Professional Documents
Culture Documents
Suggestioni Dantesche ... Di Vladimir Soloviov - Anna Bogoiavlenskaia
Suggestioni Dantesche ... Di Vladimir Soloviov - Anna Bogoiavlenskaia
di Vladimir Soloviov.
By
Anna Bogoiavlenskaia
August 2001
The author has granted a non- L'auteur a accordé une licence non
exclusive licence allowing the exclusive permettant à la
National Library of Canada to Bibliothèque nationale du Canada de
reproduce, loan, distribute or sell reproduire, prêter, distribuer ou
copies ofthis thesis in microform, vendre des copies de cette thèse sous
paper or electronic formats. la forme de microfiche/film, de
reproduction sur papier ou sur format
électronique.
0-612-78991-8
Canada
1
ABSTRACT
The mam scope of this study consists m analyzing how the poetic and
ideologic universe of Dante is implanted and transformed in the Russian culture of
the late XIXth - early XXth century. Particular emphasis is made on the role of
Dante's heritage in the philosophy and poetry of the first Russian philosopher and
symbolist poet - Vladimir Soloviov, as weIl as on the further impact of dantesche
immages on sorne major representatives of the Russian Symbolist movement.
This analysis will be done through a demonstration of major point of
interference between Soloviov and Dante: these can be examples of direct influence
(as is the case with Theocracy) 0 appearance of the same archetypes (as is the case
with Sofiology and theory of love).
Despite the clear and definite presence of dantesque motifs m Soloviov's
heritage, no systematic analysis of the parallels between the two has been made up to
date.
II
RÉSUMÉ
SUNTü
La fama di Dante nella cultura russa risale al XVII secolo e occupa un posto
molto notevole nella letteratura di questo paese. Quasi tutti gli scrittori, i poeti, i
musicisti e gli artisti russi dimostrano un qualche livello di conoscenza deI patrimonio
dantesco. Per molti la figura di Dante era il simbolo della cultura italiana e deI
mondo cattolico. Per alcuni, Dante era anzitutto il grande utopista che aveva
proposto, nel De Monarchia, l'unificazione politica dell'umanità per raggiungere la
pace etema, e l'ideologo della libertà della patria. Per altri, il nome di Dante era
legato sia all'idea dell'impegno nell'arte, sia alla ricerca costante della verità e deI
significato più profondo della vita.
Esistono vari studi sulla ricezione di Dante in Russia. Quello più esteso è
l'opera fondamentale di LN. Golenischev-Kutuzov, intitolato Dante e la cultura
mondiale'. Un altro studio profondo è il saggio di Igor Belza, Dante e gli slavi. 2 Una
raccolta di saggi molto importante è « Dantismo russo e comice europea»3, in cui
sono riuniti vari saggi su scrittori 0 poeti russi e illoro rapporto con Dante. Un libro
di P. Alexeev4 è dedicato all'esame della prima ricezione di Dante in Russia,
incominciando con le prime menzioni di Dante dal Settecento fino all'inizio
dell'Ottocento. Esiste anche una bibliografia dei riferimenti a Dante nella letteratura
russa dalla fine deI '700 fino al 1972. 5
Si nota un gusto particolare per le opere di Dante (soprattutto per la Divina
Commedia) durante l'Ottocento, nel quadro di un'italomania generale. La presenza di
musicisti, artisti e architetti italiani a Mosca e San Pietroburgo nel Settecento aveva
contribuito allo stabilimento di legami culturali molto solidi con la civiltà italiana.
8 Rozanov, M.N. «Pushkin e Dante», in Pushkin e i suoi contemporanei, fasc. 37. Leningrado:
Iskusstvo, 1928, pp. 11-41.
9 Abbiamo il primo e il terzo canto dell'Inferno tradotte da Va1erij Briusov.
10 Per un'ana1isi panoramica deI ruolo di Dante nella 1etteratura russa deI Novecento, v. Belza,
Svyatos1av 1. « Dante e la poesia russa ne1 primo quarto deI XX seco10 », Dantismo russo e comice
europea, II, (1989): 315-326.
Il Go1enischev-Kutuzov, Ivan N. Tvorchestvo Dante i rnirovaia ku1'tura [Dante e la cultura mondiale].
Mosca: Nauka, 1971, p. 587.
12 Cf., per esernpio, Ke1dysh, JOO. «Dante v russkoy musyke» [Dante nella musica russa] in Dante e
gli slavi: studi racco1ti ne1 VII Centenario dalla nascita di Dante, a cura di Igor Belza. Mosca : Nauka,
1965, pp. 51-87.
4
13 [La religione antica parte dalla fede in Dio, ma non spinge questa fede fino alle sue ultime
conseguenze. La civiltà modema, che è senza religione, parte dalla fede nell 'uomo, ma anche essa non
conduce questa fede fino in fondo. Se queste due fedi - fede in Dio e fede nell 'uomo - sono condotte
alla loro piena realizzazione e fme logico, esse si intrecciano nella verità unica e integrale della Divino-
umanità], Soloviov, Vladimir. « Lezioni sulla divino-umanità» in Sochineniia v dvukh tomah (Opere
in due volumi), II, Mosca : Pravda, 1989, p. 27.
14 Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and
teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, 159.
15 DaI Canzoniere di F. Petrarca, CCCLXVI, Vergine bella, che di sol vestita...
5
nell'estate deI 1883). Alcuni anni più tardi tradusse due sonetti dalla Vita Nuova - il
XV e il XIII, quindi non c' è dubbio che Soloviov abbia letto la Vita Nuova.
Abbiamo anche il rieorso diretto al mondo poetico dantesco in vari suoi
articoli. 16 È interessante che un'importanza particolare venga attribuita al pensiero
sociale e politico di Dante, ma non al suo patrimonio poetico. Dante era per Soloviov
la figura fondamentale nello sviluppo dell'idea di una monarchia universale come
modello ideale di govemo, mirato alla salvezza della società umana. Non per casa
Soloviov si rivolge a Dante (al De Monarchia) per studiarlo in dettaglio all'epoca deI
suo interesse per il cattolicesimo e il progetto di unificazione delle chiese. Nel suo
sogno di unione fra Ovest ed Est, fra il cattolicesimo ed ortodossia, la figura di Dante
era per Soloviov il simbolo più significativo dello spirito della cultura e della teologia
dell'Ovest. Per usare l'espressione stessa di Soloviov, Dante era - «le plus grand des
écrivains catholiques.»17
Sappiamo che un anno dopo le traduzioni poetiche di Dante, Soloviov, insieme con
un aitro poeta, Afanasij Fiet, incomincia a tradurre l'Eneide di Virgilio 18 . Si puo
supporre che ci sia un qualche legame fra questa impresa e 10 studio recente deI
patrimonio dantesco.
In ogni caso, è ovvio che il mondo di Dante viene trasformato in questo
trapianto nella realtà rossa ed europea deI XIX secolo, e, nel nostro casa specifico,
modificato anche attraverso l'interpretazione di uno scrittore-lettore come Soloviov. 19
Si puo dunque parlare di una visione solovioviana di Dante, di come l'universo
poetico di Dante è trasformato dalla percezione di Soloviov.
Nei primi due Capitoli deI nostro studio, prendiamo in esame l'esempio più
significativo di tale trasformazione: analisi comparativa fra il concetto di Sofia in
16 Cf. «Obschij smysl iskusstva» in Soloviev, Vladimir. Filosofiia iskusstva i literaturnaia kritika.
Compiled by R. Gal'tseva and 1. Rodnianskaia. Moscow: Iskusstvo, 1991, p. 89, «Chto znachit slovo
«zhivopisnost'», ibid., pp. 219-220, «Sud'ba Pushkina», ibid., p. 289, «Znacheniie poezii v
stihotvoreniiah Pushkina», ibid., p. 319, <<Poesia J.P. Polonskogo», ibid., p. 525, 538, «N.S. Leskov»,
ibid., p. 592.
17 «La Russie et l'Eglise Universelle» in Soloviov, Vladimir. La Sophia et les autres écrits francais,
Lausanne: L'Age d'Homme, 1978, p. 146.
18 Solovyov, Vladimir, Stikhotvoreniya i shutochnyie piesy. Leningrad: Sovetskiy pisatel', 1974, pp.
195-197.
19 Usando la terminologia di Julia Kristeva, che affermava che la scrittura è sempre fondata sulla
lettura delle altre scritture.
6
22 Benchè il suo patrimonio poetico sia assai scarso e poco studiato in confronto alla sua filosofia, esso
viene riscoperto al giorno d'oggi - cf. gli studi assai recenti proprio sulla poesia di V. Soloviov:
Hartmann, Charles Frank. «Weather, Water, Light and Sophia in the Poetry ofV. S. Solov'ev. » Ph.D.
diss., Univ. of Pennsylvania, 1972.
23 Specialmente nella poesia fondamentale «Tre incontri», in cui Soloviov descrive la sua esperienza
personale e mistica delle visioni di Sofia.
24 Tradizione che non esisteva nella letteratura rossa antica a causa deI suo legarne strettissimo con la
chiesa e con la storiografia fino al Settecento.
8
motivo ricorrente di una sintesi fra la fede (rappresentata dalle epoche passate) e la
ragione (rappresentata dall'epoca modema).
Lo schema filosofico sviluppato da Soloviov al fine di trasformare il cristianesimo è
estremamente vicino allo spirito della Divina Commedia, secondo quanta spiegato da
Dante stesso nell'epistola a Cangrande della Scala: « ... finis totius et partis est
removere viventes in hac vita de statu miserie et perducere ad statum felicitatis. »29
Infine, nell'uitimo Capitolo (Capitolo 6°) della tesi vedremo il rapporta fra
Dante e i simbolisti russi, argomento di cui moiti studiosi si sono già occupati. 30
Soloviov fu il caposcuola dei simbolisti e la loro estetica (cosi come la loro
interpretazione di Dante) è «fiitrata» attraverso la filosofia solovioviana. 1 simbolisti
sono stati i primi a stabilire il legame Beatrice-Sofia e a identificare una tradizione
poetica, va da Dante a Soloviov, in cui sarebbe presente la nozione del'Etemo
Femminino. Come nota Pamela Davidson, quello che i simbolisti hanno fatto
consisteva in «applying Soloviovian concepts to their understanding of Dante.»3! Ci
concentreremo soprattutto sul poeta-simbolista, Alexandr Blok, il cui rapporta con
Dante non è tanto ovvio e non è stato ancora indagato in modo sistematico.
Ogni opera letteraria contiene in sè tutta la tradizione deI passato, è
impregnata di varie voci che formano un coro. Isolando una di esse, e analizzandola
in particolare, non si giunge ad una comprensione integrale deI tutto ma si arriva ad
una conoscenza approfondita deI concetto in questione. È in questa prospettiva che
condurremo la nostra analisi deI ruolo di Dante nella filosofia solovioviana e, di
conseguenza, nella lirica dei poeti simbolisti russi.
29 [ .. .il fme deI tutto e della parte è rimuovere i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli
allo stato di felicità.], Dante Alighieri, Epistola a Cangrande, XV, Firenze: Giunti Gruppo Editoriale,
1995,p.17.
30 Szilard, Lena and Peter, Barta. (<Dantov kod russkogo simvolizma. » Studia Slavica Hungarica 35
(1989): 6-295.
10
31 Davidson, Pamela. «Vladimir Solovyov and Dante, » in The Poetic Imagination ofVyacheslav
Ivanov: A Russian Symbolist's Perception of Dante. Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989, p. 72.
32 Paradiso, XXX, 28-30
33 Nardi, B. Dante e la cultura medievale. Bari: Gius. Laterza, 1949, p. 38.
34 Valensin, Auguste. Regards sur la vie de Dante. Paris: Augier, 1956, p. 32.
11
Nuova puo già essere detta un simbolo? Consideriamo, per esempio, il sonetto XXVI
della Vita Nuova (<< Tanto gentile e tanto onesta pare »):
...par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Certamente, non possiamo considerare La Vita Nuova come un diario 0 una
registrazione fedele degli avvenimenti della vita reale deI poeta. La simbologia molto
complessa di quest'opera (come, per esempio, numeri e colori) suggerisce
esplicitamente una struttura interna - un tessuto poetico finissimo e ragionato. Ma il
fatto che tutti gli avvenimenti sono legati ad un numero non appare strano se
consideriamo, per esempio, l'affermazione pitagorica, con la quale Dante aveva
familiarità, che tutto puo essere rappresentato dai numeri.
Come nota Benedetto Croce, « ... la Vita Nuova è scritta al modo di un libretto di
devozione, con chiaro intento pio e con procedimenti conformi: Dante 10 ha composto
a memoria e onore di una santa a lui particolare, della donna-angelo ... Quale
fondamento autobiografico avesse, è impossibile dire, perchè in ogni caso i particolari
realistici 0 storici vi sono mescolati con gli immaginari, etaI miscuglio li rende tutti
. .. 35
Immagman ... »
La complessità della figura di Beatrice già nella Vita Nuova si vede chiaramente nella
canzone «Donne ch'avete intelletto d'amore» XIX (15-21) :
Angelo clama in divino intelletto
E dice : « Sire, nel mondo si vede
Maraviglia ne l' atto che procede
D'un'anima che 'nfin qua su risplende.
Lo cielo, che non have altro difetto
Che d'aver lei, al suo segnor la chiede,
E ciascun santo ne grida merzede.
Qui abbiamo già Ulla visione di Beatrice come ideale :
Ella è quanto de ben po far natura;
Per esemplo di lei bie1tà si prova. (vv. 49-50)
Una trasformazione assoluta della figura terrena in un essere spirituale si vede nei
versi della canzone XXXIII, 20 -26:
Perchè '1 piacere de la sua bieltate,
Partendo sé da la nostra veduta,
Divenne spirital bellezza grande,
Che per 10 cielo spande
Luce d'amor, che li angeli saluta...
Ma se nella Vita Nuova abbiamo una visione dell'amore come l'inizio di un cammino
spirituale, nel Paradiso questo rapporta diventa mistico e trascende l'umano.
Nella Divina Commedia, il nome di Beatrice appare per la prima volta nel Canto II
dell'Infemo quando essa parla di sé per bocca di Virgilio, mandato per salvare Dante
dal bosco selvaggio deI peccato:
«1' son Beatrice che ti faccio andare;
vegno delloco ove tomar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare. »
(Infemo, II, 70)
Virgilio racconta a Dante deI nuovo aspetto di Beatrice:
« Lucevan li occhi suoi più che la stella;
e cominciommi a dir soave e piana,
con angelica voce, in sua favella ... »
(Infemo, II, 55-57)
Certamente, il culmine della Divina Commedia è il momento dell'apparizione di
Beatrice e il suo incontro con Dante nel Parradiso Terrestre, nel Canto XXX deI
Purgatorio:
... sovra candido vel cinta d'uliva
donna m' apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E 10 spirito mio, che già cotanto
tempo era stato che a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
13
40 Paradiso, X, 82-87
41 Paradiso, 1,64-66
42 Paradiso, II, 22
43 Singleton, Ch., Viaggio a Beatrice, Bologna: Mulino, 1968, p. 42.
16
ChriSt.»49 Beatrice non puo assolutamente sbagliarsi, come dice lei stessa: « Secondo
mio infallibile avviso »;50 si pensi alla complessità e alla novità delle dottrine da lei
esposte - come quella della macchie lunari,51 l'ordine degli angeli. 52 Infatti, alle volte
essa corregge San Tommaso e Platone.
Si noti la giustaposizione dell'immagine di Beatrice come 10 Sposo (Cristo):
«Benedictus qui venis »53 ma, allo stesso tempo, come la Sposa (Chiesa): «Veni,
sponsa, de Libano ».54
L'aspetto «maschile» deI personaggio di Beatrice in Paradiso (che incomincia già
con l'immagine dell'ammiraglio in Purgatorio XXX) puo parzialmente essere
spiegato con il fatto che non ci sono più veramente delle distinzioni di genere in cielo
e la distinzione « femminile-maschile » è solo un trasferimento delle categorie terrene
sulle realtà celesti. Questa specie di confusione e alle volte sostituzione dei termini
maschili al femminile nella figura di Beatrice (sposo-sposa, cosi come in altri casi di
Paradiso) ci porta ad un' idea fondamentale : la considerazione dell' aspetto femminile
in Dio stesso.
Bisogna stare attenti a non fare confusione fra le categorie grammaticali (e
l'uso deI genere femminile per i nomi) e le sostanze, i concetti che non si possono
certamente chiamare femminili solo perchè sono connotati con parole femminili in
italiano. È quello che afferma Joan Ferrante che nel suo articolo Dante's Beatrice:
Priest of an AndrogynOUS God scrive: <<Beatrice leads Dante to see the feminine side
of God by using feminine terms heavily in the early canti of the Paradiso: «la
provvedenza », «la divina pace », «la mente profonda in cui il ciel volve », ... « la
verace luce che le appaga »... »55 C'è deI vero in queste affermazioni perchè la mente
umana e il linguaggio umano tendono sempre a trovare delle analogie per esprimere
l'inesprimibile. Ed è vero che l'aspetto femminile di Dio viene enfatizzato nel
Paradiso.
49 Ferrante, Joan M. Dante's Beatrice: Priest of an AndrogynOUS God. New York: Center for Medieval
and Early Renaissance studies, 1992, pA.
50 Paradiso, VII, 19.
51 Paradiso, II.
52 Paradiso, XXVIII, 132.
53 Purgatorio XXX, 19.
54 Purgatorio, XXX, Il.
18
55 Ferrante, Joan M. Dante's Beatrice: Priest ofan Androgvnous God. New York: Center for Medieval
and Early Renaissance studies, 1992, p.28.
56 Genesi, 1,27
57 Ferrante, Joan M. Dante's Beatrice: Priest of an Androgynous God. New York: Center for Medieval
and Early Renaissance studies, 1992, pA.
58 Paradiso, XXII, 4-6.
19
L'ultimo verso della terzina è tratto dall'Eneide - sono le parole con cui Didone
rivela alla sorella il suo amore per Enea. Rappresentano, ovviamente, l'omaggio
altissimo a Virgilio.
«1 segni dell' antica fiamma» - ecco ancora una volta il punto dove si incontrano e si
riuniscono due tipi di amore: il grande amore terreno della Vita Nuova e l'amore
celeste della Divina Commedia; il secondo conserva 10 spirito deI primo.
Nella figura di Beatrice si puo intravedere sia la Grazia sia la Teologia, sia la
Carità sia la Vergine Maria, sia la Chiesa sia la Sapienza (il Logos deI Vecchio
Testamento), sia il mezzo per contemplare Dio, sia Cristo (Logos). In un certo senso,
si puo dire che Beatrice è una sintesi suprema di tutti gli astratti concetti teologici
dell'universo spirituale di Dante che riflettono l'idea della femminilità ad un livello
superiore e sublime. Nella luce della nostra visione, che analizzeremo in dettaglio più
avanti, Dante è stato uno dei primi nella letteratura mondiale a parlare dei concetto
che poi sarà chiamato l'Etemo Femminino (presente nel Faust di Goethe, nella
filosofia di J. Boeme, Svedenborg, Teilhard de Chardin e Vladimir Soloviov). La
donna in Dante non è solo vista come un tramite tra l'uomo e Dio, 10 strumento
dell' elevazione spirituale, come nella poesia degli stilnovisti, ma con un
approfondimento colossale, la donna appare come un essere individuale che porta in
sé il riflesso dell'Etemo Femminino identificato con la Saggezza Divina da Vladimir
Soloviov. Alla luce deI simbolismo usato si puo dire che Beatrice rappresenta per
Dante la Saggezza Divina. Tutte le caratteristiche e le nozioni usate da Soloviov per
esprimere l'idea di Sofia (la Saggezza Divina) possono essere attribuite all'immagine
di Beatrice in Dante e alla visione di Dio alla quale essa ci porta.
Quello che è importante èche nell'interpretazione di tutto questo bisogna
tener presente il principio di analogia, sottolineato da Ch. Singleton. 61
Nell'immaginazione di Dante, non c'è mai uguaglianza lineare. Per esempio, quando
Beatrice viene come Cristo (Purgatorio, Canto XXX),62 non vuol dire che essa sta per
Cristo (che è simbolizzato dal griforie), ma la visione deve essere interpretata nella
luce dell'analogia (altrimenti l'uso di tale immagine diventerebbe un sacrilegio).
Anche nella Vita Nuova abbiamo un chiaro paragone di Beatrice con Cristo nel
sogno di Dante dopo la morte di Beatrice. 63
La sua morte viene presentata come un avvenimento cosmico nel sonetto XIII:
Poi mi parve vedere a poco a poco
Turbar 10 sole e apparir la stella,
E pianger elli ed ella;
Cader li augelli volando per l'are.
E la terra tremare...
Infatti, Charles Singleton nota che nella Vita Nuova, <<Beatrice aveva mostrato una
miracolosa somiglianza con Cristo; come nella visione narrata al centro deI
« libella », ella fosse stata vista morire circondata da segni che non potevano non far
ricordare la morte di Cristo, e salire poi al Cielo accompagnata dagli angeli e dal
grido di «Osanna », in un'ascensione molto simile a quella di Lui ».64 C'è anche un
chiaro richiamo al Vecchio Testamento, nell'immagine di Firenze come «cittade
quasi vedova dispogliata da ogni dignitade» con la citazione dal profeta Geremia
«Quomodo sedet sola civitas »65
Nella Divina Commedia l'apparizione di Beatrice come Cristo nel Canto
XXX deI Purgatorio è stata discussa moltissimo dalla critica. È interessante che in
questo passo Beatrice non è solo la visione di Dante, ma è Beatrice stessa che parla di
sè come se essa fosse Cristo: «Modicum et non videbitis me» (Purgatorio, XXX,
10). Spesso si suole notare il fatto che le sillabe Be e Ice (prima e ultima sillaba deI
suo nome) sono anche una chiara indicazione di Cristo (Beatus (Be) Iesus Christus
(IC)).66
Infine, quando Beatrice lascia Dante all fine deI Paradiso, la sua bellezza fisica è
talmente trasformata e illuminata che non puo essere trasmessa 0 descritta attraverso
l'arte 0 le parole umane:
66 Ferrante, Joan M. Dante's Beatrice: Priest of an Androgvnous God. New York: Center for Medieval
and Early Renaissance studies, 1992, p.9.
67 Vita Nuova, XLII.
22
68 Espressione usata da un altro simbolista russo, Vyacheslav Ivanov, rispetto alla poesia dei simbolisti.
23
CAPITOLO II : La figura di Sofia nelle opere di Soloviov e suo legame possibile con
la poesia stilnovista e con la figura di Beatrice.
Western sophiology in the writings of Boehme and others. All this further
complicated by his own poetic mysticism. In his poetry Soloviov is indeed very far
from the Orthodox conception of Sophia. »69
Nel suo trattato mistico <<Roza mira» [Rosa deI mondo], Daniil Andreev scrive: «OT
rHocTHKOB .no xpHcTHaHcKHX MbICJIHTeJIeH Haqarra XX BeKa B xpHcTHaHcTBe )I<HJIO
cMYTHoe, HO rOpHqee, HaCTOHqHBOe qYBCTBO MHpoBoro )l(eHcTBeHHoro Haqarra, -
qYBCTBO, qTO HaqarrO 3TO eCTb He HJIJII03HH, He nepeHeceHHe qeJIOBeqeCKHX
KaTeropHH Ha nJIaH KOCMHqeCKHH, HO BbIClliaH .nYXOBHaH pearrbHoCTb.» 70 Egli poi
descrive come la chiesa aveva cercato di «dare forma» a questa sensazione, col
69 Bulgakov, Sergius. The Wisdom of God: A BriefSummary ofSophiology. Trans. From Russian by
P. Thompson et al. N.Y.: Lindisfame Press, 1993, pp. 23-24.
70 [Dagli gnostici ai filosofi cristiani dell'inizio deI Novecento c'era nel mondo cristiano un'intuizione
poco chiara, ma persistente e palpabile, dell'Elemento Femminile Universale -l'intuizione che questo
elemento non è un'illusione e non il trasferimento delle categorie umane sul piano cosmico, ma una
24
realtà spirituale sublime], Andreev, Daniil L. Roza mira. Mosca : Tovarischestvo «Klyshnikov-
Komarov i Km>, 1993, p. 129.
71 Come scrive Daniil Andreev, «CaM COJIOBheB CllHTaJI, lITO B.n:eBHHoCThIX ro.n:ax npownoro BeKa ,l(JIH
OTKphITOH nOCTaHOBKH Bonpoca 0 CBH3H H,l(eH COqlHH c npaBOCJIaBHbIM yqeHHeM BpeMH eme He
npHIlIJIO. OH XOpOIliO nOHHMaJI, lITO BTopX<eHHe CTOJIh KOJIOCCaJIhHOH BhlcllIeH peaJIhHOCTH B
oKocTeHeBIlIHH Kpyr xpHcTHaHcKoH .n:orMaTHKH MO)l(eT CJIOMaTh 3TOT Kpyr HBh13BaTh HOBhliî paCKOJI B
uepKBH; paCKOJI )l(e pHCOBaJICli eMY BeJIHKHM 3JIOM... » [Secondo l'opinione di Soloviov stesso, negli
anni novanta deI secolo SCorso i tempi non erano maturi per una discussione aperta dellegame fra
l'idea di Sofia e il dogma ortodosso. Lui capiva benissimo che l'intrusione di una realtà sublime di
tale grandezza nel circolo chiuso della dogmanica cristiana puè> rompere questo circolo e condUITe ad
uno nuovo scisma nella chiesa, il quale era, nella sua visione, un male assoluto.] Andreev, Daniil L.,
Roza mira. Mosca : Tovarischestvo <<Klyshnikov-Komarov i Ko», 1993, p.20S.
72 Infatti, la dottrina di S. Bulgakov, che ha continuato la tradizione sofiologica nella filosofia rossa, ha
portato ad un conflitto con la Chiesa Ortodossa, e la sua sofiologia è stata considerata come un'eresia.
25
L'idea di Sofia appare in due delle opere principali di Solovyov - Lezioni sulla
divino-umanità e La Russie et l'Eglise universelle (titolo originariamente in francese).
Prendiamo in esame la prima opera, che è stata composta nell'anno 1878
come un cic10 di conferenze pubbliche riunite sotto il titolo Chteniia 0
bogoche1ovechestve (Lezioni sulla divino-umanità).
L'opera incomincia con la descrizione dello stato degradato dell'umanità modema.
La crisi della società modema viene spiegata col fatto che la religione ha perso la sua
importanza e il suo valore centrale. L'uomo cerca di sostituire la religione con la sua
visione umanistica, cerca di stabilire il suo ordine sulla terra, senza Dio.
Secondo Soloviov, l'unico fine della filosofia è l'avvicinamento dell'uomo a Dio e la
conoscenza di Dio. Tutta la filosofia è incentrata per lui sulla venuta di Cristo, cosi
come tutto il processo storico (che lui chiama processo divino-umano in quanto Dio
va incontro all'uomo e l'uomo e l'umanità vanno verso Dio).
La proposta per l'esito dall'impasse nel quale si trova l'epoca modema consiste
appunto in questa idea della divino-umanità. E qui per la prima volta abbiamo alcune
chiare definizioni della Sofia.
«COlj:>IUI eCTb Teno EmIŒ:e, MaTeplU1 EmKIUI, npoHHKHYTasI HaqarrOM 60:>KeCTBeHHoro
e,lJ;HHCTBa.» 73
Allo stesso tempo dice che «COlj:>IUI eCTb H,lJ;earrbHOe, cOBepmeHHoe qenOBeqeCTBO,
BeqHO 3aKJIlOqaIOmeeCSI B n;enbHOM 60:>KeCTBeHHoM cymecTBe, HnH XpHcTe.» 74
Dunque possiamo dire che secondo queste definizioni Sofia è l'essenza divina deI
mondo creato che ridà alla creazione l'unità e l'integrità perdute.
Il processo storico viene visto da Soloviov come il processo della progressiva
riunificazione dell'uomo con Dio. 75
Sofia è dunque un simbolo di trasformazione deI mondo e anche un legame
fra Dio e l'umanità. La presenza della tradizione gnostica nella genesi di queste teorie
73 [Sofia è il corpo di Dio, la materia divina, permeata dal principio della divina unità] Soloviov,
Vladimir, «Chteniia 0 Bogochelovechestve», in Sochineniia v dvukh tomah, 2, Mosca: Pravda, 1989,
f,' 108.
4 [Sofia è l'umanità ideale e perfetta, etemamente presente nell'essere divino integrale, ossia in Cristo]
Soloviov, Vladimir, «Chteniia 0 Bogochelovechestve», in Sochineniia v dvukh tomah, 2, Mosca:
Pravda, 1989,p. 113.
75 Un'idea che sembra uscire direttamente da una visione deI mondo dantesca.
26
è stata notata da moiti studiosi. 76 Pero c'è anche tanto dalla teologia ortodossa - la
stessa idea della santificazione della materia, che è soprattutto espressa nella
tradizione della adorazione delle icone ed è presente in tutta la teologia delle icone.
Ne! suo libro La Russie et l'Eglise universelle (scritto in francese e proibito in
Russia durante la vita dell'autore), Soloviov ritorna sulla sua concezione della Sofia e
descrive il mosaico della cattedrale di Sofia a Novgorod, deI secolo XI :
« 3TO BeJIHKOe, u;apcTBeHHoe H )l(eHCTBeHHoe CYlUeCTBO, KOTopoe, He 6y.nYtIH HH
aHreJIOM, HH CB5ITbIM tIeJIOBeKOM, npHHHMaeT nOtIHTaHHe H OT 3aBepnIHTeJI5I BeTxoro
3aBeTa HOT po.noHatIaJIbHHU;bI HOBoro - KTO )l(e OHO, KaK He CaMO HCTHHHoe, tIHCTOe
HnOJIHOe tIeJIOBetIeCTBO, BbICIIIM HBceo6'beMJIlOlUM <popMa H)l(HBM .nYIlla npHpo.nbI
H BceJIeHHOH:, BetIHO coe.nHHeHHM H BO BpeMeHHoM npou;ecce coe.nHH5IlOlUMC5I c
DO)l(eCTBOM Hcoe.nHH5IlOlUM c HHM Bce, tITO eCTb.»77
«CO<pH5I eCTb DoroMaTepH5I HJIH DOrOtIeJIOBetIeCTBo» 78 è una formulazione più precisa
e il compimento finale di questa idea, un'intuizione che Soloviov elaboro nel corso di
tutta la sua vita.
In quest' opera Soloviov sottolinea che la dottrina di Sofia è anzitutto legata alla
tradizione bizantina cosi come alla tradizione sviluppatasi indipendentemente in
Russia nei secoli XI-XII.
C'era, seconde lui, un'intuizione della Sofia nello spirito religioso russo, che SI
rivelava soprattutto nelle arti visive - per esempio nell'immagine di Sofia nella
Catedrale di Novgorod. Mentre nella filosofia greca Sofia era identificata con Logos,
nella cultura russa questo concetto aveva preso una sostanza diversa. 79
76 Per un'analisi dettagliata dell'incorporazione della teosofia e visione gnostica nella Sofiologia di
Soloviov v. Cioran, Samuel D. Vladimir Solov'ev and the Knighthood of the Divine Sophia,
Waterloo, Ont.: Wilfred Laurier University Press, 1977, 17-21.
77 [Questo grande essere femminile e regale che, non essendo né un angelo né un santo, accetta la
venerazione e da San Giovanni Battista e dalla Vergine, che cos'è se non l'umanità, pura e compiuta,
nella sua forma più sublime e onnicomprensiva e un'anima viva della natura e dell'universo intero,
eternamente unita e che nel processo temporale si unisce con Dio e unisce a Lui tutto il creato. ] La
Russie et l'Eglise Universelle in Solovyov, Vladimir. Sobraniie sochinenij Vladimira Solovyova
[Collected Works]. Brussels: Zhizn' s Bogom [Live with God], Foyer Oriental Chrétien, 1970, p. 270.
78 [Sofia è la materia divina 0 la divinournanità]
79 Soloviov, Vladimir, La Russie et l'Eglise Unverselle, pp. 263-264.
27
80 Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and
teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, p. 48.
81 Per un'analisi più dettagliata v. Cioran, Samuel D. Vladimir Solov'ev and the Knighthood of the
Divine Sophia, Waterloo, Ont.: Wilfred Laurier University Press, 1977, pp. 25-40. Generalmente,
l'elaborazione intellettuale in termini razionali in teologia e filosofia è più caratteristico per la
tradizione dell'Occidente e non è tanto comune per la teologia rossa 0 ortodossa in generale, che è
piuttosto basata sull'intuizione. Questo avvicina Soloviov allo spirito scolastico deI Medioevo,
espresso da San Tommaso e dallo stesso Dante, nelle cui opere l'elemento intelettuale è molto
presente.
28
82 [Nel patrimonio complesso e artificiale di Soloviov solo la poesia possiede il valore assoluto, cosi
che la sua filosofia deve essere verificata dalla sua poesia], Bulgakov, p. 72.
83 Soloviov, Vladimir, La Sophia et les autres écrits francais, Lausanne: L'Age d'Homme, Lausanne,
1978.
84 La figura della filosofia come interlocutrice è presente anche in Dante - nell'immagine della «donna
della finestra» deI Convivio.
85 Infatti, come nota Marianne Shapiro, «...poetry came to incorporate the subject matter of scholastic
disputations. Talk of love in the lyric became reasoning ... and the nature of love the primary
concem.» Shapiro, Marianne. Woman Earthly and Divine in the Comedy of Dante, Lexington: The
University Press of Kentucky, 1975, p. 27.
86 [La missione della poesia, la missione dell'arte in generale, ... consiste nell'incamazione in immagini
palpabili di quel sublime significato della vita, che viene espresso nella filosofia in termini razionali. »
Soloviov, 1991, p. 472.
29
87 06mu" CMbIcn UCKycCTBa [Il significato generale dell'arte] in Soloviov, 1991, p. 83.
88 Per un'analisi più approfondita di questa traduzione, si rimanda a Matual, David. «Ecumenical
Motifs in Soloviev's Translation ofPetrarch's 'Vergine Bella', » St.Vladimir's Theological Ouarterly,
26, no. 4 (1982): 229-40.
89 [Nella venerazione della Vergine egli vede il cuore vivente della Chiesa Universale, il compimento
dell'incontro mistico deI mondo ortodosso con il mondo cattolico], Mochulsky, Konstantin. Vladimir
Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and teaching]. Paris: YMCA Press, 1951,
p.l60.
30
In un suo articolo sulla poesia deI poeta rossa J. Polonskij, Soloviov identifica una
tradizione di «poeti della Sofia », fra i quali sono menzionati Shelley e Polonskij.
Tutti e due erano stati, secondo Soloviov, « scelti » dalla Sofia e hanno intuito la sua
realtà cosmica.
Ora, è nota che il concetto di «Eterno Femminino» è menzionato per la prima volta
nell'epilogo mistico di Goethe a Faust (das ewig Weibliche).9o È un concetto
ovviamente diverso dalla figura della donna-ispiratrice, e non è neppure la Musa. 91
Pero, Soloviov resta l'unico ad avere avuto delle visioni mistiche della Sofia che,
almeno nella sua poesla, presero la forma di un rapporta amoroso personale.
Cercando di dare una definizione di questa esperienza mistica di Soloviov, S.
Bulgakov usa il termine «03apeHHe» (Illuminazione).
Forse questa illuminazione appartiene alla stessa categoria che aveva dettato il
simbolismo nuziale nella poesia dei mistici medievali (Santa Teresa, San Giovanni
della Croce, persino il Sacrum Commercium) con la visione dell'anima come sposa di
Dio.
Ci rivolgiamo adesso direttamente alla poesia di Soloviov, facendo riferimento alle
sue possibili fonti e ai passi danteschi analoghi.
La poesia Tri svidanija [Tre incontri], scritta nel 1898, allude alle tre grandi
visioni della Sofia che egli ha avuto. 92
Abbiamo la datazione esatta delle tre visioni descritte nella poesia, avvenute l'una a
Mosca ne11862, un'altra a Londra ne11875, e l'ultima in Egitto ne11876. 93
L'inizio della poesia è assai caratteristico:
90 Una poesia di Soloviov scritta alla fine della sua vita è intitolata, appunto Das Ewig Weibliche
(1898):
3HaiITe )lœ: BeqHaH )l(eHCTBeHHOCTb HblHe
B TeJle HeTJleHHOM Ha 3eMJllO lmeT.
B CBeTe HeMepKH)'meM HOBOiî 60nlHH
He60 CJlHJlOCH CnyqHHOIO BOA.
[Sappiate: l'etemo femminino/scende in terra nel corpo immortale/nella luce etema di una nuova dea/il
cielo si è unito con il profondo delle acque.]
91 Forse che anche Leopardi potrebbe essere incluso nell'elenco dei « poeti di Sofia » per la poesia
« Alla sua donna ».
92 Bisogna avvertire che la poesia è scritta in forma ironica. Nella nota ad essa Soloviov dice che ha
deciso di <<BOCnpOH3BecTH BllIYTJlHBbIX CTHXax caMoe 3HaqHTeJlbHOe H3 Toro, TO AO CHX nop
CJlyqHJIOCb co MHOIO B )l(H3HH» [riprodurre in versi scherzosi cio che di più importante mi è successo in
tutta la vita]
31
Usando la tenninologia di Soloviov e la sua teoria dell'amore,97 si puè> dire che Arnor
descendens (l'amore reale, terreno) viene sostituito da Arnor ascendens (Sofia), cosi
come succede anche in Dante, già nella Vita Nuova. 98 L'immagine deI fiore fa
pensare anche ai tanti fiori che nella Divina Commedia accompagnano l'apparizione
di Beatrice nel canto XXX deI Purgatorio (soprattutto il giglio).
La seconda visione avviene a Londra, durante l' età giovanile; anche qUI
abbiamo i colori azzuro e oro, e questa volta solo il volto appare :
B.n;pyr 30JlOTOM Jla3ypblO Bce nOJlHO
li npe.n;o MHOM OHa CmIeT CHOBa -
O.n;HO ee Jllm;o - OHO 0.n;HO. 99
Qui, come in tutta poesia di Soloviov, abbiamo una percezione molto platonica e
molto simbolista deI mondo - la realtà terrena come riflesso della realtà celeste, più
perfetta. Visione, intanto, completamente medievale.
L'ultima visione (in Egitto) è fondamentale e rappresenta la base dell'aspetto
personale della sua Sofiologia.
li Bnypnype He6ecHoro 6JlHCTaHMI
OqaMH, nOJlHbIMH Jla3ypHoro orHSI,
rJlSl.n;eJla TbI, KaK nepBoe CHSlHbe
BceMHpHoro HTBOpqeCKOrO .n;HSI.
qTO eCTb, qTO 6b1JlO, qTO rpSl.n;eT BOBeKH-
Bce 06HSlJl TYT O.n;HH He)J;BH:>KHbIM B30p...
CHSlIOT no.n;o MHOM MOpSl HpeKH,
li )J;aJIbHHM Jlec, HBbICH CHe:>KHbIX rop.
Bce BH)J;eJl SI, HBce O)J;HO JlHillb 6blJlO -
100 [Nella porpora della scintillamento celeste/con gli occhi riempiti dalla fiamma azzurra/guardavi
come la prima aurora deI giorno della creazione universale/Tutto quello che c'è, che è stato, che
avverrà nel futuro/tutto era abbracciato dal mio sguardo immobile/i mari e i fiumi brillano sotto di
me/e la foresta lontana, e le cime dei monti coperte di neve/Ho visto tutto, e tutto era l'uno/-l'unica
immagine della bellezza femminile/L'immenso era nei suoi limiti/Davanti a me, in me - ci sei solo
tu/II deserto è silenzioso. L'anima pregava/E il suono delle campane beatifiche non si spegneva.]
10\ Cf. anche in altre poesie:
BCR B m13ypH cero.nIDI RBHJIaCb
llpe.no MHOJO uapHI.(a MOR... (1975)
(Oggi la mia Regina mi è apparsa tutta avvolta nell'azzurro]
102 Dante Alighieri, Vita Nuova, III.
34
L'immagine della luce è strettamente collegata con l'immagine degli occhi. Nel
Capitolo l abbiamo già vista alcuni esempi deI molo degli occhi di Beatrice in
Dante.\07 Alle volte, c'è un'immagine molto palpabile degli occhi, per esempio,
quando essi sono paragonati agli «smeraldi» (il verde è, ovviamente, il simbolo della
speranza):
Disser: «Fa che le viste non risparmi:
Posto t'avem dinanzi a li smeraldi
Ond'Amor già ti trasse le sue armi.
Mille disiri più che fiamma caldi
Strinsermi li occhi a li occhi rilucenti ... »
(Pugatorio XXXI, 115-119)
Attraverso gli occhi traspare l'amore di Beatrice:
Beatrice mi guardè> con li occhi pieni
Di faville d'amor cosi divini,
Che, vinta, mia virtute diè le reni ...
(Paradiso, IV, 139-141)
103 Ibid.
104 Dante Alighieri, Vita Nuova, XXXIX.
105 Già nella Vita Nuova Beatrice appare nella luce e nello splendore (XLI) :
... una donna, che riceve onore,
e luce si, che per 10 suo splendore
10 peregrino spirito la mira.
106 [Il tuo viso come il sole nei raggi]
107 Cf. anche Purg. XXXII, 1-3,108 e Purgatorio, XXXIII, 16-18.
35
Vediamo adesso come l'immagine degli occhi ritorna nelle apparizioni di Sofia in
Soloviov:
... B O~HOM He~BmI<HOM B30pe,
Bce qy~eca,
M >Kli3HIi BceH TaHHCTBeHHoe Mope,
M He6eca.
M 3TOT B30p TaI< 6JIli301< li TaK SIceH, -
rJISI~liCb BHero,
TbI CTaHellib CaM - 6e36pe)I(eH li rrpeKpaceH -
IJ;apeM Bcero. IOS
01<0 BeqHOCTli 109 (1897)
I1PSIMO B ~YllIY rJISIMT nyqe3apHbIe Oqli
TeMHoH HOqblO li ~HeM.IIO
(1898)
108 [In uno sguardo inunobile tutti i miracoli/ E il mare misterioso della vita intera, e i cieliIE questo
sguardo è cosi vicino e cosi chiaro/Rivolgiti ad essolE tu diverrai, eterno e magnifico/ re di tutto.]
109[L' occhio dell'eternità]
110 [suoi occhi lucenti mi guardano nell'anima/nella notte buia e nel giorno]
36
La luce e i raggi dall' altro mondo sono onnipresenti in Dante, specialmente nel suo
concetto deI <<trasumanan>:
Trasumanar significar per verba
Non si poria; pero l'essemplo basti
A cui esperienza grazia serba.
(Paradiso, l, 70-72)
Allo stesso modo l'atmosfera mistica delle visioni di Sofia Vlene sottolineata da
Soloviov in molte delle sue poesie, come, per esempio :
DJIH3KO, ,llaJIeKO, He 3,lleCb HHe TaM,
B uapcTBe MHCTHqeCKHX rpe3,
B MHpe, HeBH,llHMOM cMepTHbIM OqaM,
B MHpe 6e3 CMexa HCJIe3,
TaM g, 60rHHg, BnepBbIe Te6g HOqblO T)'MaHHOH Y3HaJI.
III [Vicino, lontato, non qui e non là/nel regno dei sogni rnisticilnel mondo invisibile per gli occhi
mortali/nel mondo senza riso e senza lacrime/li per la prima volta ti ho vista, avvolta nella nebbia] ...
[La voce della patria nelle parole magiche/nella luce degli occhi azzurrilil riflesso della patria nei raggi
etereii/nell'oro magico dei capelli]
112 S. Cioran riassume cosi gli aspetti che Sofia assume nel sistema teologico e filosofico di Soloviov:
«the major categories ofSophia's hypostases in Soloviov's poetry are three in number, as suggested by
his theoretical articles: 1) Sophia the perfect eternal, and divine archetype who although fixed and
immovable in her divine perfection, can move freely between the heavenly and earthly worlds; 2) the
World soul, or nature, the ferninine principle of matter which can receive the logos and become divine
- the earthly rnirror of Sophia; 3) earthly woman, the feminine complement to the masculine principle,
out ofwhose union arises society, the rist syzygy leading to the ultimate union ofheaven and earth. »
(Cioran, pp. 46-47)
37
importante deI 1875, Y uapHUbI MOeÜ eCTb BbICOKHÜ LIBOpeu, 113 dove abbiamo un
chiaro richiamo biblico: come nota S. Bulgakov, l'inizio della poesia è una parafrasi
di Proverbi, 9 : «La somma Sapienza ha edificata la sua casa, ella ha tagliate le sue
colonne in numero di sette " .». Poi c'è una trasformazione e personalizzazione della
figura della Saggezza Divina dei Proverbi:
OHa BHLIHT : LIarreKO, BIIOJIHOqHOM Kparo,
Cpe,D,b MOp03HbIX T)'MaHOB HBblOr,
C 3nolO CHnolO TbMbI BO,D,HHOqHOM 6010
r H6HeT elO IIOKHHyrbIH LIPyr. 114
v
Poi abbiarno una menzione delle accuse ad un arnico che l'aveva tradita:
I(njlTBe TbI H3MeHHn, - HO H3MeHoü CBoeü
Mor nH cepLIue Moe H3MeHHTb?117
che ci riportano all' episodio delle accuse di Beatrice a Dante nel Canto XXX deI
Purgatorio :
voIse i passi suoi per via non vera,
immagini di ben seguendo false,
che nulla promission rendono intera.
L'amore è anche il tema centrale della Divina Commedia. È per amore che
Beatrice manda Virgilio a salvare Dante dall'Infemo. E l'ultima riga della Divina
Commediaè
l'amor che move il sole e l'altre stelle.
(Paradiso, XXXIII, 145)
Dio è fin dall'inizio definito come amore:
la somma sapienza e il primo amore
(Infemo, III, 6)
Sempre l'amor che queta questo cielo
accoglie in sé con si fatta salute,
per far disposto a sua fiamma il candelo.
(Paradiso, XXX, 52-54)
L'amore porta anche l'uomo verso Dio ed è la radice di tutte le altre virtù. Quello che
si deve espiare nel Pugatorio è appunto la mancanza di amore.
Ma è chiaro che nei diversi contesti il concetto d'amore assume sfumature diverse.
Consideriamo alcuni passi.
Dice una terzina deI Paradiso (XXVI, 28-30):
...il bene, in quanto ben, come s'intende,
cosi accende amore, e tante maggio
quanto più di bontate in sé comprende.
Qui l'associazione di amore con bontà richiama il concetto di amore come Caritas. Vi
sono poi degli e1ementi della visione d'amore come Eros della filosofia platonica -
come la forza unitaria dell'universo - ad esempio, nel passo: «S'aperse in nuovi amor
l'ettemo amore »(Paradiso XXIX, 18). Ma anche il motive di Agape è importante (la
visione dell'amore come il dono della grazia Divina). Per esempio, in Paradiso X, 83-
85:
...Quando
10 raggio de la grazia, onde s' accende
verace amore e che poi cresce amando ...
Comunque, il significato predominante dell'amore di Dante per Beatrice è la carità
(che fra l'altro viene simbolizzata con il colore rosso nella scena di apparizione di
41
Beatrice (Canto XXX deI Purgatorio)). Nel concetto di «caritas» si compie la sintesi
perfetta delle due nozioni di Eros e di Agape. 118
Anders Nygren nel suo libro Agape and Erosl1 9, definisce il Cristianesimo medievale
come la religione della Caritas. Dice infatti che «that interpretation of Christian love
which finds expression in the idea of Caritas, ... fundamentally contains more
Hellenistic Eros-love than primitive Christian Agape-love. Here, as elsewhere,
Catholicism is a complexio oppositorum, a synthesis of opposed fundamental
motifs».120 Il primo ideologo della dottrina della Caritas come sintesi di agape e eros
fu Sant'Agostino (nelle Confessioni). Questa « modificazione » deI concetto di Agape
e la sua fusione con Eros si era prodotta, secondo A. Nygren, anche per la mancanza
di parole distinte per eros e agape in latino (per esempio, nelle scritture di San
Tommaso ).121
Abbiamo già menzionato che l'apparizione di Beatrice è accompagnata
dall'immagine delle tre virtù teologali - fede, speranza e carità. Ed è interessante
notare che in un capitolo famosissimo della Prima Epistola di San Paolo ai Corinti
che parla della carità (amore), proprio questi tre concetti sono menzionati:
« Or queste tre cose durano al presente: fede, speranza e carità; ma la maggiore di
esse è la carità» (1 Corinti, 13, 13).
Come avevamo detto prima, nella Divina Commedia l'amore terreno SI
trasforma nell' amore celeste non perdendo pero il suo valore intrinseco - cioè,
l'amore di Dante e Beatrice rappresenta una sintesi indivisibile di eros e agape,
l'amore come realtà cosmica che avvicina a Dio. In tale visione, l'amore dà la
possibilità a uno che ama di intravedere l'immagine di Dio nell'essere amato. Viene
affermata l'idea della trasfigurazione dell'essere umano tramite l'amore -l'amore che
salva l'uomo dall'Infemo e 10 porta a Dio.
118 Idea già esposta da moIti studiosi, cf. per esempio, Singleton, Ch., Viaggio a Beatrice, Bologna:
Mulino, 1968.
119 Anders Nygren. Agape and Eros. Philadelphia: The Westminster Press, 1953.
120 Anders Nygren, Agape and Eros. Philadelphia: The Westminster Press, 1953, p. 739.
121 E ovvio, pero, che un'interpretazione cosi diretta (eros+agape=caritas) è una semplificazione.
L'affermazione graduale della sintesi di eros e agape è un processo complicatissimo nella letteratura e
nel pensiero filosofico, ma una cosa fondamentale consiste nel fatto che il concetto di agape di per sè
(nella tradizione religiosa) già conteneva degli elementi dell'eros (se si pensa al simbolismo biblico) e,
viceversa, il concetto di eros già conteneva e1ementi dell'agape (per la sua origine religiosa, sia
platonica, sia cristiana).
42
122 Shapiro, Marianne. Woman earthly and divine in the «Comedy» of Dante. Lexington: The
<pIIJIOC0<pHlf g 3HaID TOJIbKO ,lJ;Ba BeJIIIKIIX yqeHIIg 0 nOJIe Il mo6BII: yqeHlle fIJIaTOHa
Il BJI. COJIOBheBa. «fIllp» fIJIaTOHa Il «CMhICJI mo6BII» COJIOBheBa - 3TO ca~me
rrry6oKoe, ca~me npOHIIKHOBeHHoe 113 Bcero, qTO nllcarrOCh JIIO,lJ;hMII Ha 3TY TeMy.»125
Nel misticismo di Soloviov c'è sempre stato molto erotismo. Nel Significato
dell' amore viene presentata una sintesi e una riconciliazione deI misticismo con
l'erotismo.
L'idea di Sofia vlene chiaramente incorporata nella teoria dell'amore. Secondo
Soloviov, l'idealizzazione dell'oggetto amato non è un'illusione ma un'intuizione
mistica. L'amore rivela l'immagine di Dio nell'essere amato, che è la sua vera
essenza. Il vero oggetto dell'amore è duplice: l'ideale e il reale. Lo scopo dell'amore
è la trasformazione dell'immagine reale secondo l'ideale :
«fIpe,lJ;MeT IICTIIHHOH JII06BII... ,lJ;BOHCTBeHeH; MhI JII06I1M, Bo-nepBhIX, TO Il,lJ;earrhHOe
(He BCMhICJIe OTBJIeqeHHOM, aB CMbICJIe npIlHa,lJ;JIe:>KHOCTII K,lJ;pyroH, BbICIIIeH c<pepe
6hITIIg) cymecTBo, KOTopoe MbI ,lJ;OJI:>KHbI BBeCTII B HaIII Il,lJ;earrbHhIH Mllp, Il, BO-
BTOphIX, MhI JII0611M TO npllpO,lJ;HOe qeJIOBeqeCKOe cymecTBo, KOTopoe ,lJ;aeT :>KIIBOH
JIllqHhIH MaTepllarr ,lJ;JIg 3TOH pearrIl3aUIIII...TaKIIM 06Pa30M, IICTIIHHag JII060Bb eCTh
Hepa3,lJ;eJIhHO Il BOCXOMmag, Il HIICXOMmag (amor ascendens Il amor
descendens).»126
Lo SCopo dell'amore è la trasfigurazione dell'essere umano individuale e, come
conseguenza, la trasformazione dell'umanità intera al livello cosmico, la creazione
dell'essere umano nuovo e integrale. L'amore è sempre teso verso la Sofia:
« He6ecHhIH npe,lJ;MeT JII06BII - BeqHag )l{eHcTBeHHocTh OO:>KIIg» 127.
125 [Nella storia della filosofia mondiale io conosco solo due grandi dottrine che trattano dell 'amore : la
filosofia di Platone e le idee di Soloviov. Il Simposium di Platone e Il significato dell'amore di
Soloviov - è cio che di più profondo e più penetrante è stato scritto su questo soggetto). Berdyaev,
Nikolai. «MeTaljnl3liKa nona li JII06BIi» [La metafisica deI genere e dell'amore), in Russkij eros ili
filosofiia liubvi v Rossii [L'Eros rossa 0 la filosofia dell'amore in Russia), edited by V.P. Shestakov,
Mosca; Progress, 1991, p. 237.
126 [L' oggetto dell'amore autentico è ... doppio, si ama, in primo luogo, quell'essere ideale (non nel
senso astratto, ma nel senso dell'appartenenza all'altra, sublime sfera dell'esistenza) che noi dobbiamo
introdurre nel nostro mondo, e, in secondo luogo, si ama quell'essere umano reale, che presenta il
materiale vivo e personale per una tale realizzazione. Percio, il vero amore è sempre
contemporaneamente ascendente e discendente (amor ascendens e amor descendens»), Soloviov, Smysl
liubvi, pp. 62-63, in Russkij eros ili filosofiia liubvi v Rossii [L'Eros rossa 0 la filosofia dell'amore in
Russia), edited by V.P. Shestakov, Mosca : Progress, 1991.
127 [L'oggetto celeste dell'amore è l'Etemo Femminino), Soloviov, Vladimir, Smyslliubvi, p. 64.
44
L'Amore deve conquistare la morte - che si puo vincere solo attraverso l'amore.
Infatti, come scrive Soloviov, «Cmme pa3.n;eJIeHHe Me)I(,D;Y MY)KCKHM H )KeHCKHM
3JIeMeHTOM qeJIOBeqeCKOrO cymecTBa, eCTb Y)Ke COCTO}lHHe .n;H3HHTerpauHH HHaqaJIO
CMepTH. neccMepTHbIM MO)KeT GbITb TOJIbKO IIeJIblH qeJIOBeK.»128
Dunque anche in Soloviov abbiamo l'idea dell'amore che conduce all'immortalità.
L'obiettivo finale dell'amore è l'unità ideale a cui mira il mondo. Anche l'amore di
Dio, che ha creato il mondo dal caos, è principio di unificazione. L'idea di Sofia in
Soloviov appare qui come allusione all'amore di Dio e all'idea di Dio nell'unità.
La teoria d'amore di Soloviov e le sue idee sull'androginismo sono strettamente
legate alla sua Sofiologia. Infatti, «rrOJIHM )Ke peaJIH3aIIH}I, rrpeBpameHHe
HH.n;HBH.n;YaJIbHOrO :>KeHCKOro cymecTBa B HeoT.n;eJIHMbIH OT cBoero JIyqe3apHoro
HCTOqHHKa JIyq BeqHOH nO)KeCTBeHHoH YKeHcTBeHHocTH Gy.n;eT .n;eHcTBHTeJIbHblM,
...0GbeKTHBHblM Boccoe.n;HHeHHeM HH.n;HBH.n;YaJIbHOrO qeJIOBeKa C noroM,
BOCCTaHOBJIeHHeM B HeM )KHBOrO H GeCCMepTHoro oGpa3a nO:>KH}I.»129 L'amore è
anche illegame dell'uomo con Dio. Nell'amore verso un essere umano, si afferma la
sua idea in Dio.
Attraverso l'amore il mondo viene condotto al compimento universale, all'unità
universale - 10 scopo della creazione. Dunque l'idea dell'unità divina trova
espressione nella Sofia e nella teoria d'amore di Soloviov.
Alla base della filosofia di Soloviov, é, ovviamente, la teoria platonica dell'Eros, dio
che unisce il mondo delle idee con il mondo reale, si pensa soprattutto alle repliche di
Diotimio nel dialogo Simposium. Nel concetto dell'androgino c'è anche, come nota
K. Mochulskij, l'influenza notevole della filosofia di Franz Baader e di Jabob
Beome. l3o
128 [La stessa divisione fia l'elemento maschile e l'elemento femminile dell'essere umano è già in sé
una disintegrazione e un inizio di morte. Solo l'essere intero pub essere immortale], Soloviov,
Vladimir, Smyslliubvi, p. 73.
129 [La piena realizzazione, la trasformazione dell'essere femminile individuale nel raggio della
Femminilità Divina, inseparabile dalla sua origine, sarà la riunione reale dell'essere umano individuale
con Dio, la restaurazione in lui dell'immagine di Dio vivo e immortale], Soloviov, Vladimir, Smysl
liubvi, p. 62.
\30 Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and
teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, p. 206.
45
131 [La trasforrnazione deI mortale nell'immortale, la percezione deI temporaneo nell'eterno], ibid., p.
57.
132 [La morte e il tempo regnano sulla terra/non chiamarli i potenti;/ tutto, nel vortice disparisce nel
buio/solo il sole dell'amore è immobile]
133 [La falsa spiritualità consiste nella negazione della carne, la vera spiritualità è la trasfigurazione, la
salvificazione e la risurrezione di essa], ibid., p. 57.
134 [Il significato dell'amore umano in generale è la giustificazione e la salvezza dell'individuo trarnite
il trascendimento dell'egoismo], ibid.,p. 32.
135 Anders Nygren. Agape and Eros. Philadelphia: The Westminster Press, 1953, p. 649.
46
136 [esso ci obbliga realmente, con tutto il nostro essere, a riconoscere nell'altro quel valore centrale
che, a causa del'egoismo, noi riconosciamo solo in noi stessi. L'amore è importante non in quanto uno
dei nostri sentimenti, ma come trasposizione di tutto il nostro interesse vitale dai noi stessi all'altro,
come trasposizione deI centro stesso della nostra vital, Soloviov, Vladimir, Smyslliubvi, p. 38.
.47
Il trattato De Monarchia di Dante è una delle più grande utopie mai scritte. Si
iscrive nella serie a cui appartengono La Repubblica di Platone e la Città deI Sole di
Tommaso Campanella e, come tutte le utopie, essa non ha trovato comprensione
attraverso i secoli. 137
In pieno Medioevo ci viene presentata una visione della possibile unificazione
dell'umanità intera sotto un governo universale - che è, senza dubbio, un'idea molto
moderna. È una visione dell 'umanità come un organismo integrale con problemi
comuni da risolvere. Sembra che questa affermazione sia veramente originale nel
pensiero medievale. 138 Vi si nota uno spirito profetico e un chiaro intendimento di
applicare nel reale le sue teorie, che non sono solo ragionamenti astratti. Come dice
Dante stesso: « ... manifestum est quod materia presens non ad specu1ationem per
prius, sed ad operationem ordinatur.»139 Infatti, c'è un legame fra la composizione deI
trattato e la venuta di Arrigo VII. 140 È interessante che durante il Risorgimento Dante
sia stato chiamato il padre della Patria, perché, secondo alcune interpretazioni, vedeva
già l'Italia come uno stato unitario e autonomo.
Non ci soffermiamo sul dibattito intorno alla data di composizione deI De
Monarchia che generalmente viene ritenuto scritto dopo il Convivio ma prima della
Divina Commedia. 141 Rivolgiamoci subito invece ai punti principa1i.
Dante stesso all'inizio deI Libro 1 deI trattato ci presenta le tre questioni
fondamentali da considerare in quest'opera: « Maxime autem de hac tria dubitata
nozione dell' «humana civilitas» è « one point... in the Monarchia where Dante appears to break away
ftom any known tradition ofpolitical thought in the Middle Ages», Passerin d'Entrèves, Ettore. Dante
as a political thinker. Oxford: Clarendon Press, 1952, p. 47.
139 [ •.• è manifesto che la presente materia non è indirizzata per prima alla speculazione, ma
all'azione.], De Monarchia, in Dante Alighieri, Opere minori, p. 616.
140 Cf. un'indagine fatta da M. Barbi nel «L'Italia nell'ideale politico di Dante» in Studi Danteschi,
diretti da Michele Barbi, XXIV, Firenze: Sansoni, 1938, p. 31.
141 Per una discussione dettagliata vedi, per esempio, Nardi, Bruno. Saggi di filosofia dantesca, La
queruntur : primo namque dubitatur et queritur an ad bene esse mundi necessaria sit;
secundo, an Romanus populus de iure Monarche officium sibi adsciverit; et tertio an
auctoritas Monarche dependeat a Deo immediate vel ab alio Dei ministro seu
vicario. »142
La maggior parte di queste idee (specialmente quelle nei primi due libri) erano
già presenti nel libro IV e V deI Convivio come, per esempio, l'idea della necessità
dell'Impero. 143
All'inizio deI trattato abbiamo la stessa idea dell'impegno dell'intellettuale che
traspare in tutte le opere di Dante, sotto forme diverse: «Hoc igitur sepe mecum
recogitans, ne de infossi talenti culpa quandoque redarguar, publiee utilitati non modo
turgescere, quin ymo fructificare desidero et intemptatas ab aliis ostendere
veritates. »144
Parlando della missione dell'umanità intera (<< aliqua propria operatio humane
universitatis, ad quam ipsa universitas hominum in tanta multitudine ordinatur »145),
Dante introduce il concetto dell'intelletto possibile - un intelletto, 0 piuttosto un
sapere integrale che appartiene all'umanità nel suo complesso. E il fine dell'umanità
intera consiste appunto nella realizzazione di questo intelletto: «8atis igitur
declaratum est quod proprium opus humani generis totaliter accepti est actuare
semper totam potentiam intellectus possibilis, per prius ad speculandum et secundario
propter hoc ad operandum per suam extensionem.»146
142 [Principalmente il problema si pone su tre cose dubbie: infatti in primo luogo si dubita e si pone il
quesito se è necessaria al benessere deI mondo; in secondo luogo, se il popolo romano s'assunse a
diritto l'ufficio di Monarca; e in terzo luogo se l'autorità deI Monarca dipende direttamente da Dio 0
da un altro, rninistro 0 vicario di Dio], De Monarchia, p. 615.
143 « Lo fondamento radicale de la imperiale maiestade, secondo 10 vero, è la necessità de la urnana
civilitade, che a uno fme è ordinata, cioè a vita felice ... », Convivio, IV, IV, in Dante Alighieri, ~
rninori, p. 416.
144 [Ripensando dunque a cio spesso fra di me, per non essere un giorno rimproverato della colpa di
aver sotterrato il talento, desidero non solo inturgidarmi, ma anche prodUITe frutti per la comune utilità
e mostrare verità da altri intentate], De Monarchia, pp. 613-614.
145 [un'operazione propria dell'intera urnanità, alla quale la stessa intera umanità nella sua si grande
multitudine è indirizzata], ibid., p. 618.
146 [S'è dunque dimostrato a sufficienza che l'operazione propria deI genere umano preso nella sua
totalità è attuare sempre tutta la potenza dell'intelletto possibile, in primo luogo per un'attività
speculativa e in secondo luogo per la sua estensione ad un'attività pratica in servizio di essa], ibid., p.
621.
49
147 Forse è l'espressione di un concetto che nel Novecento sarà chiamato «inconscio collettivo» da K.
G. Jung.
148 « ... he owes to him the idea. " of a unity of the human race in which the whole of humanity would
at all times realize its special aim, namely to possess the entire intellectual knowledge which it is
capable of assirnilating.. », Gilson, Etienne. Dante and Philosophy, Trans. By David Moore, New
York, Evanston, and London: Harper & Row Publishers, Inc., 1963, p. 177.
149 Il domenicano Guido Vemani nel De Reprobatione Monarchiae (1327), accusa Dante di posizioni
terrena è una conseguenza deI peccato. 152 Per Dante, invece, come vedremo in
seguito, ci sono due tipi di felicità, due fini, l'esistenza dei quali rispecchia la natura
umana : una felicità terrena e una felicità etema. Lo Stato si occupa, appunto, della
felicità su questa terra: «Duos igitur fines Providentia illa inenarrabilis homini
proposuit intendendos: beatitudinem sciliet huius vite, que in operatione proprie
virtutis consistit et per terrestrem paradisum figuratur, et beatitudinem vite eteme, que
consistit in fruitione divini aspectus ad quam propria virtus ascendere non potest nisi
lumine divino adiuta, que per paradisum celestem intelligi datur. »153 L'idea della
possibilità di raggiungere in questa vita il fine naturale dell'uomo è un'idea
averroistica che si ricollega con la dottrina dell'intelletto possibile.
Nel complesso, abbiamo due estremi nella filosofia medievale - une espresso
dagli averroisti, un altro espresso nella patristica e soprattutto nella filosofia di San
Tommaso. Il fine soprannaturale della vita era svalutato dai primi, ma nella patristica
veniva invece svalutato il fine naturale. Dante, invece, si posiziona fra questi due
approcci antitetici. Nella sua visione, la felicità terrena puo essere raggiunta in questa
vita, nell'ordinamento politico-sociale, ed è autonoma dalla felicità celeste. Come
nota Bruno Nardi: «Inoltre, per Dante, il fine naturale è veramente autonome da
quello soprannaturale; senza il quaI presupposto cadrebbe tutta la dimostrazione
dell'autonomia dell'Impero di fronte alla Chiesa.»154
Il Secondo Libro è incentrato sull'idea deI potere provvidenziale dell'Impero
romano: si pone la domanda se il diritto deI govemo universale appartiene al popolo
romano e se il suo potere è basato sulla forza 0 è voluto da Dio.
Nella visione di Dante, il ruolo deI popolo romano, concessogli da Dio,
consiste appunto nella costruzione di un govemo basato sulla ragione, la legge e la
giustizia - nel quale govemo c'è già un presentimento della Monarchia Universale.
Come affenna Dante stesso : «Dico igitur ad questionem quod Romanus populus de
\52 Sulle differenze nel modo di vedere 10 stato e l'individuo fra Dante e San Tonunaso, vedi
Nardi, Bruno. Saggi di filosofia dantesca, La Nuova Italia Editrice: Firenze, 1967, pp. 247-255.
153 [L'ineffabile Provvidenza ha dunque posta davanti all'uomo due fini cui tendere : cioè la felicità di
questa vita, che consiste nell'attuazione della propria virtualità ed è figurata nel paradiso terrestre, e la
felicità della vita etema, che consiste nel godimento della visione di Dio cui la propria virtù non puè>
ascendere se non soccorsa dallume divino, e che è dato intendere nel paradiso celeste.], De Monarchia,
p.740.
154 Nardi, Bruno. Saggi di filosofia dantesca, La Nuova Italia Editrice: Firenze, 1967, p. 249.
51
iure, non usurpando, Monarche officium, quod Imperium dicitur, sibi super omnes
mortales adscivit. »155 È interessante l'idea dell'intervento divino nella fondazione
dell'Impero Romano e illegame fra il molo provvidenziale degli ebrei e dei romani
nella nascita di Davide allo stesso tempo della fondazione dell'Impero Romano.
Viene affermato che l'Impero è opera di Dio anche perché l'avvento di Cristo cade
nella sua «epoca aurea ». Il fine comune dell'Impero e della Chiesa consiste, cosi,
nella redenzione dell'umanità dal peccato. 156
Nel Terzo libro si discute il rapporta fra l'Impero e il Papato e si afferma
l'indipendenza della monarchia universale dal Papato. Come dice Dante all'inizio deI
libro, « .. .inquisitio futura est, inter duo luminaria magna versatur, Romanum scilicet
Pontificem et Romanum Principem : et queritur utrum auctoritas Monarche Romani,
qui de iure Monarcha mundi est, ut in secundo libro probatum est, inmediate a Deo
dependat, an ab aliquo Dei vicario vel ministro ... » 157
Anche qui Dante propone idee che sono in opposizione totale a quelle di San
Tommaso: nega alla chiesa il potere temporale, che appartiene invece al Monarca
Universale. La Chiesa deve occuparsi solo della spirito. È interessante che scienze,
filosofia, arte nel mondo di Dante siano liberi, non legati né alla chiesa né
all'Imperatore.
Come sono autonomi i due fini della vita - quello naturale e quello soprannaturale -
cosi sono autonomi il potere temporale e il potere ecc1esiastico. 1 due fini sono
diversi, per cui anche le guide che portano a questi fini sono autonome e diverse:
«Ad has quidem beatitudines, velut ad diversas conc1usiones, per diversa media
venire oportet. Nam ad primam per phylosophica documenta venimus, dummodo illa
sequamur secundum virtutes morales et intellectuales operando; ad secundam vero
per documenta spiritualia que humanam rationem transcendunt, dummodo illa
155 [Riguardo al problema dico dunque che il popo10 romano s'arrogo di diritto, non con l'usurpazione,
al di sopra di tutti i morta1i l'ufficio di Monarca, che è detto Irnpero], De Monarchia, p. 655.
«Romanus populus, cunctis athletizantibus pro irnperio mundi, prevaluit: ergo de divino iudicio
prevaluit, et per consequens de divino iudicio obtinuit; quod est de iure obtinuisse. » [il popolo
romano, gareggiando tutti per l'impero deI mondo, prevalse : dunque prevalse per giudizio divino; che
yale a dire averlo ottenuto di diritto], Ibid., p. 683.
156 Ibid., pp. 708-709.
52
157 [ •• .l'indagine verte sui due grandi luminari, cioè il Pontefice romano e l'Imperatore romano: e si
cerca se l'autorità deI Monarca romano, che è di diritto Monarca deI mondo, come s'è dimostrato nel
secondo libro, dipenda direttamente da Dio, 0 da un vicario 0 ministro di Dio... ], Ibid., p. 697.
158 [A queste felicità, come a diverse conc1usioni, occorre giungere con diversi mezzi. Infatti
giungiamo alla prima per mezzo degli insegnamenti filosofici, purché li seguiamo operando secondo le
virtù morali e intellettuali; e alla seconda per mezzo degli insegnamenti divini che trascendono la
ragione umana, purché li seguiamo operando secondo le virtù teologali, cioè la fede la speranza e la
carità], Ibid., p. 740.
159 Anche quest'opposizione era stata notata da E. Gilson: <<De Monarchia III, 16 is in such direct
opposition to the De regimine principum, l, 13» (Gilson, Etienne, Dante and Philosophy, Trans. By
David Moore, New York, Evanston, and London: Harper & Row Publishers, Inc., 1963, p. 194)
160 [E per cio ru necessario all'uomo una duplice guida corrispondente al duplice fine: cioè il sommo
Pontefice che, a norma delle verità rivelate, guidasse il genere umano alla vita etema; e l'Imperatore
che, a norma degli insegnamenti filosofici, indirizzasse il genere umano alla felicità temporale.], De
Monarchia, p. 741.
161 Esistono pero anche opinioni opposte, come quella di M. Barbi : «è necessario rilevare che
indipendenza dell'Impero e autonomia della ragione e della filosofia non sono affatto la medesima
cosa. Chiesa e Impero, creazioni della Provvidenza, sono reciprocamente indipendenti, e dipendono
l'una e l'altro, direttamente, da Dio. Ma dal riconoscer cio non consegue la pretesa autonomia della
ragione dalla fede. », «L'ltalia nell'ideale politico di Dante» in Studi Danteschi, diretti da Michele
Barbi, XXIII, Firenze: Sansoni, 1938, p. 70.
162 «... ostensum (est) auctoritatem Imperii ab auctoritate summi Pontificis non causari « [si (è)
dimostrato che l'autorità dell'Impero non è causata dall'autorità deI Sommo Pontefice ], De
Monarchia, p. 739.
163 Come 10 esprime U. Cosmo, «in the poem the two characters (Virgilio and Beatrice) discharge the
function that Dante attributes to the two powers», Cosmo, Umberto, A Handbook to Dante Studies, (tr.
By David Moore), Oxford: Basil Blackwell, 1950, p. 109.
53
giusto e basato sul diritto (al livello mondiale cosi come nella rea1tà italiana
contemporanea a Dante), e il concetto dell'ordine in generale è centrale anche nella
Divina Commedia.
Nel sistema di Dante, il Papa usa la religione, l'Imperatore la filosofia per i propri
fini, la chiesa è in armonia con 10 stato e il sistema intero si tiene insieme
neU' armonia fra tutte le sue parti.
Abbiamo già notato 10 spirito profetico e un messaggio reale presente nell'opera di
Dante. Dobbiamo sempre tener presente anche la sua base religiosa fortissima e
l'inquadramento nel suo tempo.
54
164 Florovsky, Georges. «Vladimir Soloviev and Dante: The Problem of Christian Empire, » translated
from Russian by Roberta Reeder. In Theology and Literature, by Georges Florovsky, ed. Richard S.
Haugh. Belmont, Mass.: Buchervertriebsanstalt, 1989. Collected works, vol. 11, p. 112.
165 Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and
teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, p. 159.
166 [1 fondamenti spirituali della vita], scritto negli anni 1882-1884.
55
167 «HOBaH peJIHnlH eCTb aKTHBHoe 6oro.neUCTBHe (TeyprHH), T.e. COBMeCTHoe .neUCTBHe DO)l(eCTBa H
qenoBe'leCTBa .!J,JIH nepeC03.naHHH ero nOCJIe.nHero H3 nJIOTCKOro HJIH npHpo.nHoro B.nYXOBHoe H
60)l(eCTBeHHoe. » [La nuova religione è l'attività divina (teurgia), i.e. l'attività cooperativa di Dio e
dell'urnanità mirata alla trasfigurazione di quest'ultima da carnale 0 naturale in spirituale e divina]
(Soloviov, Vladimir, Dukhovnyie osnovy zhizni, in Sobraniie sochinenij Vladimira Solovyova [Opera
ornnia di Vladimir Soloviov]. Brussels: Zhizn' s Bogom [Life with God], Foyer Oriental Chrétien,
1970, vol. 4, p. 176)
168 [La storia e il futuro della teocrazia].
169 [Giustificare la fede dei nostri antenati, portandola ad un nuovo livello della coscienza razionale ... è
10 scopo generale deI mio lavoro], Istoriia 1 buduschnost' teokratii, in Sobraniie sochinenij Vladirnira
Solovyova [Opera ornnia di Vladimir Soloviov]. Brussels: Zhizn' s Bogom [Life with God], Foyer
Oriental Chrétien, 1970, vol. 7, p. 13.
56
presenti e nella loro unità concorrono alla creazione dei regno d'Israle, concesso da
Dio. Secondo Soloviov, questo è il modello per l'umanità intera. 170
Dio è al centro di ogni costruzione civile 0 sacrale: «He TOJIbKO n;epKoBb RMeeT
XpRcTa CBORM rJIaBOR, HO TaK)Ke R rocy,[(apcTBo R 06m;ecTBo xpRcTRaHcKoe.»171
Cosi nello schema teocratico sviluppato da Soloviov ci sono tre autorità
supreme: il Sacerdote, l'Imperatore (0 il Re) e il Profeta. Ciascuna di queste figure
teocratiche rappresenta una guida particolare. Il Sacerdote è l'autorità basata sulla
tradizione, l'Imperatore, quella basata sulla legge e il Profeta, l'autorità basata sulla
libertà e la coscienza personale. La felicità della comunità intera dipende dal
funzionamento armonico di queste tre autorità. Nella visione di Soloviov, l'autorità
essenziale di tutti e tre i poteri, pur basandosi su questi tre diversi principi, viene
direttamente da Cristo stesso. 172 Anche Cristo, nella tradizione biblica puà essere
configurato come Sacerdote, Re e Profeta. 173
Le responsabilità deI prete consistono nel «IIoMep)KaHRe ,[(eRcTBRTeJIbHOR CBg3R
Me)K,[(y qeJIOBeKOM R nO)KeCTBOM .»174 Il Sacerdote rappresenta il punto centrale dove
Dio viene in contatto con la società umana. Per la descrizione dei doveri deI
sacerdote, Soloviov usa, ancora una volta, il sistema sviluppato nella religione
giudaica.
Parlando deI concetto dell'Imperatore teocratico, si riferisce all'immagine sviluppata
nell'Impero Bizantino. 175 Ma il concetto cristiano deI potere temporale riunisce in sé
170 Anche allivello individuale, «qeJlOBeK 3aKJIlOtIaeT Bce6e HatIanO Tpex BJlaCTeii, 06PaJYIOll(HX
HCTHHHYJO TeoKpaTHlO: KaK HOCHTeJlb CBHTbIHH HBeJlHKOii TaiiHbI EO)l(Heii, tIeJlOBeK eCTb CBHll(eHHHK
BbIIIIHero; KaK 06Jla,!J,aTeJlb Bcee,!J,HHoro C03HaHHH, ,!J,aIOll(erO eM)' BJlaCTb Ha,!J, TBopeHHeM, OH - Uapb
MHpa; HaKoHeu, KaK CYll(eCTBO, CB060,!J,HO rrpH3HaHHoe K06ll(eHHlO CEorOM, OH eCTb rrpOpOK
rpH,!J,Yll(erO COBepIIIeHCTBa» [L'uomo contiene in sè il principio di tre poteri che formano la vera
teocrazia: come il portatore deI grande mistero di Dio, l'uomo è il SUO sacerdote; come 000 che
possiede la coscienza unitaria che gli dà il potere supra tutta la creazione, egli è il Re deI mondo e,
finalmente, come essere che è liberamente chiamato alla comooicazione con Dio, egli è il profeta della
perfezione futura], Ibid., p. 140.
171 [Non solo la Chiesa ha il suo capo in Cristo, ma anche 10 stato e la società cristiana], Ibid., p. 154.
172 Ibid., p. 124.
173 « Prêtre, Roi et Prophète, il a donné à la societé chrétienne sa forme absolue dans la monarchie
trinitaire. Ayant fondé l'Eglise sur son Sacerdoce, ayant sanctionné l'Etat par sa Royauté, il a pourvu
aussi à leur unité et à leur progrès solidaire en laissant au monde l'action libre et vivante de son esprit
prophétique. », La Russie et l'Eglise Universelle, in Soloviov, Vladimir. La Sophia et les autres écrits
francais. Lausanne: L'Age d'Homme, 1978, p. 291.
174 [mantenimento dellegame reale fra l'uomo e la Divinità], Istoriia i buduschnost' teokratii, p. 130.
175 «B npaBOCJIaBHOii HMnepHH HOBoro PUMa (BH3aHTHH) Bce H3bItIeCKHe 3JleMeHTbI H,!J,eH rrpaBJleHHH
6bIJlH npe06pa)l(eHbI HnepeOCMbICJleHbI xpHcTHaHCTBOM» [Nell'Imperatore Ortodosso della Nuova
57
il concetto orientale dell'Autocrate supremo, l'idea ellenica della guida saggia, l'idea
dell'Imperatore romano come incamazione della legge statale e, oltre a tutto questo, il
concetto cristiano deI govematore come servitore e difensore di tutti. Questo
Imperatore cristiano deve essere « figlio della chiesa », santificato dal Sacerdote, ma
questo non dà al Sacerdote il diritto al potere temporale. 176
Il dovere principale dei tre poteri teocratici consiste nel « guidare l'umanità al
fine divino, non distruggendo allo stesso tempo la loro libertà umana. »177 Il
Sacerdote deve assicurare il progresso verso il fine divino e il Re deve usare il suo
potere alla scopo di preservare la libertà degli uomini. Il raggiungimento della felicità
collettiva, non solo individuale, appare chiaramente nell' affermazione che
«HCTHHHbIH: CMbICJI TeoKpaTHH COCTOHT He B TOM, QT06bI oT,neJIbHble JIIO,nH
npH6JIH3HJIHCb KEory, HO BTOM, QT06bI Bce coe,nHHHJIHCb CBbICIIIHM.»178
Nello schema di Soloviov, il Profeta è strumento di Dio nel sense più completo. Il
Profeta è visto, anzitutto, come l'uomo della fede, come « cB060,nHbIH nponOBe,nHHK
H YQHTeJIb.»179 Nonostante la sua posizione speciale nel sistema teocratico, il Profeta
si appoggia al Sacerdote e al Re, per compiere le sue funzioni in un modo più
completo. Il suo fine principale consiste nella riconciliazione e, in un certo senso,
nella sintesi delle funzioni deI Sacerdote e deI Re. L'importanza della figura deI
Profeta nel sistema teocratico solovioviano pub essere desunta dall'affermazione
seguente: «B JIHI~e npopoKoB Bce 06mecTBo, BeCb MHp BHYTpeHHe H cB060,nHO
coe,nHHHeTC.sI c EO)l(eCTBoM.»180
L'idea della Monarchia Universale è smommo della Chiesa Universale nella
concezione di Soloviov: «Ainsi l'Église Universelle (dans le sens large du mot) se
développe comme une triple union divino-humaine: il y a l'union sacerdotale, où
Roma (Impero Bizantino) tutti gli elementi pagani dell'idea deI govemo sono stati purificati e
trasfonnati dal Cristianesimo], Ibid., p. 143.
176 «3TO He )J,aeT uepKoBHoH HepapXHH HHKaKHX npaB Ha BJIaCTBOBaHHe B 06JIaCTH ynpaBJIeHHR, HO
06R3bIBaeT HMnepaTopa 6bITb npe)J,aHHbIM CbIHOM uepKBH H HCTHHHbIM cnyroH EO)KHHM», [Questo non
dà alla gerarchia clericale alcun diritto al potere nel campo deI govemo, ma obbliga l'Imperatore ad
essere un figlio devoto della chiesa e un vero servitore di Dio], Ibid., p. 156.
177 Ibid., p. 159.
178 [Il vero significato della teocrazia consiste non nell'avvicinamento di alcuni a Dio, ma
nell 'unificazione di tutti con Dio], Ibid., p. 121.
179 [libero profeta e maestro], Ibid., p. 167.
180 [Nella persona dei Profeti tutta la società, tutto il mondo è riunito liberamente con la Divinità],
Ibid., p. 167.
58
does not imply that Soloviov was at any time a servile follower of Dante.»184 Infatti,
il sistema di Soloviov è molto complesso e ha subito diverse influenze, non solo
quella dantesca. Ma il nostro fine è proprio di identificare le traccie possibili della
visione di Dante.
In un lettera a 1. Aksakov deI 1883 Soloviov scriveva : «~eR BceMHpHoü MOHapxHH
npHHa)J;JIe:>KHT He MHe, a eCTb BeKOBeqHOe qaRHHe HapO,1J;OB. lb JIIO,1J;eü MbICJIH 3Ta
H,1J;eR O,1J;yrneBJIRJIa B Cpe,1J;HHe BeKa Me:>K,1J;y npOqHM .D;aHTe, a B HaIII BeK 3a Hee CTORJI
TIOTqeB... .51 HaMepeBaIDCb H3JIO:>KHTb H,1J;elO BceMHpHoü MOHapxHH 60JIbrneÜ qaCTblO
CJIOBaMH .D;aHTe HTIOTqeBa.» 185
Un'allusione a Dante in La Russie et l'Eglise Universelle, viene fatta proprio
nel contesta deI discorso sul coordinamento dei due poteri messianici (Sacerdotium e
Imperium) che, secondo Soloviov, puè> essere raggiunto attraverso l'introduzione deI
terzo potere, quello profetico. Parlando deI decadimento deI papato nel Medioevo,
Soloviov fa riferimento a Dante: « ... sa décadence subite est attestée par le plus grand
des écrivains catholiques, qui, dans des vers immortels, appelait un nouveau
Charlemagne pour mettre fin à la confusione funeste des deux pouvoirs dans l'Eglise
romaine. (Dante, Inferno, XIX, Purgatorio, VL XVI). »186 Il significato particolare di
questa citazione è stato notato da George Florovsky nel suo articolo già citato: (dt is
significant that Soloviov quoted these particular Cantos of the Commedia. In spite of
his insistence on the absolute plenitude of the authority of Saint Peter, he wanted to
keep the Sacerdotium out of politics and to secure for the Imperium an ultimate
sanction of the Truth. So much he could have leamed from Dante.»187
Come abbiamo già notato nell'Introduzione, Dante era per Soloviov in gran
parte 10 scrittore e ideologo della missione sociale e politica deI cristianesimo. Nelle
184 Florovsky, Georges. «Vladimir Soloviev and Dante: The Problem of Christian Empire, » translated
from Russian by Roberta Reeder. In Theology and Literature, by Georges Florovsky, ed. Richard S.
Haugh. Belmont, Mass.: Buchervertriebsanstalt, 1989. Collected works, vol. Il, p. 104.
185 [L'idea della monarchia universale non è mia invenzione, ma rappresenta un'aspirazione etema
delle nazioni. Nel Medioevo questa idea, tra l'altro, ispirava Dante, e ne1 nostro secolo suo fautore era
Tiutchev. Ho l'intenzione di esporre l'idea della monarchia universa1e nelle parole di Dante e di
Tiutchev], citato da Mochulsky (Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovvov: Zhizn' i uchenije
[Vladimir Solovyov. His life and teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, p. 188).
186 Soloviov, Vladimir, La Russie et l'Eglise Universelle, p. 146.
187 Florovsky, Georges. «Vladimir Soloviev and Dante: The Problem of Christian Empire, » translated
from Russi.an by Roberta Reeder. In Theology and Literature, by Georges Florovsky, ed. Richard S.
Haugh. Belmont, Mass.: Buchervertriebsanstalt, 1989. Collected works, vol. Il, p. Ill.
60
sue opere principali egli si prefigge la missione di portare l'umanità intera alla
felicità l88 , un'idea molto cara a Soloviov. L'idea dell'unità deI genere umano è
centrale per la filosofia di Soloviov, come abbiamo già visto nell'analisi della sua
sofiologia. L'unità perfetta pub essere raggiunta solo in Dio, ma attraverso la giustizia
nel mondo terreno: «Ainsi, après avoir reconnu la solidarité universelle (l'uni-
totalité) comme verité, après l'avoir pratiquée comme justice, l'humanité régénérée
pourra la ressentir comme son essence intérieure et en jouir complètement dans
l'esprit de la liberté et de l'amour. »189
In tutte le opere di Dante, accanto ad idee cosmopolite e universali, è sempre
presente uno spirito nazionale fortissimo. La missione dell'Italia nell'utopia proposta
dal De Monarchia è centrale (cosi come nella Divina Commedia). Come si vede dal
Canto VI deI Purgatorio, l'Italia si è persa a causa dell'abbandono da parte
dell,Imperatore.
Come nota M. Barbi, « ...che in questa ideale costruzione politica la fe1icità e la
gloria d'Italia restassero sempre in cima ai pensieri di Dante non v'ha alcun dubbio;
tanto è vero che anche nell'Epistola XI invita i cardinali italiani a combattere
virilmente «pro Sponsa Christi, pro sede Sponse que Roma est, pro Italia nostra »; e
dall'Italia soltanto allarga il pensiero a tutta la « civitas peregrinans in terra» (Epist,
XI, 26).190 In una delle sue Epistole, Dante chiamava l'imperatore 10 Sposo d'Italia.
Nel pariare di Dante come di un poeta nazionale, Michele Barbi scrive : «si pub dire
che tutta la sua visione s'appunti sull'Italia: per lei il poeta sogna una missione di
pace e di civiltà universale; concepisce l'Impero per l'Italia, e dell'Impero considera
l'autorità e la funzione in rapporto, sempre, col benessere di lei; nella Chiesa
riconosce una gloria italiana; in Roma antica vede la culla della civi1tà italiana e
188 Non solo nel De Monarchia, ma cf. anche la spiegazione deI significato della Divina Commedia
nell'epistola a Cangrande della Scala: « ... finis totius et partis est removere viventes in hac vita de
statu miserie et perducere ad statum felicitatis. » [...il fine deI tutto e della parte è rimuovere i viventi in
questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato di felicità.], Dante Alighieri, Epistola a
Cangrande, XV, Firenze: Giunti Gruppo Editoriale, 1995, p. 17.
189 Soloviov, Vladimir, La Russie et l'Eglise universelle, p. 129.
190 «L'Italia nell'ideale politico di Dante» in Studi Danteschi, diretti da Michele Barbi, XXIV,
Firenze: Sansoni, 1938, p. 35.
61
mondiale, la città santa da Dio prescelta come sede delle due guide necessarie agli
uomini per il conseguimento di tutti i fini della loro vita terrena ed ultraterrena. »191
È interessante fare il paragone fra la missione d'Italia come popolo eletto per guidare
tutto il mondo (Mon, II, 4) e la visione solovioviana della missione deI potere politico
della monarchia rossa. Il sentimento della patria è profondamente religioso in tutte e
due le opere.
Nell'idea della missione della Russia in Soloviov c'è una specie di trasformazione
della filosofia degli slavofili, che si opponevano aIle tendenze filo-occidentali della
cultura rossa e proponevano una missione speciale della Russia. Un'altra idea
importantissima per capire il linguaggio teocratico di Soloviov è quella della Russia
come Terza Roma - un'idea sviluppata dapprima durante il XVI secolo nel Principato
Moscovita, dopo la caduta dell'Impero Bizantino (Seconda Roma), che vedeva la
Russia come la custode ultima dell'ortodossia (e quindi, secondo gli adepti di questa
ideologia, deI vero cristianesimo). Poi la nozione di «Terza Roma» fu elaborato
dagli slavofili nelle loro aspirazioni ad un « cammino individuale » della Russia. Nel
quadro della filosofia di Soloviov, la Russia, come Terza Roma, deve riconciliare la
Prima e la Seconda, l'Occidente e l'Oriente cristiani.
Cosi si delinea l'idea dell'Etema Roma, fondamentale per la visione di
Soloviov che, nello sviluppo delle sue idee sulla teocrazia, si riferisce costantemente
aIle due basi principali di essa, che vanno sempre affiancate: quella biblica e quella
romana. 192 In questo considerare la storia e la civiltà romana come sacre al pari di
quelle ebree, si sente un'eco delle idee dantesche sul roolo provvidenziale
dell'Impero Romano. Non dimentichiamo che in questo tempo Soloviov, oltre a
leggere Dante, faceva anche la traduzione dell'Eneide di Virgilio, che potrebbe essere
un'altra fonte d'ispirazione per la sua visione dell'Impero Romano. Infatti, come
leggiamo in Soloviov, «Les grandes puissances du monde ancien n'ont fait que
passer dans l'histoire: Rome seule vit toujours. La roche du Capitole fut consacrée par
la pierre biblique, et l'empire romain se transforma en la grande montagne qui, dans
191Ibid., p. 37.
192Come abbiamo visto, nel primo libro di Istoriia 1 buduschnost' teokratii si tratta soprattutto della
linea biblica e della tradizione deI Vecchio Testamento, mentre in La Russie et l'Eglise Unverselle, è
più presente la base romana.
62
la VISIon prophétique, était née de cette pierre. »193 Il legame fra l'inizio deI
cristianesimo e l'idea della grazia divina espressa nella storia romana si puo vedere
nell'affermazione che « ...en détrônant l'absolutisme faux et impie des Césars paiens,
Jésus confirma et éternisa la monarchie universelle de Rome en lui donnant sa vraie
base théocratique... »194 Anche in Dante, nell'idea della missione providenziale di
Roma, si puo vedere l'influenza di Virgilio. Come nota E. Passerin d'Entrèves,
Virgilio era per Dante «... not only the unsurpassed master of the "bello stile che m'ha
fatto onore", but the determining factor ofhis interpretation ofhistory.»195
Il Terzo Libro deI De Monarchia inizia con la citazione dal Libro di Daniele:
«Conclusit ora leonum et non nocueront michi, quia coram eo iustitia inventa est in
me. »196 (Dan, VI, 22). È interessante che anche Soloviov citi questo libro in La
Russie et l'Eglise Universelle, considerandolo come una transizione fra il Vecchio e il
Nuovo Testamento, e come una profezia nella quale, seconde Soloviov, viene
descritto il processo della storia universale.
Il molo dello stato come garante della pace e della giustizia è fondamentale
nel De Monarchia cosi come nel sistema solovioviano : «La raison d'être de l'Etat en
général c'est de défendre la société humaine contre le mal en tant qu'il se produit
extérieurement ou publiquement - contre le mal manifeste. Le vrai bien social étant la
solidarité de tous - la justice et la paix universelles - le mal social n'est autre chose
que la solidarité violée. »197 Il fine comune di tutta l'umanità è l'idea centrale deI De
Monarchia, come abbiamo già visto. L'idea dell'umanità come organismo unito è
fondamentale per tutta la filosofia solovioviana. Lo si vede nella figura della Sofia
come umanità che deve unirsi a Dio, 10 si vede anche nelle idee politiche di
Soloviov: « ... nous devons considérer l'humanité entière comme un grand être
collectif ou un organisme social dont les différentes nations représentent les membres
vivants. »198
199 [ ••• è manifesto che la presente materia non è indirizzata per prima alla speculazione, ma
questione dell'unificazione delle chiese sul piano universale e ha messo le basi per il movimento
ecumenico, al quale appartiene un grande futuro].
65
CAPITOLO VI : Dante e i simbolisti russi {Dante nella cuttura russa dopo Soloviov}.
202 Mallarmé, Stéphane, (<Poetry as incantation», in Crisis in Poetry (1886-95), Selected Prose Poems,
Essays and Letters, translated from the French by Bradford Cook, Baltimore, 1956, pp. 34-36.
203 «Russian symbolism, and this was typical of transcendental Symbolism in general, was
characterized by the insuppressible and insatiable desire for the Absolute, which was the primeval
source ofbeauty, harmony and etemity. » Zajda, Josef. «The irnagery of Love, Beauty and Etemity in
Russian Symbolist Poetry. » Melbourne Slavic Studies 12 (Melbourne, 1977): p. 50.
66
intermediary at the intersection of the two worlds who would guide them to the
perfect harmony they longed for. .. Christ's role was usurped by the Divine Feminine
who assimilated all the traditional functions of Christ to herself in what was
essentially an atmosphere of apocalypse at the turn of the centrury.»204
La centralità della filosofia di Soloviov e della figura dell'Eterno Femminino è ben
espressa in una poesia di Vyacheslav Ivanov indirizzata ad Alexandr Blok ne11912:
3aTeM, ~ITO o6a COJIOBbeBbIM
TaIfHCTBeHHO MbI KpemeHbI
3aTeM, lITO o6pYlIeHbeM HOBbIM
C E.n:HHOIO o6pyqeHbI. 205
L'importanza fondamentale della figura di Soloviov nella riscoperta, e nella
conseguente rinascita deI vivo interesse per Dante tra i simbolisti russi è stata notata
da Pamela Davidson, che scrive: «Through Soloviov, ... the Symbolists reached back
to Petrarch and Dante as their spiritual and poetic precursors.»206
Soloviov, nei suoi vari articoli, aveva infatti accennato ad una tradizione di poeti della
Sofia. Pamela Davidson nota che i simbolisti «carried this tendency a step further;
they developed it to include not only the poets whom Soloviov had written about, but
also two of the poets whom he had translated: Dante and Petrarch.»207
Per i simbolisti, nel tradurre le poesie di Dante e Petrarca, Soloviov li aveva inclusi
nella tradizione dei poeti della Sofia. In tutti e due si scorge la forza elevatrice
dell'amore per una donna terrena, amore che porta a Dio. Di conseguenza, inseriti nel
quadro della filosofia di Soloviov, Dante e Petrarca erano visti come esempi e simboli
della realizzazione dell'amore mistico nella vita e della sua espressione nella poesia.
Si tratta, quindi, di una visione di Dante trasformata dalla tradizione sofiologica. Per
esempio, la Vita Nuova di Dante era percepita dai simbolisti come un inno all'Eterno
Femminino.
204 Cioran, Samuel D. Vladimir Solov'ev and the Knighthood of the Divine Sophia, Waterloo, Ont.:
Wilfred Laurier University Press, 1977,7.
205 [Perché tutti e due, noiJ siamo misticamente battezzati da Soloviov/ Perché nelle nozze nuove/
siamo uniti con la Unica], Stikhotvorenija i poemy [Raccolta di poesie], Leningrad, Iskusstvo, 1976, p.
251.
206 Davidson, Pamela. «Vladimir Solovyov and Dante» in The Poetic Imagination ofVyacheslav
Ivanov: A Russian Symbolist's Perception of Dante,Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989, p. 72.
207 Ibid., p. 72.
67
208 Dante Gabrielle Rossetti ha introdotto la moda dei terni danteschi nel movimento preraffaellita.
209 Come sottolinea J.1. Zajda, «the air of the "[m de siècle" period was literally charged with
mysticism and theosophy .. .It was the age of intuition rather than reason, affiance rather than
knowledge, mysticism rather than empiricism. », Zajda, Josef. «The imagery of Love, Beauty and
Eternity in Russina Symbolist Poetry. »Melbourne Slavic Studies 12 (Melbourne, 1977): p. 48.
210 Pero, bisogna dire che l'interesse per la spiritualità era sempre caratteristica della letteratura rossa a
partire dall'Ottocento. Questo fenomeno di solito viene spiegato con l'assenza di una tradizione
filosofica in Russia nel XIXmo secolo (a causa della censura durissima deI regime zarista,
specialmente dopo la rivolta dei Decabristi nel 1825). Allora, le energie dello spirito che in Europa si
esprimevano nella filosofia, in Russia, invece, trovarono sfogo nella letteratura.
211 Davidson, Pamela, «Vladimir Solovyov and Dante, » in The Poetic Imagination ofVyacheslav
Ivanov: A Russian Symbolist's Perception of Dante. Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989, p. 15.
68
In questa visione deI mondo, l'arte appare come religione. È caratteristica questa
ricerca di una sintesi fra le antinomie deI mondo, attraverso la trasfigurazione
212
nell'arte. In un articolo di Soloviov leggiamo: « ...KpaCOTa HY:>KHa .wUI HCrrOJIHeHIUI
.n;06pa B MaTepHaJIbHOM MHpe, H60 TOJIbKO elO rrpOCBeTBmreTCSI H YKpOm;aeTcSI
He.n;06pasr TbMa norD MHpa.»213 Un atteggiamento simile si trova nell'estetica dei
simbolisti. Per esempio, Andrej Bely scrive: «... rrOCJIe.n;HSISI ueJIb HCKYCCTBa -
rrepec03.n;aHHe :>KH3HH. IlOCJIe.n;HSISI ueJIb KYJIbTypbI rrepeC03.n;aHHe
qeJIOBeqeCTBa.»214
L'espressione famosa di Vyacheslav Ivanov - «a realibus ad realiora» -
esprime in un modo esatto il nucleo dei simbolismo russo - prima andare nel
profondo della realtà e attraverso questa realtà raggiungeme un'altra.
Nonostante questa visione mistica e profetica dell'arte, i simbolisti russi erano sempre
coinvolti nella vita; i terni dei popolo, della patria, della rivoluzione sono onnipresenti
nella lorD poesia - specialmente in Blok. Un altro tema fondamentale è il tema
dell'amore, che deve trasformare il mondo.
Abbiamo detto dunque che i simbolisti hanno letto e interpretato Dante
attraverso la filosofia solovioviana. La maggior parte di loro possedeva solo una
conoscenza superficiale dei patrimonio dantesco, che si esprimeva soprattutto
nell'uso di una panoplia fissa di immagini, come l'Infemo, gli episodi di Paolo e
Francesca e deI conte Ugolino, cosi come le figure di Virgilio e di Beatrice. Esisteva
quindi un'immagine stereotipica di Dante e dei personaggi danteschi più conosciuti.
l tre simbolisti che hanno contribuito di più all'interpretazione di Dante attraverso
Soloviov furono Vyacheslav Ivanov, Andrej Bely e Alexandr Blok.
212 Come è stato notato da J. Zajda, «They were convinced that Symbolist art, by means of
transfiguration, could spiritualize the whole of Nature and thus reveal the reality of a higher order.
Unlike the pure mystics who totally withdrew from the world..., the Symbolists accepted the here-and-
now not as an end in itselfbut as a means, as a step toward the ultimate revelation of the thing-in-itself.
», Zajda, Josef. «The imagery of Love, Beauty and Eternity in Russina Symbolist Poetry. »Melbourne
Slavic Studies 12 (Melbourne, 1977): p. 62.
213 [La bellezza ci serve per il compimento deI bene nel mondo materiale, perchè solo nella bellezza le
tenebre di questo mondo si rasserenano e vengono raffrenate], Soloviov, Pervy shag k polozhitel'noy
estetike, in Soloviov, Vladimir. Sochineniia v dvukh tomah [Opere in due volumi], Mosca : Pravda,
1989, p. 173.
214 [Il fine ultimo dell'arte consiste nella ricreazione della vita. Il fme ultimo della cultura - nella
ricreazione dell'umanità], Bely, Andrej, Simvolism: Kniga statey. Mosca: Sytin, 1910, p. 10.
69
Fra questi, Vyacheslav Ivanov è quelle che aveva la conoscenza più diretta e
approfondita deI patrimonio dantesco. Il suo rapporto con Dante è stato studiato con
attenzione da Pamela Davidson,215 che afferma: <<1t is plain from materials in his
archive that he spent considerable amounts of time working on a close textual study
of the Vita Nuova and Commedia, as well as researching the historical background to
the period in sorne detai1.»216
Le poesie di Ivanov sono caratterizzate da un gusto intellettuale, non intuitivo. In essa
abbondano di immagini dantesche, specialmente nelle raccolte «Cor Ardens» e
«Kormchiie zvezdy» [Le stelle-guida]. Quest'ultima ha un'epigrafe presa da Dante.
Anche l'immagine delle stelle è molto dantesca, molto importante per la Divina
Commedia. Come nota S. Belza, Ivanov «reputava Dante "il più alto tra i poeti lirici
dell'Europa cristiana".»217
Un altro poeta simbolista, Andrej Bely ha scritto un articolo - recensione al
libro di Scartazzini su Dante (pubblicato in Russia in 1905), in cui esamina
soprattutto la rinascita dell 'interesse per le opere dantesche nella Russia
contemporanea. 218 Come leggiamo in un saggio critico di S.I. Belza: «Recensendo la
traduzione deI libro dello Scartazzini, A. Bely sottolinea il grande desiderio dei
simbolisti di vedere nel "Grande Fiorentino" illoro precursore. »219
Nelle poesie di A. Bely si vede una combinazione della tradizione solovioviana con la
tradizione poetica medievale. In una sua raccolta « Solntse» [il Sole], deI 1903, la
figura femminile della «Donna vestita di Sole» rivela chiaramente le tracce
dell'influenza diretta delle figure della Sofia di Soloviov e della Beatrice di Dante.
Nella visione di Bely, la Beatrice di Dante si trasforma nella Divina Sapienza (Sofia).
Una tale interpretazione è molto intuitiva e caratteristica per i simbolisti - la
215 Davidson, Pamela. The Poetic Imagination ofVyacheslav Ivanov: A Russian Symbolist's
Perception of Dante. Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989.
216 Davidson, p. 19, referring to Kotrelyov, N.V., «Vyacheslav Ivanov - Professor Bakinskogo
univeristeta», Uchenyie zapiski Tartuskogo gosudarstvennogo univeristeta, Vypusk 209, Trudy po
russkoy 1 slavyanskoy filologii, XI, Literaturovedeniie (1968), pp. 326-338.
217 Belza, S.I., « Dante e la poesia russa nel primo quarto deI XX secolo », Dantismo russo e comice
europea, II, (1989): p. 317.
218 Bely, Andrey, «1. Skartatsini, Dante, Peterburg 1905 goda » [1. Scartazzini, Dante, Pietroburgo,
1905] in Vesy, II, 1905, p. 75.
219 Belza, S.I., «Dante e la poesia russa nel primo quarto dei XX secolo», in Dantismo russo e comice
europea, Vol. 225, Firenze: Olschki editore, MCMLXXXIX, p. 315.
70
220 Davidson, Pamela. The Poetic Imagination ofVyacheslav Ivanov: A Russian Svmbolist's
Perception of Dante. Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989, p. 83.
221 Minskij, Nikolaj, Ot Dante k Bloku, Berlin, 1922.
222 in Dante i vsemirnaya literatura, a cura di N. Balashov, 1. Golenishchev-Kutuzov e A. Mikhailov,
Mosca: Nauka, 1967, 176-248
71
Un atteggiamento tipicamente simbolista verso Dante come modello deI vero artista e
creatore traspare negli articoli teorici di Blok sull'arte. 223 n Poeta, secondo Blok, è
stato messe al mondo per dare la sua anima, aprirla a quelli che hanno fame di
spiritualità. n suo fine principale consiste nel creare l'armonia dal caos e introduITe
questa armonia nella vita. Questa visione è molto vicina all'atteggiamento dantesco
delle parole già citate (p. 9) dalla lettera di Dante a Cangrande della Scala sul
significato della Divina Commedia 0 anche dell'introduzione al Convivio.
In un altro articolo deI 1905, dedicato alla poesia di V. Ivanov,224 Blok interpreta
un'immagine di Dante (usata da lvanov), che guarda verso il monte deI Purgatorio da
un cammino stretto, come il simbolo dell'artista che aspira all'arte deI futuro e deve
uscire dalle tenebre dell'arte modema. È anche il cammino dell'artista verso la Sofia.
Si vede quindi una chiara incorporazione delle immagini dantesche nella visione
simbolista dell'arte e della vita.
1 legami letterari di Blok con Dante non appaiono alla superficie, non sono
co SI ovvi come, per esempio, il suo legame con Sheakespeare, il che rende l'analisi
più complicata. Alle volte l'influenza non si dimostra in un modo diretto, ma diventa
organicamente parte deI mondo poetico di Blok ed è percio difficile da individuare.
L'inizio della formazione letteraria di Blok reca le tracce dell'influenza fondamentale
di Soloviov. È assai notevole che Blok scriva un articolo teorico su Soloviov (1910)
intitolato «Rytsar'-monakh »225 (cavaliere - monaco): già in quest'espressione si
sente il gusto per il Medioevo, e si stabilisee un chiaro legame fra la Sofiologia rossa
e la tradizione medievale europea.
n primo profonde interesse di Blok per Dante risale agli anni 1900-1901, in cui egli
compone 1 versi alla Bellissima Dama. Nell'esperienza mistica della Bellissima Dama
223 Per esempio, nell'articol0 «0 naznachenii poeta» [Sul molo dei poeta], leggiamo: «TIo:n - CbIH
rapMOHMM; MeMY ,naHa KaKaH-TO ponb BMHpOBOH KynbTYPe. TpM ,nena B03nO>KeHbI Ha Hero: BO-
nepBbIX - OCB060,nMTb 3BYKM ID pO,ll,HOH 6e3HaQanbHOH CTHXMM, BKOTOpOH OHM npe6bIBaIOT; BO-
BTOpbIX, npMBeCTM 3TM 3BYKM BrapMOHIDO, ,lI,aTb HM $opMy; B-TpeTbHX - BHeCTM ny rapMOHIDO BO
BHeIIIHMH MMp» [Il poeta è il figlio dell'armonia e a lui è dato un molo particolare nella cultura
mondiale. Tre incarichi sono gli sono affidati: primo, liberare i suoni dall'elemento caotico primordiale
nel quale essi vivono, secondo, mettere questi suoni in armonia, e terzo, introdurre quest'armonia nel
mondo estemo], Blok, Alexandr. Izbrannoie, Mosca: Khudozhestvennaya literatura, 1980, p. 348.
224 «Tvorchestvo Vyacheslava Ivanova» [Il patrimonio di Vyacheslav Ivanov], in Blok, Alexandr.
Sobraniie sochinenij [Opera ornnia], Moskva-Leningrad: Khudozhestvennaya literatura, 1963, vol. V,
gp.7-18.
25 Ibid., p. 450.
72
226 Infatti, il titolo originale della raccolta era« 0 vechno-zhenstvennom» [Sull'Eterno Femminino]. Il
titolo [male (suggerito da un altro poeta simbolista - Valerij Briusov) è una testimonianza della
orientazione medievale delle poesie.
73
227 Golenischev-Kutuzov, Ivan N. Tvorchestvo Dante i mirovaia kul'tura [Dante e la cultura mondiale].
Mosca: Nauka, 1971, p. 479.
228 [10 entro nelle tenebre delle chiese/ Compio un povero rituale/ Li io aspetto la Bellissirna Damai
Ne110 scintillamento delle lampade rosse/... Mi sono abituato a questa apparenza/ della Femmina
Etema rnaestosa/ Intomo, nell'altezza, ci corrono/ 1 sorrisi, le favole e i sogni].
229 [Ho il presentimento della Tua apparizione. Gli anni passano/E ho ancora il presentimento di Te in
una nuvola.lTutto l'orizzonte è nel fuoco - e insopportabilmente chiaro/Ed io aspetto nel silenzio, con
nostalgia e amore.]
74
dall'arte. Quindi il termine dantesco acquista un contenuto nuovo. Si puo dire che,
grosso modo, questo simbolo per Blok comprende in sè due aspetti fondamentali : il
sentimento deI rinnovamento portato dall'amore e gli ideali della nuova società, della
nuova umanità, legati alla rivoluzione.
La figura della Bellissima Dama sparisce dalle poesie di Blok nel 1906, ma è proprio
nel periodo posteriore alla raccolta della «Bellissima Dama» che Blok stesso
stabilisce in termini più diretti il suo legame con la figura di Beatrice. La Bellissima
Dama diventa per lui un ideale puro e assoluto, ma mancato. Il nome di Beatrice
viene usato per denotare la Bellissima Dama nella sua essenza pura e originale deI
passato, che non esiste più.
La perdita della figura della Bellissima Dama significa la perdita dell'ideale allivello
globale, nel senso della dimostrazione dell'infemalità deI nostro tempo e deI nostro
mondo. Parlando della mancanza degli ideali nell'epoca modema, Blok scriveva:
«CoBpeMeHHocTb He 06JIa;::J;aeT He TOJIbKO paiiCKOH cnyrHHueH, 60)I(eCTBeHHoH
My.n;POCTblO, HO H3eMHolO My.n;POCTblO }l3blqHHKa BeprHJIH}I, KOTOpbIH conYTcTBOBaJI
.ll:aHTY Ba;::J;Y HYpaif:cKoif: .n;BepH nepe.n;aJI ero neaTpHqe (Infemo l, 112_114).230
La figura di Dante riappare nelle «Poesie italiane » di Blok, composte dopo il suo
viaggio in Italia nel 1909. Fra tutte le poesie, 10 spirito di Dante si sente nel modo più
forte in una poesia intitolata « Ravenna » :
IloqHeT BMHpe Teo.n;0pHx
11 .ll:aHT He BCTaHeT c JIo)l(a cHa
f.n;e npe)I(.LJ:e 6YIlIeBaJIO Mope,
TaM BHHOrpa;::J; HTHIIIHHa.
.. .J1HIIIb no HOqaM, CKJIOH}lCb K.n;OJIHHaM,
BeM BeKaM rp}l.n;YIUHM CqeT,
TeHb .ll:aHTe c npoqmJIeM OpJIHHbIM
230[La modemità non possiede non solo la guida celeste - la Sapienza Divina - ma neanche la
saggezza terrena deI pagano Virgilio, che accompagno Dante nell'Infemo e alle porte deI Paradiso l'ha
consegnato a Beatrice (Infemo l, 112-114)], Blok, Alexandr. Sobraniie sochinenij [Opera omnia],
Moskva-Leningrad : Khudozhestvennaya literatura, 1963, vol. III, p. 63.
75
Ravenna, nell'immaginazione di Blok e in questa poesia, appare come città deI riposo
e della quiete. Qui l'immagine di Dante è assai stereotipica, ma è anche il simbolo
della Nuova Vita, cioè della vita che si rinnova nel mondo vecchio e morte di
Ravenna. Si pue dire che in moIte poesie di Blok una logica particolare collega
insieme epoche diverse nella storia. Questo si vede con chiarezza nella poesia
«Ravenna» nell'immagine di Dante come «contatore» dell'etemità, che simbolizza
la fama immortale deI poeta.
L'aspetto personale dell'incontro di Blok con Dante è evidente dalla parola usata
nell'ultima riga citata della poesia: «MHe» [a me]. Si pue anche vedere un
parallelismo fra la figura di Dante e quella di Blok, che nella propria epoca era
considerato come un profeta della Nuova Era nella storia rossa.
Nella poesia« Firenze », dello stesso ciclo, il tema della Vita Nuova non c'è più.
L'atteggiamento di Blok verso Firenze è molto ambiguo, è un amore-odio e
rappresenta un richiamo dell'atteggiamento dantesco :
YMpH, <l>nopeHD;HH, Yly~a,
231 [Teodorico riposa in pace/E Dante non sorgerà dal suo sogno.lLà dove prima tempestava il
mare/Adesso sono le vigne e il silenzio/...Solo nelle notti, declinando verso le valli/Contando i secoli
futuri,lL'ombra di Dante con il profilo d'aquilaIMi canta della Vita Nuova.]
232 [Muori, Firenze, Giuda/Sparisca nelle tenebre dei secoli!/Non ti ricordero nei momenti
dell'amore/Non saro con te al momento della morte.]
233 [Firenze, sei un tenero giglio/Che mi manca, a me solo/Con l'amore a te, amore lungo e senza
speranza/Io stavo tutto il giorno nella polvere delle tue Cascine].
76
234 [Ispirandosi a Dante, che divento per lui, cosi come Pushkin, un poeta contemporaneo, Blok ha
dipinto nel « Canto dell 'Inferno » un mondo tragico e grottesco - il « mondo terribile » della realtà
rossa contemporanea.], Khlodovskij, R., «Blok i Dante: k probleme literatumyh svyazey», in Dante i
vsemirnaya literatura, a cura di N. Balashov, 1. Golenishchev-Kutuzov e A. Mikhailov, Mosca : Nauka,
1967, p. 244.
235 Mochulsky, Konstantin. Vladimir Solovyov: Zhizn' i uchenije [Vladimir Solovyov. His life and
teaching]. Paris: YMCA Press, 1951, p. 286.
236 [Nel primo circolo dell'Inferno dantesco non c'è dolore, solo la mancanza. E questo viene
considerato «carità deI cielo». E noi, siamo in cerca deI dolore, per fuggire il disio. E poi il disio di
Dante è chiaro e lucido, «d'ogni luce muto» - che cosa ci puo essere di più orribile per noi?],
Khlodovskij, R., (<Blok i Dante: k probleme literatumyh svyazey», in Dante i vsemirnaya literatura, a
cura di N. Balashov, 1. Golenishchev-Kutuzov e A. Mikhailov, Mosca : Nauka, 1967, p. 223.
237 [Il giorno se n'è andato alla sfera di quelIa terra/Dove io cercavo delle vie e cammini più corti.lLi
giacciono le tenebre color di lilIal. Nella prima riga abbiamo una parafrasi deI verso dantesco : «Lo
giorno se n'andava» (Inferno, II, 1).
77
ln questa poesia il tema della «BblOra» (la bufera, la tormenta) si unisce con il tema
della rivoluzione. La rivoluzione viene associata al vento, alla forza naturale, alla
bufera. L'lnferno è dunque rappresentato come bufera infernale, ma allo stesso tempo
come Vita Nuova. Nel mondo di Blok, anche nell'Inferno c'è sempre un raggio di
luce e di Vita Nuova.
238 [Dov'è la mia guida? Dove sei, Beatrice?Nado solo, avendo perduta la strada giusta/Per annegarmi
nei circoli sottoterreni/Fra le tenebre e gli orrori, come obbliga l'usanza.] Qui si vede un chiaro
richiamo all'Infemo 1, 3 : «ché la diritta via era smarrita ».
239 [Tutti ci dicono: cantate, siate felici; ma le nostre faccie sono bruciate dalle tenebre di color lilla...
L'arte è un Infemo mostruoso e splendido. DaI buio di questo Infemo l'artista fa uscire le sue
immagini...Nell'aria nera dell'Infemo si trova l'artista che comincia a veder chiari gli altri mondi].
Blok, Alexandr. Sobraniie sochinenij [Opera omnia], Moskva-Leningrad : Khudozhestvennaya
literatura, 1963, vol. VII, p. 139.
78
Alla fine della sua vita, ne11918, Blok si è rivolto di nuovo alla Vita Nuova di
241
Dante. Voleva riunire tutta la sua poesia dedicata alla Bellissima Dama in un libro,
inserendo delle spiegazioni in prosa aIle poesie ad imitazione della Vita Nuova di
Dante. Scrive nel diario: «.5I 3a..n;)'MaJI, KaK HeKor.n;a )l;aHTe, 3arrOJIHHTb rrp06eJIbI
Me)K,D;Y c'fP0KaMH «CTHXOB 0 ITpeKpacHoH )l;aMe» rrpOCTbIM o6MlcHeHHeM
C06bITHH».242
Blok non completo mai questo progetto, ma l'idea stessa è una testimonianza
dell'omaggio tributato al poeta italiano cosi come della sua percezione dellegame fra
la tradizione della poesia dedicata alla Sofia con la tradizione dell'amore mistico
degli stilnovisti e di Dante.
Cosi abbiamo vista come il patrimonio dantesco viene interpretato e rivissuto dai
simbolisti russi - in un'epoca e cultura totalmente diverse, ma allo stesso tempo
avvicinate aIl' epoca di Dante.
CONCLUSIONE
243 Davidson, Pamela, «Vladimir Solovyov and Dante, » in The poetic Imagination ofVyacheslav
Ivanov: A Russian Symbolist's Perception of Dante. Cambridge: Cambridge University Press, 1989, p.
14.
80
244 [La vera arte nel suo scopo fmale deve incarnare l'ideale assoluto non solo nell'immaginazione, ma
in realtà - essa deve rendere spirituale, elevare e trasformare la vita terrena.] Pervv shag k
polozhitel'noyestetike [Il primo passo all'estetica positiva], in Soloviev, Vladimir. Filosofiia iskusstva
i literatumaia kritika. Compiled by R. Gal'tseva and I. Rodnianskaia. Moscow: Iskusstvo, 1991, p. 169.
81
BIBLIOGRAFIA
bibliografico delle traduzioni russe e della letteratura critica in russe dal 1762 al
1972]. ~osca:~auka, 1973.
Dantismo russe e comice europea: Atti dei convegni di Alghero - Gressoney (1987).
Firenze: Olschki editore, 1989.
Davidson, Pamela. «Vyacheslav Ivanov's translations of Dante», Dantismo russe e
comice europea, I, (1989): 371-404.
Della Rocca, Alfonso. San Francesco e Dante. ~apoli: Liguori, 1987.
De Rougemont, Denis. Love in the Western World, (translation of L'Amour et
L'Occident). ~ew York: Schocken Books, 1990.
Dodero, ~aria Luisa. «Significato della presenza di Dante Alighieri in Anna
Andreevna Achmatova», Dantismo russe e comice europea, I, (1989): 361-370.
Ferrante, Joan ~. Dante's Beatrice: Priest of an Androgynous God. ~ew York:
Center for Medieval and Early Renaissance studies, 1992.
Ferrante, Joan ~. The Political Vision of the Divine Comedy, Princeton University
Press, 1984.
Gardner, Edmund Garratt. Dante and the ~ystics: A Study of the ~ystical Aspect of
the Divina Commedia and its Relations With Sorne of its ~ediaeval Sources. New
York: Haskell House, 1968.
Gilson, Etienne. Dante and Philosophy, Trans. By David ~oore. ~ew York,
Evanston, and London: Harper & Row Publishers, Inc., 1963.
Gioanola, Elio. «Il femminino nella poesia di ~ontale», Dantismo russe e comice
europea, II, (1989): 157-171.
Golenischev-Kutuzov, Ivan N. Tvorchestvo Dante i mirovaia kul'tura [Dante e la
cultura mondiale]. ~osca: Nauka, 1971.
Gomi, Guglielmo. Il nodo della lingua e il verbo d'amore. Studi su Dante e altri
duecentisti. Florence: Olschki, 1981.
Khlodovskij, R., «Blok i Dante: k probleme literatumyh svyazey », in Dante i
vsemimaya literatura, a cura di N. Balashov, 1. Golenishchev-Kutuzov e A.
~ikhailov, Mosca: Nauka, 1967.
Kirkpatrick, Robin <<Dante's Beatrice and the Poetics of Singularity.» Texas Studies
in Literature and Language, no. 32, (1990): 101-119.
84
Lipking, Lawrence I. The Life of the Poet: Beginning and Ending Poetic Careers.
Chicago and London: University of Chicago Press, 1981.
Matthews, Joseph Chelsey. Dante's Influence on American Writers. New York:
Published for the Dante Society of America by Griffon House Publications, 1977.
Mazzaro, Jerome. The Figure of Dante: An Essay on the «Vita Nuova.» Princeton,
Princeton University Press, 1981.
Mazzeo, Joseph. Medieval Cultural Tradition in Dante's Comedy. Comell University
Press, 1960.
Mazzotta, Giuseppe. Dante, Poet of the Desert: History and Allegory in the Divine
Comedy. Princeton University Press, 1979.
Morgan, Alison. Dante and the Medieval Other World. Cambridge: Cambridge
University Press, 1990.
Morgan, Gerald. <<Dante, Chaucer and the Meaning of Love.» In Dante Comparisons,
73-95, 1985.
Nardi, Bruno. Dante e la cultura medievale. Bari, Gius. Laterza, 1949.
Nardi, Bruno. Saggi di filosofia dantesca, La Nuova Italia Editrice: Firenze, 1967
Nardi, Bruno. Saggi e note di critica dantesca. Milano-Napoli: Ricciardi, 1966.
Nygren, Anders, Agape and Eros, Philadelphia: The Westminster Press, 1953.
O'Grady, Deirdre. «Women Damned, Penitent and Beatified in the Divine Comedy.»
Dante Readings, 73-106, 1987.
Owens, M.T. «The Siren and Virgil: Dante on Beauty and Truth.» In Faith and
Reason, VII, No. 4, (1981): 286-294.
Passerin d'Entrèves, Ettore. Dante as a political thinker. Oxford: At the Clarendon
Press, 1952.
Petrocchi, Giorgio, Scrittori religiosi deI Trecento, Firenze: Sansoni, 1974.
Pitwood, Michael. Dante and the French Romantics. Geneva: Droz, 1985.
Reeves, Marjorie. <<Dante and the Prophetie View of History.» In The World of
Dante: Essays on Dante and His Times, 1980, 44-60.
Richter, Michael. <<Dante the Philosopher-Historian in the Monarchia.» In Dante
Soundings, 1981, 164-187.
85
Berdiaev, Nikolai A. «lz triudov 0 lakove Berne. Etiud. II. Ucheniie Sofii l
androgine. la. Berne l russkie sofiologicheskie ucheniia.»[From the Works of Jacob
Boeme. Study II. Teaching on Sofia and Androgyne] Put' [Way]21 (Paris, 1930)
Berdyaev, Nikolai. <<Metafisika pola i liubvi» [La metafisica deI genere e dell'amore],
in Russkij eros ili filosofiia liubvi v Rossii [L'Eros russo 0 la filosofia dell'amore in
Russia], edited by V.P. Shestakov, Mosca: Progress, 1991.
Blok, Alexandr. Izbrannoie, Mosca: Khudozhestvennaya literatura, 1980.
Bulgakov, Sergius. The Wisdom of God: A Brief Summary of Sophiology. Trans.
From Russian by P. Thompson et al. N.Y.: Lindisfame Press, 1993.
Bulgakov, Sergius. Tikhiye Dumy [Calm thoughts], Paris: YMCA-Press, 1976.
Cioran, Samuel D. <(«Vladimir Solovyov and the Divine Feminine,» Russian Literary
Triquarterly 4 (Ann Arbor, 1972): 219-39.
Cioran, Samuel D. Vladimir Solov'ev and the Knighthood of the Divine Sophia,
Waterloo, Ont.: Wi1fred Laurier University Press, 1977.
Davidson, Pamela, The Poetic Imagination of Vyacheslav lvanov: A Russian
Symbolist's Perception of Dante.Cambridge: Cambridge Univ. Press, 1989.
Gardner, Clinton. Between East and West: Rediscovering the Gifts of the Russian
Spirit. Norwich, Vt.: Norwich Center Books, 1994.
Groberg, Kristi. «Russia's Sofia Cult». Encounters 15, no. 1 (Columbus, Ohio, 1996).
Evdokimov, Paul, Woman and the Salvation of the World: Crestwood, N.Y.: St.
Vladimir's Seminary Press, 1994.
Florensky, Pavel. The Pillar and the Ground of Truth. Translated from Russian by
Boris Jakim. Princeton, N.J.: Princeton University Press, 1997.
Florovsky, Georges. «Human Wisdom and the Great Wisdom of God.» Translated
from Russian by Roberta Reeder. In Philosophy: Philosophical Problems and
Movements, edited by Richard S. Haugh, 110-21. Belmont, Mass.:
Buchervertriebsanstalt, 1989. Collected Works, vol. 12.
Florovsky, Georges. «Vladimir Soloviev and Dante: The Problem of Christian
Empire», translated from Russian by Roberta Reeder. In Theology and Literature, by
Georges Florovsky, ed. Richard S. Haugh. Belmont, Mass.: Buchervertriebsanstalt,
1989. Collected works, vol. 11.
88
Frank, Chrysostom. «The problem of Church Unity in the Life and Thought of
Vladimir Soloviev». St. Vladimir Theological Ouarterly 36, no.3 (1992)
Hartmann, Charles Frank. «Weather, Water, Light and Sophia in the Poetry of V. S.
Solov'ev.» Ph.D. diss., Univ. of Pennsylvania, 1972.
Kline, George. «Reuniting the Eastern and Western Churches: Vladimir Soloviov's
Ecumenical Project (1881-1896) and its Contemporary Critics.» Zapiski russikoi
akademicheskoi gruppy v SSHA 21 (New York, 1990): 209-225.
Kornblatt, Judith Deutsch. «The Transfiguration of Plato in the Erotic Philosophy of
Vladimir Soloviov.» Religion and Literature 24, no. 2 (1992): 35-50.
Kotrelyov, Nikolay. «Vyacheslav Ivanov - Professor Bakinskogo univeristeta»,
Uchenyie zapiski Tartuskogo gosudarstvennogo universiteta, Vypusk 209, Trudy po
russkoy l slavyanskoy filologii, XI, Literaturovedeniie (1968), pp. 326-338.
Kozyrev, Alexei. «Pour l'histoire du concept d'uni-totalité chez Soloviov. » Istina.
(1992).
Kozyrev, Alexei. «Smysl liubvi v filosofii Vladimira Solov'eva i gnosticheskiie
paralleli»[The meaning oflove in V. Solovyov's philosophy and its gnostic parallels].
Voprosy filosofii 7 (St. Petersburg, 1995): 59-78.
Laubier P. «L'attente d'un âge chrétien à l'interieur de l'histoire. Aspects
eschatologiques chez saint Bonaventure et chez Vladimir Soloviov. » Istina (Paris,
1992): 294-344.
Mallarmé, Stéphane, <<Poetry as Incantation», in Crisis in Poetry (1886-95), Selected
Prose Poems, Essays and Letters, translated from the French by Bradford Cook,
Baltimore, 1956.
Martsinkovskii, V. Vladimir Solov'ev i Evangeliie. Moscow: Protestant, 1991.
Masing-Delic, Irene. Abolishing Death: A Salvation Myth of Russia Twentieth
Century Literature. Standord: Stanford University Press, 1992.
Matich, Olga. «The Symbolist Meaning of Love: Theory and Practice.» In Creating
Life: The Aesthetic Utopia of Russian Modernism, edited by Irina Paperno and Joan
Delaney Grossman, 234-50. Stanford: Stanford Unviersity Press, 1994.
Matthews, Caitlin. Sofia: Goddess of Wisdom. The Divine Feminine [rom Black
Goddess to World-Soul. London: Aquarian Press, 1992.
89
Stremooukhoff, Dmitry. Vladimir Solov'ev and His Messianic Work Translated from
French by Elizabeth Meyendorff. Belmont, mass.: Nordland, 1980.
Szilard, Lena and Peter, Barta. <<Dantov kod russkogo simbolizma.» Studia Slavica
Hungarica 35 (1989): 6-295.
Tenace, Michelina. La beauté unité spirituelle dans les écrits esthétiques de Vladimir
Soloviev. Troyes: Editions Fates, 1993.
Wachtel, Michael. Russian Symbolism and Literary Tradition: Goethe, Novalis, and
the Poetics ofViacheslav Ivanov. Madison: University of Wisconsin Press, 1995.
Zajda, Josef. «The imagery of Love, Beauty and Eternity in Russian Symbolist
Poetry.» Melbourne Slavic Studies 12 (Melbourne, 1977): 47-62.
Zdziechowski, Marjan. «Les sources de la 'renaissance religieuse russe' chez
Soloviev et Boulgakov. »Istina (Paris, 1992): 145-150.
91
INDICE GENERALE
Abstract p. 1
Résumé p. II
Sunto ." p. III
Introduzione p. 1
Capitolo 1: La figura di Beatrice in Dante p. 10
Capitolo II: La figura di Sofia nelle opere di Soloviov p. 23
Capitolo III: La concezione dell'amore in Dante e in Soloviov p. 39
Capitolo IV: De Monarchia di Dante: visione generale p. 47
Capitolo V: Il sistema teocratico di Soloviov e le sue basi dantesche p. 54
Capitolo VI: Dante e i simbolisti russi p. 65
Conclusione p. 79
Bibliografia p. 81