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AEROBIOLOGIA ALLERGOLOGICA L. Macchia, M. F. Caiaffa L’aerobiologia é la disciplina scientifica che si occupa dello studio dei mi crorganismi e delle particelle biologiche aerodiffuse e dei loro effetti sui viventi (uomini, animali e piante) e sulle cose. L’aerobiologia si occupa inoltre di parti- celle non biologiche (gas, vapori, fumi, polveri) che, generati da fenomeni nati rali o, pid spesso, da attivita umane, hanno effetti biologici sui microrganismi aerodiffusi e sui viventi. Le origini dell’aerobiologia possono essere fatte risalire a grandi scienziati, quali Lazzaro Spallanzani, nel XVIII secolo, e Louis Pasteur, impegnato a confutare le teorie sulla generazione spontanea della vita, nella seconda meta del XIX secolo. Nel 1873 Charles H. Blackley, col suo classico Experimental researches on the causes and nature of Catarrhus Aestivus, individud nel polline di Graminaceae la causa della «hay fever» e determind quantita e modalita di permanenza nell’aria di tali pollini, dopo aver costruito il primo apparecchio atto alla loro cattura. I] termine aerobiologia fu tuttavia coniato dal patologo vegetale americano Fred Campbell Meier (1893-1938), il quale deve essere con- siderato il vero fondatore dell’acrobiologia, cosi come viene ancor oggi intesa: una scienza essenzialmente interdisciplinare. L’aerobiologia riceve contributi da una moltitudine di altre discipline alle quali a sua volta ne fornisce; l’allergologia, la pneumologia, la medicina ambien- tale, la cardiologia, 'igiene (in campo medico), la botanica, la microbiologia, lentomologia, la biochimica vegetale (in campo pitt propriamente biologico), la patologia vegetale, l’agronomia, la meteorologia, la fisica e la chimica dell’at- mosfera sono solo alcune di esse. L’allergologia respiratoria costituisce, per motivi storici oltre che per il forte TAB. CCCXXI - CAMPI DI INTERESSE DELL’AEROBIOLOGIA ALLERGOLOGICA Aria atmosferica Aria confinata Pol Acari Miceti Miceti Alghe unicellulari Peli e forfore animali Insetti Polveri vegetali Materiale corpuscolato non biologic Microclima Inquinanti gassosi Controllo ambientale Scansionato con CamScanner 926 Allergologia interesse pratico, un campo privilegiato di investigazione dell’aerobiologia. Le applicazioni dell’aerobiologia allo studio delle malattie allergiche respiratorie possono essere relative a: 1) ambienti confinati, oppure 2) aria atmosferica. Nella tabella CCCXXI sono riportati alcuni tra i principali oggetti di questo tipo di indagini Tecniche di campionamento e riconoscimento L’aerobiologia si occupa dell’origine, rilascio, trasporto, deposizione ed im- patto di un gran numero di particelle e sostanze aerodisperse. Le tecnologie aerobiologiche pertanto variano grandemente secondo il tipo di aerosol 0 so- stanza oggetto di investigazione (pollini, spore fungine, gas) ¢ del tipo di am- biente nel quale l'investigazione si svolge: aria atmosferica (citta, ambiente rurale, a diverse altezze dal suolo, alta atmosfera, superfici marine, ecc.), aria confinata domestica, aria confinata industriale e lavorativa. In genere ciascuna tecnologia pud essere convenientemente usata per studiare un solo tipo di aero- sol 0 sostanza o un numero limitato di essi. Le tecnologie di campionamento e riconoscimento di particelle o sostanze disperse in atmosfera consistono in gene- rale di: 1) un apparato di esposizione e campionamento; 2) un sistema di intrap- polamento selettivo e 3) una tecnica di identificazione e misurazione. L’apparato di esposizione e campionamento ha il compito di esporre, in maniera appropriata e standardizzata, campioni di aria dell’ambiente studiato al sistema di intrappolamento. Accuratezza e riproducibilita sono requisiti essen- ziali al fine di assicurare la confrontabilita dei dati. Un buon sistema di esposi- zione e campionamento aerobiologico deve inoltre cercare di evitare 0 minimiz- zare la variabilita derivante da fenomeni atmosferici imprevedibili. Il pid delle volte l'apparato di esposizione ¢ quantitativo; consente cio’ di esporre quantita note di aria per tempi conosciuti; cid rende possibili comparazioni tra metodiche diverse ed interpolazioni di tipo fisiologico. II sistema di intrappolamento do- vrebbe in teoria associare al massimo dell’efficienza (cioé intrappolare tutte le particelle 0 molecole che si vogliono conteggiare) il massimo della selettivita (ciog intrappolare solo quelle), allo scopo di evitare disturbi in fase di riconosci mento e misurazione. Le tecniche di identificazione e misurazione devono assi curare l’identificazione selettiva delf’aerosol 0 sostanza e la loro quantificazio- ne. Velocita, semplicita, economia sono, owiamente, criteri da seguire in tutte queste fasi. A titolo di esempio diamo di seguito la descrizione della metodologia di campionamento ed identificazione dei pollini aerodispersi. L'apparecchio di campionamento pil usato in Italia é il campionatore di Hirst (fig. 172); esso consiste in una camera cilindrica a tenuta daria, comunicante con P’esterno per mezzo di una fessura rettangolare di 2X 14 mm. In tale camera é prodotta una depressione; cid determina il richiamo forzato di una quantita nota di aria dall’e- sterno (10 Vmin), attraverso la fessura di dimensioni note. Un’ala a banderuola orienta costantemente la fessura in direzione di vento ed una visiera la protegge dalla pioggia, riducendo cosi gli effetti perturbanti dovuti a questi due fattori meteorologici. L'apparecchio viene installato all’aperto, in genere sul tetto di Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 927 Fig. 172. - Campionatore pollinico di Hirst. ala a banderuola visiera fessura (14mm x 2mm) camera di aspirazione Ppompa {flusso 10 /min) Fig. 173. - Campo micro- scopico da campiona- ‘mento pollinico. Polline di Cupressacee. Bari, feb- braio 1987. Ingrandimento x 250. Presenti anche par- ticelle carboniose, cristalli e particolato atmosferico. edifici, ad un’altezza dal suolo compresa tra i 5 ed i 20 metri. L’aria aspirata impatta sulla superficie di cattura, costituita da un nastro trasparente sul quale viene applicato un film di silicone. Le particelle corpuscolate di dimensioni > a 1-2 p (tra cui i pollini) restano adese al film di silicone. Il nastro a sua volta & montato su un tamburo, ruotante alla velocita di 2 mm/1 h; ad ogni giorno di Scansionato con CamScanner 928 Allergologia campionamento corrispondera quindi un segmento di nastro di 48 mm. Il tam- buro ha una circonferenza di 336 mm (48 x 7) e compie un’intera rotazione in 1 settimana. L’efficienza di questo sistema @ approssimativamente del 50%, per particelle con diametro tra 10 e 100 yu, che é il range in cui sono compresi i pollini. Alla fine del periodo di esposizione, il nastro siliconato viene suddiviso in segmenti di 48 mm, corrispondenti ai vari giorni di campionamento; questi segmenti di nastro vengono successivamente montati su vetrino microscopico € colorati selettivamente. Una delle sostanze pitt comunemente usata é la fucsina basica, che colora i granuli in rosa carico. L’osservazione microscopica e la conta, eseguita su un’area abbastanza estesa e di grandezza conosciuta del vetri- no, consentono il riconoscimento delle specie polliniche presenti (basato sulla loro morfologia e dimensione) e la stima della loro concentrazione per metro cubo di aria nel periodo considerato, sapendo che ad ogni giorno di campiona- mento corrispondono 14,4 m? (10 l/min x 60 x 24), Nella figura 173 é mostrato un tipico quadro microscopico da campionamento pollinico. Tecnologie com- pletamente diverse vengono usate per altri tipi di aerosols e sostanze: raccolta su piastre di terreni di coltura per spore fungine, trappole chimiche per inquinanti non corpuscolati, filtri con pori di diametro variabile per polveri inerti Il polline Il polline rappresenta il gametofita maschile delle piante sessuate e, come tale, contiene il patrimonio genetico aploide capace, dopo Ia fertilizzazione dell’uovo, di dar luogo al nuovo individuo diploide. I! granulo pollinico tuttavia non é solo un veicolo passivo di informazioni genetiche; cosi come le corrispon- denti cellule animali, possiede altre funzioni collegate alla riproduzione, quali la germinazione, la produzione di un tubo pollinico in grado di raggiungere l'ova- rio femminile dal luogo di deposizione, strutture di riconoscimento specie-speci- fiche, ecc.; queste funzioni si realizzano per mezzo di proteine, potenzialmente immunogeniche o allergeniche. I granuli pollinici vengono prodotti dalle antere, che costituiscono parte degli organi sessuali maschili del fiore o stami. La libera- zione o presentazione all’ambiente esterno dei granuli pollinici maturi si chiama antesi; il trasferimento dei granuli dalle antere al luogo di deposizione é detta pollinazione. I! luogo di deposizione al quale il polline & in teoria destinato & lo stigma, un organo specializzato della parte femminile del fiore. Il processo di pollinazione necessita di veicoli, rappresentati essenzialmente da insetti e dal vento. Le piante che si avvalgono di insetti sono dette entomofile; le piante che si avvalgono del vento sono dette anemofile (circa il 10% delle specie attuali). Il processo di pollinazione delle piante anemofile @ gravato, ovviamente, da una percentuale elevatissima di insuccesso; la possibilita cio’ che un singolo granulo si depositi sullo stigma di una pianta omologa, esattamente nel momento in cui tale stigma & maturo e pronto a ricevere il materiale maschile, é irrisoriamente bassa. La strategia messa in atto dalle specie anemofile per superare il problema @ la produzione di quantita enormi di polline. E per questo che anche l'uomo pud venirne in contatto, attraverso superfici mucose (congiuntive, tratto respi- ratorio sovraglottideo), capaci di assorbire le proteine veicolate dai granuli. Si Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 929 realizza cosi la possibilita che in soggetti atopici all’esposizione ripetuta faccia seguito la pollinosi. I pollini di piante anemofile, osservati in stato di idratazione, sono rotondeg- gianti od ovalari, con diametri medi compresi tra i 10 ed i 100 j:; anche se per la maggior parte di essi il range pud essere ristretto a 12-40 y. La morfologia microscopica del polline é legata all’involucro pit esterno 0 esina, che é costitui- ta da un polimero, la sporopollenina, estremamente resistente ad ogni tipo di processo denaturativo. L’esina pud presentare aperture in forma di pori, fendi- ture, dette anche colpi, oppure una combinazione di pori e fenditure, dette colpo-pori. A seconda del numero e della forma di tali strutture il granulo pollinico pud essere descritto come monoporato, triporato, pentaporato e pan- toporato (1, 3, 5 o pid pori); mono-, tri-, ecc. colpato; tricolporato, ecc. Alcuni granuli possono essere sprowvisti di pori e sono detti aporati. L’esina inoltre pud essere liscia oppure recare una specie di sculturazione pit o meno rilevata, cerebriforme 0 a «nido d’ape»; altre volte @ organizzata in vere e proprie spinu- le, con aspetto a «riccio di mare». 1 principali pollini allergenici in Italia Un criterio indispensabile perché un polline possa essere considerato aller- genico é ’'anemofilia. Non tutti i pollini anemofili tuttavia sono causa di reazioni allergiche. Tale possibilita si realizza infatti per il concorso di due fattori: I’aller- genicita intrinseca delle proteine veicolate dal polline e la diffusione del polline in uno specifico territorio. Per allergenicita intrinseca delle proteine polliniche si deve intendere l’attitudine di tali proteine ad indurre una risposta anticorpale di tipo IgE, in individui geneticamente predisposti. Per essere di fatto allergenico TAB. CCCXXII - I PRINCIPALI POLLINI AERODIFFUSI IN ITALIA Parietaria Nocciolo Mimosa Graminacee Cupressacee Pinacee Olivo Alno ‘ Olmo Fagacee (Querce) Pioppo Betula Platano Plantaginacee Frassino Composite entomofile Erica Assenzio Ligustro, Ambrosia Eucalipto ‘Chenopodiacee Mercurialis Colonna sinistra: polini di rilevante interesseallergologico; al centro: polini di interesse allergolo- gico minore: a destra: pollin di interesse allergologico occasionale o prvi di interesseallergologico. In ciascuna colonna i vari tipi sono elencati in ordine cronologico di inizio di pollinazione, nel corso dell'anno solare. Scansionato con CamScanner 930 Allergologia perd, un polline deve essere presente nell’aria in quantita sufficiente ad elicitare 1a summenzionata risposta anticorpale; un polline allergenico deve quindi pro- venire da una pianta diffusa massivamente in un certo territorio. Cid significa che uno stesso polline, generato da una stessa specie, con diverso grado di diffusione in due distinte aree geografiche, potra avere allergenicita spiccatissi- ma in una e quasi nulla nell’altra. Un esempio concreto @ fornito dal polline di betulla, che costituisce una delle pitt importanti cause di allergia nell’Europa del Nord, dove le betulle formano estese foreste; solo occasionalmente invece tale polline induce sensibilizzazioni allergiche in Italia, dove le Betulaceae sono pre- senti in un numero limitato di esemplari. L’allergenicita di un polline dunque deve essere sempre considerata in relazione ad un determinato territorio. Da un punto di vista pratico conviene raggruppare i pollini di interesse allergologico in tre categorie: 1) pollini di rilevante interesse allergologico, che hanno elevata allergenicita ed una vasta diffusione ambientale; 2) pollini di interesse allergolo- gico minore, che uniscono una clevata allergenicita ad una scarsa diffusione oppure una bassa allergenicita ad una larga diffusione; 3) pollini di interesse allergologico occasionale o di nessun interesse, presenti in quantita modestissi- me oppure diffusi abbastanza largamente ma privi del tutto di allergenicita dal punto di vista biochimico ed immunologico. Nella tabella CCCXXII é riportato un tentativo di classificazione di questo tipo, riferita ai principali pollini aerodif- fusi presenti in Italia. GRAMINACEAE, I generic le specie di Graminaceae presenti in Italia sono numerosissimi; dal punto di vista dell’aerobiologia allergologica tuttavia, l’estesa ed ampiamente documentata crossreattivita tra essi rende non necessario il riconoscimento indi- viduale delle singole specie. Morfologicamente i pollini di Graminaceae (fig. 174A) sono leggermente ovalari o tondeggianti, monoporati, con diametro va- riabile secondo la specie (~ 25-60), esina di aspetto finemente granulare. La stagione pollinica delle Graminaceae comprende tutta la primavera e parte del- estate. Nel periodo di massima pollinazigne (aprile-giugno) le concentrazioni medie giornaliere per metro cubo di aria si aggirano su valori compresi tra i 50 € i 500 granuli; le conte tendono a scendere ¢ ad esaurirsi gradualmente durante i primi mesi dell’estate, con differenza di durata tra Nord e Sud. A Nord la stagione pud protrarsi fino a settembre-ottobre con possibilita di nuovi incre- menti in quest’ultimo periodo; al Sud invece ben difficilmente si possono reperi- te pollini di Graminaceae dopo la fine di luglio. Naturalmente queste affermazioni, cosi come molte altre che seguiranno in questa sezione, risentono di generalizzazioni piuttosto grossolane ed hanno un valore soprattutto esemplificativo, tali ¢ tante sono le eccezioni dovute a condi- zioni geografiche e climatiche locali. Le Graminaceae hanno una elevata allergenicita e costituiscono la prima causa di pollinosi in Italia e nel mondo, essendo diffuse sotto tutte le latitudini, dall’Equatore alle regioni artiche. Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 931 . Fig. 174. - I tre pollini al- lergenici pit importanti in Italia: _Graminacee (A), Parietaria (B), olivo (C). Ingrandimento 400. PARIETARIA Il genere Parietaria comprende, tra le altre, le specie officinalis e judaica (fig. 175), che sono le due pit importanti dal punto di vista aerobiologico ed allergologico in Italia. Il granulo pollinico (fig. 174B) é liscio, perfettamente rotondo, triporato di dimensioni molto piccole, 10-14. Non & possibile distin- guere morfologicamente le due specie al microscopio ottico. Questo polline & reperibile su gran parte del territorio nazionale, con un marcato aumento delle quantita da Nord a Sud, dove in alcune localita nei periodi di massima pollina- zione si registrano conte medic dell’ordine delle diverse centinaia o anche mi- gliaia di granuli per metro cubo. La stagione di pollinazione & molto lunga: Scansionato con CamScanner 932 Allergologia Fig. 175. - Erba Parieta- ria. inizia gia alla fine dell’inverno e si esaurisce in autunno avanzato. I! periodo di massima pollinazione viene perd registrato in aprile-giugno. La Parietaria 2 una pianta antropica e ruderale, la sua diffusione é fortemente legata all’estensione degli insediamenti e delle opere murarie umane e, soprattutto, al loro stato di grime 5000 4500 - 4001 4000} 3500) 3000+- 2500+ 2000;- 1500}- 1000}- 500} L 1 5 15 37 15 30 maggio giugno Fig. 176. - Esempio di palinoaerobiogramma. Andamento delle conte di olivo in Bari, 1987. Valori espressi come granuli di polline per metro cubo di aria (gim?). Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 933 . degradazione; cid determina forti variazioni di concentrazione pollinica, a parita di altre condizioni, tra localita relativamente prossime. A differenza delle Gra- minaceae, che sono cosmopolite, la Parietaria & una tipica pianta mediterranea; Ia pollinosi da Parietaria pertanto & quasi esclusivamente limitata a questa area geografica, dove peraltro costituisce un serio problema a causa sia della elevata diffusione del polline che della forte allergenicita intrinseca. In Italia la Parieta- ria pud essere considerata come la seconda causa di pollinosi. OuIvo Il polline di olivo (Olea europaea) & tricolporato, di diametro medio-piccolo (17-204), con esina caratteristicamente rilevata a «nido d’ape» (fig. 174C). La stagione pollinica @ unica, breve ma estremamente intensa (fig. 176). II polline compare in atmosfera negli ultimi giorni di aprile 0 (pitt spesso) nella prima quindicina di maggio; le conte hanno un andamento progressivo di tipo logarit- mico; la fase pit intensa della pollinazione viene raggiunta nel giro di due setti- mane, con concentrazioni dell’ordine anche di 2.000-4.000 granuli per metro cubo. Il declino @ anche molto rapido; la durata complessiva della stagione pollinica dell’olivo é di circa 40 giorni; in genere non si trova pit polline dopo la fine di giugno. L’Olea Europaea & un’altra specie caratteristica del clima medi- terraneo ¢ la pollinosi da olivo & anch’essa prevalentemente (ma non completa- mente) circoscritta a questa area geografica. La sua diffusione tuttavia non & omogenea su tutto il teréitorio italiano; ’olivo infatti é una pianta quasi esclusi- vamente coltivata, con furti concentrazioni in alcune aree quali Puglia, Cala- bria, Sicilia, Lazio, Toscana e Liguria, ma del tutto assente in altre regioni. II polline owiamente @ presente solo nelle aree olivicole e la prevalenza della relativa pollinosi segue lo stesso tipo di distribuzione. L’olivo é un polline dotato di discreta allergenicita e, pur con le limitazioni gid menzionate, deve essere considerato al terzo posto come causa di pollinosi in Italia. POLLINI DI INTERESSE ALLERGOLOGICO MINORE , Le Compositae sono piante prevalentemente entomofile, ma alcuni generi sono anemofili. Tali generi hanno in Italia una diffusione pid scarsa che in altri paesi; i pollini di Compositae pertanto rappresentano in Italia un problema allergologico meno grande che altrove. Questi pollini hanno tuttavia una aller- genicita intrinseca elevatissima. Le Cupressaceae sono state solo di recente rico- nosciute in Italia come un’apprezzabile causa di pollinosi. La loro pollinazione & massima negli ultimi mesi dell’inverno, da gennaio a tutto marzo. Le quantita di polline di Cupressaceae prodotte ¢ rilasciate in atmosfera sono immense (fig. 173), ma il fatto che la loro allergenicita sia piuttosto scarsa fa si che la prevalen- za della relativa pollinosi non sia particolarmente alta. Caratteristicamente in questa pollinosi invernale dominano sintomi di tipo oculare. Le Betulaceae com- prendono specie poco diffuse in Italia, ma non del tutto assenti; il loro polline ha una elevata allergenicité ed un certo numero di casi di sensibilizzazione @ stato Scansionato con CamScanner 934 Allergologia ‘ segnalato soprattutto nelle regioni del Nord. La famiglia delle Corylaceae com- prende sia specie spontanee che coltivate (Corylus avellana 0 nocciolo) e diversi casi sono stati descritti soprattutto in zone collinari con estese coltivazioni di quest’ultima pianta. Chenopodiaceae, Fagaceae e Plantaginaceae, benché repe- ribili nei campionamenti acrobiologici, sono responsabili solo di uno scarso numero di forme cliniche conclamate. Utilizzazione dei dati aerobiologici concernenti i pollini Lutilita di informazioni aerobiologiche ne! campo della epidemiologia, eziologia e storia naturale delle malattie allergiche connesse ad agenti dispersi in forma di aerosol @ owvia. A titolo di esempio, la prevalenza della pollinosi da olivo (a mala pena conosciuta come entita a sé stante alla fine degli anni ’70) poté essere stimata correttamente soltanto quando osservazioni concordanti, provenienti da diversi centri, richiamarono una maggiore attenzione su di essa, con i conseguenti affinamenti diagnostici. Una delle forme di rappresentazione pit diffuse della massa di osservazioni, che nel corso di una stagione pollinica vengono fatte per ogni singolo tipo di polline, é rappresentata dal «palinoaerobiogramma». Esso fornisce informazio- ni sufficientemente dettagliate, ma nel contempo ha il pregio della sintesi grafi- ca; a volte pud essere utile esprimere le concentrazioni come medie su periodi di tre o pid giorni o come valori di media mobile (un particolare espediente statisti- co atto a smorzare fluttuazioni non periodiche). Questo tipo di rappresentazio- ne delle informazioni aerobiologiche fornisce spiegazioni intuitive di importanti aspetti della storia naturale delle pollinosi, quali la stagionalita (costanza dell’in- sorgenza dei sintomi in un determinato periodo dell’anno e loro durata per un numero pit o meno fisso di settimane o mesi), la regolarita con cui i sintomi stessi si sviluppano durante la stagione, ecc. Prendendo ancora ad esempio la pollinosi da olivo, l'incremento esplosivo della quantita di polline, cui il paziente si trova esposto (fig. 176), spiega il rapido deterioramento delle sue condizioni respiratorie (quando si tratti di asmatici); in contrasto con altre forme di pollino: si, in cui un pid graduale sviluppo della pollinazione consente l’instaurarsi di meccanismi di controbilanciamento ed adattamento. Il cosiddetto «calendario pollinico» é una rappresentazione ancora piii sinte- tica ma decisamente pid globale di dati aerobiologici. In un unico istogramma sono rappresentati tutti i principali pollini allergenici per una determinata area ed il loro andamento nei vari mesi dell’anno. In figura 177 é riportato il calenda- rio pollinico di Bari. Questo tipo di rappresentazioni si basa necessariamente su interpolazioni semiquantitative ed @ destinato ad una utilizzazione pit approssi- mativa ma al tempo stesso pid vasta. Il calendario pollinico @ elaborato sulle medie di tre o pid anni di campionamento aerobiologico ed ha validita solo a livello locale. Un problema ampiamente dibattuto & quello della opportunita di comunica- re dati pollinici, per cosi dire, «bruti», espressi cioé in forma di medie numeri- che giornaliere, attraverso organi di informazione di massa (radio, televisione, quotidiani). Su questo tipo di informazione aerobiologica, destinata ad un pub- Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 935 Goryius Alnus: Betullaceae Cupressaceae SS era FTP Tel F Parietaria E Platanaceae Graminaceae Plantaginaceae Tompositae Fagaceae A a I Oleaceae BEDE oO Chenopodiaceae I Mercurialis E i E gen. fed, mar apr. mag. gu. lugh ago. set olt. nov. dic. (bassa stagione (Cimedia stagione atta stagione Fig. 177. - Calendario pollinico di Bari: alta stagione, media stagione e bassa stagione. blico vastissimo, restano molte perplessita, nonostante i numerosi esempi, so- prattutto all’estero, e I’interesse che iniziative di questo tipo hanno sempre suscitato. Noi riteniamo che la traduzione di cifre (a cui é difficile dare un significato corretto anche per provati allergologi) in un linguaggio semiquantita- tivo ed analogico (diversi colori, diverse intensita di colore, simboli di pericolo, ecc.) sia pid adatta e, soprattutto, utile all’«uomo della strada». Altri campi in cui la disponibilita di corrette informazioni aerobiologiche puod avere considerevoli conseguenze sono quelli della diagnosi, terapia e pre- venzione farmacologica (prevenzione terziaria) delle pollinosi. La diagnosi delle pollinosi é una diagnosi strettamente eziologica, che non pud essere posta con il necessario grado di precisione se non sulla base di protocolli che tengano conto delle caratteristiche locali, sia per quantotriguarda l’anamnesi, sia per quanto riguarda la composizione delle collezioni allergeniche per skin prick tests RAST. Dal punto di vista terapeutico, la delicata conduzione dell’immunotera- pia allergenica, con la necesita di ridurre o sospendere le somministrazioni in presenza di elevate concentrazioni polliniche, cosi come I'uso di farmaci ad azione preventiva possono essere grandemente facilitati ove si disponga di at- tendibili dati aerobiologici. Miceti L’allergia a miceti é da lungo tempo conosciuta ed ampiamente documenta- ta. Le specie potenzialmente allergizzanti sono numerosissime; tuttavia, nono- stante la quantita a volte sorprendente di spore fungine che é possibile ritrovare Scansionato con CamScanner 936 Allergologia sia in campionamenti in aria atmoferica che in aria confinata, la loro importanza allergologica & decisamente inferiore a quella dei pollini, almeno in Italia. Le spore fungine sono elementi riproduttivi dei funghi, sia perfetti che imperfetti, e vengono rilasciate nell’aria allo scopo di assicurare la riproduzione sessuata o asessuata a distanza della specie; hanno dimensioni comprese tra i pochi micron ed i 200 je contengono molecole potenzialmente allergeniche. Tra i generi di pid frequente riscontro in aria atmosferica e di comprovata allergenicita, si possono menzionare il Cladosporium e V’Alternaria; tra i generi di maggior interesse per gli ambienti coltivati si possono citare il Penicillum e !’Aspergil- lum. Per una trattazione sistematica si rimanda alle fonti citate in bibliografia. Acari La polvere di casa, come fonte di allergeni, & stata ampiamente studiata dal punto di vista dell’aerobiologia. Il potere allergizzante di questo materiale era ben noto gid nei primi decenni di questo secolo, ma solo negli anni "60 Voor- horst e coll. dimostrarono che tale attivita era strettamente legata alla presenza di un acaro, il Dermatophagoides pteronyssinus (fig. 178). Altri acari responsa- bili dellallergia alla polvere di casa sono il Dermatophagoides farinae e V Eu- roglyphus maynei. ll Tyrophagus putrescentiae, il Glycyphagus domesticus, il Lephydoglyphus destructor e \'Acarus siro sono invece specie associate preva- Jentemente a sensibilizzazioni manifestantesi in ambiente rurale; essi sembrano inoltre avere un'importanza maggiore in paesi in via di sviluppo, rispetto ai paesi industrializzati, e sono noti anche come acari delle derrate alimentari o acari minori. Resta da chiarire perché solo un piccolo numero di specie, tra le circa 50.000 conosciute, sia causa di allergia. Dermatophagoides pteronyssinus e Dermatophagoides farinae sono comunque di gran lunga le due specie pid im- Fig. 178. - Dermatophagoides pte- ronyssinus (Archivio Abelld, Ma- drid, Spagna). Scansionato con CamScanner Aerobiologia allergologica 937 portanti e pid studiate, anche se non tutto il potere allergizzante delle polveri domestiche é rapportabile a questi due agenti. L’aerobiologia si occupa soprat- tutto di indagare le condizioni di sviluppo degli acari, che hanno dimensioni di qualche centinaio di micron, e le modalita di produzione e dispersione delle particelle aerodiffuse che ne veicolano gli allergeni. Le tecniche adoperate in questo campo sono di tipo morfologico, colturale e chimico (determinazione di sostanze, come la guanina, correlabili al numero di acari presenti in un determi- nato campione di polvere). Una parte considerevole dell’allergenicita degli acari 2 legata alle loro particelle’fecali, che hanno un diametro che approssimativa- mente si aggira intorno a 1 y, e ad altre particelle di dimensioni variabili, deriva- te dalla polverizzazione degli acari morti; gli acari in quanto tali sono troppo grandi per poter essere inalati. Gli acari e soprattutto il Dermatophagoides pteronyssinus sono estremamente sensibili alle variazioni microclimatiche. Le condizioni ideali di sviluppo sono costituite da una temperatura di 25° e ad una umidita relativa dell'85%. L’umidita relativa in particolare pare essere un fatto- re molto importante per la crescita degli acari, che cessa completamente sotto il 45%. Queste osservazioni hanno permesso di spiegare la stagionalita che a volte si riscontra anche nella sintomatologia di soggetti con questo tipo di allergia; caratteristica é la comparsa in prima istanza dei sintomio la loro riacutizzazione nella tarda estate e nella prima parte dell’autunno, quando cioé le condizioni di temperatura ed umidita si avvicinano a quelle ideali. Altri campi di investigazio- ne sono quello degli acaricidi (sostanze in grado di eliminare selettivamente gli acari oppure ridurne lo sviluppo oppure denaturare gli allergeni contenuti nelle deiezioni) e quello delle misure di prevenzione passiva (filtri, depuratori, appa- rati di aspirazione). Tra Dermatophagoides pteronyssinus ¢ Dermatophagoides farinae esiste una larga ma non completa crossreattivita. Derivati epidermici L’epidermide di mammiferi @ potenzialmente fonte di una gran quantita di proteine allergeniche, suscettibili di essere veicolate dall’aria di ambienti confi- nati. Tuttavia questa evenienza si realizza solo nel caso di animali con i quali di fatto viene stabilito uno stretto rapporto gi convivenza. In particolare il gatto ed il cane sono responsabili di un rilevante numero di casi. L’allergene maggiore del gatto é risultato essere associato oltre che alla cute ed alle secrezioni sebacee dell’apparato pilifero anche a proteine contenute nella saliva, che l’animale diffonde leccando frequentemente il proprio pelo; da questo gli allergeni passa- no all’aria sotto forma di particelle essiccate di dimensioni tanto piccole da poter raggiungere agevolmente I'ambiente polmonare profondo. Altri mammiferi noti come causa di allergia sono il cavallo, i bovini ed i roditori; questi ultimi interes- sano sia soggetti professionalmente esposti (addetti a stabulari, ricercatori) sia persone (soprattutto bambini), che li allevano come animali da compagnia (cri- ceto, cavia). I derivati epidermici costituiscono un’altra importante componente dell’allergenicita delle cosiddette polveri domestiche. Scansionato con CamScanner

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