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_ Sarajevo, juli—septembar. Capajeno, jyam—cenremOap. GLASNIK | [LACH ZEMALJSKOG MUZEJA | 3EMAJBCKOL MYBEJA y BOSNI I HERCEGOVINI. BOCHH WM XEPITETOBMHM. Monumenta historica nova historiam Bosnae et provinciarum vicinarum. illustrantia. Ex archivis Romanis collegit et redegit Dr. Carolus Horvat. = Novi historijski spomenici za povjest Bosne i susjednih _ zemalja. Te rimskih arhiva sakupiy 1 aretio Dr. Karlo Horvat. (Nastavak.) 89. Sy. Petar (u Albaniji), 20. novembra 1603. \ Biskup Slefunski Mecansi, bardinaln Cintijn Aldobrantinijn. Lea obewrliene vizitucije wejerio ae jeg da je Draé u najvere) potrebi, jer ema biskupa, preporuca cca Fran- cexka Somei-ja, jor njega hove i narod. Vat. art. Borgh. TIT, 60h, p. 80. Tile et Reu™ Sig ete. Per ordine della S# di N~ Sigt con mio grandissimo trauaglio ho visitato questo regno risoluendo di riferir la vitia consprima oceasione. Intanto fra le atre eose ho trouato in grandissima necesita et bisogno il stato di Durazzo, il quale sendo gia molto priuo del suo proprio capo, per il mancamento d’ esso, sono perse quasi infinite anime christiane, et continuamente vanno perdendosi. Onde desiderando loro Ia salute propria hanno pereid suplieato N' Sig, che eonceda per arciuescouo loro un prete della propria natione del ordine di S*" Francesco), prete integerimo et di grandissimo valore, professor di sacra theologia, di bonissima vita, et tale che tutto questo regno lo desidera sendo yeramente degno effetto per un tanto officio. Per, tanto per zelo di religione, et per honor di Dio, © salute delle anime, quanto posso, suplico ¢ prego V% S$" Ill™ yoglia deporsi faworir questo negotio, come protettor © padre di questa pouera nazione, la qual se bene si duole di hauer perso la bona memoria di S* Seuerina’), il quale come benigna madre procuraua la salute di questi popoli; molto piu s allegra delle suecessione di V™ Se Til™ sapendo, che quella quasi per natural’ efletto le porta molto amore, e che per cio non potendo seruirli in altra” — 34 — maniera le restano per sempre sciaui in perpetuo, Facia donque opera, che questi popoli habino per pastore il sopra detto padre supplicandola, non voglia pres a qualonque maligno yolesse con lettere o con parolle impedir questo grandissimo sactifieio a Dio, posciache tutti no faciano fede, et rendiano chiara testimonianza della dottrina, et della bona et santa vita del sopra detto padre, cio’ bonissimo veder’ nella fede fategli del Il" Sapatense’), dai padvi della sua religione, et da me seruitore affctionatissimo di V* S*° Til, alla quale con ogni riuerenza la baceiono le saeratis- sime mani pregandogli da N" Sig'® maggior felicita. Data in Albania nel nostro luogo di S Pietro il di 20. nouembre 1603. Di V" Sig T= et Reu™ deuotissimo seruitore fra Nicola vescouo Stefanense et visitator apostolieo in tutta Albania, A tergo: Al cardinal S. Giorgio ... kao obiéno. tar audionza 4) Vidi piewno istoga Biskupa od 24. juna 1603, 2) San Saverina je hardinat Giulio Antonio Santorino /1570.—1602.), bio je protektor éitavoga Hirika, 1 9) Nikola Bianchi 1594,—1021. i * 90. Goa, 1603. Biskup Stefanski Nikola Mecansi obavio jo po lji pope Klementa VILL visitaciju erkava po éitava} Albani 4 dalje papi 0 tom svoj ienjeitaj. U tom izxjostajn ne govori niita 0 erkeama, nego opimje Albaniju ¢ njosin atrategiths polotaj i dogovor aa caponjednicima tergjava Albanakih, koji de th 2a novae islatt. Papa neka » pomoé priskoi, jer niegovim ce zastavama okititi pridobivene turske tergjace. Vat. ark. Borgh. J, 28, p. 101. Beatissimo Padre. Douendo io con ogni affetto e deuotione ubbidire a suoi santi e giusti comman- damenti mi sono sforzato al meglio che ho saputo fare la relatione del regno d’ Albania ¢ Macedonia, antica sede d’ Alessandro Magno; doue, se non abbelita di parole, com- parirh almeno ornata d’una semplice e leale deserittione, quale piaccia alla Santiti Vostra d’accettare con quell’ animo, con quale glie la do,'¢ le bacio li santissimi piedi. Ei VAlbania parte della Macedonia anticamente detta Epiro, situata in pianura fertile et abbondante d’ ogni sorte vittuagle; il suo acre ameno et temperato in ogni stagione, ha bonissime acque e migliori vini, i suoi abbitatori sono bellicosi, robbusti et auezai alle fatighe; dei veechi aleuni viuono insino a centoquaranta anni. A questi habbitatori il Turco ha tolto l'uso dell’ armi, come quegli, che si ricorda delli danni e rotte che questi popoli hanno date alli esserciti de’ suoi antecessori sotto la eondotta di Seandorberg»), loro re, essendone pochi. Questa gente in questo modo riceuendo danno o grauezze da quei Turchi s'unisce, e si solleua toglendo per forza armi a ¢ quanti Turchi s’ abbatteno, l’ammazzano, et ristretti insieme fanno impeto a sangiaechi o ai capitani dei bast, e li rompono in qualche passo stretto doue con stratagemme li condueono fingendo di fuggire. I] che da tre anni in qua n’ hanno fatta gran strage destruggendo sette fortezze e seruendosi di quella monitione. La eausa che ebbero fu che non hauendomi potuto hauere nelle mani il Turco per impalarmi, per causa che li Venotiani li serissero ,guardateui dal vescouo Stefanense, perche yole tradire Y Albani al papa, et a Spagnoli“; et questo poiché in Ragusi lurono intereette le seconde lettere da un ecelesiastico, quali io mandauo al vieerd di Napoli, et furono eonsisnate a Wenetiani. Onde venendo Ja guardia del Turco per prendermi, questi popoli si mes- — 3b — sero in arme et ammazzorno tutti coloro et hanno fatte altre cose notabili, quali per breuitd Je laseio, e le dird a bocea. Tl paese ¢ di lurghezza pit, che cento miglia insino alli monti della Sernia, verso la Bora, et dalla Bora verso la Tessaglia pi ha di lunghezza insino al mare pit che duicento miglia; li altissimi monti della Seruia ot il Corat da una parte lo cireonda verso tramontana il monte delle Ceneri, che in quello linguaggio si chiama Perhim, Verso mezzo giorno il monte de Ia Cimera lo diuide dal’ Epiro. Impereid che oggi quella parte ch’é di Ii della Vallona insino all’ Ismo della Morea si dice Epiro. Ha dall’altra parte il mare Adriatico con tre famosi_por il porto di Durazzo, il porto della Vallona, et il porto di San Giouanni. Questo regno si diuide in quattro prouincie populate, doue sono ville torre citth castelli pianure, e giardini, et in ciascheduna prouincia risiede il Sangiaeco. La prima prouincia é posta nel sito del mare, ha Ja citth di Durazzo, la Vallona, ct altro ville populate e giardini con il porto di San Giouanni, in questa prouineia non vi ha difficolti, alouna, eccotto la Vallona la quale ha un eastellotto in una collina che Ia defende; et la citth di Belgrado non pil che quaranta miglia discosto, forte, ma senza monitione et Doleigno Inogo anco forte; ma perch? la intelligenza di dentro fa il maneggio pereid I’istessi Albanesi togleno ogni difficolts. Di Durazzo non occorre raggionare; gid che fu saceheggiato da Spagnoli, et in questo modo ei impadronimo doi porti capaci d’ ogni armata e dele fortezze de Ja prima pronincia; alla quale dalla Puglia, et dalla Sicilia in due di pnd venire qualunque aggiuto come diremo appresso. La seconda provincia @ Albassano infra terra distante dal mare miglia quaranta. Questa citth done risiede il sangiacco & di un muro di cireuito un miglio e mezzo, ma poco fori di altretanto cireuito, , cio anzi il terromoto ha in una parte rouinato detto muro nel fosso; ha uno borgo di settemila case con assai moltitudine d’ abbitatori, é posta in Inogo piano, doue d’intorno ha molte ville; in questa provincia vi sono assai terre citth et castelli questa é la pit forte prouincia che sia in Albania poiché pud armare insino a vin mila combatenti tra turchi 6 scismatiei; ma sono di poeo essere, perch’ li Albanesi come diremo hanendono armi da combattere seranno pit di trenta mila, et facilmente soli vinceranno quei ‘Turehi. La terza provincia & detta Croia da questa citta istessa famosa é forte per natura impercid che @ posta nelle radici del monte Coruino sopra un sasso intiero inespugna- bile, et imaceessibile da ogni parte, éecetto da una, da donde se pud andare dentro la citti a due per volta, Dentro vi @ un fonte naturale di perpetue aeque et un altro di fuori, é di cireuito Ja citta uno miglio, et vi sono pochi abbitatori, ma di fuori ha pit di settecento case. Questa provincia ha molta pianura, nela quale sono ville e terre, © giardini; il suo distretto & pit di cinquanta miglia verso il mare, ma infra teva é pit di conto; in questa prouincia non ei ¢ difficolth aleuna, eccetto la citth di Ocrida, Iaquale con la intelligenza che habbiamo se prende a tradimento. La quarta prouincia @ Ja provincia detta di Scutari dall’istessa fortezza situata presso il lago che cosi aneo viene chiamato; questo lago é di lunghezza sessanta miglia, et di larghezza pit di 15. I popoli Clementini I’ abbitano da una parte per I’ abbon- danza del pesce; dall’altra parte ha origine il fiume della Boiana, che dalla foee del Getto lago esce; questo fiume ¢ nanigabile e ponno andarui galee, o altri vascelli infra terra, Detta prouincia abbonda d’ ogni cosa et & populata assai, in questa non core diffi- colt’ aleuna poiché i complici del trattato daranno Scutari a tradimento, ch’ é fortezza ” a eee — 316 — inespugnabile, che non si prenderebbe mai se ci fusse uno milione de soldati; ma come appresso diremo ser nostra, questo dunque & qanto oeeore nel sito d’ Albania e suo distretto senza quella parte dell’ Epiro, quale con Vaggiuto della santissima Trinith ho descritta al vino secondo la verita del fatto, la quale chiamo in testimonio di cid; seguita adesso il modo del trattato et quanto bisogni farsi. Et poiché senza Vintelligenza delli cittadini e senza buono ordine non se fa cosa buona, pereid s’ presa resolutione con quei popoli, che nel mese di settembre a una giornata quale dird a bocca se habinno le due segnalate fortezze ciot Croia e Scutari a tradimento, secondo il patto lato con quei di dentro, con patto che habl mila secehini innanzi che le rendano, cioé cinque mila a quei di Croia, et altre tanti a quei di Scutari, perch? di questi denari se no faranno molte parti a i traditori, et altri Turcbi figli d’ Albanesi, che vogliono venire alla fede, ai quali i patri hanno per- suaso fare questo, et per non perdere le mogli e i figli, e le possessioni lo fanno volen- tieri. Et hauuti questi denari alsaranno le bandiere di V"™ Santita nele dette fortezze et altri luoghi; ma nell’ istesso tempo s’haueranno a ritrouare tremila soldati veterani nel porto che si dira a bocca i quali ben armati seranno chiamati in quei presidii, et haueranno portato seco armi, archibugi e monitione per trentamila soldati, e pil ancora poiché tanti seranno li Albanesi, che s’ uniranno per quella volta senza li altri ch’ hanno Yarmi, et adesso stanno alle frontiere del tureo. Et questi potranno guardare il paese e le fortezze, e prendere altri Iuoghi unitisi con li latini e per pochi di potranno yesistere all’impeto di quei sangiacchi insino che yeranno altri quindecimila soldati braui archibusieri li quali venuti faranno uno giusto e valido esercito con li Albanesi. E anderanno sopra Albassano citti forte doue il sangiacco se fara forte; ma perche non pud armare piit che vintimila tra turchi, © seismatici, e li nostri saranno maggiori di numero parte ancora che li Albanesi di quella prouincia anco si solleuaranno in quello tempo, sar rotto, e presa quella prouincia, Doue preso Albassano, e la prima prouincia del mare, come ho detto di sopra, tutta I’ Albania sera presa; et saremo patroni dei porti, ¢ de li monti. Onde poiché da Costantinopoli verranno altri Turehi in aggiuto © i giannizzari saranno pochi, lo esercito nostro, che costark di pil di set- tantamila soldati eletti, facilmente resister’ ai Turehi e li vineerk; et in questo modo si prendera la Seruia, la ‘Tessaglia e la Grecia senza fastidio, gia che sono popoli imbelli e parte cattolici, E forsi si potra scorrere insino a Costantinopoli oprando Ja $* V= col re di Polonia, che dicono trouarsi in eampagna con valido esercito, che da quelle parti infesti, et muoua guerra al pacse de i Turchi; I’ istesso potrh fare in Ungaria V arciduca d’ Austria adesso patrone di quello regno. I Persiani da una parte, dal’ altra i rebelli del Turco, et dall’ altra V esercito nostro lo potrd assediare, che tro- uandonosi le fora sue suernate in tante parti, il valore de giannizzari sari di poco aggiuto © di maneo resistenza ai nostri e potremo prendere Costantinopoli, Onde tutti quei popoli et io in nome loro la supplichiamo a volere a guisa d'un nuowo Mos? liberarli da le mani di quello tiranno, ¢ dalla seruiti d’ Dgitto abbraceiando quella tale oecasione, che il sig’ Iddio porge, per adempire il suo santo desio di passare in terra santa, la quale il signore col suo braccio onnipotente renda sotto |’ imperio di Vostra Beatitudine, alla quale bacio li santissimi piedi. Umilissimo seruitore Il vescouo Stefanense. Tergo = Albania. 1448. 2) Juraj Kastriot, proan Skenderleg, gospodar Kraje i knex Albanije 1406, * 4 — 317 — 91. God. 1603. Neki obiéaji w Alani. Vai. ark, Borgh, I, 978, p. 7 In tutta la relazione doue si tratta della provincia d’ Albania, si chiama quella gente per ordinario poco sineera. Usano dare le loro donne per moglie alli ‘Turehi, ct a quest’ effetto anco vender- gliele, et in questo credono di non pecare, perche essendo li Turchi padroni del pacse, tengono, che si debba ubidirli in quelche comandano. Quasi in tutte le chiese di quella prouintia non si tiene V olio santo per gli infermi, perehe quelle genti non lo vogliono, hauendo rimorso di coseienza, che sanando di quella infermita, non li saria poi stato pit lecito I’ uso del matrimonio, ne andare coi piedi sealzi senza peceato mortale, et in aleuni uoghi usseriscono, conuenirsi questo sacramento solamente a preti et a frati. Molti aspetano dalla fede, e molti credono, che per rispetti humani possono professare il mahumetticismo e ritenere nel cuore la fede christiana. In aleuni Iuoghi costumano la maggior parte di loro di pigliar moglie senza celebrat’ il matrimonio eoram parocho et testibus, © senza denuntiation. 4) Ovo je anonimni dokumenat w vatikanskom arkivu, no biti ée jamasno izvadak iz hakove relacije biskupa Stefanskoga Mecansija, od Koga imade mnogo historijskit epomenika 0 Albaniji. 92. Gradac, 12. januara 1604, Gradaéki nuncij mons, Porsia’), kardinalu Petr Aldobrandiniju. U Bosni se pobunio’ yrotio sultann Skrivan, namjesnik. pate bovanskoga, Hrvatskome goneralu dan je nalog, da osvaji hoju dest Bosne. Vat, ark, Borgh. HIT, 68, c. d. yp. 191. Il @ Ren” Sigt mio patron colendissimo. Nella nuoua soleuatione della Bosna, della quale V. S. Il vedrh gli particolar ne duplicati, che s'inuiano con le presenti, non si manca qui di attendere et far osser- uare gli effetti piu principali et importanti, ne io lascio di ricordarlo al prencipe*) et a suoi consiglieri, cosi di guerra, come scereti. Et di git si d dato l’ordine al generale di Schiauonia, che vi attenda diligentemente, et che mandi et scriua in Bosna per veder di aquistarsi una delle parti; et cosi si seguira di fare abbraciando tutte le opportunita et oceasioni. Si e anco di nuouo dato raguaglio di tutto alla maesta dell’ imperatore, per procurare et sollecitare, che anco da quella parte si facet maggior rissolutione di quello, che si é fatto sin bora. Inti dan jevkjan je nuncij sluzbeno buriji rimskaj 0 pabuni w Bosni ovo: Jatian j Dal foglio che vien qui appresso intenderh V" Sigh Tll=* quello che dalli con- fini di Schiauonia vien scritto a questo serenissimo arciduea in proposito del gouerno del Scriuano in Bosna, il quale sendosi fatto capo, et supremo del regno con V armi, cosa che 6 chiaro segno di poca obedienza verso la Porta, tanto maggiormente si puo sperare ch'il coneetto fatto si gid costi di tirarlo alle parte di cesare potesse sortire effotio. 318 To pereid si come non laseiai auanti di comunieare quanto ii fi ingiunto da Ve Sig" Til con Parcidue; corte cesarea, o et procurai che del negotio si mandasse memoriale in si spesse volte hauendo ricercato Sui Altezza se le fusse yenuta ris: posta da S* Maesti, et dettomi, che mai haueua inteso altro, lo stesso mi dice di pre- sente, ma ben soggiunge esserle stato noto, ch'il Rosburm, mentre gY essereiti erano fuori, hanesse sotto Buda tentato di trattare col sudetto Seriuano, et ehe a tal fine da esso Rosburm fusse stato seritto, et mandate lettere, che perd il Scriuano non hanewa voluto accetare ne rispondere. Da me eon questa nucua comparsa del combattimento del Seriuano con i Bosnesi, e della vittoria da lui hauuta non ometto di sollecitare VAltezza Sua ad hauer bene a enore la facenda, replieandola all’ imporatore, et vedrd cho lo faeeia quanto prima, ne da me si tralasciert poi a’ auuis a V™ §¥* Ill, alla quale per fine ete.‘). ') Mons. Hieronim Porsia, biskup od Adrije, gradacki nuncif Kardinal Petar Aldobrondlini, 1501.—1621, necak je Klementa VILL, ismegin njega i Cintija Atta brantinija podijelio je Klement VILL. artaono tajnistoo. 1) Nadvajoode Lerdinanda dtajerstoga. 4) Oetale vijesti ix istoga piema, bududi se ne tic Bosne, izoatavtiamo. 93. re eid che aceader’t Gradac, 19, januara 1604, Gradaéki mec} mous. Portia, kardinalw Petre Aldobraniniju, Nemiri n Bawni, izabrani aia boranski mora se pret Skrivanom sakrivati po suman é oaljenim brajerina, Drii se, da ce bosanski paia utedi kreatsiome generalu w Kartovac. Pat. arh. Borgh. IL. 68, ¢. d. 143. Seguano gli rumori et discordie nella Bosna, ma s’intende, che il Seriuano sia rimasto superiore, et che il bassa, che era stato eletto da Bosnesi vadi come fugitiuo ne boschi et ne luoghi pitt remoti por non esser preso dalle genti del sudetto Seriuano, et @ chi mi reflerisce eredersi, che questo bassa potrebbe capitar’a Carlostat presso il generale di Crouatia, col qual mezzo si potrebbe far qualche tentatiuo in quelle genti, di che quando occork dard piu certo raguaglio alla S! di Ne Sig™, et a V" Sig Ti™, alla quale humilmente baciando le mani prego angmento di quella felicita et prosperita, che meritano le sue gran virtu, et che ! angura con brama la deuotissima seruiti mia, * 94. Gradac, 2, februara 1604, Gradadki nuneij mons. Porzia, kardinalu Petru Aldobrandtiniju, Strivan jo vanreing obruten protio Turaka. Drii vs, da be se progiarts opeclutmin gorpolarom Bose, Dogovori izmegin Skrivana i cara preko generola Koloniéa. Hrvatski general dobit é¢ jamacno vdluku ito im. «: ocom pitanja poduauts Vat, ark, Borgh. IIT. 68, ¢. p. p 150. Si teme, che qnesto Seriuano di Bosna sia per apportar del trauaglio a questi confini, intendendosi le rissolutioni, et le crudelti usate contro Turchi, dubitandosi di molto peggio contra christiani confinanti, Se perd non li venisse altro pensiero, o con- cetto per stabilirsi quiui assolnto Signore, di che si dubita altretanto, quanto si deside- rarebbe per bonofitio di questo prowinoie. Ne restandomi in che seruire di pitt a Ve" Se Ill== con questo ordinario humilmente le bacio le mani, et mi raccomando in sua benigna gratia et prottetione, ete. 319 — K urome pismu dodana je kao duplibat sijest is Bosne 0 Skrivanu, kyju je mune ieti dan olpremio brit rineshajs Del Seriuano s'intende, che in Bosna vadia faceendo progrossi, che habbia dis a da loro eletto, et che dalla sua sieno fatti tutti i Turchi, che seguitauano il ba passati i Wi marehio, II negotio con Ini non viene intermesso dall’ imperatore di cui é uscitta com- messione al Coloniz") di trattar con ess0 Scriuano, di che detto Coloniz nha dato conto all’areiduea, et si dice da alcuni, ch’ esso Seriuano offeri dell’ imperatore i luoghi presi, ogni volta che Sua Maesti prometta d 3 milla Tartari, che tiene ot @aintarlo, Questi giorni s'aspotta anco qua il generale di Crouatia, al quale potri esser, che si dia qualche commessione in tal proposito, di maniera che se ne potrebbe veder tosto qualche esito, che piaccia a Dio riesca buono, et per fine, 4) Kolonié je caret. generai wehi i quali per conoscere habbia egli ad uno ad uno segnato con un di dare in mano ssicurar lui, & * 95. Gradac, 15, marta 1604. Gradacki weneij mons, Porsia, kardinalu Petru Aldobrandinj O daljnin dogovorima ismegu generala Koloniéa i Skricana ne énje se nista viée, Nemiri se zhivaj u wn irainjosti Bosne, Odobrena je prodaje sua isnad Seaja, Hroateki general stojé spreman i prati dogagiaje 1 Bosni. Skrivan se teli pokratiti Vat. ark. Borgh. TIL. 70, b,c. f. po 182. . +++ Del carico, qual si disse dato al Colonia di praticare il Serinano, non sé poi udito altro, ¢ de progressi del medesimo in Bosna. Questi vicini confini da aleuni giorni in qua non danno auuiso aleuno, onde vien tenuto in conformita di quanto si seriue da Ragusi, che i romori quali posson essere, sieno tutti nelle parti pil interne della Bosna, et che anco per cid I’imperatore non si sia sin hora fidato di mandare a trattare da vero con esso Seriuano. Sopra il negotio della vendita de bosehi della Murlacoa di Segna, si tenne gid qui aleune settimane d’ ordine dell’ arciduca consulta, done fit non solo approuata la vendita, ma pensato anco d’incaricare Ja trattatione alla corte cesarea, done secondo Yordine si doura risoluere il qual atto si sta aspettando a V" S** Il alla quale in materia del Sig" Raguseo posso dire hauer egli ottenuto eid che desideraua nel punto d’ Useoeehi. U postskriptu od 15, marta 1004, Del Seriuano non si lascia diligenza dal general di Croatia per intender gl’ anda- menti suoi, et anco per guadagnare in Bosna corrispondenze, et intelligenze, et se n’attende di continuo qualehe auuiso dell’ arciduca, et d’altra parte s’intende, che il sudetto Seriuano habbia dato qualche inditio di volersi far christiano, il che @ stato aneo auuisato in Praga, * 96. Gradac, 22. marta 1604. Gradacki rane} Hieronin Portia, kardinal Petre Aldobrandiniju. Dolaze vijesti, da je Skrivan porazen i da je usmakao prema Biogrady jedva aa stotinn konjanika, Vat, ark. Borgh. TIT. 70, 8, e. f. p. 150. La rotta data al Seriuano vien significata all’ arciduca di Schiauonia da tre eapi- tani di fortezze, cio’ di Coprainiz), Iuaniz2) et Craiz8) cio’ Croce; perd di Croatia, ne da qnel generale non si ha di quella auniso aleuno; et non par quasi verisimile, che egli hauesse abandonato in tutto quella prouintia, ct che non hauesse potuto reti- si in qualche luogo forte tonuto da suoi soldati, Perd se ne douri udir in breui cortex che ogli si sia retirato con soli cento eaualli verso Belgrado. Et con questo a V* $ Tle humilmente baecio le mani et mi raccomandy in sua benigna gratia et prottettione. 2) Koprivaiea. 4) Teanif, *) Reitevae * 97. maggiore, se stu Ay tiradac, 29. marta 1604, Prvo pismo. Graidacki nunelj mona. Porsia, kardinadi Petr Aldobranctinif Nove vijesti jaotiaiu, da se Skrivan pocukao iz Banjeluke u Sarajevo i da tamo odekuje pomoé od svoga trata, General hreatske i slaronske krajine dobiti su od nadvajroie nalog, da pomognss Skrivanu Vat. arh Borg. ITT, 70, ¢. j. p. 11. Del suecesso in Bosna che fu significato da me con Vultime, s’hi per via di Croatia rineontro che lo conferma, et dice da rota del Seriuano, ma un altro raporto di persona solita a esser ben’ auuisata, riferisce ch’ il medesimo Scriuano. veduto di non poter resistere alle forze dei Turchi, et Bosnesi voltatigli contro, senza combattere s’era partito da Bagnalucea, con hauerui lasciato Tuceo per distruggorla, ot che ritirato in Seraieuo, luogo assai munito, aspettaua soccorso da un suo fratello per venire a battaglia con nemici. Il serenissimo areiduca®), non omete di far inuigilare a questi ineidonti, et ha dato ordine, che venendo oceasione di potersi sicuramente aiutare il Seriuano, il general di Croatia, et quelli di Schiauonia lo deuino fare con lo loro genti. 1) Ferdinand nadvojooda Stajerski. 98. Gradac, 29. marta 1604. Drugo pismo. Gratacki auncij mons Porsia, kardinalu Petru Aldobrandiniju Potongjnje oijest, da ve Strivian pooukao x Sarajevo, kamo mu je pohitio brat w pomoé 4a 6000 konjanika. Pasa bosanski Seer vodi protiv Skrivane 12.000 Yudi. Hroatski general deka spreman, da pohiti w pomoé Skrivanu po odvedbi nadvajvade i ratnog vijeéa. Vat ark, Borgh. 70, b,c. fe p. 164, Ill’ et Reu™ Sig® mio Patron collendissimo. Oltr’ a quello, che V Sig Ilva yedra nel dupplicato della lettera publica mi vien hora auuisato con lettere da confini di Croazia, cho per esser uscito il bassa della Bosna con quel maggior numero di gente, che haucua potuto raccorre per conbatter contra ‘I Seriuano, che questo auuedutosi di non poter resistere, dopo hauer lasciato il fuoco nella terra, et castello di Wainalucea’), si era retirato con tutte Je sue genti in Seraiewo, doue era, per aspettare un suo fratello, che veniua per rinforzarlo con 6 milla eaualli, quali arriuati ehe fossero, il Seriuano era rissoluto di ritornar subito ad incon- trarsi di nuovo eon sudetto bassa et Bosnesi, li quali al numero di 12 milla si trouano sotto la condotta di Seffer bassa, et due altri beeghi, et si tratteniuano in Massin per aspettare le resolutioni del sudetto Scriuano. Tn tanto sta il general di Crouatia aspettando V opportunita d’ csser aunisato o inuitato da esso Seriuano, o da qualche altra persona, conforme all’ oflerte che egli gli hha fatto con lettere et ambasciate, et se venn’ occasione di poter far aleuna cosa, sara abbracciato con ogni diligenza, poiche cosi é la commisione di questo arciduea et conseglio di guerra. a 8) Banjaluka, Giradue, 25. maja 1604, Urudacki wineii mons. Porvia, kardinatn Petru Mdobrandiniju Lurci iz Boone wamjeracoju oseojiti neka mjeata u okotici Kantée, Vat. arh. Borgh. IL, 88, «. p. 164 Mi vien ancora hoggi significato, che si sian radunati molti Turehi di Bosna, et altri paesi in contorni di Canisa, il pensier di.quali sia di oceupar aleuni luoghi vicini 4 Canisa tenuti sin hora da gl'imperiali, Per tanto si é dato ordine, che in tutti questi confini si asserui da qual pacse i Tur dir ogni lor dessigno. si muouono per andare ad incontrar et impe- Due 7. juna 1604, javlja ioti nuncij 0 yrocati Turaka i Kaniie prema jednom mjertu bosanrkoga Biskupa, (Ales. p. 0. p. 174.) Gli Turchi di Canisa son useiti fuori Valtra settimana, et han seorso verso certo luoeo di quel vescouo della Bosna, che fu gia mandato da questo serenissimo a Roma, ct non hauendo potuto far quel cho persnadenano, civ’ d’ occuparlo, sendo stato diffeso da buon numero di villani se ne son ritirati 100. Gradac, 14. juna 1604, Gradaéhi mineij mons, Porsia, kardinale Petru Aldobrandinij, Hroatski general poiao je primonjn, da itegnd Turcima otme, no paia losanski i santéal blidht takogjer au ieadhi « vojshons. Vat, orl, Borghe ILD, 68, 0, de p. 186, Di Crouatia tengo auuiso, che quel generale sia in camino di far anche egli certa impresa contr’un castello verso le marine, et che il bassa di Bosna eon il beegh di Clissa fossero anch’essi fuori in campagna, dicendosi alcuni, che essi siano aunisati da un fratello, ch’ egli ha preso il Gran Signore, et che habbi seeo 300 gianizzari et aliri bnoni soldati, che hauendo de bon boca inteso non ne pusso dar altro auniso che questo, che significo a V* Sigt* Illm, alla quale humilmente bacio le mani, et mi raccomando in sua benignissima grazia ete. 101. * God. 1604. Anoninné Dubrovéanin') predtafe na Siget @ zanceti ga, a ia toga biti vojovti Kerdinandu kako valja cim ule sauseta Bosna, navaliti na fo tako cauzeli ¢ Kanis Vat, ark. Borgh. IV. 233, p. a7. Assieurati eho fossero questi paesi et acquistata Ia Bossina, che sarebbe Ia sicu- reaza de’stati di S™ Maesti ¢ di Sua Altezza, © doll’ Italia, por la qual imprest oi yorriano a mio credere cirea 18 0 20 milla fanti e 6 milla canalli sotto il commando del serenissimo arciduea Ferdinando, oltre le genti di quell’ Alteza. Si potrebbe anno seguente andar verso Seghetto, et procurare d’acquistar quella piaza, la quale fu ridotta in fortezza per assicuratione di tutto questo tratto di paese, si come aneo dopo la perdita di essa, si fortificd Canisa per tal efletto. Et & Seghetto di tanta importanza, che I'Tarco con V'aquisto, che fece di quel Inogo e di Giulia, venne ad assicurare 50 leghe di paese, et a liberare li passi tra Belgrado e Buda, che da queste due fortezze veniuano continnamente infestati di qua e di la del Danubio; di modo che si vede chiaramente il gran henefieio, che apporterebbe la ricuperatione di Seghetto, la qual pia potrebbe tentare con buona speranza Ma porche questa ancora @ situata tra paludi ct acque, pereid quando si gindi- casse imprest dificile si potrebbe pigliare qualche posto tra essa e Canisa, et fortifiear quello, per impedire, che li soccorsi, et aiuti cosi de viueri, come de genti, monitioni, et altro, non potessero pitr venire da Seghetto aC: a essendo cosi vicina alla § iauonia, eredo che col fauore del fiume Draua s risa, La qual fortezza ancora senza Vacyuisto di Seghetto, et sonza In fortilicatione del detio posto perderebbe tanto. per le imprese, che fossero fatte anno prima che non potrebbe esser pin di nocumento in altra parte, ceceto che nel Austria, nella Stiria, ¢ nella Schiauonia, tra le quali pro- uincie si troua posta, a che anco si potrebbe con assai facilita rimediare, perche facendo- segli un Torte a canto, et in sito opportuno, sarcbbe continuamente infestata da quello, © dalla Schiauonia @ resterebbe priua de soccorsi, che ba bora da quella parte tanto congionta, come anco di quelli, che ha dalla Bossina, ¢ dalla Croatia. Oltre che Vienna, e Gratz, metropoli dell’ Austria @ Stiria, possono, sendo ben munite di fedeli diffensori, diffendersi_ et in particolare Vienna far sudar Ja Tronte all inimieo come ha fatto altre volte, benche non fosse eosi ben fortifieata come al presente si ritroua ete.) 4) Moguée je, da je ovaj prijadtog podnin pornati nam te god. 1899. Hieronim Zlatarié, haji je onda mnogo radio, da se Bosna cslobodi od Turaka, Celi oraj prijedlog napisen je pod utjecajem pregovora 0 miru, Taji su se valli vijele godine 1604. iamegin cara i eultana, a aavréili se tek na 11, novembra 1606. x Zitea Dorogi, pore drugujacije, nego Ti su to oekivali savremeniei toga doyogjaja. 2) Ovakovil anomimnit yredoga dobinac je nadnojcoda mnogo, a ncke vatuije slali su papinski nun iii % Graca u Tim, da papa vidi te omove, jer je u to doba papinski door voilio najéeiéu politiku protio Durake. * 102. God. 1604. Anoniint Dubrocéanin pretiage nadenjoodi Ferdinandu, da se na Dunacn satrori put Turcima sa 6 gatija, pak da se 4 enjskom od 20 tide provali n Bomu é da se fe anuems, Vat, arhio, Borgh. I1f, 70, b. e. f. Wt.4) Serenissimo Principe. Io offersi a VS" Serenissima uno discorso del modo di guerreggiare a guerra finita col Tureo%}, et perche in’ quello mi sono stesso diffusamentato, piacera a V"* Sig" Serenissima, di considerarlo in breue in questo ristretto, et eommunicarlo a Sua Maesti Cesarea, come La ho supplicato a parte. Douendosi guerreggiar a guerra finita, ¢ necessario trouar modo di abbreuiarla quanto pit si puo, et di far progressi grandi: perche il cercar d’ oceupar il stato del nemico a pezzetti e boeconi, oltre che stanca il vineitore et il vinto, si consuma il tempo, il danaro, si desolano i paesi, et per il pin la fortuna e varia, e non ¢ mag- giore peste, che una guerra Jenta, per consumar non solo il paese nemico, ma anco il nostro. Onde bisogna ritrouar modo di guerreggiare in tal maniera, che si acquisti con breuita e con poco sangue de nostri, e con minor desolutione de’ paesi nemici ¢’ hanno da esser nostri: atteso se noi vogliamo acquistarli non e ragione di desolargli. To hd pensato un modo, che con un solo essercito di 20 milla soldati, ¢ una squadra di galere, in una estate, si puo quasi a man salua oceupar al Turco tutta ania, et Dalmatia, con Ja Croatia, SI Macedonia et Albania Questo sari con prohibire con le galere il portar soceorso e vettouag I’ Hungaria, la Bosnia Argentina, ¢ superiore altre prouineie appresso eioé Sernia, Bulgaria, ie per il Danubio et altri fiumi, ct con passae con V essereito in Bosna, et oceuparla, perehe no presidio bastante a resistere, et essendo li popoli christie sari facilissimo Toccuparla, ct occupando la Bosna restano tutte le sudette prouineie non v’essendo fortezz chiuse in mezzo, et separate da ogni intorno dal restante del stato turchesco, Altezza puo vedere dall’ aecompagnata earta geografica®). Tl modo, che si haurh a tenere por esseguire jl sudetto concetto, © conseraar il possesso delle sudette prouincie lo habbia aecenato nel sudetto discorso, e lo dechiarar’ piu apertamente quando mi sara data oecusione. yme ») A tengo! Memoriate d'un Ragugeo, che worrebhe nauigare, et guerreggiare con & galere per il Danubio da Vienna sino a Belgrade, et pik oltre disognando, per impedire ¢ Turchi ta via di Danubio, it svecorrer piacze, et far aliri danni nel territorio et dominio turchesco Kako je Dubrovnik bio pravo ognjiste + sijelo, gdje su se suovate soe wrote protir Turaka tamo vil sre dine XVI, vijela, to nam je i oea molba nepoznatoga Dubronéanina potpuno jasna. 2) Ocdje spominje prijainji prediog, a kako u ovom ponajglaonije istide Bumu, to je ajergjatnije cu Ui ven predlagaé mogao biti Hieronim Zlatarié. 5) Coa geograjska harta xije voome historijekom aktu pritesena, * 103. Gradac, 10, novembra 1605. Nadnojvoda anstrijehi Ferdinand, papi Partu V.') Preporuéa papi ca Dominika (Andrasica), koji ée' smu idoditi nanjenu, kako da ae sausme Bosna, wjedno payu neka toga franjecca preporuti Spanjotskomu kralju Vat, arh. Borgh, IL, 77, p. 116. Beatissime pater, domine, domine colendissime, Post obsequiorum. meorum humilem commendationem filialis meae erga Sancti- tatem Vestram et hane sedem, apostolicam observantiae, perpetuum inerementum Quanta diligentia et paterna cura, Sanctitas Vestra, rebus ad christianam rempublieam necossarijs, incessanter inuigilet, hoc iam omnibus perspectum est; nec ambigo Sancti- tati Vestrae negotium illud secretum, de acquirendo regno Bosnae, iam dudum optime notum esse. *) < Cum igitur populus christianus illius regni, ad prosequendum hoe opus proficuum valde sit propensus: quem admodum Sanetitas Vestra, ex praesentis patris Dominici, ordinis S. Francisci, relatione, fusius intelligere poterit, mei muneris esse censui, eun- dem oratorem, hic meis humillimis concomitari: Sanetitatem Vestram obnixe rogans, ut ipsum non tantum ea, qua solet benignitate audire, verum etiam brevi suo apostolico ad serenissimam regem catholieum®) directo, negotium hoe tanti ponderis, sua qua pollet, singulari prudentia, promovere non dedignetur. Interim ad suam diuinam maestatem deuotas tundam preces, ut vota hace nostra, ad bonum perdueat finem, et Sanctitatem Vestram suo gregi diutissime faelicem con- seruet. Cui me demisse commendo. Graecii die X. mensis novembris 1605. Sanetitatis Vestrae obsequentissimus filius Verdinandus. — 324 — *) Panay T. (16, maja 1605.29. maja 1624), 2) Fe ovoga se vidi, du se i Pavan V. zanimao za oslobogienje Borne kan ¢ Klement VIL. ) 7. j. breve sSpanjolokome kraljn Filipw TIL. 104. Gradae, 15. juna 1606, Nadvyjroita austrijski Ferdinand, kardinaln Seipionn Borghese, dr Preporuéa bosanskoga plemiéa Nikoln Draikoviee ‘nom tajnitn Parte V, sa awtijenctiu papi, da papi ixloti tajnoviti posao (take daw savsine Bosna). Vat. ark. Borgh. 11. 77, p. 79. Im et Rey Monsignore. Raceomando a V'* Sig Ill il latore della presente Nicold Draseouich, nobile Bosnese, con ogni caldezza, accid ch’ egli otenga graziosa audienza da S* SM nel nego-- tio seereto, che da Ini sark humilmente proposto. Il quale anche a V™ Sig Tl™ notorio: ma hora meglio potri intendere, in che termini quello por hora si ritroua, Panorisca dunque V* S#* Til una eausa di tanta consequenza con quel zelo, che le parerk necessario, per salute di molte anime, che fark cosa grata a sua diuina maesti, la quale profleri questo santo desiderio, Et con tal fine a V= S¥ Ill, di tutto core mi raccommando. Da Graz alli XV. di giugno 1607. Di V™ S$" Tim et Reu™* affetionatissimo seru-re Ferdinandus. * 105. Gradae, 15. juna 1606. 4 Nadeojroda Ferdinand anstrijeki, papi Pact Salje papi Nikolu Draskoviéa plemica boranakoga, da mu eaopéi tajme o bosanskom pitanju) i oigovor cares na nadeojvodina pisma. Vat. ark. Borgh. IT, 77, p. 80. Beatissime pater, domine, domine mihi colendissime. Post obsequiorum meorum humilem commendationem, filialis meae, erga Sancti~ tatem Vestram, et hane sedem apostolicam, obseryantiae, perpetuum inerementum. Latorem praesentium egregium virum et nobilem Bosnesem Nicolaum Drascovich, ad Sanctitatis V"" pedes deoseulandos, hine discendentem, eidem humiliter commendare volui. Et cum Sanetitas Vestra ex ipsius relatu, fusius intelliget, quid huiusque in hoe secretissimo negotio bosnensi tractatum fuerit, quidue responsi a Sacra Cesarea Mac- state super meis* litteris obtinuerit, superfluum esse videtur, hoe ipsum Sanctitati Vestrae etiam scripto relerre. Placeat igitur Sanctitati Vestrae pracfato Draseovicio benignas aures praebere, ¢ tantum hane tam salutarem et proficuam, sua paterna authoritate ae singulari pruden- tia, ad bonum et optatum perducere finem. Aderit et favebit hnie pio desiderio divina maestas, suo potenti auxilio, quae Sanctitatem Vestram, nobis omnibus diutissime foc- licem conservat. Cui me devote commendo®). Datae Graeeii die XV. Junii 1606. Sanctitatis Vestrae obsequentissimus filius Ferdinandus. 32h 1) Akeija franjenaen onloboditi Boenu od Turaka + pomotn kude auniije 8) Onaga ixtega Nikolu Drackovica preporuiia je nadeajcata Ferdinand papi Paclu V. 14, decombra 1609, Theiner, 3. Slan Mer. I, p. 108. God. 1010. 29. marta piée sam Droikovié iz Rijeke papi Paolu V. pimmo, w injom mu rastate, buto ppuk Pridanati ru Bowni, Hercegonini {Lick tei oilobodits se Turaka i podurti se kudi ovstitfsy, Theinery oes ps OY. Nueneij J.B. Salvage vs svom ietjotbu a hardinala Seipiona Borghese od at. oktebra 1608. pritasa ‘holu Draskorida w doaa neporaljnom sajettn. Theiner, 0. ep. 108. * 106. Gradae, 3. jula 1606. Grad muneij mona. Porvia, kardinulu Borghese), dréacnom taj pape Pacla V. 0 dotasku deajn bosunskih franjevaca Ik nadenjvodi Ferdinandu u Gradac, da se zanzme Boma od Turaka, Vat. ark, Borgh. IL. 208, p.*) Tl et Reu™ Sig™ ete. Sono comparsi a questa corte (come hanno fatto aleune altre volte) certi frati Francescani, che si dicono esser mandati dal regno di Bossina, per trattar con questo serenissimo arciduea®), dal quale sono poi anche stati mandati all’ imperatore*), ot il negotio, che si tien seeretissimo ¢, che quei popoli vorrebbono liberarsi dalla seruith del Tureo. Per questo effetto quest’ areiduea ha fatto venir qui il generale di Crowa- tia, et Ih poi mandato con diligenza a Praga, perche riceua da Sua Maesti Cesarea qnegli ordini, et quelle prouisioni, che giudicheranno necessarie quando si douesse pro- seguire una tal occasione, et negotio, che per se stesso hi molte difficolt&, et pericoli, et sopra tutto deue esser tenuto in sommo secreto per li pericoli, ne’ quali potrebbon jncorrer quei popoli, se’i ‘Turchi ne fossero auisati. Piaccia a sua divina maest che ne riesca quel fine, che si richiederebbe per benelitio della christianita et con questo bacio a V™ Sig Ill"* humilissimamente le mani. Di Graz a 3 di Juglio 1606. Di V™ S** Illes et Reu™ deuctissimo et humilissimo seruo Hieronimo veseouo di Adria. 4) Ova} vom nije paginovan. 2) Kardinal Seipion Caraja Borghuae, neéak pape Pasta V. i dr 9) Nadrojeoda Ferdinand. 4) Rudolf 1. wnt tajnth, 107. Rim, 15. jula 1606, Kardinal driami tajnik Scipion Borghese, gradackome nunelju mons. Hieronimn Porsiji 0 akeiji boxanskih franjevaca 2 ostobogienje Borne od Turaka, papa je potpuno informiran, driati ée xe to = han miyjetroda tajna. Vat. ark. Nuns. Diverse 5, 7. 166. Si terri qui seeretissimo V'auuiso dato da padri Francescani della Bosna, del qual negotio si & hanuta piena informatione, mi le frequenti missioni non possono non dar grand’ombra a chi osserua ogni minima attione in tempo massime di tanti sospetti. Aspettaremo la resolutione che dari !'imperatore al generale della Croatia), e prega- — 396 — remo in questo, mentre buon esito dalla trattatione, che Dio nostro signore fauorisea per acreseimento della santa fede in quelle parti, et a Lei doni ogni desiderata feliciti. ¥) Juraj Lenkovié. 108. Gradae, 27. juna 1607. Preporuéa papi, da na ispragnjenn stolion nadhiskupa antivarskoga postasi oca Dominika Andrasiéa. Vat. arh, Borgh. II, 77, p. 106, idevjvoda anstrijaki Ferdinant, papi Pavtw V. Beatissime pater, domine, domine colendissime. Post obsequioram meorum humilem commendationem filialis meae erga Sunetita- tem Vestram, et hane sedem apostolicam obseruantiae, perpetuum inerementum. Quando- quidem anno praeterito Sanctitati Vestrae reuerendum fratrem Dominium Andreassi Fran- canum, tamquam grauibus reipublicae christianae negotiis, sedulo nauantem operam de meliori nota, commendauerim'); non est, quod hisce meis, idipsum repetam. Hoe tamen praccipue Sanctitati Vesirae humiliter insinuandum duxi, necessitatem non mediocriter expostulare, ut archiepiscopatus Antiuariensis, de idoneo antistite, sine mora, prowi- deatur *). Cum igitur idem pater Dominieus, multis de causis, hae in parte, aptus esse videatur, non dubito, quin Sanctitas Vestra electionem hane, in ipsius personam sit jactura, Sic enim populus ille Bosnensis christiani nominis, in sua deuotione confirma- bitur, et commoda multa, Deo dante, paulo post, exinde promanare poterunt. Hisce Sanctitati Vestrae deuote commendo Deum ter optimum maximum submisse obseerans, ut eandem nobis diutissime foelicem conservet. Datae Graeeij die 27. mensis junii 1607. Santitatis Vestrae obsequentissimus filius Ferdinandus, }) Fidi pismo nadvojeodino od 10. novenbra 1605. 8) God. 1607. wmro je nadbiskup antivarski Toma Ursino (od 1599,—1607.). . 109. God. 1609. Sin en javtjats muncijgradedti') ¢ edit) 6 fra Anitrtidn, Hii je lio cfobodit Wornu®) ti t posta eo . Vat. ark Borgh, IV. p. 598, Tl nuntio di Gratz, con lettere delli 28 di settembre 1609. scriue di ira Domenico Andreassi_minore osseruante, e commissario in Croatia, che egli si diutaua quanto piu poteua per hauere una chiesa!), e che areiduca Ferdinando desideraua grandissimamente di fargliela hauere. Che eso frate se ne sarebbe andato in Ungaria con lettere di Sua Altezza per essere fauorito al vescouato di Segna‘), e perche il nuntio hauena procurato di rimonerlo di quella sua prosentatione, poi che mons, Marchese®) non rinonziava quella chiesa. Sua Altezza s’era indotta a procurargli un titolo, essibendosi di dargli del suo, per man- tenerlo. — 327 — Che hauendogli replieato, che Sua Santita non haucrebbe fatto un veseouo tito- lare senza necessiti , € tanto meno con entrata incerta e dependente da preneipe seco- lare, che esso frate era rimasto confuso. MA credeua pure il nuntio, che arciduea ne seriuerebbe & Sua Beatitudine, et al ambasciatore di Spagna, accio fosse he chiesa tonue per frati Che per quel che s’era potuto aceorgere, il frate era assai bene ignorante, ¢ non di quella prudenza, ¢ maturiti, che rieseaua quella dignith Con lettere di 2. di nouembre 1609, che si trouaua in Vienna per la sua presen- tatione, © che haueua preuenuto quel nuntio*) delli meriti del frate, che nel suo ritorno gli replicaria li offitii fatti da lui, per distorlo da quei pensieri, et con buona ocea- sione faria sapere a Sua Altezza quel cho si sentiua qua di tal pretensione. Che egli era tanto importuno, che era stato forsa, cho Sua Altezza, che & benigna con tuiti, non lasciasse di dare ancor’ a lui sodistattione Con lettere delli 24. detio”) ch’ era ritornato da Vienna con la nominatione de re al vescouato Seoppiense nelle parti del Tureo (se ben in Ungaria), e che riferiua molte promesse di Sua Maesta, ma, che non gli haneua potuto dissuadere la sua venuta a Rema. aiutato a qual- Che in Fiume si erano trouati fra le sue robe dui sigilli, li quali si diceua, che fossero falsi, e cho per questo orano stati consegnati all’ auditore di esso nuntio da persona principale di Fiume’). Ch'era opinione, che se ne seruisse per sigillar le leitere, ch’ egli presentaua all’ arciduea in nome della prouincia di Bosna. Con lettere delli 14. di decembre (1609), che hauendo hauuto il titolo di veseouo di re Matthias, hauerebbe yoluto, che V’areiduea gli hauesse data I’entrata, ma Sua Altezza non I’haueua yoluto intendere, e con tutto questo voleua venire a Roma per la sua speditione®), Ch’esso frate é ignorante, che s’era portato molto imprudentemente con quei frati di Tersato, @ che s'imbriacaua di modo, che non sapeua vedere. Per qual capo, egli potesse pretendere quella digniti, et ch’ il suo disegno era dopd, che fosse fatto veseouo di andare a Tersato per essere spesato da quel monasterio. Con lettere 21. detto#) ch’intendeua, che quel frate era partito per Roma, e che quei sigilli falsi erano in mano di esso nuntio, eorrendo opinione, che se ne fosse ser- vito per hauere denari dall’ areiduca, sotto pretesto di far solleuare la Bosina, e che hauesse hauuto in due yolte 200 tallari, e 300 fiorini, hauendo anco espilati molti conuenti della provincia della Bosina, e Croatia per andare a Vienna & procurare quella sua nominatione, e che l’arciduca I’ hauesse comiuciato a conoscere. _ Tl nuntio di Vienna. Con lettere di Possonio dei 20. di nouembre (1609), che egli era stato preuenuto dal nuntio di Gratz, delle male qualith dell’ Andreassi, ¢ che sarebbe andato a Vienna accompagnato con lottere efficaci dell’ arciduca per ottenere la nominatione di Segna. Che pereid haueua anch’egli preuenuto il re, il quale gli haeua gradito V officio. Ch'in ogni modo haueua inteso, che per non poter resistere alle reiterate instanze di quell’ altezza, gli hauesse Sua Maesth offerta la chiesa di Seoppio in Seruia, e che pereid ill trate haueua detto a eso nuntio, che sarebbe venuto a Roma per Ja spedi- tione, sicurissimo, che Vistesso fauore dell’ arciduca, fosse per facilitarli tutto"), Ch’esso nuntio gli haueua detto, che hanerebbe trouato qua delle diffieolth non essendo S* S" solita di concedere chiese titolari a chi si sia, senza expressa necessith 12). — 328 — 2) © Gracn je nuneij mons, Jeronim Porsia, biskup Adrie U Been je mmneij I. B. Satvago, disk Tune i Sarsanc. 8) Goud, 1607. 2: 4) Vidi 0 tom i Movil, TI. p. 108. 8) Marcelius Marchesi, bisknp senjahi. juna poreporuda ga nadvojvoda papi za antivarsk nadbiskupiju itaj nuncija mons. Porsie i Craca 28. xeplembra 1600, Theiner, Mon. Slar. ©) Spomenuti biskup Salvage. 4) tj. novembra 1606. Vidi Theiner, Mon. Stao, Mer. Mer, 17, 107. 8) Od kapetana rijsékoga Stjopana delta Rovere, baji je i postnpiee treatskih fratara protio ndrasiéa, Theiner, Mon, Slav. Mer. ID. 104. 8) Vidi pismo nadrajvode Ferdinanda Parin V. 0 tom. Theiner, 0. p. 107. |. 2. prosinca 1609. 8) Nadajvoda Ferdinand ga sitja preporwtio + papi i kandinabe des Theiner, 0.¢. p. 107. 12) Vili Theiner oe. ID. 11. erijeitio nnnetja gradackoga 0 wetolignom 1.) 2 nom tajnikn Scipionu Borghese 110. God. 1611. Eenjoitay kuriji rimskej Uiskupa Sofiskoga fra Petra Satinate i visitatora apostolskoga 0 njegovom radu kav Uiskupa u Bugarekoj i Boru. Bibl. Vat, eod. Ottob, lat, 2416, f. 927. Naslov rukopica: pRelatione ile Te cose operate in semitio di Dio ot de ta Sta fore eatiolion da fra Pictro Salinate vescouo i Sofia, visitator apostolico in sei anni che manca da Roma. Essendosi il detto vescouo*) partito da Roma, e gionto a Venetia con I’ anttorith del Ordinario del luogo®), ha tenuto i saeri, et altri ordini. In Dalmatia, nella citta di Zara ha conseerato tre alt: Ne la prouineia di Bossina ha conscecrato quattro chiese in dinersi Inochi, essendo stato dimandato dal Ordinario, et da christiani catto- lie, Ha eresmato moltitudine di populi in pit Iuochi, doue non poteua venir il loro yescouo, per paura di Turchi, da i quali per il passato haueua patito non pochi mali, e danni‘), Arriuato nella sua diocese, et fermatosi nel monastero da lui fondato et Jabrieato ha atteso ad instruire ne. la vera fede, et ne le lettere, la dottrina christiana insegnd a la giouenti de li vecchi, et noui christiani, de li quali parte ha vestito frati, hauendo Y autoritt de i prouinciali di Bosna, et altri ha fatto pretti et chierici; ha consecrata la chiesa da lui fondata, et fabricata uel luogo chiamato Capilouaz. Ha quie- tuto molte, et perieolose liti fra quelli popoli. Ha louato molti abusi, ct abomineuoli usanze fra quelle genti, et ha ordinato molti lodeuoli, et salutiferi modi, et osseruanze eattolichc, Ha tenuto pil volte li sacri, et altri ordini secondo il sacro concilio di Trento, e de la santa romana chiesa. Ha eretto una chiesa nel primo casale Pauliano da lui conuertito. Ha visitato la sua diocese cresimando, et predicando la parola di Dio, del santo euangelio. Stando in Tarnouo ha eonuertito, et battezzato gran numero di detti Pauliani, et mandando li suoi sacerdoti (non potendo lui in persona andare) hanno econuertito dui casali presso Filipopoli de la sudetta natione Pauliana, a la santa fede eattolica romana chiamato I'uno Calabrouo, et l'altro Nouo Selia; et ha prouuisto li sacerdoti da Bossina, et d’altroue pit volte, perché si fermano poco, non li danno la gente il vitto loro. Ha patito molti mali, paure, perieoli de la vita, e danni di denari, pitt volte poreosse, stridori, stropiti, minaece da li Turchi, da li scismatici, e mali christiani, et massimamente dal metropolita greco scismatieo arciuescouo di Solfia, inimicissimo de la santa chiesa romana venendo ogn’ anuo da loro, volendo sottomotiere — 329 ismatico imperio, dimandandoli Je ingiuste come ‘ett seis popoli, ligandoli battendoli, menando in aiuto in compagnia doue pitt erudeli Turchi pnd trouare, biasimando le sante osser uanze del santo rito romano, eccitando li crudeli et infideli Turchi contra li popoli nostri, persuadendoli a fare danni et persecution’, Et l’anno passato era venuto un an Tureo a piglar li figliuoli di popoli ehri- imposition’ di denari. papoli cattoliet al suo le dimandare da li suoi sc atic ri mandato dal i proneipe di gia stiani, essendo I uso di tanti anni pigliarli per il seruitio suo, et del suo serraglio, onde & stato in grandissimi trauagli il sudetto vescouo di Sofia, et li poueri popoli chri- stiani, nascondendo la giouentii ne le montagne, selue, grotte, per conseruarli nella santa fede, et non perderli dandoli ne le mani de li infedeli, non senza gran perdita de la loro pouerti. Ma con Vainto di Christo benedetto per mozzo de le orationi, lnerime et sospiri de la loro pouerth non fu perdita aleuna de Je anime de li giouani attoliei. Et V'anno passato, ch’ era 1610., trouandosi il sopradetto vescouo in Chiprouaz, venne un sangiaeco con un iniquissimo giudice, accompagnato con altri prencipi et moltitudine de Turchi hauea fatto giuramento d’ uccider prima il vescouo, dopo li capi- tali christian’, li restanti cosi spauentati spogliar de loro sostanze se P omnipotent Iddio non li liberaua con la sua divina clemenza, et prouidenza, risguardando alle orationi ct lacrime d’ quelli popoli cattolici, acecandoli il popolo con doni et spese de la pouert’ loro, hauendo gia li ‘Turchi comineiato appareciar li pali, ¢ la loro barbaria crudelt’. Questo in breue ho notato, perehé sarebbe troppo lungo raccontar il tutto, tra~ laseiando molte cose per breuitt. I tutto ¢ notato solo per mostrar la erudelth et asprezza de le durissime mane de infedeli, e gran patienza di quelle pecorelle di Christo. Et non invenitur modus, nec princeps christianus qui illas animas liberaret. Et se li piacerk sapere intorno di Soffia, e di Chiprouaz de i vecchi christiani, ct poppli cattolici del tito romano, in largo ct lungo sparsi per la prouincia o regno di Bulgaria se trouano circa settecento case fra la gran moltitudine di turchi et scis- matici ct altre gente infideli. Bt de Paulini parte conuertiti et parte ancora no, sono dicisette villaggi o casali, in lungo distesi di tre giornate, incomenziando dal_ setten- trionale dal fiume Danubio e la citth di Nieapoli verso meridiano insino a Filipopoli ne li quali 17 villaggi si contengono cirea 1330 case medesimamente fra la gran molti- tudine de li infideli. A tergo: Relatione di cid che il yeseouo di Soffia ha oprato nela Bossina in seruitio de la religione. 1) 1. j. fou Petar Salinate, biskup w Sofiji od 1600.—1628. 2) sc. id vescoun di Venezia, 8) Biskup bosanski bijate tada Francesko Balidevié. it. Veneeija, 22. jannara 1611. Mletacki nuncij mons, Berlingerio Gessi, tardinatu Scipionu Borghese, dréamon tajnitu pape Paola V, Papa naredio mietackome muneiju, da posalje bosanskome biskupu 100 zlatnih skuda, ito ée on postati biskupu (po loeanskin trgovcina, ito dolace w Veneiju. 15 opera degna della solita pieta et bonth di N” Sig”, la limosina delli cento seudi d’oro con che si compiace souuenire monsignor vescouo di Bosna"), il quale per je di quei paesi, credo, che sin degno di tale aiuto, et dour’ anco 2 trouarsi nelle mis — 330 — maggiormente cereare di moritarlo la benigniti di Sua Beatitudine, Ho riceuuto l'ordine da danari, © cerchi de’ mereanti di qnei paesi mi habia da riuseire sicura; et similmente yedrd, che habia buon ricapito 1a lettera diretta ad eso vescouo inuiatami da V"* Sigh Te, mons. tesoriero per riscuotere qui ct rimetiere in mano del veseouo sudetio i detti > d’effettuarlo quanto prima, et di vedere, che Ia rimessa per via ) Ondje nam se samo ot sebe nadaje pitanje, hajemu je to Viekuyn Moeanskome papa dusan potpor, i spomenici navoile tamo od god. 1004. sedixwacancn, a drugi ram pace w isto wrijeme ja? Spome- jer nam neki. histori ghely.ja, a kasnije i Tom Belasfy nacode tri biskupa bosanska: Ludovika Ujlakija, Franju B nicima, Ko navode sedisvakaninn stotien dosanskoga diskupa od 1604. dalje, ne portajemo nikakore vazuosti Jjer ne odgovaraju istint, bududi imademo siguenih dritiénil izvora, da jew to dobe fivio i prijainjih nam ‘spomenika posnati Biskup bosaneki Francesko di Steffani ili Baligeoid, haji je biskupovac u Lomi od 158: do 2 febrnara god. 1615., te da je na taj dan urro w Fajniei i vakopan u ondjesnjoj samostanskoj ert femegin ollara Annnnciationis i av. Franje. (Farlati, Tyr. sacr. IV. p. 78.) No a ostala tri biakupa, to se spominju isho doba + Franceskon Baliceviéem imademo kritickih dokumenata, da su nositi naslov bosanskoga Liskupa. Ovo ne porigemo, ali terdimo wnah, da su ae ti spomenuti Livkwpi zadovoljiti samo a naslovom, keji im je podijelio kratj, posioljusi se na pravo, ito om ga pape Silvester IL. i Urban I. dali ugarakim kralje vima, Neki oi ovih naimenovanih bosanskih Biskupa, ako au biti kanonied kojega boljega Raptola, itt ako su bili na earskom avorn u kakownj sluchi, rijesu ni pomistiali na Bosnr, nego au bili zadovdljni, kako veli Gerri ue svom iznjeitajn ma payu Trocenta XE, ycon mado titolo, 2 senza eurarsi punto delle loro diocesi*, (Bibl Casanat, mss, 2670, p. 33), « primjer 24 ov0 navodim iu ovim spomenicima sa samin Belasfy-jem, koji uca ame to, Sto je imenvoan diskupom bosanskin, trax od pape dozvolu, da ostane kanonik w Cjurn. Sve to potorgjnie nam, da je bosanski biskup, koji dobina od pape potporw, Franccslo Laliéceié, hojega lralj nije predlotio, pa zato on nz njega imensije i daje naslove boranskoga biskupa drugina po milaj wlji. 112. Yonecija, 26. januara 1611. Mletaiki nuncij mons, Berlingerio Cessi, papi Pectu V. Jaslja papi da je obavio kanmaki proces s novoizabranim biskupom koréulanskim Teodorom Deo’), akte o tom aalje u Rim. Vat, ark. Nunz. di Venezia 42, f. 22, In essecutione dell’ordine venutomi dalla Santitt Vostra di formare il processo sopra la vita e costumi et altri parti necessarie del padre Theodoro Dedo Domenicano ad effetto di mostrare I’habilit sua per la chiesa episeopale di Curzola, hd eon dili- genza essaminati alcuni testimonii informati dello stato di essa chiesa et della persona, e qualiti di lui, dal quale hd aneo hauute aleune tedi, che esso nella forma solita e profissa ha fatte fare assime con aleune seritture, che concernono I’istesse proue. Et ultimamente ho rjceuuto in mano mia la professione della santa fede, che esso nella forma solita et prefissa ha fatta, et tutte queste cose ho insieme messe nel proceso, il quale inuio alla Santita Vostra con darle insiome conto, cho Jo persone essaminate sono henorate, e degne di fede. Et oltre le loro depositioni ho anco hauuto ottima rela- lationo d’esso padre, e spero, che con la gratia del Signore Dio, e con I’ aiuto ¢ fauore di V* Bre egli riuscirh idoneo e sufficiente ad essereitare questo carieo, et che in esso si porterh a gloria della diuina maesti, et sodisfatione della Santiti Vostra ala quale ete. 2) Teodor Dedo, biskup koréulanski 161 1625. 331 113. Fojnica, 23, februara 1612. Bosanski biskup Prancesto Haligerié, mtctaskome wuncijn mons, Berlingere Gest Islaie mletachom saeneijne avaju staroet i jiziéla nemod, i molé ga, da ga preporudi papi, da dobife wrijed i Gestitoga eufragana. Vat, bibl, Cod. Barb. lat. 6872, f. 46 Ti? et R™° Sig et Patrone mio osser™, Aspetana con gran disderio hauer Ia risposta dal Ill™ et Re? cardinal Burchoso, et qualche bona nuoua [di] N~ S% et ecco che V. S. Th come quella la quale oi a ila manda, et mi seriue consulendo 1) con le sue prudente lettere, in tanta accer- Dith d’afflanno et d’infortunis mio, per le quali [mi aulvertite che tutta via, vuoi sete uiffitioso et amorewole, et pieno d’ ogni carita, ct mi assicurate etiamdio, che per I’ aue- nire, non vorete abbandonarmi, secondo I’ usanza della molta bonti vostra. Onde ch perehé vado io ogni giorno declinando et pegiorando, et consumandomi nelle mie infermit& continue, et temo che non perischa qualehe pecorella di Gestt Cristo, in queste infelicissime parti per la mia impotenza, le quale ho pasciuto con molti sudori di sangue dalla Yelice memoria di Sisto V° in sino hora. E cosi in queste nostre, signilico tutte queste cose alla S# di N S® accioché proueda a questi paesi et questi popoli, et che mi dia Ja sua santa benoditione, ct faceia di poter rimunciare, et nominare et trouare qualche persona da bene, vita et moribus et. . . prestantissimam, una o due, gli quali sarrano nel eapitolo da tutti unanimemente per spiritu santo nominati pegli sufraganci quasi nostri, se bene io sono piti morto che viuo, et che non sia defrandata la Sua S*, Puoi che sono molti et molti amibitiosi, tristi et pessimi, li quali si proeurino, et desiderino et cerchino ,quae sua sunt et non quae Jesu Christi“, come ¢ un eerto Don Simone et Don Ignatio, et molti altri. Prego dunque humilmente Y. S. Il et Re yin viseeribus charitatis Christi acid si degni agiutarme apresso il N» Sig con una calda raccomandatione, et una bona informatione, et che per le mani di V. S. dia questa facolt et come saranno unanimiter nominati, si dara V auiso del tutto, acid che Ia S# Sua fark quanto lo inspirard lo Spirito santo. In sino hora molte yolte @ stato nomi- nato da tutti ct desiderato uniuersalmente, un certo frat’ Antonio da Posega, et portan- dolo per conseienza & degno d’ ogni bene, essendo vero religioso de vita et dottrina zelante del honor di Dio, ma il detto padre rieusa, esendo un puoco seropuloso non vuole por nisun modo, VF S#* potra tonerlo in memoria, perché sarebbe vero pastores ma si fa auant’il padre prouineiale di questi padri I’ huomo molto ambitioso et pessimo, et sforza questo et quello in far sottoscritioni, di poter ascendere in questo grado; et sia come si sia, io non posso pit, et sgrauo la mia consienza et rimetto ogni cosa nollo mani di Sua S# se bene io morir) di famo cosi deerepito et infermo in letto continuamente. V, 8. mi ereda che se vedesse queste mic lachrime lei hauerebbe com- passione, et lei potri fare un benefieio perpetuo a questi popoli et a queste parti, et tun sacrifieio grato a Dio se si adoprari in fauorirmi; non la voglo pili molestar solo me gli racomando et gli bacio le mani pregandole da Dio ogni compita felicith et pro- speriti. Vale. Da Voiniza alli 24. di febraro 1612. Di V. S. Ill"* et R™* affess™> et obligm seru™ . Francesco veseouo di Bosna et visitatore apostolico. oe 832 Til et R™ Sigr, et Patrone mio Col™ Mons. Nontio della S“ de’ N° A tergi Se, Venotia. 1) U original izderano, ii4. Fojniea, 24. februara 1612. Bosanski biskip Vrancesko Ialigevié kardinaln Seipionn Borghese, dréarnom tajniku pape Parle V jn fiitkn nemoé i moli ga, da mu sx. otae imeroyie namjesnika n Diekupska slosbi i opionje mn kandidata 2a tu cast, Vat. bibl. Cod, Barb, dat. 6872, f. 47. Til"? et R™ Sigr. et Patrone mio Col™. Aspettaua con gran desiderio qualche bona noua della S* di Ne $, et ceco che V. S. Ill et R= me lo manda, come quella la quale et compatise, et di pit mi scriue consolandome ‘con le sue prudentissime lettere, per le quali cognosco che tuttauia V= $# Tl ¢ offitiosissima amoreuole et piena d’ogni carita, et me asigura etiamdio che per l’auenire non me abbandonara, secondo la bont& e V usanza sua Tddio bene- detto gli meriti, onde che, perehé io vado ogni giorno declinando, et consumandomi nelle mie infermiti continue et nella mia decrepiti, suspiro et temo che non perischa qualche pecorella di Jesu Christo in queste infelicissime parti per la mia impotenza, le quale ho pasciuto con molti sudori di sangue della felice memoria di Sisto V in sino hora. Et questo signifieo in questa nostra alla S# di Nt S* aecioche proueda a questi paesi. Prego dunque V™ S* Illm™ et R=4, prego dico humilmente con le lachrime alli oeehi, che si degni agiutarme apresso la Santita Sua, et informarla del tutto, acei che ci dia la sua santa beneditione di poter renunciare questo offitio et nominare uno o dua, gli quali sarrano da tutti questi padri unanimemente indieati per idonei, per li sufgraganei quasi nostri, se bene io sono pitt morto che vino. Pigli la protetione Im Sig™ di questi populi, et di questo negotio, et sia certo che n’hauerd grandissimo merito apresso la diuina maesta, et ne fard un sacrificio singularissimo, et beneficio perpetuo a questi paesi. Sappi ancora V* S** che sono molii ambitiosi, tristi ¢ peruers gli quali si procurano con corti mezzi et fanno corte sottoseritioni di poter entrare in questo officio, et cereano ,quae sua sunt, et non quae Jesu Christi#, fra li quali v’é un certo Don Simone da Piumbo, et Don Ignatio, ignorantissimi et peruorsissimi, ct il padre prouinciale di questi padri I’ huomo molto ambitioso, per non tocar altro. Perd desidero che ‘non sia devraudata la S* Sua, E’hen vero cho co un padre in qnesta provincia religioso molto singulare de vita ct dottrina, zelante del honor di Dio, et della salute del anime, detto frat’ Antonio da Posega, V’ quale ¢ stato nominato et desi- derato da tutti uniuersalmente per pastore, ma il detto padre, ricusa in tutti modi, perch’é un puoeo scorapoloso. V. S. Til™* lo potra tener in memoria, perehé, certo sarebbe il vero pastore, per consienza, et in questo non me distenderd. Ma si fark cosi come ci disponera la Santita Sua, et quando haueremo la mente santa sua daremo ragnaglio del tutto et pur che facia la S# Sua quanto lo inspirara lo Spirito santo, sola- mente per I’obligo mio sgrauo la consienza, et flexis genibus, la prego che proueda, et ancora me il pouero vechio infermo et infelice, non abbandoni esmentichi ’l qual non ho nesun aginto ne nisuma comodita, ne susidio. Altro non gli voglio narrare per non molestarla, lasso ogni cosa al suo indicio ct prudenza, et per fine con ogni humiltd et con Ie lachrime alli occhi gli bacio le sagre mani, pregandoli da Dio nostro signore longa et felice vita, Da Voiniza alli 24 di Yobraio 1612. Di V. S. Ill et Re af ot oblige serw” Francesco veseouo di Bosna, et visitotore apostolica A torgo = AIP Til et Re° Sigt® ot Patrone ani in Roma. Col™ i] Sig'® Cardinale Burghese 115. Fojnica, 24. februara 1612. Bosanski biskup Francesko Balicerié, papi Puclu V. jog starache nemosi dopusti icabrati « Molt popn, da mu 2 dednoga iti dea koadjutora, koji moraju biti iste marodnosti 8 njernicina, & ne inostrene, Vat, bible Cod. Barb, tat, 0872, f. 48. Beatissimo Padre. Essendo io hormai deerepito et per consequenza soggetto a diverse et continue infermita di maniera tale che non me posso pitt mouer di lette, perd per scharigo et seropulo ct signo della mia consienza, accid che non perischa qualche pecorella di Jesu Cristo per la mia impotenza le quale ho pascuito, de felice memoria di Sisto V. insino hora a meglio come ho possuto spargendo molti sudori di sangue, perch’ sono sotto~ poste di gran tirrano, in quanto al. . .3) et miei trauagli angoseie, note sono a domino Dio, et le lasso considerar alla Santita Vostra, Vengo dunque con le lagrime amarissime alli occhi, con questa mia, puoi che non posso presentemente a vostri santissimi piedi, significarli questa mia impotenza, et notificargli il rischio estremo di questi paesi et d questi populi, accid Vostra Santité proueda d’un altro pastore, che sari degno di simil peso. Per tanto humilmente flexis genibus, prego et suplico la Santita Vostra si degni per gratia sua a coneederci Ia facolth, et darei la vostra santa. beneditione (si come anco hanno fatto gli antecesori Vostri) di poter congregare capitularmente questi reue- rendi padri, et secondo il parer di tutti nominare uno o dua, pegli nostri sufraganei et coadiutori, gli quali sarebbeno zelanti del honor di Dio et della santa fede cattoliea, tolerare le persecution’ et trauagli de infideli, sustentare questi populi nella santa fede, con la vita et dottrina, perch? gli infedeli si augmentano ogni di ot poueri fideli si smintiseono, sa anco la S' Vostra benissimo, che dal altra nacione non puol nesnno exeguir questo T'offitio, chi non @ auezzo a patir quasi continuo martirio, se bene si trouano (della istessa) molti ambitiosi et tristi noti di molti errori et ignoranti, sean- dalosi et peruersi, come & un certo Don’Simone da Piumbo, et Don Ignatio Raguseo et altri, gli quali cereano quae sua sunt, et non Jesu Christi quae sunt, con certi mezzi, come intendo. Spetard dunque con grandissimo desiderio la intentione di Vostra santa mente, et puoi gli daremo noticia di tatto, accid che la S4 Vostra facia come la inspi- rari lo Spirito Santo et come gli parer’ meglio, et nuoi tutti quanti pregaremo la maesta divina per la sua longa et Telice vita, et por fine bacio li santissimi piedi, con profonda humilti alla Santith Vostra. Di Voiniza alli 24. di febraio 1612. nel regno di Bosna Argentina. Di V. S# oblige ct obed™ fig Francesco vescouo di Bosna et visitatore apostolico. A tergo = Alla Santith di Nostro Signore Paulo Quinto. 4) Eederano w originate. Bad. 6. Venecija, 7 aprila 1612. Mletacki nuneij mons, Berlingerio Gessi, kardinalu Scipionu Borghesw. Sukob mletackih vojnita s Turcima na granici Bosne, 30 Turaka palo. Vat, ark, Nunz di Venesia 42, p, 398. Si & hauuto auniso, che a Zara siano seguite rise fra gli soldati Veneti, che stanno nel presidio, ot gli Turchi, e dopp’ le rapine @’aleuni bestiami siano stati occisi intorno a 30 Turchi; ma poi git seguito il saceo, o abbruciamento d’ una villa de chri- stiani, il proueditore Canale, che si é inniato per quelle parti, hi ordine di presentare il bassi della Bossina, e di cereare, cho il tutto si quieti, com’é verisimil dera. Ma fra tanto questi Signori hanno aceresciuto il numero de soldati per difesa de’ confini. E similmente hanno accrescjuto il presidio di Palma, mandandoui, oltre al solito, intorno a 500 soldati, La causa si dice, che pensino d’ armare in Candia intorno a 10 galore. che suece- 117. Venecija, 14. aprila 1612, Mletacki nuneij mons. Berlingerio Geasi, kardinalu Scipionn Borghens, driamom. tajnitn Parla V. Pitge aaih 7uicetirialel Hades Busctkages blebeses., Eels wats Wa, Raltetor, -eDmt gi FA yen phair le ‘ovijem njegovim nevoljama. Vat. ark, Nw i Venezia 42, p 400. Hebbi V’altro hieri da mercanti della Bossina le lettere, che mando alligate di monsignor vescouo!) dirette a N* Sig", et a V™ Sig Im. E perche egli scriue anco a me intorno al desiderio, che h& per aiuto suo @’alcun suffraganeo, @ non 8), so in questa mia lettera aggiunga forsi qualche cosa di pitt di quello, che rapresenta a Sua Beatitudine et a V™ S" Ill, Pereid hd pensato mandarla, ¢ fra tanto hd aué sato esso monsignore del ricapito, cereando consolarlo, e fargli animo in queste miserie, di che si duole. °) 7. j. pisema biskupa Franceska Baliéeviéa, of 24. februara 1612,, koja su tek 1 apritu u Vencoijn atigta. * 118. Yenecija, 14, aprila 1612. Mletacki runcij mons, Berlingerio Gessi, kardinaln Scipionn. Borghest. Nastojanje mletatkoga nuncija oko nadbiskupa (Maré Antonija de Dominisa), da ne stampa djela protiv avete stolize, preilozi nuncijevi, da se 8 njime 3 dobra pokusa. Vat. ark. Num, di Venesia 42, p. 401. Hebbi notitia” da monsignor areiueseouo di Antiuari), sicome scriue a N' Sig il conte Horatio Toriani priore di Settimo, che monsignor areiuescouo di Spalato*) pensaua alla stampa d’un libro ripieno di concetti, e proposition’ contrarie alla sede apostolica et heretiche, et da altra parte mi fu poi confermato I’istesso. Onde applicai Vanimo per il rimedio a passare con lui un buon ragionamento, et ammonirlo, aspet- tando di dar conto di cid dopp’ il mio ragionamento sicome feei otto giorni sono. Se Vareiuescouo osseruera quello, che a me disse, non seguir cosa disgusto, ma io non posso gi dane sicurezza; massime professando lui pochissima sodisfattione di Roma. L’impedire in altro modo detta stampa non é facile, perché puo farla in Ger- mania, ouero anco in Venetia seeretamente fingendo altro nome, et altro Inogo della 335 stampa, Si che io non vedo il miglior modo, che rinuouare quest’ essortatione, sicom: fard inanzi la sua partita. Il coneetto del conte Horatio d’ incitarlo a seriuere dell’ autto- ritt di S. Pietro saria utile quando fusse riuscibile, ma non @ verisimile che lo faci Piu tosto io mettero in consideratione a Sua Santiti se gli paresse bene, che hanessi quelli popoli confinanti a Turchi nell’ ceasione della sua partita di qua, e con tale pretesto possono inseriro nella lettera parole che dimostrino confidenza et amore de S* Br contencrlo in officio. 2) Marin Rieti, nadbiskuy antivarski 1608.—1624 2) Mare Antonije de Dominis, nadhiskup apljetski 1602.—1615. una lettera di V* S** Ill da poter mostrare con ordine di raceomandarg! * 119. Fojnica, 15. aprila 1612. Bosanski biskup Francesko Balicevié, kardinal Scipionse Borghese, ariernom tajniks, Spominje pismo, ito ga je pisay 24. februara i moli za preporukn kod pape, da mu se yomogne kakovom nonsanom pripomoti jer se natasi w brajnjo} bijeti. Vat. bibl. Cod. Barb. Lat. 6872, j. 58. Tile et R Sig. et Patron mio Colond™. Con Voceasione di aleuni padri de minori osseruanti gli quali vano al capi- tolo generale scriuo questa perch? son priuo d’ ogni comodita, et de seritori et de portadori, et eosi piglio V oceasione secondo che viene, Alli 24. di febraio passato scrissi a V.S. Il™ 6 R™ et alla S di Nv S* la mia impotenza et estrema necessiti di queste parti maxime di Belgradi et Posega, et hora torno a rifrescare il medesimo negotio alla S# Sua et alla S"* V* Ll" cid che prouedete et latte perpetuo benelitio a queste parte, et saluate infinite anime di questi christiani veri eatolici, et me pouero veechio infermo et decrepito non abbandonate in questa mia miseria ct trauagli continui. Judichi V™ S$" come mi trouo, iudichi, senza seruitic, senza agiuto, senza susidio nesuno, et mi compatischa, la prego in visceribus charitatis Christi, et si adoperi con la St di Ne Sr acid che me agiuta et si degni a mandarmi qualche puoco di lemo- sina et agiuto in questa mia vechezza. Non ho mai hauto entrata nesuna ne benefitio, ma non me abbandonauano antecesori di S* S* montre cho poteuo trauagliar, et venir costi, et mostrar li frutti della mia fatigha. Spero in Dio, et me confido nella S® Sua, et di V. S. Im se bene adesso non posso pit far il debito mio, non per questo me lasciarete morir miseramente. Et se mi mandard qualche agiuto, per la gratia sua, potra consegnare al padre custode de minori osseruanti latore di questa che sari sicuro, puoi che @ religioso di santa vita, et di molti moriti, et se potra informare del tutto come passano le cose di queste infelicissime parti di detto padre. Non mi resta altro se non piangere come il santo profeta Jeremia et raceomandarme alla bonti et earitt sua et con le lachrime queste Ii quali mi scaturiscono hora, gli bacio le mani pregan- doli di notte longa, et felice et prospera vita. Da Voiniza nel regno di Bosna Argentina alli 16. d’ aprile 1612. Di V. S. Ill™ et R™ oblig™’ et hum™ seru’ Franceseo vescouo di Bosna, et visitatore apostolico, A tergo — All’ Til ot R. Sig” et Patr. mio oss il sig. Card. Burghese, nepote di Ne 8". + be maja 1612, Losanski biskup Brancesky Batiderie, papi Pert V Najimjeraije cakealjuje papi sa potporn, ito mu je pay preko nuncija mletacknga posta. Vat bibl, Cot. Barb, lat. 0872, fo 43 Beatissimo Padre. i Hau a mia calamita, che per le mani di monsige. nontio ¢ opere di carith che si possa fare, atteso sia pit diquello che la S! Sua possa imagi- narsi, massime hauendo patito et tribulato tanto per la santa fede cattolica, come ancora al presente, et desidero per Vauenire, in questi ultimi giorni, se bisognasse spargere il proprio sangue, la vengo a ringratiare et anco a suplieare, che per I’ auenire voglia tener memoria della mia miscria, che son certo n’ hauer’ grandissimo meritto apresso Iddio, al quale sta palese il tutto, sebene io non posso con questa mia dimo- strarlo a Sua S*, al quale prego dal fattore diuino gli habia a metter in cuore, si anco del stato che si trouano queste anime dogli fedeli cattoliei in queste parti, le quali miracolosamente si mantengono, et eon questo con humil riuerenza, prostrato A suoi santissimi piedi li prego da Dio ogni compita felicith. Da Voiniza, in Bosna, alli 4. di maggio 1612. Di Vostra Santité obed™? et hum fig! indo io rigcuuto dalla S' ‘oN0, into in que Venetia), et essendo questa una delle grandis Pranceseo, vescouo di Bosna. A tergo = Alla Santi 4) Mons, Bertingerio Gees, Uiskap of Himinija, mletatti: muncij, postao je boranskome biskupu preko dosarakih trgonaca potporn, éo ms je ducnatio papa, Nuns. di Venezia 42, f. 20. di Nostro Signore Paolo Quinto. 121. Fojnica, 6. augusta 1612. Bosanski biskup Francesho Datisenié, papt Paclu TV: aga kao i 20 duzcolu, da pradlodi kondjue Zakvaljnje papi za potporn, ato mn je poslao preko nuncija mleta tora. Upozoruje pap, da ne sasluia nekoga Don Simona i= Olova, éovjoka nevadjata, tojt ide u Rim, Pat, bibl. Cod. Barb, lat, 6872, f. 54. Beatissimo Padre, Ho ricomuto quella clemosina che V S* si é degnata di concedermi per le mani di mons. nontio di Venetia, caritt veramente incredibile per la mia estrema necesita, ct per ln mia deerepiti, per il che prego nostro signore Jesu Cristo, che ne dia alla Santith Vostra quei meriti ct quelle gratie maggiori che pitt desidera. Di pit flexis genibus con le lachrime alli oechi rendo a V. S quelle gratie maggiori che pit posso, perch’ si é inelinata di concedermi Ia sua santa benoditione et lieonza di poter nomi- nare qualche persona idonea, per il mio coadintore ot sufraganeo, cosi fard procedendo maturamente in cosi arduo negotio, ct fra puochi giorni lo manderemo presentialmente, alla S* V" aceid che lei facia puoi come lo inspirara lo Spirito Santo. Et certo che ne fark opera pia, et beneficio et cariti degne d’eterna memoria, puoi no sacrh eag- gione di molto profito di questi popoli et di augmento di santa fede. Interim humilissimamente suplico V" S! in viseeribus charitatis Christi, che non dia Vorechia a un certo Dom Simone da Piumbo, della mia diocesi, I'quale & homi- cida, peruersissimo, ignorantissimo di pesima vita et costumi, et di graui et onormi diffetti_conuinto da me ne mai lo ho potuto castigare, perehé si agiuta eon li m certi fauori et Roma, et zi potenti, ct con varie falsitadi ot inganni, ct seriture mendicat certe cose ct gratie, dando intender cose impo di Turehi. Et ancora sopra il tuito & ardito a yenir me et pre bu proe per lu verita, ct ¢ contra. Per la qual cosa, exclamo et proclamo et pi come un altro Jeremia, Beat™ Padre, so io cosa é in angmento di questi paesi et di pile per possibile, ro et suspiro cinque ehiese, so anco cosa ¢ in detrimento, so cosa ¢ in profito, et cosa ¢ in destr tio Da Sisto catoliea, essendo in questo offitio ho sparso molti sudori di martirio, affatigaindome, et eosi fard sino alla morte, siratageme, persone pernerse mi pare cosa dura. Prego dunque humilissimamente la S# Vr" che stia adusrtita acioche non ricscha infine qualche danno et ruina notabile di questi popoli ct quelli signori Ii quali lo hanno fanorito, renderano stretissimo conto alla diuina maesti non sapendo chi egli ¢ né done nd come & nato, Non dico altro, se non suplico nostro sigr. Jesu Cristo, di cui la S# V vieario, che gli dia lunga et felice vita, ot infino humilissimamento baciando li piedi santissimi le chiedo Ja sua santa beneditione. Da Voiniza nel regno di Bosna alli 6 d’agusto nel 1612. Di V= S* humil™’ et obed™* fig’? ’. di felice memoria, insino hora ho seruito fidelmente alla santa chiesa zi ho patito angue, ct al ultimo che mi fanno queste Francesco, veseouo di Bosna, A tergo = Alla Santith di Nostro Signore Paulo Quinto. * 122. Fojnica 6. augusta 1612. Bosanski viskup Hrancesko Baliéeoié, kardinalu deiaonom tajnilee Sciyionn Borghese. Fahealjuje na dara, ito me ge je priya postao, kao ima dosoati da pretest éorjoka wrijedna 2a koadjatora, Upozornje baurdinala na Don Simona iz Olova, koji je p Vat, bibl, Cod. Barb. lat. 6872, j Til et R. Ho riceuuto quella elemosina di cento scudi con una vostra per le mani di mon- sigr. nontio di Venetia alli 29. di luglio, ne rendo a V. S. Il et Re* quelle gratie maggiori che pit posso et prego nostro signore Jesu Cristo, cho le renda merito et la conserui ¢t feliciti conforme al suo desiderio, puoi che & stata una opera piisima et carit inenarrabile per la estrema necessith che me ritrouo, et per la mia deerepita. Resto con obligo di pregare sempre Iddio per V. S. Il™* et come sempre lo pregato, puoi che non mi é concesso di poterla ricognoscere con altro. Cirea poi del negotio di coadiutore ouero sufraganeo nostro, ho inteso quanto mi seriuete et cosi dico, che rimeto nelle mani della S# di N* Sig™ et di V™ Sig" Illm* et Rm ogni cosa, fatte secondo che ne inspirarh lo Spirito Santo, beneficio perpetuo a queste parti, degno di eterna memoria, E dopo che la S# di N» Sigt* si é inelinata con la paterna benignita et pictd, di concedere facolta, ¢ darmi la sua santa beneditione, di poter nominare soggetto jidoneo et persona habile, et degna, cosi fard, eon consenso di tutti, et si mandar’ quanto prima, presentialmente da V"* S* [ll"* perch? non ho altro mezzo, ne rimedio, di poter tratare questo negotio, Fra tanto humilmente prego et suplico V* Sig" Il in visceribus charitatis Oristi, che stin aduertita, et che non dia V orechia, a quelli li gt ot Prone mio Col™, non riesha in fine, i# acid eh quali cereano quae sna sunt et non quae Jesu Cri perpetua ruina di queste parti, et di questi popoli in sino hora fidelissimamente ho seruito alla santa Dalla felice memoria di Sisto chiesa romana spargendo molti sudori di sangue, anzi supportando continuo martirio, doppo come sono in questo V officio, et so il bisogno del paese, so quello che se puol fare, et doue ce di bisogno, et doue non ee. Questo seriuo con le lachrime, puoi che mi V Sigt®* Ill soriue che sono molti proposti, ct di pitt sento, che molti sono Ii quali cereano defraudare 1a santa mente di N° Sig" con certe stratageme, et fra Ti altri v’é un certo Don Simone da Piumbo, ignorantissimo, peruersissimo et pessima vita, homieida, conuinto da me di enormi peceati ne mai m’ 6 bastato V animo di casti- garlo, perché si agintana con li Turchi, ct sempre @ visuto al suo modo, et inteudo che anco lui § in Roma o vero & stato, di procorar non so che; né con che fauori ne mezai alli quali é dato intender mille bugie: 0 Dio bono, 0 Dio bono. Ile Sig** non posso che simili persone danno intender cose se non piangere, et exclamare insino al cielo, imposibile per le posibile, non Ja voglio pitt tediare, solo me gli humilmente racomando in questo negotio ot per fine con ogni somissione bacio le mani ct Je sagre vesti a Ve Sig T= et Re, Da Voiniza nel regno di Bosna alli 6 @ agosto 1612. Di V. S. Il et Ro oblig™? et all™> seru® Francesco, vescouo di Bosna. A tergo: Al cardinale Burghese. 123. Venoolja, 20. oktobra 1612. Metacki naneij mons, Bertingerio Gossi, kardinaln Seipiont. Borghese, Nuneij je dosnar, da je fra Dominik Andreassi olrivtien, da je ortak uskoka, te da lode Spanjoleima pre- dati Albaniju i Dubrovnik. Vat. arh. Nuns. di Venesia. 42, p. 885. Non hd mai per il passato hauuta notitia aleuna della ritentione di fra Dome- nico Andrassi sacerdote e predicatore de’ ministri osseruanti di . Francesco di Dalma- tia, ma doppo hauer riceuuto la lettera di V* Sig" Il ne hd dimandato, et appun- tato questa sera ho inteso, che il irate sudetto & stato denuntiato a questi Signori di somministrare a gli Uscoechi polnere, e di tenere mano intorno al dare de’ paesi d’ Albania in potere de’ Spagnoli, e che ultimamenti gli Ragusei scrissero qua della persona sua, © poco doppo fu fatto prigionere dal eapitano del gelfo, e posto in galera. Per trattarsi materia di stato 4a cosa é difficile, e secondo il solito di questi Signori si pud conget- turare, che non si cauert da essi risolutione buona, e ne anco si hauranno buone parole, ma io ad ogni modo esseguendo I’ ordine di N' Sig" nel primo collegio parlerd per la liberatione, e daro poi conto della risposta. # 124, Yenecija, 3. novembra 1612. Mletacki reencij mons, Berlingerio Gessi, kardinalu dréaonom tajnite Scipionu Borghese. Fopinski muncij govoria nw mictachom holegij 0 fra Dominiku Andreassij, duéd ni vijece nema wiita 0 tom. Vat, ark, Nuns, di Venecia £3, p. 594. iio ga Mlecani zasuinjise, no ni 3389 itentione ch Dalmatia di fra Domenico Andreassi de’ minori osser Hi parlato questa mattina in collegio della mesi passati in an Franceseo, che dal capitano del golfo fi posto in galera, E mene sono doluto, dimandando prouisione et ordine per la sua liberatione. Il preneipe, © gli suui hanno risposto non ne essere informati, ma che ne seriueraniy per sapere che cosa sia, potere pighiarne poi delibe- ratione. 125. Venecija, 10, novembra 1612. Mictacki nuncij Berlingorio Gexi, kardinale dréarmmm tajniku Scipione Borghese. Fes Dominik. Andreasei doveden je mletadive termine, obriolnje st, da jo Spanjoleima hotio predat Atbaniju i Dubromik. Yat. arh, Nuns, di Veneria 42, p. 508. Con V’altre mie riferii a V" Sig'* Im V ufficio, che haueuo fatto in eollegio per ira Domenico Andreassi de’ ministri osseruanti di San Francesco di Dalmatia, mostrando secondo il senso di N® Sig di sapere la ritentione sua, ma non la E poi seguito, che Vatr hieri egli fu condotto a Venetia, ¢ posto nelle carceri di questi Signori i quali in collegio 6 non sapeuano che doueua venire qua, 6 non lo volsero dire. Da gli frati del suo ordine mi @ di nuouo affermato, che se gli oppongono le cose da me seritte, cio’, che habbia trattato @’introdurre gli Spagnuoli in Albania, et anco in Ragusi, ¢ che habbia mandata poluere a gli Useoechi, et oltre essi a Turchi, To eredo ferma~ mente, che le ogni instanza, che se no faccia, ¢ poiche una volta nd ho parlato; non ne dir} altro, se non mi sara ordinato. a inu * 126. Fojnica, 24. novembra 1612. Bosanski bishup Prancesko Baliéevié, hardinalu § cipionn Bonghem, dréavnom tajniku ime slotli, da se av. atolied predlost 2a koudjutora fra Antonija iz Loéege Vat. Bibl. Cod. Barb, lat. 6872, f. 66. Driao je generalni kapitul, u hojem an se svi fratri by Til et Rm Sigt® et Patrone Col. V. S. Il et R" mi scrineua che deucuo mandar un sogetto atto per trattar costi questo mio negotio et gli reserissi et due volte significandole gli impedimenti et miei trauagli dalli Turchi ocorsi, et di pi come non trouauo ne mezzo ne altra via ne vomodita, di poterlo mandare se non quello il’ qual sarebbe elletto et nominato da tutta questa prouincia, idoneo et habbile d’ aflatigeharsi nella vigna dal signore. Et hora Ilim> et R»° signore ho fatto congregare capitularmente tutti questi reverendi padri de minori osseruanti di San Francesco, more solito, secondo I’ antica usanza di questa prouincia di Bosna, et gli ho proposto il negotio facendogli instanza et alegandogli la mia impotenza ot inhabiliti acid che fra luoro trovassero et nominassero un sogetto atto et degno, per il nostro coadiutore, acid che queste pouere I’ anime cristiane non vanno inprecipizio per Ja mia impotenza. Et cid segni per scrutinio secreto inuocato lo Spirito Santo, fu da. tutti elletto et nominato il reuerendo padre frate Antonio da Posega religioso di gran esempio, zelante dell’ augmento della nostra santa fede catoliea, Anzi mostrorono vito desiderio tutti quanti, et ogni uno in generale ct in particolare lo pregorono, et di pitt comandorono in virti di santa obedienza, che accettasse detto partito, per I’ amor di — 30 — Jesu Cristo. Suplieo dunque V, 8, TIP" suplico dieo humilissimamente con le lagehrime amarissime alli oechi, ct In progo in visceribus charitatis Christi si degni esser_pro~ tettore di queste pouere anime, et di questi infelicissimi pacsi, li quali sono prini a’ ogni bene spirituale ct temporale, ct si degni metter in consideratione questo negotio alla ‘antiti Sua, acid che questo padre presente latore sia il mio coadiutore et pastore di queste anime. Sin certa ct sicura V* St Tl et R™ che no Fark opera pia et di gran merito apresso la divina maesti ¢ degna d’ cterna memoria. Questo gli scrivo da letto piangendo, perch? non ho nesuno che me fanorirebbe ne agiutarebbe et cosi pongo tutta la mia speranza in domine Dio et in V** S* Ill et Re, alla quale humil mamente bacio le sagre vesti ot gli progo da Dio eterna felicith et prosperita. Da Voiniza nel regno di Bosna alli 24. di novembre 1612. Di V. 5. Im et R™ Humil™ et oblig™ serv Francesco, yescouo di Bosna. Et apresso di Sua Santith la progo si ricordi di me che possa viuere, AIP Ill et R Sig®et Patrone mio Col™ il Sig* eardinale Borgchese Roma. A ter T stom volumu natact ae rt ful. 57, duplibat istoga pisma: In fol. 67, Con questa poliza mando a 8. 8. LIlma un borvelino turcheseo fatto con argento fiso i soruitit et nostra deuotione. i loro, La prego humilissimamente Io voglia accetare solo per un sexo 127. Fojnica, 24. novempra 1612. Bosanski bivkuy Vrancesko Baliterié, mlctadhome mencijw mons. Berlingerij Gessiu Sanpéaje nunciju, kako se sastao hapitul + kako je icabrao jednoglusno 2a kowljutora fra Antonija & Botege, j prailog najtoplije proporwa papi i kardinale Borghosn, Vat. bibl. Cod. Barb. lat, 6872, f. 68. pa moli runcifa dae on Tim et Re Sig™ et patrone mio osser™: Hauendo io gia suplicato pitt ct pit volte la Santith di Nostro Signore a conce- dermi Ja licenza insieme con la santa benedizione di poter trouare et nominare qualche persona atta et degna per coadintore mio in questa mia ultima eth inferma et inhabile alla eura del mio vescouato, mi fu scritto dal’ il™ cardinal Borgchese e da V™ S"* lm et Rever™, che mandasse a Roma qualche soggetto, per trattar questo negotic, Io non hauendo altra persona atta, ne sogetti cosi idonoi delli quali me potria preualere, ne maneo ho eomodith di far tante spese in viaggi cosi lunghi. Ho fatto congregare eapi- tularmente quests reuerendi padri de minori ossernanti, secondo I’ antica usanza e costume di questa provincia, perché luori n’ hanno hanta cura di queste anime, doppo ch’ il Tureo & poseduto questo paese, et hanno mantenuta la santa fede catolica in sino hoggi di fra questi barbari infideli et acid che non dicessero come gli huomini di proprio capo, che io lacio questo dal mio capo, gli ho proposto auanti gli occhi Ja estrema neeesiti, ct la mia inhabilita et il perieolo di queste I’ amine cristiane, et al ultimo che fra luoro trouassero un sogetto atto et degno I’ qual’ sarebbe mio suffraganeo. Et cid segui per la gratia di Dio, per scrutinio secreto, fu nominato et elletto con tutti li yoti il reuerendo padre frat’ Antonio da Posega, religioso di gran essempio zelante dell’ augmento della santa fede nostra theologe et predicatore utilissimo, 'l qual’ & con- uertito molti infideli e schismatici alla via del signore. Anzi li comandorono in virtii di santa obedienza d’ acettar detto partito, perch’ egli & un poco serupoloso, e questo — 341 — T officio di vescouato in queste infelicissime parti é molto trauaglioso. Bt di tutto questo sucesso seriuerano a pieno lettere autentiche questi padri alla S* di Nr Sr, Habbiamo hauto assai trauagli di questo maledetto bassi, et per questo non lo habbiamo possuto mandar insino hora, si come ho seritto passati mesi a V" S** Tll=* non ei mancano trauagli m2 molestie ne auanie di questi inimici. Suplico dunque humilissimamente V= §"* Ill suplico dico in visceribus charitatis Cristi si degni con solita vostra bonti fauorirei et aiutarei apresso la Santitk di Ne S* et apresso dell’ Il™° eardinale Borghese Yacendo un caldo V officio una opera pia e degna d’ eterna memoria mandandole queste ineluse, Non habbiamo prencipi ne protettori ne altri fauoritori se non le persone cosi amoreuole ¢ benigne come Ja V* S*% Illm et essendo questo negotio difficilissimo di poterlo ridur al fine, senza debiti mezai non so doue apogiarme se non alla caritt vostra, Questo gli seriuo con Je amarissime lagchrime, perch? vedo ehe queste pouere anime, ne vanno ogni giorno di mal in peggio et ne vanno in precipita per le varie scisme, heresie et insidie d’ infedeli, mentre che poteuo le manteneuo exortando predicando, prouedendo del sacerdoti predicatori; adesso non posso pit, et non ce nesuno che si cura di questi puochi preti che sono. Ogn’ uno viue al suo modo, tutti mi sono ribe- lati c di frati non dieo altro di maniera che mi trouo molto alflitto, ¢ disconsolate, per questo ricoro alla carith yostre, che me agiutate, eredetemi che m’ hauerete gran meritto i. Non mi resta altro se non bumilissimamente baciandoli le , et che me la apresso la diuina macs! mani, gli prego da Dio nostro signore. perpetua prosperiti et fel ti ad maior. : Da Voiniza nel regno di Bosna — alli 24. di nouembre 1612. D. V. S. Ill™ et R™ aff et oblig® come fratello et seruitore Francesco, ve souodi Bosna, A tergo = AlV [11 ot R®° Sig® ct Patrone mio Col il monsig® (nontio) della S* di Ne $e Paulo Quinto in Venet 128. Fojnica, 26. novembra 1612. Boswnski biskup Francesko Baliteoié, papi Pastu V. Julia papi 0 ishoru fra’ Antonija iz Puéege 20 enga koadjutora i moti ga, da taj thor potonli Vat. Bilt, Chit. Barb. tat, 6872, f. 06. Beatissimo Padre. Hauendo gid pitt volte esposto ¢ notificato humilmente alla S* V" il pericolo et la rnina di queste anime catoliche per le lettere (non potendo presentialmente) et hanendo ancora suplicato la S* Va coneedermi Ja beneditione et licenza di poter nominare qualche persona atta ot degna per I’offitio di coadiutore mio in questa mia ultima ett inferma et inhabile alla cura del mio vescouato, per sgrauar la conseienza mia; et mi fu seritto in nome della S* V dall’ill™ et rev cardinale Borghese, acid mandasse qualche sogetto atto di tratar questo negotio costi. To B= Padre non ho potuto trouar nesuno, per che son priuo d’ ogni bene, né ho comoditi di poter fare tante spese in viaggi tanto lunghi ct trauagliosi et percid ho fatto congrogare eapitularmente more solito questi reuerendi padri dei minori osseruanti di San Francesco, et gli ho fatto instanza, che fra luoro trouassero un sogetto indoneo per questo I’ offitio secondo I’ antivo costume di questa provincia, ct cid segni per serutinio secreto, inuocato lo Spirita Santo, fu proposto nominato et elletto con tutti li voti et consenso d’ ogni uno il rene- B42 rendo frat’ Antonio da Poscga, religioso di gran santita, zelante dell’ angmento della mo, ‘I qual’ é conuertito molti infideli Yede catolicha. Anzi mostrorono desiderio yiuo in generale che si contentasse nostra santa fede, theologo et predicatore utilis alla sani santa obedienz: Vostra per le lettere antentiche sotto seritte da tutta In prouincia, Suplieo dunque humilissimamente flexis genibus, con le amarissime lagchrime alli ocehi si degni inchinare alle iuste nostre petition et confir- mare la sudetta nominatione et ellectione come legalmente Tatta et anco in persona molto necessaria in questo parti, per questi infellicissimi popoli. Sia certa et sicura la S$" Ve, che ne fara opera molto grata alla diuina maesti, et degna @’ eterna memoria, et di gran merito. Facei dunque Beat” Padre quanto la inspirara lo Spirita Santo, et jo la riceuerd a singularissima gratia della S# Vostra, alla quale baciando i santissimi piedi prego il signor Tddio che lungamente la eonserui. dacectar detto partito et di pitt gli comandorono in yirtit di come anco signifiearano questi reverendi padri alla Santith Da Voiniza, nel regno di Bosna, alli 26. di novembre 1612. Di Vostra Santita humil™ et obedient™ fig” Francesco, vescouo di Bosna. A tergo = Alla Santitt di nostro Signore Paulo Quinto. 129, Fojnica, 10, novembra 1613, Bosanski viskuy Francesko Baliéesis, papi Paolu V. Zahvaljuje papi w ime avoje i éitave provincije, sto je postutao njihove molbe 4 podigao na biskepku east po anjima predlotenoga fra Antonija is Posege. Vat, bibl, Cod, Barb, lat. 6872, 7. 67, Beatissimo Padre. Dopd il riuerente bacio deli suoi sacrati piedi, lodo il signore per la somma bonti, et cristiana carita, che si é dimostrata nella Santita Sua in non hauer giettato da banda la mia, ct quella della prouincia nostra humile, et questi populi utile suppli- catione, hauendone promosso alla pettione di tutti al grado del vescouato il molto reue- rendo padre frat’ Antonio da Posega, qual, come noi!’ habbiamo chiesto per puro honor di Iddio et salute delle anime cristine; che in grandissimo numero sono sparse per queste prouintie. Speriamo sari di miseri paesi, e miseri talmente, che ¢ impossibile a dire, maneando di giorno in giorno il numero di quelle per li strani agraui et opressioni dalli Turchi. Per tanto B™ P?* id con esso lui ot tutta questa prouintia con tutto il popolo per debito della consienya, si proferiamo di pregar caldamente nostro signore la feliciti Iuongo tempo a sua gioria, @ nostro duplicato benefitio. grandissimo giduamento a ques Die Huoinizza li 10. di novembre 1613. Di Vr Beat" humilissimo, et ubedientissimo figliolo Francesco, vescouo di Bosna. A tergo= Alla Santita di Nostro Signore Paulo Quinto. * | — 348 130. Fojuica, 10, novembra 1613. Kosanski biskup Francesko Balidevié, Lardinatn driacnom tajniku Seipionn Borghese incijon, slo je papa imenovao fra Antonija i Posege, biskupon ‘Skavedonekin), Vat, bibl. Cod, Barb, lat. 6 Zahoalan je karidinala 4a ejjelom seajoon p TI et R? Sig™ mio sempre osser™- La sua gratissima delli 13. di luglio ho rieeuuto alli 8. di decembre®) in risposta della quale dieo che I’ efletto del santo oprar si & dimostrato grandissimo in V. S. Ill ct R™ hauendo operato ultra quam eredi potest, veramente per gloria a’ Tddio, et con- descendenza alla mia, et di questa prouintia pettitione in hauer fauorito il molto reve- rendo padre frat’ Antonio a Posega, hora veseouo di Scardona promosso da Sua Santit ct in sommo agiutato dalla Sig" V* M™ et R», et eredo per certo, che, come noi per V honor di Dio e salute di questi populi V hubbiamo desiderato, V istesso habbi inspirato lei ad agiutarlo, ct fauorirlo presso Sua Beatitudine. Si che non potendo altro per debito di conseienza, et per molti oblighi tanto grandi che I’ habbiamo io con Ini, ot questa nostra prouintia si oblighiamo di pregar nostro signore a fine, che,la feliciti lungo tempo a sua gloria, et nostro refugio, che unico intendemo hauer in cotesta santa citth della corte romana, Di Huoinizza li 10 di novembre nel 1613. Di V.S. Il et R™¢ Devotissimo seruitore Francesco, vescouo di Bosna, A tergo = All Tl et R"° Sigé mio osser™ il sig' cardinale Burghese Roma. 4) Biskupija Skardonska je 1 to doba apaions » Liskupijom Beogradskom, pa je fra Antonije iz Poiege debi, aston diskupa Skardonskoga do snarti Franceska Balitcida; a poslie njeqoce sineti god. 1616, poatao Je njegoo nasljednik na. stolici diskupa bosanskih. Ova piema diskupa Franceska Bolideviée rijelanaju sou on Hibs, Ho ju je einio inede sasltnt Gami'n Series apivcoporion: eclerias’callclicas! weal) Komtenthae Iupe od 1587.—1031. (Vidi o.e, p. 809). Kako su oni neki biskupi doili w Gamsovo dielo rijeliti amo na drugom mjesix ovih spomenika. 2) Jamaéno w got. 1612. 131. Venceija, 13. februara 1616, Mlctacki nuncij mons, Berlingerio Gessi, kardinalu driaoom tajnikw Seipionn Borghese, Biskup Makarski w Romi moli, da prigodom kricme ne noti mitee ¢ pastorala, jer bi ga Turei xbog toga moglé biti ils zarobiti, Nuns. di Venezia 49, B, p. 46, Til» ct Rey signor, mio patrone colendissimo. ‘Mi ba scritto mons. rate Bartolomeo Cacisehi*) vescono Maecariense nella Bosna, che nell’ exsercitare il sacramento della cresima non puo adoprare la mitra et pastorale se non con euidente pericolo, éhe li Turehi eid vedendo Jo occidino, a faceino sehiauo, et che perd desidera, che io gliene mandi di qua Ia dispensa, 8 non potendo farlo, gliela procuri da Nv Sigt® a fine che possa lasciare detta mitra et pastorale et sicura~ mente essereitare quel santo sacramento. To gli hd risposto, che del tutto dard conto a Sua Beatitudine por auuisarlo poi di quanto mi sar imposto. Si come fard quando B44 sapro quello che sia mente di S*S*, ehe io gli seriua. Et a V" Sig" [1m baeio humi- lissimamente le mani. Di V™ Sig Tim et Rev, Di Venezia li 13. febbraro 1616. ho lissimo ot obligatissimo seruitore Berlingerio, veseouo di Rimini 1) Bartolome} Kacié, biskup makarali od god. 1015,—1645, 132. God, 1618, vara Belash'), isabransi viskep vorrei, moti prpu, dle sloboidno ortane i nsidalje kao ienbrant biekup dosanski Austoson i kanonitom Gjurske isknpije. Piemo je uprarlieno kavdinata Seipionn Borghexe, driasnom tajuilu Pasta V. Vat. ark. Borgh. TH. 47 a p. 10. Mllusirissime et Reverendissime Domine, Domine et Patrone gratiosissime. Ad informationem domini archiepiseopi Strigoniensis, et ob causas ab illo ante annum allatas, interposita Ilustrissimae Celsitudinis Vestrae authoritate sanctissimi domini nostri breue apostolicum indulsit, quo gratiose dispensat, et decernit, ut una cum pre- positura eollegi: a die adeptae ejusdem praepositurae, possidere possim. Quid et in quantum sedis apostolicae vilipendium et derogamen, dominus Jauriensis egerit, ex annexa his ad m supplication mea, Tlustrisma et Reverendissima Celsi- tudo Vestra intelliget. Etiam reuorendissimus dominus Alexander Vasolius Suae Sancti- talis camerarius, et de persona et de rebus meis Ill™"™ Celsitudinem Vestram abunde poterit informare. Supplico quam humillime Illustrissimam Celsitudinem Vestram dignetur inceptam in me benignitatem suam, et iam antea interpositam pro me authoritatem suam noua interpositione apud Sanctissimum Dominum Nostrum continuare et efficere, ut illu- strissimo domino nuntio apostolico Sua Sanctitas serio demandet, ut me in possessione dictorum custodiatus et canonicatus manuteneat, et si quid quispiam contra me habeat juris ordine postea reuideatur. Alias si domino Jauriensi et in mea beneficia intrusis hace inpune licebit contra broue apostolicum faccre, pessimo hoc exemplo, fient in posterum maiora et graviora sedis apostolieae praciudicia. Quam gratiam Illustrissimae Celsitucinis Vestrae perpetuis obsequiis et orationibus, omni conatu contendam prome- reri, Deus Il Celsitudinem Vestram optime et diutissime florentissimam tueatur et conseruet. Quod rei caput est, ct quod prius perseribendum erat, eum bona gratia Tl Colsitudinis Vestrae addo, brene apostolicum fauore et gratia Ilustrissimae Celsi- tudinis Vestrae obtentum, motu proprio factum esse, et in uiolentos contrauenientes iure animadverti debere, sed cum causae beneficiales ex facultatibus illustrissimi domini nuneij apostolici sint exclisae, idem dominus nuntius huic causae ueritus est se immiscere. Hine quam hummillime supplico Hlustrissime Celsitudo Vestra, dignetur, sieut antea breue mihi gratiose impetrauit, ita modo quoque benigne cfficere, ut Sanctissimus Dominus Noster, totam hane causam illustrissimo domino nuntio revi- dendam comittat, ita ut ante reuisionem et decisionem litis in possessione dictorum custodiatus et canonicatus meorum, quos iam a decennio possedi, contra violentos me manuteneat. 2 Posoniensi, custodiatum ct canonicatum Jauriensem ed quinquenium sanctissimum dominum nostr — 345 — Pracsertim quia Sanctissimus Dominus Noster breue mihi datum, etiam breue alind ad dictum dominum Jauriensem, et aliud ad capitulam dedit, quibus me utrique diligenter ad consequendum finem meam commendauit, et licet capitulum jauriense libentissime obediuisset, ct restitit niolenter intrusori installationi, quam differendam petebat capitulum, refragante tamen, ct sedem apostolieam parum obseruante, uoluntate et litteris domini colocensis factum est, ut intrusi contra omnem juris ordinem installa rentur. Tterum me ad omnia humillima obsequia Mustrim offerendo. Quam Deus dictim felicitet, et exaltet. Ilustrimae et Reverendissime Celsitudinis Vestrae 1 Celsitudinae Vestrae demisse humillimus et obligatissimus servus et eapellanus Thomas Bala fi, lectus episeopus Boszniensis No nalegjici ovoga pina napisano: Li illustrissimo cardinale padrone:) ra quale ne sara parlato. .ccomanda i] negotio a monsignore datario al Ujedno je mapisan odgovor papin drugom rukom : Sua Santith hi fatto seriuere a mons. nuntio, che risiede appresso I imperatore, che cognosca questa causa, e presenteria di giustitia conserti~e-mantenga il yescouo Bosnense nel suo possesso, della custodia et canonicato Jaurie: 1) Toma Balasfi postao je god. 1621. biskupom Vackim, no vet god, 102: 2) Karidinal Borghese dravni tajnik, je wea, * 133, God. 1620. Omoon hriédanskih urotnika Srlije, Borne, Hereegovine, Cone Gore i Albanije, kako de » pomoéu spanjol- skoga kralja i pape osloboditi Srbiju, Bomu, Hercegovint, Albanij i oxtali balkanski poluotok od Turaka, te kako ée Turke izagnati ie Europe i unistiti th w Azij Oro} omnovi dodana su imena wrdinika, sto se skupite u Beograste na I, novenbra 1620, d csnovi dogovore, @ pot iclikoma da ée platiti entiann danak, Mos, Bibl, Casanatense u imu Miscall, 4112, 7. 17. te 0 tof Alquanti Sig" altro tanto cattoliei quanto zelantissimi del seruitio di Dio, o della essaltatione della sua vera santissima fede dopo lungo © ben maturo pensiero dis- corso con Ja loro potentissima unione e congiura hanno determinato, cosi piacendo a sua diuina maestd de liberare della tirannia turchesca un infinito numero di christiani, ct insieme anichilare in tutto iniqua et peruersa setta Maumetana, con fare impera- tore ln cattoliea maest del re di Spagna; della pit bella parte del mondo di terra santa con molta vergogna del christianesimo sino al giorno d’ hoggi coneulata et auolita da barbari ciechi nella sceleragine, ¢ nemica della loro propria salute, girando della santith del sommo pontefice, e della sudetta Cattolica Maesta, venghino agiutati a metter in essecutione cosi heroiea, @ tanta santa deliberatione con lo quale agiuto sari per riuseire cosi grande © segnalata impresa con quella facilita, che chiaramente si potra conoscere del proposito © discorsi sequenti. Li sopradetti Sig", li nomi quali s’ esprimeranno quando, ct a chi sara necessario?) hanno dato, ¢ danno carico di trattare ¢ negotiare !’impresa con Sua Santita e Maesta predetia, e con ogni altro con chi sari necessario a Gabriele di Nouogosti, fratello carnale di Gardan vaiuoda®) caualiere principale dello areiducato di Areegouina e delli congiunti, a fra Pietro Thomasso, fratello del conte Thomasso di Vergorae del regno a — 346 — di Bosna prineipalissimo signore, et uno delli congiurati, et al eapitano Giouanne Renes gentilhuomo Albanese principale, il quale quelli Signori conoseano di valore e Tedeltis ineorrota, e che tiene la notitia e prattica delli pacsi e regni di la alli quali S* Santith e Cattolica Maesti restaranno seruite sentire e dare piena fede a quello diranno in voce, ig hausranno pontualmente li rinseontri por poterli dare piena et indubitata eredenza. De prima, che s’ hauer da fare la sollena- tione, quelli Sig espediranno ambaseiatori al Gran Tw generale, che in lor lingua si chiama Cul. Detti Sig" si obligano a tntte le spese ¢ consignarle in sua guardia mille soldati delli quali sari capo uno delli Sig" congiurati Questo comessario concede senza dificult il Tureo ad ogni inehiesta de popoli. Il detto comessario residera in Belgrado, eitth nel regno di Bosna sopra il Danubio, come quella che confina col regno di Seruia con Ungaria con le 8 prouintie: Bussia*) Possauia*) e Podrauia®), Qui a da venire il bascia di Bosna, et tutti li ministri e gouer- natori di quei regni © prouintie a dar conto della loro administratione. Tui detti Sig mandaranno il Milos vaiuoda®) con 6 mila homini del regno di Seruia, 12 mila di Passauia e Podrauia, li quali alogiaranno nelli uoghi fuora della citth sotto protesto d’andare ad esclamare per giustitia, et il simile faranno li Turehi con allogiare nolli borgi, solo li capi hanno da stare dentro della itt’ con loro seruidori. Li mille homini di dentro, che saranno alla guardia del comessario, haueranno inteligenza con quelli di fuora, che in un medesimo tempo a mezza notte amazzsiranno li capi, e si impadroniseano della porta della cits con fare entrare quelli di fuora con mandare a filo di spada tutti li Turchi: tanto gli habitanti nelli borgi, quanto gli altri nella citth, delli quali si faranno padroni. Et di quel passo tanto importante che al Turco non potra venire seorso aleuno di Ungaria, ne d’altroue per essere I’ altri passi confinanti tutti delli eongiurati, La istessa notte si fara la soprapresa di Mustar’) nella boeca del porto di Nerenta, per il conte Thomaso di Vergouaz, con 6 mila homini quali confinano con la citti sudetta di Mustar. Tl che suecederd con facilitt perch’ in detta citth non stano pit che duccento Turchi di guardia, e non guardano la muraglia la quale con scalate si prender& senza impedimento. Si fara nel medesimo tempo la presa di Castelnouo nella bocea di Cattaro nel areidueato d’ Arcegouina, per il conte Seculo di Nouogosti, con einque mila homini Tl che succedenza con Ja gih detta facilth non essendo la cittt guardata se no dalla parte del mare. L’istessa notte si far l’impresa de Scutari nel regno di Albania in questo modo. Bolea*) terra di 2 mila fuochi in cirea la quale é distante da Seuttari cirea da tre miglia, © obligata ogni anno col altre terre conuicine nel mese di settembre portare eon caualli da mille salme di grano a Scuttari per sostentamento della citth, Quella terra di Bolea con le altre terre conuecine potranno in una notte mandare da quatro- cento caualli con detto grano poco pit 0 meno; con ogni salma andari uno homo armato con arme del paese, che sono archi e spade e partigiane, ¢ simili che non le venghino impedite. Questi entraranno in Scuttari il giorno determinato verso la sera, et dormiranno la notte nella citi, La matina per tempo detti homini mentre si aprith la porta per uscire a man salua amazzaranno le guardic, che non sono pit di vinti, 0 vinticinque Turchi, che stanno con poca vigilanza, et impadroniti si della porta si fark un segno et in serittura, che dalli medesimi mi co. che li mandi un comessario eee con fuoco, che potra essere veduto da Bolea, et delle altre terre conuecine gid dette, doue la notte istessa saranno coneorsi doi mila soldati armati delle montagne del Duca-Tini®) congiurati eon arcabugi, et ogni iue con loro e tengono veduto li due mila soldati, andranno a Seutari e senza Itre armi di guerra ofens pi di valore qua dificulta ne morti di christian’ si prendori Scutari perche nel tempo che star ad iuare il socorso quelli impadroniti della porta si potranno con ogni facilti defendersi con offesa del presidio i] quale non sol essere per ordinario pitr di cento cinquanta Turchi, Et tanto pit facilmente si mantencremo, perché li dui mila soldati la notte istessa se aueeineranno a Scutari et in veder il segno del Tuoco saranno incontinente al soceorso. La notte medesima si piglirano Croia in Albania lontano da Seutari quattro giornate in circa, per mano di Joga Arabi con tre mila soldati, che suecederd con lo facil’ auenimento come che per un terramotto anni sono tre™), se ne caduto in terra un pezzo di moraglia da passi dicci per doue se entrar senza nissuno impedimento, con facilt per non essere Uroia guardata da presidio aleuno se non da certi pochi per serraro et aprire le porte con stare male armati e disquitatissimi. Duca-Tini © Piperi e Clementi sono tre prouintie nel regno di Albania superiore, quali confinano col regno di Macedonia di Seruia et con I’ arciducato de Arcigouina, quali prouintie sono montagne aspre con ameno valli frutifieate nel mezzo. Gli abitanti delle sodette montagne, che sono atti all’ armi potranno essere da quattordici_mila combattenti. Restono dette prouintie lontane del mare Adriatico da trenta miglia. Nel lito della detta marina é situata una terra che si chiama Renes la quale & di detta famiglia Renes, del capitano Giouanni, che tratta questo negotio. Gli habitatori delle dette montagne sono liberi, ¢ non pagano tributo a nissuno, e sono congiurati. Lontano della detta terra di Renes dui miglin ¢ un porto naturale, che si chiama di San Giouanni di Medoua. In detto porto il quale é solitario e senza altra terra ne habitatore al intorno, haueremo con doi galeoni a venir tutte le arme che hanno da seruire per la impresa che saranno Ia quantith infraseritta 40° mila moschetti con loro fornimenti dodeci mila perehe con loro corsaletti. Dodeci mila altri corsaletti per armare 12 mila caualli. Vintiquatro mila terzarole per armare detti soldati a cauallo a due per soldato. Sei mila areabuci, per armare 6 mila altri caualli arcabusieri, che tutte saranno ein quanta cinque mila persone per armare*), Arriuati li galeoni al porto con dette armi Je quali doueranno essere molto bene accomodati, et inchiodati ¢ legati nelle loro casse con diligenza, veneranno imediante della montagna gid deta tanti caualli quanto sari necessario por lonare dette arme nelle montagne sotto pretesto di andare in detto porto di Medua a earieare sale come fanno piu volte. Et in essere li eaualli nel porto si seariearanno le armi da galeoni e nel medesimo tempo si caricaranno sopra li caualli, che faranno il viaggio loro di notte tanto nell’ andare a caricare le armi, quanto al ritorno; il che socceder’ senza dare a chi sia sospetto alouno. Et posto, che qualcheduno hauesse ombra di aleuna cosa poco importaria, essendo egli abitatori di dette montagnie, et quelli medessimi che andaranno a caricare le armi-delli congiurati, et di quelli che si trouaranno all’ impresa. In essere le armi dentro le montagne alla sfilata quanti homini basteranno di armarsi di dette arme insieme con gli habitatori delle dette montagne et armati se inuiaranno alla volta di Pechia®), citi lontana da dette montagne da doi giornate, et doue resiede il patriarca di Seruia, uno delli congiurati. Nella quale citth di Pechia 3 — 348 — detti d’ Albania, Macedonia ¢ se haueri da fare la massa del esereito delli Seruia, del dueato di Arcigonina, quale esereito sari di cinquanta cinque milla Tanti e 30 milla caualli. Tl detto esercito se impatroniri senza un minimo trauaglio di detti tre regni et areidueato, di Areigoui Nel medessimo tompo la Bulgaria se impadronira del detto regno con I’ agiuto che venera dal regno di Valacehia, il quale confina hauendo da passare si no il Danubio. Quel prineipe ancora all’impresa con sedici milla fanti ¢ sei milla caualli et soceorera d’ arme li Bulgari, quale esercito se impa- troniri unitamente delle montagne, che diuidono esso regno del paese di Costantinopoli, aecid da detta cittN non possi venire socorso alcuno, et ancora aceid nissuno poss andare a portare la noua al Turco della solleuatione cosi facilmente, et tenerla ad esso ‘Turco celato pit che si potrd. Lesercito git detto de Bulgari dopo impadronato del suo regno non haurh da mouersi da guardare la detta montagna sino al tanto che I’ altro esercito di sopra detti tre regni et del arcidueato de Arcigouina non si venerd & congiurare con esso, et iui ancora haura da venirei et unirsi I’ esercito di Bosna Argentina et delle tre prouintie Bassia'), Possauia e Podrauia. Questo esercito potentissimo con Ie altri, che inuiard Sua Maesti Cattoliea™), per la strada di Crauatia con un eapitano gonerale come meglio restera seruita si un rano con gli altri in Bulgaria, et impadroniti di tutti li regni, et prouintie congiunti, lassato li presidi doue sard necessario se ne andera alla volta di Costantinopoli quale citth si tiene per sicurissimo che si prenderd in meno d’ un mese per assedio, et ancora per forza, mentre in detta citth non sono fortezze che possano impedire ne ritardare il progresso di si potente forza mentre non potri venire socorso alouno al Turco da nessuna parte, Et posto si mouesse I’Asia per soccorrere al Turco oltre che non sarh tutta lV’ Asia bastante a resistere alla nostra potenza, et essercito fatto in seruitio del creatore et onipotente Dio, ot della sua santa fede il detto soccorso non potri essere a tempo, perehe non potria arriuare a Costantinopoli prima di cinque o sei mesi. Per conto della Grecia questi signori congiurati non hanno sentito bene Sidarsi per scoprirla la loro santa volonti ct intentione per respetationi, ma si tiene per indu- bitato che la Grecia ancora in vedere l’oecasione tanto opportuna di si grande solle- uatione sar& con ardente violenza in agiuto dell’ impresa essendo manifestato che la detta Grecia essere mal sodisfatta della tirannide del Tureo. Il principe di Valachia il quale s ¢ detto sari in agiuto come sopra, non haurd disegnato aleuno s¢ non di lenarsi da sogetione et tirannia del Tureo et di non pagarli tributo. A risposto delli doi castelli chiamati li Dardanelli questi Signori congiurati man- daranno in tempo opportuno 30 milla soldati per impadronirsi di essi. Vascelli cento, la Sua Maesti potri mandare V’armata di mare in agiuto della Grogia (Grecia) per impadronirsi di detti regni. Nel farsi P'impresa la Cesarea Maestd dell’imperatore co la sua forza potri impadronirsi del Ungaria come facilmente et senza aleuno periculo, et eon poco tra- uaglio mentre da parte nissuna potri esser impedimento no fattoli ostaculo. Questa impresa ancorcho la maggiore, che gid mai si sia fatth senza dubio col iauor del ciclo si eseguiri con la facilta sopradetta ¢ discritta atteso in tutti li sopra col regno di Bulgaria, git detto, non 3 — 849 shritti regni, congiurati et prouintie. Per ogni dieci Turchi vi sono cento christiani che non sono fortezze dentro la citi come in Italia che possono impedire ne anco ritardare il corso di si potenti unioni. Impadronito deli sopra detti regni ct insieme di Costantinopoli nel modo dette, quelli signori congiurati vogliono certa parola di Sua Maesti, che immediate si camini per il conquisto di terra santa, ¢ di tuta I’ Asia por la finale estirpatione della seta Maomettana come si spera con Ja gratia et fauore della santissima Triniti et inter sione della gloriosissima Vergine. Delli otto miglioni di oro, che li regni congiurati pagano ogni anno di tributo al Turco, et Y'entrate delli spahi che sono grandissime, et tutte le spoglie di oro di argento che sari infinito che si faranno nol progresso della impresa, se haueranno di riporre nella cassa reale per mantimento della guerra. Vogliano detti signori congiurati ellegersi per loro imperatore in luogo del Tureo Ja real corona di Spagna con li capitoli © stabilimento che tra essa Maesth et detti signori si faranno et per magior sicurti ¢ osseruanza della loro fede se offeriscono dare in ostagio alla Maest’ Sua li proprij figli. Quei Signori congiurati hanno ealeulato Ja spesa vi potrs andare per dette arme cho sari cirea da 700 milla delli seuti, et quelli Signori hanno dato ordine al eapitano Gionanni, che in caso che Sua Maesti mostrasse qualehe fredezza per la spesa delle dette arme, che possa il detto capitano Giouanni fare sapere a Sua Maesta che loro trouarono il modo e la maniera di fare bauere Ja detta summa di denari auanti che S. Maesti si ponga i nessuna spesa, Il detto essereito di sopradetti regni congionti prouintie et arcidueato sopradetto saranno cirea 150 milla fanti e 60 milla canalli. Nomi di quelli signori che furono presentati alla semblea che ft fatta anno 1620 alli XI. di nouembre in Seruia sotto protesto di pagar il tributo al gran Tureo. Bibl. Casanat, Miscell. 4122, f. 7. , il quale ha sotto di se 60 fra arciuescouati 1. S® Pietro: Il Patriarca ci Seru © vescouati2®), 2. Di S® Paulo: Conte Milos Supanouich, voiuoda del dueato di Lieha. 3. Di S® Andrea: Conte Mathias Banouich, voiuoda del ducato di Petronopoglie. 4, Di S* Gionanni: Conte Nicolo Palanich, voiuoda dela prouintia di Zuanico. 5. Di S® Jacomo: Conte Mathias Tomasi, voiuoda della prouintia di Polizza. 6. Di S* Filippo: Conte Lalla Drechello da Cueci. 7. Di S® Bartolomeo: Conte Mareo da Monte Negro. 8. Di S® Simone: Conte Rauzza, voinoda de Somalo. 9. Di S* ... .: Protopo Juanouich. 10. Guardiano di S® Tomaso: Conte Gini Gergi, Signore di Ducagini. 11. Di S® Matthia: Conte Tomaso, da Verceuo. 12. Di S* Mareo: Conte Andrea, da Supa inferiore. 13. Di S* Luca: Voinoda Vicecigi Clementi, 14. Di S* Josepe: Conte Voio, da Risano. (Vujo Riknjanin). 15. Di $* Stefano: Voiuoda Paulinigi di Robabilia. 16. Di S® Lorenzo: Conte Pietro Oglissine. ” 17. Di S* Giorgio: Conte Cepiseo Leeconopiglio. 18, Di S* Ambrosio: Conte Dragoie Odrezera - 350 — 19. Di S® Francesco: Conte Mirgetta cornice. 20. Di S$” Benedetto: Conte Voiuoda Veeio Ozzete. (Od Zete.) 21. Di S® Bernardo: Conte Giouani da Supa superivre . Di S® Dominio: Voiuoda Seeola Odoboehe. 23. Di S® Antonio: Conte Thomaso Otpolgorizze. (Od Podgoriae.) 24, Di S® Basilio: Conte Stipan Racencho. 1) Ovome Listorijxkom spomenite dadan je popis tik wrvtnika 8) Grdan, vojeoda hervequoadti *) Baca 8) Posavina. 9) Podravina. ©) Milof Zupanoeié, rojeota ticki. *) Mostar. *) Danainji: Botem. *) Dueagiini ) Gord. 1617. 8) Ovo je or 8) Pee. 19) Backa, koja dolasi w spomeni 18) Sa strane: Quelli che haueria a mandar Sua Macstis aariano 30 milla huominé armati. %) Ovaj patrijark spski bio bi nasljednit. Jovana peckoga, patrijarha Pajsije. Velo wradeni arpeki hisloriéar g. Jovan Tomié defi, da su Turci Jovana petkoga patrijarha bili u Carigradu ica 14. oktobra G-16ttn, « njegoo naskjednik: Lajtie') da je prekinuo svaki rat na pokrete srprkoga naroda protiv Turaka, Ovaj historijski spomenite dokazuje protiono, pace on pobija + ono mnijenje unaienoga g. historigara, yita svaki oxhiljni rad na pokretn hriséana n tureloj earcvini predaje vel prije amrti vojvode Crtana i patrijarka Jocana*. Tnena ovih wrotnika, a i ovakova nove. omova vrotnika, racliéna od dosadanjih, dopuita nam water iti, da se rad na pokretu hriéanskih naroda na Batkanskom poluotoku oxbiljno nastavljao, ta eto said ga. preucinlje brat Grdana vojvode, a urotnicina predsjeda Lajsija, nasljednit patrifarha Joana, K tome snamo is djelocanja. papa Grgura XV. i Urbana VILL, osbito omega rotonjega, da se ti pape bastinjenn politike protic Turaka nestavijalé i holiko an pritike njihove dopuitate, da a ju pomagalé, Potpuno sam. inade spora- suman » navorima g. Tomita, da je u ovo doba bilo doxte. avanturiste, koji an zhog sonjih interesa iznosith imalo dost od pape i spanjolskoga. kralja, hao Bassia i Bascia i Baccia, vaino ooo pitanje i hvatalé kupee 20 izmisljene kradjecstea*, I xa anltana Jahijn naito sam nek nika, koje éu objelodaniti megin manjim prilozima 24 porjest hrvatsku w publikacijama zagrebacke akudemije 18) Pajsija je bio vet patrijarh pecki god. 1611. Vidi Stefan Dimitrijecié Pritosi ragpravi yOdnosaji peékih patrijorha + Rusijom u XVI. eijeku", Spomenict snp. kradj. akad., XXXVILL, p. 59. 134. ‘Tri doslije nepoznata rukopisa. Ivana Jomka Marnaviéa, biskupa bosanskoga. (1631.—1639.) 1. Opis Bosne iz godine 1627. (Anonimus. Bibl. Casan, 4112, 1. 11.) 2. Kako so da aauzme Carigrad s pomoéu lige kriéanskih knezova i kako da se po tom it ‘Turci iz Evrope. God. 1697. 3. Opis tvrgiave Kliske. God. 1627. uvop. Sabirudi historijske spomenike za povjest Bosne i susjednih zemalja, namjerio sam se u Casanatenskoj biblioteci u Rima na rukopis u Miscellanea pod brojem 4112. u kojem je bilo vise historijskih spomenika, Sto se tiga Bosne i susjednih zemalja. Protitavai ih tatno, odmah izmegju ostalih moju pozornost nekud jave na sche ova tri historijska spomenika: 1. Opis Bosne sa stanovista geogralskoga i kratka historija Bosne s pozivom na izvore, opis stanoynika Busno, njihove odlilee i obiGaji, prilike Bosne u proslosti iu doba kd je pisan o i rukopis, a i prava svete Za tim u drugom dijelu ovoga rukopisa natin k stolice na Bosnu. o bi se B lagljc mogla pridobiti i zauzeti od Turaka. Rukopis ovaj ne nosi nikaki naslov, a ni ja razabrao sam, da je pisan god. 1627. U istom ovom kodeksu na str. 19. istom rukom pisan, drugi je menik takogjer bez naslova i potpisa, au njem se uw potanko raspravijai na koji nagin se imade balkanski poluotok i isti Carigrad otistiti od Turaka, i kako se sve balkanske zemlje iza toga imadu razdijeliti na razne kraljevine, u kojima bi postali kraljevima kriéanski knezovi, Hanovi kr¥danske lige s pomoéu kojih bi se ovaj pothvat izvesti imao, Jo& je u istom kodeksu istom rukom prikazana kratka historija tvrgjave kliske, a napose njezino zauzece i njezin pad u god. 1596. uz nekoliko novih podataka, na koje se ne namjerih dostije niu jednom savromenom historijskom spomeniku, premda ih iz god. 1596, i 1597. u svojoj zbirei preko stotinu imadem. K ovome dodana je na str. 23. istoga kodeksa lijepa ertica iz Bosne iz god. 1613. © turskom sudu u Sarajevu, Koja osobito lijepo karakterise zdravo narodno shvaéanje, Progitavsi ove historijsko spomenike, odmah sam bio na Gistu, da nepoznati mi joS tada autor mora biti ili rogjeni BoSnjak, ili rogjen blizu, koji je vedinu toga, sto je napisao na svoje oti vidio i Koji je onim krajevima profac. No bio sam odmah na Gsto i u tom, da pisae ovoga nije obiéni relator, nego ovjek vede znanstyene izobrazbe, upuéen u diplomaeiju i politiku kurije rimske, a i ostalih ondagnjih dverova u Evropi, pa preduzeh svakako naéi pisca ovih ovako interesantnih i vaénih historij- skih spomenika, Pomisljao sam odmah na neke nage ljude, Koji su tada u Rimu borayili, trazio sam ih uw vatikanskom arhivu i vatikanskoj biblioteei, ali posao bio u potetku jalov. Na to mi pade na um, da bi pisac ovih historijskih spomenika, ako je bio iz naSih strana, jamaéno morao biti i dlan kongregacije sv. Jeronima u Rimu, i dadch se na prougavanje spist u arhivu sv. Jeronima, koji je i onako pod mojom paskom. Nijesam dugo trazio, za as se namjerih na navlas isto pismo sa svim istim osebinama kao Sto je i ono spomenutih rakopisa u Casanatenskoj biblioteei, a i na vlastoruéni potpis: Giovanni Tomeo Marnavich, presidente (razumije se: kongregacije sv. Jeronima). Bio sam doduse odmah siguran, da sam naSao pisca gore spomenutim rukopisima, ali da sigurnost bude potpuno zajaméena, poSao sam potanko prispodabljati pisma, a zamolio sam i neke struénjake paleografe, da se izjave i oni u ovom pitanju, Sto oni rado udinige i svi se sa mnom potpuno ‘slozi8e, da gore spomenuti rukopisi u Casama- tenskoj biblioteci potiéu od iste ruke od koje i potpisi akata u arhiva sv. Jeronima, naime da ih je napisao na poznati historiéar i pisae u XVIL. vijeku Ivan Tomko Marnavié. Poblize o na’em Tomku Marnaviéu pisao je Ivan Kukuljevié u Arhiva knjiga IX., str. 242.247. Pisao je o njem u ,Radn Armin Pavit i u ,Vjesniku‘ srednjoskolskih. profesora historigar Ferdo Sisié. Tu on navodi njegov Zivotopis i njegova djela, a karakterizuje se njegov rad kao hrvatskoga knjievnika i historika, Ja donosim ovdje- tek neke priloge, koji ¢e dobro do¢i Zivotopiseu Ivana Tomka Marnaviéa. Kako je poznato, Tomko je u ,Osmancici, u dramatskoj pjesmi u 5 dina, “stampanoj kod Mascarda u Rimu godine 1651., zelio svom silom biti Bosnjak, potomak kraljevske familije, pak ga nije smetalo ni to, Sto je bio biskup bosanski, a da ne slozi gencalogiju kako je on zbilja potomak slaynih pradjedova. Bila je to manija njegova nan potpis, iz njegova. sad; ajnih sposobnosti duha iuma potpao bio. om djelu TH lije Mare a, kojoi jo i on kraj inate velikih i jeo, pak on wu syom inage dosta kritié a prema njegovoj knjizi kuo potomk odnosno Marnayicae iz Nisa, koji su bili prineipi i dinaste u Ni maogih careya i kraljeya it. d. Na¥ Kukuljevié u prije spomenutom Arhiva knjizi IX, sumnja se o istinitosti Tomkove genealogije i pridewzuje se mnijenju nekih oftroumnijih pisaca, da bi Tomko Mar mogao biti rodom iz Sibenika i to od siromasnijih rodi- telja. Za ovo ne nayodi Kukuljevié nikakovih dokwaa, nego izrig Da je bio iz Sibenika na¥ao sam i ovaj dokaz, Godina 1625. bila je jubilarna godina ili sveta godina za pape Urbana VIII. U jubilarnim godinama dolazilo je u Rim mnogo hodogasnika iz nasih strana, koji su manje vise svi stanovali u gostinjew sv. Jeronima. Na kongregaciji bratima sv. Jero- nima, kojoj je i Tomko shin na 14. aprila 1624. zakljutuje so, da ée se zhog mnozino hodogasnika, Sto u Rim iz na’ih strana dolaze, natiniti ispod hospiea nova velika konoba, a ku¢a gostinjea, Sto nosi broj 8 podignuti ée se do iste visine kako je visok i gostinjac, da bude prikladna za stanovanje, a ujedno ée se kupiti i potrebno platno, da budu hodogasnici potpuno opskrbljeni"). Na toj sjednici bratstva nije prisusivovao ‘Tomko, ali je to pitanje doslo na red i na slijedeéoj sjednici bratstva od 21. aprila 1624. na kojoj sjednici prisustvaje Tomko wz ostalih 18 Glanova. Kad se doslo na to pitanje, Tomko je predlozio, da se vunena roba kupi u Sibeniku w njegovoj domaji, jer ée se tim priStoditi treéi dio od ditavoga troska. T njemu je kongregacija povjerila, da on iz Sibonika nabavi vune za 70 skudat). Oyo jo jasan dokaz, da jo Ivan Tomko bio Sibenéanin rodom. Kukuljevié tvrdi, da je Tomko doxao u Rim 1602. godine i da je stupio u red franjevagki ili dominikovski. Za potvrdu tome navodi zapisnike kongregacija sv. Jero~ nimskoga zavoda u Kojima dolazi jednom zapisan kao fra, a drugi put kao don, Ja sam te zapisnike proSao redom od druge pole XVI, vijeka do gotovo konea XVII vijeka, ali nijesam se ni jedanput namjerio, da bi Tomko bio zapisan kao fratar. A drugi Zivotopisci ne spominju toga, da bi on bio fratar. Prvi put nagjoh Tomka kao bratima kongregacijo sv. Jeronima 7. septombra 1608. godine i tu je posve jasno zapisano Don Giovani Toneo. (U zapisnicima dolazi uvijek 'Toneo, a on sam se_potpisuje Tomko.) Svr8ivii Tomko svoje nauke u Rimu, on je veoma desto putovao i odilazio iz Rima. O tom on sam govori w predgovoru svoje ,Osmantieo*, a vidi se to i iz zapis- nika kongrogacije sv, Jeronima, Godine 1608. samo je nazotan u dvije sjednice kon~ gregacije sv. Jeronima i to 7. i 17. septembra, a onda ga nema u kongregaeiji sve tamo do godine 1615. U to doba boravi on jamatno u svojom rogjenom mjestu iz Kojega se vraéa u Rim kao canonico di Sibenico, jer je kao taki u zapisniku sv. jero- nimske kongregacije zapisan na 26. aprila 1615. Na 8. maja 1615. izabran je on prvi put predsjednikom kengregacije sv. jeronimske, Sto je bila osobita potast za mladoga jo’ Tomka, No Tomko horavi kao predsjednik samo dva mjeseea u Rimu i predsjeda samo dvjema sjednieama, Od jula 1615. pak do juna 1619. nema ga u Rimu. Pada liu ovo doba njegova kukova misija u poslu kurije rimske, nemamo joS 2a sada nika- kovih dokumenata. Kongrogaeija sv. Jeronima ne mogavsi dotekati svoga predsjednika, bira dne 1. maja 1616. predsjednikom Jeronima Natalisa, Vrativsi se god. 1619. a Rim horavio je ovdje veoma kratko vrijeme, neko tri mjeseea, u koje vrijeme posje- éuje marljivo sjednice kongregacije sv. Jeronima. arlati_ mu je potpuno na . p. 80, navodi ‘Tom [i y zatim kao rogjaka sae. I samo svoju sumnju, tn vitogn Petra ‘a; hivotop’ Rericinvige. radnji on pripovijeda je rado putovac, pak ga i te iste godine Salje kurija rimska u erkvenom poslu s Ivanom Portom i on proputuje tada krajinu bosansku i hevatsku i tu No ja drzim, da to nije bilo prvi potyrd put Oral put potrajao jo eve tamo do godino 1623. Na 10. oktobra 1 iz Bosne i pribiva sjednicama kongregacije sv. Jeronima, koja ga na 19, maja 1624. drugi put svojim predsjednikom, No i’ ovaj put predsjeda Tomko samo dvije u julu ga veé nema u Rimu, U to doba pada njegov put s nadbiskupom Garzadorijem po Dalmaciji, gdje je nadbiskup obavljao vizita apostolsku, a Tomko mu je od kongregacije de ,,Propaganda Fide“ bio dodijeljen. Bratstvo sy. Jeronima u Rimu saznaje, da se njegov predsjednils neée tako skoro vratiti, pak na njegovo mjesto za predsjednikn bira Dominika Andrasiéa, Bosanea, biskupa skadarskoga, koji boravi w Rimu od 9, jula 1624. sve do 23. maja 1626. i togno vr¥i svoju predsjedni¢ku slu: u bratstvu sv. Jeronima i reformator vla%éu apostolske stolice staroslavenskih knjiga. Spominje se, da mu Rimljani daju i zagasno gragjanstvo rimsko ,ob egregias dotes, quibus magnis principibus por diversas orbis partes in primis apostolicae sedi egregiam opera navavit, et navat magno reipublicae christianae, romanaeque commodo; nec non cb eximia ejusdem ingenii monumenta variis’linguis publicae utilitati hactenus evulgata, denique ob diuturnum ejus in alma urbe, magna apud principes viros, et omnes ordines gratia, laudeque incolatum“?) ... Dne 10. marta 1631. bude po etvrti put izabran predsjednikom kongregacije sv. Jeronima, a od sada se Tomko uvijek potpisuje cijelim imenom Giovani Tomeo Marnavich, ili Marnavitio. Iste godine 1631. na 10. novembra, bude u konzistora pro- glagen biskupom bosanskim, Kao bosanski biskup boravi do marta 1632. u Rima, a odavle bude poslan u Ugarsku, da vizitira Panlinski red. God. 1634. boravi ponoyno u Rimu, gdje posveti sasma ponovljenu erkyu sv. Jeronima, Sto je dao obnoyiti Urban VIIL, a mnogo doprinjeo i ugarski primas Pazmany, koji je bio kardinal s titulom sy. Jeronima. Na 25. aprila 1635. kandiduje Tomko zajedno s glsovitim Ivanom Lueiéem na pred- sjednitko mjesto kongregacije sv. Jeronima i bude po peti put izabran predsjednikom. VrativSi se Tomko sa svoga puta s nadbiskupom Garzadorijem, u Rim bude na 2. augusta 1626. po treéi put izabran predsjednikom kongregaeije sv. Jeronimas), koju %ast vrsi do marta 1627. U to doba napisao je Tomko i gore spomenute rasprave 0 »Bosnié i kako da se Turei potjeraju s balkanskoga poluotoka*, u kojoj om prvi predlaze, da se najprije navali na Carigrad, a iz Carigrada, da se pogje osvajati Bosna i ostale zemlje, dok su dosadanji svi predlagati predlagali rimskoj kariji, da se Turei najprije potjeraju iz pojedinih kr&éanskih zemalja, a onda da se ide na Carigrad. Driim, da je i ona rasprava o Klisu napisana u ovo doba; dok je mozda opis turskoga suda iz god. 1618. napisao ved prije, mozda jo’ god. 1614. u Sibeniku, kamo je ta vijest lako dosla bila. Do godine 1631. boravi on u Rimu, gdje Stampa, ili aa Stampu priregjuje svoja djela. Bio je veoma ¢ jo je u Rima s prvim lju- dima svoga doba. U zak osobitog postovanja grad Rim imenuje ga 22. lebruarom 1631. svojim zagasnim gragjaninom. U diplomi, koju mu je tom prigodom grad Rim izdao, spominje se Tomko kao kanonik arhigjakon stolne erkve zagrebatke, doktor teologije, protonotar apostolski, U Rimu je boravio jamagno do oktobra iste godine. Na drugi decombra Gitamo u zapisniku kongregacije sv. Jeronima doslovno ovo: spomenie njen, i op — 354 — ssendo monsignor Toneo nostro presidente partito per il suo vescouato, fu in Inogo suo det presidente eletto il signor Carlo Verantio“®), Prema tome no stoji vijest Kukuljevigeva, da se on 1635. odrekav bosanske biskupije a isto tuko ne stoji njegovo mnijenje, da je umro i da je zakopan 1 Rimu, kako su to kasnija historijska istrazi- ‘vanie: dokazals, Dr. Karlo Horvat. 142, Uibr, VINE, fol, 28 2) ,Lesewlo nella congregazione prefatia stato tratato et risoluo, che per Canno sunto si debbia fare 1) Arh, so. Jeronima we Rimn, Decreti delle Congregasioni 10: prowisione ii materasci, louzoli, ot altri supelettiti, © lanento nella presente emgrogacione il sigr, Cionanni Toneo fatto constare a tuti, elit comprare le lant a Sebenien, sua patria, et te tele a Fiume, et il terliceio a Venetia, st sarebbe auanzato it 3%), della spesa, fu peri abbracciato con tutti It nati detto partite, © datone la cura al detto sige. (id. per quello effetto li fu ordinato wn mandato da seuli settanta’, Ibi 0. 6 8) Furlati, Uyr, aucr. IV, p. 80. 4) Cnzornjem, da je Garsadori podnio hongregaciji de ,Prapag. Fite4 izejeide 0 soo putovanju viziti po Dalmaciji, hoje é imati vanretao waénih historijakih poclataka kao 0 naiim, a i tosanskin kraje- Toneo, i quate promise di far venive detta lana alla piu lunge fra tre mesi e 9, ima, lako io samim visilatorima, No upoworujem wedno, da je sade pristup w arkiv propagande vanredno teiak, pa i pisac ovih redaka deka bolja vremena, 8) Decreti della Congr, 1. VILL (1622-1042), p. 169, arkiv av. Jeronima w Mima, 135. + Opis Bosne sa njesineg geografshog, historiokug i etnagrafakog stanovista, tho ima na ju pravo i kako bi se najlaglie mogia zauceti. Bibdiot, Casanat, 1 Rimw Miscelt. mes, 4 fit Tl regno di Bosna nato dalla rouina di quello di Dalmazia, di cui longo tempo erasi mantenuta positione ¢ prouintia, con mottersi in liberth sotto il dominio di pro- prij prineipi chiamati bani, quali per molti anni con autorith regia, et indenpedente lo ressero, € poi agrandito dalle cineri della monarchia Rasciana ¢ Seruiana con acquisto di titoli ot ornamenti regali, ¢ finalmente depresso et estinto dalla tirannide turchesca ; & paese situato nelle viscere dell’ Tirico. Di questo nome di Bosna, non vi serittore antico oltre a settecento anni, che ne facei mentioni). Sendo questa parte dell’ Ilirico stata compresa dall’ antichi geografi, per lo piu, sotto nome di Dalmatia, tra il fiiume Sauo, et il monte Hadrio, e verso la parte orientale, doue Bosna s’accosta al monte Orbello®), et all’ ultimo corrente del Sano, stondosi di gi la Missia superiore, da quali Iuochi inanti la grandezza Mace- done piglaua principio il bel regno di Dardania, il cui nome, tutto che li Romani suprimessero, con la subrogatione della predetta Misia superiore, nulla di meno dal santissimo suo figliuolo Constantino il grande*) con la libert& del christianesimo di nuouo risorse nobile tra le prouintie Tliriche. Questo nome di Bosna per commune opinione, si crede derinato dal fiume dell’ istossa denominatione, principale nel paese, quale nascendo dalle falde settentrionali dell’ alpi Hadrie, quasi di scontro al sgorgo del fume Narona, ouero Narenta, tributario dell’ Hadriatico; dopo hauere girato in forma quasi lunare il torreno che giace tra le medeme alpi et il Sano, eorrendo per lo pitt verso settentrione, in progrosso del corso, come infastidito dell’ horrore setten- trionale, ritornendo V'aque verso greco leuante, dopo la raceolta di molte Fiumare minori, s'immerge entro il letto del Sauo, ineaminato al rege dell’ aque Iliriche, il grande Danubio, Verso quella parte che dall’antichi fi chiamata Pannonia Bubalia et anco Interamnense, por essere rinchiusa tra li famosi Fiumi Sauo et Drauo, la doue 3a — all'eth del aui nostri, fu il nobile ct riceo contado di Posega. Voglino perd aleuni graui authori, che il nome di Bosna, venga piu tosto dalli populi Bessi, ferucissima natione Iliriea, particolare inquilina di quella parte della ‘Tracia, cho non meno bagnata, che fecondata, viene dal fiume Nosso, quale forse piu propriamente dourebbe dirsi Besso, la metropoli di quali fu di git la citt di Eumolpida, detta anco Uscudama, ¢ Finalmente Hadrianopoli. La ragione sopra quale s’ aggiongiano, ¢ che per attestatione @ Appiano Alessandrino s'ha, che i medomi Bessi habitorno parimente in questa parte di Dalmatia, quale a punto viene inondafa dal detto fame Bosna; come si egli & certo, che questa denominatione non ¢ piu antica del numero di anni che gia sé detto. Li snoi termini al tempo del regno Dalmatino, erano angusti, poichd non s' allon- tanauano molto dal detto fiume, si che il Porfirogenito tratando delli popoli Serbli ouero Seruiani chiama Bosna: territorio. Ma estinto il regno Dalmatino, et postisi li Bosnesi in libert& sotto partioolar prineipi, con valor de quali ampliorno notabilmente li suoi_ membri antro il cadauere del morto regno, e poi con reliquie Rasciane, ot Seruiane, mutati i titoli di bani in regia maest4, si stesero tant’ oltre, che dall’ oriente terminorono con la Seruia, mediante il fiume Drino, quale scaturendo dall’ alpi, che congiongono Ii monti Hadrie, Scardo‘), et Orbello, monti della medema Traccia, ma di diuerso tenore, mette le sue aque entro il Sauo, alla parte occidentale della magiore dell’ isole fiumane, chiamata da Plinio metubari, da paesani kolubara, Da mezo giorno finiua all’ Hadriatico, con dominio delle principali isole di quello, & possesso delle pitt nobili cita nella riuiera Dalmatina. Da settentrione hebbe per meta perpetua la sponda meridionale del Sauo et al tramontar del sole, termino longo le ripe del fiume detto Unna, oltra il quale giaee il regno di Croatia, Spatio di paese, longo dal oriente all occidente 200 miglia in cirea, da settentrione a mezo giorno, intorno a 160, nella qualitk di sito, molto diferente, sendo le parti di quello, verso a mezo giorno per Vaspreza dell’ alpi Hadrie, oceupate da monti, ma perd non inutili, come quelli che sono vestiti di vastissime selue, d’ onde si somministrano legnami, 6 pece liquida alli paesi conuineini, © se ne distribuisee anco oltra il mare all’ Italiani. Como all’ incontro verso settentrione che il Sauo mostro pit piane, anzi amenissime e douitiosissime, scorrendoui oltre V altri fiumi per la magior parte del regno il famoso Varbas, che alle falde della principal fortoza e cita insieme detta Jaye, ingrossando con V’ aggionta di Pliua, ricea di molti alti fiumicelli d’inferiore conditione inueste il Sauo. Con questa diuersith di siti, © commoditi d’ aqua viene a produre tutte le cose necessarie al viner humano, con richezza di minere abbondantissime d’ ogni metallo, onde come Dalmatia fu di gid chiamata aurifera a testimonio di Martiale: nlbis littoreas Macer Salonas, Felix, auriferae colona terrae.“ Et per testimonio di Statio, !’oro denominato metallo Dalmatino: »Robora Dalmatiis fulgent satiata metallo. Cosi questa si denomina Argentina, se bene da che si troua sotto il giogo tur- cheseo, Juori delle miniere a meraniglia inesauste di ferro, continuamente cauate, per la gran carestia che ne tiene il Turco, @altre non fa stima. La proportione et belleza di corpi humani in questo paese, riesee Ja pitt riguar- deuole di tutta P'Buropa, © per conseguenza del mondo tutto. Ne vi é gente che la Boema, vi possi stare a paragone. Nelle qualith dell’ animo, produce sogetti tanto segna~ — 356 — lati, che la corte di Constantinopoli cosi per squadra di janizari, come per consistoro del diuano, si serue di Bosna, come d'un fecondissimo seminario. Vero @, che V'igegni dell’ habitanti_ per In troppa eecellenza, patiscono alquanto @alterigia, che in ogni tempo hauendoli tenuti diuisi, Pha poi ridotti alla miseria nella quale si trouano da 164 anni in qua® Fu Bosna alli tempi a dietro molto habitata, onde sotto li supi bani Tuono es citi formidabili, con quali spesso rigetté a dietro li re Ung! intrusi a forza d’armi nel regno di Dalmatia, cosi piu volte tentorno fare il medesimo con Bosna, come di gia membro dell’ occupata Dalmatia Hoggi giorno tuttauia tiene gran numero d' habitanti, per trouaruisi a male stento donna sterile. Onde Solimano imporatore di Turehi, hauuta Ia nuowa di segnalata rota, data dal Persiano al suo essereito, hebbe a dire: ,mentre Dio mi mantener le giu- mente Bosnese, non dubitano mi possino mancare generosi et numerosi polledri, per domaré li muli Persiani*, Quindi all’ et& nostra, ben spesso di bassa di Bosna ha fatto leuare trenta o quaranta milla eonbaitenti, senza incomodo del paese. Ne giamai il Tureo ha fatto impresa di consideratione, che prineipalmente per opera de capitani e soldato Bosnese, e per sigillo di quanto si dice: ,basti che le Jalange di janizeri pretoriani @ meno parto dell’ infelice Bosna‘, E perch li Bosnesi doditi alla liberta, professione militare, niente attesero alla delicateza d’ edificij, viuendo por Jo pit alli loro castelli o easali, quindi Bosna fi poco ornata di cita riguardeuoli; hebbe perd rispetto I’ uso del paese molte terre murate per il passato; perche Pio II. pontefice*) a tempo del quale nel 1463 il Tureo s’ impossesso fraudolamente del regno, scriue che in spatio di otto giorni furno presentate all’ impe- ratore Maomette le chiani d’ottanta terre murate, quali esso poco dopo fece smantel- lare, traportando la magior parte della nobilta, che troppo incanta se gl’ era fidata, in perpetua seruitu nell’ Asia minore. Furono perd le cita principali: Sutiska corte rogale, Zuonik, Traunik, Visoka, Kresceuo, Varese, Olouo, Voyniza, Srebarniza, Zakotor, Jayce ete. Tra le forteze tenne il primo luoco Bobouaz conserua del tesoro regale, Jayee, famosa non solo per V amenita della cita, che dell’ inespugnabil forteza, Vranduk. Jezero, Kamengrad, Sokol, Sabaz, et al lito di mare Castel-nuouo © Klissa. Hoggi giorno le piu nobil cit, ouero terre, per non essere cinte di muro, a modo turcheseo sono Banyaluea, residenza del bassa, ouero vieere turchesco, et Seraglio, emporio del paese, che nella moltitudine di habitanti non cede alle prime cita d’ Italia, come quella che sotto d’ impero ottomano é acereseiuta con le rouine dello cita desolate, Al tempo de regi smembrosi la parte meridionele dal corpo del regno per con- cessione di foudo alla casa di Cossaci, qual parte sublimata all’ eminenza di ducato detto Hereegouina et anco di Santo Sabba; formaua un stato poco inferiore al regno stesso. Poiche dalla parte occidentale cominciaua dalla foce del fiume Cetina, apresso la cita @ Almissa, e si distendeua in oriente verso il fonte di Muraua per camino di 12 gior- nate in lungheza, doi in cirea per largeza. Rispetto ’ aquisti che li re e poi li duchi feeero nella parte della Raseia et Seruia, dopo la loro desolatione, dalla qual banda, che @ la sola per la quale il Tureo puo assalire Bosna, @ talmente serata da monti inaccessibili, particolarmente il regno, non mancando al dueato per tutto simil aspreze, che per poco numero di soldati da quali vengano osseruati i stretti passi de monti, si nieta Tingresso a nemico di qualsi voglia potenza. Ugualmente da settentrione viene munita da perpetuo e largo fosso del corrente Sauo, rimanendoui Je piu commode heri, quali come s’erano entrate per la parte meridionale, verso il lito Dalmatino, benche anco questo v' habia qualche difficolta, per la continuatione delle alpi Hadrie. Fu oceupato questo regno come s'& detto nel 1463. da Maomette imporator che dieco anni inanti s’ haue impadronito dell’ imperatrice cita di Constantinopo! il quale da Catherina vedoua di Stefano Tomasso, ultimo re, amazato dal figliol bastardo, detto pure Stefano, nome generale a tutti re Bosnesi, per auidith di regnare, sendo stato chiamato come quello, che non molto inanti, mentre in habito di monaco maomettano esplorando il puese di Bosna, era stato riconoseiuto et ritenuto, mente formata Iratellanza ¢ Joga perpetu partir libero, Chiamato dico dalla poco auueduta vedoua, a fine di far vendieare il pariccidio del giurato fratello, venutoni con ogni pronteza, dopo hauer castigato con erudelta solita il patricida bastardo, nel medemo tempo, usando il stile della perfidia barbara, ridusse il regno in forma di prouintia, Hanendo haunto streteza di tempo I’infelice regina di seampare Ie sue mai a sulficienza empie mani; onde ricoueratasi come in asa paterna in Roma, quivi nel 1479. si mori allo 25. ottobre. Mattia Cornino’) all’hora re d’ Ungheria, vedendosi aggrandite all’ improuiso le forze turehesche con regno contigno al suo, a forza armata rieuperd In parte setten- trionale d’esso, con Ja famosa cita e forteza Jayce, e nel oriente Sabay, poco inanti ridotta in forma di forteza dal medemo Turco, aila sponda del Sauo, sopra la mento- uata isola di Kolubara. Ne ui é dublio, che hauerebbe ricuperato anco il rimanente. se non veniua diuertito dalli troppo politiei vicini christiani, piu ingelositi, che in moriti dal suo valore, secondato sempre da fortunosa prosperita. Ritardamento, anci impedimento d’ ogni progresso nella republica cbristiana, a fauore ct utile @ ogni grandeza nemica del christianesmo, Qual parte di Bosna eon piu di quaranta terre murate sotto il gouerno delli vice regi, chiamati bani, si con- seruo all’ ubidienza della sacra corona Unghera, sino che sotto al successore di Mattia cio’ Viadislauo, s'ando perdendo & poco & poco, et in fine con la rouina di Ludo- uieo figlimolo di questo’), totalmente si pres. Onde hoggi giorno il Turco rimane patrone assoluto cosi del regno, come del ducato Bosnese, senza che altri principi vhabbino pure un casale di quello. Se si considera il numero dell’ habitanti, tanto nel regno, quanto nel dueato, egli © numeroso, ma molto magiore sonza comparatione in quello, per rimanerui il dueato in alcune parti molto dessolato da varij acidenti, Parlando perd generalmente si tiene siano al presente doi terzi d’habitanti Turchi, quasi tutti di raza christiana, et un terzo di christiani, de quali il magior numero sono del rito greco. Ma come questi sono per lo piu gente applicata all’ esserciti bassi, e per cid rozi et ignoranti, eost quelli che professano ill rito catolico romano, oltre d’ essere zelantissimi et rinerentis~ simi della sedia apostolica, sono anco persone d’animo nobile, applicati alla mereantia, con oceasione della quale scorrono per la christianita, ne hanno altra mira conferme al zelo della religione, et nobilta d’ animo, che scottersi il giogo turchesco. Gouernati sono questi nelle cose spirituali da un vescouo deputato dalla sedia apostoliea, e dalli padri franeiscani dell’ osseruanza, sparsi in numero di 200 sacerdoti per il paese, come curati, per carestia d’ altri operarij ecclesiastici. Risedono perd in sediei_monasterij, einque de quali sono verso et al mare Hadriatieo, I’ altri oltre monte Hadrio, entro il regno, in Inochi tali, che a guisa di piaze, prestando ottima commodita per nouar le cose tanto piit, che questi padri viuono e transitano done © final- a modo illirieo con Tomasso, era lasciato per oue li piace, senza aleuna prohibition 0 gelosia del Tureo, come quello, che per priuilegio speciale di Maomette, inuolatore del regno godono liberta simili Ese bene il numero dei ‘Turehi ¢ magiore delli christiani, tuttauolta in occorenza di nouita, li christiani sariano suffici le forteze si tiere militare, appresso la pronisione d’armi et instromenti bellici, il che senz: pettire aleuno dalla prossima Croatia, sottoposta alla casa d’ Austria, segli potrebbe apprestare © somministrare, I] medemo anco si potrebbo fare per via di mare dalla Marca Anconitana, stato ecel Puglia; da quali paesi di continuo approdano vasselli di sudditi ecelesiastici et regij, per oceasione di trafico, facendo il traghetto di mare con tempi propitij ben spesso in spatio d’ hore 24, poiche simili prouisioni si potrebbero ricouerare nelli predetti mona~ sterij, situati vieino et lungo il lito Dalmatino. Ne vi é principe aleuno al quale pin propriamonte appartenga questo regno per ragione © per consequenza di ricuperatione © possesso, che alla sedia apostoliea, perehe oltre interesse uniuersale, che deta sedia tiene sopra tutto il christianesimo, anzi Vuniuerso mondo, v'ba particolari ¢ certe ragioni, in questo di Bosna; non solo perche questo Iu di gia prouintia del regno Dalmatino feudo @ beneficio chiaro, della chiesa romana, piu d’ ogni altro regno christiano, poiche li regi Dalmatini con tutto che dis- cendenti e figliuoli legitimi di re, venissero nelli sinodi nationali elletti dalli cleri et regnicoli tuttauia non usawano nome di re, ma solamente di duce, molto men I’ autorita regia sinoche non veninano confirmati, inuestiti et coronati da legato apostolico spedito dal Into pontificio a tal fine, Oltre che coronato ot intronizato con autorita simile, pre- staua © giurana speciale homagio ¢ fedelta in mano di ministro apostolico, con obligarsi a tributo annuale, e molte altri particolarita denotanti il vero vasalagio, come tutto cid si vede distintamente nelli registri di Gregorio settimo, raportati dal cardinale Baronio nelli suoi annali eeclesiastici, sotto titolo di sinodo Salonitano in Dalmati quali particolari non si legono d’aleun altro regno, con tuttoche diligentissimamente di git n’habbia seritto et fatto inquisitoria sopra simile materia Angustino Eugubino®), con occasione della donatione di Constantino. Non solo dico per queste ragioni, ci) ¢ perche Bosna sia stata membro del regno Dalmatino si chiarisee la ragione, che v'ha sopra la seiia apostolica, ma in confor- mita di quanto s’ha detto, si certifies dal continuato tributo annuale pagato dalli principi Bosnesi alla chiesa romana, nella forma del qual tributo qnando conuenisscro detti prineipi non lo trouo espressamente. Questo é ben certo, che stabilitisi nel prin- cipato libero dopo la morte di Demetrio, detto anco Zuonimiro, ultimo re Dalmatino, intorno al mille attanta, titolando como s’é detto bani Ii suoi prineipi, pagorno annual- mente alli pontefiei romani un tributo di pelle di martori, con doi famigli; come appare da una littera pontificia, che presso me si serua, scritta dal papa di quelli tempi, che eredo sia stato Gregorio nono%) al Kuleno gran bano di Bosna, cosi titolato nella soprascritta della littera, E meritamente come quello che termino del tutto Ie liti eon li regi d’Ungheria, che sin’all hora hauewano tenuto pretensioni sopra Bosna come oceupatosi di Dalmatia, e questo pagamento fosse obligo di tributo, si vede sufficien- temente dal modo con quale nella predetta littora lo commanda e dimanda insieme il pontefice, dicendo, che li dena transmetter ,pelles martulinas, et duos seraos, pro reue- rentia sancti Petri, et remedio animae suae @ imposs che vi vorebhoro eapi et officiali esperimentati nel mes- sarsi del p se tutte, eon oecuparui ronano, Vero insos- esiasti¢o, ouero dal regno Napolitano, cioé d’ Abruzo et mil — 369 - Poiche quello si fa per riuecenza del principe dell’ apost salute dell’ anima, non denota altro, che debito di tributo. Aj solo li prineipi Bosnesi, ma anco li re, che li sue P altr loro famigle, nulla dimeno nelle monete loro che choniauano, mai fecero , © sotto protesto della giongesi_a questo, ehe non sero, che furno sette, uno dietro con tnttoche hauessero insegne d’armi, e publiche del regno, e particolari delle tra insogna che da una parte la corona regia solamente con la circonscritione ,CHRAGL BOSNES, il che vole dire ,Re di Bosna seritione del suo nome, come di supremo principe del regno Bosnese, et altro volte del Dalmatino, nel cui tesoro s’era conseruato i] suo saero corpo, sino che fu donato dal prenominato re Demetrio a Gregorio settimo, in mano di Gebizone suo legato con molte altro sacre reliquie di singolar qualita, parte al quali sente nella sacri anto tesoro, malamente conosciute ¢ pegio interpretate dal git mons. Rocca), sacrista apostolieo, li nomi de quali reliquie con espressa mentione del sacro corpo di S. Gregorio sono specificati nell’ allegata inuestitura di Demetrio. E. per coniermatione di quanto si dice in proposito della ragione viua, ehe la sedia apostolica tiene sopra il regno di Bosna, chiara sta, che li prineipi ot regi di quella non furono giamai patroni di benelicar alcuno, per benemerito si fusse del publico con alienatione di beni stabili, come di ville, casali, castello ete., se simili gratio ot bonolicij registrati nolle carte di publiche concessioni, con appensione di regi sigilli, continenti le ratificationi delli baroni del regno, non yeniuano approuate et aua- orate dal supremo prelato del regno chiamato: ,Did%, cioé abbate, con appensione di carta approbante authorizata con suo sigillo, ct alligata indissolubilmente al cordone del sigillo regale, come tra quelle poche che dal’ ineonerito regno sono auanzates vene fa fede quella che tengo in casa mia), E finalmente & cosa notabile a questo proposito, che se bene la chiesa romana tenga diuerse pitture, et imagini di santi, oflertigli da diversi regi et regni, nulla di meno di niuna altra si vede facio tanta stima, como di quolla che dall’ esterminato regno porto a Roma I ultima regina Catherina, rapresentante le vere imagini Sti Pietro © Paulo, con il battesimo di Constantino, sopraseritta con caratteri Illiviei, espresisui del nome delli principi apostolici; poiche questa sola ordinariamente si tiene e riucrisce sopra Valtare magiore della basilica vatieana, non per altro forse, che per testimo- nianza, che questo regno, piu propriamente d’ ogni altro ¢ propricta. patrimoniale della sede apostolica!#), Da quanto s'@ toveato breuemente si puo conoscere il nome del paese, Ia qualita, Vhabbitanti, limiti, costumi, conditione, il stato passato come il presente, ¢ chi v’ha ragione in questo regno. Hora quando si hauesse pensione di ricuperarlo, s’ha da sapere, che con molto magior facilta di quello portano ordinariamente simili imprese, si potrebbe efletuare la conguista di quello, Prima perche li habbitanti christiani, et in particolare Ii eatoliei non pensano continuamente ad’ altro, che a sotrahersi al duro giogo che s’ opprimo, onde per mantenerli con buone speranze in sua divotione, a fine di rauiuar 'antiche pretensioni Unghere. Ferdinando imperatore) V'anno passato'®), mando secretamente un suo nuntio a quelli paesani nel mese a’ agosto, con oceasione della solenne fiera solita farsi intorno la festa dell’ assunta regina de cicli, qual nuntio oltra li richi donatiui offerti alla miracolosa imagine della beata Vergine, diede speranza alli popoli d’hauersi a vedere in breue sotratti dalla tiranide turchesca, mediante la pieta et cura cesirea, ; dull’ altra d'olligic di 8. Gregorio papa eon eireon- conseruano sino al pre re ia apostolica, tenute per le piu insigni di quel sa BE EE EEE ee 360 Oltreche per essere detti catolici persone di trafico, con occasione del quale pra~ tieano li paesi cliristiani continuamente, apresso I'innata generosita, non si laseiano auilire come cio auiene ad altri christiani, quali stando sotto il dominio tureheseo, a mala pena conoscono cosa sia liberta, per lungo tempo che si trouano nella schiauitu barbara, © per non hauer commereio con altri christiani che viuono liberi sotto li suoi prin mdo per le poche forteze dalle quali ordinariamente dipende Ia eustodia et sieurta deli paesi; poiche li Turchi assicurati di gid del possesso di Bosna, per Paquisto d’altri paesi da loro d’intorno aquistati, con rimanerui Bosna percid molto internata nel stato loro, sono da molti anni totalmente traseurate. Queste sono le nomi- nate, cio é Jayee, Bobouaz, Jezero, Sokol, Kamengrad, Sabaz, Vranduk, Zakotor, ecces tuate le doi situate al mare una detta Clissa lontana dal lito tre miglia, I’ altr: i] lito chiamata Castel-nuouo, nel golfo di Catharo. Terzo si per la commodita della vieinanza di pa occidentale e settentrionale se I’ auicinano per via di Dalmatia e Croatia; eome anco per commodita, del Hadrintico, mediante In quale sorpresa Clissa, et Castel-nuouo, ne quali piaze non mancano intilligenze cficacissime. La sedin apostoliea dalle sue pro- uintie maritime, vi potrebbe somministrare quanti agiuti bisognasse, tanto piu che con la sorpesa di queste doi forteze, si farebbe aquisto di piu di 100 miglia di lito Hadria- tico, habitato per lo piu da christiani catolici, agueriti di continuo per li seruitij mili- tari, cho ordinariamente prestano alli SSri Venotiani approso queste doi forteze, con le medema commodita di mare. Si potrebbe ricuperare il forte luoco della Vrana, antica residenza e proprieth di legati apostolici in Dalmatia, et hoggi giorno ancorche possesso dal Turco, titulo del gran priorato d’Ungheria, in conseguenza del quale s’ aquista- rebbono oltra le doi cita episeopali Seradona') e Tininio™), la piu bella parte di Dalmatia, detta Banadego contigua al contado di Zara, oue fu l’ antiea Liburnia. Il tempo con la cui maturita le cose anco difficili, si rendono effetiue et all’ in- contro per facili che siano, riescono infruttuose, ¢ pericolose; s’hauera d’ attendere prin- cipalmente e come che T'imperatore christiano per ragione di vicinanza, rispetto le prouintie del regno d’Ungheria, @ quelle per opera delli cui suditti principalmente sha da imprender simil conquista, ct attacare il Tureo di concerto con Iui, come si diri apresso, pero mentre lui non habbia quictato li disturbi della Germania, a fine di poterla iberamente rompere con Turchi, si doura in ogni modo aspettar la quiete della Germania, la quale porche segua, N” Sig*® salua la religione, non deue tralaseiar aleuna oceasione di promouerla, perche & cosa certissima appresso I’ intelligenti delle cose turchesche, e delli maneggi si vanno stringendo dalli ministri di prineipi chri- stiani. Alla porta di Constantinopoli, che il Turco ogni volta habbia commodato le cose d’Asia, sari per trauagliare li stati di Spagna, con darui principio nel regno di Napoli, ouero di Sicilia, Tl che quania rouina minacei, anzi apporti alla sedia aposto- liea & chiaro si fattamente, che non oecorre replicarui altro, Onde almeno per questo rispetto si dourebbe venire a resolutione cosi santa, et a procurarui la total quiete della Germania, in qnosto mentre senza perder tempo & necessario trattar e stabilir V’ intel- ligenze con li capi delli paesani, per via di persone alte e confidenti, eome anco strin- gersi con prineipi da interesarsi in questa conquista. Tl modo poi sarebbo: cho oltre I’ intelligenze ¢ conclusione seereta di lega s’ haue- rebbe da stringere con imperatore il medemo fare con la corona di Spagna, si fatta- mente che prima si prattieassero Vintelligenze necessarie con li christiani Bosnesi, por sopra si austriaci, che dalla parte 361 parte del pontefice, e con quelli d’ Albania la cui conquista s’hauerebbe assignare a Spagna. Altre V’intelligenze da pratticarsi e fermarsi nelle forteze di Clissa, © Castel- nuouo, per interesse apostolico"); in Scutari e Croia per il re Catolico"), Canisa c Buda ¢ di qualche altra, per l'imperatoro®), quali ridotte a termine necessario, pre- paraie V'armi per li Bosnesi eon prouisioni che I'imperatore haurebbe approntare non solo per proprij interessi, ma aneo per seruitio del papa alli suoi confini, et il re di Spagna alli suoi, il che pontefice potrebbe fare senza ingelosire aleuno, sotto pretesto delle cose a’ Urbino e delli corsari di continuo imminenti alle sue prouintie. Laltri collegati_ per V ordinarij loro rispetti; formataui la squadra maritima cost di yasseli tondi, come longhi per parte del ro di Spagna, a modo che si tenne al tempo del duca d’ Ossuna*), con apparato necessario d’ espugnationi, non meno che di muni- tioni, attaecare in un medemo tempo il Turco nelli mari Jonio, et Hadriatieo, e nel continente in Ungheria, Croatia ¢ Dalmatia, douendo li Spagnuoli in tal tempo aqui- stare con forze maritime Castel-nuouo per la sedia apostolica. Nel qual caso in ogni modo bisogniarebbe, che prima si conuenisse tra collegati quello douerebbe essere di ciaseuno dopo il conquisto e quanto ciascuno douerebbe fare per parte sua ete., a fine di schouare ogni disgusto vi potesse seguire. In’altre sarebhe necessario, che la sedia apostolica riecuesse in sua tenuta il seoglio et In for- teza di Tremiti*?), come quella, che per essere umbiculo del Hadriatico, hauerebbe a seruire per seala delli sussidij delli nuoui aquisti, dell’ importanza del quale luoco, ma con altra oceasione V’anno passato hebbe N® Sig” una mia instratione per mano d’ Andrea Brugiotti libraro, la quale in ogni modo s’ha da considerare e stimare, per le ragioni, che vi sonno in essa. Ese bene li Venetiani potrebbono forse risentirsi per l’impresa dell’ Albania per hauerui posseduto tempo fa aleun Iuoeo in quella, tuttauia per il conquisto di Bosna non hauerebbono ehe dire, non hauendoui haunto che fare in quello, eceotto che nella Vrana, possessa aleun tempo da essi, e poi venduta alli Turchi da un loro proueditore, per d'aspri falsi, e poco dopo per ottenere la pace da Solimano doppo la guerra del 1536. spontaneamente anco assignatali con Napoli di Romania, con Ia cita di Mal- uasia, et ottanta isole dell’ Arcipelago, oltre la forteza di Nadino in Dalmatia vicina alla Vrana, Di che ci puo seruire per essempio la sorpresa di Clissa, fatta infaustamente gia 31 anno™), per nome del papa, e dell’ imperatore nella quale occasione, come li Venetiani secretamente diedero agiuto al Turco, ancorche sotto mano a forza di danaro corrompessero il generale imperiale*); molto meno ardirno vietare alli suditti proprij seruire all'imperatore et a N' Sig"? in tale ocasione. Anci ardiseo dire, che quando vedessero una lega di principi prenominati, per necessith, e per paura di non perdere quanto possedono al lito Dalmatino, si risoluerebbono ad’ unirsi con loro, o almeno non tranersarli alla seoperta, che quanto temano di non pender quello possegono in Dal- matia, onde pende la grandeza loro in mare, e la chiaue della stessa cita di Venetia, non occore parlarne, poiche sapendo essi benissimo quanto mal sodistatti del dominio loro viuano le cita Dalmatine, tengono in continue discordie ciuili quelli habitanti, seminato di gia dal tempo della lega di Cambrai). Ne vi e dubbio che con la sola sorpresa di Clissa, si leuarebbe la borsa e Y unione che tengono li Venetiani con il Turco. Rispetto, che si leuarebbe del tutto la seala delle mercantie dell’ oriente, che passando per il stretto sentiere di Clissa imbarea a Spalato” vicino per Venetia, con numeroso concorso non meno di suditti turcheschi che di Per siani, Indiani ete., cosa che por mortificatione di Republica, che coutinuamente stadia 4 : a. — 362 — la depressione dell’ autorita apostoliea, sarcbhe uniea © la piu espediente, non hauendo tro trafieco,-ne communione con il Turco di momento, come haueano inanti loro pochi anni, che li loro vaselli furno destrutti da corsuri Prancesi, Ollandesi, Inglesi. Ne il sentire, che il bassa di Bosna alli tempi nostri ha formato esserciti di 40 milla combattenti, deue fare impressione contra il pensicre di simile conquista, perche nelli detti essereiti hanno militato, come si sa, et ordinariamente militano non meno li Turchi, che li suditti christiani, © se hono questi sono di numero inferiore a quelli, tutlauia agiutati da Dio, dalli christiani, ¢ sprouati dalla neceessiti, che li riduce in ultima disperatione, in concorso d’altri simili accidenti, si farrcbbono valere da douero. Il frutto, che da questa impresa seguirebbe, saria I’ oltre aquisto d'un hello et rieco regno per la sedia apostolica, con edificatione uniuersale dal christianesimo, ¢ speranza si darebbe ad altre pronintie christiane che gemono sotto al 'Tureo, ¢ di eon- tinuo per disperatione a migliaia d’ anime apostatano dalla santa fede. Il re di Spagna venirebbe ad impossessarsi dell’ Albania, altresi bella et douitiosa, con le medeme ragioni, con le quali li suoi antecessori regi Napolitani di casa Angoina furno patroni di quella con titolo et possesso delli duchi di Durazzo, da quali venero alcuni regi Napolitani. Fit I'imperatore con la rieuperatione di Canisa, e di Buda, assicurarebbe totalmente la rieuperatione del suo regno @’ Ungheria, e delle prouintie di quella; ma quello importa @, che perdendo il Turco la Bosna, e I’Albania, nido delle miglior militie che tenghi, perderebbe non solo il modo di trauagliare ’ imperatore nell’ Ungheria, ma chiudendo- segli per questa via V'entrata nol’ Hadriatico, V'Ttalia restarebbe assieurata da ogni innasione turchesea, anci, che I’ istesso Tureo poco sicuro si tenirebbe entro la citta di Constantinopoli, poiche la Macedonia e la Greeia, bagnate dal mare, contigue all’ Alba- nia, é per cid atte a riceuer agiuti dalla lega christiana, non mancarebbono ad agiun- tarsi contra V’intolerabbile tiranno. Ne vi sara difficolta alla sedia apostoliea stringor li detti principi seco in lega, per il fine considerato, trattandosi troppo vinamente dell’ intoresse loro. Meno si deve Giferire simil occasione, ouero trascurare di negotiarla, perehe li christiani deli: pre- detti paesi per la trascuragine delli principi christiani, mancando ogni giorno e nelle speranze per la tardanza, @ nel numero per I’ apostasie continue, in breue potrano ridur a grandissima difficolia, quollo che al presente piu facile di quello si rede. A tutto questo s’agionge, che In sedi apostoliea fatta potente con impresa piena di apostolica pieta, si farcbbe stimare, et ubbidire da molti, et in particolare da quelli, che nelle sue chiarissime ragioni e diuine authorita, se le rendono insolenti e con- tumaci. Sisto quinto%), felicis memoriae, non gia per V'aquisto della terra santa, quale se con estreme diffigolta cinque cento anni in cirea sono, si rienperd in parte quando nell’ Europa non y' era pure un solo infidele, ma ancora I’ Asia riteneua molte pronintic christiane, et V'istessa terra santa piena di eattolici, come quella che poco inanti era caduta in mano d' infedeli, alli tempi nostri che nell’ Asia non hanemo un palmo di terra, e nell’Europa il Turco é potentissimo. B cosa temeraria a pensarui, ma si bene per la ricuperatione di Bosna, e delle prouintie TMiriche, onde egli per nascita et ori- gine del suo padre descendeua*?), parechio il tesoro che lascio nel eastello di San Angelo con conditione di hanersi ad impiegare contro I’ infedeli, non hebbe altra mira, che quella della quale si parla, [I che fece non meno per zelo che deuono tenire Ii pontefiei romani, come veri padri ¢ curatori della liberta christiana, ma aneo come buon principe politico, preuedendo, che un giorno il Tureo troppo auuicinato l’ haue~ 363 — rebbe pointe, 0 Ini } Ji suoi suceessori far sfrattare fuori d'Italia, per I’ essempio di Sisto quarto in tutte le sue attioni puntualmente stimato et imitato da lui, quale alla nuoua sola d’Ottranto preso di Turchi hebbe ad abbandonare Roma con I’ Italia e ni passarsene in Fy benche poi intepidite le cose per la morte di Maomette?*) impe- ratore si trattenne onde quando ne aneo per propagar ln fede, Almeno per non viuere in continuo timore d’ un tiranno tanto potente © vi sa, ¢ quanto oltre la sorpresa di Reggio in Calabria pochi anni sono, molto meno di Manfredonia in Puglia, ¢ finalmente dell’ insulti fatti questo anno nelle mareme di Roma, si douerebbe metier mano a negotio di magior importanza, che possa correre tanto per il spirituale, quanto per il temporalo; inteso benissimo, et atteso per quanto la graue sua eta glelo permise, della santa memoria di Clemente ottauo, li cui santissimi pensieri, et ationi deuono seruire per legge et obligo alli suci successori. s La conseruatione finalmente di paesi conquistati che fussoro, per li siti richezze che producono, vieinanze con altri rogni christiani che tengono, non hauerebbe molta difficolta. Tutto sta che con P’agiuto diuino chi deue, s’applichi da douero al negotio, © per tempo, per tempo dieo, perche negotio di tanto gran momento ricerea prima matura dispositione, solecita ¢ molto destra trattatione, 8 se in ogni altro negotio si veriliea quello gia disse il’ poeta, si verifica nelli negotij di questa natura: Dimidium facti qui bene cepit habet. 2) 2, j. prot put 26 Bosna spominje kod Konstantina Porfirogencta uw X. vijeku i to pod imenom Bosona (Biwra). Orbelus-Argentaro iti Agrivou-Dagh, wrlasnae gorja Balkan, icmegiu Rumelije i Bugarshe Rosiantin, car rinhi, rodio se w Mocsiji gornjej u gradu Noisena 2, februara 274. Seurchin, Ljubetincy gorshi lamwe dio dijeli Brite od Albonije Ondje misti na god. 1468, had je propala Boena, 1458.—1464. 1458. —1490. God. 1526. Hagubinns ino quanto Augnstinus Stewchus: De jalsa donatione Constantini, Romae 1547 in 4° apud Grye Gregorije IX, (1227.—1241,). ') Angelus Roccha: Chrowkitoria de apostotien sacrario. Romar, Facioltua 1605 in 1%. 2) Ee pregiainjega a i & ovoga se vidi, da je Tomko Marnavié skupliao stare listine. 1) O tej slict su w nas pisali Kuknbjevié ¢ Jetié, au Rusiji Vera Belin, 1) Verdinand I, (161.1687). *8) God. 1620, ") Stradin, 4) Knin. 4%) Urban VIII. (1623.—1044,). %) Filip IV. épanjolski hralj (1621.—1065,). 2%) Ferdinand IL, (1619.—1057.). %) Don Pietro Telles Giron, duca @ Ossuna, potkralj nayuljci. 2) Tremiti otodje n Jadranskom moru, provineija Foggia ima & otoka, najeedi je sv. Dominik, sa 1 i ph sata moze ga se obaci %) Got. 1596. %) Juraj Lenkovid, 2) Lo je glasoviti sujetski mir od 5. aprita 1599. izmegiu Engleske i Francuske i izmegin Franctake & Baonya Ceaatitalwjercse oijelalé’ ow 00 si cijelg) Haropt: 28) God. 1585.—1590. ™) Sixto Ve %) Muhamed If, (14611481). a — 864 , 136. Tomko Marnacié: Kako da se % pomotn lige briganskih tenesona causme Carigrait, a onda Roxaa i titer Balkanski potuotok, kako s¢ imadn ravsete zemlje podijeliti megju uéemike lige. 1. Cuvanat, Binu Migcell, mss, 112, f. 19, Tl sorprendere la citta di Constantinopoli con agiuto del Signore, e prouisioni neeessarie & eosa di piu facile, che si crede, ancorche dentro a quella ordinariamente vi soggiorni da quindici millia soldati, tra spahi ¢ janizari, numero molto considera- bile di gente nominata di gia per il valore; ma dall’ultime guerre d’ Ungheria per troppo riposo, molto decaduta dalla primiera brauura, come si é veduto nella guerra di Polonia®), et per il molto rubbato nell’ ultima seditione quando sette anni sono, ammazorno il suo principe Osmano, Immersa fuori di modo nelle delicie, por il che mai si sono potuti distaccar dal lusso et agio della citta, per molti importantissimi non meno che pericolosissimi accidenti sopragiontili, e dall’insolenze de Cosachi, ben spesso fattisi vedere sino alli borgi di Constantinopoli, e dalle ribellioni delli gouernatori Asiatici, e finalmento per Ia tema delli progressi del Persiano; in conformita de quali il presente imperatore Amurate quarto?), ancorche giouinetto tra 16 © 17 anni, total- mente si é dato in preda delle sultane del suo seraglio, non pensando a fatto al gouerno del stato, quale per V'insolenza et auaritia di deta soldatesca vienne per lo piu gouernato da persone che condannano aquistata la gratia loro, attendono molto piu a proprij interessi, che ad aleun commodo publico, non solo per ricuperare il speso, ma per prouachiarsi per 'auenire, come quelli che conoscono le cariche loro dall’ auano eapricese militare, per poco durabile, BE tanto piu @ riuseibile simil sopresa, quanto che la consiste nell’ oceuparsi tre luochi principali di quella citta. Cide: il seraglio, habitatione del principe; I’ arsenale; ct il castello detto gediculla, cid vol dire in quella lingua sette torrioni. Quali tre luochi per essere esposti al mare meridionale, doue ordinariamente fanno fronte li vasselli, che approdano dal mare dell’ Arcipelago, facilitarebhono magiormente il buon successo, non vi essendo aleuna altra fortezza ne cittadella, che le vastissime mura della citta fabricate a modo antico, Si che con sopragiongerui in tempo di notte con una cassata di venti meridionali, per essere quel canale di natura tale, che I’ aque sue sempre corrono all’in giu verso mezo giorno; e con spingerui sei millia persone verso il seragli sei all’arsenale, altre tanto al castello, con tre millia alle porte, facilmente la eosa sort rebbe il bramato fine, con aquisto non solo di richezze inestimabili che sono in quella citta, © particolarmente nel detto castello, ma prigonia anco del principe stesso, ¢ di tutti li suoi migliori ministri. E perche quésto santo e necessario effetto l'unione de principi christiani si rende impossibile, rispetto all’ incapriciate golosie, che a preiudicio non meno di loro medemi, che della Republica li ragirano eternamente il capo, e particolarmente gia che la casa d Austria si troua impiegata altroue, et ogni giorno la sua grandeza erescente in infi- nito infinita inuidia Varreea, La corona di Franza per la pace perpetua, che tienne con il Tureo, non é da sperarui, che a nome publico del regno s'accinga ad impresa tale, Li Polachi non eurano, anci schitano nuoui aquisti per Yodio che portano alla grandeza del suo re‘). Li Venetiani pensano ad ogn’ altra cosa; perd hauendo signor Tddio concesso pastore alla sua santa chiesa Urbano pontifice*) animato, se mai aleun’ altro suo antecessore, alla liberta christiana, a bene publico, 8 gia che il signor duea di Ghisa®) coua pensieri heroiei, e Ja apparati degni delli suoi antenati heroi, quando & questi si agiongessero con le furze loro il sigr, gran duea di ‘Doscana’), i duca di Nivers*), nuowo duea di Mantoua, Ia religion di Malta®) appresso. Negotiando il tutto prima a gloria di Dio, e poi con secreteza e distreza al sicuro non vi sarebbe bisogno @’altra compagnia ad’ un effetto simile quali perche gia prontamente s’ impie- gassoro a questa serenissima opera, sarebbe necessario cho fattosene eapo Nostro in formare un modello di nuowo imperio depedente sompro mai dalla sedia Signore") apostolica, il cui imperatore douesse essere eletto da sette elletori che appresso si dirano, nominasse per primo imperatore: il signor duea di Guisa, come quello che personal- mente e con maggior apparato d’ ogn’ altro principe delli nominati v’ hauerebbe a tra- uagliare; T’assegnasse oltre la citta imperiale, la prouintia della Romania, et il vieino vegno di Bulgaria eon tutto il paese di Sagoria situato tra il mar maggiore ot il Danubio, con tutto quello che nel auuenire occupasse nell’ Asia minore. Al signor gran duca di Toseana, nominandolo re della Morea e della Liuadia, ouero Achaia, e facen- dolo uno dello ellettore secolare, gli assegnasse, li medemi paesi di Morea e Liuadia con la citta gia famosa d’ Atene. Al signor duca di Niuers, nominandolo re della Tes- saglia, come gia 400 anni fu nominato per simil fatiche uno delli suoi antenati Boni- facio marchese di Monferato"), con assegnarli oltre la Tessaglia, I’ isola di Negroponte, e ereandolo pure ellettore dell’ imperio, La sedia apostolica per le ragioni che ticnne nel regno di Bosna, nominasse un re feudatario a gusto suo, facendolo primo ellettore do prineipi seeolari, con assegnarli la Seruia et Albania contigua™). Come anco alli cauallieri di Malta I’ antieo loro nido di Rodi, eon V’attinenze che di gia possessero nel vieino continente, nominando in oltre quatro ellettori ecelesiastiei il patriarca della citta imperiale), V'arciuescouo di Justinianea*), prima essarco e primate antico nell’ Illirieo; prelato del regno di Bosna; V arciueseouo d’ Bteso essareo ¢ primate dell’ Asia minore, prelato imperiale; et V’arciuescouo d’Atene prelato del re della Morea et Liuadia. Tl che fatto s’hauerebbe da compartir ad ogn’uno delli predetti prineipi, quello hauerebbe a fare et apprestare per questa santa impresa. E perche il capo di tutto il negotio consiste nella sorpresa della citta imperiale, per tal effetto non vi si vorebbe meno di 25 millia conbattenti, sei millia dei quali fussero a cauallo. Con questi non solo s'hauerebbe d’attaceare Constantinopoli, ma proseguir anco la conquista della Romania, Bulgaria, e paese conuicino. Il primo loco perd presa Constantinopoli, dourebbe aquistarsi Gallipolli, situato nelle fauci dell’ Elesponto, con li doi castelli, posti alla bocea, chiamati Dardanelli, Questi 26 millia combattenti per la magior parte dourebbono essere fatti nella christianita, da traportarsi sopra li vaselli. In oltre la sedia apostolic per il suo re di Bosna dourebbe nelli vieini paesi a quel regno far approntare almeno sei millia soldati: la meta a piedi, e la meta a cauallo, con prouisione d’aleuni quatro millia per il medemo fino, nelle prouintio mari- time del stato ecclesiastico. E subito, che fusse attaecata Constantinopoli transmetter per I Hadriatico questi, et inuader la Bosna et Albania, con premer principalmente sopra alcune forteze principali, che in tale caso fussero prescritte. Medemamente all’ istesso tempo il signor gran duea Giouanni?*) hauer prima fatto metter insieme cinque millia habitanti christiani del brazo di Maina nella Morea, con altri tanti proueduti nelli sui stati traghettar in Grecia et attacear principalmente le fortezze di Nauarino, Napoli, Maluasia, Preuesa e Patrasso, Il signor duca di Niuers, che con la sua gente di sei millia persone, e li Maltesi almeno con tre millia sarebbono stati ad agiutar al signor duea di Ghisa la sorpresa di Constantinopoli, dourebbono 366 — quello subito tirare yerso Negroponte ¢ la Tessaglia, e questi verso Rodi. Si che quasi nel aliti di diuerse bande li Turchi si mettessero in estrema conlusi medemo tempo La grandeza dell’ imperio Romano non erollo giti mai mentre da una sola parte fu inuasa, aneorche per 200 anni continui vi fati con essoreiti di centinaia di migliaia, ma quando finalmente si risolseno diuisi in piu sqnadre, da piu bande attacearlo, in breue tempo I’ atterrorono. ssero li Gotti, Vandali et Hunni Nel corpo hur terra. Nel corpo politico di gran regno e stati ancorche si leui il capo, non per questo si mortificano Ie membra, anzi ben spesso queste poi hanno rimesso il capo nel pri- miero vigore. Pero un capo cosi vasto come I’ imperio ottomano, subito cho sia attaceato il capo, @ neecessario inuader V’ altre membra, altramente qu il capo medemo. Ne vi & dubio che li Turchi, sbatutti da tante parti, ¢ delle pin delicate, e piu vieine al capo, atteriti e sbigotiti, come in simil easi anuiene appren- dendo le cose sempre magiori, ¢ dubitando non rimaner oppressi dalli suditti christiani ancora, attenderebbono pit tosto a comporsi con li vincitori, che a difendersi da tanti insulti. Giouarebbe molto, che si operasse nel medemo tempo, che Emir di Saida saltasse in campagna nella Doria e menasse le mani per quelli paesi Medemamente procurar per via di persone confidenti, e con allettamento di pre: che li Cosachi con buona banda delli suoi, si facessero vedere alli liti di Romania, e scoressero il paese verso I'Adrianopoli, perehe questa sarebbo la vera strada d' apprirsi la via alla conquisti di quanto appartenesse all’ imperatore; © nel medemo tempo spin- gerui un’altra banda delli medemi Cosachi nell’ Asia minore, che con la speranza della preda sola, e sicurta di potersi in ogni tempo ritirare nel sicuro verso Constantinopoli, farebbe farli cose d’ inimaginabili conseguenze. No vi & da temero dell’ armata maritima ottomana, perehe oltre che questa © idotta in termine molto fiaco, per essere solito unirsi et farsi vedere nel mare non prima del mese di luglio; ’ unione christiana potrebbe hauer fatto quanto dissegnasse, con trouar le gallere nemiche ancora dentro alli porti ot arsenali. La spesa ne anco, che s’haura a fare doura far spauento, poiche il piu cho s’haura a spender nelle militie ¢ et apprestamenti, sara il primo anno della conquista, douendo V'altri anni, particolarmente li tre regi spender molto pitt nel migliorar la conditione delli stati che nel difendersi. Meno @ che l'imperatore non potendo cosi presto fermar le cose sue, come quello che per un pezzo haura a frontegiar con V'infideli dell’ Asia, haura bisogno d’ essere agiutato di continuo dalli confederati, non perd mai, come il primo anno. E che spese potra essere mai tanto grande, che non sia per essere sempre poca rispetto al gran frutto che ne douea seguire, poiche a questa santa impresa sola, si vienne ad esterminare V'infedelia dal Europa, la quale da doi cento anni in qua, ha di continuo essinnanito tutti li tesori Europei, e senza frutto veruno, et oltre I’ ester- minio dell’ impieta, si vienne in un medemo tempo a sradicare la perfidia del scisma orientale, restituirsi quella chiesa al grembo dela santa fede catholiea romana, con rimanerui il nome @’ Urbano immortale preso la posterita. Come quello, che in capo @ ottocento anni da che Leone terzo®) hauea doppo ottocento anni parimente dalla fon- Gatione d’ esso, rimesso Pimperio romano in piedi nella persona di Carlo Magno"), lo rimettera nell’ oriente di nnouo, tanto piu glorioso e nobile, quanto sara di magior con- sequenza per la gloria di Dio riputatione et authorita ecclesiastica, e bene uniuersale del mondo, a confusione di quanti politi detrahono della pieta apostolica. ano. mosso il eapo dal husto, il corpo con altre membra easea per te potrebbono far risorger

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