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eto sresso auroRE:’ Dall Steintof Dal'Insio Dalla cota tin Goo flesfia dell Europa Tone dla legge Llngelonecsario Areipelago Treiame Massimo Cacciari HAMLETICA | | i | | della pura follia di Ofelia, che mulla accusa e ei nui- la prega, puro «lamento» d'amore. Forse & per na scondere la vergogna di non sapersi obbedire che Laerte ¢ Amlcto gridano di volersi far seppellire con Ta fanciulla. Amleto, che pit di eat U'ba tradita, pi Gi tutti provera quella vergogna, fin quasi forse Vombra del pentimento. Ma come nessun Mefisto- fele lo ha accompagnato nella sua storia, cosi nessu- na Gretchen ne invochera la salvezza. 40 uw ‘CASTELLI Un mythos altrettanto irrinunciabile di Amleto & ormai anche il K. del Castello, Simbolo, e come tutti iisimboliinesauribile, il ‘castello": mito, il racconto della “lotta di K. contra ess. In Amleto il soggetto € impotente a costitursi co- re subsiratum della decisione ¢, mentre fa segno al- la possibilita di nuovi ‘ordini’, senza mai riuscire a denominarli, € costretio a obbedire alla logica dei {fait In tale aporia si dibatte prigioniero, condizio- ne che non gli impedisce di volere e di agire, ma che marchia ogni sua arione di incompiutezza, 1 ati pesano su K con altrettanta forza, ma la lo- ‘ro massa si & coagulata come in uno strato geolog' co impenetrabile, Vi é una gencalogia di Amleto: gli appartiene a una storia, che & comune alle altre parti del dramma, K. @ invece straniero, «cin Frem- der», anzitutto perehe ‘astratto’ da ogni possibile col- locazione di sangue e di luogo, catapultato ex nihilo nella sitsazione destinata a condizionarlo per ogni verso, ma anche perche tale situazione ci appare.co- 4 ‘me un mero dato, non il prodotto, per quanto ormiai mina an yea erga cre manifesta cosi perfettamente prigioniero deli ord ne dei fat da rendere inconcepibite il timbro stesso della decisione. Ogni gesto, ogni parola che, consa- pevolmente o no, ne eccedano il ritmo necessario vengono cousiderati come un inspiegabile fonomena, Sualeosa che le"Tegg i matara’ ca acm obbedisce, non prevedono e non possono interpre- tare. Un evento, tuttavia, che pure si da, innegabile, tun caso ‘mosirioso", ma che sarebbe impossibile fin- gere di ignorare, Un caso solo, almeno pet il mo ‘mento, che costituisce un imperéeutbile campane!- lo diallarme, debolisimo, forse soltanto immagina- {o, ma che si dovra comunque considerare. Ilpart- digma’ dominante & chianiato 2 dimostrame potenza ~ non certo attraverso sgradevoli e, alla fine, sempre pericolosi confronti, ma esibendane i dato dell'assoluto isolamento, deit'irrilevana, della ineffeteualita. 1 dato dell impossbilta di decider Non cra ancina cosi per Amleto, Eglié, si, indivi ‘duo sola, per cid che conceme il pensievo che ne corrode lagire, ma idea di vendetta costituisce un orizzonte comune, Amleto @ ‘esperto’ del linguag- gio della ‘prigione’, e percid ne comprende l'orrore € la cisi, Proprio il ‘comune’ viene invece precluso a Ky non perché esso alluda a una qualche esoteri- ‘ca, segreta dimensione; all'opposto, gli “autoctoni’ siostinano a tentare di convincere K. che it oro ki guaggio € quello perfettamente ‘naturale’, di per se evidente, e che pereid @ necessario che tutti i "casi Hal ducano, a meno di non asformar in foi aadinamica delle due figure appare duinque 0 sie complementare: Amletomiuone dal ovdine del fatti per scardinarne, invano, la savranitas K. appa: re, fin dalfinizio, straniero, ‘ontologicamente’ tale, ‘e muove per comprendere e pariecipare a un ‘iste. 2 ‘ma’ che gli rimane impenetrabile. Entrambi esprit mono volonti di sapere. Amleto deve conoscere il ‘suo passato per dare fondamento al suo agire; K. 2 cormal eksistenza pura, ‘spiantata’,¢ tuttavia anela a conoscere ¢ 2 car ragione del proprio esser-getiato ‘Vuole che il suo ‘caso’ venga spiegato alla hace della norma, cessanclo cosi di essere tale. Ma la norma, per riconoscerlo, dovrebbe essenzialmente.mutare. E questo. K. non pud chiederlo, ¢ di fatto mai lo thie, Gome potebbe wn india ifondare in io comune? Amleto lotta per ‘liberarsene’ nel Iomentostesao in cui € costretto a obbedie al co ‘mando del padre, In questa contraddizione vi & tut- ta fa sua soujfiance. K, sembra lottare, invece, pro~ rio per entrare a pieno titolo nella rete dei atti in futaferma dl essere stato chiamato, ma in reall gli esige che essa gli riveliil proprio fondamento, la propria ragione di essere. Ne vuole il nome = un, nome che a lui suoni comprensibile, evidente. Un. rome a sua ‘misura’, Da qui ha inizio il gioco inter minabile delle interpretazioni. Amleto conosce le leggi della ‘prigione’ nella loro stessa infondatezza ene esperimenta il naufragio. K. yuole che quelle Teggi lo riconoscano e ‘soddisfino’, vuole ‘prendervi ‘casa’ = istanza irvicevibile, poiché cid appunto com- potterebbe la loro ‘catastrofe’. La legge, ripetono a K, non @ qualcosa che abbia fondamento, ma é i Jondanento, won ® legittima perché un Valore la fon- dda, ma & esa che giustfica ogni forma dellagire. Ogni potere si costituisce nell’ambito della sua Po- tenza, che mostra sé senza bisogno cli ‘dimostrarsi’. Fuori di-essi @ nom-potenza, niente di potenza~€ poiché to besi radhce to do, niente alfatto, ‘La terra che nell’ Amleto si era spalancata sotto i piedi del sovrano, inghiottendo lo stesso principe, si & in Das Schloss come ricompattata dopo la catastro- fe. E una miassa che non richiede pid ‘giunture’, B che sembra aver assorbito in sé ogni contraddizio- ne. Ilconflitto abita Vinterno del palazzo i Amleto; il termine stesso é incomprensibite nel Castella. Se ve he appare una traccia, essa 2, per cosi dite, i im- portazione. ‘Viene’ con K,, oppure non risulta che Femotissima memoria di un doloroso segreto, come nel caso di Amalia, Amleto @ lo straniero della cases K. cerca di farvi parte, senza poter accettare che quella erisi, quel vortice segnati dalla figura di Am- eto, i siano irrevocabilmente chiusi. Das Schloss: cid che & chiusoy'cid che non pud aprirsi (ent-schliessen), che pud durare proprio per- he non si lascia aprive, Ma lo Schloss if Chitso, non é tale perché racchiuda in sé un segreto, che possa o debba essere difeso. Se cosi fosse evochereb- be immediatamente lidea del suo apritsi. Segreto & cid che consente di essere ‘scoperto’, E cost pensa K.:il linguaggio, le norme, la vita che osservo devo- ‘no avere una chiave che mi permetta di compren- derli, ci interpretarii‘giustamente’. Ea ‘risposta’ & sempre la stessa: la tua interrogazione fallisce per- ché non c’é nulla da scoprire, nessun arcano da: svelare. E ‘evidente' che la legge dei fattié chiusein se che su di essa si fonda integralmente questa vi- ta, Essa non rimanda che a se stessa, ineonfutabile tautologia. Ieastello evoca, tuttavia, idee ben diverse; suiona twaduzione infedelissima di das Schloss! T castello & ‘cid! che si apre al pellegrino, che davero abbia aperto se stesso al Re che vi abita. Il “palazzo del amore’ rivela nello Zohar due volti: esso custodisce LOcculto oltre ogni occulto, ma @ anche, in uno, i Imogo in cui Occulto bacia 'amante che ne cerca: va la Luce. Il castello pud essere «sete volte cerchia- ( d’alte mura», ma chi dawvero rivolto al proprio 4 Fine sapra attraversarne le sette porte ¢ i sette fossi ‘come terra dura. Il simbolo del castello ricorre in, tutte Ie tradiioni mistiche, e sempre in questo sen- sot esto dona accesso alla sua Stanza a tuti coloro che procedano sulla «diritta via» 0 verso di essa si siano finalmente avvati Tl viaggio @ parte essenziale del castello stesso; le stanze © starioni per raggiungerne il cuore sono sui aspetti integranti, Non & concepibile dimorare nel castello senza avere attraversato tutte le moradas che conducono al suo interno. Questo non @, alla fine, che ultima delle moradas. La dimora conclusi- va non é che la via al suo aschaton, il punto che ne ‘esprime tutta Fenergia, inseparabile dalla fatica dal rischio del viaggio. Le moradas non rappreseatae no tappe di sosta, momenti di riposo o di oblio, ma gli aspetti culminanti della lotta detl'anima per far esodo, uscire fuori di se stessa, rivelare la propria natura ekstatica, IL castello nella sua ‘composizione’ corrisponde all'impetus dell'anima «ferita d’amore», ai momenti del «vuelo del espiritu» (Teresa di Avila) che come fiamma sale lassi. Attraverso sette giornate, attraver- so sette ‘chiusure’ (le sept cléhures di: Ruysbroeck), sette stanze ¢ sette cieli, che alla fine avvenga oppu- re no perfetta unio mystica, il castello, per quanto ‘composita ¢ complessa ne appaia la figura, rimane Tuogo che accoglie, simbolo dell'edificio dell'anima che custodisce nel proprio pitt impenetrabile pene wale il trono del Re. L’opposto dello Schloss. tuttavia il castello non siapre se non a colui che hha deciso di affrontarne tutte le moradas ~ con volon- {8 fermissima, volontd che dawero allora appare Pessenza stessa dell'esserci, Per penetrare nel castel- lo @ necessaria volonta oltre-umana, capace di attia- re Paccorda tra la pienezza del fare ai Marta ¢ Ta ‘contemplazione di Maria, capace di vincere, anzi @ supervincere la ‘grande guerra’ con le potenze che fanno‘dipendere’ dai one impediment mondan «sin otra luz y guia / sino la que en el corazén ar dia» (Juan de la Graz). Chi non si decide da ogni vor ont’ aii possesso ‘quaggii’ e non decide di trascen- dersi fino ad ascoltare in sé il divinum silentium, $i di- sperdera faralmente hungo il viaggio, per quanto vir- ‘tioso e sapiente possa essere. Teastello & percid ‘transitable” solo nella misura in cui venga riconosciuto immagine della nostra pitt intima lotta spirituale. Ma tutto intorno a esso si di- ramano i ssentieri imperfetti» (Juan de la Cruz). I ‘camino seynato dalle moradassale diritto, ma aspro € scosceso. Molti sentieri pitt comodi lo accompa. gnano da una parte ¢ dallaltra, Salgono anch'essi, ma finiscono col perdersi; cammini che sj affidano, alla fiducia del possesso delia nostra liberta e del no- stro sapere, ‘sicuri’ soltanto di talivirtd, Anche que- sti cammini, tattavia, sono parte del castello, poiché appunto in ¢ss0 non & dato entrare senza affrontare tutti pericoli della via, I castello si trasforma imme- diatamente in Schloss non appena si procede per i senteriimperfet it suo centro e *conguistbile! soltanto se muore 'uomo vecchio dominato dalla vo- Jonta di conquista, se sul volto di quest’ultimo seen dela «noche oscura» Tcastello non € dunque fortezza, non é acropoli fortfieat,sgidamente definita nei suoi ald bast ni, Il castello sono vie, passaggi, stanze, in ognuna delle quali hanno huogo disunte tote spinal I ‘astello €il suo «cerco®, il suo «arrabal>», le sue «no radas», Ie sue «piezas» e infine la «cémara> o vero € proprio «palacio del Rey». Il castello sono anche i pericoli delle strade che seducono degli incontri che lungo di esse possono sempre accadere con le potenze din-boliche, Smarrire la via che conduce al- Ta spueria de entrada» @ possibilit 16 ‘composizione del castello, Nel suo labirinto essa de verimanere sempre aperta Le vie del castello sono Popposto di un cammino solitario, A ogni passo ci siimbatte in «amigos», «pa- rientes, in funizionari € messaggeri che vivono nel «palacio» o nelle sue stanze pid vicine, ma anche in -, uno. sfarzoso. nuovo edificio, un ricco palazzo di cit; nulla di una co- struzione compatta e ben disegnata, ma un vaslo complesso di fabbricatistretti gli uni agli altri, di di versa altezza. La torre stessa, che di un Ritterburg sarebbe l'accento acuto, qui non si capisce se & pat te di un edificio d'abitazione o i una chiesa, Piti K. vi si awicina, © gli sembra di awicinarsi, pid Io Schloss lo delude. R «ein Stadtchen», «ein recht clendes Stidichen », una cittaducola dawero mise a, meno ancora: un insieme di case di villaggio, un paesoito, che ricorda aK. quello suo natale: «a que- Sto cosiddetto{c.n.| Schloss il suo Heimaastidtchen era quasi simile ». K, Sorvola su quieste osservarioni tive- latrici, cosi come, quando riprende il cammino do- po Vincontro con il maestro, sul fatto che «la via principale» su cui procedeva non conducesse allo Schlossberg, ma solo «nelle sue vicinanze», per poi piegarsi , nell'carrabal», nei dintorni, nelle adiacenize del castello, ma in realta 2 nel suo ciuso,stranieto e pr sioniero a un tempo Un fatto é certo, e vale la pena ripeterio: nellaria limpida det mattino, alla ince che pit nitidamente dlisegna le figure, lo Schloss appafe del tutto simile a un castillo, per quanto in stato di miseria, Ma ® in possibile distinguere le diverse vie che vi condueo- no, quella “dirita’ dai sentiertimperfeti interro Una sola ven’, e sembra girare mu se stesa in un c= colo vizioso. Non ‘impervia’ come quella del caste. lo, ma quasi ‘immobile’; una via che affoncla in se stessa esi Wasforma in arresto. Rovesciamento ironi- codisperato della stazionesnon-starione che concli- eva Vitinerario del castello? Il castello 61 “diabol- camente’ trasformato in Schloss? O la mente di K ‘non pud immaginarlo in altra forma? O Schloss K. appresentano insieme le due face della completa dimenticanza del simbolo del castello Schloss ¢ castello appaiono simili, ma questa so: rmiglianza non potrebbe essere ‘lavorata’ da K. Nella sua mente noni vi posto che per Vimmagine dello Schloss. Per lui si tratta di procedere verso una po- tenza ultra da sé, dalla quale apprendere il senso della propria presenza e della propria destinazione ‘Quella potenza non lo caccia, lo las eserenell'as- soluta Mdediione intorno al suo ruolo, Listanza che muove K-@ che esa decida per Ini inequivocabik ‘mente. Per raggitingere tale scopo egli usa di ogni possibile intermediario come mero strumento: vi s 52 alferra come al braccio di Barnabas nel secondo tentativodi'toceare’ la portadingresso dello Schloss Lo stesso amore di eni @ eapace é solo quello dei! wii come tale ‘condannato’ a priori a non poterlo ‘sal vare'. Il castello si ‘apre’ a chi entra in se stesso, r volgendosi al proprio ‘fondo’ per solo impeto di amore gratuito. Per ogni alta “intenzione’ ess0 ¢ il Chinso, che non pud essere penetrato se non venen- do distrutio. E come potrebbero i stoi intermediari favorite un simile fine? E inevitable allora it dibat tersi dK. tra fiducia ¢ increduli@ net loro contron: 4, la sua spasmodica ricerca di mesmggeri, ‘passag, gi wa vllaggio e Schloss, contraddetta ogni volta da disilusione sui loro effetti poteri. ‘Alla luce’ del castello K.ignora tuto di quelle potenze che davve- 10 ‘dischiudono': saccoglimento interiore, abban- dono, pavienza. Straniero a esse, il eastello non po- twebbe comunque apparirgli che nella forma dello Schloss, ¢ la sua lotta trasformarsi in un’intermina- bile interpretazione sul modo di accedervi. Come Amileto egli lotta ¢ agisee, ma il suo agire deve per ci restare incompiuto, Come Amleto egli'confida nella forza del suo intenio, ma Vimpazienza di con- seguirne il fine diviene essa stessa la forza che sem- pre lo allontana.’ II peceato che ci ha caceiato dal Paradiso & quello stesso ehe ci impedisce di farvi ri- torno, @ detio in uno deghaforismi di Zirau. «Ein Fremder» & K. Ma anzituto a se stesso. D ricorda fuggevolmente di avere moglie ¢ figlio; un semplice cenno, senza alcuna nostalgia. E di essere agrimensore, ma soltanto quando gli viene ordinato di lasciare immediatamente il territorio del Conte, ‘mentre non aveva mostrato di sapere né dove si tro- vasse né chi lavesse chiamato al momento del bru- sco risveglio: «In quale villaggio mi sono smarrito 53 (oerint)? Qui vi ® dungue uno Schlos?s. La notte Brim, immerso in sca e oscuro giungere al viaggio. Su quel ponte aveva a Togo sostato, uardandlo in ako sin die scheinbare L re=, nel toto apparente, Qual fume sl accngeva a otrepassare? Quando, alla fine della su prima siomata, dl nuovo s€ fatto completamente bo, Incontra alla locanda Arte Jeretiss, nom sicono sce affato in loro i veccht ania che aveva deo & Schwarzer di attendere,«°Chi siete domandd gut dando oraT'uno ora altro.“ sero .. "Comes" ehiese K "Vo stant Quella cu mi son fatto sogure e chest aspettando?”. Lora disero "Bene, disse K dope un poco “bene che sate vent. Se fossero ver mente | “suo, come pud chiedere lore se hanno tides. delfagrimensira? Eaecetiare immediate, mente la loro risposta: no"? E se non sono {sue perché si lascia ‘convincere’ subito dell’opposto? Al passato di K. non appartengon né questi aiutantt stesso: Qui é venuto, € qui sembra essere il suo nizio. Da questo inizio non pud pit in alcun modo ‘liberarsi’. «Auswandern kann ich nicht»; migrare ancora non. poxso. Cos'altro avrebbe potuto atirar- lo «in dieses dde Land», in quella terra devolata, se non linsopprimibile desiderio (Verlangen) di rima- nervi? Qui dunque qualeosa doveva averlo chiama- to, necessariamente. Che cosa? L'itinerario nel castello si svolge riponendo sem- fe pitt im alto le suuzioni che si attraversano, non di- menticandole. In K, invece, @ come se ¢i0 che era e ha fatto fosse ormai tutto ‘inutilizzabile’. A partire proprio da quell'unica ‘proprieta’ che sembra esser- gli rimasta: il mestiere di agrimensore. Che cosa lo ha strappato via dal passato? Una nostalgia di anda re? Una chiamata irrevocabile? Amileto si @ separato, 34 nella sun mented quel fat che pure continuano ad aranave dirt su ti Ini Kage nel co villag ior che lo determina per ogni lato nel so agire, Senza ruscire a giustificare Ia propria presenza. La ua cosa ci che seinbraesvenzatnente riguardarlo, dawero posta su nulla La aa storia iniia nel o> mento in en, dopo quella liga sosa sul ponte, de- Gide di araersario; az, dal momento in cul viene Sveglat alla locanda lo informa che quel vila gio appartine allo Schloss (e pete Iu in certo todo, gia sabita o pernotta» also interno} eche non gitsara conceso fermarsl senza Vautorizazio ne del Conte Westwest ‘Gomes des dal suo passat, cos woe diser- rare lo Schloss Lo vole con determinazione, soppe SS tutti mezr act allo scopo, segue tuto cd che gl femba indi o taccia utile, Se qualeosa ne rvcla iTmesiere,& questo sus infatcabiecileoare, Ma i Calcolo appare qui senza impiego’. Non ha dstanze dia coprite ne terre da mistrare: Ne porte da selle- fe dal cardin. Nessmo lo aresianel suo volerpro- Cerere verso lo Schloss ‘ol, asada 8 comte sa Tontanasse, Nesuno fo cacela (cima oxerebbe cac Carla via signor agrimensore?e, neppure dag ap. partanenti el funzionati; neppure dalla carrorza {i Klamm), ma certo nessuno fo tatiene. Nessmo taccitta e nessuno tateneva neppure nell Miner fioal castllo, In ognistante era possibile marr, jivogoiistate rovinare Timmagine delle sue saz. nitilucendole a ties! ostacoli Gu dare Pasalto. E Guests la condizione di K? Non tl che «awrebbe Yolute penctrare.nello Schloss adesso, di notte>, hella presunsione dl vere ditto diaccederv pet {prop meri (enon voglio elemosine dallo Schloss, ‘onder mein Recht»). K€ totalmente straniero anche in questo, nel sere esraned qualia dimensione di fede. 1 Kak 5 smi teologici sono privi, proprio in questo, di ogni fondamento. K non @ in mula un autoritatio a Franz B., poiché quest ultimo viveva e scriveva nella pill lucida consapevolezza di non poter essere quel Kierkegaard che amava. Tl salto, lascommesa della fede sono inconcepibili in K., impossibili per Franz Maé il secondo a custodire in sé Tidea di quel castel lo il cui cuore @ raggiungibile solo da chi ne ha attra: versato tutte le ‘stanze’ e, alla fine, sa oltrepassarsi. K invece esce dalla notte, separato da tutto, st rivolge ad alu per conoscere la sua via, esige che il suo fine sia ‘premio’ della sua ‘viii’, anzi: che il sue consegu ‘mento rappresentiil successo, il piéno rieonoscimen- to del proprio essere libero. Le elemosine lo olfendo- no ¢ una gravia non potrebbe da lui essere rifiutata, peril fatto che neppure la saprebbe avvertire Ma non é stato, invece, chiamato? Non se ne @ am- dato lontano dal paese natale, nion ha fatto ‘esodo' perch¢ il Conte lo aveya mandato a chiamare? Nulla To documenta, se non la sua stesa parola, ma soltan- to dopo che ha appreso che quel villaggio apparte- neva a un Conte. Se ne @ andato via lasciando tutto (ma che cosa in realta ricorda?) senza alcuna lettera i invito da esibire al momento del primo ‘arresto’ Eppure sulle lettere mostra di fare grande affida: ‘mento; la seritturaé per lui oggetto di cure particola 1, come dimostrano le esegesi che tenta delle due che gli giungono (forse) da Klamm. Tuttavia, Schwa zer non gli fa explicita richiesta di esibire tin invito scritto; € Come se tale circostanea non rivestisse-aleun rilievo particolare. Tutto si svolge, in questa fonda- mentale scena, attraverso comunicazioni oral. Uno dei sottoportieri risponde alla domanda di chiari- menti da parte di Schwarzer dapprima in modo as- solutamente negative («mai sentito parlare di un agrimensore) e solo un istante dopo ammettendo, invece, la ‘chiamata’ (Io ha verificato il capo uflicio 56 in personal). Ma il passaggio rivelatore, fatto cadere Quist incdentalmente, sore A eters rub € ello successivo, in cui appare come solo a questo punto Kai wenta davwero nominal: +K. tendeva Forecchio. Lo Schloss lo aveva dunque nominato agrimensore>, Ne @ sorpreso, Aveva arrischiato una rosa, dicendosi chiamato eagrimensore, di cui non teva prevedere Vesito? Comunque, proprio ora per Tu na la ft, Lo Schloss ha acolo a sida, non importa se lui 'aveste provocata ono. Lo Schloss hha dimostrato di sapere di K. «tutto quello che occor reva sapere» ~ clie fosse o non fosse agrimensore che lavese 0 non T'avesse chiamato. Pensa forse per {questo di poterlo tenere in pugno, in uno stato di continuo terre, «in Schrecken »? Si sbaglia. La vor lonti che K. sente di possedere @, anzi, pronta a far leva su quella prima concessione per entrare nella vita del mondo in cui @ finito, Ma egt esige di parte- ciparvi liberamente, e cio’ conoscendone le ragioni € la suaal loro interno. K nom pud esibire aleun permesso che l'autoriz a restare se non questa sua volondd. Egli non sa dove Si rovi («ln quale villagyio mi sono smarrito?s); & certo soltanto di aver compiuito un Ingo cammino, di averlo voluto compiere da solo, per giungere in lun Inogo dove rstare Questa volonta deve pure es sere stata risvegliata da ‘qualcosa’. Questa. ‘causa’ che lo ha separato da tutto, fin quasi a fargli dimen- ticare ogni pasato, ora &cid che eli vuole conosce- re, wader faccia a faccia. Vi & un Signore del Iuogo, dove la sua strada si & interrotta, a quel misero vik Taggio immerso nella neve? Bea Tui che occoreerd ri volgersi, «non ¢'@ altco da fare». Attaverso e oltre tutti guardiani e i custodi. Lui abita nello Schloss? E allora bisogna decidere di entrarvi, di ‘apritlo’ nuesta ricerca, dopo una prima, breve ‘indecisio- Bowens concer ¢ Ke ogi e ileto di ean 37 Che inizi la sua lotta, B stato chiamato a questa? Ma chiamaio quando, da ¢hi? Chiamato da se stesso, lalla voce del suo silenzio, via per sempre dal vllag. gio natale? Comungue sia, ora & questo il suo biso- §no, il bisoguo esseniale dell'esserci: essere ricono- sciuto, Tie mi chiami. Deve essere un Tu a chiamare, poiché solo da un Tu posso vedere riconosciuta la ‘mia Ibert I viaggio poteva svolgersi in solitudine, rma in solitudine non deve finire: Non. lo vogtia. La volonta non pud volere soltanto Pesseretibero: la li- betta esige dessere riconosciuta dallaltro. E messi no lo potrebbe impedire. Che K. lott pure per quic- sto fine, Non soltanto nessuno Io cactia e nessina reale barriera gli si oppone, ma, in fondo, fin dal- Tinizio, egl viene trattato «con motta cortesia» Che K. sia giunto & iraversibile. Nessuna ‘autorita’ potrebbe decidere se sia stato veramente chiamato © no, ma lo ‘scandalo” del tutto reale é la sua pre- senza qui-e-ora. Perché questo straniero & qui? Per ché @ piuttosto che non essere? «Sie sind nichts. Leider aber sind Sie». Lei & niente e tuttavia, pur troppo, qualcosa: umo straniero, sia all‘essere che al niente. Un-niente che chiede, interroga, che potrebbe magari persino inquietare, spaesare. Un niente che vuole sapere perché &. E che erede di po- terlo sapere da un altro, da cui pretende di essere stato. personalmente chiamato a svolgere sue pro- pric, peculiari ‘missioni’. Un niente straordinario (cost sirivela K. agli occhi di Frieda, di Hans, di Pe- is dei ‘fanciuli’ anzieutto} in Totta per! ‘Liimpossbile si dice in molti modi. E Fimpossibi- lec coincidenza di castello e Schloss: Fimpossibile ac: cordo tra la via infinita che conduce alla conoscenza i ‘chi’ chiama net fondo det sé e la mera intermi nabilita dei sentieri imperfetti. «Poteva allora la strada essere unendlici?» si chiede K. a to.al Draco di Boras, glurando ase siete che lla 38 lo avrebbe tattenuto dal «weiter gehn-, dall'anda- re avanti verso quella che non puo pensare s€ non, ‘come una porta sbarrata. La strada é “infinita’ per- ‘ché compierla non é datoalle ‘potenze’ di cui K. d- spone, o perché il procedere hingo il suo cammino comporta tn'infinita durata? K. vuole ‘andare avan- 1’; ma il procedere non contiene in sé affatto il sen- so del terminace, del compimento. Impossibile che il persistere nel tempo della ricerca ¢ della lotta pos- sa riuscire per forza propria nell'istante ‘felice’ del- la risposta Se il castello @ Schloss e si erge ll, di fronte a noi, ‘come quialcosa di disserrabile soltanto, penetrarlo, conquistarlo @ impossbile. K, @ assolutamente estra- neo, straniero anche a una tale coscienza, La sua do- ‘manda @ sempre la stessa: «Perché & impossible?» gli immagina che la sua libert posse soddisfarsi ragginngendo cid che vuole. Ma la liberti-pud solo weiter gehn>; ¢ Fandare avanti pud anche sempre significare ‘ricorrere’. La volonta vuole certamente potere, ma essa @ ‘gettata’ nel mondo dei fatti che non ha voluto © che conosce sempre imperfetta- ‘mente, La volonta neppure pud rivelarci come ab- bia potuto accadere quel gesto iniziale, che ci ha fat- to presumere il nostro essere-liberi: quello che ha concesso a K. di strapparsi via, chiamato 0 no, dal ‘suo precedente stato, di ritrovarsi solo, dinotie, nel la nebbia, per fare cid che ritiene essere il suo com- pito. Impossibile é che questa idea ci liberta coinci- da con il potere di compiere cid che si mole. Ko & qui, non ¢ dubbio, qui é giunto. Queli det villag- ‘gio non si sono mai mossi, mai hanno ‘viaggiato", ¢ solo Frieda sembra provarne nostalgia. Ma K., colui che & giumto peregrinus, attraverso. ager innevato, ora vorrebbe stare, ‘essere’, non ‘divenire’; egli r= tiene compiuco il viaggio che ‘misteriosamente’ Pes- sere-libero gli ha concesso. E ora avanza la impossi- 59 di poter restare ee 7 Min anche il ‘nude? restare pud exer nvece © pub energi icc, solo conceso. Avrebbere. pout nom scoters Bomandaocost la cosn& ata deci cal so ster so arvo. Neppute gi all possons farts ata fo Nessuno pud exccto, pene mero mee ee scare Ta fecia del temp Ma come infopes dao thee pe latabertche ta pot contivare bas Apontre aconlatone rer ae Danimarca? 2 r Tate le ‘parabole’ di Kafka uotane intomo ata le spot che Ita & stant cheno che port alla ital vivere © porte mete, provanie desderio, ma nesain sentere perfeta ¥ once Ogni sentioro sinterrompe ¢ st smart Ogi azione @ una letera destnata al villages semrare prossimo, un parola volta alla parle che mares Gis nam dipende dana debolera della volont da neglgenca.o accidis, ma dal ato che questa ta & vita ita, i Se steve compra imporente a Procedere aifinfinito, che a wash in inne tan én vera Vita. ie un fammente i gl do. ve s esprime a questo proposto tttaTuthaitclee vat Kafka © Witgenstan: «fl propso ens for tale gl alia Ia stra, gh si bate le frome contro 1a propia ffonte fino. a sanguinare, Metter pet via dato, anche se al poten chiaramente i Gicarne la causa Maa via biforcan ogni momen ‘0. Ogai punto del cammnno & quel porte su Gu K sesta a lungo prima di decider per la srada che porta al village. I allors ha ini a atvi — non per rears € basta (pond nessun dubla), ma per dare un significa come oo. pio a quella ‘decisone’, per dimostrame il fonda fnento di pid, per dimostrare che essa € il fatto del nostro ewereiberi e che sorb su questa Herta che nol costriremo qui la nostra dimora Sid €inpasite mpossibie, anit, indica re causa del eammino intrapreso.K sat0 oso da nostalgia deandare? Perehéallora ote ‘inter rompere™ il suo destino? Avera quel sillaggio come sua inéta? Perche allora ne ignor cos palesemiente i Tinguaggio’ E stato chiomato? Ma se obbediva a tun otdine perché insist nel proclamare la propria liber? E imposible, infne, che, senza rizponta a fqueste domande, poss trovarsene una che “dia gone alla ita, ‘Anche in K. matura lentamente idea che «im posible sia dimostato impossible (sch das Ur Megiche ols wamigch aig ats e'he iso in es non dipendano da circostanze occasional da Final dei messaggeri, dalla ost degl a bitant, dala negigenza di qualche funzionsrio, 1Zides dl una propria eolpa’ nel modo in cui ha af Frontato Vintera sttazione fa tuce in lu "Colp ome raicale mancanza e radicale responsabilt ‘colpa! come impetenza s ropondere al"desiderio cherel ba tloso, che el ha meso er via. Nesuna dlurata di vita basterebbe a soddlsfare tale responsac bila ~ e tuttivia non sive che per questo. Lim. pomibile reste & ogni amoweaore’ della sua Frnpossibith. Perio a sua natura @ propriamente quella dell indsrtle I possibile ¢ tle perches ‘tts ma sempre imperfetamente rispewo alla sua iden Limpossble 8 avece:ihdstroubile ead durare aevere,e che nesta vita pu realizare, niecessario cost sia, poiche Fimposebile non pd es tere pensato che some Testremo posible, quella ‘Posdblia’ che Te tglle tute ¢ che & Smmanente 2 61 cz. peeps nomen de es Gli exrori di K. sono segni di questa ‘colpa' * poi- chéK-@ certamente anche in etrore E Katka cleo gonosee in Wi, lo rappresenta con spietata partecipa- zone, K. 2 impazient, laddowe proprio eae toc to chiamato lo obbligherebbe alla pitt obediente atiesa, K. fraintende Pimportanza dell interrogare (all opposto di Kafka, che ha bene appreso ~ scrive a Zirau ~ «perché la mia domanda non otteneva r= sposta; oggi non capisco come potessi credere di po- ter domandare»). K. @ costantemente propensd a occultarsi la miseria del proprio siato e a sovrastima: re il senso della propria liberta. K cade in evidenti contraddizioni nel proprio atteggiamento nei con- fronti del mondo del villaggio, passando da mo- menti di quasi cieca fiducia ad altri di incompren- sione sul ruolo che i suoi abitanti potrebbero svolge- re nella vita dello Schloss, K. maschera con espres- sion di modes Pesigenza asolutamente infonde che vengano riconosciuti i propri diritti e i propri ‘meri, A Tut non basa affato Pesore stato chia to (ammesso lo sia); pretende di eserlo stato per 6 che sa fare Quasi che il suo potere 'avesse impo sto. Anche in questo senso, K. @ altrettanto lontano dall'essere una figura abramitica, di quanto I'Ulys- ses di Joyce dal personaggio omerico! Ma il dubbio pit profondo corrode K sul fondamento delle sue domande ¢ delle sue pretese, e cresce nel corso det 62 lavicenda ~il dubbio che Kafka & riuscito a esprime- re in quello straordinario esordio del romanzo in cui K. sembra scoprire dove si trova ¢ che cosa ‘fa’ soltanto attraverso le parole di Schwarzer € dei sot- toportieri dello Schloss. Lerrore di K. non sta nella sua ‘colpa’, ma nel cercare in tutti i modi, inconsapevoimente, almeno fino alultimo, di occultarsela. Tuttavia & soltanto i >patirla con angoscia che potrebbe aprir allidea del- Pindistruttibile in noi, Kafka Faveva appreso da Kierkegaard, senza poterne condividere l'esperien- za di fede ~¢ cid egli mostra per negativo in K. Che la via posa essere «tmendllich non significa per K. se non dilazione e rimando; idea di infinito produ- ce in lui soltanto Pansia dell'interminabile «weiter ‘gehn » il préblena si configura ai suot occhi sempre nella forma dell’ostacolo, della porta sharrata ~an- i, dell’ altro che ci ‘invidierebbe’ la vita ‘Kafka conosce nell'intimo di sé Verrore che PAltro, ci che in nessun modo ci sara ‘cattura- bile’, Nim-possibile, non é se non Mindistruttibile in noi, Sull’indistruttibile im-possibile nulla pud il no- stro esseredliberi ~ semplicemente perché vi coinci- de, Lindistruttibile non ulteriormente fondabile ron @ che Pessenza stessa dellesseret in quanto li- berti. A questa ‘coscienza’ fa segno Kafka attraver- so Vera di K. Un passo particolarmente lo rivela, quando K. rimane «unico padrone del campo nel cortile dell Albergo dei Signori, dove aveva atteso, {in un interminabile indugio, l"epifania’ di Klamm. “Abbandonato’, diviene ‘padrone’. F ‘lasciato fare” poiché ilsuo fare nulla pud denidere. A questo punto, a questa soolta, K intuisce l'aporia della liberta che Gretieva di pesediere E Balmiente glunto a Otte: nere di spezzare ogni =Verbindung», omni legame ‘con gli altri; ora egli€ libero come mai era stato; aveva conquistato» attraverso la sua lotta («erkampft>) o sat apace Un Ibert amr Je Ed ecco, proprio questa invulnerability gap: pate di colpo quanto pit insensato disse pore dari Non per eee co cro ae ht stando o laiandlo "in pace” nom pak soe rien noscimento. Cosi Giacobbe diene leseles Itt do cn Tangelo. Linvulneraile woe conanee e non lotta il Chias, das Sehae Lites el bes €2 sola’ i rovescianellimmnagine della fosters chevorrebbe expugnare Una strana fen eva alenaia dK: ehe Io Sehlos avese acceltaio sorridendo la Iota cog tar depo aver soppesato apport dl fora. Coase wrebbe ke Sno Io Slow acre un quiche dbs Ties oe tolnel conffond dl KaE berché anche Ieee Or there? Lo Sco non eat itis i ee chino non pu esere,nellosteso tenes sper a Inlota, Cid che &alvo non pud eaert oak nella soa lois ‘sortie’ a una sile aura prtens tcrrore’non prende K pera grander als Tota che oreebve bngaggiare, na pe Finsefieean della aa pretes Tremenda & allots, Mamata ds her senza impieyo,inalncrable slags perce anu destina, Tas libero, seve Kati ae mietto portuio, perio sel perdu, 1 Heed © slo nel soo ewereetroneecuca Ms soltanto sprendost alla propria “afenoatzza, sok Sg rote coer eng nue omer toate posts, pols aprirs a reoton inente de Vall ealeseresiconssciut Se a ert chi de" ine sires yeu bee pombe, as ale aabile certs dar wae content dela props colontae nelione di poter dyporte del'aure ‘ine iui ete unatiedela a get a rera, allora, infinita stanchezza. F la stessa ‘occasio- ne’, la porta stretta, la cruna dell’ago, possibilita che hon possono venire eschise, per quanto somma- mente improbabili, saranno eliminate proprio dalla spossatezza che inevitabilmente coglie chi ha tutto giocato sull’'accordlo tra volonta, liberta e potenza, Soltanto lapertura allimpossibile indistruttbile per- metterebbe, forse, di cogliere, per via, gratia, !occa- sione, qualora dawvero si offrisse. Ma questa forma di decisione-apertura, Eni-schlossenbeit, ¢ ignota a K. Nessuuno Io sa meglio di Kafka, poiché nessuno pitt di lui ne ha awertito ¢ sofferto limpotenza, srayerso la lotta € solo la lotta che é possibile es sere riconosciuti far valere la propria liberta ¢ ‘com- pierne’ immagine? Si ~ ma solo quella lotta che ci apre al riconoseimento dell’abisso dell'essereiberi della ‘colpa’ per non potervi corrispondere, se non attraverso sentieri imperferti e Vincompiuteza del nostro agire. Ma potremmo puter, non volere sok tanto, tale Enischlossenbeit? No ~ le nostre decisioni non Ja riguardano: ogni particolare decisione sta nel ‘suo ambito, ma nessuma la ‘decide’. Lierrore di K consiste nell’intenderla, invece, come quella decisio~ ne che disserra I'Altro. La sua louta é tesa, dunque, a fare dell Altro non-Aluo; egli vorrebbe che proprio Alto si ‘combinasse” con Tui nelfa lotta, rivelandogli i Nome, e cioé negandosi in quanto tale. Contraddi- zione insuperabile, dove viene meno la via di KE cche dire a chi sosta, indugia sullt propria aporia ~ se non ‘sorridere’? Con chi lotiare? Con un nemico? ‘Ma al nemico non si chiede accesso, tantomeno si pretende che esso corrisponda alla nostra volonta’ Con Alto, affinché finalmente ci siriveli? Ma allora rion potr essere inteso come Schloss. Con se stessi? Per aprirei allidea della liherti che nesaino ha ‘fat to’, che non & merito né diritto, che é ‘semplicemen te’ Vindistruttbile cui é impossibile corrispondere in 65 forma compiuta, nei cui confronti siamo ‘in colpa’? Ma K. ema sempre da questa domanda, se ne strappa via anche nei momenti in cui Kafka pitt doloross- mente sembra rivolgergliela. Il suo interpretare ¢ in- terrogare ne rappresentano piuttosto la rimozione K. é ‘abbandonato’ alla sua liberta perché non pud vederne lessenza? Perché non comprende che néll'apertura di sé sta l'essenza della decisione? Per cché sempre ‘indeciso’ tra la rivendicazione ‘astratta della propria autonomia € Vistanza di essere-chia- ‘mato? Certo, in questi termini Kafka disegna il ca- rattere-démone di K. Ma con ‘timore e tremore’ egli Gidice anche che nulla, comunque, in questo mon- do, ricorda ancora V'idea del castello. Come Ia for- ma della preghiera si@ contratta in K. nellesigente domandare, come il suo cammino sié ridotto all in- teresse per la méta soltanto, cost nulla nel ‘paesag- gio’ che lo circonda conserva anche soltanto la rov na del simbolo del castello. Se non esistono barrie- re, se non ci si imbatte in porte sbarrate, se nessun impedisce di ‘aggirarsi’ ovunque, & perché ormai ‘ogni distanza sié fatta indifferente. In questa in-dit ferenza K. si smarrisce, Mai la sua mente avrebhe potuto riconoscere il simbolo del castello, tuttavia non sbaglia nel rifiutare questo nome al luogo dove vorrebbe abitare ¢ dove invece gli sarebbe concesso soltanto di soprawvivere. Non @ Giacobbe K., ma, altra parte, inconcepibile e insperabile € anche di- vyenuta la possibilita che appaia un ‘essere’ che lotti con lui, Nessuno lotta con K. per strapparlo dalla sua idea di liberta. Nessuno lo hia chiamato a questa lotta, per quanto K. mostti di ayerlo desiderato. A sua volta, egli sa chiamare soltanto ‘chi’ per defini- zione non potrebbe mai rispondere ~ fatto che tutti gli ‘intermediari’ lo invitano a constatare, 66 11 mondo dove si trova appare a K. compatto, ma nello stesso tempo di consistenza porosa, pieno di anfiatti, buchi, interstizi, dove T"eccezione’ pus es sere sempre in agguato. E su di essi che K. cerca di far leva per ‘aprirsi’ la via, Bloch ha visto nel mondo di Kafka il confondersi di antiche norme dimentica- te, risalenti al tempo che precede la razionalizzazio- ne profetica della Legge. con um'epoca ancora avve- nire, feconda di imprevedibili possibilita © minac- ce." Mi pate piuttosto che in Das Sohloss si mostri co: me quel pracesso di razionalizzazione possa toccare il suo culmine nel divenire del tutto ‘autonome’, completa auto-referenzialita, © come per il soggetto che lo interroga divenga I impossibile darne ragione. I moti che anche ne compongono la struttura si spalancano soltante Ia dove crolla il senso stesso del la domanda, Schloss € Dorf, insieme, mostrano il paradosso realissimo, in-atto, ai una communitas che si vuole riprodurre come perfettamente immune Tl mondo dello Schloss non ha altri ‘buchi’ se non la spossatezza che inevitabilmente assale chi preten- da di ‘aprirlo’. Come si visto, tra Dorf e Schloss la ‘complicita’ @ perfetta. Chi non vi appartiene & au- lomaticamente straniero, anche se continua a risie dere nel loro ‘sistema’. Lo straniero ‘sente” lo stra- niero, come avviene tra K. ¢ Anralia, ma tra stranieri hon puo stringersi alcuna vera alleanza, Per affer- mare quale legge diversa? E contro chi, poi? K. git dica del tutto ingiusto ei che é capitato ad Amalia. Ma Olga gli spiega che nessuna accusa é stata rivolta contro la sorella e nessun ibunale l'ha condanna- ta, E neppuire chiamata a giudizio. Chi ‘eccede’ Ta ‘costituzione’ non scritta dello Schloss si esclude da sé, Naturalmente, mancando ogni dichiarazione di colpevolezza, sara anche impossible provare la pro- pria innocenza, E insensato implorare perdono 0 mostrare pentimento. La ‘integra’ complicita delle or dive © dimensioni di questo mondo, divenuta for- ‘ma di vita, ethos nel senso pitt originario del termi: ne, non contempla la possibilies di uno. ‘stato di ec cezione’ o di un evento che lo decida, ma solo il cas0 che visia chi non lo comprende, chi iion riesce a in teriorizzarlo, Non vi sara, tuteavia, alcun bisogno di ‘veprimere’ quell'individuo che sogna di poter im- porre come universale il proprio, personale lin: guaggio, poiché egli non potra comunicare con nes suo, non essendo da nessuno comprensibile nelle sue ‘istanze’, Limmanenza della legge nella vita di iascuno diviene proprio Ii evidente. dove ‘capita’ chi pretenderebbe di corrispondervi liberamente, i concepirla come ‘prodotto" della sua liberta Ma lo straordinario di questo mondo (che é altre= silo straordinario della scrittura kafkiana) é che tale compattezza viene abitata da figure ibride, cangian- ti, inafferrabili, da un complesso apparentemente caotico di azioni e reazioni, ordini e contrordini. La sua unit @ indiscutibile, ¢ tutavia si sdoppia sem pre. Eun Ordine, euttavia seeuras inoue tuttavia impersonato da figure che si muovono come costantemente minacciate. E per laloro timidezza si dice a un certo punto. In realt, la ragione, essonziae le per la comprensione dell’intero romanzo, viene indieata da Burgel nel suo lungo monologo nottur- no. La saldezza di questo Ordine é fondata su nulla, ‘come le speranze di K. Poich¢ il suo fondamento & semplicemente ‘fuori discussione’, nulla & possibile prevedere © conoscere tiguardo al sao futuro (e dunque anche alla ‘causa’ di K.), La sua immobilita apparente @ percid quella che si‘arresta' di fronte al “tutto & possibile’. Uno stato senza memoria ‘assiu ra’ che € necessario sia cosi, poiché nulla di diverso sarebbe coneepibile, nessun'altra possibilita sarcbbe “Togicamente’ ricavabile dal nu fata che esso si di ‘Ma Timpossbile non @ che Vesteemo del possibile. E 68 Ja fatica febbrile, insonne di amministratori ¢ funzio- nati, la mole degli ari, la hunghezza delle procedure, 4a ‘ileggiblita’ delle leggi, tutto cid & al servizio di farlo dimenticare, di rimuoverlo, di cancellaro, Di cesaurirne la ricerca ‘Tra Dorf e Schloss non vi é framezzo, né tempo- rale né spaziale, ma soltanto- punt di vista conver- sgenti aindicare la medesima essenza. EK. a non ca pitlo, come ‘incantato' in una teologia delassohut- mente Altyo! Ma Alto si é completamente ‘incar nato! annuillanda ogni distanza. « Tutio si confonde nell’ Adstandlose, nell'uniforme senza distacco» dice Heidegger ~e sembra commento a Das Schloss. Mary ea perfino il Sovrano, 0 quella Forma che in sé tutti contiene, gia mostra da Amleto all’inizio della sua rovina. La ‘sovraniti’ & allopera immediatamente in ciascuno. Il suo arificio @ divenuto neo-natura. Per funzionare, il sistema non ha bisogno di alcun sojgeto. Fuhrung ohne Fahey la chiameranno Janger e Schmitt, Comando senza Chi. Non vi @ guida, © tantomeno dei pastori. Il corpo del Re & stato ‘as sunto’ da ciascuno, Cid non eselude ikeaso della die sobbedienza, ma la rende automaticamente ineffi- ace fino alla insensatezza, Disobbedire significhe rebbe non riconoscere la propria stessa sovranit’."” Gio aiuta a comprendere anche la tragica ironia on cui si insste tanto sul mestiere di K: Landvermes- so Bgli avrebbe dunque dovuto misnrare distance Ia dove non ne esistono! Lo Schloss non @ affatto“lon- tano’. Nulla € lontano ¢ nulla prossimo. E queste di- sanze che non si danno dovrebbero, per di pit, es sere caleolate da tino straniero, da uno che non ha terra e non conosce quella dove si troval In latino agrimensore si dice metaior e sembra che proprio da {questo iiome possa derivare quello del grande ange- Io Medatron, che svolge un ruolo centrale nella lette rauura apoealittica e i genere nel misticismo era 6 co, in quanto custode-rivelatore dei pit alti seyret fe Trono.” B Vangelo caduto in questo Schloss in memore delle sue altezze, a dover misurare Pincal- colabile distanza che separa questo mondo dalla Ri- yelazione? Qui il nudo fatto regna nellimmanenza piv intrascenidibile. Nello Schloss non esistono porte chiuse perché nessuna da ‘all aperto'. Liesigenza di “compiere’ la via alla vita non si pud esprimere che attraverso «infinite istanze».* ‘Tuttavia, cid che appare in sé perfettamente chiu- so tion & affatio ‘tutto’. Anche se K non comprende la natura dello Schloss nei suoi rapport col vllag- aio, anche se la sua impazienza gli rende a priotii possibile cogliere Poccasione, qualora si presentas- se, timane il fatto che il sistema in cui é ‘caduto” ‘non potra mai anmullare Toceano dell'imprevedibi- le che lo abbraccia. Nulla mostrano di saperne gli abitanti dello Schloss, ma non possono evitare che i loro trati, iloro gest, il loro comportamento riveli- no costantemente Piserifas che ne deriva. Chi de- ve, su ‘incalcolabili’ fondamenti, conservare il Chiue so & condannato a un lavoro che & inscnsata fatica, Un lavoro che é essere ‘occupato’, destinato-a nulla, analogo a quello di cui K. dovrebbe ‘contentarsi. 1 funzionari dello Schloss esprimono il monde de Vimpotenza dell'agire giunto al suo esito estremo, i mondo delt'impossibilita di deaidere giunto alla sua “perfezione’, Che K. voglia fare cid a cui dice di es. sere chiamato appare ormai, in questo mondo, in- ‘comprensibile scandalo, Come Amleto, anche K. agisce, si ineita all azio- ne, ne cerca i motivi. Ma il poter decidere & divennr- to un timbro dell'impossibile stesso. Llagive di Am- Ieto aveva Inogo nel contesto di un comune linguag- io, che egli mostrava di conoscere proprio nel mo- 70 mento in cui ne provava Pintollerabilita. K, invece, @ puro individu; ha perduto i ‘suoi’ per una chiae ‘mata che egli esge soltanto, Non sa attendere; ricer= ca fino allinevitabile spossatezza; questo soltanto pud ‘decidere’s resistere dove si tova, trasformare in “necessita’ci6 che ha tutto l'aspetto del caso, ‘In- deciso’ tra interpretazione e interpretazione, inter- ‘mediario ¢ intermediario, tra la condizione dello straniero, abitando magari nella casa degli “esclusi', al nonsapere, contento solo della propria “invulnerabilita, Fagire di K. non pu6 o- vare neppure quel ‘compimento" privo di ogni 'sod- disfazione’ rappresentato per Amleto dalla vende (a. Tyuoti dello Schloss ingoiano ogni richiesta o es senza e liquidano ogni azione in mero indugio. Lagire di Amleto si spegne nell'azione che non ha deciso, poiché non poteva cortispondere ai contenuti cessenziali della sta volonti. Lazione si & separata dal caratiere-démone delleroe. L'agire di K. st spegne nella spossatezza, che non é rinuncia allazione, ma espressione della manifesta impotenza a ‘conchider- nei signifieato. Amleto ‘cerca’ Vindugio, e si arren- de, alla fine, obbedendo al concatenarst dei fatti che lo porter # quella conclusione i cui per nulla era ‘convinto’. Si arrende K? E possibile pensarlo, e che Kafka Tavesse pensato lo dimostrano alcune ipotesi di svolgimento del romanzo, Ma in K. si ivela essenzial- mente Fimposibilita di giungere ad alcuna autentica decisione. Qui cade anche la fine’ di Ameto. Poiché decidete non & che one della liberta che si ‘wole essenza della volonta dell'eserci. K. wile essere chiamato, ma non ¢* bisogno di lu. I suo fare & qua- seniente. 1a liberta che sembrava determinarlo appa- re assolutamente inessenviale. Cid che @ l'essenza del- Vesserci-vaa fondo nella completa inessenzialita F la condizione dit indecisione e sospensione de- sertta da Kafka in tanti huoghi, AlPalbero della vita, a del ‘iposo’ nella vita compiuta, non abbiamo acces so. La cavciata dal Paradiso & eterna; tuttavia, pro- prio perché eterna, non appartenente al nostro dive- nire, sara anche possibile affermare che noi vi restia- ‘mo sempre, Fternamente in Paradiso nell'stante di esserne eacciati. Eternamente separati ¢ cternamen te in rapporto con quella vita. «Da questa zona non via che port alla vita», ma & certo almeno imma ginabile che esista «una via che dalla vita» abbia por fato fin qui. Da quella vita ci sianio smarrit, ma il ‘nostro smarrimento non puo significare che quella v- ta sia nulla. Perché questo vivere potesse compiers, non ayremmo dovuto nuctire soltanto alfalbero del giudizio, della bis, ma a quello della vita. Quando to potessimo, allorasoltanto conoscerezmmo dawero € agiremmo fondatamente. Ora non possiamo aver ne la forza. La spossante ricerca delle motivazioni, di «grounds», non esprime che Vimpossibilith di comprendere lo scopo delVagire. Poiché qui siamo, deve esservi uma ragione; se fino a qui, attraverso wna qualche via siamo giunti, dobbiame cercarne il mot vo. Se qualcuno o qualcosa ci ha chiamato, dobbia- mo indagarne il nome. La ‘invenzione’ delle motiva- zioni diventa Tunica forma possibile di conoscenza, Palldlo ‘sostinito” del Fine eui nessuna azione e nes sna serittura possono pi pervenire. Cosi Kafka nel terzo dei Quadern in otava, nel’ ultimo dei frammen- tid Agl, nei pit amletiei deg aforismi di Zirau, “ch will immer frei sein » con queste parole K. si presenta. Questa voloned di liberta (a affermare la liberta come essenza della volonta) crolla nella not- te passata con Burgel all’Athergo dei Signori, La li- berta di eui K.dispone é la liberta che giucica, divi de, interpreta, progetta, “inventa’ le proprie motiva- 2ioni, ma non pud trovare la via che da questo mon do conducaalla via L'idea dilbert che K. manife- sta come del suo pit intimo poses essencialmen- 2 te “inabite’ «un tale compito. E tata a es & pur ye datr ona cdebole fovea mesianica» (Benjamin) ~ auela che st eprime nella a nccenaria dmensio te etlconegutva L'sperienza dello staniero K mostra non solo finite insuperable di una bert Concepita come prodoto della vont, come ‘cosa nostay maa cri una connie n mondo, di tin ordine del discors, che Tia ‘chiuso" in sé Videa tkstatca della liberi delleterdi, Da questo:mo dlononsita Kc non puo bers fa ber che fend mai potrebibe consent: e ntavia, por Che proprio questo mostra atraverao la sua intera Sicetda fino alu stesso rll eg asia ‘inwolon- tariamente’aperta Pisanza del vero" Mesa. Quan do non vi satanno pit te Amlet né K, allor del Mesis non ¥ sar pit neppute il biogno. Se gh Anite e 1K ining all ldo giorno, it Mesia arriverd al nmisgimo quando nessuno gh crede Th, polche‘credere’(gizubn) significa Hberare (be foe) in sé indistrutubile anzis eee indistrtb {eo meglio ancora, esos (rao del Quadra 2,80 novembre 1917) It Messla vera quando pid iessuno sl por la domaida se visa uaa vin che da {quests zona possacondurte ala vt, Mesta verra lund sapry enere perfenamente sraniero Sire mero come Ma la storia potrebbe forse essere narrata in modo, anche diverso, Come siamo sempre cacciati dal Para- diso, ‘indecisi sulla sua scena, cost il Messia @ venuto ‘e sempre viene. Ma, ogni volta, per liberare @ costret toa ‘entrare’ in cid che deve essere liberato, E come potrebhe trovare Taccesso al mondo irredento se non ne aveste le chiavi? Se il suo annuncio fosse cesclusivamente quello dell’Altro? Come potrebbe su- petvincere il Male, se non lo sapesse in sé? Ber libe- B rarei deve itrompere all'interno della nebbia e dek Toscurita dello Schloss, e dunque patire da sempre con esso un legame ewenziale. Per annunciare il sentiezo che conduce fuori dalla prigione di Amleto, dallo Schloss di K,, il Messia fa ritomo (o viene man- daio? da un Padre ‘buono’, magari in lotta con,un suo ‘geloso' alter Ego, 0 con se stesso?) ~ ea cid & co- stretto, in forza delia “logiea’ della sia figura, anche nelle sue version’ filosofiche, ‘secolarizzate’, da Pla- tone allo Zarathustra di Nietesche. Pud essere inter- pretato K. come il segno contradditiorio, deboliss- mo dell’ascolto di un tale annuincie? I suo stesso fa- limento pud essere visto come il destarsi del prigio- niero alla coscienza della propria miseria? Oppure Das Schloss non esprime che questa sentenzai nessit ‘no pit attende chi liberi; anche chi sembra in attesa non sa che cosa attendere? Il Salvatore non pus pit essere sabato. Fla parola passa a Becket Oppuce ancora: in questo Schloss, i cui potere Fe- gocita indifferente ogni distanza, in questo inferno dell Aistandlose, dove si & prigionieri di una catena che ci permette di enareovungue, fuorehé di andare alla terra eal cielo, alle cose ultime, qui il Messia & ca duto con noi. E venuto, non ériuseito a liberarc ela stesso & finito incatenato cosi forte da non poter pit fuggire. T"gusci’ che doveva spezzare hanno cataira- to. Non ci sarebbe pit: nulla da atendere, poiehé egl @, reale presenza, ma nell inferno di questa viewnon- ta. Il bisogno di fui, allora, non fini mai, cost co- ne mai potra essere soddisfatto. It desiderio li Ini rappresenta l'impossibile che la sua venuta fosse cid ‘hie non & stata: vittoriosa, Percid @ forse un altro se- ‘gno del nostro errare dire che verra, ma quando non, ‘Ye ne sara pid bitogno. E venus, & qui, e nel segne della sua irtedimibile sconfitia deve continuare a es sere atteso ¢ a suscitare il nostro bisogno. " ur DOPO L'ULTIMO GIORNO. In uno dei suoi Racionti in sogno Bonnefoy imma- gina Vartista delPultimo giorno, . L'equilibrio tra fa vita e il sem- ‘rare dei segni si stava spezzando per sempre. Le im- rmagini erano in procinio di compiere il proprio de- stino: sommengere la vita, trasporre il mondo nel multiverso dei linguaggi che alfermano di signifi- earl ¢ percid posederlo, artista dell ultimo gior- no ne & cosciente € trattiene fa mano, La sua opera tende allora a diventare un indugio. Egli crea, La sua opera diviene uno sperimentare. Ma Vindugio nell’experin non pud durare eternamente, se non trasformandosiin fine e negando cosi se stesso. L'at- tesa della decisione rimane nell‘orizzonte della de- Gisione e della sua idea si alimenta, Sull’artista del- ultimo giorno incombe la necesita della seelta: 0 ‘purificare’ Vimmagine fino al punto che questa, cessando di essere la «rivale illecita di id) che esic a

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