UNITA?2 Tacito
¢ ippiche, musica ¢ canto. La svolta politica del regno & nel 62¢
umente in relazione con la morte di Afranio Burro, ilritiro di Seneca e Pa-
a figura del nuovo prefetto del pretorio Tigellino, quasi un seconda
Da questo momento leliminazione fisica delle persone sgradite e degli oppositori, veri o
presunti, diventa pratica consueta; le stravaganze, gli eccessi, le crudelta del principe (che,
sospettato dal popolo di aver provocato nel 64 il rovinoso incendio di Roma, ne addossa
la colpa ai cristiani, dando inizio alla prima persecuzione) portano infine, nel 65, all’or-
ganizzazione di una vasta congiura capeggiata dal nobile Gaio Calpurnio Pisone, Il tra
dimento di un servo sventa la progettata uccisione del tiranno e da origine a una lunga
serie di delazioni, arresti e condanne.a morte. Tra le morti di personaggi illustri spiccano
quelle di Seneca, Lucano e Petronio (> p. 227).
In quest opera la narrazione_procede anno per-anno, con la consueta alternanza di vi
cende interne ed esterne. Si nota tuttavia un’accelerazione del racconto rispetto alle His-
toriae: i libri rimasti abbracciano da un minimo di due a un massimo di nove anni cia-
scuno. Inoltre con lo schema annalistico Tacito combina unita compositive pitt ampie,
corrispondenti ai singoli regni, ciascuno dei quali strutturato attorno alla figura dell"im-
peratore, vero centro della narrazione, come si deduce con evidenza dalla sola sezione
giuntaci quasi per intero, quella dedicata a Tiberio.
Accanto alle figure degli imperatori ~ su ciascuno dei quali lo storico formula, o pit spes-
0 lascia emergere, un severo giudizio di condanna ~ compaiono molti altri personaggi,
alcuni dei quali assumono grande rilievo, senza tuttavia mai assurgere al_ruolo di prota-
‘gonisti: Ie loro azioni e le loro vicende sono per lo piti considerate nella misura in cui in-
terferiscono con quelle del principe, influenzandone il comportamento e provocandone
6. Laconcezione storiografica di Tacito
Nell'accingersi allattivita storiografica Tacito si trovava di fronte a.una.tradizione che
aveva elaborato da tempo le regole e gli schemi del genere ¢ che aveva gi avuto rappre-
sentanti illustri quali Sallustio e Livio. Ad essa egli fa esplicito riferimento accettandone
le norme, a partire dai fondamentali principi della veridicita e dell’imparzialita, che ri-
vendica nei proemi delle sue opere.
La preoccupazione di indagare e ricostruire il vero @ certamente autentica e seria @ l'in-
tenzione di esporlo obiettivamente. Tacito si dedicd infatti con grande diligenza e scru-
polo alla raccolta di informazioni e notizie, mettendo a conffonto ¢ utilizzando fonti non
soltanto letterarie, ma anche documentarie (verbali delle sedute del Senato, raccolte di
discorsi lettere ufficiali di imperatori), cui aggiunse, per gli eventi pitt vicini nel tempo,
‘estimonianze orali di persone che avevano assistito ai fat
‘Quanto alle proclamate obiettivita e imparzialita, Tacito vi insiste particolarmente con
formulazioni che sono diventate proverbiali: nelle Historiae afferma di voler esporre l'o-
perato di ognuno «non con benevolenza... senza odio» (neque amore... et sine odio: I, 1, 3);
[423]
tga-95
Laeongiura
pisoniana
lasua
repressione
Unita
compositive
corispondenti
al singoll regni
Veridicita:
le fonti
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Obiettivita
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Moralismo:
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Impoverimento
dei contenuti
tiepetto
al predecessori
tacqusa
Stgo_
Necessita
el principato,
causaed effet.
ella decadenza
negli Annales dichiara che intende narrare i fatti «senza animositA né simpatia» (sine ira
et studio: I, 1, 3).
Lo storico attua tuttavia tale proposito in un modo peculiare, che costituisce uno dei ca-
ratteri pit originali della sua arte. Egli presenta infatti frequentemente pit interpretazio-
ni di un fatto, senza prendere apertamente posizione a favore dell'una o delPaltra; la stes
sa tendenza lo porta a citare spessissimo rumores (“dicerie, voci”), che egli inserisce con
incredulita e sceticismo, in quanto provenienti per lo pit dagli strati pit bassi della po-
polazione. Lo scrupolo di registrare tutte le versioni finisce cosi per tradursi in..un rac-
conto ambiguo, spesso anche tendenzioso, per il rilievo conferito a determinati elementi
2 scapito di altri: un racconto che, pur senza giungere ad alterare i fati, ne orienta impli-
citamente l'interpretazione in una determinata direzione.
Avvalendosi inoltre det diritto-dovere rivendicato dagli storici antichi di valutare gli even-
ti, Tacito formula severi giudizi di condanna sui difettii vizi e le debolezze dei personag-
non sfugge quasi nessuno. Al di la di un atteggiamento sostanzialmente ostile nei_
confronti degli imperatori (che in parte pud derivare dalle fontifilosenatorie utilizzate),
‘emerge dalle opere di Tacito una concezione profondamente pessimistica della natura
‘umana, una tendenza a scorgere o a sospettare di ogni atto le motivazioni meno nobili, ad
accteditare 0 a suggerire, tra molte, quasi sempre Pinterpretazione pit sfavorevole.
Della diversita della sua storiografia rispetto a quella dei predecessor Pautore ha del re-
sto una piena e quasi dolorosa consapevolezza, che traspare dalle dichiarazioni inserite i
tun passo degli Annales. Dopo aver rferito di una lunga serie di processi di lesa maest&
svoltisi sotto Tiberio, egli osserva che gli eventi che deve narrare sono ben poca cosa ri-
spetto a quelli del passato.
La causa di questo impoverimento dei contenuti @ individuata da Tacito nel nuovo clima
‘Gissts__ Politico verificatosi «dacché le condizioni sono cambiate ¢ la situazione di Roma non
re giversa che se comandasse uno solo» (IV, 33, 1). Nonostante id, «non sara senza frutto—
afferma lo storico ~ indagare queifatti a prima vista di scarsa importanza, dai quali han-
no origine mutamenti di cose grandi» (IV, 32, 3).
In effetti emerge in Tacito una nuova impostazione che non fa pit dei grandi eventi mi-
ltar e civil i eentro della narrazione: i temi che interessano maggiormente lo storico so-
no lo seadimento della classe senatoria, gli intrighi di corte, le lotte peril potere. La com~
ponente politica e morale, che aveva gia assunto grande risalto soprattutto in Sallustio,
viene accentuata ed esasperata e diviene l’clemento portante della nartazione storica.
Idea centrale é la necessitd, o meglio neluttabilita del principato, causa ma anche effet-
to della decadenza morale, politica e intellettuale della societa romana e in primo luogo
della sua classe dirigente, di cui lo storico rileva in particolare, con sdegno e disgusto, la_
propensione all'adulazione e al pit basso servilismo nei confronti dei principi, La sua at-_
tenzione si concentra sui rapporti sempre difficili tra imperatore e Senato e sul! insoh
bile problema di come si possa garantire allo Stato un principe capa: imperii cio allal-
tezza di un cosi alto compito, energico e illuminato al tempo stesso.
Mentre é una costante del suo pensiero Ja convinzione che la liberta repubblicana si pud
ammirare e rimpiangere ma non resuscitare, muta invece Patteggiamento verso il potere
assoluto a mano.a mano che egli ne approfondisce e ne indaga la natura. Dallesaltazio-
[424]
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unUNITA12 Tacito
,nell’Agricola e nel Dialogus, degli aspetti positivi del principato, quando esso sia nel- — Visione
Je mani di imperatori come Nerva e Traiano,'autore passa a una considerazione pro- 2"
gressivamente pit amara dell’altissimo prezzo che sono costati (e che possono ancora ® pessimistica
costare) lordine ¢ la tranquillta che esso garantisce. Se nelle Historiae afferma che «fit
nell’interesse della pace che tutto il potere fosse affidato a.un solo uomo» (I, 1, 1),negli At87
Annales esprime la medesima opinione in questo modo: «alla discordia della patria. non
Cra stato altro rimedio che il governo di uno solo» (non aliud discordantis patriae reme-
di fuisse quam ut ab uno regeretur: 1,9, 4): la metafora medica del remedium evocal'i-
dea di un intervento necessario,ma doloroso.
Riprendendo e approfondendo la linea della storiografia sallustiana, Tacito prende atto
della profonda crisi che ha portato alla fine della repubblica, della degenerazione della
classe senatoria e della scomparsa del popolo come entita politica; si rende conto che il
processo @ irreversibile, ma d’altra parte non pud aderire con entusiasmo e convinzione Mette
al principato, e anzi concentra la sua attenzione sugli aspetti negativi e oscuri dell’opera- aire
to dei principi. Proprio da questa posizione lucidamente disincantata deriva il fascino di ~eoseut.
uno storico che non ha ideali né soluzioni da proporre, ma che non per questo rinuncia
a giudicare con severita, e spesso con ferocia, la realtA che rappresenta.
Take La prassi storiografica
11 modo particolare di aggredire la realta, scandagliata nei suoi intimi rapport di potere, _ Importanza
propone il personaggio come elemento principale della narrazione: in Tacito @ ripresae “1 P®"9"*!
accentuata la tendenza, presente gid in Sallustio, a porre in primo piano l'individuo (in-
nanzitutto Pimperatore), da cui dipendono ea cui fanno riferimento i fatti, eure xf.
4i Tacito si avvicina alla biografia; tuttavia, cosciente di Site ite
sta rischiosa analogia, Pautore reagisce escludendo i particolari pitt minute futili (di cui src tasaen
sono intessute invece le Vite di Svetonio > p. 365): egli sa distinguere lucidamente la di-
‘mensione publica dei suoi personaggi, evitando con cura Pangustia del biografismo.
IL grande risalto dato ai personaggi spinge lo storico a cercare con particolare attenzione
(seguendo anche in questo l’esempio sallustiano) le cause delle azioni nell'animo umano e
a dare particolare rilievo, nellinterpretazione dei fatt, alle motivazioni interior, alle pas-
sioni (tra cui spicca la brama di potere) e ai sentimenti (come I’invidia, la paurae il sospet-
to). Limpostazione politica e moralistica diuna storia incentrata sui personaggitrova cos Pofend
il suo sostegno nella profondita e nelfa finezza dijin'acutissima indagine psicologica. Palelogies
‘Numerosi sono i procedimenti con cui Tacito costruisce le sue figure. In primo luogo ri-
corre al ritratto, impostato secondo la maniera sallustiana, ossia trascurando quasi sem-
pre le caratteristiche fisiche per concentrarsi sulle qualita e sui difetti morali. Il ritratto io!
Pud essere inserito quando il personaggio compare per la prima volta nel racconto, op-
pure, secondo un uso gid presente in Livio, pud Consistere in un epitafio, che segue im- Uepitaio
mediatamente Ja descrizione della morte e che comprende i dati steriori essenziali (fa~
miglia, attivita, carriera), un’analisi del carattere, un riepilogo della parte avuta negli
un giudizio conclusivo.Personagal
mit
econtraddttort
Storiografia
*drammatica”
inion’ del
iscsi ret
UtBB-B9
Discorsindireti
Ampio spazio
dato
agli elementi
patetici
—te2_
Lattenzione dello scrittore si concentra in modo particolare sui personagei mixti, quelli
cio’ in cui coesistono caratteristiche tra loro opposte ¢ apparentemente inconciliabil
(esemplare @ a questo proposito il ritratto di Petronio > p. 226), e sui comportam:
contraddittori e non prevedibili (come avviene nelle Historiae per Otone che, divenuto
imperatore, smentisce con il suo eroico suicidio le previsioni che i tratti neroniani della
sua personalita inducevano a fare su di lui).
‘Al prevalere dei personaggi sugli avvenimenti si accompagna in Tacito un uso accentua-
to dei moduli della storiografia “drammatica’, assai pit diffusi rispetto a Livio 0 a Sallu-
stio stesso. Frequenti sono anzitutto i discorsi diretti, per lo pid libere creazioni dell’au-
tore, ma che talora appaiono rielaborazioni di orazionieffettivamente promunciate. Essi
assolvono soltanto, in modo eccellente, la funzione di illustrare “drammaticamente” un una
situazione o di caratterizzare una determinata figura, ma sono anche impiegati per svi
luppare temi politici generali che stanno particolarmente.a cuore allo storico. In una si
tuazione appropriata un personaggio diventa portavoce dell’autore e ne espone con.clo-
quenza le riflessioni: di questo tipo sono, ad esempio, il discorso di Galba a Pisone, o la
lucida, realistica analisi del governo romano nelle province attribuita a Petilio Ceriale.
Numerosi sono anche i discorsi indirett. Talvolta essi adempiono, senza interrompere il
flusso narrativo, alla medesima funzione di quelli diretti; pit spesso espongono con-
siderazioni, commenti, congetture, giudizi di determinati gruppi di persone o, pitt in ge-
nerale, della gente. Questo espediente consente al narratore di delineare, tenendosi in
disparte, lo sfondo e ’atmosfera in cui si muovono gli eventi o di anticiparne le conse-
guenze.
Movimenta infine la narrazione Pinserzione di un gran numero di descrizioni di morti
tragiche, ora abiette come quella di Vitellio (Historia, Ill 84-85), ora nobilmente af-
frontate con dignita e coraggio, come quelle di Otone (Historiae, Il, 47-49) o di Seneca
(> Testi a confronto, pp. 137 s.); narrazioni di supplizi che indugiano sullo spavent
sullo strazio delle vittime (Annales, V, 9); descrizioni particolareggiate di catastrofi, come
Pincendio di Roma (Annales, XV, 38); il rilievo dato ai repentini mutamenti di fortuna e
alle carriere rapide ma esposte a cadute rovinose, come quella di Seiano.
Tutti questi procedimenti, volta sollecitare la partecipazione emotiva del lettore, confe-
riscono al testo tinte fortemente drammatiche e patetiche, che concorrono a formare
quel quadro cupo e fosco in cui lo storico trasfonde la sua concezione sdegnosa, triste ¢
amara del mondo e dell'uomo.
ats La lingua elostile
Lo stile di Tacito non & omogeneo ¢ compatto,.
ti talora anche all’interno della stessa opera. Si? gia parlato dello stile dell Agricola e del
Dialogus (> pp. 416 ¢ 419); la Germania risente anche stilisticamente delle fonti etno-
grafiche da cui deriva. I] tipico stile tacitiano ¢ dunque quello delle Historiae ¢ degli An-
nales, che si pud considerare sostanzialmente unitario.
(426)
a 99 fgUNITA 12 Tacito
gravita, molto lontano dail'uso comune, che non soltanto risponde alla riconosciuta esi
sgenza di adeguare la forma al genere alto della storiografia, ma fonde in un risultato 01
ginalissimo elementi tratti dalla tradizione, caratteri dello stile contemporaneo e prefe-
renze e scelte personali.
Pur tenendo presente il modello liviano soprattutto nei discorsi e nelle descrizioni di luo-
ghi edi battaglie, Tacit patticolar mado,anche in campo stilistico, a Sallustio,
di cui si colgono reminiscenze e allusioni inserite in punti cruciali del racconto, e di cui &.
condivisa la predilezione per i termini rari e per determinati costrutti.
La lingua é caratterizzata da una coloritura arcaica (anche se meno accentuata che in Sal-
lustio) e poetica. Sono abbandonati gli arcaismi fonetici del tipo quom per cunt, lubido
per libido, faciundus per faciendus. Sono invece molto frequenti quis per quibus, la desi
nenza -ére per la terza persona plurale del perfetto indicative (comunissima anche in Li-
vio) e forme del tipo foremt per essem,
Ucolorito poetico é ottenuto sia con espressioni e metafore tratte da Virgilio e talvolta da
Lucano nesiecostruttiricercat esuggestivi (ad esempio vesperasente dic, spes-
s0 usato in luogo del semplice vesperi, “venuta la sera’, “di sera”; 0 espressioni come vana
rumoris, “vane dicerie”, tacita suspicionum, “taciti sospetti’, per i pitt comuni vani rumo-
res ¢ tacitae suspiciones) sia con usi tipici della poesia come 'impiego del verbo semplice
per il composto (rapio per arripio, terreo per deterreo, firmo per affirmo ecc.).
I.vocabolario & molto ricco (la morte e la paura, di primo piano in Tacito, sono rappre-
sentate con Pintera gamma dei termini disponibili in latino), ma anche severamente ¢
curiosamente selettivo. Lo storico evita infatti, com’é naturale, termini “bassi” e volgari,
che molte parole comuni e banalis inoltre (sempre allo scopo di conferire dignita e
solennita alla sua prosa) esclude accuratamente i grecismi e molti termini tecnici, che so-
e con perifrasi.
‘Ad esempio al posto di saliva usa excrementum oris (“secrezione della bocca”); per indi-
care vanghe e zappe ricorre all’elaborata perifrasi per quae egeritur humus aut exciditur
caespes (“gli strumenti con cui si scava la terra o si spezzano le zolle”: Annales, I, 65, 7).
La peculiarita pid-vistosa della prosa tacitiana @ costituita perd dalla costruzione delle
frasi, cui struttura sintattica e procedimenti retorici conferiscono una brevitas, una con-
cisione ¢ una pregnanza eccezionali, superiori a quelle del modelo sallustiano.
Frasi nominali ela quasi costante ellisi di sum, asindeti, zeugmi semantici o sintattici, se~
rie di infiniti descrittivi, abbondanza di costrutti participiali sono gli espedienti, gia sal-
lustiani, che conferiscono all’esposizione un andamento rapido e conciso. A essi si ag-
giungono caratteri propri della lingua e dello stile del I secolo d.C.: un uso assai pitt
libero, rispetto alla prosa classica, del participio, del gerundio, dell’ablativo assoluto.
Lesempio di Sallustio ¢inoltre seguito e sviluppato con notevole audacia nel ricorso al
la variatio, che diventa spesso la cifra pid caratteristica di uno stile fortemente asimme
trico, tormentato e dificil
Gli esempi sono innumerevoli, dai pit semplici (quidam metu, alii per adulationem, con
alternanza del?ablativo e del costrutto preposizionale) ad altri pia complessi, come nel
ritratto di Licinio Muciano: palam laudares, secreta male audiebant (“pubblicamente lo
avresti elogiato, la sua vita intima era famigerata”: Historiae, I, 10, 2).
[427]
Stile originale,
pieno
Sitensione
egravita
Influsso
disalustio
Colorito
arcaico
portico
Evita termini
bassi",
teenies’
‘egrecismiLIETA DITRAIANO E DI ADRIANO
Andamento
Timpervio
espezzato
el period
Lachiusa
plgrammatica:
sententiae
brillant
La ricerca della variétas si nota spesso nella struttura dei periodis essa conferisce alla pro-
sa tacitiana un andamento impervio e spezzato, come se lo scrittore volesse evitare a ogni
costo le soluzioni pid owvie e prevedibili. Si veda ad esempio il noto passo in cui lo stori-
co accenna (senza prendere esplicitamente posizione) alle diverse opinioni filosofiche
sull’influsso degli dei nelle vicende umane:
Quippe sapientssimos veterum quique sectam eorum aemulantur diversosreperies, ac multis in-
sitayn opinionem non initia nostri, non finem, non denique homines dis cura; ideo creberrime
tristia in bonos, laeta apud deteriores ese
“Troveraiinfatti in disaccordo tra loro i pit grandifilosofiantichie coloro che ne accolgono la
dotrina, e(scoprirai) che molti hanno la ferma convinzione che gli déi non si curano affatto
del nostro inizio, dela nostra fine, in una parola di noi uomini, ¢ che per questo cosi spesso le
sciagure si abbattono sui buoni, mentre ai peggiori arride la fortuna.
(Anmates, VI, 22,1),
Il verbo principale reperies regge Paccusativo (sapientissimos ... diversos) e poi una pro-
posizione infinitiva (multis insitam opinionem, con la consueta ellissi di esse); da opinio-
nem dipendono poi altre due infinitive, la prima con ellissi di esse (dis curae), la seconda
arricchita da un’ulteriore variatio con Paccostamento in bonos | apud deteriores.
Ricordiamo infine un procedimento tipico dello stile “moderno’, di Seneca e dei decla-
matori, cui Tacito ricorre con grande frequenza e che applica in modo personalissimo: la_
chiusa epigrammatica della frase o del periodo, la sententia concisa che, di volta
riassume e generalizza il senso di un avvenimente, inserisce un sintetico quanto perento-
rio giudizio, aggiunge un commento inatteso.
Valga come esempio di sententia tanto pita ferocemente stroncatoria, quanto pid fulmi-
nea e imprevista, la conclusione dell’epitafio di Galba:
‘maior privato visus dum privatus fut et omnium consensu capax imperi, nisi imperasst,
sembrd superiore a un privato finché visse da privato per riconoscimento generale in grado
di reggere Vimpero, se non fosse stato imperatore. ae
Intersezioni / Letteratura
Il tacitismo
Un episodio importante e, per certi aspetti, singolare della fortuna di Tacito & rappresentato dal
cosiddetto tacitismo, Esso nasce e si sviluppa a partire dal Cinquecento, il secolo dellassolutismo
‘monarchico in Europa, quando allinteresse per Livio si affianca e si sostituisce progressivamente
{quello per Tacito, che negli Annales aveva rappresentato il passaggio dalla fine della repubblica al-
Pimpero e in Tiberio aveva tracciato la figura del principe assoluto.
1 primi cinque libri degli Annales, dedicati a questo imperatore, vengono stampati per la prima
volta nel 1515; tre anni prima Machiavelli aveva scritto il Principe, teorizzando la figura del reggi
[428]