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La professione di fede, ossia il CREDO che pronunciamo durante la messa dopo aver ascoltato la Parola

di Dio, è come un riassunto degli aspetti fondamentali che riguardano la vita dei cristiani. Ricordiamo che
la preghiera del “Credo” è anche chiamata SIMBOLO DELA FEDE proprio per sottolineare il fatto che
essa ci identifica come cristiani (abbiamo già spiegato l’origine della parola Simbolo - da syn: “insieme”
e bàllein: “gettare” – che identifica due parti dello stesso oggetto fatti incastrare come due pezzi di un
puzzle, i quali riuniti, “gettati insieme”, comprovavano l’appartenenza ad una stessa realtà o patto o
alleanza)

Questa preghiera inizia con “Credo” per indicare che quello che diremo in seguito è accettato da noi
senza dubbi anche se si tratta di un Mistero inspiegabile con la ragione. Successivamente si elencano il
Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e la Chiesa e si proclama quale è il loro valore per i cristiani.

Come tutte le preghiere, il Credo abbraccia la totalità dei cristiani e quindi risulta essere una preghiera
sicuramente bella ma generica. Questa sua genericità a volte può fare sì che noi la ripetiamo senza porre
attenzione alle parole che pronunciamo oppure seguendo la scia delle altre persone presenti in chiesa. Hai
mai provato a ripetere il Credo da solo, fuori dalla chiesa? Riesci a dirlo tutto bene senza pensarci su,
come fai durante la messa? Provaci.

Ognuno di noi può dire di avere un rapporto personale con la fede che lo contraddistingue. Ciò vuol
dire che le nostre esperienze con Dio, Gesù, lo Spirito Santo e la Chiesa, che è la comunità in cui
viviamo, sono uniche. Tali esperienze sono il frutto della nostra storia che si è sviluppata in seguito ad
una serie di avvenimenti in cui Dio è entrato in diversi modi ed in diverse forme. Questo può permetterci
di creare una professione di fede personale, che spieghi cioè quale è stato il valore del Padre, del Figlio,
dello Spirito Santo e della Chiesa, nella NOSTRA vita .

SIMBOLO
SIMBOLO
La nostra storia DELLA
DELLA FEDE NOSTRA
(PROFESSIONE FEDE
DI FEDE (PROFESSION
“GENERALE”) E DI FEDE
“PERSONALE
”)

Hai mai provato a voltarti indietro e a


riflettere su cosa è stata la fede per te, su
come hanno operato nella tua storia i vari soggetti della professione di fede?
IL PADRE: in quali modi Dio si è rivelato a te come Padre? Riesci a vederlo come un Padre nella tua
vita, ossia come uno che si occupa di te, ti insegna, ti guida?
IL FIGLIO: Come consideri la figura di Gesù? Un amico? Un fratello? Un esempio? In quale aspetto
egli è stato più presente nelle tue esperienze?
LO SPIRITO SANTO: La forza, il perdono, la consolazione, la provvidenza, l’amore. Come sono
presenti questi aspetti nella tua vita? quante volte lo Spirito Santo si è manifestato in questi modi?
LA CHIESA: La famiglia, la parrocchia, gli amici, il mondo intero. Sono le persone in cui si manifesta il
Signore e di cui si serve per compiere le sue azioni. Che importanza hanno ed hanno avuto gli altri per te?
Cerca di mettere insieme le idee e formulare una tua professione di fede personale, non ti preoccupare di
come scriverla, puoi anche usare esempi concreti della tua vita. Qui è riportato un esempio per aiutarti

Credo in Dio che è in tutte le persone ed in tutte le altre


forme di vita che vedo. Che ha tanti nomi ma è sempre Lui.
Che cammina accanto a me perché mi vuole bene e mi
osserva nelle cose che faccio perché teme che possa
sbagliare. E quando sto imboccando il sentiero sbagliato
tende la mano verso di me e quasi mi sfiora per bloccarmi,
ma poi si ferma, perché altrimenti verrebbe meno al Patto
che abbiamo fatto, ed aspetta, e soffre e pensa: “Capirà…”

Credo in Gesù che mi cammina davanti ma non mi da le


spalle perché mi parla continuamente, a volte facendomi
delle domande: “tu mi vuoi bene?”; “cosa hai fatto ai miei
fratelli più piccoli?” Altre volte esortandomi: “Dammi da
bere!”; “Cresci le mie pecorelle!” e tante altre cose. Ed io gli
rispondo, ma non solo con la bocca ma con tutta la mia vita,
solo che a volte non lo capisco ed ho bisogno di chiedergli:
“cosa vuoi che faccia?”

Credo nello Spirito Santo che cammina un tantino più in alto


della mia testa ed io non mi accorgo di Lui, perché non lo
vedo. Ma mi basta volgere per un istante lo sguardo verso
l’alto per riuscire a percepire la Sua presenza e capire che
anche Lui è con me.

Infine credo, o almeno ci provo, nell’uomo che incontro


durante il mio cammino. Nel suo esser stato concepito a fin
di bene, nell’importanza che può avere il mio incontro con
lui, nella necessità che ho di aprirmi a lui, nei frutti che
possono nascere dalla nostra conoscenza. Nella forza di
ripartire che può darmi ogni volta che mi fermo.

Non è facile, non sempre ci riesco, ma credo nella possibilità


che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo mi danno per esserne
capace.

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