Rinascimento e Maniera
‘sezione Vil
propria arte, in quanto usailcolore soprattutto per
dccendere di luce il disegno, staccando i personaggi
‘eglioggetti da qualsiasi contestoreale proiettan
oli nello spazio scenografico di una fantasia che,
pill ancora che in Correggio, prefigura gid netia
mente la futura sensibilita barocca FSB).
‘A-capo, nella seconda meta del secolo, di una
fiorente bottega, nella quale sono impegnati anche
ifigh Marietta, Domenico ¢ Jacopo, lavora febbril-
‘mente per le importanti confraternite di San Mar
‘coe diSan Rocco, diventando poiil pittoreuffciale
4i quest'ultima. Non mancano comungue anche
‘moltissime commissioni private per afreschi sul
de facciate dei palazeie, soprattutto, per quelli che
‘Vasari definisce ertratti di naturales, che artista
produce a getto continuo, diventandone in breve il
2082+
7
dlacopo Ttereto Te po
in Sala Gaptolare dela Seucla
Venezia, 1582-1866.
‘8 Rtrovarent de corpo
‘3 Sin Marco, Oo ss
{ei 306400 er aro,
rescotoce dl Bre.
bs. Tafueamento dt corpo
J San Marco, Oo su a,
‘3961315 cm, venoata
Galore as Accaderna,
San ico saan
‘Saracen ouzano un
aurago, Oe su tl,
‘3008337 cm, eno,
Galore sat Accoderna
20.39
‘Schema grspetico dol
Firenaronie 9 cope
'Sanstaco,
ato di San Marco e anche nei pannegg delle vest dt
tut glial personaggt. Vaghe presenze laminescen-
ti, forse di angel, vagano infine nell’ aia, come fan-
tasmi,conferendo alla narrazione il ritmo fantastico
dun favoloso susseguisi di avvenimentimiracolos.
Crocifigsione Tintoretto & un womo semplice, di
fede sincera, Nel secolo in cui gh artist hanno com:
peso di essere pit intelletuali che artigians, eg
concentra le propri energie artstiche non tanto nel
rappresentare la realta quanto nel susctare,tramite
anitissimi giochi clue, le emozioni ei sentimenti
di chi osservale sue opece. Cosi, quando si dedica,
a partire dal 1562, alla realizzazione di grand teleri
asfondo religioso eg sitrova gid anche seincon-
sapevolmente —ia linea con la dottrina della Con-
troriforma. Questa, seaturita dai lavor del Concilio
di Trento, prevedeva infatt che in campo artstca si
realizzassero opere mediante le quali il popolo dei
credenti potesse essere struito, amezzo di rafigu-
razionipittoriche od altro genere, sui mister della
nostra redenzione affinch s rafforz abitudine di
avere sempre presenti principi cella fede
II periodo pit intenso e maturo dellattivita di
‘Tintorettoiniziaintorno al 1564 quando tiesce a
33 2
[una Won Shona easou oN SNOWDEUET OF 3Rinascimento @ Maniora
‘seziona Vi
vincere lappalto per la decorazione della Scuola
Grande di San Rocco, ricca confravernita venezia:
na, Tra gl oltre cinquanta dipinti che tappezzano
«a tutt’ogai le pareti ei soffit in legno doraco del
vasto edificio spicca la monamentale Crecifssione
del 1565 F204, un gigantesco telero che occupa
Yintera parete di fondo della cosidde'ta Sala dell’Al
‘ergo. In questo maestoso ambiente, al primo pia
no della fabbrica, si riunivano i potenti reggitori
della confraternitae furono ess stessi a voledlode-
corare nel modo pitt splendido con stele over ca
nevazze! con figure, come meglio pareray
LLopera, pullulante di personaggi intenti alle
pi varie ativita,risulta apparentemente caotica,
come se ildramma della morte di Cristo i propa
gasse non solo intormo a Ini, ma anche in mezz0 a
‘che osservane il dipinto, La brulla spianata
intorno allacroce centrale di Ges, flcro geomet
co dell'ntera composizione, assume la forma di an
triangolo rovescato, al ualesisovrappone quella i
tun altro triangolo ideale, che passa per la croce del
‘buon ladrone,asinistra (rappresentata nel momen
toincui viene fticosament isata) e per quell (an
coraa terra) del cattivo ladrone, a destra Fig. 2044
La luce definisce le varie figure ritagliandole da
tun fondo scuro ¢impastato, che bens accorda con
Ja penombra dell Sala dell Albergo. Ineffeti Tin
toretto prima di dipingere le sue opere studiava a
fondo il uogo ove sarcbbero state sistemate ¢ tak
volta costruiva dei modellini in legno della scena
da rappresentare, nei quali introduceva statuine di
cera da lui stesso modellate che illuminava poi con
lanterne ¢ candele al fine di comprendere al me-
slio il gioco delle luc e delle ombre e di ottenere
conseguentemente nuovi suggerimenti per effet
tiluministici sempre pit intensi ed emozionant
20.40 9
‘seopo Tree,
Gio toa, 82641528 om,
Vorezi. Scuol Granda
San Pcco, Sa do Abra
Inlae epatevere
20.41.
‘Saree gafen composite
‘ela pote oo dab
Wconevarre canvass, cal
Son snes isn
Ai pied del Cristo, solitario nel suo soprannatu:
rale alone di luce dorata, spicca per érammaticita
il gruppo compatto dei dolenti Pid che le forme,
‘Timtoretto cerca, come sempre, di indagare i sen
‘timenti, La sua luce guizza sui personaggi, come
quella di un lampo, sottraendo alle tenebre cello
sfondo ora un volto di grande espressivita, quale
quello del buon ladrone, rivolto verso Gest, ora
‘un animale tratteggiato con forte realismo, ora un
particolare minuto del paesaggio. La sensazione
‘generale che se ne ricava @ quella d'una tragedia
imminente irreparabile, sottolineata dal cielo ehe
si gontfia di nubi minacciose all'rizzonte.
Ultima Cena Ultima Cena é Vopera alla quale
“Tintoretto aveva nico dilavorare proprio nel 1596,
te Fig. 2042. La grande
tela, purriprendendo un tema comune alla pittura
del tempo, presenta aleune important innovszio
ni. In primo luogo 'ambientaaione, alinterno di
una specie dl osteria popolare, ¢ poi la composizio-
ne, con la mensa disposta trasversalmente e for-
temente scorciata dalla prospettiva, La collocezio-
ne sulla parete ci destra del presbiterio della chiesa
palladiana di San Giorgio Maggiore, del resto, mo:
tivava la singolare collocezione in quanto la men-
‘sa dipinta sembrava proseguire scenograficamente
‘quella reale del'altar maggiore, creando un senso
di continuita dalfakissimo valore simbolico.
Lintelaiatura prospettica del telero & comanque
molto evidente F.2049, sortolineaa, oltre che dal
Jango tavoto principale, anche da quello di servizio
(posto al margine destro del dipinto) e, pi anco-
1, dal pavimento in piascrellea disegni geomettici
multicolor e dalle cassettonature lignee éel soft
‘to, In questo modo Fartsta delinea una rigida gr-
Vanno stesso della sua¢ far interagire i propri personaggi.
# comunque la luce che, qui piu che altrove, dt
venta la protagonista principale e assoluta. Essa,
studiata come di consueto per mezzo di modell e
manichini, proviene per la meggior parte da una
lampada a clio appesa al soffitto, Ibaglion delle due
fiamme percocrono inregolarmente tutto 'ambien-
te, ora indugiando sulle travi annerite del solaio,
cra sul bianco corpetto della serva che sta porgen
do un‘alzatina all oste di spalle, ora sulla groppa del
gatto che curiosa nella cesta, ora sulla frutta prepa
rata sul tavolo di servizio, all'estrema destra
Vie in questa rappresentazione un realismo sin
cero e profondo, fatto di atmosfere e di odori che
ciaseuno poteva ritrovare in una taverna veneziana
del tempo. Ma a questa luce, naturale ¢ rossastra,
appesantita dalla fumosita dell'ambiente, si so-
vrappone quella, quasi luorescente, emanata dagli
Apostoli. Intorno a Gesi il chiarore si fa pit inten:
so e deciso, Non si tratta di una semplice aureola,
quanto piuttosto di una fonte luminosa autonoma
¢ fortissima che, contrastando enormemente con
lapenombra circostante, conferisce al personaggio.
un rilievo di sicura soprannaturalita, Alle lumine-
scenze divine dei commensali fanno infine riscon-
tro quelle incorporee degli angel, dipinti con eva-
Jacopo Tetorato, Lima
ora, 1892-1884 Oko au
ta, $65>568 on, Vere,
Chiesa d San Gergo
Maggiore. tere pareoae,
20.43 7
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£9, conserva pai ola ie:
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nescenti filamentid’oro: presenze di puro spirito
appresentate con pura luce, dando luogo a un ef:
ferto di grande suggestione visiva.
‘Ognuna di queste luci, del resto, entra in eappor-
tocon le altre, accentuandole o smorzandole, al
ne di ritagliare i personaggi dall’ombra (come nel
caso delloste visto di spalle, al margine destro della
tela) 0, viceversa, di sprofondarceli (come accade
ecendan.
per i due servi in fondo, che stanno af
dosi attorno al focolare). In questa visione colore
e disegno diventano elementi secondar, e difati il
primo é spesso cosi impastato da sembrare moro:
cromo, mentre il secondo, nonostante il forte im-
pianto prospettico, tende a perdersi nell'incertezza
di uno spazio senza pit) dimensioni reali
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