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Il "Buon" Barbarossa

Author(s): G. Bonfante
Source: Romance Philology, Vol. 1, No. 2 (November, 1947), pp. 148-153
Published by: Brepols; University of California Press
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/44939667
Accessed: 30-12-2020 06:29 UTC

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I48 ROMANCE PHILOLOGY
substitutes W (voiceless w) for /, as in ka-J
macha substitutes the consonant cluster hpy
11) The French consonants c , my ny py
Tunica k, m, n, p, s, and t, respectively, as
te' ni .

12) It would appear that in taking over the word tricoter as ko'tiy the
Tunica dropped the first syllable, and this could be explained on the
basis of the fact that Tunica verb stems rarely have more than two
syllables. (The word te' suni has a special explanation, given below.) On
the other hand, it is also possible that the local French pronunciation
of tricoter is 'coter. Since I did not record the local French term, I do not
know which explanation is the true one.
13) Certain changes are at present unexplainable, viz., the addition
of the h in su'hpi < souper and the loss of the second t in tinter , which
was taken over as te' ni.
14) The most interesting change that has taken place is the morpho-
logical treatment accorded to the word te1 suni. Since most Tunica verb
stems are disyllabic, te'suni has been interpreted as a verb stem
te' su + -ni y a causative suffix. The causative suffix is regularly used in
the infinitive and some other morphological forms of causative verbs.
But certain other morphological situations regularly call for the use of
a paradigmatic form of the causative auxiliary -?u'ta and in these situ-
ations the causative suffix -ni must be dropped. Therefore a paradig-
matic form like te's?utay" he ate breakfast" ( Cte'su + -^u'ta) shows that
te'suniy despite its French origin, has been completely adapted to the
morphological structure of Tunica. Note that./*'»/, "to ring," and
ti' ni y "to dine," are not treated as causative verbs, because they have
only two syllables, and it is therefore not necessary to interpret -ni as a
suffix whenfitting these stems into the normal stem patterns of Tunica.
Mary R. Haas
University of California

Il "buon" Barbarossa

Nella sua garbata risposta alle mie critiche, L. Kochnitzky ( Ren


sancey II- III [1944-1945], p. 532) cita il famoso verso dantes
"buon Barbarossa / di cui dolente ancor Melan ragiona" ( Pu
XVIII, 119) per provare che Dante non poté provare né ammiraz
3 Taken from my own field notes on Natchez.
4 Morris Swadesh, Chitimacha (in Linguistic Structures of North America , by Harry Ho
others, 1946), p. 312*.

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MISCELLANEA 1 49

né simpatía alcuna per


di Benvenuto da Imola
phator et corpore pul
n'est pas lui-même bie
Questa aporia è nata
testo dantesco il senso m
feroci e duri che non
buono si avvicina a "m
Petrocchi, Novo diz . un
Di persona vale Pacifica,
gènte, benigno, senza ch
d'ironia o con qualche ag
ma non tre volte bòno . E il

È evidente che questo


di Milano.1
Per risòlvere il proble
Padre Pompeo Ventur
idea cosi assurda che
cercare altrove.
Intanto, nessun comm
altro passo dantesco, Inf
Qual è colui che si pr
della quartana, c'ha
e triema tutto pur g
tal divenn'io alle pa
ma vergogna mi fé
che innanzi a buon s

La situazione è chiaris
1 Cf. anche p. es. il recentiss
buono , p. 215: "Un buon uom
omo)* " Lo stesso senso à bon
p. 368, accezione 14a: "Simpl
croire ce que dit chacun. Nos p
nos pères d'imbéciles (Voltaire
d'importance (Bossuet, Aver
'sencillote' {buen hombre).**
La stessa evoluzione semàntic
simili, in altre lingue europee
nello slavo dobrü (probabilmen
il dizionario di Grimm, rivedu
und anord. Zeugnis ist in anw
(I B) und terminologisch als St
wie ja gobs im gotischen gleich
2 Vedi sulla questione il comm
dantesca (Milano, 1896), pp. 18

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150 ROMANCE PHILOLOGY
si fa forza di fronte a Virgilio, p
gogna lo minaccia, di quella vergog
sfigurare davanti al buon signore,
si aspetta dal suo servo un simil
interpretazione possibile, giacch
mente paragonato al buon signore
vergogna (di fronte al signore) fa f
commento lipsiense ("la qual ver
valoroso signore") ed altri (per
vergogna, che suol rendere forte
gnore"); cf. anche G. Federzoni (
1919). L'interpretazione di Tor
1920), che intende buon signore ne
del tutto inadatta alla situazione
gioso" in questa circostanza, ma
Un altro fatto che sembra dimen
italiani nel senso di 'prode,' 'valo
e condensa le virtù cavalleresche
cavalieri. Cosi Ariosto, Orlando Fu
Qual ragion fia che '1 buon Rug
Si che non voglia ora pigliar di
D'Angelica gentil, che nuda t
Nel solitario e commodo bosche

E XV, 15:
Dico che il corno è di si orribil suono
Ch'ovunque s'oda, fa fuggir la gente.
Non può trovarsi al mondo un cor si buono
Che possa non fuggir come lo senté.

E XX, 36:
Dopo molť anni alle ripe omicide
A dar venne di capo un giovinetto,
La cui stirpe scendea dal buono Alcide
Di gran valor ne Tarme, Elbanio detto.

3 Virgilio gli aveva infatti detto (vv. 81 seg.):"Or sie forte ed ardito. Omai si scende per si fatte
scale," cosi come altra volta lo aveva esortato (III, 15): "Qui si convien lasciare ogni sospetto;
ogni viltà convien che qui sia morta."
4 Cf. pero anche Boccaccio, Novella 17: "Ora io vo; aspettati e sta di buon cuore." Anche
l'Italiano moderno del resto dice ancora: "Sta di buon ànimo," e simili. Ma buon cuore à oggi
senso tutto diverso.
5 Cf., per i passi ariosteschi, il commento ai passi di Pietro Papini (Firenze, 1903) e il Manuale
ariostesco di G. B. Bolza (Venezia, 1866), p. 59. Si noti in particolare quanto stonerebbe il senso
moderno di buono nel primo passo citato dell' Ariosto.

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MISCELLANEA I5I
E XXVII, 14:
Al Re Gradasso e al
Ch'eran fatti compag
De la piena d'error
Di venire in soccorso

E XXXII, 4:
Per tutto 'l regno fa scriver Marsilio
Gente a piedi, e a cavallo e trista, e buona

E XXXII, 84:

Qui stando, venne a capitarci il buono


Tristano, et una donna in compagnia
Liberata da lui poch' ore inante,
Che traea presa a forza un fier gigante.

E XLIV, 24:
E che l'eletta ella [Brad.] de l'arme dona
Senza mirar chi sia di lor, che chiede.
E lo potea ben far, perch' era buona
Con tutte l'arme, o sia a cavallo o a piede.6

E Tasso, Gerusalemme liberata^ III, 16:

Il buon Tancredi, a cui Goffredo accenna,


Sua squadra mosse, ed arrestò l'antenna.

E Caro,7 Eneide , ed. Lipparini (Torino, 1926), I, 312:

E con essi del vin, che il buon Aceste


A l'uscir di Sicilia in don gli diede.

6 Buono sembra avere lo stesso senso in XXXI, 98: "Dicendo: 'Senza voi dunque noni sono / A
chi m'oltraggia per risponder buono?' " (dove però si potrebbe anche pensare al senso di 'capace,
atto a': cf. Ital. mod. buono a niente ecc.). Inoltre migliori in XXXI, 56 significa evidentemente
'più valenti,' e si oppone chiaramente al più rei del v. 4 della stessa stanza (glosato con 'inferiori,
meno valenti' da G. Campari, ediz. Hoepli [Milano, 191 5], p. 569, e con 'peggiori, meno valorosi'
da P. Papini). In antico Italiano (e ancora in Ariosto) reo> río significan 'cattivo,' cioè l'opposto
di 'buono'; e se buono significava 'valente,' rio significava 'vile, codardo, inetto alle armi'; cf.
anche il passo XXXII, 4 (citato nel testo) dove buono 'valente' è opposto a tristo 'vile, inetto alla
guerra' (tristo in Italiano antico, e in parte anche in Italiano moderno, è l'opposto di buono: i buoni
e i tristi).
7 Traggo i passi del Caro da Tommaseo-Bellini (che pero non glosa), s. v. buono ; in I, 312 (che
traduce 1, 195) e in XI, 156 (che traduce XI, 106) già il testo latino à bonus; invece in I, 356 (che
traduce 1, 222), il testo latino k/ortis.

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I52 ROMANCE PHILOLOGY
E ivi, 356:
Enea vie più di tutti, e di pietāte
E di dolor compunto, il caso acerbo
Or d'Amico or d'Oronte, e Lieo e Già
Ne' sospir richiamava, e 'l buon Cloanto.

E XI, 156:
... Il buon Troiano
A le giuste preghiere, ai lor quesiti
Che di grazia eran degni, incontinente
Grazioso mostrossi. ...

Non pare dunque dubbio che Benvenuto da Imola abbia ragione, e


che buon Barbarossa voglia dire "il coraggioso/' "il prode," "il valoroso
Barbarossa"; che se certo quell'imperatore non fu buono nel senso mo-
derno della parola, d'altra parte il coraggio e il valore militare non gli
si possono negare. Con quel verso dunque Dante non condannò né difese
né Barbarossa né i Comuni Lombardi; si limitò ad affermare - come
tutti i contemporanei concordi - che quell'imperatore fu "valentissimo"
e "glorioso."
Lo stesso senso di bonus appare anche nello spagnolo dal sècolo XVI
al sècolo XIX, mentre manca nella lingua moderna (l'assenza di testi-
monianze per i sècoli precedenti il XVI sarà dovuta certo al caso). Cf.
Guevara, Cartas , ed. Riv., t. XIII, p. 79: "Grandes voces daban todos
los hombres al cónsul Escipion, para que los dejase salir fuera a pelear
como buenos "; Cervantes, §>uijotey I, 4: "Pues qué me dirán del bueno
de don Cirongilio de Tracia, que fué tan valiente y animoso" (cf. Dice,
histor . de la lengua esp.y Acad. Esp., Madrid, 1936, t. II, pp. 368 s.; R. J.
Cuervo, Diccionario de la lengua castellanay Paris, 1886-93, t- I> P- 908,
dove troverai varí altri esempi).
E similmente nell'antico francese (ma non nel moderno) : "Franceis
sunt bony si ferrunt vassalment" ( Chanson de Rolandy 1. 1080) ; cf. Tobler-
Lommatzsch, Altfrz. Wtb.y 1. 1, p. 1050; Bertoni, La Chanson de Rolandy
(Firenze, 1935), p. 165, traduce: "I Francesi sono valorosi e colpiranno
da vassalli." - "Rolant est proz e Oliver est sage. / Ambedui unt mer-
veillus vasselage. / Puis que il sunt a chevals e as armes / Ja pur mûrir
n'eschiverunt bataille. / Bon sunt li cunte e lur paroles haltes" ( Chanson
de Rolandy 1. 1093 sgg.; Bertoni traduce: "valorosi sono i conti"). La
situazione è dunque in tutto parallela a quella dell'Italiano, e richiede
una soluzione comune.
Questo senso di buono è già nel latino bonus , ed è forse proprio il senso

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MISCELLANEA 1 53
pió antico in latino (è il
come Benvenuto, con "
Meillet, Diet .2, p. 113:
pour àyatìós; il y a que
Epist. ii, 9, i: 'multae et
195: 'bonum etiam pro
dal Thesaurus (e anche L
Invece in italiano moder
quest'uso è interament
inintelligibile ai comme
anno mai alcun dubbio!)
le qualità eminentement
essenzialmente guerrie
virtù soprattutto stimar
in cui, con il Rinascimen
una concezione della vit
coltivare le arti e le scie
guinosi.10 E forse non è
mento penetrò assai poc
parte le antiche virtù m
personale, l'aggettivo bu
senso di "valente, coraggio
G. Bonfante
Princeton University

Some Necessary Immediate Objectives in Dante Study


A decade and a half ago I read before a group at the Thirty-Fourth
Annual Meeting of the Philological Association of the Pacific Coast, at
the request of its then President, Max Radin, a paper with the title
given above. Since that November day in 1932 several of these objec-
tives have been fully or partly met. Now that some order is beginning
to be brought about in the wreckage from the Second World War, it
8 Nello stesso senso bisognerà intèndere anche il buono Augusto di /»/., I, 71; ché neanche
Augusto si può davvero dir buono nel senso moderno della parola; ma ebbe invece insigni glorie
militari, ed allargò e consolidò i confini dell'impero.
9 Credo ùtile aggiùngere che nessun vocabolario italiano, per quel che o visto, dà per buono il
senso da me qui studiato; il che indica a che ne siamo con gli strumenti necessari allo studio
della lingua italiana.
È naturalmente tutťaltra cosa il dire buon capitano , buon generale , buon ufficiale , buon soldato
ecc., come ancor oggi si dice; perché qui s'intende buono (cioè 'àbile,' 'capace,' 'atto,' 'esperto') in
quanto capitano, generale ecc., cosi come si dice buon falegname , buon mèdico , buon operajo ecc. ecc
V Montaigne dice dei principi italiani che aspirano più a diventare ingénieux et savants, que
vigoureux et guerriers."

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