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PERCORSO: UN MONDO A COLORI

Introduzione - Slide Schema di presentazione


Il titolo del mio percorso è "Un mondo a colori" perché, non solo rispecchia il mio
carattere che è molto variegato, ma anche l'accettazione di tutte le sfumature della
vita, che, come colori, ci possono piacere o meno, a partire da quello della pelle, un
colore messo tutt'oggi in discussione.
Cittadinanza - Slide Costituzione
Secondo il primo comma dell'articolo 3 dei 12 principi fondamentali che regolano la
nostra Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.". Nel 2007 l'Italia è stata definita un Paese
multiculturale, dove nessuno subisce più discriminazioni razziali. Ma è così? Spesso
siamo costretti a scontrarci con la realtà dei fatti. Eppure, la Dichiarazione dei diritti
dell'Uomo li aveva previsti. Si legge infatti, nel preambolo: "Il disprezzo dei Diritti
dell'Uomo ha portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'Umanità"
rivolta ai regimi dittatoriali di quei tempi. Tra i trenta articoli leggiamo
principalmente: il diritto alla vita, alla libertà, all'istruzione, alla sicurezza, al lavoro,
all'espressione e alla partecipazione politica.
Anche se tutti i diritti della Dichiarazione Universale sono ammessi in ogni
Costituzione, ci sono Paesi dove determinate categorie subiscono persecuzioni che
giungono fino alla tortura o alla morte, oppure, ci sono processi ingiusti senza diritto
di difesa. Ci sono persone perseguitate per reati di opinione, perché non tacciono sui
soprusi dei potenti. Ci sono poi le discriminazioni di minoranza, definite così per
fenomeni di xenofobia verso minoranze linguistiche o etniche. Queste sono solo
alcune delle tante cause che hanno favorito l'insorgere di manifesti contro il
razzismo, spesso attraverso l'immagine simbolica delle mani unite. Difendere i diritti
umani è compito di tutti, anche se a livello internazionale esistono organizzazioni che
si incaricano di denunciare le violazioni e di stimolare i governi a un rispetto totale
dei diritti umani. Nell'ambito dell'Onu sono attive:
-la Fao: organizzazione dell'alimentazione che protegge le persone che soffrono per
la mancanza di cibo;
-l'Unchr: (Alto commissariato per i rifugiati) che distribuisce aiuti a chi deve fuggire
dal proprio Paese a causa delle persecuzioni.
Parlando dei migranti, vorrei riflettere sul fenomeno razzista nei loro riguardi in
Italia. Queste persone sono ormai più di sei milioni e hanno cominciato ad arrivare in
Italia all'inizio degli anni '70. Allora l'immigrazione era vista come un fenomeno
apparentemente raro e isolato nel Paese, perché in quegli anni l'attenzione restava
sugli italiani all'estero piuttosto che nei loro confronti. Coloro che migrano sono alla
ricerca di opportunità ma non sempre, viaggiando le si trova. Migrando infatti, in
molti casi gli spostamenti dai paesi del sud a quelli del centro del mondo portano
anche nuove problematiche. Credo che il razzismo in Italia non sia mai scomparso,
anzi, si sia sviluppato in modo maggiore e differenziato negli ultimi 20 anni, anche
perché prima non si era ancora consolidata l'idea che altre persone, non italiane,
vedessero qui il futuro delle loro famiglie.
Ormai, queste persone praticano i lavori più umili, ma molti di loro, non trovandolo,
si sono interessati allo sport come nel caso del ventenne Nfamara Njie, arrivato
cinque anni fa su un barcone, rischiando di perdere la vita. Arriva in Sicilia, poi a
Lecce. Già campione italiano nei 10mila metri su strada, Nfamara, originario del
Gambia, nel 2016 ha vinto la maratona di Brindisi battendo 800 atleti partecipanti.
Quello stesso anno correrà a Foligno, in provincia di Perugia per conquistare un altro
titolo finendo tra le prime pagine del giornale salentino. Il suo allenatore, dichiara
che Njie, l'anno prima, ha vinto la prima gara in Sicilia, partecipa ad una conferenza
e, alla domanda “cosa sai fare” lui rispose “correre”. Con la maglia italiana spera di
partecipare alle olimpiadi di Tokyo 2020. La sua corsa intanto continua verso un
traguardo più grande, quello di una vita dignitosa. Lo guiderà la libertà che solo lo
sport sano può insegnare.

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