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SEZIONE SCIENTIFICA Bollettino U. M. 1. 40) 3-A (1084), 1-55 ‘A tre secoli dal caleolo: la questione delle origini. Enrico Grusts (*) 4, — Introduzione, uclla quale si discutono anche aleane questioni i metodo. Nel mese di ottobre del 1684 usciva sugli Acts Hrudétorwm i Lipsia uno soritto di G.W. Leibniz dal titolo prolisso: Nova methodus pro mevimis ot minimis, itemque tangontibus, quac neo fractas nec irvationales quantitates moratur, et singular pro illis caleuti genus, che in italiano suona pressappoco cosi: Nuovo mo- todo por & massimé od i minimi, nonché por le tangenti, che non st arresta davanti alto quantite jratie 0 irrasionali, ¢ per quelli un sin- golare genere di cateolo (3). Si trata, come & noto, delPatto di nascita uMeiale del calcolo infinitesimale, una teoria cho oon i suoi sviluppi d anoor oggi una ‘parto cospicua della matematica, © cho in alouni periodi ha rappro- sentato lo matematica tutta intera, Sulla soglia del terzo centenario ai quella capitale memoria non mi 8 parso tnori Inogo dodicare (*) Conforenza tenuta » Porngia il 2 settembre 1983 in occasione del XII Congreso U.a.I. () Acta Hruditorum Anno 1684 publicata, Lipsiao, Typis Christo- phori Ganteri, pag. 467-473. Nel soguito Partioolo vorxd indicato brove- mente con Nove Methods, Esso d stato ristampato pid volte © tradotto in varie lingno, Une traduziono italiana, a oura di EB, Carruosio, si trova nel ‘yolumo di G. Castermvovo, Le origini del caloolo énfintlesimale aoll'era mo- dorna, Zanichelli, Bologna 1938 (nuova edizione, Feltzinelli, Milano, 1962). ‘Tra le varie ristampo, menzioneremo qui solo quella che si trova alle pagine 220-226 dol quinto- volume di .W. Leibnia Mathematisohe Sohriften, cura di C. I, Gurmanpr, Halle 1858 (reprint Georg Holms, Hildeshoim, 1062), Nal aegnito questa odisiono delle opere di Leibniz vorrh indioata somplicemente con Grriarpr, aeguito da un numero xomano indieante il volume. 1 2 ‘ENRICO GIUSTT quest mia conferenza ail’analisi stories doi problemi che risolve ¢ dei caratteri di novitd che contiene; in breve, alle origini del caleolo. Non protenderd certo di restringere nel tempo # mia disposi- zione una questione % cui sono stati dedicati numerosi lavori, quando non interi volumi (*), peraltro non sempre difendibili nelinposta~ zione © non tutti fortunati nelle conelusioni. Sari dunque essen- uiale premotiere allanalisi storia vera © propria aleune considora- sioni generali cho pormottano di delimitare drasticamente e con Precisiono il campo delle indagini ed allo stosso tempo di delineare ‘una metodologia capace di guidarle nol loro procedere non sempre ditotto ed univoco, ‘Mi sia consontito di iniziare dalle cose di oui non parlerd. In Primo logo la mia analisi sari dedieata osclusivamente alla memo- via di Leibniz, rinuneiando quindi a trattare sia gli sviluppi suc- cossivi del calcolo, sia soprattutto i contribute di Newton. Una rinuncia, quest’ultima, a cui mi sono deciso @ malinouore, ma giustifienta a mio modo di vedere dalla riflessionc che un’analisi dei contributi dei due geometri, quando non voglia limitersi nd un’ennesima descrizione delia ben nota controversia sulla prioriti, della scoperta (*), non pud non affrontare il nodo delicatissimo dello differenze di punti di vista sulPessenza 6 sulla portata’ del muovo calcolo (), un tema sul quale, per dirla con Galileo, 4 seri- ‘vere poco sarebbe non serivere », ' Daltra parte la riduzione del panorama che ne deriva, risul- teri meno drammatiea quando si ricordi che le opere di Newton (*) Si vodlano ad esempio, oltre al gid mensionate volume di G, Casimx- Nvoyo oa ai brani riservati alle origini dol calcolo nei testi di storia della. matomatics, M.E. Baron, The origin of infinitesimal caloulus, Pergamon press, Oxford, 1969; G.M, Gant1, Le originé del catoolo infinitesimals ¢ Je controversie filosofighe associate, Baccini o Chiappi, Firenze 1970; €.B. Bormn, The history of caloulus and its conceptual development, Dover, New York, 1950; C.H. Rowanns, Ju., The historioal development of the Caloutus, Springer-Verlog, New York, 1979. (*) 8i voda comunguo a questo proposito: La dispula Leibnis.Wewton sullanatisi, w cua di G. Cantelli, Boringhieri, Torino, 1968 (ristampa 1969) od il pid reconte A. Rursnt Haxe, Philosophers at war. Zhe quarrel Detweoen Newton and Leibniz, Cambridge Univ. Press, 1980 (trad. italiana Filosojé in guerra. La poleméea tra Newton ¢ Leibnie, 8 cure di D. Pansiori, U1 Mulino, Bologna, 1982.) () Per una prima anslisi di questo punto si poird leggere con pro- filto A.P. Youscuxnvrron, Comparaison dee conceptions de Leibmis ot de Nowion sur te calout infinitéctmat, in Letbmic & Parts (1672-1876) Studia Loibnitiane Supplements, Vol. XVII, Franz Steiner ‘Verlag, Wiesbaden, 1978 Tome 7 Ten Gclancee min ann 2 ENRICO G1UsTT questa mia conferenza, alPanalisi storica dei problemi che risolve © dei caratteri di novita che contieno; in breve, alle origini del calcolo. Non protondord certo di restringere nel tempo a mia disposi- rione una questione a cui sono stati dedieati numerosi lavori, quando non interi volumi (*), peralizo non sompro difendibili nel’imposta~ zione © non tutti fortunati nelle conclusioni, Sari dunque essen- ziale premettere alVanalisi storiea vera © propria aleune considera- zioni genorali che pormettano di dolimitare drasticamente e con Breialone 3 campo delle indagini ed allo stesso tempo di delineare tna metodologia capace di guidarle r¢ oceden dete a ee gui nel loro ‘pr ‘© non sempre _Mi sia consentito i inisiare dalle cose di oui non parlerd. In primo luogo la mia analisi sara dedicats esclusivamente alla memo- via di Loibniz, rinunciando quindi a trattare sia gli sviluppi suc- cessivi del caloolo, sia soprattutte il contzibuto di Newton, Una rinaneia, quest’ultima, a cai mi sono deeiso a malineuore, ma giustificata a mio modo di yedere dalla riflessione che un'analisi dei contributi doi due geometri, quando non voglia limitarsi ad un’emnesima descrizione della ben note controversia sulla priorité della seoperta (3), non pud non affrontare il nodo delicatissimo delle ditteronze di punti di vista sull’essenza ¢ sulla portatq’ del nuovo ealeolo (®), un tema sul quale, por dirla con Galileo, } sexi- vere poco savebbe non serivore », D'altra parte la riduzione del panorama che ne deriva risul- terd meno drammatica quando si rieordi che lo opere di Newton (*) 8i-vedano aa csempio, oltre al gid menzionato volume di G. Castim- woovo ed ai brani riservati alle origin del ealoolo nei testi di storia della matomatica, Ml. K, Banon, he origin of infinitesimal oalowlus, Pergamon press, Oxford, 1069; GM. Gattt, Le origini det caleolo infinitesimale 6 le controversie filosofiche associate, Baccini © Chieppi, Firenze 1970; ©.B. Borne, The history of caleulus and ite conceptual development, Dover, Now York, 1959; C,H. Epwaups, Jx., Phe historioad development of the Gata, Springer-Vesing, Now York, 1970. i yoda comungue a questo propositio: La Letbnia-Newton sull'anatisi, © cura di G, Cantelli, Boringhieri, ‘tonto, 1958 (ristampa 1060) od il pid recente A. Rovent Hats, Philosophers at war. The quarrel Yetwoon Newton and Leibniz, Cambridge Univ. Press, 1980 (trad. italiana Pilosoji in guorra. La polomioa tra Newton ¢ Leibnie, a cura di D. Pansicri Il Molino, Bologna, 1982.) . (#) Per uma prima auialisi di questo punto si potrd leggere con pro- fitto A.P. Youscmenyirce, Comparaison. dee conceptions da Letbnis ot de Newton our te oaloul infinitésimal, in Leibnis & Paris (1612-1676) Studia Loibuitiana Supplementa, Vol. XVII, Frans Steiner Verlag, Wiesbaden, Tove ‘Toma T Tae ete ae On A-TRE SHCOZE DAS CALOOLO: LA QUUSTION DELLA ORIGINI 3 restarono per molto tempo inedite © che quindi la sua influenza, qualora si oceettnino aleuni matematici suoi conterranei, fu molto meno sensibile di quella di Leibniz, In secondo Iuogo, non tenterd minimamente di ricostraire i pereorso intellettuale, spesso tortuoso ed claborato, attravervo il quale Leibniz } giunto ad claborare i coneotti principali dell’sna- Jisi, Problema storico di grande importanza corto, ma cho oggi ‘apparo ancora prematuro per ly mancanza di un’adeguate doou- mentazione, Infatti, se si cocettuano Ie edizioni settecentescho delle opere (°) © di parte dolls corrispondenza (*), abbiamo a di- sposizione soltanto una collerione delPepistolario © dogli scritti matematici di Leibniz, edita dal Gerhardt oltre un secolo addietro ("), non sempre atiendibile, ¢ lacunosa soprattutto per quel che ri- guards i tentativi non rivsciti, gli abbozni non portati a termine, Te formulazioni incomplete, materiale questo indispensabile a chi yoglia risostruire un eammino spesso travagliato. B peraltro, anche 50 e880 fosse disponibile, uns ricerca di questo genore richiederebbe una tale conoscenza dell’opara complessiva del filosofo tedesco da, rendero necessario Pintervento di studiosi leibniziani, tra i quali non si annovera chi vi parla, Resta invece pereorribile Ja strada dolla discussion doi pro- ‘plemi che hanno stimolato lo riflessioni di Leibniz, ¢ dei contributi cho i goomotri precedenti vi hanno apportato. 1 questo che co- tnunemente si intendo quando si parla delle origini: una sorta di storia, delle ideo, dei problemi ¢ dei tentativi di soluzione che sono andati ® sfociare nol caleclo inSnitesimale. ‘Terreno affascinante, ma allo stesso tempo insidiose, non ultimo perché sembra suggorire un’intorprotazione teleologica della, storia, col passato teso a creare il presente, alla quale talvolta si indulge, specie da parte di studiosi di provenienza scientifica, tanto pit se hanno dato contributi rilevanti alla loro diseiplina (*). Bisogner’ ©) Gothofredé. Gullietmé Leitmitii Opera Omnia ... studio Lupovior Durnys, Genevae, apud Wratres Do Tournos, 1768. (8) Virorum Ocleborr. Got. Gril, Leibnitié ot Johan. Bernoults Commer cium Philosophie, Lansannae & Genevae, Sumptibus Marci-Michaolis Bousquet & Sociorum, 1742, () lize al gid citato G. W. Leibiis Mathematische Schriften, si veda, sompro a outa di G.I, Gienamp2, Der Briefwechsol von Gottfried Withelm Leibniz mit Mathematikern, Berlin, 1899 (reprint G. Olms, Hildesheim 1962) di qai in avanti indioato oon Briofmechsel. (© Valga per tutti Pesompio di N, Bovraaxt, Hlemonto d'histoire des ‘mathématiques, Hermann, Paris, 1960 (trad. italiana di M1. Vesontint Ottolenchi, Peltrinolli, Milano, 1963). 4 SBNRICO GrusttE poi prestare sempre attenzione quando di parla di storia delle ideo, porché non di rado esse appartengono pit alla mente di chi scrive che a quella degli autori che studia, dei quali sposso of ai limite 2d osaminare Je onunciasioni gonerali, tralasciando come minuzie Je parti teoniche, i teoremi, lo dimostrazioni, Kd invece & solo dalla analisi acourata di questi ultimi, © ciod della strattura matematioa ai unvopera, che pud seaturire una vera comprensione anche delle idee genorali sulle quali essa si fonda, ¢ che solo di rado sono enan- ciate @ discusse esplicitamente, Porché, sard il caso di insistere, altro 6 quello che si dice, specio nelle introduzioni 6 nei commenti, ed altro quello che si fa nelle dimostrazioni, ed a basare le proprie analisi sulle prefazioni, come purtroppo non di rado accade, si xischia di fare non tanto la storia, delle idee quanto quella dei pro- pri_pregiudiai (°). Per evitare questi trabocchetti comineeremo con Vesaminare Ja memoria leibniziana per individuarvi con la massima precisiono Possibile i temi in discussione; soguiremo poi a ritroso questi temi nel periodo precedente per rintracciame Ie origini, Pevoluzione ed i nodi irrisolti; per tornare infine ad snalizzare Particolo di Leibniz allo scopo di cogliere quegli clementi di novit& che ne hanno fatto il punto di partenza del caleolo, 2 — Fiat calculus. Varticolo comincia con Ja definizione di differonziale: «Sit axis AX, & curvae pluros, ut VP, WW, YY, ZZ, quarum or- dinatac, ad axem normales, VX, WX, FX, ZX, quae vocontur respective, » w, y, a3 & ipsa AX absciess ab axe, vocetur «, Tan- gontes sint YB, WO, YD, £H axi ocourrentes respective in punotis B, 0, D, B. Jam xeeta aliqua pro arbiirio assampia vooetur de, & reota quae sit ad du, ut v (vol w, vol y, vel 2) ost: ad XB (vel XO, vel XD, vel XH) voestur do, (vel dw, vel dy, vel da) sive differontia ipsaram v (vel ipsarum w, aut y, aub 2)» (2%), () Basti pensar » quante pagine inutili si sono sexitte © ai serivono su un tema cho mi 8 particolarmente caro, quello degli indivisibili di Ca- Valiori, per non averne esaminata con Ja dovuta atienziono la struttura matematien. 0%) eSiano dati Passe AX, @ pik curve, come VV, WW, FY, ZZ, le cui ordinate normali sll'asse, VX, WX, FX, ZX, si dienno rispettiva. monto % w, y, 2; montre Pasciss, AX si chiami x, Sino VB, WO, YD, ‘42i) Ie xeite tangenti, che incontrano Passe rispettivamente nei punti B, O, D, B. Si chismi ora de un segmento preso ad. arbitrio, ed un seconde 4 ENRIOO @rUsTr Poi prestare sempre attenzione quando di parla di storia delle ideo, porehé non di rado esse appartengono pitt alla, mente di ohi scrive che a quella degli autori che studia, dei quali spesso ci si limita ad esaminare Je enuncinzioni generali, tralasciando come minuzie Je parti teoniche, i teoremi, le dimostrazioni, Rd inveco 8 solo dalla analisi accurate di questi ultimi, e cio’ della struttura matematica i un'opera, che pud seaturire una vera comprensione anche delle idee generali sulle quali essa si fonda, ¢ che solo di rado sono enun- ciate © discusse esplicitamento, Perehé, sara il caso di insistere, altro @ quello che si dice, specie nelle introduzioni e nei commenti, ed altro ‘quello che si fa nelle dimostrazioni, od a basare le proprie analisi sulle prefazioni, come puréroppo non di rado accade, si risohia di fare non tanto Ia storia delle ideo quanto quella dei pro- pri progindizi (°), Por evitare questi trabocchetti cominceremo con Vesaminare Ja memoria leibnizinna per individuarvi con la massima precisione Possibile i temi in discussiono; soguiremo poi a ritroso questi temi nel periodo precedente per rintracoiame Ie origini, Pevoluzione ed. i nodi irrisolti; per tornare infine ad analizzaxe Particolo di Leibniz, allo seopo di cogliore quegli clementi di novitd che ne hanno fatto i punto di partenza del caleolo, 2, ~ Fiat caleulus, Varticolo comincia con la definizione di differonziale: «Sit axis AX, & omvas plures, ut VV, WH, FY, ZZ, quarum or- dinatae, ad axom normales, VX, WX, EX, ZX, quae vocentur respective, v 1, y, 43 & ipse AX abscissa ab axo, vooetur a, ‘Tan- gentes sint VB, WO, ¥D, ZB axi ocourrontes respective in punatis B, 0, D, B. Jam recta aliqua pro arbitrio assumpta vocotur de, & recta quae sit ad de, ut v (vel w, vel y, vol 2) ext ad XB (vel XO, vel XD, vel XB) vooetur dv, (vol de, vol dy, vel de) sive differentia ipsarum o (vel ipsarum w, aut y, ant 2) » (12), (*) Basti pensare a quante pagine inutili si sono scritte 0 «i serivono su un toma che mi 8 particolarmento caro, quello dogli indivieibili di Ca- valiori, per non averne esaminata con la dovuta attonzione da struttura matomatioa, (*) «Siano dati Vasse AX, e pid curve, come VY, WW, YY, 22,10 cui ordinate normali-all'asse, VX, WX, YX, ZX, si dicano rispettiva- mente , 1, y, 23 menire Vageisen AX ai chiami «, Siano VB, WO, YD, ZE lo rotte tangenti, che iicontrano Pease rispottivamente nei punti By 0, D, B. Si chismi ora de un gegmento preso ad arbitrio, ed un secondo A-TRD SLOOLI DAL CALCOLO: LA QUESNIONE DNLLE ORIGINI 8 Figara 1 B stato pit volte notate che né de né dy sono infinitesimi, ¢ che il differenziale 8 qui definito tramite Ia tangente, ¢ non vieeversa come dabitudine. Su questo punto torneremo ta un momento. Seguono Io rogole di differenziazione della somma, del prodotto € del quoziente di due o pitt quantita, della oui dimostrazione non si fa aloun conno, noancho per dire che @ facile, Si passa quindi alla discussione dei punti di creseenza e decresconna: i mnsiderabur jwando ad oxegesin valoram yenitur, sou cum 6 . Sosiaa 2 relatio ad «, tune apparere, an valor ipsius de sit quantitas 0,08 XD, onto, che atia a dx como v (0 w, 0 y, 0) ala ad XB (0a XC, oem ‘si chiami dv (0 dw, 0 dy, 0 de) ovvero difforonza delle w (0 delle 6 ENRICO GrusTE affirmative, au uihilo minor sou negativa: quod posterius cum sity . tune cum ipsa ordinatac ¢ deoresount erescontibus 2 » (2) dei masaimi ¢ minimi: 4..qu0 momento ipsae @ neque cresennt neque docresouni, sod in statu sunt, adeoque sit dv aequ. o, ... eoque in loco ipsa v ... ost rmacctiaa (vel si convexitatom Axi obverterot, Minima) » (2%), dello concavitd, convessit’ © dei flessi: 481 croscentibus ordinatis 9, orosount ofiam ipsa caram inorementa vel differentiae, dv; (sou si positis de alllrmativis etiam ddv diffo- rentiae differontaram sunt affirmativae, vel negativis negativas) curva axi abyertit concavitaiem; alins conuenitalem; ubi vero ost maximum yel minimum inerementum, vel ubi ineromenta ox Aecroscontibus sinut erescentia ant contra, ibi ost puncture fleaus contrardi wu. ¥ (), Infine, dopo aver dato le regole di differenziavione delle potenze © dello radici, Leibniz Diustra il suo metodo con i seguenti esempi: 1) Ricerca della tangente della curva di equazione Vie la} mon @ + be)lo~ a) — pt ee fae TEE Ja cui complicazione gi presta molto bene a chiarire la diflerente (2) «1. quando si viene allo studio dei valori, ovvoro quando si con- sidera la relazione tra 2 od @, allora apparo so il valore di de sia una quan- tit positiva, 0 minore di zero: in questo secondo caso, ... le ordinate & docrescono ai ereseero delle #9, tbidom, pag. 467 (CuxnaRD? V, pag. 221). (2) ¢...nel momento in eui le » non ereseono né decrescono, ma sono stazionario, ed appunto do 8 uguale a zero, ... in quel punto 1a.» 8 masetma, (0 se si cambiasso la convossith, minima), ibidem, pag. 468 (Gentarpr V, pag. 221), (9) ¢Se al orescere delle ordinate e ezeseono anche i Iore inorementi © differenzo dv; (ovvero 90 per dv positive risultano positive anche le dif- ferenze delle differonze ddv, © se negative negative) la curva volge Ia ooncavita all'asso; altrimenti la convessita; dove poi Pineromento 8 massimo © minimo, oyvero dove gli incrementi do deorescenti ai anno orescenti o vi- coversa, Il e'S un punto dé flesso oontrario...», ibidem, pag. 468 (Guriazpe 6 ‘BRICO GrUSTT affirinativa, an nihilo minor sou negativa: quod posterius cum sit, w tune enim ipsae ordinates * deoresount ereseontibus » + (1) dei masaimi e minimi: 4... quo momento ipsae v neque creseunt neque decrescunt, sod in statu sunt, adeoque sit do aequ. o, ... coque in loco ipsa v ... eat maxima (vel si convexitatom Axi obvertorot, Binima) » (}4), delle concavita, convessitd © dei flessi: «Si croscentibus ordinatis v, crescunt etiam ipsa earnm inerementa ‘vol difforontive, dv; (som si positis do aifirmativia etiam ddo difte- rentiao differentarum sunt affirmativae, vel nogativis negativac) curva axi obvertit eoneavitatom; sliaa convowitatem; ubi voro ost maximum yel minimum incrementam, vel ubi incromenta ox decroscontibus fiunt crescentia aut contra, ibi ont pwnotem flems combrarté ..% (3) Infine, dopo aver dato le regolo di differenziavione delle potenze @ delle radici, Leibniz illustra il suo metodo con i seguenti esempi: 1) Ricerca della tangente della curva, di equazione 2, (@+bele—er) i at ee bap OEY Vi of mo Ja cui complicazione si presta molto bone a chiarire Io diflerente (4... quando si yiono allo studio det valoxi, ovvore quando si con- sidera 1a relasione tra ¢ ed a, allora apparo ge il valore i de sia una qnan tits positiva, 0 minore di zero: in questo secondo oaso, ... Ie ordinate « docrescono al crescere dello 2, tbidemn, pag. 467 (uxuannr V, pag. 221). () €... 201 momento in eu Ie w non ereseono né decroscono, ma sono stazionarie, ed appunto dv 8 ngualo a zoro, ... in quel punto la v } massima (0 so si cambiasse la convessita, minima) », ibidem, pag. 468 (Gmuarne V, Dag. 221). (1) ¢8o al croscore dello ordinate v exescono anche i loro incrementi © difforenze du; (ovvero se por dv positive risultano positive anche le dif- ferenzo delle dilterenze dav, © se negative negative} la ourva volgo In conoavitt all'asse; altzimonti la convessitt; dove poi 'ineremento 8 massimo ‘© minimo, ovvero dove gli inorementi da deeresconti si fanno orosconti o vi- covorsa, li o'S un punto dé fleseo contrario...x, ibidem, pag. 468 Grrmanpt ny A(R SUCOLE DAL CALCOLO: LA QUESITONE DBUAT ORIGINT 7 portata del suo © dei metodi precedenti (**) shoe oxemplum satis implicatum ideo tamtum ascripsimus, ub modus superioribus rogulis in ealeulo etimn (!). + affront) ma non si. (1) epropostogli da Do Beaune, che Gartosio solse +, ibidem, pag. 473 (Gnmatanpr V, pag. 226). {'*) seereo la tangente, secondo il mio metode pubblicatoe negli Atti dell’Ottobre 1684, che non si arrests neanche davanti alle quantita tra- scendenti», De gaometria recondita st analysi indivisibilium atoue intini. 8 NRICO @rOSTT 4) Infine, viene risolto un famoso problema «quod Cartosium o Beaunio sibi propositum ... tontavit, sod non solvit + 2), Noto appunto come problema di De Beaune, os80 consisto nel trovare Ia curva por la quale la sottotangente, ¢ cio’ il sogmento dolvasse dello ascisse che ha come ostremi ia proiezione sull’asse dol punto V sulla curva © Vintersezione dell’asse @ della tangente ea OX: arctan yo XY: applieain (ordinate) fm PX: cattotanante Vig. 3 alla curva per V, abbia lunghezss costiante, Come & noto, si tratta della curva di equazione =A, 0 80 ai vuole della logaritmioa, una curva trascendente, Peraltro lo stosso Leibniz ayeva osservato cho i suo metodo non si limitava alle curve algebricho, cosa che ribadir’ esplicitamente in un successivo artioolo del 1686: ctangentom quaero, secundum meam methodum tangontium. in Actis Octobr, 1684 publicatam, quae nee trascondontes taoratur » (i). (7) epropostogli da De Boaune, che Cartesio .., affrontd ma non 1i- solse », ibidom, pag. 473 (Gnnnaxpt V, pag. 226). (#) sooreo la tangente, secondo il mio metodo pubblicato nogti Atti doll’Ottobre 1684, che non si arresta noanchs davanti alle quantita tra- scondenti», De qeometria secondite et analusi dndiniotbiliwm atoue dating. 1 / A GRD SRCOFI DAL CALCOLO! LA QUESTIONE DELLE ORIGINT 9 : ‘Due osservazioni mi sembrano & questo punto nocessarie, Ta prima riguarda gli infinitesimi, Abbinmo gid notato che nella definizione Jeibniziona né dv né do sono tali, ma al contrario il primo puod essore assunto ad arbitrio, ed il secondo 2 introdotto per mezzo della tangents, una definizione che ricorda molto da Yieino quella moderna, In realt mi paro che si tratti pit di un artificio espositive che di una convinzione di fondo, © probabil- mente Leibniz volova evitare di olpire sfavorovolmente il lottore con Pintroduziono fin dall’inizio di quantita: evanesoonti (™). Ed infatti poco dopo egli definisoe Ja tongente: 4... tangentem invenire, esse reotam Anecre, quae duo puncla dis- tentiam infinite parvam habentia, iungat, seu latus productum polygoni infinitanguli, quod nobis cures aequivalct» (). Cosi gli infinitesimi cacciati dalla porta riontrano dalla finestra, € con essi entra il triangolo earatteristico di Pascal, i cui lati sono Yelemento della curva (0 il Jato del poligono infinitangolo ad essa equivalente) ed i difforenziali dr, de, ora proporzionali agli inare- menti infinitesimi delle variabili. ‘A conforto di questa nostra interprotazione porteremo due argomenti, Tk primo proviene dalla stesso definiziono Jeibniziana del differenziale, quando dicc: + dv, sive differentia ipaarum »». Se si osserva che a da finito corrisponde un de dato dalla differenza delle ordinate sulla tangente, Is frase ha un senso solo se si pensa ai differenziall come incrementi infinitesimi, A oid si aggiunga (& questo i secondo argomento) che non si capiscono le regole di differenziazione altro che supponendo dx 0 de infinitesimi ¢ traseu- rando i termini di ordine guperiore, cosa peraltro nocessaria anche nelTidentificazione del differensiale con Pineremento della variabile dipendente (*), () ‘Una simile preocenpazione si intravede dictre 1a decisione ai dare Io rogole di @ifforonziazione senza alcuna giustifeazione (Demonstratio omnium facilis erit in bjs zebus vorssto, la dimostrazione ai tutto eid sark facile a chi & Vorsato in quoste cose, dir pit oltre); dato cho la dimostra- zione non avfebbe potuto ovitare 'uso di incrementi infinitesimi. () etrovaro la tangente, 2 condure la retta che congiunge due punti & distanza infinitamonte piecola, ovvero prolungaze i] leto del poligono infinitangolo, che per noi & equivslente alla curva», Nova Methodus, op. cit., pag. 410 (Gurnannr V, pag. 223). (®) Si voda lo lettera di Leibniz ad Oldevburg del 21 givgno 1677 (Briefiwechsel, pag. 242; trad. italiana in La disputa Leibnia-Nowton outa 10 uNxIco erosts ‘Una soconda osservasions, che interossa pit da vieino gli svi- luppi della nostra analisi, riguarda Vinsistonza con eui Leibniz sottolinea i caratteri di novita del suo metodo: a differenza di quolli procedenti osso si adatta sia alle usuali curve algebriche che 8 quelle contenenti frazioni e radieali, senza richiedere preven- tive razionalizzazioni: +Ex oognite hoo velut Algorithmo, ub ita dioam, calculi huius, quem vooo differcntiatom, omnes alia aequationes difforentiales inveniri Possunt per ealeulum commnnem, maximeoquo et mhinimae, itom- quo tengontes haberi, ita ub opus non sit tolli fractas at ixrationa- Jes, aut alia vineula, quod tamnen faciendium fait seoundam Methodos fhactenas oditas +). Per eapire con previsiono questo punto sara necessario discutore Vorigine ¢ Vevoluzione del problema delle tangenti, — La Géométrie. Il problema di tracciare le tangenti alle curve ha affatioato i goometri fin dall’antichité classica: Apollonio dedioa buona parte del secondo libro del suo tratiato alle ricerca delle tangenti alle sozioni coniche, Archimede trova le rotte tangenti alla sua spirale, Col rifiorire degli studi geomotzici a partire dalla soconda moti del Cinquocento Jo troviemo di nuovo tra le quostioni di primo Piano, specie quando Vapparire di nuove curve ignote ai elasaici, Ia pitt nota delle quali d senza dubbio la cieloide, lo ripropone rin- novato allattenzione degli studiosi. B perd solamonte con Paffermarai della goometria cartesiana che il problema delle tangenti balza alla ribalta rispetto ad alti simili (le quadrature, la determinaziono dei centri di gravita), si propone, come dio 10 stesso Desoarées, eome la questiono deck. siva della nuova tooria: +16 Pose dire que c'est cocy lo problesme 1o plus utile, & le plus gouoralo non seuloment quo ie sgache, mais mesme que aye iamais desiré do sgavoir en Geometrie + (@), 1) €Una volia note oid quate algoritmo, per cosi dire, ai questo call colo, che chiamo dijferensiate, tutte le altro equaxioni difforenziali si possono ricavare per mozzo dol caleolo ordinario, od avore i massimi o i minimi, © oosi Je tangonii, senaa che vi sia bisogno di oliminare le quantita fratte © irrazionali, © altci impacci, come invece si doveva fare con i metodi fin qui pubblicati », Nova Matfiodus, op. oit., pag. 409 (Guxuaxpr V, pag. 222). (#) Ri oso dire che quosto @ il problema pin utile © generale, aon solo NE SS ES SS FICS © ME pronto 10 RNRICO GrUSTT Una seconda osservazione, che interossa pit da viemno gli svi- Tappi dolla nostra analisi, riguarda Pinsistenze con eni Leibnia sottolines i caratteri di noviti del suo moiodo: a differonza di quelli procedenti cxso si adatte sia alle usuali curve algebriche che @ quolle contenenti irazioni ¢ radicali, senza’ riehiodere prevon- tive razionalizzazioni: +x cognito hoo velut Algorithme, ut ita dicam, calculi huius, quem yooo dijferontialom, omnes aliae uoquationes differentiales invenixi possunt per aleulum communem, maximaeque ot minimae, item. que tangentes habori, ita ub opus non ait tolli fractas at inrationa- les, aub alia vinewla, quod tamen faciendum fait secundum Mothodos hactenus editas 6 (#), Per capire con precisionc questo punto sar novessario discutare Porigine © Vevolazione del problema delle tangenti. 3. ~ La Géométrie, Il problema di tracciaro Ie tangenti alle curve ha aflaticato i goomotri fin dalantichita claasica: Apollonio dedica buona parte del secondo libro del suo trattato alla ricerca delle tangonti allo sezioni coniche, Archimede trova le retto tangenti alla sua spizalo. Col riflorire degli studi geometrici a partire dalla seconds mot’ del Cinguesento lo troviamo di nuovo tra lo questioni di primo Piano, specie quando Vapparire di nuove curve ignote ai elassici, Ja pit. nota delle quali & senza dubbio la cicloide, Jo ripropone rin- novato allattenzione dogli studios. B pord solamente con Vaffermarsi dolla geomotria cartesiana che il problema delle tangenti balza alla ribalta rispotto ad altri simili (le quadrature, Ia determinazione dei centri di gravitd), si propone, come dice lo stesso Descartes, come Ia questions deci- siya della nuova teoria: Ht Hose dire quo c'est cooy ie problesme le plus utile, & Je pins goncrale non seulement que ie sgache, mais mesme que Paye iamais desiré de sgavoir on Geometric » (2). (#) «Una volta note oid quale algoritmo, per cost dize, di questo cal- colo, che chiamo difforenziate, tutto le altro equasioni differenziali si possono rieavare per mezzo del ealeolo ordinario, od avero i massimi ¢ i minimi, © cosi le tangonti, songs cho vi sia bisogao di climinare Ie quantita fratte 0 irrazionali, o alizi impacci, come inveoe si doveva fare con i metodi fin qui pubblicati », Nova Mothodus, op. cit., pag. 469 (Gmnuanpr V, pag. 222), () «Bd 080 diro che questo @ il problema pid utile e generale, non solo ee Le Oe Gueero © it problems pill wt 7 A-TRE SRCOM DAL GALCOLO: LA QUESTIONE DKLLE omINT LT i i iontemente Non @ possibile in questa sede analizzare convenient Popera natomatiea di Descartes, un lavoro cho richiederebbe un tempo ben maggiore di quello di cui dispongo, ¢ che per molti vorsi attende ancora di essere compiuto. 1 ‘tuttavia necessario dare alenni conni che pur con tutte le approssimazioni purtroppo inevi- tabili, consentano di localiazare con une certa precisione iI nostro ai nz a ma eam bre della Géométrie ed all’inizio del secondo, to- yiamo affrontato e risolto il cosiddetto problema di Pappo, che Descartes enuncia nei termini seguonti: GH, Se. plusiews Hignes domnees ar posi il fal i 1 nyant: tin , & quil faille trouner vn peint, comme G, duguel Patan ligne droites sur lot données, comme OB, OD, OF, & Oi, on sorte que les angles OBA, CDA, OF, OHA, Se. soient dons, it plication d'une partic de & quo eo qui est produit par Is multipl pro de Tignes, soit esgal a co que cab produit par Ia snltiplication des atred ...2 (%). sBoient AB, AD, EP, Per sempliicare la deserizione dell selntione cartesian, suP- 0 di aver a che fare oon un numero pai 2n di rette date, ¢ che si carchi il luogo doi punti C tali che il prodotto dalle istans Gi 0 dalle prime w sotto sia ugualo a quello dello dstanze at ¢ dite alte *). Se (2, y) sono Te coordinate di 0 @ aX + boone 8 Poguarione aiormalizzata delle rotta i-esima 71 To, distancn of dar; 2 data da ja,o-+ bay ++ e| © dungue a curva richies Gtoméi métrie & uno dei sage ia, trie, pag. 413. Come & noto, In Géo 0 The aacounpugaane il talcbre Diseoure do Ta. 3th a, Bai o Loyd, dori radia 1637; una Tistampa anastatica deiln @dométrie con 2 ; ‘trieo Dover, New York). Le nost fronto & stata pubblicata dalla cage oditrico ew York), Le m itazioni rimandano allo pagine del sesto volume delle Oovnre artes, uiges ‘par Cuamins Apam of Pavt, Tanwar, Pati, 107-1013, pid Jolte ristampate, La prima traduzione italiana della Giomiteis 2 appsren solo roesntoments in Opore sieniiohe & ‘Rénb Descartes, vol. Ui, ii E. Lojacono, UTET, Torino, 1988. ; es . “ty tBiane AP, AD, HE, GH, ¢00,dolle neo date; o si Abb taovere un punto, eome Oy dat quale tirando dello rete fullo date, come oD, oD, Wi, ad angoli assegnati OBA, ODA, OFE, OHG, coo., sttane dal prodotio di una parte di queste line aia wguale gull che doriva dal prodotto dello altro. Qédomérie, op cit, DAB. 382. (@) Per non appesantire i disoorso, i ermattame cocsioninenie leserizione sommaria ¢ non conforme alla lottera del te tans deseisione anmmaria © non conforme ala lottors dol fete easter 2 MNRICO GIUSTI Figura 4 equazione aa Tle + dy 4-0) = se FT (ae + bay +09 u ann dove Pambiguita di sogno deriva dal valore assoluto. Si tratta dunque in generale di un’equazione di ordine n, Ia met del numero dollo rette date. In particolare nel cago di quattro rette si trova un’equazione del secondo ordino, ¢ dunquo la curva coroata 8 una sezione conica (*), La soluziono sombra cosi somplice da ragentare Ja banaliti; in realth por trovarla Descartes ha dovuto operaro una rivoluzione nella geometria, cambiando radicalmente Ja stessa nozione di curva, (*) O ioglio due, a causa del doppio sogno che peraltro Deseartos non prende mai in considerazione, Abbiamo qui notevolmente abbre. 2 ENRICO @rUBTT Figura & equazione * a Tht + dey +o) = & UD ew + ba + 0) earn dove Pambiguitt di segno deriva dal valore assoluto. Si tratta” aunque in generale di wn'equazione di ordine m, la met , del numero delle rebio date. In particolare nel enso di quattro rote si trova uun’equazione del secondo ordinc, ¢ dunque la sezione conica (#8), cura corenta 8 una La solusione sombra cosi semplice da rasentare In i ; Danalit’; in realtA per trovarla Descartes ha dovato oporaro una rivoluzione nella geometria, cambiando radicalmonte la stossa nozione di curva, (9) © meglio due, a’ cansa del doppio s 9 duo, segno cho peraltro Doseartes non prende mai in considerazione. Abbiamo gui notevolmenta ables. A THN SHCOLE DAL CALGOLO: LA QUESTION DETEB onremt 13 Por gli antichi, © comunque por i geometri precodenti, assegnare una curva significava darne la costruzione geometriea: erano curve Ja circonferenza, fo sezioni coniche, lo spirali, 1a quadratrice, eco. qualo pitt quale meno con diritto di cittadinanza in goometria (*), ma tutte determinate dalla loro costruzione. Di quoste curve, allo quali se no vonivano ad aggiungere altro nuove via via che Ja nooes- sit 0 la curiositd Lo richiodevano, si trattava poi di trovare propriet cho le deserivessero © Jo caratterizzeasoro: tangenti, quadratura degli spazi racchiusi, contri di gravité, 0 anche con Fermat Pequa- rione algebrica. In ogni caso comnnque queste proprieta, ivi in- clusa Ia loro oquazione, rosiavano sempre distinte dalla loro defini- zion, che non potova cho essere data per mezzo di una co- struzione, ‘Al contrario, per Descartes ta ourca 8 Pequasione, ed. & a partire ‘ultima, cho si siudieranno le sue proprieta, ivi inclusa la itd, di una sus costruzione tramite i tradizionali strumenti, iga © compasso, o altri apparcechi costruiti allo seopo ). monte diverso, In particolare, Descartes non usa mai lo equazioni delle rette dato, © rieava le varic distanzo modianto Puso ripetate della proporsio- nalita tra i lati di triangoli simili. Tnolire, quando gli angoli dati non sono rotti, ogli usa assi che formano éra loro uno degli angoli dati, dunque non ortogonali. () el ost vrai quills n’ont pas anssy ontiorement recou les sections ‘coniquos on leur Goomotrio » (B voro cho essi [gli antichi] non hanno nean- cho rooepito del tutto Io sosioni conicho nella lore goometria) Géométrie, op. cit, pag. 389. () Questo punto meriterebbo forse una discussione pit approfondita, anche porché su ai eso non e’S ascordo completo tra gli storiei (ai veda, ad osompio C.B. Bovnn, History of analytic geometry, Scripta Mathoma- tion, New York, 1056, pag. 102 © nega; A history of Mathematics, J, Wiley & Sons, New York, 1968, trad, italiana a oura di A. Cargo, ISEDI, Mi- Inno, 1978 © Mondadori, Milano, 1980, pag. 384 © sogy.; come anche J.L. Coonax, A hislory of vonio ssations and quadrio eurfaces, Oxtord, 1947, pag. 73, ¢ pitt rocontemente 'T, Lenore, Desoartes and the geometriza- tion of thought: the mothodologieal background of Desoartes' Géometric, Hinto- ria Math,, 6 (1979), 855-879, tutti Iavori che sostengovo tesi diverse da quella qui enunciata). Mi paro comunque che la nostra intorpretazione sia auflciontomente fondata, soprattutto se si tiene conto degli altri docu monti a nostra disposizione, od in partioolare della corrispondenza. A titolo di osompio si pud contronture Ia diseussione con Fermat a proposito dolla tangento alla curva a® + y? = aay (folium di Descartes) ed in partioolare In Lottora Mersonno del gonnaio L638 (Oewores de Descartes, op. cit., vol. I, pag. 490). D’altra parte, od 8 questo che qui ci interessa maggiormente, Te chee wht. 44 ebb vals atudina cha wi interes, 4 BNAICO GrustT «Or do cola seul qu'on sgait Ie rapport, qu’ont tous les poins d’vne igne courbe © tous ceux d'vne ligno droite, en la fagon que iay expliquée; il est ays6 de trouuer aussy lo rapport qu'ils ont a tous les autzes points, & lignes données: & en suite de connoisize les diame- ‘tres, Jes aissionx, les contres, & antres lignes, ou poins, a qui chasque igno courbe aura quolque rapport plus particulier, ou plus simple, quaux autzes: & ainsi Vimaginer diners moyens pour Tes deserize, & den choisir les plus facies » (*), Le eonseguenze di questa posizione rivoluzionaria sone mol- teplici, A noi premer’d metterne in Ince soprattutto una, ¢ ciod che montre nella geometria classica esistono solamente curve ‘nominate — ellissi, cissoide, spirali... — in quella cartesiana la famiglia delle curve si allarga @ dismisura: dal mondo chiuso della costruzione speciale all’universo infinito delle equazioni algebriche, Corrispondentemente, il problema delle tangenti si pone in maniora nuova. Prima si trattaya di esaminare ogni curva particolaro cor- cando dei procedimenti ad hoo che pormottessoro di costruirne Io. tangente; ora, quando nessuna curva @ pitt importante di un’altra, si dovré trovare un metodo generale che sia applicabile ad una. curva arbitraria, 2 sotto questa nuova forma che il problema delle tangenti si pone al contro delle discussioni nella soconda meta dol Soicento. 4, — Descartes contro Format: metodi algebrici ¢ metodi analitici. B lo stesso Descartes a dare nella @éoméirie un metodo per Ia costruzione della tangente, o meglio della normale, ad una generica curva algebrica. Hsso consiste nel trovare una cireonferenza, i} () + Ora, quando si conosee In relazione cho intercozre tra tutti i punti i una curva ¢ tutti quelli di un6 retia, nel modo che ho spiegato; & semplice twovare ancho i rapporti con altri punti linee date: © di qui conoscere i diamotzi, gli assi, i contri, ¢ lo altre lince, 0 punti, oon i quali una data curya avré qualche relazione pid partioolare, o pitt semplice, che non eon ali altzi: © cosi immaginare diverse maniere per traceiarle, ¢ seogliere le pit facilis, @éométrie, op. cit., pag. 412. In margine Descartes sorive: «Quo pour trouver toutes les propristes des lignes courbes, il sufft do sgavoir le rapport qu’ont tous lours poins a coux des lignes droites, & Ia Sagon do tirer d'autres lignes qui les couppent on tous ces poins a angles droits 5. (Per trovare tutto le propriota delle cuxve, d suiliciente conoscero Ja relarione che tutti i loro nunti hanna eon ouelli delle vetie Wat mnde. i i ‘ 4 BNRICO Grustt 4 Or de ecla seul qu’on agait Je rapport, qu’ont tous les poing d’vne Jigne courbe a tous ceux dyno ligno droite, en Ia fagon que iny expliqnéo; il ostaysé de trouner ausey Je report qu'lls ont a tous les autres points, & lignes données: & on suite de connoistre les diame» ‘res, les aissionx, los centres, & autres lignes, ot poine, a qui cbasque ligne courbe urs quelque zapport plus particulier, ou plus simple, qu’aux autres: & ainsi d'imaginor diners moyens pour les descrive, & d'en choisir les plus faciles + (*). Le eonseguenze di questa posizione rivoluzionaria sono mol- teplici, A noi premerd metterne in Ince soprattutto una, © cio’ cho mentre nella geometria classica esistono solamente curve nominate — cllissi, cissoide, spivali.., — in quella cartesiana la famiglia delle curve si allarga a dismisura: dal mondo chinso della costruzione speciale all’universo infinito delle equarioni algebricho, Corrispondentemente, il problema delle tangonti si pone in maniera. nuova, Prima si trattava di esaminaro ogni curva particolare cer- cando dei procedimenti ad hoo che permettessero di costrnimne la tangente; ora, quando nessuna curva é pitt importante di untaltra, si dovrd trovare un metodo generale cho sia applicabile ad una curva arbitraria, B sotte quesia nuova forma che il problema delle tangenti si pone al contro delle discuasioni nella seconda meta deb Scicento, 4. - Descartes contro Fermat: metodi algebrici e metodi analitici. B lo stesso Descartes a daro nella @éoméirio un metodo per la costrusione della tangente, 0 meglio della normale, ad una gencriea curva algebrica, Esso consisto nel trovare una eirconferenza, il (#9) «Ora, quando si conosco 1a relazione che intereorre tra tutti i punti di una curva ¢ tutti quolli di una retta, nel modo che ho spiegato; & somplice trovare anche i rapporti con altri punti ¢ linoe date: ¢ di qui conoscere i diametri, gli assi, i centzi, © Je altre linee, 0 punti, con i quali une data curva avrh qualche relagione pitt particolare, o pitt semplics, che non eon gli alizi: ¢ eosi immaginare diverse mantere per iaceiazle, & sceglicro lo pit facili», @éométrie, op. elt, pag. 412, In margine Descartes acrivo: * Que pour trouver tontes les proprictes des lignes courbes, il sufflt do sgavoir Je rapport gu’ont tous leurs poina a ceux des lignes droites, & la fagon de tirer d’autros lignes qui les couppent on tous oes poins a anglos Groits ». (Per trovare tutte le proprieté delle curvo, & sufficiente conoscere Ja rolagione che tutti i loro nant} hanna ane nel! Act. wo. ee [ A -TRN SNOOLL DAL CALGOLO: TA QURSTIONE DELLE ORIGIN — 16 Figura 6 oni centro si prende in gonere su uno degll assi, che abbia un’inter- serione doppia con ls curva nel punto O = (2%, a) in oni ai vaolo tro- vare la tangente, 1 raggio della citoonferenza trovata sari nor- male alla curva in 0. Tradotto in linguagglo algebrico, il problema consiste nel doterminare ifparametri # ed # nellequazione della ciroonferenza (*): wt (yo) = at i imi i i formato da in modo che, climinata adfosempio la a nel sistema questa © dall’oquazione della curva, il polinomio risultante abbia je come radice doppia. CO Se Pequazione della curva era di grado m il polinomio risul- tante sar di grado 2m, @ dovrd essere della forma (yy) ico polinomio di —1). Uguagliando dove Q(y) & um generico polinomio di grado 2(m i coottsent delle potenze omologhe si ottongono 2m 4-1 equa- zioni dalle quali si possono ricavare i 2m —1 coeflicienti di @, nonehé i paromotri 0 od 3. «Do plus il faut consideror, que lorsquil y @ deux racines osgales fon yne oguation, elle 4 necessairement Ie mesmo forme, quo si on mrultiplie par soy mesme 1a quantité qu’on suppose estro inconnué ‘moing Ia quantité connue qui Iny eat eagalo, & qu'apres cola si cote domiere sommo n’a pas tant de dimensions que la precedente, on Ia multiplic par vue antro somme qui en ait autant qu'il Iny en man- ‘quo, afin qu'il puisso y avoir separemont equation entre chasoun des tormes de Tune, & chascun des termes de Pautro... Doi il ost fort aysé a ontendre, que de quelquo gonre, que puisso () Si noti che Descartes indica con y lascissa © con # Vordinate della 16 ENRICO crus este 1a ligne courbe proposée, il vient tousiours par cele fagon de proceder autant @equations, qu’on est obligé de supposer de quan- ‘tit6s, qui sont inconnués » (8). La considerazione di una cireonforonza al posto di una retia porta ovviamente ad un'equazione risultante di grado doppio del necessario; comunque, anche quando questo difetto sin olimi- nato (*), il metodo di Descartes rimarrd puramento algebrico, dunque mal si presterd alla trattaziono di curve la cui eqnazione contenga radicali (si pensi alPesempio di Leibniz), Di quoste oecor- rerd prima, mediante opportune elevazioni a potenza, trasfor- mare Pequazione in un’altra che non contenga radicali. A tale operazione, non sempre agevole, si riferigoe Leibniz quando dice cho gli altri motodi hanno bisogno che ¢ fractae ot irrationales (quas indoterminatae ingredientur) prius tollatur » (*), Pressoché contemporancamente alla pubblicazione della @éo~ métrie, il matematico tolosano Fermat propone un suo metodo per Jo detorminazione dello tangenti. sso si basa sulla teoria dei massimi ¢ dei minimi, ed in particolare sulPosservazione, gid pre- sente in. Keplero, che nell’intorno di un masaimo Te variazioni sono insonsibili, Postiamo riassumere il metodo di Fermat come segue, Sup- Poniamo di volor trovare i massimo (o il minime) di una funzio- (*}) s Bisogna poi osservare, che quando in un'equasione of sono due vadiel ugnali, questa ha necessariamonte 1a stessa forma, che si ottiene moltiplicando per 66 stessa Vincognita meno la quantit& nota che si sup- Done esserle uguale; © se une yolts fatto cid qnest'ultima somma non ha lo atesso grado della precedente, Ia ai moltiptichera per un altro polino~ mio che abbia il grado che manea, in modo tale che si possa avere sope- wotamento un’equaziono tra ogni termine della prima ed il corrispondente termine dell’altra.., Da cid si eompronde facilmente come, di qualun- ne genore sia a curva data, visultano in questo modo tante equazioni, quante sono le incognite introdotte », Géoméiriv, op. cit., pag. 418-420. ¢*) La sostituzione della reita tangonte al posto del eerchio 8 operate da Barenorm nella seconda edizione latina della Géométrie: Geometria & Renato Des Cartes anno 1687 gallice odita..., Amstelodami, apud Ludovie eum & Danielem Elzovirios 1650-1661. (©) Nova Methodus, op. cit., pag. 470 (GuruaRpr V, pag. 223). Vedi pid oltre, pag. 38, (*) Ancora un'epprossimaziono: la nosione di funziono 8 estranen al pensicro di Format, eho parla invoce di ordinate, massima di una curva. Benché il termine funzione sia stato introdotto da Leibniz, il concetto non ai affermer’, che con Bulero, e dungue nella seconda metd del setle~ 16 ENRICO GrusIr estre la ligne courbe proposée, il vient tousiours par ceto fagon de proceder autant @equations, qu’on ost obligé de snpposer do quan- 4ités, qui sont inonnmés » (3). La considerazione di una civconterenza al posto di una retta porta ovviamente ad un’equazione risultante di grado doppio del nocessario; comunque, anche quande questo difetto sia climi- nato (%), il metodo di Descartes rimarrd puramente algebrico, & dunque mal si presterd alla trattazione di curve I ent equazione contenga radicali (si pensi alPesempio di Leibniz), Di questo ocoor- yori prima, mediante opportune levazioni » potenza, trastor- mare Vequazione in un’altra che non contenga radieali, A tale operazione, non sempre agevole, si riferisee Leibniz quando dice che gli altri metodi hanno bisogno che ¢ fractae et irrationales (quas indeterminatae ingrediontur) prius tollatur » (*), Pressoohé contemporaneamente alla pubblicasione della @éo- métrie, iL matematico tolosano Fermat prepono un suo metodo per la determinazione dello tangenti. Hsso si basa sulla teoria dot massimi ¢ dei minimi, ed in particolare sulPosservasione, gid pro- sento in Keploro, che nell’intorno di un massimo Je variazioni sono- insonsibili, Possiamo riassumere il metodo di Iermat come segue. Sup- Poniamo di voler trovare i! massimo (o il minimo) di una fanzio- (") «Bisogna poi osservare, che quando in un’equazione ci sono due radiei uguali, questa ha necessariamente Is, stessa forme, che si ottienc moltiplicando per ¢6 stessa Yncognita meno la quantitd nota che si sup- Dons esserlo uguale; ¢ se una volta fatio cid quest’ultima gomma non ha Jo stesso grado della procedente, la si moltiplicher& per un altro polino- mio cho abbia il grado che manca, in modo tale che si possa avero sepa ratamente un’equazione tra ogni termine dolla prima ed il corrispondente ‘termine delaliva,. Da ed si compronde facilmente come, di qualun- quo genore sia Is curva data, risultano in questo modo tanto equazioni, quante sono lo incognite introdotte», Géométrie, op. cib., pag. 418-420, (*) La sostituzions della rota tangente al posto del cerchio 8 operate. | da Barrnoriy nella geconda edizione latina della Géoméirie: Geometvia a | Renato Des Carter anno 163? gallice edita.... Amstelodami, apud Ludovi- cam & Danielom Elzevirios 1669-1661. | () Nova Methodus, op. cit., pag. 470 (Gurnanpe V, pag. 223). Vedi pid oltre, pag. a8, Ancora un‘approssimazione: Ia noziono di funziono 8 estranea al pensicro di Fermat, che parla inveee di ordinata massima di una curva. Bonché ii termine funzione sia stato introdotio da Leibniz, il concetto — non si affermera che con Eulero, ¢ dunque nella seconda meta del setto- | (A Ge SECOLL DAT CALCOLO! LA QUESTIONE DELEH ORIGINE IT ne (*) fle), © sia a i punto di massimo, In virtt del principio ai Koplero, se H @ una quantita, «piccola », si avr’d f(a) = fla+ B) indi i tratte di un’uguagiianza 11 segno ~ abbiomoe indicato cho si a cpuvossimste ‘0, usando mn termine di Fermat, di una adasquatio. ‘A questo punto uno sorie di semplici passaggi dd @Q la + B)— f(a) = 0 a+ #10) e) oe Se ora nell’equazione (2) si semplifien il quoziente in node che seompaia Ie B al denominatoro si pono == 0, si oftione ane equaziono dalla quale si pud ricavare Pinoognits 4, e cio i, magsimo, . | | ome a couminave Yapplicazione del metodo dei moseimd © minimi alla ricorea delle tangenti, solvermiamoel per fare qualohe commento elementare. In primo Inogo, si sard osservats ho i passoggio dalequazione (1) alla (2) non ® giustionto, spec's fo Vista dela successive potidione = 0. Dialira parte 8 non la (1) che esrattorizza i punti stazionar, ei allosservazjone di Keplero che Je variazioni nellintorno dei punti di massime sone insensibil, si dovrd aggiungere Ta precisaziono ¢rispetto alle var. rioni dolla variabile indipendente ». Nox sombra comunque oh né Fermat, né Descartes pure oof) exten nal “goad i dei abbiano colto 41 a a ‘range onservasion piit portinent alla nostra disoussione, iguarda la semplifcazione che & nocessarlo aperare prima a! perro B= 0 nella (2). Una tale operasione, immediate quando it fi: ziono { ® un polinomio, diventa eomplessa a laboriosa quando J compone di espressiont fratte o ixrazionali, o riehi paseaggio intermedto in cui si eliminino i radieali con opporsme oh i a potenza. Ancora una volta dungue, benché fl metodo i Fes at non sia a priori linitato ad oquasioni algebriche, Ta presenzi quantita irrazionali pone serie Iimitazion’ allo sua, appicab tty soprattutto quando ai abbia a che fare con ospressioni " dol tipo di quella indieata do Leibniz. ei tangenti, riguardo- Ma veniamo ora alla determinazione delle tongenti, riguardo 18 ENRICO GIUStT ‘di spiegazioni, cosieché Ia nostra rieostrusione, ancorohé plausi- bile, non 8 completamento provata (2), Sia dunque OYB una curva di cui vogliamo trovare Ja tan- gente nel punto Y. Sis YD Ia tangente e sia 6 un punto su di essa, corrispondente alascissa A. Figura 6 Dalla similitudine dei triangoli DX¥ © DAO xisulte AO:DA = X¥:DX © dungue s6 i indiea con # In sottotangente DX, ¢ eon # Hinero- mento XA; AD = yl + 2/t), Supponiamo ora che, como in figura, la curva sia concave 3 rieulia allora AB < AG 6 s0 Poquaziono della eurva & y— fe), YL + aft) — fle +2) = AO-~ABS0 (*) Si vedo comunque Varticolo di Huxonns, Regula ad toveniondas “Gngenies linearam ourvarum, in Divors Ovorages de Mathomatique et de Physique par Messieurs do VAoadenis Royale des Soionces, Paris, de FIne Brimorie Royale, 1603, pag. 330-885, pol ristampato nol secondo volume dello Opera aria, Laugduai Batavoruin, Van dor Aa, 1724, pag. 490-506, od infine nol ventesimo tomo delle Oeuvres Complotar ile Christiaan Huy. gens, M. Nijhoil, La Haye, 1940, pag. 242.255. () Lasounsiono restrittiva viguardanto I concavith della ourva non Giponde solamente dal metodo di dimostrazione, ma piuttosio dulk; qa nigione delle e.0 0 18 mNRICO GrUsIL spiegazioni, cosieché Ia nostra. i i ; icostrusi ie, no ® complatamento provata (*). mroorehs Dane fanque O¥B una curva di oni vogliamo trovare la tan. gente nel punto ¥. Sia YD la i Soren Bante Y. Sia YD i tangente o sia O un punto su di essa, Vigura 6 Dalla similitudine dei triangoli DXY e DAC risulta AO:DA = X¥:DX ¢ dunque se si indica @ dunave se con + la sottotangente DX, e con x Vinero- AC = y(1 + efi), Supponiamo ora che, come in figara, risulta allora AB< AC 6 ge dala oor gees 8 equasiono della curva 8 y = f(a): WL + sft) — fw + 6) = AO~AB>O () Si veda commgue Lartigolo ai Regula ad imvoniondas ‘crane soma ourvoruim, in Divers Cana a Sfethonatine a pris Roa io, Stall Ral te eo Bayo dels per tri, Tiga Batavorany, Va dey 134, ag, Ao. a ini nat verti tomo dle Oovores Oomplts de Gbristiaan ifoy, + M. Who La Hoyo, 1940, pag. 242-256 " ipa tase sett riuardants Ia eoneavita della curva non iene eo ente dal motodo di dimostrazione, ma piuttosto dalla defi- A TRE SROOLK DAL CALCOLO: LA QUESTION Dein onGINT — 10 La funzione di 2 che figura al primo membro ha dunque un minimo. per s=0; applicando il metodo precedente si ottiene un’equa- vione, dalla quale si ricava facilmente Ja sottotangento t (*"). Pit in gonerale, se Ja curva ha equasione F(a, 4) ~0, si os- sorverd che, gincendo la tangents tutta da una stessa parte della, curva, la restrizione della 7 alla tangente 0 sempre positive, ¢ si annulla nel punto di contatio. Ne segue cho la funzione di s Blo + 29h + eff) in un minimo por 2 = 0, Applicando Ia teoria dei massimi ¢ minimis si rieava ancora una volta 1a, sottotangente %. La portata © Yapplicabilitd del metodo di Format furono og- getto di una breve ma aspra discussione con Descartes, condotta. per il tramite di Mersenne. T buoni ufc: dol Minimo, 0 soprattutto Pabilita di Fermat nel rispondere alle obiezioni ¢ risolvere i pro- }lemi che gli venivano proposti, indussero infin Deseartes » rico- noseere Ta validit& delle tecnicho dellavversario al pari delle proprie. Tn yealta il metodo di Fermat era in linea di prineipio pit gene- vale, non essendo a priori linitsto a eurve algebriche, od 6 da esto cho traxranno origine la maggior parte dello riverche successive. Dialtva parte esso soitre delle stesse limitazioni del suo concorrente, ed @ mesgo in mora da complesse espressioni irrazionali. 5, ~ Prima del ealcolo: progressi ¢ limiti. ‘1 metodo di Fermat viene pubblicato da Herigone nel quinto: volame del suo corso matematico (*), La stringatezza del?orpo- sizione ¢ le notazioni estremamente personali non giovano certo ‘allaffermazione delle idee del matematico tolosane, che proba- suxla (La Tinea rotta si dice toccare il cerchio, la quale toceandolo, © pro~ Tangata non Io sega. Bucube 3, def. 2 nella tradusione del Commandine). Poraltro il motodo dimostrato con} questa ipotest viene tranquillamente applicato a ouve gencrali. La stossa xestrizione 8 presente nelle Lectiones: Geomerieao di WsAa0 Baxnow, Londinii, Typis G. Godbid, 1670 (ristam- pate in The mathematical works of I. Barvow, edited byl W. Wenmwnis Cambridge University Press, 1869; ristampa anastatien G. Olms, Hildes- heim 1963); in particolare si veda Ia Lesione IV. (") Ocwores de Format, publiées par les soins de MM. Pavy TANNERY ot Crantza Hunn sous les auspices du Ministrére de PInstruction Pu~ ‘blique, Gauthior-Villas, Paris, 1691, Tome T, pag. 185. (3) Supplemontum Oursus Mathematiet, Continens Goomelricas aqua eee on atame ajfectarum Difectiones. Par Pixrew Hyrei~ 20 ENRICO GUST bilmente si diffondono pid effieacamonte attraverso i canali sotter- ranei dello copie manosoritte © tramite la corrispondenza opistolare, Al contrario, i Discours de ta méthode © dunquo la Géoméiria che no costiiuiva uno dei saggi hanno una diffusione immediata guanto ampia, A questa pord non fa riscontro, almeno por 1a parte matematica, un'altrettanto soliectia assimilazions. In offetti In Géométrie & untopera difficile, @ ci non tanto perché 8 seritia in francese, una lingua al?epoca non cost conoseiuta negli ambienti soiontifici europel, quanto pinttosto por la novita del suo linguaggio © por una coneisione in quoi tonapi inaudita, Non ei si meravigliord allora so la traduzione latina del Disoorso yerri pubblicata senza la Geometria, una soparagione che dura tustora, © s0 alla prima edizione latina di questa (*) no soguirh dicei anni pitt tordi una sceonda (*) corrodata di un intero secondo volume esplicativo, Mancando studi sistomatici sulla diffusione dello ideo matoma- ich oartesiano (*), dovremo accontentarci questo riguardo di rapidi conni, V’influenza maggiore 8 da rogistrare noi Paoai Bassi, dovo si forma un gruppo agguerrito di matematici cartosiant, tra i quali fa spicoo Ia figura di Huygens. & proprio quost'ultimo che introduerA Leibniz alla geomotria analitica durante il soggiorno Gi questi a Parigi nel 1673 (#8). Una corta prosa ha la Géométrio () Geometria, a Bonato Des Oartes Anno 1637 Galtioo odita: om notis Hlorimondi de Beaune, .« opera atgse stuilio Branciset a Sohooten. Tagiuni Batavorum, Ex offisina Ioannis Muito, 1649. Oltre alla tradusione dolla Géoméiris, quosta edizione contione le Notae breves di Du Buaoxn 0 i Com- mentaréi di Souoovex, nonehé un supplomento non pid ristampato nelle successive ediaioni. (#) Questa scoonda odizione, citnta alle note(*), contiens oltre alla tradusione della Géométrie od aghi opuscoli di Du Buaunn © Scslootey gid presenti noll’edixions del 1649, lo opore seguenti: I’. van ScHooTmN, De oubisarum aoquationum resolutions; T, vax SouoorEN, Additamontum; J. Hoppe, Hpistolas duw. H, van Haurant, Hpistola; ¥. Barquoran, Mathesoos wniversatis, sow Iniroduotio ad Goometriae Mothodum; I. De Bnaune, Duo tractatus posthumi; J. Dx Weer, Da elemontis owroarwm linea rum libré duo; F. van. ScHoorny, Traotaius de concinnandis demonstra- Hontbus goometricis ex caloulo algebrioo. (*) Ber la diffasione della Géométrie in Ttalia si veda L. Puen, Noto sulla diffusions delta Géométrie di Descartes nel 600 in Italia, Boll, Storia Sei, Mat., 2 (1989), 249.288, | (@#) Por il soggiomo parigino di Leibniz si consuiti J... Hormanx, Leibnia in Paris 1672-1676, His growth to mathematical maturity. Cam. 20 BNBIOO GIUSTI bilmente si diffondono pit efficncomonte attrayerso i oanali sottor- vanei dello copic manoseritte © tramite Is eorrispondensa epistolace, Al contrario, il Discours de la méthode © aunque la Géométrie che ne costituiva uno doi saggi hanno una diffusion immediate uanto ampia, A questa perd non fa riscontro, almeno per la parte matematica, un’altretianto sollecita assimilazione. In effetti Io Géométria 8 un’opera difficile, © 6id non tanto porché saritta in francese, una lingua allepoca non cos) conoseinta negli ambionti sefentifici europei, quanto piuétosto per Ia novitd del suo linguaggio © por una concisione in quei tompi inaudita, Non ci si meraviglior’ allora se la traduzione latina del Discorso verr’ pubblicata senza Ia Geometria, una separazione cho dura ‘tnttora, © se alla prima ediziono latina di questa (*) no seguir’ dieci anni pit tardi una seconda (*) corrodate di un intero sceondo volume. esplicativo, Mancando studi sistematici sulla diffusione dello idee matema: tiche cartesiane (+), dovrome accontentarci a questo riguardo di rapidi couni, L’insluenza maggiore & da rogistrare noi Paesi Bassi, dove si forma un gruppo agguerrito di matematic’ oartosiani, tra 1 quali fa spicoo 1a figura di Huygens. B proprio quest’ultimo cho introdur Leibniz alla goometria analitica durante il soggiomo di qnosti ® Parigi nel 1673 (*). Una corta prosa ba la Géomdtrie ©) Geometria, @ Renato Dos Cartes Anno 1687 Galtios edita: cum notis Plorimondi do Beans, .. opera atque studio Francisei a Sehooten. Lngdani Batavorum, Ex offlcina Ioannis Maico, 1649, Oltre alla traduzione delia Géométris, questa ediziono contiene le Notae breves di Dz Buavyz ¢ i Com. mentarit i Soxoorex, nonché un supplomento non pid ristampato nelle successive odiioni. (©) Questa, seconda edizione, citsta alla nota (%), oontions oltre alla teaduzione della Géométria od agli opuscoli di Du Buauws © Scxooren gid prosenti nell’ediziono dol 1649, le oporo eoguenti: PF. van ScuoorsN, ‘De oubioarune aoquationm reeoluliones F. vax ScHoomN, Additamentuny J. Hupn, Hpistolae duas, H. van Hwurazt, Bpistola; KE. Bantuouw, Mathescos wnivorsatis, sow Introductéo a& Geometriae Methodum; B. Du Buaune, Duo traotutus posthumi; J. De Wrrr, De eleinsntic ourvarum Tinea. rum libri duos B. vaw. ScHooren, Tvaclatus do concinnandis demonstra. tionibus geometrivis ex oatoulo algebrioo. (*) Per la diffasions della Géométrie in Italia si veda Ti. Pars, Note sulla dijfusione della Géométrie di Descartes nol 600 im Italia, Boll, Storia Sci, Mat., 2 (1992), 249.288. | (#) Per il soggiomo parigino di Lotbnia si consulti J.B. Hovacanw, Leibnis in Paris 1072-1676, His growth to mathematical maturity. Cam. | | ! ‘A TRH SECOLT DAL CALCOLO: LA QUESLIONT DELL ORIGINT 21 in Inghilterra, dove vediamo il glovane Newton osereitarsi sul lo per Jo tangenti (#). ; mate la dltestone 3 molto pitt lentes in Talis ai dove regi- strare una chiusura prossoché totale, @ si pud dire che la geometria algebrien entrerd solamente col. caleolo, Peraltre, Ia penetrazione della Géométrie } Inboriosa anche in Francia, dove si affermerd solamente tra i matematioi dela gencrasione sueoessiva a Deseartes nol quale i eontemporenci Format, Boberval, Paseal, vedono pit un aniagoniata cho un maosiro, Paradossalmente, si pub dire che Ja goometria cartesiana aglsee in Francia non tanto como stim por In ricerca quanto piuttosto como un ostacolo frapposto da ele: mnenti consorvatori (come ad. esempio Catelan) alla diffusions caloolo infinitesimale, Di loro dirt pit tardi Leibniz: «..¢e8 bons Cartesions qui pour avoir lou lea Elemens de Barthotin ‘ou du P, Malebranche croyent pouvoir tout faixe en Analyse o (#4). itardi nellassimilaziono delle nuove teorio si xiflettono ov- vianonte sl problema gonorale dolle tangenti (cho, ricordiamolo, potava essare formulato solo nol ambito della goometria analitiea), cosieché alcnni deeenni dopo Ia pubblicazions della Géoméirie questo era praticamenie al punto in cui lo avevano Iascinto Deseartes © Kermat. . 4 che si registrano, a parto la costruziono della tan: goutorae ourve tragcondenti alloms noto 6d a quelle che via via si venivano ad aggiungere, sono Hmitati essenxialmonte al metodo di Huddo per lo radiel doppie di un polmomio, un metodo che per- mette di evitare Pintroduzione del polinomio ausiiario e la tediosn doterminazione dei suoi coofficionti, Al suo posto, troviamo seguonto (®) Tho mathematical papers of Teaao Newton, edited by D.'T. Witrmn- se, Cambridge University Press 1907, Vol. L pag. 218-288 (4) ¢ questi Duonf eartasiaai, oho” por avor Totho git Tloment Bartholin 0 del Pedro Malobranche credono di poter fare tutto in Analisi». Loibnis « Huygens, gennnio 1688. Briefuechsel, pag 8875 Ooweres com- | platen do Ob. Huygens, op. it, Tomo TX, pog. 268, Gli Hlomenti di Bar- | thotin sono quoltinseritt net?dinione del 1658, o pot in tuite quello sne- | cessive, della, Geometria {vod noin (#))s nom sisulta invose cho Malcbrenche abbin sarilto dogli Elomonti ai goomotria, « probabitmento TLeibnin, st | atessco. qui ag lomente de Mathonatique di Jaw Pacesman, wn alleys | ai Malebranche, che furono pubblicati anonimi nel 1675 © poi nel 1689, | ocho sovento exano atiribuiti a Malebranche, $i pud vedore su quosto punto | A. Rosman, Malebranche de TAcademic des Scionoes, L'oeuere sotonti- 22 ENRICO a1uaTL + THEOREMA, $i in acquationc duae radices sint aequales, atquo ipsa multiplicobur por Arithmeticam Progressionem, quam libuerit; nimirum, primus torminus aequationia per primum terminum Progressionis, seoundus terminus aequationis per secundum terminuin Progressionis, & aio deineeps: dico Produetum fore aequationem, in qua una dietaram radium reperietur » (6) che viene dimostrato con tooniche puramente algebriche. En parti- colare, se un’equazione ha una radice doppia, questa anche radio dell’equazione che si otifene moltiplieando ogni termine por 'espo- nente dell'incognita; un fatto quesiultimo che 8 stato interpretato da non pochi storici come Pannullarsi della derivate prima. Tlavoro di Hudde si muove comunque nell’ampito del metodo algebrico cartesiano, di eui vuol essero una semplificazions, Biso- nerd attendero altri dieci anni per assistere ad una ripresa delle ideo di Fermat, soprattutéo da parto di studiosi anglogassoni: in rapida suecessione esoono nel 1668 la Geometria pars universatis (*) di James Gregory, nel 1670 le Lectiones geometricae (*) di Barrow, ed infine nelle Philosophical Transactions (6) del Marzo 1672 un. compendio delle regole per le tangenti di Wallis. Si tratta di lavori che non fanno registrar netti progressi ri- Spette all’opera di Fermat, con Jn quale talora (8 ad esempio il caso del primo metodo di Wallis) esibiscono improssionanti coinei- denze, 1 da notare comunque una tendenza sempre pit mareata verso D'uso di metodi completamente analitici, a scapito degli argo- menti di tipo geometrico. In altre parole, dalla formulazione di ‘mmotodi per le tangenti si passa all’enuneiazione di regote per Je tan- gonti, consistenti in una serio di manipolazioni algebriche da ose- guirsi sull’equazione della curva senza far apollo alle sue pro- (*) ¢Teorema. Se un’equaziono ha duo radici uguali, ¢ si moltiplica Per un’arbitraria progressione axitmetiea; 0 oie’, il primo termine della equazione per il primo termine della progressione, i secondo termine della ‘eqnazione per i! secondo della progressions, © eosi via: dico cho si otters. ‘un'oquazione, che avri ancora una dello radici dette », Johannis Huddenii Epistola scounda, de macimis et minimis, in Geometria, op. cit. nella nota (1), Vol. I, pag. 507. (8) Geometria pars universalis, inserviens Quantilatum curoarum trane- mutations & mensurae, Patavii, 1668, Typia Horedum Pauli Frambotti. () Lectiones Goometrioae; im quidus (pracsertim) Goneralis: Ourvarwm Lincarwin Symptomata Declarantur, op. cit, nella nota (2). (*) Epitome Binac Methodi Tangentium Doctorie J. Wallisii Geom. Prof. Saviliani Oonias, in Philosophical Pranenstiene Wel wit. ot 2 ENRICO Grose «THBOREMA, 6i in aequatione duao radices aint aequales, atque ipsa multiplicotur per Axithmetioam Progressionem, quam Hbuerits nimirum, primus terminus aequationis per primum terminum Progressionis, seoundus torminus aequationis per secundum terminum Progressionis, & sic deinceps: dico Produetum fore acquationom, ia qué una dictarum radioum reperietur + (#8) che viene dimostrato con teeniche puramente algebricho, In parti- colare, so un’equazione ha una radice doppia, questa 8 anche radieo dellequazione cho si ottione moltiplicando ogni termine per Pespo- nonte dell’incognita; un fatto quost'ultimo che & stato intorpretaio da non pochi storici come Pannullarsi della derivata prima. U lavoro di Hudae si muove comungue nell’ambito del motoio- algebrico cartesiano, di cui vuol essere una semplificaziono, Biso- gnerh attendere altri dieci anni per assistere ad una ripresa delle ideo di Fermat, soprattutto da parte di studiosi anglosassoni: in rapida suecessione escono nel 1668 la Geometria pars universalis (*) ai James Gregory, nol 1670 Je Lectiones geometrivae (*?) di Barrow, ed infine nelle Philosophical Transactions (*#) del Marzo 1672 un. compendio delle regole per lo tangenti di Wallis, - Si tratta di lavori cho non fanno registrare ntti progressi ri- Spetto alPopera di Fermat, con In quale talora (8 ad esempio it caso del primo metodo di Wallis) esibiscono ixapreasionanti coinci- denze, 1 da notare comanque una tendenza sempre pit mareata Verso Puso di metodi completamente analitici, 2 seapito degli argo- menti di tipo geometrico. In altre parole, dalla formulazione di metodi per le tangenti si passa all’enunciazione di regole per le tan- genti, consistonti in una serie di manipolazioni algebriche da eso- gairsi sullequazione della curva senza far appello alle sue pro- () ¢Teorema, Se un'equazione ha due radici uguali, 6 si moltiplion por un'arbitraria progression aritmetiea; @ ciod, il primo termine della ‘equaziono por il primo termine della progroasione, il secondo termine della equazione per il secondo della progressione, @ cost via: dieo cho si obterré un'equasione, che avrh ancora una delle radici dette », Johannie Huddenié Epistola soounda, de manimis et minimis, in Geometria, op. cit. nella nota (1), Vol. I, pag. ‘507. (9) Geometria pars aniversalis, inservions Quantitatum ovrvarwm trans. mutations & meneurae, Patavii, 1668, Typis Heredum Pauli Frambotti, (*) Lectiones Geometricae; in quibus (pracsertim) Generalis! Ourearum Linearwin Symplomata Declarantur, op. cit. nella nota (8), () Dpitome Binae’ Metiodi Tangentium Dootoris J. Wallisii Geom. Prof. Saviliont Ovonias, in Philosophical Transactions. Vo). VIL. vy. &) A TRE SECOLT DAT OALOOHO: LA QUMSHIONE DELLE ORIG 23 iti jeolarmente forte Questia carattoristicn 0 partic © i buon geometra classico todo di Barrow, che peraltro da , ton 1p trovava particolarmente soddisfacente, au unto da insrislo i i dietro consigtio di , lle sue Lectiones geometrionc solo n » ae ‘tardi rieonoseiuto in Nowton, Sie regole di Barrow sono le eo Puonti, Hgli indica con ¢ ed a gli inorementi infinitosimi alia tiabile indipendente a ¢ dolla variabile dipendente m; quin prietd geomeiriche. cio termi yuibus Spee ‘ater computandum omnes objicio torminos, in quibus 5 ora e potertas hahotur, vel in quibus ipsao dueantur in ee maim isti toxmini nihil valebunt). _ _. a i ene constantos quantitates notat, cou determinatas designantibusy aut Sn quibos non habentar vole oleaim i tenia emer, m foguationis partom adtcts, ofilum adacqusbunt), 8, Pro a ipaam m (vel LP), yoo ¢ ipsam (vel PA) [ispoitivemonts Yordinata © 1a sottotangonte] substituo. Hine denum ipsius quantitos dignosoctur » (#). i Ja lore applicazione solo ‘A. queste regole, che ovviamente trovano Ta lore hel caso di oquozion! algobriche, Barrow aggiunge i jaspinm indefinite parti- si ealoulum ingrediatur eurvac cujaspinm in P Saat eubstiaatur fojus loco tangentis particula rite sumpta; vel ei quavis (ob indefinitam ourvas parvitatem) aequipollens reo- ta » (5) ‘esplicitondo cost un artificio che era alla base di tutte 0 quasi le joni di tangonti allo curve trascendonti. wore motode ai Barrow si compio un notevole pasko nella direzione di una completa antomatizzauione delle regole di calealo elle tangenti; non completa perd, in quanto Vequazione di cui i i termini nei quali a, ovvero 4) e1) Nel oaloolare txnscur0 tutti i termini nei quali sppina slovasa ad una potonza, 0-nck quali ease sono moltiplioate fe tro Ginlattquostl ermini vaxranno xox). 2) Tua volte grits Peqnaxiono, sraqoro tnt { temint che designsno quantitd costanth nots, ervero de: torminnés; 0 noi qaali non eppsiaio a 0 ¢ Goto tat termini, porttt jaan mombeo dal’equaziono, sarunno uguali a ze). 3) sonitusoe od 1 lam (0 BE) oa posto di 1a 4 (0 PA}, Oot facando a tower In Ton i PTs, Lootiones “Goometrioas, op. cit, Dag. 80-81. : on ee caltale wnteork un eleraento ‘infuitesimo di = nia i sostita a della tangente epportuna- si sostituird al suo posto tuna paxticell n na fonte prover o elod ths. quasivogtia rota ad. osu equipoliente (por in. Ce a row Of 24 MNRICO Grosr1 Barrow parla al punto 2) non & quella della curva, ma piuttosto quella cho si ottiene dopo Pintroduzione degli inerementi infinitesimi aede: «..-ipaas autem ME, NR [0 eiod rispettivamente a ed 6] (& modianti- ‘bus illis ipsas MP, P-2) per aequationem © Caleulo deprohensam inter 8 compare ...» (8), L/algebrizzaziono 8 inyece completa con il lavoro di René Fran- gois de Sluse, pubblicato soit forma di estratto di una letters sulle Philosophical ‘Lrangactions del 20 gennaio 1672/73, ma elabo- rato molto tempo prima, Sluso indica con y Pascissa, con » Pordinata, 6 con @ la sottotangente alla curva. Cid posto, Ad inveniondam AG vel a, hace exit Regula Generatia; 1, Rojeotis ab aoquatione partibus, in quibus y vel ¢ non invenitur, statanntur ab uno Iatero omnes in quibus ost y, & ab altoro illac in quibus habetur , cum suis signis ++ vel. Hoo, dextrum, illud, sinistenm lutus, Zacilitati enusa, vooabimus. 2, In latere doxtro, pracfigatur singulis partibus exponens potestatis quam in illis obtinet 0; seu, quod idem ost, in illum ducantur partes. &, Tiat idem in Intere sinistro, praeponendo scil. unicuique illius parti Exponentem potestatis quam in ila habet y. Sed & hoo am- plius: Unum y in singulis partibus vertatur in a. Aio, Acquationom sio reformatam modum ostendere ducendam tangentis ad punetun D datiuan + (), A chisrimento del punto 1., un po? oseuro, Sluse aggiunge cho i termini in eui comparo sia In y che la v devono essere riportati in ambedue i membri, (1) é... per mezzo di un’equazione ottennta col Caleolo compare tra loro le ALR, WR (ce mediante queste le HP, PL)...», ibidem, pag. 80. () ¢Per trovare AG ovvero a, quosta sari la Regola Generale: 1) Espunto dall’equazione lo parti nolle quali non compare y né v, si pongano da nn lato tutte quelle in eni o'6 y, 6 dalativo quelle in oui appare la &, eon i loro segni J 0 —. Per somplicita chiamezemo quest’ultimo lato destro, © Laltro lato sinintro, 2) Nel Into destro, ei apponga ad ogni termine Vespo- nente della potenza che in eso ha la v; 0, che & 1o stesso, si moliiplichi Per questo esponente. 8) Si faccia 1o stesso per il lato einistro, apponendo eiod ad ogni tormino Pesponente della potonza che in exso ha In y, Ma inol- tre: In ogni termine ai cambi wna y in a. Dieo, che Pequazione cost rima- noggiata fornisce il mode di eondwire 1a tangente in un punto D dato », An Eatract of a Letter from the Bacellent Renatus Franciscus Sluetus, ... concerning hie short and eavée Method of drawing Langonts to all Geomelri. cat Curves without any labor of Caloulation, in Philosophical Tramsactions, Vol. VIL. n. 90. Januar. 20. 1979/79. 24 BNEIOO GrUSTT Barrow parla al punto 2) non 8 quella della curva, ma piuttosto | quella cho si ottione dopo Pintroduzione degli incromenti infinitesimi aeder ipsas autom MR, NE [¢ ciod rispettivamonte a od oj (& modianti- bus illis ipsas HEP, PP) per aequationem ¢ Caleulo deprehensam inter Se comparo ...» (5), Lalgebrizzaziono @ invece completa eon il lavoro di René Fran- gois de Sluse, pubblicato sotto forma di estratto di una lettera sulle Philoophical Transactions del 20 gonnaio 1672/73, ma elabo- rato molto tempo prima. Sluse indica con y Vaseissa, con ¢ Pordinata © con @ Ia sottotangente alla curva, Cid posto, tAd inveniendam AC vel a, haco exit Regula Generalia; 1, Rejectis sb aequatione partibus, in quibus y vel e non invenitur, statuantur ab uno latere omnes in quibus ost y, & ab altero illae in quibus habotur », oum guia signis +- vel—, Hoe, doxtrumn, iflud, sinistrum latus, facilitati causa, voeabimus, 2. In latere dextro, pracfigatur singulis partibus exponens potostatie quam in illis obtinot »; sou, quod idem est, in illum ducantum: partes, 3. Fiat idom in latere ainistro, praoponendo scil, unicuique illins parti Exponentom potestatis quam in ila habet y. Sed & hoo axa Plins: Unum y in singulis partibus vertatur in a. Aio, Aequationom. sic reformatam modum ostendero duendam tangentis ad punctun D dotun » A chiarimento del punto 1., un po’ oneuro, Sluse agginnge cho i tormini in oui compare sia Ia y che la © devono essere riportati in ambedue i membri, (*) ¢... per mezzo di un'equazione ottenuta col Caleolo compar tra loro le ALR, NR (0 mediante queste le MP, Pf)... », ibidom, pog. 80. () «Por trovare AO ovvero a, questa sarh In Regola General Espunte dallequaziono lo parti nelle quali non compare y né », si pongano da un lato tutto quelle in cui 6'6 y, © dallaltzo quello in cui appaxe la v, con {loro segni + 0—. Per sempliciti. chismeremo quest'nltimo lato destroy © Valtro lato siniatvo, 2) Nel Into destro, ai spponga ad ogni termine Fespo. nento della potonga cho in esso ha la 9; 0, che 8 lo stoss0, si moltiplichi Ber questo exponento. 3) Si facela lo etesso per il lato sinistro, apponendo clod ad ogni termine Pesponente della potenza che in esso ha In y, Ma inol- ‘tre: In ogni termine si cambi una y in a, Dico, che Pequaziono cosi rima- neggisia fornises i modo di condurre Ja tangento in un punto D dato », An Hatract of a Letter from the Eucellent Renatus Francisous Stusius, ... concerning his short and casie Method of drawing Tangents to all Geometri cal Curves without any labor of Oateulation. in Philosophical Transactions, Vol. VII, n. 90, Januar. 20, 1672/78. y A TRU SEOOLE DAL CALOOLO: TA QUESTIONS DELLE ORIGINE — 25 i i i dimostrazione allo metra di Liegi non forniseo aleuna dir a n Xo numciate, Tmitandosi a dire che essa & facile © che consiste ‘sol jommi; waffermazione alla quale Oldenburg, a cui Ja lettora era diretta, agginnge non senza una punta di malizia: i i ig & Candidus hie Author «Non dubitamus, quin rogatu nostro Huatris id ; Dowonsinaionom hie indian Nobia tam brevi sit comment ceaturus 9 (8). i Sluse non si fa attendere, od in una seconds let se dotoen 3 vung © pubblicata nel fascicoto del 23 giugno 1673 egli enuncia tro lemmi, di oui il primo «legitar pnd Prosaue ot facile ostenditur », il secondo «vulgo notum » ed infine iim cevidens ext vel cuilibet Arithmeticse candidato », per con i ur: Neo multur tomporis ig Lommatibus methodus mea demonstrat ° Hey ‘rit impedondum, ut demonstrationcm ex illis eoncinnes, cum co ordine a me disposite sint, qni ad illam quasi manu ductt » (%). i i \dieavione di priorité ha lottera di Shuse contiono anebe una rivendic noi iguana ai un sutore di eni Oldenburg ha ritenuto opportuno comettere il nome. Dice Sluse: («Non dubitiamo oho a noata rshionin Pusire © Ghiaxo Autore ‘ei comunighor’ breyomente ache Ia dimostrazione qui accennata 2, soma aon questi Yomi si dma slo metodo: n6 tf vorra nal tempo pos eoaladere Is diestrus par de dato cho hd i ino talo, jurr0 sno ty Phil fouo i seqaonti: 1) Difforentia duasum digaitatum oiusdem fads apa osia od diferontam Intra, dat partos singular gradu inforioxs ox Binomi Iatorams wt (gaily —2) ay $2 #8, 2) Tot aunt patos fingulares ox Biuomio in gradu qunlibet quot unitaton abot Hsponens Cignitata imamodiato superoris; txex nimiram in Quadrato, quator in Cabo, &. 3) St quontits endom applicoar ed duns afigy quarum ratio dain sit, Quotiontes erunt soxiprooé in eudom rations dat, (2) La die. renga di dao potenze dello weno grado divin poe ln difeenan dello basi Ah To pact singol [ood con eoellento 1 da binomlo doe bar dt wn grade Inforior; come (gt — a8} —2) = gy “hy a. 2) antl sono § termini inun inomio at grado quasiast quanto 20 unilhncl'apononte dala po teuza immedialamonte superioro; e ciod tre nel Quaddrato, quatiro . H zo nel Cater oo, 3) So una steasa quantita si divide por due altro, che stiano in una 26 ENRICO GIUSTT «De Clar, Visi ... Methodo nihil aliud dicero possum, nist mihi vidoxi moam ease, qua nempe tot ante anos usus sum 2 (*), L’autore in questions non & altri che Newton. il quale ospone @ Collins il suo metodo in una lettera poi trasmessa. da Oldenburg a Skuse: «Non ingratum intevea fierit acefpero quae Doctisaiaus nostor Newtonus ... de code argumento ad D. Collinium nostram ... nupor porseripsit in hace verbo: “Non parum me juvat intelligere, Mathematicos oxteros in eandom meeun ineidisse dueendi Tangontes methodum, Qualem eam xs conjiciam, ox hoo exomplo poreipies. ... habitndo inter o ot y exprima- tur qualibet equation, puta a*— 2evy +} baw — bbe + byy — 9 =0, qua ipso determinatur Curva, Regula ducendi 'Tangen- tom hace est: multiplica aequationis toxminos per quamlihet pro- greesionom arithmeticam juxta dimensiones y, puta a! — amy + bow — bbe} byy — 9 o 1 0 0 2 3F ub ot juxta dimensiones @, puts a 2eay bina — boon byy — YP B 2 8 1 6 Ot Prius produotus erit Numerator, ob posterius divisum per # Deno- minator Fractionis, quac oxprimet longitudiem BD” [© lod Ia sottotangente] » (6), () «Del Metodo del Chiar, .,, non posso dire sléro, so non cho mi gom= bra essere quello stesso mio, che uso notoriamente da tanti anni», ibidem, pag, 6059. (®) «Nol trattompo non ti sara ingrato rieevere quello che il nostro dottissimo Newion ha soritto recentemente sull’argomento al nostro Sig. Collins, con questo parole: “Non poco mi fa, piacere sontire che Mate- matici stranieri hanno trovato lo stesso mio motodo per condurro Ie tan- genti. Di quale & mio parere esso sia, ti xonderai conto con questo esempio. Si esprima con una qualsiasi oquaziono, ad esompio 2° — 2eay + bam — ~ bbe + by —y? = 0, Ia relaziono tra @ ed y cho determina Ia curva, ‘La regola per condwre Io tangenti 1a seguente: si moltiplichino i termini deli’equazione per un'atbitrazia progressione aritmotica secondo le po tenzo della y, como ad ox. oe — Qoary + baie — boar} byy — y* 26 "ENRICO GrDsTT Do Glar. Viri ... Methodo nihil alind dieere poss jcere powsum, nisi mihi vider} eam ese, qua nempo tot ante annoa ust sum » 8), Ns L’autore in questione non @ altri che Newton il quale ospone 8 Collins il swo metodo i : ® Bluse: jetodo in uns lettere poi trasmessa de Oldenburg «Non ingratum interes florit scoi ipere quae Doctisaimn Newionas .. do codem argumento ad D. Colinum mostem super poresipale in hee verba: ~~ “Non parum me juvat intelligero, Mathemeticos exteros in mecum ineidisse dueendi Tangentes methodum. Qualom oan ‘cn eonjisiam, ex hoo oxomplo poreipies. ... habitudo inter « et y exprima- tur qualibet aequatio: ey ne, pute at — Qewy -} daw — dba +. by -% 5 is a Go os gu ipsa detorminatur Curve, Tegula dueendi angen. hace ost: multiplica acquationi: i L t quationis terminos per i gressionem atithmeticam jaxta dimensiones ys eet re a — Beary + bam — Boe + byy —» y® o 1 0 6 2 3f Ut et juxta dimensiones 2, puta BP — Baswy +} brew — Bm + by — 9 3 2 2 1 oO oO Prins produotus erit Numorator, et postorius divisum per 2 Dono- tminator Fraetionis, quae expritoct longitu por tottotangente) (4), nn sunt lonsitudinem BD" [o eiod In wa) Pe Motodo del Ghier; .. on posso dire altro, ge non cho mi som sere quello steseo mio, i “anti ‘biden, bea esr o, che uso notoriamente da tanti anni», ihidem, (®) «Nel frattempo non ti sari ingrato xi ao 4 ingrato xicevere quello cho il nostro dbottisimo Nowton ha seritto reeentomente aullargomento al osteo Sig Collins, eon questo parolo: “Non poco mi fa piacero sentir che Mate. nate seer hanno trovato Jo stesso mio metodo per condurre le tan- nf. Di qualo « mo parorecato ia ti tenderai eonto con questo exempio, ‘Sl caprima con wna qualsioai equazione, ad esempio o* ~ 2aay + bea — slit fay a" = 9 Ja olasione tra w@ 08 y che dotominy Ia curva ‘gola per condurre le tangenti & la seguente: si moltiplichino i tormink dolequazione per un’arbitraria ‘ion ait dallequacone per sath progressione aritmetien secondo le po- ot — Qeay 4 baw — bbe t. byy — y® ‘A. mE SRCOLI DAT OALCOLO: LA QUESTIONR DELLE omiGINt — 27 Newton, che allepoca possedeva motodi pit gonorali ¢ potenti, non fo aloun cenno a questioni di priorita. Peraltro ambedue erano xinti provenuti da Hudde, cho aveva elaborato un metodo simile, ‘ma lo aveva comunicato solamente a Schooten, pregandolo ‘que ce que jo vous envoio reste seorot, et quo vous no disiex pas, méme & qui quo o6 puisse 6ixe, qu'on a trouvé rion desomblable » 7), II metodo di Hudde, che riportiamo come il passo precedente ds una traduzione francese pubblicata solo nol 1713 sul Journal litéraire de La Haye, ® contenuto nella seguente Ragle générale: «Ranges tous les termes de Péquation qui exprimo la nature do 1a Conrbe, de manidre qu'il soiont = 0 et dtez de oetie équation toutes Jos fractions qui ont « ou y dang lours diviseuzs, Multiplies le terme dans lequel a le plus de dimensions per un nombro pris & disere- tion, ou raGme par 0, ot multiplies le torme dans lequel y a une di- mension de moins, par le méme nombre diminué d'une unité, et continues de méme & Pégard dos autres tormes de Péquation, Do iméme multiplies par un nombre pris & volonté ou par 0 le terme oi @ a Te plus de dimensions: lo terme of @ 8 uno dimension de moins, doit tro multiplié par lo méme nombre moins 'unité, eb ainsi des autres. Quand on. divise lo premier do cos produits par le second, Je quotient multiplié par — x est AO (lx, sobtotangonte] » (*)- ¢ keconde te potenze della «, come sa — Qoiny -} bre — Dlr ty — 9 a 2 2 2 0 0 11 primo prodotto sath il Numeratoro, ed il secondo diviso per « il Deno- minatore della, fraziono, ohe ceprime Ia lungheaza BD” », Oldenburg a Sluse, 20 gennaio 1672/3. The Correspondence of Henry Oldenburg, odited and translated by A. Rurern Hatt & Mancs Boas Bax, The University ‘of Wisconsin Pross, 1973, Vol. IX, pag, 427. lua lettora di Newton a Collins, originariamonto in inglese, > tradotta in latino dallo stesso Oldenburg, ‘Voriginale inglese si pud trovare alla pag. 247 det primo volume di The ‘correspondence of Isaao Newton, odited by H.W. Tornsurs Cambridge University Press, 1969. (®) ¢...che oid cho Ti mando resti segroto, @ che non dieiate @ chicchos- sia che si sin trovato qualoosa di simile». Questo passo, come quello che segue, d riportato dn Bréefwooksol, pag. 234-286. (%) «Ordinate tutti i termini dell’equazione che esprime In natura: olla ourvain modo che risultino =0, oliminate da questa equaziono tutte Io frasioni che hanno o oy nol divisore. Moltiplicate il termine in oui y figura ~ eee ata aw cho nae ().

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