio_campione, la cui vita esemplare_verri_ora_delineata dal domenicano, sia del biasimo nei confronti della degenerazione dell’Ordine domenicano*, che alla fine del canto verri manifestato con gli accenti evangelici delle pecore disperse che tornano allovile prive di latte (vv. 124-132);i domenicani, in quanto intelleetuali per eccel- Ienza nel Medioevo, godevano infatti di una serie di privilegi che potevano distogliere da tuna vita semplice e pura com'era stata appunto quella di Francesco. Anche se non vi @ pieno accondo tra i commentatori sul significato da attribuire allinter~ pretazione dantesca del «poverello» di Assisi, tuttavia tutti riconoscono T'estrema sobrieta della scelta degli episodi biografici operata nel canto XI, quasi Dante avesse voluto sfron- dare una massa forse anche troppo rigogliosa di notizie, storiche ¢ leggendarie, gid a quel tempo depositate in un vasto gruppo di testi. Lmoment prescelti di- questa biografia idea le sono quelli gia fissati dalla tradizione, in particolare dalla Legenda maior dello stesso Bona- ventura*: i conttasti_col padre, che non aveva compreso la sua vocazione. (vv. 58-60); le prime adesioni alla sua predicazione da parte di Bernardo da Quintavalle, di Egidio ¢ di Silvestro.d’Assisi (vv. 79-84); la prima approvazione verbale della Regola da parte di Inno- cenzo III* nel 1210 (vv. 88-93) e la sua ufficializzazione bollata ad opera di Onorio III nel 1223 (wv. 94-99);I' opera missionaria (cronologicamente antecedente all’approvazione della Regola) presso il sultano al-Malik al-Kamil nel 1219 (ev. 100-102); le stimmate nel 1224 (wv. 105-108); la morte nel 1226 (vv. 109-117). Di Francesco tuttavia Dante privilegia soprattutto la scelta eroica di poverti, attraverso la metafora (sciolta ai vv. 73-73) delle nozze con la donna a cui la porta del piacer nessun diserra, che costituisce il filo conductore di tutta la narrazione, Dante non accoglie dalla tradizione I'immagine del santo di Assisi come'modello di umilti poco incline all'aspetto pubblico e organizzativo della predicazione, ma tende piuttosto a delineare una figura imponente di guida, qualificata come padre e maestro (v. 85); contro la maggioranza delle fonti ffancescane, Francesco non viene presentato in atteggiamento dimesso di fronte a papa Innocenzo III*, ma si dice di lui che regalmente sua dura intenzio- ne... aperse (vv. 91-92); cosi, 'accoglienza del sultano, che nella Legenda maior & benevola, diviene superba (v. 101) nel testo dantesco, per sottolineare ancora di pit il coraggio del predicatore, che non esita ad affrontare un avversario tanto temibile. Certo, la scelta di Dante presenta alcuni risvolti convenzionali,e soprattutto esclude molti aspetti dell'imma- gine di Francesco offertici dalla tradizione: non soltanto quella legata all'umilti, ma anche quella relativa al'ardore di cariti, che pure era stata annunciata al v.37; tuttavia lesaltazio- ne della poverti, come si & detto, appare perfettamente coerente con la visione dantesca, che considera la cupidigia di ricchezze e di potere la causa principale della decadenza della Chiesa, come attestato lungo tutto il poema (cfr. Inf. XIX, 112 ss.: Fatto v'avete dio d'or @argento...; Purg. XX, 10-12: Maladetta sie tu, antica lupa... ec.) ‘Vari elementi della biografia di san Francesco inducono a intendere la sua vita come simi- tazione di Cristo»: Iassociazione col Sole, di cui si & git detto; le mistiche nozze con madonna Poverti, che, preannunciato dalla periffasi* dei wy. 32-33 in riferimento alle nozze di Cristo con la Chiesa sulla croce (la sposa di colui ch’ad alte grida/ dispos® lei col san- gue benedette), costituisce il motivo conduttore di tutta la narrazione; e infine le stimmate, Ficevute dal santo come ultimo sigillo per la sua Regola, Ma di questi elementi il pit) impor tante é certamente quello delle mistiche nozze, come si pud notare dalla frequenza dei rife- rimenti (wv, 58-60, 62-66, 74-75, 76-78, 83-84, 86, 113-114). Tale interesse meglio si com- prende alla luce del particolare contesto storico, che ai tempi di Dante vedeva ancora acce- sa la controversia, interna all'Ordine francescano¥, tra Conventuali® (ossia coloro che interpretavano la Regola in ossequio ai dettami della Curia romana) e Spirituali* (soste- 521 nitori di una rigida interpretazione della stessa basata sullassoluta poverta di Cristo e degli apostoli). La poverta era infatti il punto fondamentale della Regola francescana, basata sulla proibizione di Cristo agli Apostoli di possedere alcunché (cft. Matteo 10, 9-11), il divieto che anche Dante cita in Monarchia Ill, X, 14 per dimostrare limpossibilita per la Chiesa di detenere ricchezze. L'insistenza sul tema della poverti, che rivelerebbe la propensione di Dante, se non sul piano teologico ¢ politico certo su quello umano € morale, verso le tesi degli Spiritual, si accorda con la convinzione che la causa dei mali del mondo sia da indi- viduare nella cupidigia (in particolare quella della Chiesa), di cui & figura la lupa di Inf. Non si deve infatti dimenticare che le biografie di san Francesco ¢ san Domenico delineate nei canti XI e XII del Paradiso sono il preludio alla condanna della corruzione attuale dei due Ordini, # U.cosMo, Le mistiche nozze di frate Francesco con Madonna Poveta, in «Giornale dantescoo 6 (1898). @ BLTERRACINI, Il canto di san Francesco, in Lettere italiane» XII (1960); poi in. Lerture Dantesche,a cura di G. Getto, Firenze, Sansoni, 1963. © B.NARDI, Il canto XI del «Paradiso», Torino, set, 1965; poi in Casa di Dante in Roma, Lettu- re degli anni 1979-'81, a cura di S. Zennaro, Roma, Bonacci, 1989. @ E. AUERBACH, Francesco d’Assisi nella «Com- media», in Studi su Dante, Milano, Feltrinelli, 1966. # u.90500, San Francesco, in Dante vicino, Cal- tanissetta-Roma, Sciascia, 1966; anche in Lec- ‘ura Dantis Scaligera, a cura di M. Marcazzan, Firenze, Le Monnier, 1968, © s, pasquazi, San Francesco in Dante, in Studi in onore di A. Chiari, Brescia, Paideia, 1973. @ t.vatpeLt, Il canto XI del »Paradison,in Nuo- ve Letture Dantesche, I, Firenze, Le Monnier, 1973. @ L.paTTAGLIA RiCcr, Figure di contraddizione. Lettura del’X1 canto del «Paradisoe, in AA.VV., Studi in onore di Emilio Bigi, Milano, Principato, 1997, © 1. ROSSI, Il canto XT del Paradiso, in Lectura Danis Turicensis,a cura di G. Giintert e M. Pico- ne, Firenze, Cesati, 2002, O insensata cura de’ mortali, quanto son difettivi silogismi guei che ti fanno in basso batter Vali! Chi dietro a iura e chi ad amforismi sen giva, € chi seguendo sacerdozio, « e chi regnar per forza o per sofismi, © chi rubare, e chi civil negozio, chi nel diletto de la carne involto * Siaffaticava e chi si dava a V'ozio, quando, da tutte queste cose sciolto, con Béatrice m’era suso in cielo cotanto gloriosamente accolto. Poi che ciascuno fa tornato ne lo punto del cerchio in che avanti s’era, fermossi, come a candellier candelo. E io senti’ dentro a quella lumera che pria m'avea parlato, sorridendo s incominciar, faccendosi pith mera Canto XI (WEI) VANITA DELLE COSE TERRENE E FELICITA ‘CELESTE insensate preoccupazioni (aur) degli uomini, quanto sono, falsi (difrin) i ragionamenti (slagsmi) che vi fanno volare (ater Fal) in basso! Chi se ne andava (sen its) dietro ai cavilli giuridici (ja) © chi alla medicina (anfovism, chi inseguiva + privlegi eccle- siastici (saenozie), cht regnava con la forza o con Pinganno (ver sofism), chi si dava da fare (‘afltican) a rubare e chi a ottenere cari- che pubbliche (civil ngozic), chi era travolto (imolt) dai pia ceri della carne e chi si abbandonava (si dav) aozi0, quando io libero (silt) da tutte queste stolte passoni (cose), cro salto (ment suso) in cielo con Beatrice, accolto tra tanta lorios beatitudine, > (1827 DUE DuBBI DI DANTE Dopo che ogni spirto fu tornato nel punto della corona ( chio) im cui (in che) si trovava (s'er) prima (avant), si fermd come una candela nel candelabro, Ed jo senti, dallinterno di quello spirito Iaminoso (liner) cche mi aveva parlto prima, incominciare a parhre sorriden- do, divenendo pia splendente (mer): 3. O insensata.. ali espressione basa- ‘2:5u Ecclesiae 1, 1215 xHo visto tutte fe cose che sifanno sotto i sole ed ecco tutto varita e un inseguie i vento), lero della bia di cul nseme a Proverb e Sapienza) 9 rteuto autore ie ebreo Selomone, citato ta | personagg) del canto preceden- e (Pat. X, 109-194). Cf. anche Persio*, Sate 1,1: «O affannose cure degi vom sit O quanta vanita nelle cose terenel Capostiofe* iniziale sulla vanita delle jreaccupazion’ umane, causate dalla cup Sig dei beri materia, introduce i tema el canto, ossia Ia vera samienza, che deve essere Sempre feta separate dalle cose terene. © cura: latinsmo (= «atfanno», ‘preoccupaziones). © silogismi:silog smo", termine che la fost sclasica™ nprende da Arstotele" indica un ragiona- mento in base a cui da due premesse rte- nue vere si deduce una condusone ugual- monte vera. © ti fanno.. Fal: metaora per indcare che Tuome si rivolge In a0 Nerso I fal piacer tren, mere la sua ratura tende ad innalzaro vers ice, suo uogo d'origine come aveva sottlinea- to Beatrice In Par. |, 121-141). Pr espres- sione batter Fact. Inf XXVI, 2 412, Chi dietro.. accolto: viene preser- tatain quest ecie Fantitesi* tr lavonta eal interessiterreni (evident dala nafora* del pronome indefinto ch) © la condizone di spirtuale distacco ormai rag- ‘junta da Dante in Paradiso; il culmine della progressione rtmica € dato dallawerbio Slonosamente, prolungato dalla dieres* e accentato in due punti (gloro-samente) immagine vera riresa,simmeicamente, nel canto. successivo (Par. XIl, 82-85) © fura: ® termine latino indicante, ne in uaggio giuricico, i dirt civie el ito ‘anonico. © amforismi: indica la mesic, t cul testo fondamentale era easttuito” nel Mecioevo dal opera opacrate (ca 470-370, 2.) inttolata appunto Aforsm(afrisma, 0 aforimo, & parol di orgine gece e signa sespressionesentenziosa»), 5. sacerdozio:uffici eclesiastci che cost tuiscono fente di luero. Dante aveva gia condannato quest tii di stu, tsi al tor- raconto personale, in Convio I, 3, 10; ‘Né si dee chiamare vero flosofo cou che ® amico di sapienza per utltade, si come sone I legit, [i] medici e quasi tutti I reli- 4}05i, che non per sapere studlano ma per acquistare moneta o dignitade 6. regnar...sofismi: esercizio del potere cttenuto non legittimamente, con la violen 22 0.con inganno (sofsma, parla di origi ine greca che vale “ (WIEIZ) SAN FRANCESCO E SAN DOMENICO La provvidenza, che governa il mondo con quella saggezza (Consilic) im cui la vista intelletmale (aspeio) ci ogni essere Creato & abbagliata (vinta) prima di riuscire a penetrala (pria the vada al fon), affinché (perd che) la Chiesa, consorte di colui che con alte frida la sposd morendo sulla croce (col sangue benedet), ndasse verso (ver) il suo diletto sposo (Cristo) pili sicura di sé e pit fedele (fda) a lui, ordind in suo soceor- fo (favor) due campioni della fede (prncp), che la guidassero dda uma parte (quinn carith dei francescani) e dall'atra (quin- dicla sapienza dei domenican). due sant, Finvettiva contro attuale coreu- Zone dei due Ordini. | contrast ele rival ‘resent in tera trai due Ordini vengono in tal modo eliminati in cielo, dove invece tutto @ basato sullarmonia e sulla pace. 29-30. con quel... fondo: immagine ana- loga in Purg Il, 34-36; Porg. Vi, 121-122; Pat XXX, 22-24. © consigiio: dal latino consilom (= esapienza»). © aspetto: visa intelletualev, propria del angele degli uo- mini dallatin asp (= evista, «sguarGo») 32-33. la sposa... enedetto:|3 Chiesa co- ime sposa d Cristo é metafora®tpica del in- ‘guagge mistico”, Lespressone ad alte arias cd origine serra c. Matte 27,80; Mar- 9 si ub 434, sicura... fida: piu salda arazie alle grande sapienza di Domenico (ctr. Par. Xl, 85 © 97) € pid fedemente legata a Cristo (grazie allardente carta di Francesco, come spiegato al w. 37-39. 35. princpi dl latino princeps (= «capo») 136. quince quindi: da un lato san Dome- rica con la sua sapienza, dal ato san Fran- cexco con la sua carta, come spiegato nel terzina succesiva 37-39, Lun fu tutto serafico...splendo- ‘Te: setfiie cherubinicosttuiscono i vertice delle gerarchie angeiche e, come affermato ha qui inizio, per osi, guar (apprendo) ensien). parole (lo BBio Cosi U) cist equi i distin. saggezza la (pra con alte nedett), isero = (hie ivalta gona in ace, ne ana- 1-122; ating : eva sj uo ado) dellin- egnda a Mar. Lun fur tutto serafico in ardore; altro per sapienza in terra fue » di cherubica luce uno splendore. De l'un dird, perd che d’amendue si dice l'un pregiando, qual ch’om prende, 2 perch’ad un fine far lopere sue Intra Tupino e acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d'alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange sper grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, la dov’ella frange piti sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo talvolta di Gange. Perd chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vuole. Non era ancor molto lontan da l’orto, ch’el comincié a far sentir la terra de la sua gran virtute alcun conforto; carts e sapienca (ct. Par Xl, 85 € 97). Canto XI ‘Uno fi ardente di cariti come un serafino (seafica in adore); Fale, per la sua sapienza, fa in terra uno splendore di luce come un cherubino, Parlerd del primo, poiché (per), qualunque dei due si consi- deri (qual ch’om prende), lodandone (pmgiando) uno si lodano entrambi, dal momento che le Toto (ste) opere furono diret- te (fv) al medesima (un) fine > [WET] VITA DI SAN FRANCESCO Tia il fiume Topino e il fiume Chiascio (U'acqua) che scende dal colle prescelto (cero) dal beato Ubaldo, digrada (pende) i fertile pendio (costa) di un alto monte, dla cui (onde) Perugia, da Porta Sole, riceve (sent) il caldo ¢ il freddo, mentre dalla parte opposta (i ret) Nocera Umbra e Gualdo Tadino sofirono (le piange) per il clima sfivorevole (one ag). Da tale pendio (cosa), nel punto (li) in cui esso attenua (fian- .g¢) maggiormente la sua erta(tatez), venne al mondo un" hima huminosa (un sole) come il sole (quest), quando durante equinozio di primavera (tabolt) sorge sul Gange. Percid (Peni) chi parla (fa parol) di questo (des) huogo non ddica Assisi (Asces), poiché direbbe troppo poco (corte), ma Oriente, se vuole esprimersi (di) in modo corretto (propria) Non era nato da molto (lontan da Vora) quando egli comin- cid a far si che la terra sentise (¢ Jar sentir fa tera) qualche (alam) beneficio (confor) della sus grande vite, 2 son Tommaso* (Summa theologve |, q. sini prima di dvenire vescava dela cit (tra__gnificato simbolico (da ascendere, in relazio- ai, 2. 7), sono deposit ispettvamente di i1 1129 ei 1160), 45. fertile: latinsno non attestato prima di Chiosa Benvenuto ds Imola: «se Francesco. ne alla nascita del sole eal asces* mista). 40-41. De un... pregiando: lo stesso dra Dante echehaqui nel poema, Tunica accor- deve eserechiamato sole, allora Assis deve san Bonaventura nel canto seguente (Par. renza. @ alto monte: il monte Subasio, essere chismata oiente, da dove, come dal. xi, 34:36), sulle cui pendicisorge Asis 441. om: xuomos, con valore impersonale 47-48. le piange / per grave giogo: No-_delsoleeratradizcnalmenteassocata, eauivalente l'on francese;@ dl uso comu- cera Umbra e Guido Tadino sono situate in sto (definito «sole che sorges in Luca 172) nel Duecento;omprendevaledunque xsi posizione pi inflice rispetto a Perugia; il lavitadh Francesco cominclapertanto a deli- considera» monte Subasi (grave giogo) le priva infati_nearsi come simitazione oi Crstow 42. ad un fine: i concetto verraribaito in dialcune oredisolee non leriparadaiventi, 35-63, Non er Alcuni commentator interpretanoil grave momenti essenviali della vita del santo xc Xi, 35 (ad una militar). Foriente, énato questo soles. Limmagine forte: Dante sintetzza i 43. intra..:ilpanegirico* disan Francesco giogo come alusione al dominio che Peru basandosi sulle fonti biografiche i san ® breceduto da un‘ampia perifasi indican- gia a quel tempo eserctava sulle due ct ielaposizione geografica di Assis postasu- 50-51. nacque Bonaventura* (Legenda maior e Legenda ange: la metafore* del minor, Tommaso da Celano ile due Vite, le pendic det monte Subasio,rale vali del_soleperincicareilsanto (come quella dello-Ubertino da Casale* (Arbor vitae cruel: Tupino e del Chiascio,ervolta verso Peru- _rente per inicare Assi) era tpica dela tra-_fiae, frate Leone (Speculum perfection) 412, dalato dove sorgeva Porta Sole. Analo-_dizione agiografica*francescana. La simil- 55. orto: dal latine ortus (Ua rior = sna: .gamente, nel canto successivo vera descrt-_tudine* col sole che sorge dal Gange all'- scores), termine usato di preferenza incon. ‘lapatra disan Domenico (Par XI, 46-52), quinazio di primavera coloca la vicenda di test astronomici. Francesco nacque nel 43-44, Vacqua... Ubaldo: periasi* per sanFrancescoin una cimensone uriversale. 1181-1183 ingicae i flume Chiascio, che scende dal Cf. Purp. 5; Pal, 37-42; Par Xl, 51 monte Ausciano, sovrastante Gubbio, dove 53-54. Ascesi.. Oriente: Ascesiéilnome Francesco esercio sulla tera le propria vito 56-57. che... conforto: come i sole, san sera riirato in eremitaggio Ubaldo Baldas- toscano di Assi, ma visi pud vedere un si ceatva i prope infisso benefcoefecondo, 525 o oa 66 o | n 6 8 Canto XT ché per tal donna, giovinetto, in guerra del padre corse, a cui, come a la morte, la porta del piacer nessun diserra; ¢ dinanzi a la sua spirital corte et coram patre le si fece unito; poscia di di in di 'amé piti forte. Questa, privata del primo marito, millecent’anni e pid dispetta e scura fino a costui si stette sanza invito; né valse udir che la trovd sicura con Amiclate, al suon de la sua voce, colui ch’a tutto ‘I mondo fé paura; né valse esser costante né feroce, si che, dove Maria rimase giuso, ella con Cristo pianse in su la croce. Ma perch’io non proceda troppo chiuso, Francesco e Poverti per questi amanti prendi oramai nel mio parlar diffuso. La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore ¢ maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi; poiché, ancora giovane, si pose (core) in forte contrasto (quer 1) col padre per una donna (la Poverti) a cui nessuno, come accade per la morte, apre lietamente (del picer...diser) la porta: c davant alla curia di Assis (sua spiial cor) eallapresenza del padte (et comm pre) Ie sun in matrimonio les fe unit); poi (posa) Pamd di giorno in giomo pi intensamente, Questa donna, vedo (privu) del primo mario (Cristo), per pili di mille © cento anni rimase (i stewe) disprezzata (disper 1a), ignorata (seu) € negletta (sanza invite) fino a costal; € non le giovd (ube) Tudire che Cesare (clut di’a suto ‘mondo fé paura) la trovd imperturbabile a fianco del pescatore Amiclite, benché egli avesse fatto udire il suono della su2 voce imperiosa (al suor de lt sua vee); nié le giovd essere stata costante e fiera (fro) al punto che, entre (dove) Maria rimase ai piedi della croce (ius, el sof (pianse) con Cristo sulla croce. Ma,affinché jo non continui a parlare (proceda) in modo in- comprensibile (oppo chins), intendi (prend!) ormai dal mio Tango (dis) discorso questi amanti come Francesco ¢ Po- La loro concordia e i loro aspett (sembiant)felici, Pamore, 2 eravigliae la serena contemplazione (dole squad) Facevano nascere (ficieno esercagion) santi pensieri, era Francesco ePovert (a cul fone princ- pale @ anonimo Sacre nazze del beato Fan esco con madonna Poverta) costituiscono iT motivo conduttae oi tuto il panegiico™ giovinetto appenaal termine del adole- scenza, che «duran fino alventicinquesmo ‘anna (Convivi Nv, XXIV, 2); come tl sono ricordati anche Scipione e Pompeo alepoca del loro primo trionfo (fr Par. 52) 158-59. in guerra. corse: narrano ie font che nel 1207, per consentie il restauro della chiesa di San Damiano, Francesco dono il ricavato dela vendita oi alcuni abit fed un cavalo, suscitando intl modo le ire del padie (il mercante Petro di Bernardo- ne), che lo citd davanti alla corte vescovile i Assisi e pretese da lui la nunca alere- dita, Francesco nunc con gioia e conse- {9nd al padre anche gl abit che indossave, ‘manifestando con tale gest [a volonts di abbandonare completamente i beni mate- Tile praticae la poverts evangelica, 62. et coram patre: espression® latina ala presenza del padre») tpica del in- | 58. tal donna: a ove lemisiche noz- | | | | 526 quaggio giuiico. © le si fece unite: al matimonio tra Francesco e Poverta cor- sponde, nel canto successivo, quello di Domenico ela Fede (cfr. Par XI, 61-62). 63. posta... forte: «poverta per san Fran- cesco non fi rinuncia dalorosa,eroica 2s- nenza, ma uno stato aboracciato con la fede che esso solo valesse a dare all'uomo la oioia della libertd spintuale; in questo Senso, se altri prima di lui voll e tolled la overt, eg per primo, dopo Crist, inse- {nd a cercarla come una fonte di sicuri {odimenti»(C, steiner 64. primo marito: Cristo, che abbraccé la overt scegliendo dinascere da umiliperso- ne in unastala, eche lainsegnd agli aposto- Fi come regola di vita; cir. Matteo 10, 910 («Non procuratevioro,néargento,né mone tadirame nelle vostrecinture,né bsacca da viaggio, néduetuniche,nésandal,nébasto- ew; vedi anche Luce 22,35), insegnamento che costitullabase dela Regoia francescana, 65. millecentannie pit glianniintercors| alia ote di cristo anno 3) fino aliemist- chenozze difrancesco e Povert3(1207) 67-69. né valse... paura:allsione ad un episodio della Farsaglia (V, $19-531) di Lieano, gia ricordato in Convivio® IV, x, 11-12: Amiclate, pescatore ilirico, non tomeva, data la sua estrema poverta, ci lasciare sempre aperto luscio della sua capanna, nonostante le frequent scoretie de’ soldat di Cesare e Pompeo durante la ‘guerra cil, e, di fronte a Cesare in perso a, rimase del tuto indifferent. Cf. anche Par Vi, 55-57, 70, feroce: dal latino ferox (= feta», eroiea 71-72. si che... pianse in su la croce: Timmagine dela Poverta sulla croce a fan co di Cristo, mentre Maria rimase ai suo! pied, pud essere stata suggerita a Dante Sia da un passo della Legendo maior di san Bonaventura’, sia dall'anonimo Sacre 1pozze, rcordato in nota al v.58. 75. nel mio parlar diffuso. nal |ungo discors fin qui condotto, che ha occupato Sterne 76-78, La lor concordia... anti rappor to tra Francesco e madoana Povertd viene st 4 ey % ~ (quer. rr) la za del oi ), per sper che, ell tanto che 'l venerabile Bernardo si scalz6 prima, e dietro a tanta pace s! corse e, correndo, li parve esser tardo. Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro s+ dietro a lo sposo, si la sposa piace Indi sen va quel padre e quel maestro con la sua donna e con quella famiglia = che gia legava 'umile capestro. Né li gravé vile’ di cuor le ciglia per exser fi’ di Pietro Bernardone, % né per parer dispetto a maraviglia; ‘ma regalmente sua dura intenzione ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe 25 primo sigillo a sua religione. Poi che la gente poverella crebbe dictro a costui, la cui mirabil vita % meglio in gloria del ciel si canterebbe, di seconda corona redimita fu per Onorio da Etterno Spiro » la santa voglia d'esto archimandrita. [WTIB-TBD) SAN TOMMASO BIASIMA LA CORRUZIONE: ATTUALE DEI DOMENICANI Pensa ora quale doveva essere (fi) colui (san Domenico) che fa degno compagno (collega) nel mantenere la barca di Pietro, sulla giusta rotta (ger drittosqgn) in alto mare; « cost fu il nostro fondatore (patina); per cui puoi ben apie (discern quali buon fut (mene) aequsti (on) chi (qual segue la sua Regola (iu), come eg richiede (comands) indarno; nel 1219, nel 1224 e le portd fino alla morte, awe- {onti*’non fanno rferimento a ostilta © insieme @ dodic frat san Francesco si eco muta nel 1226, mnaltrattamenti da. parte del sultano (2 2 predicare in Orient; fatto priciniero a 110. trarlo suso: espressone che riporta meno che Dante non si aitenge, come ipo- San Giovanni d’Acr, ced inutiimente di alfidea. delascesi™, emersa alinzio del fizza il Casini, lacopo da Vitry, che in converte aa fede cristiana i sutano o't- panegrico® Historia occidentalis XXX definizceisulta- —_gito alMalk-al-Kamil Tatinismot, da redeo (2 (= wereden) ft. Par Xi, 66 hho ebestia crudelen), | eitci tendono a 105. redissi Nredere nel'aggettivo superba, rlevato dal «ritornarey);s@ pleanastco” 412. rede: € il pluale de femminile redo 1195. preclara: superiatve latino (preecla- Nanastrofe’, urallusione ala magnificenza 106-108. nel crudo sasso.. due anni rus = il pt lustre»). dla corte Gel sgnore d'Egitt; € Bonar, portarno: sul monte Verna, san Francesco 117. non volle altra bara: nel 1226, Sulla ase del signfcato etimologico dei fcevette le simmate, il pid alto riconosc- _ormai prossimo alla fine, Francesco si fece latino superbus (da super "sopra"), pense mento alla. sua Regola (uitimo siglo). portare nell chiesetta della Porziuncola, 3 une seena col sultano elio Sul trono e, Anche in questo caso immagine pud esse- _ dovevole mori nudo sulanuda era, des uimilee dstante, i fratello che veramente re stata suggerita a Dante da un passo di derando ritornare a Dio come era nato (cf. cerca & portrgi la parola & Cristo. Sinoti san Bonaventura® (Legenda maior Xl, 9): san Bonaventura, Legendla maior XN, 34) [a figura retorea dellenalage", in base a «portanoncimeno'lsiilo del sommo pon- 118. Pensa... terminato il racconto dels Cui superba 8 grammaticalmente rfento a telice Cristor. © due anni: secondo la vita di francesco, san Tommaso* riprende i presenza, ma logicamente a Soldan, 528 Itadizione, Francesco ricevette le stmmate proprio discorso per chiar, attraverso i Ma ‘I suo pecuglio di nova vivanda é fatto ghiotto, si ch’esser non puote => che per diversi salti non si spanda; © quanto le sue pecore remote ¢ vagabunde pid da esso vanno, = pit tornano a Fovil di latte vote. Ben son di quelle che temono ‘I danno ¢ stringonsi al pastor; ma son si poche, 2 che le cappe fornisce poco panno. Or, se le mie parole non son fioche, se la tua audienza é stata attenta, 5 se cid ch’é detto a la mente revoche, in parte fia la tua voglia contenta, perché vedrai la pianta onde si scheggia, vos e vedra’ il corrégger che argomenta ben s‘impingua, se non si vaneggia”». Canto XI j ‘Ma il suo gregge (pocuglio) & diventato avido (hows) dialer cibi (nov vida) tanto che & inevitabile (Chesser non puote f che) che si disperda (i panda) per pascoli (soli) diversi: { / «© quanto pitt le sue pecore sono vaganti (ragabunde) e Jonta~ ne (remote) da Tui, tanto pid ritornano allovile prive (vit) di late Certo (Ben) ve ne sono aleune (di quelle) che temono il danno «esi stringono al pastore, ma sono cosi poche che poca stoffa (ania) & sufficiente a confezionare (fomice) per esse le cappe ascolto (audienza) & stato attento, se richiami (roche) alla, mente cid che & stato detto, il tuo desiderio (vals) sara (fd) in parte appagata (contents), perché comprenderai(vedrai) Ia causa per cui 'Ordine dome- ricano (la piantd) si corrompe (si schegeia),€ capirai (ved) i senso del corszione (ge) che pee ment) Tt “Dove (U7) ci si arricchisce di grazia (Wimpingua), se non si smarrisce la Regola dell'Ordine (se now swage) imo _per la decadenza dellOrcine emenicano, il primo dubbio di Dante 418-120. Pensa oramal...segno: imme: gine corrisponde a quella di Par. XIl,106- D.® la barca / di Pietro: metafora~ -scangalca per indicarela Chiesa, mantenu- S sulla giustarotta dai due santi anche in ‘mare aperto ein mezzo alle tempeste 421. patriarea: sen Domenico al ci Ord 2, fondato nel 1215, appartiene san Tom- sso™ (vedi canto Xi). 423. buone merce: | beni spiritual, con =rmagine che prosegue la metafora della barca i Peto. 124-129, Ma... vote: anche in questo caso Si tratta di unvimmagine evangelia, {qui utiizata per raporesentare la degrada: Bone dei ati domenica (I gregge), che si allontanano dalla retta via indicata dal fon- Gatore ( pastore) , quando tomano alc vile, sono prvi di vit (i lat) 4124, pecuglio: dal latino peculium (= egregges). ® nova vivanda: i «beni materials, prefer a quel spiritual, 0 gli ‘studi profanis, in oppasizione a quell teo- looic 1126. salti-dal latino satus (= «pascolo»), 127-129. e quanto... vote: immagine monacal. 1 q corispondente 2 quella di Par XI, 119+ 120. 132, cape: mantel con cappuccio indossati dal frati Comenican 136. in parte: san Domenico ha infatt cari s6l0 Il primo dubbio ai Dante cf ‘w. 22.27). ¢ tua voglia contenta: cir Pac XV, 25. 137. la planta onde si scheggia: | motv pet cul (onde) si sta spezzando la pianta (Ordine domenicano). | 138. ileorreager- I correzione(osialapre= | cisazione se fon si vaneggia), che splega (argamenta 'espressione Uber simpingua. 529

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