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‘Tracciare la nostra via Come Maria Maddalena, ‘Tommaso ¢ gli altri anche noi abbiamo {a nostra via verso il Signore Risorto, anche pet noi Lui - che é la meta ~ ci viene incontro nel nostro cammino. Ecco la previsione di alcune tappe perché la via sia e sia percorsa 1. Avere la Trinita come meta, Tutto questo vangelo ce lo mostra Non ci si pud fermare prima né & possibile andare oltre. E una meta alta e impossible; la rende possibile il piegarsi stesso della ‘Trinita nellinearnazione del Figlio, nella volonta del Padre, nel dono dello Spirito che é lui sila tenda dellincontro dove é gia possibile incon- tarsi, stare e camminare insieme. 2. Scoprire la propria strada e fare del mio concreto il punto di partenza ¢ poi con i fatti della vita disegnare il percorso. Il vangelo di Giovanni @ stato usato tante ~ trope — volte come una cava di idee astratte. E molto adatto a insegnarei piuttosto percorsi conere &, personal e a date a ognuno la garanzia che c'& una strada e che & possibile percorretla, 3. Ricevere testimonianze. E difficile camminare anche sulla pro pria strada se non incontriamo testimoni che ci offrono stimoli ed cesempi cristallini dove si rflete la direzione e la ricchezza di ogni ‘cammino, Da soli non si parte neppure, a meno che un grande amo- te, come quello di Maria Maddalena, spinga a chiedere a tutti «. La chiesa, la famiglia ma anche il mondo sono luoghi dove incrociare Voriginalita cla contiguiti cli ogni via, dove trovare e, po, lasciare testimonianze 4, Imparace dall'esperienza. Il gusio piit grosso sarebbe non parti ze mai, non avere storia. Appena partt, 2 vero, i dubbi si sommano, le fatiche che si accumulano, ma ogni passo @ spinto e sostenuto da quello gia fatto, insieme disegnano una via ¢ determinano la direzio ne, Nell'esperienza Gesi stabilisce Forientamento ma anche ognuno si fa maestro di se stesso, E vivendo e manurando, asa pitt che pen- sando e pregando che si rimuovono ostacoli esi aprono prospettive. 5. La grazia di incontrarlo. La spinta pit grande e insostituibile & incontrarlo davvero sia pure solo provvisoriamente. Nulla pud so- stituire questo evento, nulla meglio garantice il carmmino e dargli sen- s0. Solo momenti di lucidita ¢ di sapore, per un po' il credere che diviene visione ¢ la grazia che si fa di nuovo came. Allora non si ha 252. v Le VIE DELLA FEDE E DELLA coMuNITA pit bisogno di istruzioni o dimostrazioni allora le parole udite e dette acquistano un senso semplice ¢ immediato; allora non c'e pit il bi- sogno che altri mi convincano. Non lo si perdera pi, se Dio vuole. tuna grazia che vale pit della vita: con Lui cammino bene cos 6, La prova necessaria. A momenti di luce, succedono momenti di tenebra. Non & possibile un cammino solo al sole. La notte fa parte del cosmo. E il momento delicato dove si pud dimenticare la luce, abbandonare il cammino, cambiare meta. Nel rischio c'8 spesso la svolta decisiva, ci si pud manifestare la forza della meta, si prepara Tora dellincontro, Nessuno pud essere garantito, nessun risparmiato. 7, La scoperta dello Spicto. # Popportunita suprema del cammi- no. In Lui’ la forza di muoversi, Popportunita dell ncontro e il bene dell'ativo. In lui equilibrio fra irischie le garanze, fra la libertie la fedelti; in Lui c’e comunione. Elui che quando cia gustare, ci rende impazienti, quando ci fa ricordare, ci lancia. Gesi salto per cercare lo, & tisceso per donarlo, prezzo della sua morte, ultimo dono, anima della sua eredita. I mistero i awvolge, il divino ci partorsce. Usare i sensi Questa @ una sfida aperta contro la lettura espirituale» del van- aclo, ma @ motivata dal vangelo stesso che allarga notevolmente la nostra percezione di Dio e ispira la nostra sensibilita, 1, vedere & un senso esaltato in questi capitoliultimi ma & sparso in tutto il resto «Flo visto il Signore» annuncia esultante la Maddalena e tuto riparte da quella visione. Con la Pasqua il vedere si specializza in tanti sensi distintie collegati, Prima diviene una ricerca: instancabile con occhi anche pieni di pianto, uno serutare chi non c’é e non vedere chi c& poi perde levidenza di una necessiti: diviene un «farsi vedere», uun «apparire», un donarsi agli occhi che vedono perché guardano; in- fine un negarsie un trascendersi: ebeato chi crede senza vedere». Come citerio definitivo pud valere il vedere la Gloria guardando la Croce. 2. udire & un altro senso esaltato nella sezione e nel resto. Udire & imparate istruzioni c ricevere consegne, ma é anche subire rimpro- veri, percepire quel timbro di chi ci chiama, @ invito a amare, ad assumere fino alla morte un compito affidato, La Paola diviene Voce ¢ Nome, promessa ¢ rivelazione per un dialogo che fa passare la ri sposta per le viscere dell’essere. T RACCONT PASQUALL COME INTRECCIO DI VIE @9,t-212n 253; Hint 3. toccare & un senso analizzato profondamente in Gv: dalla la- vanda dei piedi, all’ unzione di Betania, ai racconti pasquali. Lab- braccio di Maria ai stoi piedi &criticato da Gesit come un trattene re, Ia voglia di prove di Tommaso come un’altemativa al credere. IL toccare é anche perd il lavoro delle nostre mani, la capacita di dare forma alle cose; di stendere i lenzuoli funebrie di raccoglierli piega- tia parte, di gettare in mare e di tirare a terra, di scegliere i pesci ¢ repararli per mangiare; é essere vestiti da alti e portati dove non sivuole, E anche non chiudere le mani e non usarle per cacciare gl altri. Dio ci tocca non con le sue grandi mani ma con il dito o anco- +2 pitt soavemente con Valito del suo Spitito, 4. gustare 8il bere il vino (2,10) ma soprattutto mangiare il cibo. Quellukima colaione slle rive del Lago pare avere i gusto pil cche la sostanza del cibo. E il pesce che inaugura il grande Sabato dell'eternita, & la prova di Gest come cameriere alla mensa del Pa- de (eft. Le 12,37), &la pratica dell/Eucarestia, ¢'approdo all'ter no. Il sacramento del cibo ci dice che Dio & da gustare; che senza «questo senso, in tutte le sue sfumature, non siano capaci di Dio. 5. odorare & menzionato solo nelle unzioni in 12,10 e 19,40-42, La seconda fa pensare che aroma avri aiutato il Discepolo amato a capire ¢ credere entrando nel sepolero e la prima ci ticords il titolo la realta pit riconosciuta a Gesti: & "Unto. Egli odora e rende odo- rosi: Lazzaro puzza come le nostre morti:egli ci scioglie e ci odora di nuova vita. Lo Spitito in noi 2 questa sorgente aromatica e Gesit ce lo dona perché il suo aito ci trasformi in aroma, Signore, la mia fede sia incrociarti nel barcollae lento sulla mia strada; i mio crederti = almeno ogni tanto ~ sia felice come il vedert. Un amore m'intrecci con alte vite eattraverso te = tre volte ¢ ancor pit ~ annodi legart che ci fanno fratll Dal mio sepolero esca con te e dal mio piccolo orto. Come cupola sulla citté suet la tua tenda di Pastore, com il tuo vangelo la memoria dite si faccia casa Dopo tanto amarti, oltre le ombre curve di questa vallata, mi sia dato, come aurora, vedert. 254 W Le ie DELLA FEDE E DALLA ComuNITA Bibliografia Mentre assai vasta@ la letteratura su clascuno dei due capitol, & quast impossbile trovare uno studio sul loro insieme. Anche i commentari fanno , Mateos-Barreto aepi- logo», Fabris pit neuteamente «la terza manifestazione di Gest, Risorta». Anche il nuovo orientamento pit narrative non ha fornito uno studio din Sul cap. 20 citiam Fottimo studio di I. De La Porrente, in Studi, 192: 214 e la monografia di G, Gauern, I racconti pasqueli del capitolo 20 dé (Giovanni, (Studi Biblic 19), Brescia 1972; F MANNS, Jean 20, 19-23. Lectures cexégétiques et traditions targumigues in L!Bvangile de Jean, 449-464; J. CABA, Cristo, mia speranza, 2 rsorto, Cinisllo Balsamo (Mi) 1988 su Go 241-297. Circa un ouovo orientamento si veda D.A. Casson, The purpose of he Fourth Gospel, Jobn 20,31 reconsidered, JBL, 106, 639-651 ¢ D.A. Lee, Partnersbip in Easter Faith: The Role of Mary Magdalene and Thomas in Jobn 20, NTS, 58 (1995), 37-49; B. Bust, The Faith ofthe Beloved Disciple and the Community in Jobn 20, JSNT, 23 (1985), 83-97; DE. Toute, The (Characterization of God in the Fourth Gospel, JSNT, 69 (1998), 37-75. Sul cap. 21 citiamo PS. Mevean, The Original Function of Jobn 21, JBL, 102 (1983), 85-93; E. Masins, Jean 21: sme contribution & Vecelésologie du IV Evangil, in Parola di Dio cresceva, 195-213; Secovia in «Semneia» 53 (1991), 167-190 che presenta Go 21 come un «discorso d’addio»; vedi an che T. WiAKDA, Job 21.1-23: Narrative Unity and its Implications, NTS, 46 (62), 53-71; BE, Spencer, Narrative Echoes in Job 21: Intertextual and Intratestual Connection, JSNT, 73 (1999), 49-68. Sal tema dell'sutore anonimo segnalo due articoli interessant: una nota iG. BeRLINcien, A proposito dell anonimato del IV Vangelo: obi é Vanoni- ‘mo e perché & anonimo?, RivBit, XLVIL (2000), 69-72 ¢ A. Reweantz, The Function of Anonioity in Fourth Gospel Caracterization, «Semeia» 63 (1999), 143-158, Sull'identita storica del Discepolo amato vedi il lungo studio di V. Mas ces, Giovanni il Vangelo narrante, 230-242; sulla sua identi linguistic: R. Bavcxstans, The Beloved Disciple as Ideal Aushor, JSNT, 49 (1993), 21 444; sul «vedere» nel cap. 20 vedi F. Manns, L'éeangile de Jean, 432-448 e, recentemente, R, Boity - G, Marcon, Vederee eredere, Milano 1999. 1 RACCONT PASQUALI COME INTRECCIO DI VIE o.t-2125) 255 Conclusione | LA VIA COME RACCONTO I racconto come Vangelo Per concludere, rimane da trattegaiare la trama complessiva di tutto il vangelo e da compiere una verifica sul metodo narrativo adot tato, per fare un bilancio del lavoro fatto sullo sfondo di metodi al: ternativi. LA -TRAMA DEL. Quanto VANGELO Saldare insieme la teama delle cinque sezioni non @ ancora defi- nice la trama dell’intero vangelo: essa non nasce da un accostamento rmeceanico delle sue parti ma da un processo dinamico dellinsieme per cui il risultato globale deve essere superiore alla somma delle | componenti, Secondo una esigenza logica della mente e della retor ‘a antica, anche il vingelo di Giovanni ha un inizio, un mezzo e una | fine. — Liinicio. Nelle opere classiche V'inizio @ occupato solitamente dai racconti della nascta, del’infanzia e della giovinezza del!’eroe. In Go | idea di inizio ® molto elaborata e si enuclea: come principio o fon: damento la discesa del Verbo nella came dalle profondita di Dio; ‘come aggancio storic il suo incontro con Giovanni Batista; come ‘vio della vicenda concrete il primo viaggio. Il primo inizio serve a collegare il vangelo con Ia profondita di Dio e del suo piano, il se condo con la storia della salvezza, i terzo ad aprire le sequenze nar tative. Infatti anche il primo viaggio va inserito nel quadro degli inizi perché sso sottolinea la novita e linnesto del vangelo nella realta della vita. Attraverso la complessitd degli inizi la realta trascendente cala nell'immanente, il piano di Dio si avvia e si incarna nella esi- CONCLUSIONE, LA VIA COME RACcONTO 257 ee | stenza degli uomini, La ricchezza dellinizio & espressalessicalmente con la locuzione «discendere dal cielo» o equivalenti: questa discesa contiene idea di progetto trascendente, di volonta divina di incon- tro e salvezza, di tisorse nuove e incomparabili di paziente penetra zione, di responsabilia erischi nell accoglienza da parte degli uomi- ni. Il tema teologico é quello della «incarnazionen: il Verbo divenuto carne si cala nelle situazioni degli uomini, vive come uno di loro ma anche fa risplendere la glotia di Dio specialmente in alcuni atti che divengono «segni della presenza e del piano divino. ~ I! mezzo. E la parte pit estesa dell'opera che comprende i viag ase gli sviluppi contrastanti che comportano. Anche qui si devono distinguere diverse fasi: quella della espansione della presenza del Verbo in mezzo alle realti terrene (nuovi tertitori e nuove frontiere come la malattia¢ la morte), poi quella del contrasto sempre pid duro, poi quella delle decisioni allnterno di ogni persona e pubbli camente il rfiuto e la condanna da parte dei capi e del Sinedrio. Bil ‘momento pit deicato ¢ dinamico di tutta la tram Giovanni ‘manifesta la strategia di anticipare la «peripezia» cio’ la svolta drarm- ‘atica che fa precipitare la vicenda verso a fine, qui finisce la «disce- sa» ¢ iniza al ascesa», Questa parte & dominata dal tema teologico dell'ora: in Giovanni non si identifica con la motte, viene piuttosto anticipata al momento in cui le condizioni esterne sono mature € Vatteggiemento di Gest pieno per compiete il passo decisivo, B il segno di una perfetta aderenza ai tempi divini e allo spazio univer: sale degli uomini ~ La fine, Comprende il racconto della Passione e Morte, degli {ncontri pasquali ma anche i Discorsi d'addio con la promessa del ritomno del Signore in mezzo ai suoi nello Spirito, Questa parte & cfficacemente anticipata fra la condanna e la sua esecuzione per mo- strare che il futuro & gi cominciato e soprattutto programmato, vo uto e perseguito coscientemente da Gesi. La Passione viene cost ad assumere ~ nella strata del libro ancor prima che nei suoi con- tenuti = il carattere di un atto libero di chi subisce piuttosto che di chi infierisce, un culmine nel contributo al piano divino dato da Gesii, un atto di amore e di regaliti. La trama diviene intensa e i fatti concentrati: nella morte c’ gid la sereniti e sovranita di chi risorge, nella fine c'é gia la spinta del nuovo inizio ¢ nel presente 2 gia Fampiezza del futuro. Leffetto di presenza & cosi fortemente realizzato. 258 cONcLUSIONE. LA VIA COME RACCONTO I VIAGGIO COME RACCONTO Abbiamo verificato nel corso del libro come in tutte le sezioni lo schema del viaggio dischiuda il senso della trama e contribuisca @ dlisegnare tuto il vangelo come VIA. Finora si era proposto il viag- gio come struttura del'opera per gli altri vangeli ma il vangelo di Giovanni lo si riteneva troppo elevato e astratto, In realti sono im- pressionanti gia i dat statisti: Go usa i termini di movimento assai pitt degli altri vangeli (156 usi solo il verbo «venite» = *érchomsa; in complesso tutti verbi di movimento ricorrono circa 340 volte) e, allintemo del suo vangelo, assai pitt degli altri campi semantic: pit del evedere>, dell'cudire», del «conoscerer,.. Solo i verbi del «dite» possono vantare una frequenza poco pitt alta ma talora~ alla manie- 1a semitica ~ valgono poco pit di una interpunzione. Altre ragioni sono ancora pitt probanti. A differenza degli altri vangeli, la men- zione del movimento @ presente in Go meno alle comic che nl corpo stesso degli episod presente in modo uniforme in tutta Pope- fa. Here asa allimerno deg tess disors in alcune formule in tetiche serve come figura e sintesi di tutto il vangelo. I testi fonda- ‘mentali sono: — 3,13: «Nessuno & mai salito al cielo fuorche il Figlio dell'womo che & disceso dal celon; ~ 8,14: «lo 50 da dove vengo e dove vado. Vot invece non sapete da dove vengo e dove vado»; = 8,42: «Da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stes- 0, ma lui mi ba mandatow; = 13,13: «..sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre..»; «sapendo.. che era venuto da Dio, a Dio tornava..»; = 16,1: «é bene per voi che io me ne uada, perché se non vado, non verti a voi il Consolatore..» ~ 16,28: «Sono uscito dal Padre ¢ sono venuto nel mondo; ora la scio di nuovo il mondo e vado al Padre. Alli testi potrebbero essere aggiunti. Questi bastano per mostra re come il Vaggio sia tadicato profondemente nella coecienzn del Gesit di Go e sia la chiave che tiene insieme Vintera costruzione, I] viaggio @ sia Vorigine cil fine in Dio come Padre che guida e attrae tutto, sia il tragitto cosciente che il Figlio percorte, sia lo scopo del CCONCLUSIONE. LA VIA COME RAccONTO 259 suo agire e sia il vantaggio di chi si lega a lui. Il viaggio porta al Tunione con il Padre, petmette Finvio dello Spirito ela presenza defi- nitiva di Gesii con i suoi. Nella prima parte Penfasi é sulla discesa, nicl centro serve a evidenziare un contrast: la sua perfetta consapevo. lezza e "ignoranza degli altri; alla fine prevale Videa di ascesa, Siamo tentati di trovare in 14,6 la sintesi anche delle formule di sintesi del. Ja struttura dellintero vangelo: ~ «lo Sono LA Vis, LA VERITA B LA vir; messuno viene al Padre mio se-non per mezzo di mem Gest apre la via nelfinizio del suo vangelo; costruisce Ja vERrrA nel'inserimento e nel confronto con le liberti ¢ risposte altrui; dona la vita con Ja sua morte e con la comunicazione dello Spitito, UN RACCONTO INCONFONDIBILE Liidentificazione del viaggio come figura dellintero vangelo per mette una lettura narrativa pid ricca e penetrante sia sul piano degli ceventi che degli agenti Piano degli eventi Lo scenario del viaggio rende dinamico il racconto giovanneo: qualcosa avviene, eresce, si sviluppa, conosce tappe e svelte; non & ‘mai ripetitivo; pur elevato in alcuni passi, non rimane mai staccato dalle circostanze in cui si situa, non 2 mai scontato. Prosegue per. cché qualcose accade, si fa strada nellintreccio di accoglienze e rifiu- ti, di liberta e di fede, di bisogni esistenzialie di contlitto di inten vioni ¢ di giudizi. B una trama stotica anche se non solo legata alla causalita di fart e di volonta chiusi nellorizzonte terreno. C’ una dimensione trascendente che per) non ostacola la storia ma anzi la spinge nelle profondita del reale, umana fino al midollo e alla sua feccia Lo schema di viaggio a tappe favorisce una trama episodica: ogni evento & costruito come autonomo e, nello stesso tempo, risulta es- senziale alla trama d'insieme. E difficile in Gv stabilire un rapporto causal fra un fatto e quello che lo precede, e distinguere fra event 260° concLUsiONE LA via COME nACcONTO 1a poco Tineare ma csuuclei» ¢ eventi asatlltin; nasce cosi una trama poco , ‘comineiare da capo ma in cui sai densa, in cui sembra sempre di ricom in profondo tutto si combina nella pid perfera delle unita. Neg ali vangel rut ll event sono dispost in unio viaggio; Giovanni Ii gisponiameno su quatro viagg ceundo la figura sia di wn ro che di una partenza continua, di un intreccio a spirale e di un inarrestabile approfondimente. Piano degli esistenti er quanto riguarda i personaggi, scorpiamo in Giovanni ancora ona po une oral E sane i exter esp a dst con tei della mes eco iv personas volta davanti a Gest e poi degli aspetti pit intimi di ogni persona: thers percetone, dese fee, Doi A na cone iciale corrisponde una dilatazione e una differenziazione a li- ane do Nosema, Samritane, elec nat, Marta © Mac tia, Piet, Maria Maddalena, Tommaso, il Discepolo amato, ..son0 singolie soli davanti a Iui per le scelte che fanno ¢ il modo con cui 2 pongo: eopure el profono soni fre, az p> Uosiche gn inconto si estendeeanume i earatere dl tip. Notevole sista cost anche i arte sero di ogi persone Situazone. Ognuno ha un contatto con i vangeo in un modo ein un momento isipetbile mada I nase sempre un storia un ear ring» che intreccia quello degli altri e conflusce in un'unica sr mmaesta, Linonto con Gest viene fede, la fede generat nels go! iil dev sfomar in fede senza won: anche j ne meni devono essere recuperati,ognuno deve toprite¢scevete {{preprio compito. esempio pit chiro sia nei raccont pasa deve opnuno aca lfinconto con i Ror perl propria via ep- pure inseme formano Peapeienza pasquale comunitaria, Un caso speciale eincommensursil i aucosuficienza edi sostanzale ape tra @certamente il personaggio Gesi 2 il slo protagonista assolu to, una spanna opi sopra tt al ale: eppure ~ anche se unico — ‘enon & mai solo» (16,32 cf. 8,16) perché unito continuamente a Padre e capace di uniformars allo Spirito. Persno la grande distan- za con cui si presenta ai suoi & spesso la base vera per uta comunio- ne pill intensa, CONCLUSION LA VIA Cone RAccONTO 261 —— Sia per gli eventi che per le persone Gv spesso sovrappone il sintagma al paradigma la linea della trama alla profonditi della li- bert umana, il mistero di Dio nel villaggio della povera gente, UN LeTrons comvouro Non si sbaglia certo a considerare il lettore come il personaggio pid cercato ¢ pitt presente dopo Gest. Ogni racconto gli riserva uno spazio privilegiato, ogni incontro intende preparare il suo, ogni pa rola riceve un'eco perché non vada persa ma lo raggiunga, Tutto il viaggio narrato nel vangelo intende aprire la via al letore e invitarlo 4 farsi compagno € pellegrino, Fino a che la storia rimane incom. Pleta il vangelo ha la forma della memoria 0 della testimonianza; quando la storia si compic nella Pasqua, sparisce ogni distanza fra i ersonaggi narratie chili legge, lo Servo viene donato a tut! indi stintamente © ogni distanza & abolita. Gia prima della fine della sto. Ha, con i Discorsi d’Addio, Gest assume la doppia funzione di con. cludere la sua missione e di farsi presente in mezzo ai suoi. Nella Passione e Pasqua il lettore& gia dentro la storia. Ancor pit dopo, entre Gesitcessa il modo usuale della sua presenza e si parla della morte dei discepoli-simbolo, egli diviene il vero protagonista a cui & affidato il compimento di tutta la grande opera avviata, Nello Spirito il lettore riconda. Gli viene nartata una storia in cui sid sucesso qualcosa di decisivo che lo riguarda: il Verbo si & fat. {0 came, sié aperta la strada verso il Padre, il suo Spirito & donato. Senza questa memoria, nulla pare, tutto stoma in discussione, ognu, 10? di nuovo lasciato solo, Ricordando siamo lanciati in corsa, pos. siamo veramente viaggiare, Ia speranza é in gestazione, Anche la morte non é pid un ostacolo o barriera insormontabile; pud diveni_ re un fattore di accelerazione. Per partire, deve non solo ricordare ima resistere I vangelo mostra chiaramente che non si di opportu. nita vera di camminare senza affrontare uno scontro, prendeve deci, sioni rischiose, schieratsi in un campo. Lo dimostra la parte centrale del vangelo e tutta la sua strategia di comunicazione. Gv & un capo. lavoro di linguaggio originale, costruto, anticonformista. Poche pa tole per le cose che per i moltivalgono, molt termini per le poche cose che i moti considerano intime o inefficaci o irrlevanti. In Go diminuiscono le cose da dite, aumentano le cose per patlarsi,si tra. 262. concuustone La via come RaccoNTO \icazione tende a di- sforma il modo di dire: la sostanza della comunicazione ter a a Ja comunicazione stessa fra le persone; create i rapporti @ lo scopo stesso di Dio. Il vangelo di Giovanni en un ae ori- nale e fa supporre una comunita alternativa al mondo esterno ma aoe distinta dagli altti gruppi cristiani. Ogni lettore riceve da — scritto uno stimolo robusto per resistere ai poteri che chiudono l’oriz~ zonte pur di dominare e da il gusto di tentare rapporti nuovi fra gli ‘uomini e con Dio. La sfida al lettore si sposta dal tesinere lle eps cit di trasformare la propria realta, anche nel piccolo, nella lunghezza Gee resnee dello Spirito non @ un’offerta giat = zionata in cui uno deve solo ricevere, apprendere € cain I ee nuova dimensione della liberta, una risorsa da valorizzare, lega- mi da intrecciare. Anche la fede é tutt'altro che un punto d’arrivo se Gesii stesso, fin dall'inizio, «non si affidava loro» (2,24) e proprio con credenti ha avuto lo scontro pits acceso (eft 8,315). Con lo Spi- sito tutto puo lievitare: il male recedere, le bartiere crollare, i mort risorgere ¢ ancor pid: sperimentare nuova capacita d'amore edi unio- ne; dal di dentro nasce una liberta come il vento ¢ fiumi d’acqua di vita sgorgano dall’intimo. Qui mi pare il lettore credente ricono- sce il vertce delle possibilita offerte il eomivere fin da adesso con Dio. La Trinita gli viene incontro e prepara la dimora dello stare insieme; lo Spirito riempie gli spazi umani, ogni credente vere fruttifica come il tralcio di una unica vite, Essa non é pitt un albero. da coltivare o da non cogliere ~ come nel Paradiso -, @ piuttosto tuna rete di relazioni profonde in cui ognuno é se stesso e gli altei pure ma tutti formano una cosa sola, Anche verso queste altezze della grazia la via & aperta, il viaggio continua. Bibliografia Pom earnereieincehy Wn CCONCLUSIONE, LA VIA CoE nacconto 263 — 1982 ma ce ne sono altre: cfr. G. SEGALLA, E: vangelo e Vangeli, 344. © Mannucet, op.ct. 141s, Un taglio nuovo & quello delle ricerche pro. aa ee due opere di BJ. Mauina, Jobn’s: The Maverick immigrato 0 un ateo! s 264 cONCLUSIONE. LA VIA COME RACCONTO INDICE Introduzione. Le vie del Verbo. Leggere Giovanni come rac- conto 5 Proposta di lettuea 5 Proposta di struttura 7 Confronto con altre proposte 9 Bibliografia 4 L.LA VIA PRIMORDIALE DEL VEREO 15 1 Prologo (1, 1-18) 7 La visione d'insieme 0 Guida alla lettura » testo nella vita 2 Bibliografia 4 IL LE VIE DEL VERBO NELLA CARNE, a Primo viaggio (1,19 -3,21). Avvicinare e rinnovare 2» La visione d'insieme 2 Guida alla lettura 34 esto nella vita 8 Bibliografia 44 Secondo viaggio (3,22 - 5,30). Bisogno di salute e divita... 45 La visione dinsieme 45 Guida alla lettura 48 U testo nella vita 60 Bibliografia 61 woice 265 ‘Terzo viaggio (5,31 - 10,39). Tempo di erisi La visione d’insieme Guida alla lettura testo nella vita Bibliografia Quarto viaggio (10,40-12,50). Liora della salvezza univer- La visione d'insieme Guida alla lettura U testo nella vita Bibliografia IIL LA VIA DEL VERBO NELLO SPIRITO Lultima Cena come svolta (13,1-37). Lopzione fondamentale La visione d’insieme Guida alla leteura testo nella vita Primo discorso d'addio (14,1-31). Lo Spitito e la speranza La visione d'insieme Guida alla lettura testo nella vita Secondo discorso ado (15,1 - 16, la vite La benedizione del- La visione dinsieme Guida alla lettura testo nella vita Terzo discorso d'addio (16,4b-33). Il Risorto nella forza dello Spirito La visione d’insieme Guida alla lettura Ttesto nella vita 266 woice 108 109 U9 134 136 B7 19 145 145 147 153 156 156 158 16 165 165 168 174 7 7 179 185 La grande preghiera dell'Ora (17,1-26) La visione d’insieme 188 Guida alla lettura 189 testo nella vita 196 Bibliografia 197 IV.LA VIA DEL COMPIMENTO NELLA MORTE 199 I racconto della Passione come compimento del dono della vita (18, 1-19,42) 201 La visione d'insieme 201 Guida alla letura 210 testo nella vita 223 Bibliografia 24 VLE VIE DELLA FEDE E DELLA COMUNITA 2 Tracconti pasquali come intreccio di vie (20, 1-21, 25) 229 La visione d'insieme 29 Guida alla lettura Be T testo nella vita 251 Bibliografia 255 Conclusione. La via come racconto, I racconto come Vangelo 257, La trama del Quarto Vangelo 257 Tl viaggio come racconto 259 Un racconto inconfondibile 260 Un lettore coinvolto 262 Bibliografia 263 morce 267 188

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