AEROBIOLOGIA ALLERGOLOGICA
L. Macchia, M. F. Caiaffa
L’aerobiologia é la disciplina scientifica che si occupa dello studio dei mi
crorganismi e delle particelle biologiche aerodiffuse e dei loro effetti sui viventi
(uomini, animali e piante) e sulle cose. L’aerobiologia si occupa inoltre di parti-
celle non biologiche (gas, vapori, fumi, polveri) che, generati da fenomeni nati
rali o, pid spesso, da attivita umane, hanno effetti biologici sui microrganismi
aerodiffusi e sui viventi.
Le origini dell’aerobiologia possono essere fatte risalire a grandi scienziati,
quali Lazzaro Spallanzani, nel XVIII secolo, e Louis Pasteur, impegnato a
confutare le teorie sulla generazione spontanea della vita, nella seconda meta
del XIX secolo. Nel 1873 Charles H. Blackley, col suo classico Experimental
researches on the causes and nature of Catarrhus Aestivus, individud nel polline
di Graminaceae la causa della «hay fever» e determind quantita e modalita di
permanenza nell’aria di tali pollini, dopo aver costruito il primo apparecchio
atto alla loro cattura. I] termine aerobiologia fu tuttavia coniato dal patologo
vegetale americano Fred Campbell Meier (1893-1938), il quale deve essere con-
siderato il vero fondatore dell’acrobiologia, cosi come viene ancor oggi intesa:
una scienza essenzialmente interdisciplinare.
L’aerobiologia riceve contributi da una moltitudine di altre discipline alle
quali a sua volta ne fornisce; l’allergologia, la pneumologia, la medicina ambien-
tale, la cardiologia, 'igiene (in campo medico), la botanica, la microbiologia,
lentomologia, la biochimica vegetale (in campo pitt propriamente biologico), la
patologia vegetale, l’agronomia, la meteorologia, la fisica e la chimica dell’at-
mosfera sono solo alcune di esse.
L’allergologia respiratoria costituisce, per motivi storici oltre che per il forte
TAB. CCCXXI - CAMPI DI INTERESSE DELL’AEROBIOLOGIA ALLERGOLOGICA
Aria atmosferica Aria confinata
Pol Acari
Miceti Miceti
Alghe unicellulari Peli e forfore animali
Insetti Polveri vegetali
Materiale corpuscolato non biologic Microclima
Inquinanti gassosi Controllo ambientale
Scansionato con CamScanner926 Allergologia
interesse pratico, un campo privilegiato di investigazione dell’aerobiologia. Le
applicazioni dell’aerobiologia allo studio delle malattie allergiche respiratorie
possono essere relative a: 1) ambienti confinati, oppure 2) aria atmosferica.
Nella tabella CCCXXI sono riportati alcuni tra i principali oggetti di questo tipo
di indagini
Tecniche di campionamento e riconoscimento
L’aerobiologia si occupa dell’origine, rilascio, trasporto, deposizione ed im-
patto di un gran numero di particelle e sostanze aerodisperse. Le tecnologie
aerobiologiche pertanto variano grandemente secondo il tipo di aerosol 0 so-
stanza oggetto di investigazione (pollini, spore fungine, gas) ¢ del tipo di am-
biente nel quale l'investigazione si svolge: aria atmosferica (citta, ambiente
rurale, a diverse altezze dal suolo, alta atmosfera, superfici marine, ecc.), aria
confinata domestica, aria confinata industriale e lavorativa. In genere ciascuna
tecnologia pud essere convenientemente usata per studiare un solo tipo di aero-
sol 0 sostanza o un numero limitato di essi. Le tecnologie di campionamento e
riconoscimento di particelle o sostanze disperse in atmosfera consistono in gene-
rale di: 1) un apparato di esposizione e campionamento; 2) un sistema di intrap-
polamento selettivo e 3) una tecnica di identificazione e misurazione.
L’apparato di esposizione e campionamento ha il compito di esporre, in
maniera appropriata e standardizzata, campioni di aria dell’ambiente studiato al
sistema di intrappolamento. Accuratezza e riproducibilita sono requisiti essen-
ziali al fine di assicurare la confrontabilita dei dati. Un buon sistema di esposi-
zione e campionamento aerobiologico deve inoltre cercare di evitare 0 minimiz-
zare la variabilita derivante da fenomeni atmosferici imprevedibili. Il pid delle
volte l'apparato di esposizione ¢ quantitativo; consente cio’ di esporre quantita
note di aria per tempi conosciuti; cid rende possibili comparazioni tra metodiche
diverse ed interpolazioni di tipo fisiologico. II sistema di intrappolamento do-
vrebbe in teoria associare al massimo dell’efficienza (cioé intrappolare tutte le
particelle 0 molecole che si vogliono conteggiare) il massimo della selettivita
(ciog intrappolare solo quelle), allo scopo di evitare disturbi in fase di riconosci
mento e misurazione. Le tecniche di identificazione e misurazione devono assi
curare l’identificazione selettiva delf’aerosol 0 sostanza e la loro quantificazio-
ne. Velocita, semplicita, economia sono, owiamente, criteri da seguire in tutte
queste fasi.
A titolo di esempio diamo di seguito la descrizione della metodologia di
campionamento ed identificazione dei pollini aerodispersi. L'apparecchio di
campionamento pil usato in Italia é il campionatore di Hirst (fig. 172); esso
consiste in una camera cilindrica a tenuta daria, comunicante con P’esterno per
mezzo di una fessura rettangolare di 2X 14 mm. In tale camera é prodotta una
depressione; cid determina il richiamo forzato di una quantita nota di aria dall’e-
sterno (10 Vmin), attraverso la fessura di dimensioni note. Un’ala a banderuola
orienta costantemente la fessura in direzione di vento ed una visiera la protegge
dalla pioggia, riducendo cosi gli effetti perturbanti dovuti a questi due fattori
meteorologici. L'apparecchio viene installato all’aperto, in genere sul tetto di
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 927
Fig. 172. - Campionatore
pollinico di Hirst.
ala a
banderuola visiera
fessura
(14mm x 2mm)
camera di
aspirazione
Ppompa
{flusso 10 /min)
Fig. 173. - Campo micro-
scopico da campiona-
‘mento pollinico. Polline di
Cupressacee. Bari, feb-
braio 1987. Ingrandimento
x 250. Presenti anche par-
ticelle carboniose, cristalli
e particolato atmosferico.
edifici, ad un’altezza dal suolo compresa tra i 5 ed i 20 metri. L’aria aspirata
impatta sulla superficie di cattura, costituita da un nastro trasparente sul quale
viene applicato un film di silicone. Le particelle corpuscolate di dimensioni > a
1-2 p (tra cui i pollini) restano adese al film di silicone. Il nastro a sua volta &
montato su un tamburo, ruotante alla velocita di 2 mm/1 h; ad ogni giorno di
Scansionato con CamScanner928 Allergologia
campionamento corrispondera quindi un segmento di nastro di 48 mm. Il tam-
buro ha una circonferenza di 336 mm (48 x 7) e compie un’intera rotazione in 1
settimana. L’efficienza di questo sistema @ approssimativamente del 50%, per
particelle con diametro tra 10 e 100 yu, che é il range in cui sono compresi i
pollini. Alla fine del periodo di esposizione, il nastro siliconato viene suddiviso
in segmenti di 48 mm, corrispondenti ai vari giorni di campionamento; questi
segmenti di nastro vengono successivamente montati su vetrino microscopico €
colorati selettivamente. Una delle sostanze pitt comunemente usata é la fucsina
basica, che colora i granuli in rosa carico. L’osservazione microscopica e la
conta, eseguita su un’area abbastanza estesa e di grandezza conosciuta del vetri-
no, consentono il riconoscimento delle specie polliniche presenti (basato sulla
loro morfologia e dimensione) e la stima della loro concentrazione per metro
cubo di aria nel periodo considerato, sapendo che ad ogni giorno di campiona-
mento corrispondono 14,4 m? (10 l/min x 60 x 24), Nella figura 173 é mostrato
un tipico quadro microscopico da campionamento pollinico. Tecnologie com-
pletamente diverse vengono usate per altri tipi di aerosols e sostanze: raccolta su
piastre di terreni di coltura per spore fungine, trappole chimiche per inquinanti
non corpuscolati, filtri con pori di diametro variabile per polveri inerti
Il polline
Il polline rappresenta il gametofita maschile delle piante sessuate e, come
tale, contiene il patrimonio genetico aploide capace, dopo Ia fertilizzazione
dell’uovo, di dar luogo al nuovo individuo diploide. I! granulo pollinico tuttavia
non é solo un veicolo passivo di informazioni genetiche; cosi come le corrispon-
denti cellule animali, possiede altre funzioni collegate alla riproduzione, quali la
germinazione, la produzione di un tubo pollinico in grado di raggiungere l'ova-
rio femminile dal luogo di deposizione, strutture di riconoscimento specie-speci-
fiche, ecc.; queste funzioni si realizzano per mezzo di proteine, potenzialmente
immunogeniche o allergeniche. I granuli pollinici vengono prodotti dalle antere,
che costituiscono parte degli organi sessuali maschili del fiore o stami. La libera-
zione o presentazione all’ambiente esterno dei granuli pollinici maturi si chiama
antesi; il trasferimento dei granuli dalle antere al luogo di deposizione é detta
pollinazione. I! luogo di deposizione al quale il polline & in teoria destinato & lo
stigma, un organo specializzato della parte femminile del fiore. Il processo di
pollinazione necessita di veicoli, rappresentati essenzialmente da insetti e dal
vento. Le piante che si avvalgono di insetti sono dette entomofile; le piante che
si avvalgono del vento sono dette anemofile (circa il 10% delle specie attuali). Il
processo di pollinazione delle piante anemofile @ gravato, ovviamente, da una
percentuale elevatissima di insuccesso; la possibilita cio’ che un singolo granulo
si depositi sullo stigma di una pianta omologa, esattamente nel momento in cui
tale stigma & maturo e pronto a ricevere il materiale maschile, é irrisoriamente
bassa. La strategia messa in atto dalle specie anemofile per superare il problema
@ la produzione di quantita enormi di polline. E per questo che anche l'uomo
pud venirne in contatto, attraverso superfici mucose (congiuntive, tratto respi-
ratorio sovraglottideo), capaci di assorbire le proteine veicolate dai granuli. Si
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 929
realizza cosi la possibilita che in soggetti atopici all’esposizione ripetuta faccia
seguito la pollinosi.
I pollini di piante anemofile, osservati in stato di idratazione, sono rotondeg-
gianti od ovalari, con diametri medi compresi tra i 10 ed i 100 j:; anche se per la
maggior parte di essi il range pud essere ristretto a 12-40 y. La morfologia
microscopica del polline é legata all’involucro pit esterno 0 esina, che é costitui-
ta da un polimero, la sporopollenina, estremamente resistente ad ogni tipo di
processo denaturativo. L’esina pud presentare aperture in forma di pori, fendi-
ture, dette anche colpi, oppure una combinazione di pori e fenditure, dette
colpo-pori. A seconda del numero e della forma di tali strutture il granulo
pollinico pud essere descritto come monoporato, triporato, pentaporato e pan-
toporato (1, 3, 5 o pid pori); mono-, tri-, ecc. colpato; tricolporato, ecc. Alcuni
granuli possono essere sprowvisti di pori e sono detti aporati. L’esina inoltre pud
essere liscia oppure recare una specie di sculturazione pit o meno rilevata,
cerebriforme 0 a «nido d’ape»; altre volte @ organizzata in vere e proprie spinu-
le, con aspetto a «riccio di mare».
1 principali pollini allergenici in Italia
Un criterio indispensabile perché un polline possa essere considerato aller-
genico é ’'anemofilia. Non tutti i pollini anemofili tuttavia sono causa di reazioni
allergiche. Tale possibilita si realizza infatti per il concorso di due fattori: I’aller-
genicita intrinseca delle proteine veicolate dal polline e la diffusione del polline
in uno specifico territorio. Per allergenicita intrinseca delle proteine polliniche si
deve intendere l’attitudine di tali proteine ad indurre una risposta anticorpale di
tipo IgE, in individui geneticamente predisposti. Per essere di fatto allergenico
TAB. CCCXXII - I PRINCIPALI POLLINI AERODIFFUSI IN ITALIA
Parietaria Nocciolo Mimosa
Graminacee Cupressacee Pinacee
Olivo Alno ‘ Olmo
Fagacee (Querce) Pioppo
Betula Platano
Plantaginacee Frassino
Composite entomofile Erica
Assenzio Ligustro,
Ambrosia Eucalipto
‘Chenopodiacee Mercurialis
Colonna sinistra: polini di rilevante interesseallergologico; al centro: polini di interesse allergolo-
gico minore: a destra: pollin di interesse allergologico occasionale o prvi di interesseallergologico.
In ciascuna colonna i vari tipi sono elencati in ordine cronologico di inizio di pollinazione, nel
corso dell'anno solare.
Scansionato con CamScanner930 Allergologia
perd, un polline deve essere presente nell’aria in quantita sufficiente ad elicitare
1a summenzionata risposta anticorpale; un polline allergenico deve quindi pro-
venire da una pianta diffusa massivamente in un certo territorio. Cid significa
che uno stesso polline, generato da una stessa specie, con diverso grado di
diffusione in due distinte aree geografiche, potra avere allergenicita spiccatissi-
ma in una e quasi nulla nell’altra. Un esempio concreto @ fornito dal polline di
betulla, che costituisce una delle pitt importanti cause di allergia nell’Europa del
Nord, dove le betulle formano estese foreste; solo occasionalmente invece tale
polline induce sensibilizzazioni allergiche in Italia, dove le Betulaceae sono pre-
senti in un numero limitato di esemplari. L’allergenicita di un polline dunque
deve essere sempre considerata in relazione ad un determinato territorio. Da un
punto di vista pratico conviene raggruppare i pollini di interesse allergologico in
tre categorie: 1) pollini di rilevante interesse allergologico, che hanno elevata
allergenicita ed una vasta diffusione ambientale; 2) pollini di interesse allergolo-
gico minore, che uniscono una clevata allergenicita ad una scarsa diffusione
oppure una bassa allergenicita ad una larga diffusione; 3) pollini di interesse
allergologico occasionale o di nessun interesse, presenti in quantita modestissi-
me oppure diffusi abbastanza largamente ma privi del tutto di allergenicita dal
punto di vista biochimico ed immunologico. Nella tabella CCCXXII é riportato
un tentativo di classificazione di questo tipo, riferita ai principali pollini aerodif-
fusi presenti in Italia.
GRAMINACEAE,
I generic le specie di Graminaceae presenti in Italia sono numerosissimi; dal
punto di vista dell’aerobiologia allergologica tuttavia, l’estesa ed ampiamente
documentata crossreattivita tra essi rende non necessario il riconoscimento indi-
viduale delle singole specie. Morfologicamente i pollini di Graminaceae (fig.
174A) sono leggermente ovalari o tondeggianti, monoporati, con diametro va-
riabile secondo la specie (~ 25-60), esina di aspetto finemente granulare. La
stagione pollinica delle Graminaceae comprende tutta la primavera e parte del-
estate. Nel periodo di massima pollinazigne (aprile-giugno) le concentrazioni
medie giornaliere per metro cubo di aria si aggirano su valori compresi tra i 50 €
i 500 granuli; le conte tendono a scendere ¢ ad esaurirsi gradualmente durante i
primi mesi dell’estate, con differenza di durata tra Nord e Sud. A Nord la
stagione pud protrarsi fino a settembre-ottobre con possibilita di nuovi incre-
menti in quest’ultimo periodo; al Sud invece ben difficilmente si possono reperi-
te pollini di Graminaceae dopo la fine di luglio.
Naturalmente queste affermazioni, cosi come molte altre che seguiranno in
questa sezione, risentono di generalizzazioni piuttosto grossolane ed hanno un
valore soprattutto esemplificativo, tali ¢ tante sono le eccezioni dovute a condi-
zioni geografiche e climatiche locali.
Le Graminaceae hanno una elevata allergenicita e costituiscono la prima
causa di pollinosi in Italia e nel mondo, essendo diffuse sotto tutte le latitudini,
dall’Equatore alle regioni artiche.
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 931 .
Fig. 174. - I tre pollini al-
lergenici pit importanti in
Italia: _Graminacee (A),
Parietaria (B), olivo (C).
Ingrandimento 400.
PARIETARIA
Il genere Parietaria comprende, tra le altre, le specie officinalis e judaica
(fig. 175), che sono le due pit importanti dal punto di vista aerobiologico ed
allergologico in Italia. Il granulo pollinico (fig. 174B) é liscio, perfettamente
rotondo, triporato di dimensioni molto piccole, 10-14. Non & possibile distin-
guere morfologicamente le due specie al microscopio ottico. Questo polline &
reperibile su gran parte del territorio nazionale, con un marcato aumento delle
quantita da Nord a Sud, dove in alcune localita nei periodi di massima pollina-
zione si registrano conte medic dell’ordine delle diverse centinaia o anche mi-
gliaia di granuli per metro cubo. La stagione di pollinazione & molto lunga:
Scansionato con CamScanner932 Allergologia
Fig. 175. - Erba Parieta-
ria.
inizia gia alla fine dell’inverno e si esaurisce in autunno avanzato. I! periodo di
massima pollinazione viene perd registrato in aprile-giugno. La Parietaria 2 una
pianta antropica e ruderale, la sua diffusione é fortemente legata all’estensione
degli insediamenti e delle opere murarie umane e, soprattutto, al loro stato di
grime
5000
4500 -
4001
4000}
3500)
3000+-
2500+
2000;-
1500}-
1000}-
500}
L 1
5 15 37 15 30
maggio giugno
Fig. 176. - Esempio di palinoaerobiogramma. Andamento delle conte di olivo in Bari,
1987. Valori espressi come granuli di polline per metro cubo di aria (gim?).
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 933 .
degradazione; cid determina forti variazioni di concentrazione pollinica, a parita
di altre condizioni, tra localita relativamente prossime. A differenza delle Gra-
minaceae, che sono cosmopolite, la Parietaria & una tipica pianta mediterranea;
Ia pollinosi da Parietaria pertanto & quasi esclusivamente limitata a questa area
geografica, dove peraltro costituisce un serio problema a causa sia della elevata
diffusione del polline che della forte allergenicita intrinseca. In Italia la Parieta-
ria pud essere considerata come la seconda causa di pollinosi.
OuIvo
Il polline di olivo (Olea europaea) & tricolporato, di diametro medio-piccolo
(17-204), con esina caratteristicamente rilevata a «nido d’ape» (fig. 174C). La
stagione pollinica @ unica, breve ma estremamente intensa (fig. 176). II polline
compare in atmosfera negli ultimi giorni di aprile 0 (pitt spesso) nella prima
quindicina di maggio; le conte hanno un andamento progressivo di tipo logarit-
mico; la fase pit intensa della pollinazione viene raggiunta nel giro di due setti-
mane, con concentrazioni dell’ordine anche di 2.000-4.000 granuli per metro
cubo. Il declino @ anche molto rapido; la durata complessiva della stagione
pollinica dell’olivo é di circa 40 giorni; in genere non si trova pit polline dopo la
fine di giugno. L’Olea Europaea & un’altra specie caratteristica del clima medi-
terraneo ¢ la pollinosi da olivo & anch’essa prevalentemente (ma non completa-
mente) circoscritta a questa area geografica. La sua diffusione tuttavia non &
omogenea su tutto il teréitorio italiano; ’olivo infatti é una pianta quasi esclusi-
vamente coltivata, con furti concentrazioni in alcune aree quali Puglia, Cala-
bria, Sicilia, Lazio, Toscana e Liguria, ma del tutto assente in altre regioni. II
polline owiamente @ presente solo nelle aree olivicole e la prevalenza della
relativa pollinosi segue lo stesso tipo di distribuzione. L’olivo é un polline dotato
di discreta allergenicita e, pur con le limitazioni gid menzionate, deve essere
considerato al terzo posto come causa di pollinosi in Italia.
POLLINI DI INTERESSE ALLERGOLOGICO MINORE
,
Le Compositae sono piante prevalentemente entomofile, ma alcuni generi
sono anemofili. Tali generi hanno in Italia una diffusione pid scarsa che in altri
paesi; i pollini di Compositae pertanto rappresentano in Italia un problema
allergologico meno grande che altrove. Questi pollini hanno tuttavia una aller-
genicita intrinseca elevatissima. Le Cupressaceae sono state solo di recente rico-
nosciute in Italia come un’apprezzabile causa di pollinosi. La loro pollinazione &
massima negli ultimi mesi dell’inverno, da gennaio a tutto marzo. Le quantita di
polline di Cupressaceae prodotte ¢ rilasciate in atmosfera sono immense (fig.
173), ma il fatto che la loro allergenicita sia piuttosto scarsa fa si che la prevalen-
za della relativa pollinosi non sia particolarmente alta. Caratteristicamente in
questa pollinosi invernale dominano sintomi di tipo oculare. Le Betulaceae com-
prendono specie poco diffuse in Italia, ma non del tutto assenti; il loro polline ha
una elevata allergenicité ed un certo numero di casi di sensibilizzazione @ stato
Scansionato con CamScanner934 Allergologia ‘
segnalato soprattutto nelle regioni del Nord. La famiglia delle Corylaceae com-
prende sia specie spontanee che coltivate (Corylus avellana 0 nocciolo) e diversi
casi sono stati descritti soprattutto in zone collinari con estese coltivazioni di
quest’ultima pianta. Chenopodiaceae, Fagaceae e Plantaginaceae, benché repe-
ribili nei campionamenti acrobiologici, sono responsabili solo di uno scarso
numero di forme cliniche conclamate.
Utilizzazione dei dati aerobiologici concernenti i pollini
Lutilita di informazioni aerobiologiche ne! campo della epidemiologia,
eziologia e storia naturale delle malattie allergiche connesse ad agenti dispersi in
forma di aerosol @ owvia. A titolo di esempio, la prevalenza della pollinosi da
olivo (a mala pena conosciuta come entita a sé stante alla fine degli anni ’70)
poté essere stimata correttamente soltanto quando osservazioni concordanti,
provenienti da diversi centri, richiamarono una maggiore attenzione su di essa,
con i conseguenti affinamenti diagnostici.
Una delle forme di rappresentazione pit diffuse della massa di osservazioni,
che nel corso di una stagione pollinica vengono fatte per ogni singolo tipo di
polline, é rappresentata dal «palinoaerobiogramma». Esso fornisce informazio-
ni sufficientemente dettagliate, ma nel contempo ha il pregio della sintesi grafi-
ca; a volte pud essere utile esprimere le concentrazioni come medie su periodi di
tre o pid giorni o come valori di media mobile (un particolare espediente statisti-
co atto a smorzare fluttuazioni non periodiche). Questo tipo di rappresentazio-
ne delle informazioni aerobiologiche fornisce spiegazioni intuitive di importanti
aspetti della storia naturale delle pollinosi, quali la stagionalita (costanza dell’in-
sorgenza dei sintomi in un determinato periodo dell’anno e loro durata per un
numero pit o meno fisso di settimane o mesi), la regolarita con cui i sintomi
stessi si sviluppano durante la stagione, ecc. Prendendo ancora ad esempio la
pollinosi da olivo, l'incremento esplosivo della quantita di polline, cui il paziente
si trova esposto (fig. 176), spiega il rapido deterioramento delle sue condizioni
respiratorie (quando si tratti di asmatici); in contrasto con altre forme di pollino:
si, in cui un pid graduale sviluppo della pollinazione consente l’instaurarsi di
meccanismi di controbilanciamento ed adattamento.
Il cosiddetto «calendario pollinico» é una rappresentazione ancora piii sinte-
tica ma decisamente pid globale di dati aerobiologici. In un unico istogramma
sono rappresentati tutti i principali pollini allergenici per una determinata area
ed il loro andamento nei vari mesi dell’anno. In figura 177 é riportato il calenda-
rio pollinico di Bari. Questo tipo di rappresentazioni si basa necessariamente su
interpolazioni semiquantitative ed @ destinato ad una utilizzazione pit approssi-
mativa ma al tempo stesso pid vasta. Il calendario pollinico @ elaborato sulle
medie di tre o pid anni di campionamento aerobiologico ed ha validita solo a
livello locale.
Un problema ampiamente dibattuto & quello della opportunita di comunica-
re dati pollinici, per cosi dire, «bruti», espressi cioé in forma di medie numeri-
che giornaliere, attraverso organi di informazione di massa (radio, televisione,
quotidiani). Su questo tipo di informazione aerobiologica, destinata ad un pub-
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 935
Goryius
Alnus:
Betullaceae
Cupressaceae SS era FTP Tel F
Parietaria E
Platanaceae
Graminaceae
Plantaginaceae
Tompositae
Fagaceae A a I
Oleaceae BEDE oO
Chenopodiaceae I
Mercurialis E i E
gen. fed, mar apr. mag. gu. lugh ago. set olt. nov. dic.
(bassa stagione (Cimedia stagione atta stagione
Fig. 177. - Calendario pollinico di Bari: alta stagione, media stagione e bassa stagione.
blico vastissimo, restano molte perplessita, nonostante i numerosi esempi, so-
prattutto all’estero, e I’interesse che iniziative di questo tipo hanno sempre
suscitato. Noi riteniamo che la traduzione di cifre (a cui é difficile dare un
significato corretto anche per provati allergologi) in un linguaggio semiquantita-
tivo ed analogico (diversi colori, diverse intensita di colore, simboli di pericolo,
ecc.) sia pid adatta e, soprattutto, utile all’«uomo della strada».
Altri campi in cui la disponibilita di corrette informazioni aerobiologiche
puod avere considerevoli conseguenze sono quelli della diagnosi, terapia e pre-
venzione farmacologica (prevenzione terziaria) delle pollinosi. La diagnosi delle
pollinosi é una diagnosi strettamente eziologica, che non pud essere posta con il
necessario grado di precisione se non sulla base di protocolli che tengano conto
delle caratteristiche locali, sia per quantotriguarda l’anamnesi, sia per quanto
riguarda la composizione delle collezioni allergeniche per skin prick tests
RAST. Dal punto di vista terapeutico, la delicata conduzione dell’immunotera-
pia allergenica, con la necesita di ridurre o sospendere le somministrazioni in
presenza di elevate concentrazioni polliniche, cosi come I'uso di farmaci ad
azione preventiva possono essere grandemente facilitati ove si disponga di at-
tendibili dati aerobiologici.
Miceti
L’allergia a miceti é da lungo tempo conosciuta ed ampiamente documenta-
ta. Le specie potenzialmente allergizzanti sono numerosissime; tuttavia, nono-
stante la quantita a volte sorprendente di spore fungine che é possibile ritrovare
Scansionato con CamScanner936 Allergologia
sia in campionamenti in aria atmoferica che in aria confinata, la loro importanza
allergologica & decisamente inferiore a quella dei pollini, almeno in Italia. Le
spore fungine sono elementi riproduttivi dei funghi, sia perfetti che imperfetti, e
vengono rilasciate nell’aria allo scopo di assicurare la riproduzione sessuata o
asessuata a distanza della specie; hanno dimensioni comprese tra i pochi micron
ed i 200 je contengono molecole potenzialmente allergeniche. Tra i generi di
pid frequente riscontro in aria atmosferica e di comprovata allergenicita, si
possono menzionare il Cladosporium e V’Alternaria; tra i generi di maggior
interesse per gli ambienti coltivati si possono citare il Penicillum e !’Aspergil-
lum. Per una trattazione sistematica si rimanda alle fonti citate in bibliografia.
Acari
La polvere di casa, come fonte di allergeni, & stata ampiamente studiata dal
punto di vista dell’aerobiologia. Il potere allergizzante di questo materiale era
ben noto gid nei primi decenni di questo secolo, ma solo negli anni "60 Voor-
horst e coll. dimostrarono che tale attivita era strettamente legata alla presenza
di un acaro, il Dermatophagoides pteronyssinus (fig. 178). Altri acari responsa-
bili dellallergia alla polvere di casa sono il Dermatophagoides farinae e V Eu-
roglyphus maynei. ll Tyrophagus putrescentiae, il Glycyphagus domesticus, il
Lephydoglyphus destructor e \'Acarus siro sono invece specie associate preva-
Jentemente a sensibilizzazioni manifestantesi in ambiente rurale; essi sembrano
inoltre avere un'importanza maggiore in paesi in via di sviluppo, rispetto ai
paesi industrializzati, e sono noti anche come acari delle derrate alimentari o
acari minori. Resta da chiarire perché solo un piccolo numero di specie, tra le
circa 50.000 conosciute, sia causa di allergia. Dermatophagoides pteronyssinus e
Dermatophagoides farinae sono comunque di gran lunga le due specie pid im-
Fig. 178. - Dermatophagoides pte-
ronyssinus (Archivio Abelld, Ma-
drid, Spagna).
Scansionato con CamScannerAerobiologia allergologica 937
portanti e pid studiate, anche se non tutto il potere allergizzante delle polveri
domestiche é rapportabile a questi due agenti. L’aerobiologia si occupa soprat-
tutto di indagare le condizioni di sviluppo degli acari, che hanno dimensioni di
qualche centinaio di micron, e le modalita di produzione e dispersione delle
particelle aerodiffuse che ne veicolano gli allergeni. Le tecniche adoperate in
questo campo sono di tipo morfologico, colturale e chimico (determinazione di
sostanze, come la guanina, correlabili al numero di acari presenti in un determi-
nato campione di polvere). Una parte considerevole dell’allergenicita degli acari
2 legata alle loro particelle’fecali, che hanno un diametro che approssimativa-
mente si aggira intorno a 1 y, e ad altre particelle di dimensioni variabili, deriva-
te dalla polverizzazione degli acari morti; gli acari in quanto tali sono troppo
grandi per poter essere inalati. Gli acari e soprattutto il Dermatophagoides
pteronyssinus sono estremamente sensibili alle variazioni microclimatiche. Le
condizioni ideali di sviluppo sono costituite da una temperatura di 25° e ad una
umidita relativa dell'85%. L’umidita relativa in particolare pare essere un fatto-
re molto importante per la crescita degli acari, che cessa completamente sotto il
45%. Queste osservazioni hanno permesso di spiegare la stagionalita che a volte
si riscontra anche nella sintomatologia di soggetti con questo tipo di allergia;
caratteristica é la comparsa in prima istanza dei sintomio la loro riacutizzazione
nella tarda estate e nella prima parte dell’autunno, quando cioé le condizioni di
temperatura ed umidita si avvicinano a quelle ideali. Altri campi di investigazio-
ne sono quello degli acaricidi (sostanze in grado di eliminare selettivamente gli
acari oppure ridurne lo sviluppo oppure denaturare gli allergeni contenuti nelle
deiezioni) e quello delle misure di prevenzione passiva (filtri, depuratori, appa-
rati di aspirazione). Tra Dermatophagoides pteronyssinus ¢ Dermatophagoides
farinae esiste una larga ma non completa crossreattivita.
Derivati epidermici
L’epidermide di mammiferi @ potenzialmente fonte di una gran quantita di
proteine allergeniche, suscettibili di essere veicolate dall’aria di ambienti confi-
nati. Tuttavia questa evenienza si realizza solo nel caso di animali con i quali di
fatto viene stabilito uno stretto rapporto gi convivenza. In particolare il gatto ed
il cane sono responsabili di un rilevante numero di casi. L’allergene maggiore
del gatto é risultato essere associato oltre che alla cute ed alle secrezioni sebacee
dell’apparato pilifero anche a proteine contenute nella saliva, che l’animale
diffonde leccando frequentemente il proprio pelo; da questo gli allergeni passa-
no all’aria sotto forma di particelle essiccate di dimensioni tanto piccole da poter
raggiungere agevolmente I'ambiente polmonare profondo. Altri mammiferi noti
come causa di allergia sono il cavallo, i bovini ed i roditori; questi ultimi interes-
sano sia soggetti professionalmente esposti (addetti a stabulari, ricercatori) sia
persone (soprattutto bambini), che li allevano come animali da compagnia (cri-
ceto, cavia). I derivati epidermici costituiscono un’altra importante componente
dell’allergenicita delle cosiddette polveri domestiche.
Scansionato con CamScanner