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Fondamenti di prosodia e metrica latina sprisampa otobre 2015 edone, setter 2004 (© copright 208 by Croce ere SpA, Roma Fini di stamgare nl otobre 205 (a rafihe VD a, Ct di Catl [PG) san 78 as go Riprodulone viata i sens legge (Gr del lege 2 apie 96.63) Senza egolare autorzacons.& tte reduce questo volume anche aritmente econ qulisl mez, compres la ftoconi, none pero interme a dias, ‘ator che dasieran nfarmanian su lum ubbcat dalla ata elie possonerialgetsdretament (ava eitare oro Vitori Emanuele 229 oni Roma moe e 849 06 12747931 oes @ facebook comicarocceditore wwntuitercm/carocletore Carocci editore —— Aricord di Dana Cicy de signar Ear Now Il simbolo », nel Dizionasio dei versie della terminologia mettico- prosodica,rimanda ad altro lemma. 5 5a. 52. Indice Premessa 7 Parte prima Lingua prosodia poesia La quantita 1 Durataequantta x Quant di vocale equantit silaba Ereate dotrine alla quant 4 Vaccento 15 La percezione delaccento 15 Leggidel'accento ed eccezion apparent 16 Metrica quantitativa e lettura metrica 19 Ritmo casualee ritmo poetico 39 ‘Modell, schemi,elementi simboli 39 Lettura eietus 20 Tesiearsi 22 a nostra lettura 23 Prosodia arcaica e prosodia classica 25 Sequenze di sillabe brevie inser inguistich 25 Prosodia arcaica 26 Altri fenomeni prosodici 36 Parte seconda Le forme metro e le sue leggi 53 Ritmo andamentoritmico 53 Lestruture 53, 53. 55. 36. | modi della rappresentazione 54 Normee lingua 58 Altri elementa indiferentia nel verso. 6% Lert di Jacobsohn e foc Jacobsohnian? 6% Dizionario dei versi e della terminologia metrico-prosodica 65 Bibliografia 123 Premessa Questo lavoro si propone di rcuperare alla cosionzs di giovani (e ‘meno giovani) studios 'imporanza dello sudio della metrica let- na, elemento fondamentale per intendere « ineepretre Ia pocsia sertta in quella lingua. Sappiamo bene che il farto poetco non ® sokanto una quesione tecnica, ma crediame pure che non sa pose sibile comprendeloignorando uno del soi fondamend strucura. Sulla base di testimonianze anviche e facendo tsoro di stud alta ‘mente specialist, ma che solo raramente non sono fine a estes, s vol mosiare come la poesia, de un punto di vista pretamentetec- nico, in altro non consist se nonin linee di organizaazione della lin- gar 2 possibile, in al modo, spiegare “assis” fai, “norm” € “ccceioni,riporandel a tendenzee fenomen linguistic genera. ‘Mal lingua, elemento vivo di una socit, cambia nel tempo e i stoi cambiamenti si rilenono nella poesia, anche quando esa compie scelesquistamente“lescerarie”: per quel che ci & stato posibil, ab biamo rentato di darn ragione. Convint poi che qualsias ato, per estere compreso, debs essere innanziutt descr, nlVllustare i vas vers abbiamo credo op- portuno tener in buon conto i eosiddeto “metodo mstsiano", nel 1a coscenza dei suo limit: riteniamo, nel contempo, che pet mol aspect es sianosuperabili,ulizzando proprio come punto di par ten2a tale metodo “descrizivo” Tquatero capitol della prima parte sigeardano i rapport ta lingua © pocda i fondament delle prosodia latina nella sconda pate, ad un'intcoduzione all versificarione e all leggiche le sotrosanno se- ‘gue un elencoalabetic de veri, determin’ metre e di quel pro- soit: i singoli vers si coveranno soto i lemma indicante i genere (ad esempio, esametro datslico” ands cereato sore il lema "da tii, “imetrogiambico"sorco “giambi”e cos via). [tes poetic’ sono generalmentscitati secondo le edzioni crtche pitt usa. L'Odyuea di Livio Andronico &ctata secondo Fedirione di S. Mariotti (Urbino 1986 tra parents viene indicta la numera zione dl’edizone dei arment dei poet epic lr di'W. Morel, Lips 927° [= Srocearda 1975), pp. 7s.) patimenti secondo Vedi 7 sione di Mariotti (Roma 1970*) sono citati vers del Bellum Poeni- tum di Nevio (indicat tra pazeneesi la numeration del divine di More, pp. 175 gli Annaler aniani secondo Vediione di J. Vahien (Cipsia 1928" (= Amsterdam 1967); per tural poesia drammatica frammentatia 2 stata usata Tedizione iO. Ribbeck (Lipsia 1897-98). Plauto & cao secondo le edizioni di F. Leo (Berlina 1895-96 1938) edi W. M. Lindsay (Oxford 1904-05 =1965-66), ma perle Bacchides sit ucilzearaVedizione di C, Questa, Firenze 1975*€ per la Casina quella dello stesso Questa, Sassinae et Urbini 2001 {ugualmente si renuto conto di edizioni di singole commeaic plau- tine che qui sarebbe lungo elencare). Lucio sao citeto secondo Vedizione di N. Tereaghi (Firenze 1966 ta parentes sono indicat numeri dellednione di F. Marx, Lipsa 1904-03) Ringratio la collega Maria Grazia Sass il mio allievo Andrea Bacia- ani per ’siuto nella revsione del testo per i consig preios Parte prima Lingua prosodia poesia 1. La quantita 14. Durata e quantita ‘Trae dimension del suono existe quella remporae: fonemi hanno una propria data arsluta, anche se mi- ima; alcuni di esi necessiano di pt tempo di ali per sere pro- nunciati,ciot durano di pi, sti di un tempo inferiore, vale a dite che durano di meno. La duraa® quindi un aspeto ogeivw della real di ogni fonema: la coscienza linguistics di un popelo pub per cepitl ¢ valuta © meno, ma ess exist in quanto, come abbiamno deo, una dimensione eae del suono. Latin, cos come i Greci,artibuivano un valore alla durata de fo- nemiy dstinguevano cio’ diferent lungheze nei ston che consape- volmenteraggruppavano in un stems di opposaioni: suon brevi sr suoni lunghi; tale sensibilr di percerione udtiva non permerteva di giungere a clsifcazoni oggcive, per eui poteva propor scltanto come fio sggettve relative. Questa valutazione coicentec sog- eta, da pared una comunia linguistic, della rata de uoni & 8 che chiamiamo quanti affermare che una lingua & quantitative, quindl, alto non signa se non che quella lingua valuta rlativa: mente un fatto assoluto (la durata), opponendo quantita langhe a quanta breve viceversa Quintana (¢ 72-3) restimonia Yuso grafico dei Latni di pore deh apicy sil al nosto accento acuto, sulle vocal lnghe; Gd & doc rmentato anche da dverteiscrzioni. Ma, prosegue Quinliano, non su ture le vocal lunghe soli porte questo apes lo i fa quando in- icaione della quant serve a ditinguere, in parle omograf,u ‘nao da un aloo una funzione da unl: n questo modo ife- renaieremo mus (il melo) ¢ mals (la pecsona catia), pai (il palo) « pis (la palude, un nominativ (ed exepio rsd) da un ablative (ro) Rsultaevidente come la percerione della quantita fose fuszio- naleal stems inguisco latino. Different la sensibilidh delle linge romanze che valutano, in ect cass alte caratesstiche de fonemi, qual la maggiore o minore ayer cura delle vocal il too dela loro pronuncia, per disinguere sign fica o funtion: os in italiano una e Ja congiunzione, pronunciataaperta star invece a signifiare la erea u persona del presente indicasivo del verbo “esere", mente il tone con cul verti prontneiatalinteriezione ob permexter di capire se si tratta di un'espressione di seupore, di fistdio, di dolore e cos vis. 112. Quantita di vocate e quar ha Siritiene comu- rnemente che nelle lingue quantitative, edunque anche in quella las na, sia valutarasoltanto la durata dei fonemi vocalici in alte parole che soltanto le vocali possiedano sana quanti. Tale convinzione ha portato a desctitioni inesate e a definzioni errate di svariati aspect i questo fenomeno, mentse, come vedremo, anche altri fonemi in particolai posizioni nella cavena del parlato hanno una loro quanti 12, vale adize che la loro durata viene percepitae coscientemente va- uta dalla comunit lingustica, T normal dzionaridi latino segnano la quantita breve (U) 0 lungs (-) delle vocali in silaba aperta (sulle sillabe aperte o chiuse eft. quanto -hts > ~8s > -is,e-A(Ds > -fis > fs > -é: ancora una volt, quindi,nessuna eccetione, ma conservazione dell acento sulla silaba che originariamente lo sopportavas ‘© lo stesso vale per i perfect in ~tderivati dalla forma picna ult secondo la trafila (ut > f(r > -fe(la semivocale w tende aspaire se tr suoniidentici) e per quel in At derivasi dalla forma ~u (che sispiega per un processo analogico con i emi in). Sileggert, dun- Aue pers < ped audit < edt, ce. i esi vege alia ni: pers ut ec.) amét < amdult, fends « fumbuit ec. (Vesta irae liano ame, fad ccc. si spiega eon la sincope della sola -F améu(}e fomb D1); 9 © seconda ¢ rerma persona singolasi dellindicativo presente dei compost di fo: i compost di fio regolano Vaccento esclusivamente allinterno dal verbo semplice come i compost i iio che non subi- scono apofonia: dovreno leggere, perc, commanefs, cals, comiono- refit, califisece. Anche in questo caso, come visto, improprio sba- listo pensae a fat lingustici eccezionali. 8 3. Metrica quantitativa e lettura metrica 3a. Ritmo casuale e ritmo poetico La coscienza linguistca Gel parlante latino, dunque, sentiva in manieraimmediat, innata, la ‘quantita di sillabe ¢ vocal; come rsultato, una delle caratteristiche del parlarequotidiano consiseve nella percezione di un susteguisi di ‘quanti lunghe e quantita brevi, Nella lingua di eri i giomi, owia- ‘mente le sequence che si ereavano non potevano che essere del sutto casuali ¢ a determinavano soltanto come concstenamento delle «quantita costitueni le parole del dscorso. Lo stesso vale per la lete- ratura in prosae per loratoria, anche se non di rado & possibile rova- re im esse una ricerca di clausoe il eui efecto ®sicuramenteafidao a cere sequenze di quanti. ‘Molto divero il dscorso poctco: per un Romano la poesia si dssingue- ‘va vecncamente dalla prosa pe il sussegurs delle quant silabiche se- condo ordinie scheri determinate ricorrenie peri rconosci Lrotdine nelle sequenze delle quantita, dunque, cid che cartttizza il discorso poetio rspetto a quello prosastico e quotidiano dl rt- 1mo, invece, assolutamente casuale; ne # buon restimone Quintiliano (0% 4,46): [J numeri spatio temporum constant, metra etiam ordi- nn, ideoque alteram esse quantiatsviderur,alterum qualitatis Pub anche accadere casualmente di fare un verso parlando, come afferma Cicerone (Onat, 189: versus sagpe in onatone per imprudentiam dic ‘ws; Cicerone tiprende qui un conceteo espresso da Aristorele in Poet 4, 144924 25 5), vale a dice di meter insieme, in un segmento del discors, una sequenza di quanced che, trasportara in un contesto postico, rsulerebbe un vero e proprio verso, ma quella soquenza, nel parlato, non assume tae connotazione proprio per il mancato tipe- tersi di analoghe successoni quantitative nelfimmediato conteso, 32, Modelli, schemi, elementi, simboli Devevano esistere, per quanto abbiamo devo, modell ideal (0 asst), culturalmente Aeterminat, di singoi versi; anche se molt di loro erano pasibili, ‘come vedzemo, di ralizzzioni differenti, tal realizazioni dovevano 9 ‘comunque saddisfae slcune “aspetative” fnalizate alla identifica- ione del modello stesso, onde evitae che la molteplicieaingenerasse confusione. Lunica maniera per poterindividuare rali modelli & per noi la co- struzione di chemi, visualizzati can V'uso di simboi che siano in gra- do di dar ragione delle varie possibile di realizzazione dei veri sin- golie del soddisfacimento delle artse che ognuno di ess ichiede, 1 ‘ari simboli indicheranno ogouno un elemento, ciot Vunith minima necessazia per Ia costruzione dei vari schemi; quelli che uilizzeremo tal fine ono i seguenti ‘© U._elementuve breve: pub essere realizzao soltanto da singola sil- Iaba breves (¢ — clemensum longune: & prefetbilmence realizzato da silaba Jnga, ma pud essere realizzato anche da due sillabe brevis clementurs bicep realizata preferibilmente con due silabe revi, pub essere realizato anche con una sillaba lunge; ‘6X elemensum anceps pud essere realizzato indifferentemente da aillaba breve 0 da sillaba lunga o da due sillabe brevis © eementum indiffirens pub essere realizato da una sla sll ba, breve lunga indifferentemente ‘Aleuni element, che puze in cert versi sono pasibili di reaizzazioni diverse, in alesi ne aramettono una soltanto: questi casi saranno se- ignaladi di volea in voles. 33, Lettura e ictus Mai Latni, finché fu predominance il senso dla quanti come legevano i vers? La domanda non & bande né cwia la risposa: generation’ di studios’ si sono inerogat a lungo su queso problema 334. Lalettura scolastica Sie introdotto da secoli, nella scuola, un tipo di leteura basatasullimposizione di una sere di crus vocali in determinate sedi del verso, per cui abbiamo appreso a leggere gli esa metti datilci in questo modo (Ver, Aen. t 81) ssa, miblcansés memord, quo nimine eso ‘quidve doléns regina dein 10¢vblvee césus insgném pietde virion, tt adlvelebires impulerie, Tantdene anim caeldsibus trae? 20 Cost i disc elegiac (Tiball, 112-4) Aiitids abit flo sbi cOngenae duro és tenede cus igera meta sll, (gui labor ddsidust vicina réreathdse, Mértia ct somnds edi pales fagént In questo modo i senariglambiei (Plau., Au. 519-523) sextreslimbulivi, drculit, ducintur, der act. iam dpslitusebnsed, quom inchduntinfesivescbreotdrit, aus dligua mila crc shaper &t quae aliguld peedt Di tal maniera i seceenai trocaici (Plau., Cat. 353-354): fice, Chaline, cbtivem mé guid méus vir mé velit. le edepélvidere ardéntem te éstra pirtam mbreus Nel modo seguence i quaternari credici (Ter, And, 626-618): snc vetrdiatandeaqubiguam side sie mals gdudedn drque ex incémmodss loeb sua ss cOmparéneeémmnoda? dh Cosi quaternari anapest (Plaut, Se 18-20): hace rs vitde me, sbror, saturn, accel dividiae etnias me Idruma,sérer, new tio id animé Lesemplficarione poctebbe continuare ancora, ma sulla lertura sco- lastica dei singol vesi ci soffermeremo di volta in volta, 332. La lettura del Latini I Latini, almeno fino a quando il seati- ‘mento quantcativo della lingua fu prevalent rspetto ad alere specie di percezione, non hanno mai lero la poesia cos! come facciamno noi Fe Se etme len nna nt lq Ieee teacup tse od ee ica delle pesa da quo della pro co eterlment in- ‘et utecomaone meen endo rare cert slement del Vero tipo a ae mein mposiione dun ur voede Me- Tnogutamerts, ps reduro che ques os ler del Lat everson Fase pl opt Corse nein lob ma pega in manta soddlcentené da Cavangolestonefonetin nda unalingsna, Sono ste ado 0- precast neg un derani, mole prove conto esinena di que- veiw box radia in geetvon ¢generion’ dt us! anche renin cs vie on? ett pos, milo teva che 1 vg inndee, — Tvedh chet legen ver erent cme le pros rio em provcto da suceon di guantt che ipondet alle Upenatve dei modelo dae compara, ean ienifete came lca vec, us es mewn, provcta dl bere dl pee © del dv od ne bucchete ela esone dl io (un po co: gece.) edi de (déambule ca) i fenomeno pud aveeite anche in sequerze ‘ocale-ditongo (da, cadem ex.) come pure ta due vocal separt- te dae (come, ad eseinpio, in Prop. 1350: deine domi pot beee ua et inigua fount). Cees ns vein Phau, Men. 387: Gmus intro wt prandeamts.. lau, Stich. 628:.mibiacgue asi fis, rem confregimus Enn.s ann. 20: Gramdem Wbertasi me parcerecertum est Lucil, sat 2280 (=1191 Mi): bume eatapirasem puer fdem deferat cr 1306: west, idem dzpasae in sole sere erg Aen 487: ne Gdemgue via sangis amu sectar Prop 277: Bide hae scm quibes eat epils “0 Gruppi in sinizesi, se in fine di parola e seguiti da parola con inizio vvocilico, postono entrare in sinalefe cova (eft. ad esempio, Plaut., Stich. 39: guia pol m(@) animo omnis sapients). Sembra certo, poi, che i gruppi che possono dar luogo al fenomeno della siniesi veniva- no sentiti dai Latini come un vero e proprio monasillabo lingo quando realizzavano un solo elemento del verso: sempre min, és oc. in simil casi, non gid mum, ee ecc., anche quando lelemento ammette realizzazione con due sillabe brevi ela coreptio iembica & 436, Lo iato Si cratta di un fenomeno assai rao che consste nel- Fincontro di due fonemi vocalci (0 di un dittongo con una voeale 0 ai sillaba in -ma con vocale), uno in fine di parolae uno al inzio della suecesiva senza che nessuno di esi perda la propria real’ e fsiono- mia; lo ia, dunque, rappresenta in qualehe mado l'esaeto contratio della sinalefe. Eventuale b iniziale non impedisce il contato dei due fonemi, Lo iato, come la sinalefe, ¢ un fenomeno della lingua parlata; come tale, dunque, ess costiuisce una posibilit peril poeta, in ve ch sfrutata con molea parsimonia ¢, a volte, al fine di creare derer- sminai effet viemici edi stile iat prosotico un patcolare tipo di ato: conse nelinconto Aisilabe fl fn mn slab lana (compres ditonghi) oa in tio vocalico (0 in -b) di paola senza che si procucasinaefee con Vabbreviamento del slab lungao del ditongo; lo lao prosodico uniscesuetamente ede parole tra cui si verfeae dunque,Pabbe- viamento non 8 che i pdr di quela legge generale della lingua secondo cui una voeae ings se seguita desta voce, tende ad ab- brevis (soca ante elem criptu: cf. PAR. 43.2), Lo into po sodico si verifca, pr lo pits, dopo monosilai, aramente dopo bisl- lab giambici (poh casi enon sempre scar Come emp sveds: Plaut., Ces. 7a: sas ereptum, ilo scindunt laut. Cist 97: melius li multo gum amet. “Ter. Hlaut 308: prae gaudi, ica me a ament, ubi sim necio a Ter Phorm, 1041: homo adulescens st haber unam amnicam. Catal, 5,4: 16) in ciro, #8 in omnsbuslibellis (si not come ein sia seandito prima in sinalefe ¢ poi con iato) Let. 11 404: at contra qua amara ate aspera cumaue videntur erg, ec 8,108: cred? an, qu amant, ips sib omnia fingunt? Hots sat 9,38: a mé amas ingait epaulum hie ade Lo iato prosodico ricorre spesso in sintagmi particolasi (me di dament, si me amas, quem amat¢ sili: evidentemente il loro fre- quense uso nel parlato Ii faceva considerare come unie® semantiche, vere e propeie parole grammatical e, dunque, "inconteo di fonemi vocaliciall'inteeno di tali unica & regolaro come quello allincerno di una parola (si rcordi, ancore, che vocals ante vocalem brevis) Per questa ragione un monosillabo in ito prosodico non pud che costiture la prima delle due brevi di un insieme linguistico: conse- guentemente, in ambito mettico, un monasillabo in iato prosodico costitutce sempre la prima parte di un elemento realizeato da due bre vi, mai la seconda. Pernoi, chiarament, ¢ possibile verficare con certeza la presenza di questo tipo di ito soltanto se il metro richiede realizzazione bisllabi- ca dell'elemento interessaro ¢s la sillaba che ne costicuise la secon- dda parte breve Una speciale tipo li iato prosodico corre con aleune expression fis- se, come flagiium hominis (cf, Plaut., Men. 489: flags hominis, subdole ac minim pre. lato logico (0 sempliceostlistice) Ales ipi di iaro possono essere in cusellati sorto varie denominazioni , nel complesso, sono comune- ‘mente indicati come iatologico oiato semplice. ‘¢ Non? infrequente incontrare uno ito prima o, pit spesso, dopo tuna interiesione, o anche un vocativo. Negi esempi che seguono lo Jato 8 indicat con lesponente lat, Perm 67: ro hic home probus ext. redo, “Ter, And. 17: 0! aprume hospes! pol. Crit, antguom obtnes ‘Ovid, mer. xtv 834: 0! et de Lata, ob et de gente Sabin. a ‘* Un particolae tipo di ato logico 2 quello denominato silistio, vale dire finalizzato ad evidensiaresleune sfursture del testo poeti= 0. Cos Plant, 5. 756.8: calienson® bominerd into mittee neminer quod ila aut amicun aut patronum nominee ser inteso scandite con Tso di iat i termini di un “importante conttato (iat simi anche nei versi sucess. Lo iato siltico pud essere utiizato anche per isolare termini di unfenumerazione (come, ad esempio, in Plat, Mere. 745: videre, amplect ocular, adlogu) 0 per sowolineae particolari effet, come in Catal, 2714: ebriaacina ebrinsors(saltazione dell dattilic (teramerro od. acatalerto) Anaclasi Nei grammatici designa, propriamente, lo scambio tra YTultima lunga del primo meerum e la prima breve del secondo me- ‘rum del dimetro ionico “a minore”; viene, comungue, usato come nemente nel significaco di > metatesi Anapestici Mai usati da Terenzio, i vers a. sono suravia asst uti- lizati nella poesia scenica, come mostrano le commedie di Plauto, una serie di rammenti di tradizione indierta di tragedie e commedie arcaiche, opera di Seneca. Non sono vincolati dalle norme di Ritschl edi Flermann-Lachmann, mentre le sequenze di quattro labe brevi che relizzano biceps + longum sono regolate dalla norma cdi Fracakel-Thierfelder-Skutsch (ma anche la sequenza longum + 63 biceps si aciene agi sesi principi, 2 conferma de! fatco che nella ver- sificazione s iflerono le ragioni dell lingua). Nella nostra esempli- Ficazione rascureremo quasi del tuto i frammend di tadizione indi retta, pet i quali, anche nel caso di un‘identifcazione abbastanza si- ‘cura de] metro e dal ritmo anapestico, risul spesso difficile, se non addirittara impossible, stabilize i tipi di verso nei loro estremi colo ‘© Dipodia (an) Videntiicazione di questo versetio si deve a volee al conservatorismo di cert luoghi dell tradizione manoscrieta; chia- ‘mavo anche binaria anapestce, presenta il seguente schema: ‘Trai non moti esempi individuabili con una certasicureze, cf, Plaut Ca, 26a: nin wl, nls (conclude un sister anapesicos an*&asimilbile ai consti vets caaleciconclsivi di sistema) Plauc, Men. 354 nlictr(a) anise (eaves gambicicanapestic frammischiati) Sen Hl. F149: Theda gael (in questo autore le an* seguono, © concludono, dele serie di quaternat a voles alternano un quater- nario ¢ una dipodia) Sena, Troad. 6: big bs Sen., Phaed. 74: silit fn sales © Queternario ctalettce (an): chiamato anche paremiac, il ant viene usato sia come clausola di sistemi e parasistemi, sia xavd orlyov. Schema: laut, Bacc. 66: defo) Bs) dt. edible) he fs? laut, Pers. B02: cbr ftir, ofp n(e) ards Ena, tra, 255: peel drt vt mares Sulla individualita metrico-ritmica del an‘ vedi immedistamente qui sotto, alan, 0 © Quaternario (ant) usao in structure stichiche, o in sistem, o in pparasstemi. Questo lo schema: ud presentare o meno incisione dopo il quarto elemenco (non la in- dicheremo nell'esemplificazione); I'ltimo elemento del veri appar- tenenti a una struceura vad ovoenuet non sar un indiffrens ma an langue Plat. Truc. 124 fr cbntrd man(um) 2 pat ride laut, Pers 76: mémin() ds sel) Fle) de ebm En rag. 8:6 pair, 6 pra, 6 Pit démis (vers iniziale di un sistema, come c asscura anche lasealizazione con due bre dello tavo elemento, raat cos! come longus seguono altri quaternati) Sen., Phaed. 124: quant ndgnd vine Sen, Agam. 63: dc stra, hte feta I quaternari ad uso stichico, sia catalerici (an*) sia acaaetsi (an), ‘wanne partcoar eccerionispiegabil con motivazionistlisiche, pre- sentano almeno un elemento realizzato con due sillabe brevis in strut tre per sistema, al contrario, postono occorrere quaternar olospon- ddaci, come Pla. Bacch 1077: quam se) vs(am) de quasi mrs Gia significa che lindividualita metrico-rtmica del ant, o del ant, & gerantta della realizzazione com due brevi di uno opi element. Tn una structua per sistema, vicevest,& posibile rovare un quater- nario senza alcun elemento realizzato da due brevi perché, come sap- pao, il quaterario non &che una pate di quell unico “verso”, pit ‘© meno lungo, che defniamo "sistema": il ritmo gurantico dal com plesso della structura, © Seienario(an?): tranne tarssimi casi, presenta diersi mediana che, non infrequentemente, & accompagnata da incsioni minori dopo il quarto ei! dodicesimo elemento (non le indicherero nele- semplifcarione); almeno un elemento deve essere realizato da due sillabe brevi (soltanto nel Miles plautino ricorrono con certezza an? clospondsici: ian” di questa commedia, per, sono del ruto difle- n rent, per rantssimiasperti, dagl altri, perché non destinati al canto ma alla xagaavadoyi); pud anche presentare uno dei due cola rea- lizzato con sole sillabe lunghe: questo garantisce che il verso non &, come potrebbe support dallo schema, la meccanica giustapposizione dian ean, ma ha una reat e una individualiea propre. Lo sche- sma il seguente: Plout, Bach 1088: sei, std, fit, fh, bart, blond, biccinés laut, Cis 205: gui) dnantsbiminds pero) dtd riébitd- stbis Anim laut, Mil 1053: gute nine vol? 18 Ompélane) decomp) & cbnnebré (Gi not la realizzazione monosillabice di cuti gi element) Non deve stupire un verso come Plaut, Beech, 1853-86: it im, s¢ cinutnte, sf fete): se inglnia ndvs (2st per coreptio, ma poss- bile anche i per sinizesi) senza dieresi mediana, a conclusione di ‘un sistema: il verso conclusivo di ale struteura infuti, pub non esse- rescisso in an* ean‘, adifferenca di ett gl alti vorsi del sistema, ci, invece, & d obbligo la distnzione ta verso ¢ verso. ‘© Ononario (an): pochissi quell senza dieresi medians; al pati dellan’, anche lottonatio abbisogna di almeno un elemento realz~ ‘ato da due silabe breve, non sentto come somma di due quaterna- Fi, costituise un'unitd organica« definita. Lo schema: Plaut,, Cas x82: eréd(o), destin, nm ofeindom It némin(em) dims rid dg quam nm, trap, 28: eile) tnclns(ac) argu) Ect, etreimsrane Cum) Srdenett eis (impossbile la scansione tcocaica proposta da qualche studioso, per ché ci troveremme di fronte a un quattordicesimo elemento [bit] R realizzato contrariamente rosissima in quel vers) la norma di Hermann-Lachmann, rigo- Anapesto Sequenza di quantita UU-, Anceps Elemento del verso, da noi schematizzato con il simbolo x. Andamento ritmico Il succedersie il combinarsi delle quantich delle sillabe che tealizzano i singoli elementi dello schema: uno stestorit- ‘mo pub essere concretizzao da pit andament rtmici Apocope Caduta del suone finale di una parola. Apofonia Alteazione fonetica che produce Voscuramento del tim- bro di vocal incemne. Archilochio a) Also nome della dipodia coriambica eataettica (> coriambici) 0 avisrfinio; 8) alto nome del tetrametro dalio ca taletco (p> dail) Arcilochio, verso (ar") Verso colic; defnibile come asinarceto, &i Tisultao delfunione di un dat (che presenta sempre ortavo ¢ none elemento realizat ciascuno da sillabs breve) e di un ith (che realiza sempre con sillaba breve secondo ¢ quarto elemento ¢ con sillbe lunge gli elementa longa); tale due parti non & ammestaiato, Viene usato in una strofe distica con un ia (» strof). Lo schema & il se guente: Hot arm. 4.3 de gu ibm sbi gs pei ati sft Aristofanio Alco nome dela dipadia coriembiceestalettica oo iambic) 0 arcilchio Ars (lat. arsi) _Originasiamente indicaa il sllevarsi (dal greco tg 1g « alga) del pied o del dito nel baeere il tempo, inviando dun- B

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